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SEMINARIO REGIONALE
PROMOZIONE DELLA SALUTE E INCLUSIONE
SOCIALE - LA RETE DELLE FATTORIE SOCIALI
IN SICILIA
15 dicembre 2009 Palermo
Sala convegni Assessorato alla Sanità
Esperienze di Agricoltura Sociale
e il ruolo delle Fattorie Biologiche
Anna Ciaperoni – Vice Presidente di AIAB
LE RELAZIONI TRA AGRICOLTURA SOCIALE (AS)
E AGRICOLTURA BIOLOGIC (AB)
qualche dato sulle fattorie sociali biologiche…..
Dati statistici e osservazione sul campo mettono
in evidenza:
•Un’altissima percentuale di realtà agri-sociali
impiegano il metodo di produzione biologica
•su circa 700 soggetti che praticano l’AS, circa 470
sono costituite da coop. sociali di tipo B e tra
queste circa il 70% sono biologiche
•biologiche anche le aziende agricole private
più significative (Colombini, Malaspina,
Scavello, Ferrini, Frisoli)
E ANCORA….
• Biologica anche la conduzione delle
terre sottratte alla mafia da Libera
• Bio la gran parte delle attività
agricole nelle carceri o a basso
impatto ambientale
• Anche le più significative prime
esperienze storiche di AS degli anni
'70 si sono via via convertite al
biologico (Toscana, Veneto, Emilia)
Le caratteristiche dell' AS
Le principali caratteristiche che contraddistinguono
le fattorie sociali sono diffuse anche tra gli
operatori biologici:
• Forti motivazioni etico-sociali, ambientali e professionali
degli operatori
• Elevata multifunzionalità e diversificazione produttiva in
termini di prodotti e servizi offerti
• Ampio utilizzo del metodo di produzione biologica
• Elevato impiego di forza lavoro
• Apertura al territorio e alle comunità locali
• Utilizzo di canali commerciali alternativi con riferimento a
gruppi d’acquisto e reti locali (mercatini, mense ecc) e del
consumo critico
• Reputazione e beni relazionali per le imprese agricole
L’AGRICOLTURA BIOLOGICA OFFRE UN
CONTESTO PARTICOLARMENTE FAVOREVOLE
ALL’AS
Tra i motivi:
L’inserimento e l’accoglienza in un contesto
ambientale privo di sostanze chimiche di
sintesi e complessivamente più sano, che
assicura un maggior livello di prevenzione
e tutela della salute per gli operatori
il “valore educativo” e sociale di un’attività
produttiva svolta con più rispetto
dell’uomo e dell’ambient
PERCHE' LE IMPRESE AGRI-SOCIALI
SCELGONO IL BIO
Per
•l'ambiente più favorevole all’inserimento:
“Tale tipo di gestione agronomica, oltre a tutelare l’ambiente
tutela le persone e consente una maggiore possibilità di
inserimento di persone con situazioni di svantaggi. L’utilizzo di
sostanze tossiche… infatti rende spesso limitantel’impiego di
persone svantaggiate”. Coop Soc. Archimede- Scarperia- (Fi)
• motivazioni etiche:
… “si è visto in questo metodo quello più confacente ad uno
stile di vitarinnovato e rispettoso della natura, quindi
l’opzione bio è sembrata una naturale conseguenza del
tentativo di vedere nel lavoro agricolo un modo di rinnovare
se stessi” Coop. Soc. Il Noce Termoli (Cb). Disagio sociale
I TRATTI DISTINTIVI
DELL'AGRICOLTURA BIOLOGICA
forte multifunzionalità, diversificazione e integrazione
del ciclo (produzione, trasformazione, vendita)
scelte produttive fondate su uno sviluppo locale
endogeno
conservazione della biodiversità
alta intensità di lavoro
rapporto diretto con i consumatori (reti di mercati
locali, collegamento con i gruppi di acquisto e con la
ristorazione collettiva di territorio)
Multifunzionalità e diversificazione
Il biologico nasce multifunzionale
Per il biologico la multifunzionalità è una questione
di cultura aziendale e di sostenibilità economica.
Il differenziale di prezzo con i prodotti
convenzionali spinge a cercare soluzioni di
integrazione del reddito attraverso:
• la diversificazione delle attività
• la chiusura del ciclo aziendale (produzione,
trasformazione, vendita)
• La creazione di canali commerciali non
convenzionali attraverso la promozione di
mercati locali e filiere corte
Sostenibilità ambientale e sociale dell'AB
Ricerche nazionali e internazionali evidenziano rispetto
all’agricoltura convenzionale:
il minor impatto ambientale in termini di ecosistema, qualità
del suolo, risorse idriche, qualità dell’aria, benessere animale
e qualità dell’aria
Il maggior dinamismo sull’occupazione rurale in termini di:
Maggior numero di addetti per ettaro, superiore del 10-20%
Età media più bassa (i 2/3 degli intervistati ha meno di 45anni,
contro l’età media del settore di 60 anni
Tassi più alti di scolarizzazione (40% di operatori bio ha tassi più alti
della scuola dell’obbligo
Più elevato bisogno formativo
(F. Offerman – H. Nieberg S. Dabber)
LE TRE FUNZIONI DELL'AGRICOLTURA
BIOLOGICHE
Le aziende sociali biologiche, per loro
natura ed organizzazione assolvono
alle tre funzioni dell’agricoltura
multifunzionale:
Funzione produttiva
Funzione pubblica
Funzione sociale
IL DINAMISMO DELL'AGRICOLTURA BIOLOGICA
• Più del 50% delle fattorie didattiche è bio, con
punte dell’85% in Calabria e del 100% in Umbria
Tutti i dati nel 2008 indicano una situazione dinamica:
•
•
•
•
•
Agriturismo + 25%
Vendita diretta +37%
Mercatini bio + 10%
Mense bio + 6%
Gruppi d’acquisto + 60%
UNA CONFERMA DALL'OLANDA...
“L’incidenza della multifunzionalità è molto
più alta nell’AB rispetto a quella
convenzionale.
Le aziende bio dei paesi bassi hanno oltre il
triplo delle attività multifunzionali, cinque
volte più della vendita diretta, sei volte più
dell’attività ricreativa e turistica, il triplo
della conservazione della natura e
diciassette volte in più delle attività
sociali”
(Arian Monteny, corso Aiab giugno 2008)
Tratti comuni tra imprese agri-sociali e
imprese biologiche
•
•
Multifunzionalità
Tutela della biodiversità e delle risorse
ambientali
•
Apertura al territorio e accoglienza
•
Costruzioni di reti di produzione e consumo etici
e responsabili
•
Sviluppo di processi partecipativi dal basso
•
Responsabilità sociale delle imprese agricole
Tutto ciò determina un contesto più favorevole
all’AS nelle imprese a conduzione biologica sia
sul piano strutturale che culturale, per la
condivisione di obiettivi
UNA CONFERMA ANCHE DAL CENSIMENTO DI
AIAB
Le analogie tra AS e AB sono stati confermati dal
censimento che AIAB ha realizzato nel 2007sulle
fattorie sociali biologiche:
sono state coinvolte 250 realtà agri-sociali
Censiste120 (solo quelle certificate)
tra aziende agricole private e cooperative agricole
E cooperative sociali di tipo B che svolgono attività
agricola; escluse quelle che si occupano della cura
del verde
LA DISTRIBUZINE TERRITORIALE DELLE BIO
FATTORIE SOCIALI
Le regioni maggiormente rappresentate
sono risultate quelle del Centro Nord
Emilia Romagna (15,2%)
Toscana e Lazio (14,3%)
seguono:
il Veneto, la Lombardia e la Sicilia con il 9%
l’Umbria con il 6,5%
il Piemonte con il 5,3%
PRINCIPALI ELEMENTI DISTINTIVI DELLE
FATTORIE SOCIALI BIO
• 1.Multifunzionalità e diversificazione
• 2. Motivazioni professionali (l’agricoltura
come scelta di vita)
• 3. Motivazioni ambientali, etiche, sociali e (in
diversi casi) religiose
1.MULTIFUNZIONALITA’ E DIVERSIFICAZIONE
• Nell’insieme la gran parte delle bio-fattorie
svolge un ampio ventaglio di funzioni sociali
ed esprime forti livelli di innovazione e
multifunzionalità.
• Numerose bio fattorie effettuano l’intero
ciclo produttivo (produzione, trasformazione,
commercializzazione e rapporto con i
consumatori) e offrono un’ ampia gamma di
servizi (filiera corta, ristorazione, agriturismo,
laboratori ambientali, fattorie didattiche) e
conseguentemente un tipo di occupazione
polifunzionale.
2. MOTIVAZIONI PROFESSIONALI
ETÀ E LIVELLI CULTURALI
• L’agricoltura e il territorio rurale come scelta
professionale e di vita: il lavoro agricolo non
è vissuto come ripiego o peggio subito, ma
come libera scelta.
• L’altro elemento di notevole interesse è l’età
mediamente giovane e i livelli medio alti di
scolarizzazione delle persone impegnate
nelle bio fattorie sociali.
3. MOTIVAZIONI SOCIO AMBIENTALI
RELIGIOSE E CIVILI
Di frequente nelle aziende/cooperative sociali
si riscontra un intreccio di motivazioni molto
forti in cui si saldano gli obiettivi di solidarietà,
inclusione
e
comunanza,
propri
della
cooperazione sociale con le motivazioni
ambientali della produzione biologica.
Spesso
nella
cooperazione
sociale
si
riscontrano anche radici religiose e civili come
nelle cooperative di Libera Terra, sorte Terreni
confiscati alla mafia. In Sicilia circa 450 ettari di
fondi confiscati alla mafia sono oggi coltivati da
cooperative sociali.
L’AGRICOLTURA AIUTA ANCHE IN CARCERE
Dal progetto di AIAB esce confermato il potere
“riabilitativo ” dell’attività agricola anche
ai fini rieducativi della pena
Emergono inoltre altri 2 elementi:
•
la crescita delle attività agricole negli istituti
penitenziari.
55 istituti su 205 hanno attività agricole, la gran
parte dei quali a conduzione biologica o a
basso impatto ambientale
- la crescita dell'occupazione.
A fine 2008 i detenuti “agricoltori” erano 472 (pari
al 3,37%, del totale dei detenuti occupati)
contro i 275 dell’anno precedente con un
incremento del 71,63%.
LE PRINCIPALI CRITICITA’ RISCONTRATE
• Mancanza/insufficienza di politiche pubbliche di
supporto (finanziario/organizzativo/gestionale)
• Consolidate prassi settoriali
• Scarsa conoscenza e assenza di relazioni tra
soggetti interessati (agricoltura, politiche sociali
e sanitarie, formative e del lavoro)
• Complessità dei soggetti da coinvolgere
• Assenza di pratiche e protocolli riconosciuti e
validati
• Isolamento delle singole esperienze di agricoltura
sociale, anche all’interno dello stesso territorio
• Mancanza di servizi di sostegno agli operatori
agricoli per facilitare la conoscenza sulle
opportunità, le normative e le procedure per
l’avvio di attività agri-sociali
ALCUNE PROPOSTE PER SOSTENERE L’AS
• Coordinamento delle politiche pubbliche di sostegno
• Uso integrato delle risorse pubbliche nazionali e europee
(PSR, FSE, FEARS)
• Proporre progetti integrati territoriali con i vari soggetti
interessati
• Prevedere la priorità, nei vari bandi, a parità di valore, ai
progetti dell’agricoltura sociale
• Supporto alla definizione di procedure di accreditamento
degli operatori agricoli e di validazione/controllo
dell’efficacia delle pratiche
• Sviluppo di reti territoriali
• Sostegno ad una politica di commercializzazione dei
prodotti dell’A.S
ASSEGNAZIONE ALLE FATTORIE SOCIALI DI
TERRE PUBBLICHE INUTILIZZATE
Diverse migliaia di ettari di terre pubbliche sono
oggi inutilizzate.
La proposta del Ministro Zaia di affidarle a giovani
agricoltori per l’ampliamento delle superfici
aziendali e il rinnovamento generazionale deve
essere estesa anche alle cooperative e fattorie
sociali per l’ampliamento della base produttiva ed
essere assegnati sulla base di precisi progetti
integrati di messa a coltura e di sviluppo agroambientale-sociale del territorio interessato.
POLITICHE DI SOSTEGNO ALLA COMMERCIALIZZAZIONE
DEI PRODOTTI DELLE FATTORIE SOCIALI
Le azioni possibili:
• Promozione dei prodotti da A.S nel sistema delle mense a
livello locale (scolastiche e ospedaliere)
• Assegnazione di un maggior punteggio ai prodotti da A.S
nei capitolati d’appalto per la fornitura delle mense
pubbliche (v. Comune di Roma)
• Agevolazioni negli spazi pubblici di vendita FARMER
MARKET dei mercati locali e nelle manifestazioni fieristiche
• Sostegno allo sviluppo di commerciali a Km zero
L’IMPEGNO DI AIAB PER L’AGRICOLTURA
SOCIALE
Il nostro impegno si articola su più piani:
Ricerca e studio delle realtà e delle problematiche,
finalizzate all’iniziativa di promozione delle buone
pratiche
Partecipazione a progetti di ricerca dei criteri e degli
standard per l’accreditamento delle imprese abilitate e
per valutazione dell’efficacia delle pratiche e dei
servizi
Formazione, informazione e sensibilizzazione degli
operatori
Costruzione e supporto alle reti sul territorio
Promozione e partecipazione a partenariati e progetti
integrati territoriali
Promozione di canali di commercializzazione collegati ai
mercati locali e alle pratiche di consumo consapevole
Comunità di pratiche nazionale
L’Agricoltura Sociale è in una fase di crescente
interesse, con nuove esperienze in tutto il territorio
nazionale e nuove proposte.
Il 15 a Palermo si darà vita ad una prima rete
regionale.
Dal nostro lavoro sull’agricoltura carceraria è
emersa la proposta delle Amministrazioni Locali
presenti di dar vita a specifici tavoli regionali di
lavoro.
Dalle cooperative che lavorano con detenuti di
realizzare una rete per affrontare problemi comuni.
In questo contesto riteniamo utile concorrere a
promuovere con altri soggetti la Comunità di
pratiche per la condivisione di tutte le esperienze,
come già avviene a livello europeo
grazie e buon lavoro!
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