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Il commercio equo e solidale

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Il commercio equo e solidale
Il commercio
equo e solidale
Che cos'è il Commercio Equo e Solidale (CEeS)?
È
una
forma
di
commercio,
alternativa
a
quella
convenzionale, che si propone di:
favorire
l'accesso al mercato dei produttori dei Paesi in via
di sviluppo;
accelerare
lo sviluppo sostenibile e la crescita economico-
sociale dei Paesi del Sud del Mondo;
costruire
rapporti economici nel rispetto dei diritti umani;
garantire
condizioni di lavoro dignitose;
rifiutare
lo sfruttamento del lavoro minorile.
Quali sono le persone che operano nel sistema CEeS?
I produttori dei Paesi dell'emisfero Sud del mondo.
Essi si riuniscono prevalentemente in cooperative che
producono e commercializzano prodotti alimentari e di
artigianato, impegnandosi a utilizzare parte dei loro ricavi per
migliorare la qualità del prodotto e per realizzare progetti di
sviluppo economico e sociale (es. scuole, ospedali).

Le organizzazioni di importazione.
Esse acquistano dai produttori i prodotti del Commercio equo e
li rivendono, principalmente, alle “Botteghe del Mondo” (Fair
Trade Shops), ossia punti di distribuzione, d'informazione, di
promozione ed educazione al pubblico dei prodotti del
commercio equo e solidale.

I consumatori.
Essi, con l'acquisto dei prodotti equo e solidali, contribuiscono
a diffondere un tipo di commercio più giusto, diretto a
promuovere condizioni di lavoro dignitose e prezzi equi.

Quali sono i prodotti del CEeS?
Tipici prodotti del commercio equo e solidale sono:
banane, cacao, caffè, cotone, fiori, tè, zucchero,
frutta secca (es. anacardi, noci, mango), miele,
riso, spezie (es. noce moscata, cannella, pepe)
e prodotti di artigianato locale.
Tra i prodotti alimentari, la tecnica di produzione
scelta è prevalentemente quella biologica, per
soddisfare la richiesta dei consumatori del Nord del
mondo di cibi più sani e per tutelare i produttori e
l'ambiente dall'esposizione di prodotti nocivi.
Come si forma il prezzo equo dei prodotti?
Esso è preferibilmente concordato dai produttori e dagli
importatori,
tenendo
conto
sia
dei
costi
specifici
di
produzione (es. materie prime), sia del soddisfacimento dei
bisogni essenziali dei lavoratori e delle loro famiglie.
Il prezzo di vendita finale del bene concordato è imposto a
tutte le organizzazione di CEeS (es. Botteghe del Mondo),
per evitare ogni forma di concorrenza.
La maggior parte dei prodotti è corredata da schede, che
specificano dettagliatamente l'ammontare del loro costo
finale.
Per questi motivi il prezzo equo e solidale si definisce:
trasparente, concordato, stabile e fisso.
Le tappe fondamentali
del commercio equo e solidale
1945:
nasce l'Organizzazione delle Nazioni Unite
(ONU) che convoca nel 1994 a Ginevra
l'UNCTAD (United Nations Conference on
Trade and Development – Conferenza delle
Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo)
con il compito di promuovere lo sviluppo dei
Paesi del Terzo Mondo nell'applicazione del
principio “Trade not aid” (commercio non
aiuto).
Anni settanta:
l'attività di commercio Equo e Solidale si
diffonde oltre che negli Stati Uniti e nel
Regno Unito anche nel resto d'Europa
(es. Olanda, Germania, Svezia, Belgio,
Svizzera).
Anni ottanta e novanta:
il commercio equo e solidale si espande sempre più e
si affianca all'economia di mercato.
Con
la Fairtrade Labelling International (FLO),
associazione mondiale di marchio per il Commercio
Equo, si stabiliscono gli standards internazionali e un
sistema di controllo per la certificazione etica a
sostegno della credibilità del commercio stesso.

A livello europeo, nasce l'associazione europea
di libero scambio (EFTA – European Fair Trade
Association) e il Parlamento europeo riconosce il
Commercio
equo
e
solidale
sia
in
termini
economici sia politici.

In Italia, nel 1999, viene introdotta la “ Carta
Italiana dei Criteri del Commercio Equo e
Solidale”, ossia un documento che stabilisce i
valori
e
i
principi
organizzazioni di CEeS.
condivisi
da
tutte
le
Anni duemila:
viene
lanciato
il
marchio
internazionale
FLO
di
certificazione FairTrade. I prodotti di commercio equo
vengono
inseriti
all'interno
della
distribuzione
convenzionale e raggiungono, in questo modo, un
numero sempre maggiore di consumatori.
In Italia, nove Regioni si dotano di una legge sul
Commercio Equo e Solidale e, a livello nazionale, è
depositata la prima Proposta di Legge nazionale sul
Commercio Equo e Solidale.
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