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Lezioni di informatica
Appunti di Informatica LICEO GINNASIO STATALE “SAN NILO” Prof.ssa Francesca Russo Informatica e informazione L’informatica è una scienza in cui confluiscono varie discipline, tra le quali ovviamente matematica e logica. L’informatica studia la natura dell’informazione e le modalità con cui essa viene codificata, elaborata e trasmessa. Il termine INFORMATICA venne coniato nel 1962 dall’ingegnere francese Philippe Dreyfus, che fuse i due termini: INFORMATION - AUTOMATIQUE. Le macchine calcolatrici e i computer, ad esempio, sono un mezzo attraverso cui elaborare automaticamente le informazioni in essi inserite. Attenzione, però: automaticamente non significa autonomamente. Bisogna ricordare che quella dei computer non è affatto classificabile come intelligenza: l'elaboratore elettronico esegue pedissequamente delle istruzioni preventivamente "impartitegli" da un essere umano! Macchine calcolatrici Il primo strumento realizzato dall’uomo e finalizzato al calcolo fu l’abaco, già diffuso nell’antica Roma. Con il sistema di numerazione romano (di tipo additivosottrattivo) non era possibile effettuare le operazioni “in colonna”. Per queste ultime, infatti, è necessario scrivere i numeri secondo la notazione posizionale, che, però, non era ancora in uso a quei tempi. L’abaco era costituito da una piccola tavoletta di bronzo, dotata di scanalature, all’interno delle quali scorrevano dei sassolini. Dal nome latino di questi ultimi, calculi, deriva appunto il termine calcolo. I calculatores, i ragionieri dell’epoca, ma anche i commercianti e gli esattori delle tasse, poggiavano l’abaco sul palmo di una mano, mentre con l’altra spostavano i sassolini lungo le colonne. Macchine calcolatrici La prima calcolatrice “meccanica” (in grado cioè di eseguire i calcoli automaticamente, senza ulteriori interventi dell’operatore) è comunemente attribuita al filosofo e matematico francese Blaise Pascal, che nel 1642 (a soli 19 anni) realizzò la “Pascalina”, una macchina addizionatrice che con una serie di ingranaggi e ruote dentate permetteva di eseguire rapidamente addizioni e sottrazioni fino ad 8 cifre. Proprio in suo onore, il professor Niklaus Wirt del Politecnico di Zurigo, denominò Pascal il linguaggio di programmazione da lui progettato all'inizio degli anni Settanta. In realtà una macchina calcolatrice meccanica a sei cifre era già stata inventata nel 1623 dallo scienziato tedesco Wilhelm Schickard. Ma più di un secolo prima, fu il genio di Leonardo da Vinci a progettare un meccanismo analogo che, se realizzato, avrebbe funzionato perfettamente! Macchine calcolatrici Tralasciamo per ovvi motivi di tempo l’evoluzione successiva del calcolo meccanico, che vide la realizzazione di strumenti sempre più complessi in grado di eseguire anche moltiplicazioni, divisioni, radici quadrate, logaritmi, ecc. L’Aritmometro dell’ing. Arthur Burkhardt (1878) era in grado di eseguire moltiplicazioni e divisioni con tecniche analoghe a quelle usate da Leibniz nei suoi prototipi (1673) Il Comptometer fu la prima calcolatrice dotata di tastiera per l'immissione dei dati. (1915) Una parte della macchina differenziale di Charles Babbage (1833) Konrad Zuse costruisce lo Z1, considerato il primo computer della storia (1939) L’elaboratore elettronico Alla base dello sviluppo dell’informatica moderna ci sono circuiti elettrici e memorie magnetiche che trasmettono e memorizzano dati attraverso elementi fisici a due stati (on – off / 1 - 0) e pertanto descrivibili con un simbolo dell’alfabeto binario. Ciascuna delle due cifre di tale alfabeto prende il nome di bit. Ogni informazione può essere codificata utilizzando una stringa di bit, ovvero un insieme finito di simboli di un alfabeto binario. La codificazione di un carattere alfanumerico (ad esempio “f”, oppure “3”) richiede 8 bit. La configurazione di 8 bit viene assunta come unità di memoria e si chiama Byte. Approfondiremo in seguito tale questione. L’elaboratore elettronico Prendiamo in esame la struttura logico-funzionale del computer, teorizzata negli anni Cinquanta dal matematico Von Neumann: dati, istruzioni Unità di ingresso L’unità centrale di elaborazione (C.P.U.) è costituita dall’unità di controllo, l’unità aritmetico logica (ALU) e dalla memoria principale. L’unità di controllo preleva le istruzioni e i dati dalla memoria principale, invia i dati all’unità aritmetico-logica che li elabora restituisce i risultati alla memoria principale. Le unità di ingresso e di uscita sono i dispositivi attraverso cui l’utente interagisce con il sistema, introducendovi i dati e leggendo i risultati del processo di elaborazione. Unità di uscita Memoria principale risultati Unità di controllo Unità Aritmetico-Logica C.P.U. Unità Centrale di Elaborazione Flusso delle informazioni Azioni di controllo Il personal computer Nel moderno PC ritroviamo la stessa struttura. Dell’unità centrale sono generalmente indicati − La marca e il nome del microprocessore: es. AMD (Athlon, Turion, …), INTEL (Pentium, Celeron, …) − La frequenza di clock in MHz, grandezza legata alla velocità di elaborazione − L’estensione della memoria principale (RAM e ROM) Il personal computer Con il termine hardware indichiamo tutti i dispositivi fisici che compongono un elaboratore. Tra essi distinguiamo i dispositivi di input, necessari all’immissione dei dati e delle istruzioni (tastiera, mouse, scanner, …) e quelli di output, attraverso i quali vengono invece emessi i risultati dell’elaborazione (monitor, stampante, casse, …) Il personal computer Con il termine software indichiamo un qualsiasi programma (questo concetto verrà affrontato meglio in seguito) che può essere utilizzato da un elaboratore. Distinguiamo, tra i programmi, i software di base, detti anche software di sistema, e i software applicativi. Tra i software di sistema riveste un’importanza fondamentale il cosiddetto sistema operativo, cioè quell’insieme di programmi che permettono all’utente di interagire con l’hardware. I software applicativi sono invece quelli non compresi nel SO e che vengono installati dall’utente per svolgere compiti specifici (videoscrittura, fogli di calcolo, antivirus, giochi, posta elettronica, elaborazione di immagini, navigazione in internet, ecc.) Il sistema operativo Esistono molti sistemi operativi: i più diffusi oggi sono i Windows della Microsoft (XP, Vista), MacOS della Apple per i computer Macintosh, Linux e Unix in ambito universitario e della ricerca, o in generale per la gestione di reti di computer, e altri ancora. Molto diffuso fino ad alcuni anni fa era anche l’MS-DOS, oggi soppiantato da Windows. MS-DOS, Linux e Unix sono sistemi operativi cosiddetti a linea di comando: sullo schermo (di un colore scuro uniforme) non compare nessuna grafica e tutti i comandi devono essere digitati da tastiera. Tali sistemi operativi sono estremamente scomodi e difficili da usare, per cui sono stati creati programmi che, appoggiandosi comunque alle funzioni del sistema a linea di comando, forniscono all’utente un’interfaccia grafica a finestre. In questi ultimi tutte le operazioni si svolgono tramite icone e finestre, usando intensivamente il mouse per lanciare comandi, scegliere opzioni, ecc. Altra differenza fondamentale tra i SO sopra menzionati è che mentre Windows, sviluppato dall’azienda Microsoft, è a pagamento, Unix e Linux sono gratuiti, perché sono stati creati da una comunità aperta di ricercatori e di programmatori. La memoria centrale Ci sono diversi tipi di memoria centrale: 1. ROM (Read Only Memory) 2. RAM (Random Access Memory) 3. Cache 1. Già in fase di costruzione della macchina, nella ROM sono inserite tutte le funzioni, le istruzioni e i programmi (ad esempio il BIOS, Basic Input-Output System) che sono eseguiti in automatico dalla macchina stessa non appena essa viene accesa e gestiscono la comunicazione con le periferiche. Tali dati sono immagazzinati nella ROM in modo permanente e solitamente non vengono più modificate. Contrariamente alla RAM, la memoria ROM non esiste in forma di componente separato e individuale, esistono invece numerose piccole ROM incorporate all'interno dei vari circuiti integrati (sulla scheda madre, sulle schede d'espansione, ecc.) N.B. la sigla ROM è utilizzata anche per individuare altri tipi di memoria di sola lettura (CD-ROM, DVD-ROM) La memoria centrale 2. La RAM, invece, è la memoria dove vengono conservati i dati in corso di elaborazione (i documenti aperti…) e le istruzioni del programma in esecuzione; si tratta di una memoria temporanea, volatile, cioè che si cancella completamente quando si spegne il computer. I documenti che si creano, per esempio, scrivendo un testo, vengono conservati nella RAM e sono trasferiti sul disco rigido (o su un’altra memoria permanente) solo quando l'utente ne richiede espressamente il salvataggio. Per questo motivo, se salta la corrente mentre si sta ancora lavorando, tutto il lavoro fatto dopo l'ultimo salvataggio viene irrimediabilmente perduto con lo svuotamento della RAM! Sorge un lecito interrogativo: perché non lavorare direttamente sul disco facendo a meno della RAM? La ragione è che la lettura/scrittura da/su disco rigido è enormemente più lenta rispetto alla lettura/scrittura da/su RAM (sull'ordine delle centinaia di migliaia di volte). La memoria centrale 3. La cache, infine, è un tipo di memoria molto piccola, ma molto veloce (più della RAM) e che mantiene copie dei dati ai quali la CPU fa più frequentemente accesso in memoria principale. La memoria cache è nota come SRAM (RAM Statica, per distinguerla dalla DRAM, RAM Dinamica*). In genere i PC hanno una cache tra i 512 KB e i 2 MB. Un esempio di utilizzo della cache è quello da parte dei browser di navigazione in internet: per rivedere la stessa pagina web, mentre i file sono ancora nella cache, basta recuperare i file dalla cache del disco invece di ottenere nuovamente questi file dal sito web. Questo può accelerare notevolmente la navigazione. La cache del browser Web può però causare problemi di riservatezza, perché chiunque abbia accesso al PC può visualizzarne il contenuto e scoprire quali siti e pagine web sono state visualizzati sul PC di recente, quali informazioni e password sono state digitate, ecc. Conviene, in tal caso, “svuotarla” periodicamente. * DDR SDRAM, che spesso sentiamo nominare a proposito di RAM, è l’acronimo di Double Data Rate Synchronous Dynamic Random Access Memory ("memoria dinamica ad accesso casuale sincrona a doppia velocità"). Unità di misura della memoria Lo spazio di memoria, come abbiamo già accennato in precedenza, viene espresso in Byte (memoria richiesta da un carattere). Multipli del Byte sono: • il KiloByte (KB) pari a 210 = 1024 Byte (circa 1000 Byte) • il MegaByte (MB) pari a 220 = 1.048.576 Byte (circa un milione di Byte) • il GigaByte (GB) pari a 230 = 1.073.741.824 Byte (circa un miliardo di Byte) • il TeraByte (TB) pari a 240 = 1.099.511.627.776 Byte (circa mille miliardi di Byte) Nel gergo informatico si usano quasi sempre i nomi abbreviati di "Kappa", "Mega", "Giga" e "Tera". Per la cronaca, dopo il Tera viene il PetaByte (PB), ma ancora non si usa praticamente mai… Le memorie di massa Si chiamano memorie di massa tutte le unità ausiliarie di memoria, ovvero tutti i supporti su cui vengono registrati dati, documenti e programmi che si vogliono archiviare in modo permanente. Sono memorie di massa i floppy, i CD, gli hard disk, i dvd, ecc. I supporti per le memorie di massa si dividono in 5 grandi categorie. 1. Dischi magnetici: Sono dischi sui quali la memorizzazione dei dati avviene magnetizzando la superficie, tramite un’apposita testina di lettura/scrittura. Sullo stesso disco i dati possono essere scritti, cancellati e riscritti per un numero indefinito di volte senza logorare il supporto. I dischi magnetici, per quanto siano un tipo di memoria “permanente”, sono soggetti ad una sorta di volatilità: un forte campo magnetico è sufficiente a cancellarne l'intero contenuto in pochi istanti. Per questo motivo vanno tenuti distanti dalle fonti di campo, come trasformatori di potenza o grosse calamite. − Floppy: Sono i comuni dischetti, possono contenere fino a 1,44 MB (dei vecchi modelli, ormai fuori commercio, potevano contenere solo 720 KB). Sono caratterizzati da una velocità di lettura/scrittura molto bassa rispetto a quella degli altri dischi. − Hard disk: sono dischi contenuti all’interno del computer e non sono normalmente estraibili né visibili dall’esterno. I primi modelli avevano una capacità di pochi MB, i modelli oggi in commercio arrivano fino a centinaia di GB. Le memorie di massa 2. Dischi ottici: sono dischi su cui la memorizzazione dei dati avviene “bruciando” con un laser la superficie, che da lucida diviene così opaca. Normalmente i dati scritti su un disco ottico non possono più essere cancellati, esistono tuttavia dei dischi particolari (CD e DVD riscrivibili, “RW”) che consentono la cancellazione e la riscrittura per un numero comunque limitato di volte (ad ogni cancellazione la superficie tende a deteriorarsi fino a diventare inutilizzabile). - CD ROM (Compact Disk): sono esattamente gli stessi CD usati per la musica, la sigla ROM (Read Only Memory) indica il fatto che i dati, una volta scritti su CD, sono indelebili e potranno essere soltanto letti. La capacità tipica è di 700 MByte (che nei CD audio corrisponde a 80 minuti di registrazione), ma esistono anche modelli leggermente più capienti. - DVD (Digital Versatile Disk): Esteriormente sono in tutto simili ai CD-ROM, ma possono contenere da 4,7 a 17 GByte (cioè fino a 25 volte la capacità di un normale CD). Sono usati da alcuni anni soprattutto per i film digitali, tuttavia possono benissimo contenere anche i normali dati come i CD-ROM; per leggere i DVD occorre un lettore CD appropriato (i normali drive per CD non sono in grado di farlo), il lettore DVD è invece sempre in grado di leggere anche i normali CD-ROM. - BLU-RAY Disc: grazie all'utilizzo di un laser a luce blu, riesce a contenere fino a 54 GB di dati, quasi 12 volte di più rispetto a un DVD Single Layer - Single Side (4,7 GB). Le memorie di massa 3. Dischi magneto-ottici: sono dischi a supporto magnetico, su cui però la scrittura dei dati può avvenire solo dopo un forte riscaldamento della superficie con un fascio laser. A temperatura ambiente i dischi magneto-ottici non sono sensibili ai campi magnetici e questo li mette al riparo dalle cancellazioni accidentali. 4. Nastri magnetici: vengono usati dagli amministratori di grandi sistemi di computer per creare periodicamente copie (Backup) del contenuto degli hard disk, in modo da salvare i dati qualora se ne guastasse uno. La lettura/scrittura è però molto lenta (può richiedere alcune ore), per questo l'operazione di backup viene lanciata tipicamente durante la notte. 5. Memorie flash: - pen drive, portatili e pratiche, conservano dati fino a 128 Giga (ma le più economiche attualmente vanno dai 512 Kb ai 4 Giga). Oltre ad ingombrare poco, sono più veloci in lettura e in scrittura rispetto a CD e DVD (ma sono più lente rispetto a RAM e HD). - memory card, ovvero schede di memoria compatte utilizzate anche in cellulari, fotocamere digitali, console di gioco. Per approfondire • Abaco e macchine calcolatrici http://www2.comune.roma.it/museomatematica/mouseABACO.htm http://ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/chiediAUlisse/domanda/2005/Ucau050502d001 http://www.fondazionegalileogalilei.it