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Tappe storiche della pediatria di famiglia in Italia

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Tappe storiche della pediatria di famiglia in Italia
Medicina di Comunità e di
Famiglia
Prof. Filippo Di Forti
Pediatra di Famiglia
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università di Catania
PROGRAMMA
















L’ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA
EROGATA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA GESTIONE DELLE ATTIVITA’
LE FORME ASSOCIATIVE
LA GESTIONE DEL NEONATO E DEL BAMBINO SANO E MALATO
I BILANCI DI SALUTE
PREVENZIONE DELLE MALATTIE DIFFUSIBILI
LE VACCINAZIONI
LA TUTELA DEL BAMBINO
LA COMUNICAZIONE ED IL CONSUELING
LA GESTIONE DEL BAMBINO CON PATOLOGIA CRONICA
EPIDEMIOLOGIA DELLE PIU’ FREQUENTI PATOLOGIE IN AMBULATORIO
PEDIATRICO
PRINCIPI DI TERAPIA PEDIATRICA
L’EMERGENZA IN AMBULATORIO
GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI ED IL SELF-HELP AMBULATORIALE
GLI ASPETTI MEDICO LEGALI DELLA PROFESSIONE
PIANO DELLA LEZIONE





ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA GESTIONE
DELLE ATTIVITA’
LE FORME ASSOCIATIVE
GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI ED IL SELF HELP
AMBULATORIALE
ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA



STORIA DELL’ASSISTENZA PEDIATRICA
DI BASE
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
FUNZIONI DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA
STORIA DELL’ASSISTENZA
PEDIATRICA DI BASE
Anni ’60: mutua dell’azienda Fiat di Torino
Anno 1979: prima Convenzione nazionale della
pediatria extra-ospedaliera
Anno 1981: esclusività della fascia d’età 0-6 anni
Anno 1987: estensione dell’età degli assistibili fino a 14
anni
Anno 1996: ridefinizione dei Bilanci di salute, degli
interventi di screening e di educazione sanitaria
Anno 2000: incentivazione degli Accordi Regionali
Anno 2005: incentivazioni delle risorse tecnologiche e
dell’associazionismo
PEDIATRA DI BASE!!
ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA



STORIA DELL’ASSISTENZA PEDIATRICA
DI BASE
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
FUNZIONI DEL PEDIATRA DI BASE
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
Assistenza primo livello:
operatori


Medico di Medicina Generale (MMG)

Pediatra di libera scelta (di famiglia)

Guardia Medica – Continuità Assistenziale
Caratteristiche delle cure primarie
(Primary care)










Accesso diretto
Continuità dell’assistenza
Globalità dell’assistenza
Coordinamento accesso dell’assistenza
Orientamento delle famiglie
Il Pediatra di Famiglia è una figura peculiare del SSN
italiano e rappresenta il medico di famiglia dell’età
evolutiva, cioè della fascia d’età: 0-14/16 anni
Denominazioni precedenti: Pediatra di base, Pediatra di Libera
Scelta.
In altri Paesi non esiste il Pediatra di primo livello, però l’età
pediatrica abbraccia tutta l’adolescenza.
Compito ultimo del Pdf: consegnare al MMG un adolescente
sano e soprattutto consapevole del suo stato clinico
OVVERO IL CONSEGUIMENTO DELLO STATO DI SALUTE
Medicina di famiglia e di comunità






Lo stato di salute, secondo l’OMS, non è soltanto
l’assenza di malattie, ma lo stato di benessere globale
ed è inoltre una risorsa per la crescita delle persone e
lo sviluppo delle comunità
L’assistenza sanitaria primaria rappresenta la
prima occasione di contatto degli individui, delle
famiglie e delle comunità con il Sistema Sanitario.
Risponde ai criteri dell’OMS tramite:
Educazione sanitaria e prevenzione
De-ospedalizzazione, finalizzata al risparmio nella
spesa sanitaria ed alla riduzione dei disagi per le
famiglie
Gestione delle patologie croniche, recidivanti ed
invalidanti
Investimento nella salute dei primi anni di vita, così
come raccomandato anche dall’OMS
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
A causa del forte incremento della spesa sanitaria si impongono
dei correttivi; vengono quindi varati due decreti di riordino
502/92 e 517/93, resi necessari dalle mutate condizioni
politiche, sociali ed economiche.
• Si individuano i Livelli Uniformi di Assistenza (LUA): insieme
di attività che il SSN intende garantire ai cittadini in
rapporto alle risorse economiche;
• Le USL vengono trasformate in Aziende;
• Si delegano alle regioni i criteri di finanziamento e il controllo
della gestione economica delle Aziende territorio e ospedale,
nonchè la valutazione della qualità delle prestazioni erogate;
• Viene istituito l’istituto della formazione medica.
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
Ma i decreti del 92/93 non bastano e nel 1999 viene quindi
varata la riforma ter (decreto Bindi).
I LUA vengono trasformati in Livelli Essenziali di Assistenza
(LEA).
Si inserisce il concetto di essenzialità collegato ad apposite
risorse finanziarie.
Due sono le parole chiave:

Appropriatezza delle prestazioni

Razionalizzazione delle risorse
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
A questo contesto si è inserito recentemente il processo di
devoluzione.
Referendum di modifica del capitolo V° della costituzione, DL
56/2000, legge 405/2001 hanno dato alle Regioni il compito
di organizzare la sanità, stabilendo la quota di ripartizione
del FSN non più ampliabile e dando la possibilità di una
propria impositività fiscale per prestazioni non previste dai
LEA.
Viene così cambiata l’ottica da una sanità gratuita
e uguale per tutti a 21 sanità che devono tenere
conto del costo-beneficio e delle risorse
disponibili.
ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA



STORIA DELL’ASSISTENZA PEDIATRICA
DI BASE
ORGANIZZAZIONE ASSISTENZA
SANITARIA DI BASE
FUNZIONI DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA
FUNZIONI DEL PEDIATRA DI
FAMIGLIA
FUNZIONI DEL PEDIATRA DI
FAMIGLIA
Per quanto riguarda la PdF, questa viene definita elemento
costitutivo ed essenziale dell’assistenza territoriale pediatrica,
in essa si individuano:
 Compiti
e
obiettivi:
diagnosi,
cura,
assistenza
ambulatoriale
e
domiciliare,
educazione
sanitaria,
prevenzione e riabilitazione

Età di pertinenza pediatrica;

Età di esclusiva;

Rapporto ottimale;

Quota capitaria
La pediatria in Europa
I
F
E
B
CH
D
A
GR
SLO
H
CZ
ISR
PdF
7000
2700
3900
600
580
6000
467
2500
262
1600
2200
2700
PO
5000
2000
2800
250
180
2000
445
700
55
1600
950
1000
PU
1000
700
2000
250
80
2000
120
230
150
PC
600
700
500
50
20
600
500
0
240
50
60
97
15
6
60
11
146+
836
5.2
5.4
2
57.5
59.1
39.6
10.2
7.4
82.2
8.2
10.6
2
10
10
MMG
1000
x
Popolaz
ione
(mil)
100
6.2
Obiettivi della Pediatria di Famiglia













Già conseguiti:
Drammatico miglioramento dei dati di mortalità e di morbilità
infantile
Miglioramento della qualità della salute
Scomparsa di gravi condizioni epidemiche
Coperture vaccinali sempre più estese e numerose
Incremento dell’allattamento materno
Controllo dello sviluppo psicomotorio e fisico
Obiettivi “in corso”:
Controllo degli incidenti
Miglioramento delle abitudini che riguardano l’alimentazione e
l’attività motoria
Contrasto delle dipendenze: fumo, alcool, droghe, etc.
Presa in carico dei disturbi psichici e comportamentali
Attività di ricerca e di didattica
Nuovi obiettivi



Attività di didattica nei confronti dei laureandi
e degli specializzandi
Attività di ricerca, soprattutto come
sperimentazione di farmaci
Campagne educative riguardanti:
A) abitudini alimentari
B) attività motorie
C) problematiche sull’uso voluttuario di:
fumo, alcool, droghe
D) problematiche riguardanti lo sviluppo
psichico
Assistenza sanitaria di base
erogata dal Pediatra di famiglia
Appare ormai superata la vecchia denominazione
di “pediatra di libera scelta”, infatti:


i massimali limitano molto la possibilità di scelta e
revoca da parte dei genitori
lo stesso pediatra può ricusare assistiti, per “turbativa
del rapporto di fiducia”
La visita domiciliare
ACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE
La visita domiciliare (qualora ritenuta necessaria da
parte del pediatra) deve essere eseguita di norma nel
corso della stessa giornata, ove la richiesta pervenga
entro le ore dieci; ove invece, la richiesta pervenga
dopo le ore dieci, la visita dovrà essere effettuata
entro le ore dodici del giorno successivo. E’ a cura
del pediatra di libera scelta la modalità organizzativa
di ricezione delle richieste di visita domiciliare.
Modalità di apertura dello studio




Apertura per 5 giorni alla settimana
Apertura per almeno 15 ore alla settimana, in
proporzione al numero degli assistiti
Esposizione dell’orario all’ingresso ed annuncio da parte
di una segreteria telefonica
Effettuazione di visite domiciliari essenzialmente se il
malato è “clinicamente intrasportabile”
Prestazioni







Visita medica generale, ambulatoriale o domiciliare,
anche con carattere d’urgenza
Prestazioni di particolare impegno professionale: PIP
(o PPIP): riguardano soprattutto il self-help
diagnostico, ma anche interventi terapeutici:
medicazioni, terapie iposensibilizzanti, etc.
Prescrizioni di farmaci
Richieste di visite specialistiche
Proposte di ricovero ospedaliero
Assistenza programmata: ADP (assistenza domiciliare
programmata) ed AAP (assistenza ambulatoriale
programmata) e le valutazioni multidimensionali e
connesse certificazioni relative alle prestazioni di
assistenza domiciliare integrata
Bilanci di salute: controllo in età determinate,
soprattutto del bambino sano
Le funzioni del PEDIATRA
(MASSIMALE 880)
• la presa in carico del neonato entro il primo mese di vita del bambino
• la tenuta e l’aggiornamento di una scheda sanitaria pediatrica, su supporto
informatico, ad uso del pediatra e ad utilità dell’assistito e del SSN
• la partecipazione alle forme organizzative territoriali e l’aggregazione in
centri di responsabilità territoriale, distrettuali o subdistrettuali
• la certificazione di idoneità allo svolgimento di attività sportive non
agonistiche di cui al decreto Ministro Sanità del 28 febbraio 1983
•lo sviluppo e la diffusione della cultura sanitaria, la conoscenza del
Servizio sanitario nazionale, e regionale
• l’appropriatezza delle scelte assistenziali e terapeutiche
• l’adesione ai programmi di vaccinazioni
• l’esecuzione di eventuali screening, sulla base di programmi regionali
e aziendali
• l’adesione alle sperimentazioni delle équipes territoriali
• lo sviluppo e la diffusione della cultura sanitaria
Riassumendo:Compiti del P.D.F.

Definiti dai LEA

Definiti a livello regionale
Compiti del PdF
 Compiti
fissa)








previsti dai LEA nazionali (quota
Tutela della salute del bambino
Consulto con lo specialista
Consulto con l’ospedale in caso di ricovero
Prescrizione farmaceutica
Prescrizione di indagini specialistiche e
ricovero
Tenuta e aggiornamento della scheda sanitaria
Certificazioni relative alla malattia (astensione,
riammissione a scuola, etc.)
Certificazioni di buona salute in ambito
scolastico
Compiti del PdF
 Compiti
da individuare negli accordi
regionali (quota variabile)









Bilanci di salute
Assistenza domiciliare programmata
Assistenza programmata in strutture
residenziali
Assistenza in zone disagiate
Prestazioni aggiuntive (self-help)
Informatizzazione
Forme associative
Vaccinazioni
Eventuali screening
L’ambulatorio del PdF
LA CARTA DEI SERVIZI
PIANO DELLA LEZIONE





ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA GESTIONE
DELLE ATTIVITA’
LE FORME ASSOCIATIVE
GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI ED IL SELF HELP
AMBULATORIALE
L’ambulatorio del PdF
IL COLLABORATORE DI STUDIO
COMPITI
• Apertura e chiusura dello studio
• Gestione dell’agenda degli appuntamenti
• Accoglienza in studio
• Risposta telefonica
• Informazione all’utenza su orari e procedure (carta
dei servizi)
• Manutenzione dello studio
• Gestione modulistica per consenso
• Aggiornamento dei dati informatizzati
• Gestione farmaci
• Ricettazione
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA
STRUMENTI E ATTREZZATURE
AUSILI TECNOLOGICI
• COMPUTER CON INTERNET
• TELEFONO, FAX, SEGRETERIA
• SCANNER
• MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE
• FRIGORIGERO
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO
DEL PEDIATRA DI FAMIGLIA
IL COMPUTER
L’informatica ha ormai preso piede in molti studi pediatrici con
grandi vantaggi, facilmente immaginabili, ma con indubbi
problemi.
Infatti un software gestionale, o meglio ancora, una cartella
clinica computerizzata, non è la semplice trasposizione della
tradizionale cartella cartacea, ma è molto di più rappresentando
un vero e proprio aiuto nella gestione dell’attività, clinica e non
Informatizzazione: vantaggi e
possibilità











Stampa delle ricette: prescrizione di farmaci e di prestazioni
Maggiore leggibilità, organizzazione, completezza dei dati
immessi
Rapido accesso agli archivi degli assistiti
Interventi di vaccinazioni e prevenzione
Gestione delle patologie
Management delle patologie croniche
Riduzione degli errori
Accesso rapido a fonti d’informazione, quali: prontuari,
interazioni di farmaci, linee guida, testi on line
Accesso rapido a supporti decisionali: algoritmi, batterie di
esami, etc.
Comunicazione mediante internet con altri medici e Strutture
sanitarie
Gestione di attività amministrative: certificati, bilanci di salute,
fatturazioni.
L’ambulatorio del PdF
IL COMPUTER
VANTAGGI
SVANTAGGI
maggiore leggibilità, organizzazione, completezza e
fruibilità dei dati
necessità
di
tecnologica
rapido accesso e reperimento delle informazioni degli
archivi
necessità di training all’uso del software
miglioramento della qualità delle cure: ottimizzazione
degli interventi di prevenzione e educazione sanitaria
(bilanci di salute, vaccinazioni), delle prescrizioni,
utilizzo di protocolli per patologia cronica
input dei dati: inizialmente (starting) e giornalmente
per ogni accesso
accesso rapido alle fonti di informazione: prontuario,
interazioni dei farmaci, testi online, protocolli e
linee guida EBM, percorsi diagnostico-terapeutici
allungamento dei tempi di visita
miglioramento della comunicazione e del passaggio di
informazioni tra pediatri
necessità di standardizzazione delle informazioni in
modo omogeneo per la possibile condivisione
possibilità di ricerca: studi epidemiologici, progetti
di miglioramento della qualità e contenimento dei
costi
impatto negativo sul rapporto
(limitazione del contatto visivo)
gestione
amministrativa:
agenda
appuntamenti,
stampa certificati, riepiloghi (BdS, PIPP), fatture
possibile incompatibilità dei sistemi informatici
automatizzazione
certificati
blocchi di sistema: bags, virus, guasti
degli
atti
ripetitivi:
ricette,
strumenti per la formazione continua: self-audit,
peer review
alfabetizzazione
informatica
e
medico-paziente
costi elevati, aggiornamento continuo di hardware e
software
Cartella clinica computerizzata
(C.C.C.)








Supportare ragionamenti e decisioni
Permettere rilevazioni epidemiologiche
Potersi interfacciare con altri sistemi
Garantire la privacy, la sicurezza dei dati, la raccolta
del consenso informato
Contenere dizionari specifici per l’età pediatrica
Essere programmata con dati auxologici e range di
normalità età-specifici
Contenere data base di: farmaci, vaccini e presidi
terapeutici
Prevedere: avvisi, scadenze, sintesi, stampe, etc.
L’ambulatorio del PdF
LA CARTELLA CLINICA COMPUTERIZZATA
L’ambulatorio del PdF
LA CARTELLA CLINICA COMPUTERIZZATA
PIANO DELLA LEZIONE





ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA GESTIONE
DELLE ATTIVITA’
LE FORME ASSOCIATIVE
GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI ED IL SELF HELP
AMBULATORIALE
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E
LA GESTIONE DELLE ATTIVITA’

Accesso libero

Accesso misto

Visite su appuntamento
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA
GESTIONE DELLE ATTIVITA’
Accesso libero



vantaggi: dà piena libertà agli utenti, senza necessità
di: prenotazioni, trattative con la collaboratrice, etc.
svantaggi: si verificano momenti di eccessivo
affollamento, commistioni di differenti patologie, etc.
rimedi: effettuare un orario prolungato, avere la
disponibilità di 2-3 stanze di visita e di attesa,
realizzare possibilità di isolamento
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA
GESTIONE DELLE ATTIVITA’
Accesso misto


Orari dedicati per particolari patologie: ADP, AAP,
casi clinici complessi, etc
Orari dedicati per gli adolescenti e per i Bilanci di
salute
Visite su appuntamento


Vantaggi: si evitano sovraffollamenti e tempi vuoti
Svantaggi. Le famiglie dimostrano notevoli difficoltà
nel rispetto della puntualità. L’ACN prevede in ogni
caso l’ accettazione obbligatoria delle “urgenze”, che
però spesso non sono reali, ma vissute come tali
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA
GESTIONE DELLE ATTIVITA’



Utilizzo del telefono: è possibile effettuare un
vero “triage telefonico” e raccogliere una
sufficiente anamnesi prossima. Infatti esistono
veri e propri trattati di “Pediatria per telefono”
Il PdF deve effettuare domande di “screening”,
codificate ed a risposta chiusa
Ad esempio, il PdF dovrebbe chiedere nel caso di un
bambino con febbre: età; intensità; durata; sintomi
associati; aspetto; comportamento. Quindi per
telefono si può raccogliere una sufficiente anamnesi
patologica prossima
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA
GESTIONE DELLE ATTIVITA’



Prescrizione di visite specialistiche. Il Pdf deve
individuare i professionisti “dedicati” ai bambini
Contatti con gli Ospedali. Spesso per il Pdf gli accessi
sono impegnativi ed i contatti telefonici sono
problematici. Molto promettente si è dimostrato
essere l’uso di internet e della posta elettronica, con
possibilità di inviare anche referti
Le visite domiciliari possono essere effettuate:
- In giornata, se richieste entro le ore 10
- Entro le ore 12 del giorno successivo, se richieste dopo le 10
PIANO DELLA LEZIONE





ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA GESTIONE
DELLE ATTIVITA’
LE FORME ASSOCIATIVE
GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI ED IL SELF HELP
AMBULATORIALE
Le Forme Associative:
una importante modalità organizzativa
del lavoro








Rispondono ad una esigenza culturale, più che normativa:
rompere l’isolamento umano e professionale del Pediatra
“single”
Caratteristiche delle forme associative
Elementi cardine: team e sede comune o centralizzata
Apertura media giornaliera al pubblico di almeno 5 ore con
risposta telefonica diretta all’utenza
Maggiore efficienza e migliore gestione dell’urgenza
Migliore risposta ai bambini con cronicità ed ai bisogni
emergenti
Più facile ricorso al self-help diagnostico e migliore utilizzazione
delle competenze sub-specialistiche dei membri del gruppo
Sono state riscontrate performance più elevate se i membri
dell’associazione sono almeno tre
Pediatria in associazione



Integrazione ed interazione tra più pediatri, operanti ciascuno
presso il proprio studio
Presupposto operativo della continuità assistenziale
Caratteristiche: il team, la eventuale sede principale
amministrativa, la rete informatica remota, il personale di
studio, il self-help, gli specialisti di fiducia
Problematiche


Difficoltà delle famiglie a condividere il proprio pediatra
Difficoltà nella condivisione fra i pediatri membri di :
comportamenti, linee guida, miglioramento continuo della
qualità
Comunque, le forme associative rappresentano il futuro
della medicina di famiglia
Le forme associative
ACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE
Le forme associative sono finalizzate a:
a) erogare
prestazioni
di
tipo
diagnostico,
preventivo,
terapeutico e di educazione sanitaria;
b) erogare assistenza riabilitativa, ambulatoriale e domiciliare;
c) realizzare adeguate forme di continuità dell’assistenza e
delle cure anche attraverso modalità di integrazione
professionale tra pediatri di libera scelta ed altre categorie
mediche;
d) perseguire il coordinamento funzionale dell’attività dei
pediatri di libera scelta con i servizi e le attività del
Distretto in coerenza con il programma delle attività
distrettuali e quale parte integrante delle equipe territoriali
di cui all’art. 26, se costituite;
Le forme associative
ACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE
Le forme associative sono finalizzate a:
e)
realizzare forme di maggiore fruibilità e
accessibilità, da parte dei cittadini, dei servizi e
delle attività dei pediatri di libera scelta, anche
prevedendo la presenza di almeno uno studio nel
quale i pediatri associati svolgono a rotazione
attività concordate;
f) perseguire maggiori e più qualificanti standard
strutturali, strumentali e di organizzazione della
attività professionale;
g)condividere ed implementare linee guida diagnostico
terapeutiche per le patologie a più alta prevalenza
e attuare momenti di verifica periodica.
Le forme associative
ACCORDO COLLETTIVO NAZIONALE
Al fine di conseguire un più elevato livello delle prestazioni e per
facilitare il rapporto tra cittadino e pediatra di libera scelta i pediatri
iscritti negli elenchi della pediatria di famiglia possono concordare e
realizzare forme di lavoro associativo, secondo le modalità, i principi e
le tipologie indicate ai commi successivi e negli Accordi Regionali ed
Aziendali.
Le forme associative oggetto dell’Accordo sono:
a) la pediatria di gruppo;
b) la pediatria in associazione;
c) la pediatria in rete.
Le forme associative
ACCORDO REGIONALE SICILIA
L'associazionismo tra pediatri di famiglia, aumentando la
disponibilità di ore di apertura degli ambulatori, ha lo scopo di
migliorare l'assistenza al bambino, di elevare il livello delle
prestazioni, consentendo di ridurre gli accessi impropri a
strutture ospedaliere di pronto soccorso e/o di emergenza. Il
piano sanitario nazionale 2003-2005 ha inoltre individuato le
forme associative come una delle soluzioni ai bisogni di continuità
assistenziale, per una maggiore copertura oraria dell'attività
ambulatoriale.L'attività che ogni pediatra svolge nell'ambito delle
forme associative è da intendersi come attività svolta a favore
degli assistiti degli altri pediatri facenti parte dell'associazione.
Secondo quanto previsto dagli artt. 51, 52 e 53 del D.P.R. n.
272/00 le forme associative sono le seguenti:
1) pediatria di gruppo;
2) pediatria in associazione;
3) pediatria in rete.
Le forme associative
ACCORDO REGIONALE SICILIA
Pediatria di Gruppo
La percentuale di associazioni è prevista nella misura del 5% degli assistiti nell'ambito
regionale. La pediatria di gruppo si caratterizza per i seguenti requisiti:
in ogni caso deve essere assicurata dai pediatri del gruppo l'assistenza
nella sede unica per almeno cinque ore giornaliere, distribuite nel
mattino e nel pomeriggio. Nella giornata di sabato e nei giorni
prefestivi deve essere assicurata da almeno uno dei pediatri del
gruppo la ricezione delle richieste di visite;
non possono effettuarsi variazioni di scelta all'interno del gruppo senza
l'autorizzazione del pediatra scelto dall'assistito, ……;
all'interno del gruppo può adottarsi il criterio della rotazione interna
per sostituzioni, per la partecipazione a congressi, corsi di
aggiornamento o di formazione permanente, ……, purché dette
sostituzioni non comportino disservizio nell'erogazione dell'assistenza;
la suddivisione delle spese di gestione dell'ambulatorio viene liberamente
concordata ……
Le forme associative
ACCORDO REGIONALE SICILIA
Pediatria di Gruppo
a) l'associazione è libera, volontaria e paritaria;
b) l'accordo che costituisce la pediatria di gruppo è liberamente
concordato ……;
c) del gruppo possono far parte due o più pediatri che svolgono in modo
esclusivo l'attività di medico convenzionato, nello stesso ambito
territoriale di scelta ………;
d) la sede della pediatria di gruppo è unica;
e) ciascun pediatra può far parte soltanto di un gruppo;
f) ciascun partecipante al gruppo è disponibile a svolgere la propria
attività anche nei confronti degli assistiti degli altri pediatri del
gruppo, anche mediante l'accesso reciproco agli strumenti di
informazione di ciascun medico, pur nella tutela dei fondamentali
principi del rapporto fiduciario e della libera scelta da parte
dell'assistito;
Le forme associative
ACCORDO REGIONALE SICILIA
Pediatria in Associazione
… la percentuale di associazioni è prevista nella misura del 30% degli assistiti nell'ambito
regionale… La pediatria in associazione si caratterizza per i seguenti requisiti:
a)dell'associazione fanno parte due o più pediatri operanti nello stesso comune o
nello stesso ambito territoriale o in ambito territoriale limitrofo; nel caso di
ambiti limitrofi appartenenti ad aziende diverse, specifiche deroghe possono
essere autorizzate …;
b)i pediatri eleggono un referente per i rapporti con l'Azienda di competenza;
c)l'attività coordinata dell'associazione, distribuita tra mattina e pomeriggio, deve
assicurare almeno cinque ore giornaliere e per cinque giorni la settimana, con
apertura sino alle ore 19,00;
d)l'accordo è liberamente concordato tra i medici partecipanti e depositato …;
e)è possibile l'associazione di uno o più pediatri con medici di medicina generale;
f)ciascun pediatra presta la propria opera presso il proprio ambulatorio, anche per
gli assistiti degli altri componenti dell'associazione, per le visite non differibili o
per particolari indagini eseguibili con strumenti presenti in uno degli studi
associati;
g)dell'associazione fanno parte soltanto pediatri che svolgono l'attività di medico
convenzionato;
Pediatria in Associazione
l'organizzazione del lavoro è stabilita autonomamente all'interno
dell'associazione, può adottarsi inoltre un criterio di rotazione interna per
ogni tipo di sostituzione;
i)
qualora all'interno dell'associazione si realizzasse un sistema informatico
comune, tale da consentire a ciascun pediatra l'accesso alle informazioni
cliniche di assistiti degli altri pediatri, …, si applica … quanto previsto dalla
pediatria in rete;
k) è possibile l'attività coordinata di due o più associazioni, operanti nello
stesso comune ambito territoriale o su ambiti territoriali limitrofi, …, purché
la situazione oro-geografica sia favorevole e i pediatri delle rispettive
associazioni siano disponibili a svolgere la propria attività ambulatoriale nei
confronti degli assistiti dei pediatri dell'altra associazione; la richiesta …;
nel caso le due associazioni insistano su Aziende unità sanitarie locali
diverse, l'attività dovrà essere autorizzata dai rispettivi comitati di
azienda;
l)
la condivisione ed implementazione di linee guida diagnostico terapeutiche per
le patologie a più alta prevalenza;
m) la realizzazione di momenti di revisione della qualità delle attività e
dell'appropriatezza prescrittivi interna all'associazione e per la promozione
di comportamenti prescrittivi uniformi e coerenti con gli obiettivi dichiarati
dall'associazione;
n) ….
h)
Le forme associative
Le forme associative
Le forme associative
Le forme associative
Le forme associative
Le forme associative
Le forme associative
Le forme associative
PEDIATRIA IN ASSOCIAZIONE
Le forme associative
PEDIATRIA IN ASSOCIAZIONE
PIANO DELLA LEZIONE
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ORGANIZZAZIONE DELLA PEDIATRIA DI
FAMIGLIA IN ITALIA E L’ASSISTENZA EROGATA
L’ORGANIZZAZIONE DELLO STUDIO DEL
PEDIATRA DI FAMIGLIA
L’ACCESSO IN AMBULATORIO E LA GESTIONE
DELLE ATTIVITA’
LE FORME ASSOCIATIVE
GLI STRUMENTI DI DIAGNOSI ED IL SELF HELP
AMBULATORIALE
Dotazioni e strumentazione dello
studio
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Sala di accesso ampia e confortevole
Luminosità e ricchezza di colori
Saletta per gli adolescenti
Fonti di informazioni: avvisi, bacheche, schede, riviste,
manifesti,
Frigorifero: soprattutto per vaccini e farmaci che necessitano di
essere conservati alla temperatura di 2-8 C°
Bagni: debbono essere almeno due: uno per l’utenza, con
disponibilità di un fasciatoio
Telefono con cord-less e/o telefonino
Fotocopiatrice ( oppure scanner di buona qualità)
Computer con stampante e collegamento veloce ad internet
Strumenti molto utili: otoscopio pneumatico, scoliometro, kit
per boel test, paletta per cover test, lampada di Wood,
microscopio con vetrini e camera di Burker, altri strumenti e
materiali per il self-help diagnostico
Strumenti indispensabili
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Lettini da visita
Bilance
Statimetri (anche con bilance a pedana)
Paidometro
Metri a nastro
Fonendoscopi per varie età; neonato, bambino, adulto
Oto-oftalmoscopio
Sfigmomanometri: con almeno 3 bracciali di diversa grandezza
Termometri: soprattutto a resistenza elettrica
Sorgenti luminose puntiformi
Tavole ottometriche
Kit rianimazione: cannule, Ambu, etc.
Kit stereo test
Materiale per medicazioni: garze, cerotti, etc.
Considerazioni su alcune prestazioni di Self-Help
diagnostico e di particolare interesse
professionale (PIP)
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Conta leucocitaria ed esame microscopico delle urine. Sono
necessari: microscopio, pipetta, camera di Burker
Micro – VES. Sono necessari: capillare da ematocrito sigillato alla
base, più 1 goccia di sangue, da porre in posizione verticale per 1 ora
Agglutinine a frigore. Sono necessarie 4-5 gocce di sangue poste in
una provetta con 1 goccia di EDTA che viene immersa in un bicchiere
di acqua e ghiaccio. Si ruota per 30sec: si rilevano delle granulosità che
scompaiono a 37 gradi
Scotch test. Si applica lo scotch la mattina prima di lavare il bambino
sulle pieghe perianali. Si osserva poi al microscopio, ponendo il lato
adesivo sul vetrino
Ricerca SBEGA. Ha una sensibilità quasi del 100%. Il Kit è composto
da un tampone, più specifici reattivi per svelare alcuni antigeni dello
Streptococco. Dovrebbe essere utile per evitare l’uso di antibiotici non
necessari
Luce di Wood. I raggi ultravioletti svelano la fluorescenza di alcune
infezioni: Tinea, Pseudomonas, etc
Otoscopia pneumatica. L’utilizzo di un otoscopio con attacco per
pompetta permette la rilevazione della mobilità e delle caratteristiche
del timpano
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Skin prick test. Si pongono gocce sulla pelle, ciascuna
contenente un allergene diverso; si buca superficialmente la
cute; si confrontano le reazioni dopo 20-30 minuti con quella
dell’istamina
Impedenzometria e microtimpanometria. Gli strumenti
realizzano un grafico che esprime l’elasticità del timpano
Audiometria tonale. L’esame della ricezione di suoni
corrispondenti a vari hertz e decibel è utilissimo per lo
screening delle ipoacusie e per la diagnosi delle patologie
dell’orecchio medio.
Scoliometria. Il collocamento dello scoliometro in
corrispondenza delle apofisi vertebrali fa apprezzare l’angolo di
rotazione delle vertebre, facendo piegare e risollevare il
soggetto. Il self-help ortopedico utilizza anche: goniometri, fili
a piombo, livelli, metri, stecche per immobilizzazioni, etc.
Spirometria. Permette di studiare la funzione respiratoria del
bambino collaborante. Parametri indispensabili: FEV1, VEMS. Il
PEF può essere determinato dai pazienti anche con semplici
misuratori di flusso
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Oftalmoscopia. Permette un migliore esame obiettivo e
la ricerca del riflesso rosso retinico soprattutto nella
primissima infanzia.
Podoscopia. Il podoscopio illumina e riflette la pianta dei
piedi. E’ utilissimo per rivelare i veri piattismi e varie
anomalie dei piedi.
Boel test. Costituisce una sorta di screening delle
ipoacusie e dei ritardi dello sviluppo neuro-senso-motorio.
Può essere eseguito dal sesto mese in poi
Stereo test di Lang, tipo I e II. Sono utili per lo studio
della visione bioculare e per lo screening dell’ambliopia
Tavole ottometriche. Permettono la rilevazione
dell’acuità visiva. Devono essere di vario tipo, con: lettere,
disegni, lettere E con differenti orientamenti e dimensioni
SPIROMETRIA
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FEV1 : flusso massimo espirato in un
secondo
FVC : Capacità vitale forzata
FEF 25-75: flusso medio espiratorio
PEF: picco di flusso espiratorio
Evidence based medicine (EBM) e
Pediatria di famiglia
Obiettivi
 Integrare l’esperienza clinica individuale con le migliori
evidenze scientifiche
 Orientare le proprie decisioni tenendo conto sia delle
esigenze e dei valori dei pazienti, sia della tipologia delle
evidenze scientifiche
 L’evidenza scaturisce dalle ricerche cliniche e dalle loro
revisioni sistematiche
Ulteriori obiettivi della Pediatria di Famiglia,
esperienza unica in Europa
 Miglioramento dei dati riguardanti mortalità e
morbilità
 Miglioramento della qualità di vita e di salute
 Scomparsa di gravi condizioni epidemiche
 Riduzione del numero e dei tempi dei ricoveri
ospedalieri
Ulteriori obiettivi “in corso”
 Miglioramento continuo della qualità
 Incremento dell’allattamento materno
 Miglior controllo degli incidenti domestici
 Ulteriore estensione delle vaccinazioni
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