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Paziente chirurgico “anziano” Aspettativa di vita media in Italia 75-82 aa. cardiopatici in vita m. respiratorie m. metaboliche rischio m. neoplastiche rischio traumi domestici complicanze acute m. chirurgiche Paziente chirurgico “anziano” PROBLEMI • Sociali globali • di assistenza ospedaliera • di assistenza domiciliare costi/benefici valore “Etico” Paziente chirurgico “anziano” Invecchiamento e funzioni d’organo • Modalità di ossigenazione e di consumo tissutale di 02 • Risposte emodinamiche periferiche e centrali (cardiache) • Risposte funzionali dei parenchimi nobili (rene+++) Paziente chirurgico “anziano” ALTERAZIONI PRINIPALI DELL’ANZIANO Apparato respiratorio: -alterazioni della parete toracica - riduzione della superfice alveolare - alterazioni della funzione ciliare -modificazioni del sistema immunitario Paziente chirurgico “anziano” ALTERAZIONI PRINIPALI DELL’ANZIANO Apparato cardiovascolare: • Iperplasia intima e media dei grossi vasi con ispessimento della parete e ridotta distensibilità ipertensione • Ipertrofia compensatoria del miocardio alterata perfusione coronarica danno ischemico • Gittata cardiaca normale in condizioni basali – ridotta in condizioni di stress – mancato aumento della frequenza • Alterazioni del rittmo Paziente chirurgico “anziano” ALTERAZIONI PRINIPALI DELL’ANZIANO Apparato renale: • Riduzione della filtrazione per sclerosi glomerulare con alterazione della clearance della creatinina • Senescenza tubulare con alterazioni idro elettrolitiche e alterato metabolismo dei farmaci Paziente chirurgico “anziano” •Pluripatologia contemporanea •Diversità nella sintomatologia di esordio e nel decorso delle malattie rispetto alle espressioni cliniche abituali •Particolare frequenza e gravità delle complicazioni •Elevato rischio di patologia iatrogena •Tendenza all’invalidità permanente e alla perdita dell’autosufficienza •Commistione tra problemi medici, psicologici e sociali Paziente chirurgico “anziano” Termoregolazione • Risposte ipertermiche • Risposte ipotermiche (malnutrizione) Guarigione delle ferite • Ritardi di riparazione tissutale • Rischio di deiescenze • Rischio d’infezione Paziente chirurgico “anziano” Risposte immunitarie ridotte • Cambiamenti nelle risposte umorali e mediate dai G.B. • Risposte ridotte ad antigeni esogeni • Risposte aumentate ad antigeni autologhi • Le capacità dei G.B. polimorfonucleati diminuiscono con l’età Paziente chirurgico “anziano” • Mortalità e Morbilità ridotte nell’ultimo decennio • Relazione con l’entità dell’intervento • Relazione con le condizioni pre - intra - post - operatorie • Mortalità e morbilità più alte nelle Emergenze/Urgenze Paziente chirurgico “anziano” Trattamento preoperatorio Trattare e migliorare lo stato psicologico, supportare le funzioni vitali al fine di ridurre la possibilità di complicanze Paziente chirurgico “anziano” Trattamento preoperatorio Valutare il paziente per alterazioni causate da: - Presenza di disordini multipli - Relativa inattività - Confusione - Difficoltà nelle relazioni medico-paziente - Alta soglia del dolore Paziente chirurgico “anziano” Trattamento preoperatorio • Porre particolare attenzione alle alterazioni delle funzioni cardiovascolari, polmonari, e renali correlate all’età • Preparare psicologicamente il paziente rassicurandolo • Assistere il paziente e la sua famiglia nella pianificazione della convalescenza Paziente chirurgico “anziano” Trattamento intraoperatorio Il trattamento intraoperatorio riguarda: •la posizione sul letto operatorio •l’ anestesia •il rischio di ipotermia Paziente chirurgico “anziano” Trattamento intraoperatorio Posizione: Limitare la possibilità di mobilità del paziente, in particolare limitare l’iperestensione del collo e della testa Prestare attenzione alla particolare fragilità della pelle dell’anziano Paziente chirurgico “anziano” Trattamento intraoperatorio Anestesia: i paziente anziani sono ad alto rischio per: •instabilità emodinamica •sfavorevole rapporto tra richiesta e supporto di 02 al miocardio •problemi respiratori postoperatori •alterazioni dello stato mentale considerare la possibilità di anestesia epidurale, locale, subaracnoidale Paziente chirurgico “anziano” Trattamento intraoperatorio Ipotermia: controllare la temperatura della stanza minimizzare l’esposizione della superficie corporea riscaldare i fluidi i.v. e i gas ventilatori usare dispositivi per riscaldare attivamente il paziente Paziente chirurgico “anziano” Trattamento postoperatorio fornire appropriate cure per la respirazione monitorare accuratamente l’apparato cardiovascolare incoraggiare una precoce ripresa dell’attività fisica Paziente chirurgico “anziano” Trattamento postoperatorio Stabilire un programma per migliorare la capacità del paziente a svolgere le attività quotidiane Massimizzare e mantenere le conoscenze acquisite attraverso valutazione e simulazione continua Insegnare allo staff a fornire ai pazienti linee - guida comportamentali. Aiutare il paziente a ottenere e mantenere la continenza Massimizzare la mobilità PERIODO POSTOPERATORIO “Arco temporale fra l’intervento chirurgico ed il ritorno ad una normale ripresa di tutte le attività fisiche e psichiche del paziente” Periodo postoperatorio immediato: (generalmente le prime 24 h). Periodo postoperatorio intermedio: (la degenza dopo l'intervento fino alla dimissione) Convalescenza: (tempo necessario per il ritorno alla vita normale) Periodo postoperatorio immediato Fase di risveglio: Di competenza anestesiologica; Monitoraggio dei parametri vitali (P.A.; polso; respiro e stato di coscienza) per prevenire complicazioni cardiocircolatorie e/o respiratorie indotte da un incompleto metabolismo dei farmaci anestetici. Perdura fino a quando i parametri vitali non sono giudicati stabili. Fase di sorveglianza: Di competenza chirurgica; Monitoraggio della ferita, del liquido dei drenaggi, della comparsa di complicanze. (emorragia, ischemia degli arti, ecc.). Periodo postoperatorio intermedio Sorveglianza del paziente con il monitoraggio dei seguenti parametri Stato di coscienza Funzionalità cardiocircolatoria Temperatura corporea Funzionalità renale Funzionalità respiratoria Funzionalità gastrointestinale Coagulazione del sangue •Stato di coscienza: Caratteristiche dei riflessi e della partecipazione agli stimoli dell’ambiente circostante. •Funzionalità cardiocircolatoria: Controllo del polso e della P.A. ECG Pressione venosa centrale Pressione arteriosa polmonare Cateterismo arterioso •Funzionalità respiratoria: Alterazioni della meccanica respiratoria (dispnea, polipnea, rantoli, ecc.) Controllo della pervietà delle vie aeree •Funzionalità renale: Funzioni svolte: Regolazione della quantità di acqua Regolazione dell’equilibrio elettrolitico Regolazione dell’equilibrio acido-base Eliminazione delle scorie azotate Controllo della P.A. Via di eliminazione di molti farmaci. Monitoraggio Azotemia Creatininemia Diuresi giornaliera Clearance della creatinina Na+ e K+ urinari •Funzionalità gastrointestinale: Canalizzazione a feci e gas •Coagulazione del sangue: In genere non si modifica in assenza di complicazioni •Temperatura corporea: Controllo standard di almeno due volte al giorno. In caso di necessità la frequenza può essere maggiore Complicanze postoperatorie Riferibili a due ordini di fattori: Fattori specifici Fattori generali Legati al tipo e complessità dell’intervento chirurgico Dovuti alle condizioni del paziente, alle malattie associate, all’età ecc. Complicazioni di ordine generale Complicanze di ferita Complicanze respiratorie Complicanze urinarie Complicanze cardiache Febbre postoperatoria Emorragie postoperatorie Complicazioni di ferita: Complicazioni respiratorie: •.Infezione •.Ematoma •.Raccolta sierosa •.Deiscenza •.Laparocele •.Atelettasia •.Polmonite •.Versamento pleurico •.Pneumotorace Complicazioni cardiache: Complicazioni urinarie: •.Aritmie •.Infarto miocardico •.Scompenso cardiaco •Ritenzione acuta •Infezione Febbre postoperatoria La comparsa di febbre è evenienza da considerare come una normale risposta dell’organismo allo stress chirurgico: non deve superare i 37,5°C e non deve durare più di 2-3 giorni. Temperature corporee superiori o che perdurano per più tempo sono espressione di alterazione patologica dell’equilibrio omeostatico. Alcune caratteristiche dell’andamento giornaliero della temperatura corporea possono indirizzare verso la possibile causa: Febbre continuo-remittente (infezione di ferita, flebite, infezione di catetere, ecc.) con oscillazioni comprese fra 37°C e 38,5°C. Oscillazioni maggiori (37.5°C-40°C) caratterizzano la broncopolmonite. Febbre intermittente (ascesso, sepsi) caratterizzata da puntate fino a 40°C intervallate da temperatura normale. Le puntate febbrili possono essere precedute da brividi. Emorragia postoperatoria: •Cause preesistenti all’intervento secondarie a coagulopatie misconosciute o non correttamente compensate. •Cause dovute all’intervento correlate a problemi di tecnica chirurgica. •Cause successive all’intervento legate alterazioni della coagulazione indotte abbondanti trasfusioni, da sepsi ecc. ad da Dolore postoperatorio Il dolore postoperatorio (DPO) ha acquisito, negli ultimi anni, una sempre maggiore importanza clinica. Una sua corretta gestione, permette una migliore e più rapida ripresa funzionale del paziente sottoposto ad un intervento chirurgico. Da sempre era stato considerato come un’esperienza inevitabile per il paziente chirurgico Con il miglioramento delle tecniche anestesiologiche e delle conoscenze sulla fisiopatologia del dolore postoperatorio, oggi si tenta di ridurre al minimo il “discomfort” per il paziente. Fattori che influenzano l’entità del DPO Sede e tipo dell’intervento chirurgico Qualità dell’assistenza postoperatoria Tipo di trattamento anestesiologico Complicanze postoperatorie “Compliance” del paziente Entità del danno tessutale Alterazioni dovute al DPO (1) Complicanze polmonari: Alterazioni della meccanica respiratoria Riduzione della capacità di scambio. Atelettasia,infezioni polmonari. Complicanze cardiovascolari: Tachicardia. Aumentato consumo di O2 da parte del miocardio Aumento del lavoro cardiaco. Rischio di ischemia o di infarto. Alterazioni dovute al DPO (2) Complicanze gastrointestinali e urinarie: Ileo paralitico. Ipomotilità vescicale. Complicanze metaboliche: Persistenza di una situazione di catabolismo. Risposta immunitaria: Diminuzione dell’immuno competenza aspecifica. TRATTAMENTO Analgesia bilanciata Trattamento preventivo Analgesia postoperatoria TRATTAMENTO Analgesia bilanciata OPPIACEI Sedazione, Depressione respiratoria, Ritenzione urinaria, Stipsi ANESTETICI LOCALI FANS Ipotensione,Parestesie Nefrotossici, Gastrolesivi, Alterano la coagulazione TRATTAMENTO Analgesia bilanciata Attualmente si tende ad associare farmaci con differente meccanismo di azione per rinforzare l’effetto analgesico richiesto, utilizzando dosaggi minori dei singoli farmaci con lo scopo di ridurre i possibili effetti collaterali TRATTAMENTO TRATTAMENTO PREVENTIVO •Uno stimolo nocicettivo può indurre, a livello centrale, una ipereccitabilità prolungata. •Una anestesia loco regionale, bloccando la via periferica allo stimolo nocicettivo, facilita un buon trattamento antalgico nel periodo postoperatorio. TRATTAMENTO ANALGESIA POSTOPERATORIA •Endovenosa •Spinale •Intramuscolare •Sottocutanea •Sublinguale •Rettale Paziente chirurgico “anziano” Casi chirurgici 42% (in Urgenza 69% ) (Day Surgery 29%) (Mortalità 5%) Casi medici 40% (mortalità 12%) Altre Specialità 18% Paziente chirurgico “anziano” Valutazione del rischio Programmazione della convalescenza Impegno nel Follow-up (paziente, famiglia, medico)