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Qualcosa di Noi - Palazzo del Pero
Qualcosa di Noi 1 Qualcosa di Noi EDITORIALE 2 Numero 50 Siamo arrivati a 50. “Qualcosa di Noi” compie 50 numeri. Auguri!! Questo traguardo è importante, concedeteci una piccola auto-celebrazione e consentiteci di far affiorare i ricordi, per tirare un primo bilancio e fare il punto della situazione. Qualcosa di Noi nasce nel maggio del 1997. Ancora oggi c’è chi lo chiama giornalino, giornale, bimestrale, ognuno lo chiami pure come vuole. Nacque per volontà di un gruppo di giovani e meno giovani che sentiva l’esigenza di mettere nero su bianco, informare, costituire un punto di riferimento per la parrocchia di Palazzo del Pero e per le limitrofe, diciamo pure per la Circoscrizione 6 di Palazzo del Pero, che costituisce anche attualmente il nostro “raggio di azione”. Ripercorrendo la storia del nostro giornale si ripercorre un po’ la storia recente di Palazzo del Pero. Il numero 1 risale al maggio-giugno 1997, i redattori erano 15, le pagine 12, gli articoli 9. Presente fin da allora anche il “sopratitolo” Guardiamoci in faccia, necessario per questioni burocratiche e per dare un senso di continuità con l’omonimo giornale, scritto dai giovani degli anni ’70, praticamente i nostri genitori. Fin dal primo numero abbiamo cercato di informare sulle iniziative della Parrocchia, della Circoscrizione, delle varie associazioni che hanno sede a Palazzo del Pero. Abbiamo cercato di porre problemi, di proporre, di aprire dibattiti, di instaurare dialoghi e discussioni, utilizzando lo strumento della scrittura, che è sempre stato uno dei mezzi più efficaci in quanto a chiarezza : “Verba volant, scripta manent”. Gli argomenti trattati sono stati tantissimi, ricordarli tutti richiederebbe molte pagine e annoierebbe. Risfogliando i primi numeri tornano in mente la chiusura della Scuola Media, il ponte pedonale sul Cerfone, il mercatino dei fiori, l’arrivo dei bambini Bielorussi, il libro La Valcerfone. Arrivati al numero 9, rischiammo la chiusura, la redazione di allora decise di “sospendere” l’attività. Era l’ottobre 1998. Per fortuna nel marzo del 1999 decidemmo di riprendere. Il numero10, quello della “ripartenza”, aveva una copertina gialla con una foto di Luca Bruschi ed era di 20 pagine. La ripartenza fu così vigorosa, che ancora oggi ci dobbiamo fermare. Nel numero 14 avevamo difficoltà ad “arginare” le numerose lettere dei lettori mentre Palazzo del Pero si apprestava ad entrare nel “nuovo millennio”. Il numero 15 si apre con l’editoriale della Lorenza “… verso il terzo Millennio”. Il numero 20 racconta del pellegrinaggio della parrocchia di Palazzo del Pero a Roma in occasione del Giubileo. E avanti… Nel 2001 si parlava di : cassonetti, entrata del cimitero, passaggi pedonali, servizi dell’AISA, pulizia degli argini del Cerfone e della zona antistante la fontana, tetto della Chiesa …. Nel numero 23 inizia una piccola polemica con un noto quotidiano aretino che porterà alla realizzazione di un sondaggio, i cui risultati sono riportati nel numero 25. In questa come in tante altre occasioni, si è cercato il contatto con la gente e si è voluto dare la possibilità di esprimere la propria opinione al maggior numero possibile di persone, cosa peraltro ribadita dalle numerose lettere e collaborazioni giunte alla redazione nel corso degli anni. Nel 2002 Don Giorgio annuncia, motivando la sua decisione, che lascia l’incarico di Arciprete della Parrocchia di San Donnino, a 88 anni, dopo 54 anni passati a Palazzo del Pero (numeri 30 e 31). Nel numero 33 c’è la presentazione del nuovo parroco, don Gianni Zanchi, con noi Qualcosa di Noi EDITORIALE dal novembre 2002 … e la redazione del giornale si arricchisce. Nel numero 35 si apprende che “In canonica non ci piove più”, a dimostrazione del fatto che i problemi spesso si risolvono ponendoli, parlandone e trovando una soluzione con il più ampio consenso possibile. Nel numero 36 c’è l’intervista al vigile di quartiere (a proposito, che fine ha fatto?) che prosegue una lunga tradizione di interviste fatte dal nostro giornale, in cui hanno trovato spazio varie realtà, istituzionali, religiose, commerciali, sportive. Ricco il numero 37 con l’allarme per la paventata chiusura della Circoscrizione di Palazzo del Pero e la storia del Mulino dell’Intoppo. Speciale il numero 44 dedicato alla Visita Pastorale del Vescovo di Arezzo e realizzato in collaborazione con la Parrocchia di Santa Eugenia al Bagnolo. Nel numero 45 si riferisce della Visita Pastorale e della vicenda dell’apertura del tratto della Due Mari con conseguente realizzazione della rotonda (sofferta, ma meritata : n.d.r.). Il resto è storia recente. E i primi 50 numeri li abbiamo fatti. Personalmente sono soddisfatto dei primi 8 anni di attività di questo giornale, non pensavo che avremmo resistito così a lungo, ma tant’è, finchè c’è la convinzione in quello che si fa e lo si ritiene utile, è giusto e doveroso proseguire. Spesso è meglio non guardarsi alle spalle, è meglio andare avanti e vivere giorno per giorno … però … abbiamo fatto 50 … possiamo fare 100 … Auguri, Qualcosa di Noi. Nicola Angeli 3 Qualcosa di Noi CRONACA CRONACA PARROCCHIALE 18 luglio, lunedì INIZIO DEL CAMPO SCUOLA PER I RAGAZZI DELLE MEDIE Quattro dei nostri Cresimati hanno partecipato al campo scuola organizzato a Badia San Veriano assieme alla Parrocchia di Badia al Pino fino a Domenica 24. Con questa iniziativa educativa riprende la presenza estiva della nostra Parrocchia a Badia San Veriano, con la speranza già dal prossimo anno di poter fare di più. Dello svolgimento del campo scuola tratta un articolo in altra parte del giornalino. ESEQUIE Il 16 luglio alle ore 16. 15 nella sua casa, poco dopo aver ricevuto l’Unzione degli infermi, è spirata la nostra sorella Gina Meucci, da lungo tempo inferma; aveva 85 anni. Pressoché ogni Domenica riceveva la Santa Comunione a domicilio. Il funerale si è svolto alle ore 15. 30 nella chiesa di Sant’Agata alle Terrine e si è concluso con la tumulazione della salma nel locale Cimitero. A tutti i congiunti giungano le cristiane condoglianze. 31 luglio, Domenica ANNIVERSARIO DI MATRIMONIO Spartaco e Maria Primavera (genitori di Angelo che assieme con la moglie Rosanna assicura il servizio liturgico Domenicale alle nostre chiese periferiche) hanno scelto la chiesa di Sant’Agata alle Terrine per rendere grazie al Signore dei 50 anni del loro Matrimonio. Alla presenza anche dei familiari, il Padre Mario Ibba, amico di famiglia, ha celebrato la Santa Messa festiva delle ore 9.30, durante la quale gli sposi hanno ricevuto una particolare benedizione. A loro vadano le felicitazioni e l’augurio di una ancora lunga e prospera vita coniugale. 16 agosto, martedì ESEQUIE Il 13 agosto alle ore 14, presso l’Ospedale “San Donato” è deceduto il nostro fratello Ernesto Cangi , abitante in via Salceta 17. Aveva 85 anni, essendo nato ad Arezzo il 17 febbraio 1920; era vedovo della Natal ina Scartoni, morta nel febbraio 2003. Le esequie si sono svolte alle ore 10 nella Pieve di San Donnino e il suo corpo riposa nel Cimitero di Palazzo del Pero. Rinnoviamo ai familiari tutti la partecipazione al loro lutto. 4 Qualcosa di Noi CRONACA ESEQUIE Nello stesso giorno abbiamo dato l’estremo saluto al fratello Gino Serafini di 66 anni, spirato dopo breve malattia nella sua casa di Formicheto la Domenica 14 agosto alle ore 14. 30. Due giorni prima si era confessato e comunicato. Le esequie si s ono tenute alle ore 15. 30 nella chiesa di Sant’Agata. Alla vedova, ai figli e a tutti i congiunti rinnoviamo le condoglianze per il lutto che li ha colpiti e l’invito alla speranza cristiana. 21 agosto, Domenica MESSA A SAN CASSIANO La piccola comunità di San Cassiano, più numerosa durante l’estate, è stata colpita dal lutto per la improvvisa morte di Aldo, un residente estivo abitante a Castiglion Fiorentino. Hanno dunque voluto rinunciare alla solita festa di mezz’agosto in onore del Santo titolare del la locale chiesa. Una Santa Messa festiva è comunque stata celebrata nel pomeriggio alle ore 17 in suffragio del defunto e vi hanno preso parte numerose persone, fra cui i congiunti dello scomparso. 27 agosto, sabato BATTESIMO La piccola Alessandra Palombi recentemente nata è diventata cristiana al fonte battesimale della Cattedrale di Arezzo. Il Sacramento è stato amministrato alle ore 17 da don Gianni nella sua qualità di Canonico del Capitolo Cattedrale. La neo battezzata risiede con la famiglia a Caste l Focognano (in Casentino), ma la madre, Monica, è originaria di Pian d’Usciano. Alla neofita, ai genitori, ai padrini, ai nonni le felicitazioni e gli auguri per il fausto evento. 28 agosto, Domenica FESTA DEGLI ANZIANI Una sessantina di ultrasessantacin quenni hanno risposto all’invito della Parrocchia e si sono ritrovati a Badia San Veriano per un incontro in amicizia, la celebrazione della Santa Messa festiva e un lauto e allegro pranzo preparato dai solerti volontari. E’ stata così anche quest’anno rispettata la tradizione parrocchiale, che vede nell’ultima Domenica di agosto svolgersi una semplice ma apprezzata iniziativa che permette a tante persone di trascorrere qualche ora assieme e condividere i ricordi. 5 Qualcosa di Noi CRONACA 30 agosto, martedì ESEQUIE Assunta Migliorini , da tutti detta “Assuntina”, cognata di don Giorgio Checchi, ci ha lasciati il giorno 28 alle ore 20. 30. Inferma ormai da tre anni, si era improvvisamente sentita male la Domenica 14; dopo un ricovero a Siena, era degente all’Ospedale di Arezzo. Si era confessata e comunicata alla vigilia della sua ultima malattia, durante la quale ha poi ricevuto l’Unzione degli infermi. Aveva 81 anni, essendo nata il 29 ottobre 1923 a Terranova Bracciolini; dal 1948 ri siedeva a Palazzo del Pero, dove era giunta al seguito del cognato sacerdote assieme alle figlie. Le esequie sono state celebrate nella chiesa parrocchiale alle ore 15. 30 e il corteo ha poi accompagnato il feretro al Cimitero locale. Ricordando la preziosa opera svolta dalla defunta a favore della Parrocchia, rinnoviamo le cristiane condoglianze alle figlie, ai nipoti e a don Giorgio. 2 settembre PELLEGRINAGGIO PARROCCHIALE A FATIMA 27 persone, accompagnate dal Parroco, si sono recate fino al 5 settembre in pellegrinaggio al santuario mariano di Fatima, in Portogallo. Se ne parla in altra parte del giornalino. 6 Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 7 Tre pesi e tre misure estensione del proverbio 2 pesi e 2 misure In tempi d’ inflazione percepita e d’ inflazione distribuite in 4 fasce: reale, tutto è possibile: anche che i proverbi urbana € 0.85 vengano adeguati ai tempi, quindi non ci extraurbane: sarebbe da stupirsi che il titolo di questo scritto da 0 a 10 km €1.00 aggiornasse il luogo comune. da 10.1 a 20 km €1.65 L’ “Etruria Mobilità Scarl, la nuova impresa da 20.1 a 30 km €2.20 che gestirà le linee urbane ed extra-urbane della Palazzo del Pero: zona extraurbana, distanza provincia di Arezzo, doveva essere la panacea dalla stazione km 11.3 prezzo del biglietto dei mali dei trasporti aretini e, secondo i €1.65; promotori, portare dei vantaggi per tutti i Battifolle: zona extraurbana ma distanza 8.1 cittadini o quanto meno per coloro che km paga solo 0.85 € e non 1.00 usufruiscono del trasporto pubblico. Pieve a Maiano: zona extra urbana e per gran Primo contatto degli aretini e dei palazzini con parta anche extracomune, distante dalla la nuova realtà ? Dal primo settembre aumento stazione km 10.5 paga €1.00 generalizzato del così detto “titolo da a a costo di viaggio” che noi di “campagna” cartello. stazione. biglietto chiamiamo biglietto. AR AR attuale cartello paese Tutto questo sarebbe niente se le Km Km € modifiche apportate non avessero Palazzo del ancora una volta mortificato Pero 9,00 11,3 1,65 Palazzo del Pero. Pieve a Maiano 7,1 10,5 1,00 La storia ed il rapporto tra palazzo Rigutino 8,3 10,9 0,85-1,65 del Pero ed il Trasporto Pubblico, si Vitiano 10,3 12,9 0,85-1,65 “deteriora” con l’ abbandono da Battifolle 4,7 8,1 0,85 parte dell’ Atam di questa linea. In Rassinata 2,20 quell’ occasione i palazzini Pieve a Ranco 2,20 rinunciarono all’Atam dietro la promessa che il Comune avrebbe integrato la Sono queste le difformità più evidenti,(non è differenza tra il prezzo dell’ abbonamento escluso che ve ne siano altre) che i nostri Atam ed il prezzo che la società che l’ avrebbe politici ( più volte sollecitati a monitorare sostituita voleva applicare. Purtroppo in quell’ l’evolvere della situazione) sono ora obbligati a occasione non ci fu la forza o l’accortezza di tentare di riequilibrare per non essere di nuovo pretendere anche l’integrazione sul biglietto. discriminati come già succede con: Oggi vediamo (riquadro pubblicato in questa -Nuove Acque per il depuratore e la fognatura; pagina) che ancora una volta Palazzo è -la Comunità Montana, che continua a tassarci penalizzato rispetto ad altre realtà del Comune ingiustamente dimenticatasi del nostro aretino, che dispongono di personalità più territorio dopo il primo intervento palliativo; influenti o bacini di voti più appetibili. -il Comune che sul Piano Triennale Il confronto facile-facile è fatto su Battifolle e d’Investimenti ci ha semplicemente ignorato a Pieve a Maiano, ecco perchè il titolo 3 pesi e 3 differenza di altre Circoscrizioni. misure(Palazzo-Battifolle-Pieve a Maiano) (Flavio) Ad un primo esame, si vede che le tariffe sono Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 8 Frère Roger Schutz l’ uomo del dialogo Nel corso della preghiera della sera di martedì 16 agosto, in mezzo alla folla che circondava la comunità, nella Chiesa della Riconciliazione, una donna squilibrata, ha colpito con un coltello Frère Roger che è deceduto alcuni minuti dolpo. Frère Roger adesso riposa nel piccolo cimitero attorno alla chiesetta romanica di Taizè. Accanto ai suoi confratelli e accanto alla madre Amèlie morta il 4 dicembre 1973 nell’ ora serale della preghiera. La stessa ora in cui il 16 agosto, una squilibrata rumena, ha affondato il coltello nella gola di Frère Roger. Una morte quasi immediata assurda e assolutamente imprevedibile per un uomo che con l’ avanzare degli anni era diventato il simbolo della mitezza della bontà e della fragilità: Frère Roger è stato assassinato in chiesa accanto ai suoi confratelli, ai bambini che sempre teneva vicino durante la preghiera, davanti ai 2500 giovani di tutto il mondo, radunati su quella collina della Borgogna, che lo hanno vegliato fino al giorno del funerale. Tre volte sono stato a Taizè. Mi sono sempre mescolato alle migliaia di giovani che convergono in questa comunità, creata da un giovane credente protestante, nato in Svizzera, da madre francese. Il suo nome era Frère Roger Schutz che si era stabilito in questo villaggio nel 1940. A Frère Roger quel luogo parve ideale per dar vita ad una comunità. Per un pò di anni il giovane Roger, fragile e minacciato dalla tubercolosi, accolse i rifugiati, soprattutto ebrei, che fuggivano dalle zone occupate dai nazisti. Poi arrivarono i primi fratelli attirati dalla semplicità del frate. Ora molti giovani accanto alla Chiesa della Riconciliazione si affollano davanti ai televisori che trasmettono la flebile e calda voce del frate che spezza il silenzio delle veglie. Perchè molti giovani vanno a Taizè? Dall’ inizio della primavera alla fine dell’ autunno, ogni settimana, giovani di diversi continenti, arrivano sulla collina di Taizè, Sono alla ricerca di un senso della propria vita andando alle sorgenti della fiducia in Dio, intraprendendo un pellegrinaggio interiore che incoraggia a costruire un cammino di fiducia fra le persone. A volte, d’ estate anche 5000 giovani possono ritrovarsi in questa comune avventura. A Taizè i giovani sono accolti da fratelli che si sono impegnati, per tutta la vita al seguito di Cristo. La preghiera comune riunisce tutti quelli che vivono nella collina, nella stessa lode a Dio attraverso il canto e il silenzio. Chi ha vissuto, per qualche settimana, in questa comunità, non riesce a pensare che quest’ uomo così santo e così devoto, possa essere stato accoltellato da una donna che dicono pazza, senza che nessuno abbia potuto fermare la mano fratricida e salvare il fondatore di Taizè. Don Giorgio ATTUALITA’ Qualcosa di Noi 9 LE MIE 98 CROCI DEL SUD E’ come un tuffo nel mare blu, o respirare aria pura in alta montagna con tutto intorno il paesaggio più bello mai visto, questa è stata per me l’esperienza vissuta a Camiri (Bolivia). Una volta giunti a destinazione tutto ciò che prima si poteva immaginare, svanisce, tutto comincia a disegnarsi in un modo nuovo e inaspettato e dopo qualche settimana ogni cosa appare familiare come se da sempre la avessimo vissuta . All’HOGAR del menor “NINO JESUS” di Camiri, vivono stabilmente 98 bambini d'età compresa tra i 3 e i 15 anni, ciascuno di loro porta dentro il peso di una vita familiare fallita, di un doloroso abbandono, di una silenziosa solitudine. Suor Grazia Ceni, direttrice dell’HOGAR ( che in spagnolo significa casa) si prende cura di loro, instancabilmente, tenacemente da loro un’opportunità di riscatto, di rivincita verso tutte le delusioni e le ingiustizie subite. La vita a Camiri è semplice; le giornate iniziano molto presto per tutti quanti. Alle 6 suona la campana perché prima di andare a scuola è necessario compiere tutte quelle attività di pulizia e sistemazione dei locali. La scuola e i compiti assorbono quasi tutta la giornata dei ragazzi: alcuni vanno a scuola la mattina altri il pomeriggio, per questo si costituiscono due momenti di studio per eseguire i compiti. A pranzo e a cena tutto il gruppo si riunisce per condividere il “pane quotidiano” senza mai dimenticare di ringraziare il Signore per questo. Alle 18,30 ora in cui s’interrompe l’attività dei gruppi di studio, si trova sempre il tempo per una partita a pallone, squadre miste, maschi e femmine, grandi e piccini, a piedi nudi, tutti nel campetto vicino al piazzale. Due volte il giorno, alle ore 12 i più piccoli, e alle ore 19 i più grandi c’è il raduno in cappella per il Santo Rosario. Il sabato è il giorno delle pulizie più accurate: lavare, stirare, pulire le camere e tutti gli altri locali dell’Hogar,lustrare le scarpe, ecc….. Ciascuno dei ragazzi ha il compito e la responsabilità di mandare aventi tutte le attività attinenti al vivere quotidiano, e mentre le femmine si occupano delle faccende domestiche, i maschi pensano ad accudire gli animali, all’orto, ai lavoretti di manutenzione sotto l’occhio attento e severo della direttrice. Madre Grazia (così la chiamano tutti) in 13 anni di duro lavoro è riuscita a dar vita ad una fattoria dove alleva mucche da latte e per la carne, maiali, polli, galline, quaglie e molto presto Madre Grazia ha intenzione di impiantare anche un allevamento di pesci. Tutto questo le permette di garantire ai suoi ragazzi una sana e più completa alimentazione,li responsabilizza nel lavoro e da loro le basi per un’autosussistenza futura. La domenica è il giorno del Signore, tutti insieme si partecipa alla celebrazione della messa in Cattedrale. Non è facile,con le parole, riuscire a descrivere le sensazioni e le emozioni provate durante la permanenza a Camiri, i ragazzi ci hanno insegnato e fatto riflettere molto sul significato della vita, sul significato del nostro viaggio su questa terra. Ognuno di loro si è aperto a noi, non si risparmiato nel darci amore, attenzione, chiedendo in cambio null’altro che amore. Ci hanno fatto comprendere quale grande gioia si nasconda nel condividere insieme il poco, quale felicità immensa ci sia nel trovare un nuovo amico, qualcuno che anche se lontano, porterà sempre con se un piccolo frammento dei loro sorrisi, dei loro sguardi, dei loro volti, che avrà provato grazie a loro, quella serenità e pace che è frutto di assenza di avidità e invidia. Partendo, una parte del mio cuore e rimasta all’Hogar,con tutti loro, con le mie 98 croci del sud. (Lucia) Qualcosa di Noi ATTUALITA’ Alla Verna la tre giorni sui mezzi di comunicazione La diocesi di Arezzo, si apre al mondo dei media e delle comunicazioni sociali.Dopo la scelta del Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, di riprendere gli incontri con gli operatori delle comunicazioni sociali per la festa del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, la Chiesa aretina, cortonese e biturgense ha deciso di interrogarsi sulle nuove frontiere della comunicazione e di usare i nuovi mezzi per diffondere la pastorale. Un’ attenzione che avrà il suo perno nelle parrocchie, che vedrà in primo piano i media di ispirazione cattolica che sono presenti nella diocesi :ToscanaOggi, Telesandomenico, i periodici parrocchiali, i siti internet della diocesi, ma che interesserà anche gli altri giornali, le televisioni, le radio e i siti che operano nel territorio.L’incontro che si svolgerà da lunedì 12 settembre a mercoledì 14 avrà come filo conduttore la comunicazione. Infatti, il titolo scelto è «La missione della Chiesa oggi nella cultura dei media». Un’ argomento che «è stato anticipato nel documento dell’episcopato italiano sugli orientamenti pastorali per il primo decennio del millennio intitolato Comunicare il vangelo in un mondo che cambia» e che «è stato recentemente ripreso e sviluppato dal direttorio sulle comunicazioni sociali, Comunicazione e missione», spiega il Vicario Generale, monsignor Giovacchino Dallara, nella lettera al clero, alle comunità religiose e ai fedeli.Sul convegno si alzerà il sipario lunedì alle 9.30 con l’accoglienza a cui seguirà il saluto del Vescovo. Alle 11.30 la prima relazione di monsignor Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio nazionale delle comunicazioni sociali, su «Comunicare il vangelo in un mondo che cambia». Dopo il pranzo, alle 15.45, il secondo intervento di monsignor Giuliodori sul tema «Cultura dei media e sfide per la pastorale». Martedì, alle 9.30, toccherà al sacerdote-giornalista don Tonino Lasconi guidare la mattinata su «Comunicazione e missione in parrocchia» e nel pomeriggio, alle 15.45, l’altra relazione di don Lasconi su «La parrocchia “quotidiana” nell’areopago dell’oggi». Mercoledì, invece, la mattina è riservata alle comunicazioni degli uffici pastorali a cui seguirà la conclusione del Vescovo. «La finalità del convegno - sottolinea il Vicario Generale - è quella di awiare una riflessione nelle nostre comunità sulle modalità, anche nuove, di annunciare Cristo».Proprio la stretta attualità del tema, ha spinto la diocesi a sollecitare la partecipazioni dei laici «particolarmente sensibili» all’incontro della Verna. Da qui l’invito di monsignor Dallara ai parroci di «proporre ai laici la partecipazione al convegno affinchè «le singole comunità parrocchiali possano adeguare con gradualità le proposte pastorale alle esigenze e alla comprensione della gente». (notizia tratta dal giornale on-line “arezzo notizie web) 10 Qualcosa di Noi ATTUALITA’ Pellegrinaggio a Fatima Nei giorni dal 2 al 5 di settembre abbiamo partecipato al pellegrinaggio a Fatima organizzato dal parroco Don Gianni attraverso l’Opera Romana Pellegrinaggi. Del gruppo facevano parte in prevalenza parrocchiani di Palazzo del Pero e qualche aggregato aretino, come noi che abbiamo aderito con entusiasmo in quanto desiderosi di poterci recare a pregare in un Santuario Mariano così importante. Il pellegrinaggio, fra l’altro, è stato anche l’occasione del “battesimo dell’aria” per molti dei partecipanti che non avevano mai avuto l’occasione di salire su un aeroplano. All’aeroporto di Roma Fiumicino ci siamo incontrati con il resto del gruppo composto da fedeli della Diocesi di Ozieri (Sardegna) guidati da Don Salvatore Pintus che è stato la nostra guida spirituale durante tutto il pellegrinaggio. Del gruppo di pellegrini sardi facevano parte anche altri due sacerdoti e due diaconi prossimi all’ordinazione sacerdotale. Completavano la comitiva alcuni fedeli di Roma ed un padre gesuita Don Antonio. Ci sono stati momenti di spiritualità molto coinvolgenti come la Via Crucis, nel percorso che i tre pastorelli facevano con le pecore dal loro paese al pascolo (luogo dove attualmente sorge il complesso del Santuario), la recita del rosario e la successiva processione con la statua di Maria sul piazzale del Santuario; e la messa internazionale della Domenica mattina conclusasi con il commovente saluto a Maria da parte dei fedeli che sventolavano i loro fazzoletti bianchi secondo l’usanza del popolo portoghese. Vi sono state anche piacevoli occasioni turistiche come la visita alla città di Lisbona subito dopo il nostro arrivo da Roma e la visita alle basiliche mariane di Batalha e di Alcobaça, testimonianze della religiosità e della profonda devozione a Maria del popolo portoghese. Possiamo testimoniare che tutti siamo stati coinvolti dalla spiritualità che si respira a Fatima e dalle celebrazioni liturgiche e penitenziali, ma soprattutto dal messaggio di Maria che, tramite i pastorelli Giacinta, Francesco e Lucia, è stato rivolto ad ognuno di noi affinché attraverso la penitenza, la sofferenza e la preghiera il mondo possa ottenere la conversione del cuore. Ne sono stati un esempio per noi quei pellegrini che con devozione hanno percorso in ginocchio la “via del sangue” (come i tre pastorelli per la remisione dei peccati dell’umanità) o hanno pregato affrontando la Via Crucis a piedi nudi. In questo luogo abbiamo compreso quanto siamo ancora lontani dal vivere una autentica vita cristiana, quindi l’incontro con Maria è stato per ciascuno di noi una presa di coscienza della propria realtà di peccatore ma anche un incoraggiamento a collaborare senza riserve con il piano di salvezza divino. Franco e Patrizia. 11 Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 12 Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 13 Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 14 Gli anziani: manuali d'istruzioni della vita. Nel 1999 il nostro vecchio Santo Padre Giovanni Paolo II indirizzò una lettera agli anziani dove parlava dei disagi e piaceri della vecchiaia che anch'egli viveva in prima persona, toccando inoltre temi d’accesa discussione pubblica. L’anzianità che troviamo proposta da Giovanni Paolo II è attiva, vissuta appieno sfruttando tutta l’esperienza acquisita nel corso degli anni per aiutare il prossimo con un parola di conforto o indirizzando i passi dei giovani che si affacciano all’orizzonte della vita. La comunità come scriveva Giovanni Paolo può ricevere molto dalla presenza di chi è avanti con gli anni, al contrario di ciò che afferma l’attuale opinione pubblica. Proprio quest’ultima, che spesso oggi viene ad essere ispirata da quell’ormai indispensabile, ma conformista scatola che è la televisione, tende a raffigurare gli anziani come scarti di questa società consumistica, ormai inutili e solo di peso. Forse questo progresso così rapido degli ultimi decenni che ci ha portato allo stato attuale, ci ha fatto abbandonare il millenario rispetto che nutrivano tutte le antiche civiltà. Nella noi nota Roma antica, ad esempio, la parola senex era ambivalente: significando sia vecchio sia persona matura, saggia, idealizzando così l’anzianità come luogo in cui risiedeva la saggezza. Sfogliando ancora le pagine della storia troviamo i famosi filosofi greci, che potevano essere definiti tali solo dopo il loro cinquantesimo anno d’età. Dovremmo quindi fermarci dalla frenesia della nostra vita e guardarci indietro, per meglio capire e vivere sia il nostro presente, sia quello di chi c’è vicino. Solo gli anziani capiscono appieno la precedente affermazione essendo in un’età di calma e tranquillità, non fisica ma spirituale, in cui la riflessione che maggiormente s’impone è quella riguardante il tempo che scorre inesorabile. Nella gioventù, quale io sto vivendo, la morte viene considerata come un evento lontano e come tale non molto considerato, ma con il passare del tempo ci si avvicina irrimediabilmente a quell’ultima fase della vita che è molto difficile da accettare, visto che l’uomo è stato concepito per vivere. La nascita e la morte sono l’inizio e la fine della nostra vicenda terrena, come ci ricordano la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco: l’alfa e l’omega scolpite sulle lapidi delle tombe. Ma dobbiamo vedere tutto ciò da un’ottica diversa, da quella della fede, che ci apre, com’è scritto nella lettera”ad una speranza che non delude”additandoci la prospettiva della resurrezione finale. Voi anziani quindi, dovete vedere tutte le tribolazioni che avete affrontato e che affronterete nella vostra vita, non come distruttrici di quella speranza ma quali fondamento di essa come ci ricorda Giovanni Paolo II. Concludendo vorrei riportare una frase e una preghiera del nostro vecchio Santo Padre dedicata agli anziani, oltre a porgere i miei più cari saluti ai numerosi anziani della nostra comunità. - Se la vita è un pellegrinaggio verso la patria celeste, la vecchiaia è il tempo in cui più naturalmente si guarda alla soglia dell’eternità. -Iube me venire ad te! Dacci, o Signore della vita, di prenderne lucida coscienza e di assaporare come dono, ricco di ulteriori promesse, ogni stagione della nostra vita. Fa’ che accogliamo con amore la tua volontà, ponendoci ogni giorno nelle tue mani misericordiose. E quando verrà il momento del definitivo “passaggio”, concedi di affrontarlo con animo sereno, senza nulla rimpiangere di quanto lasceremo. Incontrando Te, dopo averti a lungo cercato, ritroveremo infatti ogni valore autentico sperimentando qui sulla terra, insieme con quanti ci hanno preceduto nel segno della fede e della speranza. E tu, Maria, Madre dell’umanità pellegrina, prega per noi “adesso e nell’ora della nostra morte”. Tienici sempre stretti a Gesù, Figlio tuo diletto e nostro fratello, Signore della vita e della gloria. Amen! Leonardo Biserni Qualcosa di Noi RIFLESSIONI Bella copia Basterebbe la tua brutta copia per essere da esempio a tante false brave persone. Pensa come saranno felici coloro che ti possono avere vicino come bella copia. (Giacomo) RIFLESSIONI Lassù, sospeso fra il cielo e la terra, c’è un piccolo camposanto che accoglie per l’ultima dimora le persone a noi care che si riposano nel silenzio della pace e alle quali, qualche volta, in particolari momenti di abbandono e di sofferenza vorremmo riunirci. Per un insieme di cose: una certa stanchezza, il tempo che passa e che ogni giorno ci carica di un nuovo fardello, il disagio creato alle persone amiche, l’età che avanza, la solitudine, una piccola famiglia polverizzata, le difficol-tà di una vita difficile e piena di tormenti, ci arrecano una gran voglia di abbandonare la lotta. Chi è abbastanza avanti con l’età, o chi semplicemente sfortunato,ha attraversato esperienze dolorose. E’ capitato a tutti di morire, giorno dopo giorno, insieme a qualcuno ormai incurabile. A volte, tutti ci siamo ritrovati a desiderare che vicende simili finissero, e che si finisse noi di soffrire, i nostri cari di vivere. Per poi immediatamente pentirci, e soffrire ancora di più. (Serp) 15 Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 16 Una settimana a Badia S. Veriano Dal 18 al 24 Luglio, noi ragazzi del catechismo, abbiamo passato una stupenda settimana a Badia S. Veriano insieme alle parrocchie di Badia al Pino e dintorni. Eravamo invitati a trascorrere questa esperienza noi ragazzi dalla quinta elementare alla seconda media, ma purtroppo siamo stati solamente in quattro ad iscriverci, precisamente Andrea Maccari, Martina Sandroni, Nico Fattorini ed io, Giulia Ginestrini. Appena arrivati a Badia (grazie ad un passaggio di Don Gianni), ci hanno suddiviso in quattro squadre, diversificate dai colori: giallo, rosso, verde e blu; tutto questo per una specie di "torneo" a punti, i quali venivano assegnati ad ogni squadra secondo l'esito delle varie attività svolte. Ma una cosa è certa: in quella settimana ci siamo divertiti moltissimo, prima di tutto per le nuove amicizie che ci siamo fatti, per i giochi, le passeggiate e per i momenti di riflessione. La nostra giornata era piena di divertimento, sin dalla prima colazione, quando ci litigavamo la nutella da spalmare nei biscotti. Dopo la colazione ci dividevamo in gruppi: c'era chi sparecchiava, chi lavava le tazze, chi puliva le stanze e chi aiutava la nostra bravissima cuoca tutto-fare Marisa a cucinare le sue prelibatezze culinarie. Fatto ciò ci ritrovavamo in chiesa per un momento di riflessione, e poi tutti insieme a vedere un pezzo del film "Alla ricerca di Nemo" per poi lavorare a gruppi sul significato che ci trasmetteva. Dopo il dovere arrivava il momento del piacere, quindi fino all'ora di pranzo c'era il tempo libero, che ognuno trascorreva a suo piacimento: passeggiando nel bosco, ascoltando della musica, giocando a calcio balilla, a pallavolo a bocce... insomma un sacco di tempo per fare quello che ci pareva. Alle tre e mezza arrivava il momento di digerire il pranzo, e che c'è di meglio per bruciare calorie, se non di fare qualche gioco spericolato? Infatti alla sera ci ritrovavamo sporchi di terra, stanchi da morire, ma anche felicissimi perchè i nostri animatori erano proprio bravi a farci divertire. Dopo cena, avevamo tempo libero, e la maggior parte di noi comperava un gelato nel bar, per poi gustarselo facendo una passeggiata nel bosco. Poi, alle 21:30, ci ritrovavamo per fare dei giochi. Di solito giocavamo a guardie e ladri in due squadre, ma l'ultima sera abbiamo fatto una bellissima caccia al tesoro, che ha decretato la squadra vincitrice, i gialli (della quale facevo parte anche io). Finiti i giochi andavamo in chiesa per discutere sulla giornata appena passata e pregare. Una sera, però, ci siamo confessati al nostro parroco Don Gianni, a Don Josè e Don Giancarlo (due dei preti delle altre parrocchie). Dopo tutta questa giornata, anche se mai prima di mezzanotte, andavamo finalmente a riposarci (se si può chiamare riposo starsene a chiacchierare per quasi tutta la notte). La domenica, abbiamo pranzato insieme ai nostri genitori, e poi, di pomeriggio, prima di celebrare la messa, ogni gruppo ha rappresentato a suo modo in una recita provata e riprovata, con il tema della crescita. E' stata un'esperienza bellissima che consiglio a tutti i ragazzi che non l'hanno provata, sperando così che il prossimo anno il gruppo di Palazzo del Pero sia decisamente più numeroso. Giulia Ginestrini Qualcosa di Noi ATTUALITA’ 17 Il male non viene solo dai giovani In seguito ai recenti avvenimenti di gioventù violenta, a noi della redazione è sembrato opportuno proporvi questo articolo del giornalista Stefano Zecchi, pubblicato sul quotidiano “Il Giornale” del 21 agosto 2005 Giovani che incendiano macchine e motorini, giovani che scaraventano massi dal cavalcavia, altri che cercano di far deragliare i treni. Abbiamo cresciuto una gioventù criminale? Le nuove generazioni sono incapaci di progettarsi positivamente, costruttivamente in questa società? Andrei piano a mettere sotto accusa un'intera generazione, ci starei attento anche se le cronache sono piene di fatti che mostrano l' aggressività, la violenza dei ragazzi. Chi ieri ha comprato il Giornale avrà trovato in prima pagina l' ennesima notizia di atti vandalici e omicidi perpetrati da una banda di ragazzotti, ma gli è stato sufficiente voltare pagina per vedere altri volti dei giovani d' oggi, quelli (qualche centinaia di migliaia, non quattro o cinque come a Cassino e poi giù di lì) accorsi a Colonia per la visita di Papa Benedetto. E se poi quello stesso lettore ha continuato a girare pagine del Giornale, alla sesta avrà visto la fotografia di un giovane (sono migliaia) che sta preparando gli stand per il tradizionale incontro di Rimini di CL. Dunque, andiamo piano con il criminalizzare una generazione, anche perché quei gesti vandalici e omicidi che riempiono le pagine della cronaca non sono neppure così originali e così nuovi. Qualcuno ricorderà il celebre romanzo del secolo scorso di André Gide, I segreti del vaticano, tutto imperniato sul tema dell' "atto gratuito", cioè dell'omicidio fine a se stesso, dell' omicidio di una persona qualsiasi, sconosciuta, per il semplice gesto di uccidere, di compiere un "atto gratuito", però di significato immenso, come appunto quello di sopprimere una vita. Ma Gide riprende un argomento che era di Dostoevsky, che si ritrova nei futuristi, in qualche bellissimo film: chi non ricorda James Dean e la Gioventù bruciata? E La nausea di Sartre? Per questi giovani criminali non si deve parlare di assenza di valori, ma dell' imperiosa vittoria del nulla su qualsiasi valore di costruzione e di progetto. Un nulla che non rappresenta il vuoto esistenziale, ma che riempie il vuoto esistenziale attraverso l’atto gratuito, attraverso il gesto nichilista supremo che è quello della distruzione dell'altro o di se stesso. Purtroppo questi stati d'animo esistono, ci sono sempre stati e soprattutto si annidano più frequentemente nelle menti dei giovani. Quelli che hanno lanciato un masso dal cavalcavia si sono sentiti per un attimo protagonisti dell' atto gratuito che ha riempito la loro povera esistenza. La stessa cosa accade per i piromani, per i deragliatori. Si deve proibire la notizia per non creare emulazione? I mezzi di comunicazione sono irrilevanti nella diffusione di questo fenomeno che nasce dalla mente, dal suo nichilismo. Qualcosa di Noi ATTUALITA’ Cosa fare? La risposta è sempre la stessa: educare. Il compito di educare è esattamente e brevemente quello di far crescere nell’animo di un adolescente il senso della vita: un senso possibile – non uno unico e assoluto – a cui dedicare le sue energie, per far crescere speranze, aspettative, progetti. Ma qui viene il bello. Chi sono questi educatori e quali sono i contenuti dell’ educazione? Ogni società in ogni tempo ha dovuto fronteggiare il nichilismo distruttivo che alberga nei giovani: è una balla colossale che la nostra gioventù sia peggiore di quella di venti, cinquanta, cento, duecento anni fa. Ritorniamo allora alla domanda su chi sono oggi gli educatori e come educare, ricordando la terza e sesta pagina del Giornale di ieri, quella dei giovani a Colonia e a Rimini. La religione riesce a dare risposte a chi le chiede, dà speranza nel futuro, sa educare i giovani al senso della vita, sa sottrarli al nulla. Ma 18 dovrebbe esserci spazio anche per un’etica laica, mentre invece è proprio il pensiero laico ad essere in crisi, a non saper motivare i giovani, a non dar loro il senso della speranza, a macinare l’ idea del futuro nel tritacarne dell’ ideologia scientifica, del progresso come se qui un giovane riuscisse a trovare la risposta al senso della propria vita, in un’ opposizione ottusa con la trascendenza, con il mistero della morte e della generazione dell’ esistenza. E c’è di peggio. Oltre ad incapaci maestri laici, ci sono anche cattivi maestri laici: i predicatori del nulla, dello schifo della vita, della sua insensatezza. Questi maestri sono come i cartelli stradali che indicano la strada senza percorrerla. Sono i maestri che quando scrivono libri, quando fanno cosiddetta arte, quando compongono canzoni vogliono premi e vogliono soldi, incuranti del messaggio nichilista che trasmettono, indifferenti al “gesto gratuito” che esaltano. Qualcosa di Noi DALLA SCUOLA 19 Grazie ed ancora grazie I bambini e le insegnanti della Scuola dell’ Infanzia l’ Erica di Palazzo del Pero , ringraziano sentitamente l’ “Associazione il Palazzo” ed in particolar modo il presidente sig. Fosco Omarini ed il segretario sig. Luciano Mori, per il loro contributo all’ acquisto di due tavoli utilizzati per l’allestimento di un nuovo “laboratorio espressivo” destinato ai bambini. Un grazie di cuore e vi aspettiamo per poterlo ammirare!!! (Le insegnanti) Nel cielo di Palazzo brillano nuove stelle!!! Meglio tardi che mai Anche quest’anno, come nostra consuetudine, a giugno, presso la “Scuola dell’ Infanzia l’ Erica”, si è svolta la rappresentazione teatrale “Biancaneve e i sette nani” che ha visto protagonisti i genitori ed i bambini: Il clima è stato sereno, frizzante ed al massimo del divertimento, pertanto le insegnanti ringraziano i veri artisti del futuro “ i bambini”, la compagnia “New Age”, i genitori che hanno collaborato all’ allestimento dello spettacolo, del rinfresco e quant’altro, supportando le insegnanti, il sig. Zamponi Michele che con le sue melodie ci ha accompagnato durante la serata, i collaboratori scolastici e quanti hanno partecipato. Arrivederci al prossimo anno. (Le insegnanti) Due rondini non fanno primavera? La redazione di “Qualcosa di noi” si unisce al plauso per le iniziative di cui sopra, il cui fine è la valorizzazione della nostra realtà scolastica. Da parte nostra continueremo a mettere in risalto queste idee, portandole a conoscenza della gente. Cogliamo l’occasione per evidenziare che la nostra scuola registra, quest’anno, un aumento d’iscrizioni, grazie anche ai consigli impartiti dai Dirigenti Scolastici, che conoscono molto bene sia le realtà aretine che la nostra. Per la prima volta si sono iscritti bambini i cui genitori risiedono e lavorano in città, ed anche se due rondini non fanno primavera noi ci ostiniamo a sperare che si sia verificata un’ inversione di tendenza. La redazione POESIA Qualcosa di Noi 20 Il Cerfone Il tuo percorso Come era il fiume io ve lo dico, c’entravi sporco uscivi pulito; questo era il “Cerfone”, ti puliva anche senza sapone. Il bagno, era una cosa stagionale, solo d’estate potevi fare; nelle case non c’era neanche il gabinetto, l’acqua in casa ce la portavi con un secchio; oggi, nel fiume, il bagno ce lo fanno i topi, se c’entri dentro, rischi di prendere la leptospirosi. Acqua pulita che potevi bere o per l’orto, oggi è un fiume senza vita, un fiume quasi morto. Il proverbio diceva allora: acqua corrente la beve il serpente la beve Dio la posso bere anch’io. Non potrò dimenticare, il “Cerfone” a me ha dato da mangiare, se frugavo sotto il grottone tiravo fuori un lascone, se frugavo sotto un sasso tiravo fuori un barbio. A primavera gli argini tutto un colore Con tantissimi ciliegi in fiore; oggi tutto questo è finito ma il fiume è sempre colorito, anzi, i colori sono di più, colori delle plastiche che l’acqua porta giù. Povero fiume, come ti abbiamo ridotto, aspettavamo l’estate, ti si montava tutti addosso, oggi poca acqua e tanti mali, non ci si può entrare neanche con gli stivali. Solo gli anziani ti possono ricordare Tu qualcosa hai dato a tutti I giovani non lo possono immaginare, per loro sei il trasportatore dei rifiuti. Caro “Cerfone” Tu eri pulito, io giovane Tanti anni sono passati Oggi siamo vecchi, entrambi malati. Aprile 2005 Silvano Favilli Il percorso che farai, da dove sei a dove vuoi arrivare, è come una strada con svolte e sobbalzi. Il tuo carattere, il tuo atteggiamento saranno i fattori determinanti per il tuo successo. Non arrenderti alle avversità, ciò che non uccide rende più forti. Riempi il tuo sacco, fanne esperienza e prosegui il percorso. (Cinzia E.) Bella copia Basterebbe la tua brutta copia per essere da esempio a tante false brave persone. Pensa come saranno felici coloro che ti possono avere vicino come bella copia. (Giacomo) Qualcosa di Noi RUBRICA Ecco a voi una bella serie di parole del dialetto aretino, che in città si sono perse da molto tempo, ma che in campagna in particolar modo a Palazzo del Pero si sono protratte fino ai giorni nostri. In un certo senso è bello non perderle. Con questa rubrica vorremo fare un piccolo vocabolario palazzino. G Ghiacere per giacere , stare a riposo o andare a dormire.”per piacere va a ghiacere che sè stracco” Ghiavolo, per diavolo. Ghiavottolo, sasso un pò grosso, ciottolo. Ghingheri, “essere in ghingheri” vuol dire essere vestito in maniera sfarzosa. “Oggi ha arnoveto, è proprio ‘n ghingheri” Ghiòzzo, si dice del pesce d’acqua dolce che sta per lo più fermo nel fondo del gorgo, è riferito anche a persona rozza, ottusa o poco esperta. Ghjuttizia, ghiottoneria. Giocolante, saltinbanco, artista del circo. Gionto, giunto, arrivato a destinazione. Giovarsi, fare uso di qualcosa senza provare nausea o schifo, “si te ne giovi, bevi ‘n quel bicchieri”” a l’Agania un ci mangio, che ‘n me ne giovo” Giubba, giacca da uomo, ma “cambiare giubba” in senso figurato vuol dire cambiare partito o squadra per cui si è fatto il tifo. “ un te ne fidere, perchè avrà cambio giubba mille volte” Giubbata, grossa quantità: ad esempio di acqua. “oggi ho preso na giubbeta d’ acqua!” Giuccamatta, una un pò pazzerella. Giuppersue, “più o meno” Gnagna, lagna. Gnarae, bisognerà. Gnavolare, miagolare,” dagni qualcosa a sto gatto, un lu senti come gnavela”. Gnudo, nudo. Gnottolo, pipistrello. Giumella, usata come unità di misura molto grossolana, all’ incirca quanto sta nel concavo di due mani congiunte,” sto cittino è bravo dagnene na giumella de ste caramelle” 21 Qualcosa di Noi RUBRICA: trucchi di casa 22 Qualcosa di Noi 23 Domenica 16 ottobre ore 9 presso il Circolo Valcerfone. Gara Mountain-bike. Organizzata dal Team Valcerfone in collaborazione con la Federazione. La gara è riservata ai bambini della categoria Giovanissi (tesserati F. C. I.), in concomitanza con la Festa della Castagna. Guardiamoci in faccia Qualcosa di noi Bimestrale dei giovani della Parrocchia di S.Donnino a Palazzo del Pero DIRETTORE RESPONSABILE Vittorio Gepponi REDAZIONE: Nicola Angeli, Roberta Busatti, Giorgio Checchi, Flavio Angeli, Catia Sandroni, Cinzia Ercolani Marco Pellitteri, Angela Parigi, Leonardo Biserni, Lorenza Parigi Numero 50 settembre-ottobre- 2005 Lucia Sandroni,Gianni Zanchi COLLABORATORI Sergio Placidi Indirizzo E.mail [email protected] Qualcosa di Noi 24