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PERSONALIZZARE
I DSA e LA SCUOLA FEBBRAIO 2010 Rossi Viviana Dirigente scolastico e membro del Comitato Scuola AID • • • • VIDEO PANORAMICA SUI DSA PERSONALIZZAZIONE L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA NEI DOCENTI, NELLA FAMIGLIA E NELL’ALLIEVO • STRATEGIE DIDATTICHE E STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI • PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO VIDEO: “COME UNA MACCHIA di CIOCCOLATO” Raccontarsi per raccontare la dislessia … da un’idea di Federica Brembati e Roberta Donini Nel filmato ragazzi dislessici di varia età parlano della loro esperienza in una serie di interviste. I vari racconti mettono in luce: •La frustrazione nello scoprirsi “incapaci” •La fatica della ricerca di un “perché” •Il sollievo di poter “superare l’incapacità “ Promuovere conoscenza dei DSA in tutti … ALLIEVI e DOCENTI Visione del filmato per tutte le classi A cui possono seguire singoli momenti di discussione in classe Per i nostri allievi dislessici è molto importante riconoscersi nei protagonisti del filmato, che hanno ormai superato i momenti più difficili e osano parlare apertamente del loro “disturbo” Per gli altri ragazzi si tratta di un’occasione per ricevere informazioni corrette su un argomento che può facilmente riguardare un loro amico, un fratello, magari loro stessi Per i docenti è un pretesto utile per introdurre l’argomento in classe (sempre in accordo con dislessici!) La scuola copre solo una piccola parte dell’ apprendimento … l’insegnamento è un modo, ma non il solo per conseguire l’apprendimento NICHOLAS NEGROPONTE E.T. non ce la fa a capire questa strana istituzione chiamata SCUOLA Sono venuto a scuola per conoscere questo pianeta e imparare come si vive sulla Terra. Voi mi avete rinchiuso in un'aula per 5 ore al giorno, a volte 6, immobile su un banco, per 9 mesi. Redarguito quando provavo ad alzarmi o a parlare con qualche recluso come me. Unico movimento consentito alzare un braccio (nemmeno due) per rispondere alle strane domande del terrestre di turno dietro al tavolo. Neanche un'ora d'aria, solo 10 minuti di intervallo. E ora mi bocciate e volete rinchiudermi qui per un altro anno, fra gli stessi muri, ad ascoltare gli stessi salmi di strampalati umani e a stressarmi quando esco di qui a ripetere e ripetere ancora quei salmi. Così non era scritto in Wikipedia, l'enciclopedia che mandate in giro per l'etere. "SCUOLA" non aveva niente a che fare con costrizione, fatica, ansie, punizioni. Ecco come sono stato ingannato E allora perchè mi bocci?" SCUOLA significa ozio, tempo lontano da ogni fatica e preoccupazione. SCUOLA, infatti, deriva dal greco "scholé", che vuol dire "riposo"; questo perché nell’antichità gli uomini trascorrevano i pochi momenti liberi dalle armi o dai campi nell'esercizio della mente Un caso paradigmatico C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] Volevo raccontare il dolore, la sofferenza di non capire. Il libro parla di me.” C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] … Insomma andavo male a scuola … Refrattario dapprima all'aritmetica, poi alla matematica, profondamente disortografico, poco incline alla memorizzazione delle date e alla localizzazione dei luoghi geografici, inadatto all'apprendimento delle lingue straniere, ritenuto pigro (lezioni non studiate, compiti non fatti), portavo a casa risultati pessimi che non erano riscattati né dalla musica, né dallo sport né peraltro da alcuna attività parascolastica. C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] Nessuna scusa per la sua somaraggine Viveva in un’ottima famiglia, senza conflitti, con una buona cultura, fratelli che andavano bene a scuola,… …nessun divorzio, nessun alcolizzato, nessun caratteriale, nessuna tara ereditaria, … C’era chi lo aiutava nei compiti Eppure, un somaro. C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] = Pessimo allievo diverrà ottimo insegnante e scrittore Biografia: Figlio di un militare di evidenti origini italiane (il suo vero cognome è infatti Pennacchioni, Daniel Pennac nasce nel 1944 a Casablanca, Pessimo allievo, solo verso la fine del liceo ottiene buoni voti, quando un suo insegnante comprende la sua passione per la scrittura e al posto dei temi tradizionali gli chiede di scrivere, a puntate settimanali, un romanzo. Consegue la laurea in lettere all'Università di Nizza, diventando contemporaneamente insegnante e scrittore. Ormai in pensione dall'insegnamento, vive nel quartiere parigino di Belleville assieme alla moglie. Nel 2002 ha ricevuto il Premio Grinzane Cavour. Nel 2005 è stato insignito della Legion d'onore per le arti e la letteratura. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Renaudot.[1] C. Cappa: [email protected] Molti alunni con DSA si sentono proprio come E.T. o come Pennac !!!! PANORAMICA SUI DSA D S A non è acronimo di: Disattento Stupido C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] Asino MA… … ma DSA è acronimo di : Disturbo Specifico di Apprendimento C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] E’ intelligente, ma non va bene a scuola: potrebbe essere un DSA! I Disturbi evolutivi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi delle abilità scolastiche Essi si caratterizzano per: - una lettura faticosa, lenta e scorretta dovuta alla difficoltà ad automatizzare la trasformazione fra i segni grafici e i suoni (dislessia); - il manifestarsi di frequenti errori ortografici causati da difficoltà nell’aspetto costruttivo della scrittura (disortografia); - la presenza di una grafia poco chiara e difficilmente comprensibile riconducibile ad una difficoltà esecutiva della scrittura (disgrafia); - una difficoltà nei calcoli e ad operare con i numeri (discalculia). I DSA sono tutte difficolta’ selettive SONO SPECIFICI… perché sono circoscritti solo ad alcuni processi indispensabili all’apprendimento: cioè quelli che normalmente vengono chiamati automatismi (lettura, scrittura, memorizzazione di tabelline e formule, … , …) I DSA… NON NON NON NON NON NON sono sono sono sono sono sono UNA MALATTIA conseguenza di UN BLOCCO PSICOLOGICO conseguenza di UN BLOCCO EDUCATIVO conseguenza di UN BLOCCO RELAZIONALE dovuti a DEFICIT DI INTELLIGENZA dovuti a DEFICIT SENSORIALI I DSA SONO CARATTERISTICHE… GENETICHE CONGENITE NEUROBIOLOGICHE Essi sono EVOLUTIVI, … … cioè sono disturbi che si manifestano in età scolastica e si modificano nel tempo: per questo si parla di Dislessia Evolutiva,… “La Dislessia Evolutiva (DE) è una difficoltà selettiva nella lettura, in presenza di capacità cognitive adeguate e di adeguate opportunità sociali e relazionali, e in assenza di deficit sensoriali e neurologici.” (Brizzolara e Stella) LA DISLESSIA EVOLUTIVA È IL PROTOTIPO DEI DSA… …CAPACITÀ COGNITIVE ADEGUATE… e… ADEGUATE OPPORTUNITÀ SOCIALI e RELAZIONALI I Disturbi Specifici di Apprendimento si hanno, quindi, solo in bambini o ragazzi con quoziente di intelligenza nella norma: il ragazzo è intelligente e, alcune volte, persino più degli altri ….. va a scuola con regolarità, frequenta amici, ecc. … ma… Ha continui INSUCCESSI C. Cappa: [email protected] DISAGIO DISAGIO DISAGIO Comportamento in classe può ragazzo “tappezzeria” ragazzo “rompiscatole” bla bla C. Cappa: [email protected] Il COMPORTAMENTO … è il 1° campanello d’allarme? I PROBLEMI COMPORTAMENTALI in un ragazzo con DSA SONO CONSEGUENZA di un DSA NON RICONOSCIUTA I DSA DISLESSIA Difficoltà nella lettura DISORTOGRAFIA Difficoltà nell’ortografia DISGRAFIA Disturbi specifici delle prassie della scrittura DISCALCULIA DISTURBO SPECIFICO DI COMPRENSIONE DEL TESTO Deficit del sistema di elaborazione dei numeri e del calcolo Difficoltà nell’ordinare, associare, gerarchizzare le informazioni all’interno di un testo. SPESSO SI ASSOCIANO altri DISTURBI D S A I disturbi specifici dell’apprendimento comportano difficoltà scolastiche che, di solito, compaiono già nei primi anni di scuola e persistono negli anni successivi pur presentando una diversa espressività nelle differenti fasi evolutive Per chi ha un DSA • LEGGERE … • SCRIVERE … • CONTARE … non sono abilità automatiche È frequente che un bambino dislessico sia contemporaneamente disortografico e disgrafico quindi ciò che scrive è anche poco decifrabile Dov’è il ragazzo con un DSA? Luisa Molinas – CTR Cagliari Non ha marcatori biologici evidenti Non ha “identità” sociale fuori dalla scuola Luisa Molinas – CTR Cagliari Chi è il ragazzo con DSA? Problemi relazionali Danni cerebrali acquisiti Problemi psicologici Problemi familiari Deficit cognitivo Deficit uditivo No adeguate opportunità Deficit neurologico Deficit visivo sociali C. Cappa: [email protected] La dislessia è una dis-abilità “scolastica” INVISIBILE Quanti allievi con DSA dobbiamo aspettarci per classe? Purtroppo in Italia la dislessia è poco conosciuta, benché si calcoli che riguardi il 3-4% della popolazione scolastica. L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA CONSAPEVOLEZZA … • Famiglia • Insegnanti • Bambino/ragazzo • Compagni La consapevolezza delle proprie difficoltà e dei propri punti di forza è il primo atto utile ad accrescere la stima di sé, dato che consente di abbandonare la paura. Attraverso l’uso di strategie adatte si arriva ad avere più sicurezza e di conseguenza più autonomia. Cosa devono fare i genitori ? I genitori devono: - informarsi sul problema - cercare una appropriata valutazione diagnostica - discutere del problema con gli insegnanti - aiutare il ragazzo nelle attività scolastiche - utilizzare strumenti alternativi alla pura lettura (cassette, cd, video, computer) Profilo dell’insegnante Il Referente Dislessia deve …… • Essere insegnante curricolare a Tempo Indeterminato • Essere motivato e interessato ad accrescere la sua formazione e ad organizzare quella dei colleghi • Avere capacità relazionali e competenze nell’ambito della gestione delle dinamiche di gruppo • Conoscere le potenzialità didattico – organizzative offerte dal Regolamento dell’autonomia e dalla normativa in genere • Essere disponibile a lavorare in rete all’interno/ esterno • Aver libero accesso alle diagnosi per poter aiutare i colleghi … per poter garantire…… • • • • • • Programmazione di indagini di screening Promozione aggiornamento Consulenza nella scuola Valutazione per invio servizi sanitari Comunicazione scuola-famiglia Comunicazione con servizi territoriali e nazionali • Organizzare, nell’ambito degli incontri di continuità, il passaggio delle informazioni degli allievi che si iscrivono ad altra scuola. Cosa devono fare gli insegnanti ? Gli insegnanti devono: - riconoscere e accogliere realmente la "diversità"; - parlare (in accordo con lo studente con DSA) alla classe e non nascondere il problema; - spiegare alla classe le diverse necessità dell'alunno dislessico e il perché del diverso trattamento; - collaborare attivamente con i colleghi per garantire risposte coerenti al problema; - comunicare con i genitori e convincerli che la loro “accettazione del problema” avrà solo conseguenze positive per tutti Ma come? • Partendo dalla semplice spiegazione di che cosa sono i DSA,… • Sottolineando che si tratta di un diverso funzionamento in soggetti dal quoziente intellettivo pari e, spesso, superiore alla norma, … • Constatando che siamo tutti diversi (a partire dall’aspetto fisico, dal carattere,… fino al funzionamento del cervello). • Portando vari esempi: occhiali, stampella, bastone, apparecchio denti, carrozzella. • Spiegando che ognuno di noi ha esigenze diverse per riuscire a rendere di più e meglio a livello scolastico - Sottolineando come, essendo tutti diversi, per ognuno si attueranno strategie diverse e valutazioni diverse (es. che tengano più in considerazione il contenuto e non la forma) Così ognuno, parlando di sé e delle proprie diverse caratteristiche, può fornire esempi e testimonianze. … Cercando di individuare insieme la metodologia vincente Quali sono le caratteristiche di un ragazzo con DSA nella Scuola Primaria? - - Discrepanza tra le abilità del dominio interessato e l'intelligenza globale Difficoltà nella associazione grafema-fonema e viceversa Mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura Eccessiva lentezza Incapacità di produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile Sostituzione di suoni simili - Difficoltà nei digrammi - Punteggiatura ignorata - Difficoltà ad imparare le tabelline - Difficoltà nel memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche Lettere e numeri scambiati Riconoscimento di piccole quantità Lettura e scrittura dei numeri fino a 10 Calcolo orale entro la decina anche con supporto concreto Difficoltà a ricordare i termini specifici delle discipline, le epoche storiche, le date degli eventi Quali sono le caratteristiche di un ragazzo con DSA nella Scuola Secondaria di I grado? 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. discrepanza tra le abilità del dominio interessato e l'intelligenza globale difficoltà evidente di copiare dalla lavagna eccessiva distanza dal testo e postura particolare per leggere perdita della riga e salto della parola in lettura difficoltà ad utilizzare armoniosamente lo spazio del foglio disgrafia: macroscrittura e/o microscrittura omissione delle lettere maiuscole difficoltà a riconoscere i diversi caratteri tipografici confusione e sostituzione di lettere in particolare con l'uso dello stampato minuscolo 10.difficoltà nei suoni “difficili” : chi/che ghi/ gh- gn/gl 11.sostituzione di suoni simili: p/b - d/t - m/n - r/ls/ z 12.inadeguata padronanza fonologica generale 13.doppie 14.punteggiatura ignorata o inadeguata 15.difficoltà ad imparare l'ordine alfabetico e ad usare il vocabolario 16.lettere e numeri invertiti o ruotati : 31 / 13 - p/b - sc/cs... a/e - u/n Quali sono le caratteristiche di un ragazzo con DSA nella Scuola Secondaria di II grado? • Discrepanza tra le abilità del dominio interessato e l'intelligenza globale • Difficoltà ortografiche residue • Lentezza nei processi di lettura/scrittura • Necessità di controllo volontario dei processi di basso livello • Difficoltà nel controllo delle procedure e delle regole • Difficoltà nello studio autonomo • Difficoltà nell’uso dei linguaggi specifici • Difficoltà nelle lingue straniere Cosa deve fare il docente?… Il compito più delicato per il docente è quello di creare le condizioni per rendere migliore possibile il rapporto tra la materia di studio e l’allievo Lo studente deve diventare SOGGETTO ATTIVO DELL’APPRENDIMENTO • Lo studente è impegnato nel porre e cercare risposte a problemi, nel progettare, nel fare finalizzato, non solo nel “recepire”. • L’insegnante presta attenzione alle conoscenze e competenze che lo studente ha acquisito anche in modo non formale e informale (come i “nuovi” linguaggi e le competenze digitali). • La metodologia “preferita” è quella del “cooperative learning”, che permette una “costruzione comune” di “oggetti”, procedure, concetti. CISEM 27/3/2009 - a cura di Daniela Bertocchi 49 Cooperative learning “informale” Il Cooperative Informale rappresenta il ponte tra attività tradizionali e attività strutturate in Cooperative Learning. Con Cooperative Learning Informale si indicano tutti quei modi brevi e specifici di lavorare in gruppo che possono precedere o seguire una presentazione o spiegazione da parte dell’insegnante, un’esercitazione individuale, ecc. • Esempi di Cooperative informale sono: – la discussione a coppie prima della lezione; – la preparazione alla lezione a coppie; – il brainstorming a gruppi e poi collettivo – la presa di appunti e/o la schematizzazione a coppie – La auto/eterovalutazione in coppie. Il Cooperative Learning Informale è legato ad attività di durata breve che possono essere adattate al canovaccio delle lezioni tradizionali. CISEM 27/3/2009 - a cura di Daniela Bertocchi 50 L’individuo dislessico impara meglio da un approccio: I. Buone pratiche trasversali Ian Smythe - Jyväskylä University - Finland Congresso Europeo 2005 Secondo Umberto Tenuta, nella scuola di oggi… NON SI DOVREBBERO PIU’ FARE LEZIONI Alle lezioni si dovrebbero sostituire le Unità di apprendimento. Gli alunni apprendono attraverso i processi della ricerca/riscoperta/reinvenzione/costruzione dei saperi, nella forma del Cooperative learning. E così operando, non solo apprendono conoscenze, ma acquisiscono anche capacità ed atteggiamenti, che sono le finalità fondamentali che la scuola deve perseguire, per assicurare il successo formativo a tutti gli alunni. Solo in questo modo si attua la PERSONALIZZAZIONE EDUCATIVA, che risolve definitivamente il problema dell’integrazione degli alunni cosiddetti diversamente abili, perché solo così si potrà avere una scuola su misura per una società complessa qual è quella attuale. CON QUALI LINEE METODOLOGICHE? • Didattica integrata di laboratorio • Didattica metacognitiva • Predisposizione e-o produzione di materiale facilitato • Apprendimento cooperativo • Ricerca—azione RUOLO DEL DOCENTE MEDIATORE DI CONOSCENZA SUO OBIETTIVO FINALE INSEGNARE AD APPRENDERE AUTONOMAMENTE SPIEGARE ALLA CLASSE LE DIVERSE NECESSITÀ DELL'ALUNNO DISLESSICO E IL PERCHÉ DEL DIVERSO TRATTAMENTO SENZA AVER “PAURA” DI FARE DELLE INGIUSTIZIE! Infatti… ”Non c’è peggiore ingiustizia del dare cose uguali a persone che uguali non sono”. Don Lorenzo Milani QUESTA NON è GIUSTIZIA! La mia giustizia “Non intendo trattare neppure due di voi allo stesso modo. E niente proteste al riguardo. Alcuni dovranno scrivere lunghe relazioni, altri avranno il permesso di farle più corte; alcuni dovranno leggere articoli chilometrici, altri articoli brevi. Così stanno le cose. Ognuno apprende in modo diverso e se qualcuno ha esigenze particolare, me lo faccia sapere e io penserò a studiare qualcosa di più adatto a lui. Ma non voglio sentire lamentele su quello che faccio per gli altri”. M. Levine Ovviamente, occorre cogliere al volo le occasioni offerte dagli allievi stessi e servirsene per approfondire, integrare, chiarire… Un testo utile per affrontare l’argomento in classe è “Storie di normale dislessia” di Rossella Grenci e Daniele Zanoni Quindici storie di dislessici famosi che, dicono gli autori, hanno avuto una vita come quella di tanti. “I geni dislessici sono stati persone particolarmente speciali perché hanno superato o aggirato gli ostacoli incontrati, realizzando i propri sogni e desideri.” Albert Einstein, Leonardo Da Vinci, Galileo Galilei, Napoleone, Pablo Picasso, Agatha Christie, …. Fondamentale, quindi, che gli insegnanti • - • • chiariscano il diverso funzionamento, rispetto all’apprendimento, dei compagni D.S.A. chiedano addirittura l’aiuto del gruppo classe per favorire il loro apprendimento (lettura testi, rinforzo orale, aiuti nella scrittura…) spieghino chiaramente il perché dell’utilizzo degli strumenti compensativi e delle misure dispensative osservino gli atteggiamenti e le strategie utilizzate dagli allievi D.S.A. li consultino per individuare INSIEME le metodologie da applicare per ottenere un successo formativo Ovviamente… È necessario il consenso dell’alunno D.S.A. prima di parlarne con i suoi compagni di classe IN SINTESI… … dal punto di vista pedagogico, GLI INSEGNANTI, anziché puntare sull'uniformità degli interventi educativi e scolastici, devono essere in grado di interpretare i diversi bisogni degli allievi e di valorizzarne le caratteristiche peculiari. In alternativa al modello della scuola uniforme e centralizzata… … si può immaginare un modello educativo e scolastico incentrato sulla capacità delle comunità di mettere in campo buone pratiche capaci di far interagire, secondo i bisogni delle specifiche comunità, tradizione e innovazione, responsabilità e vincoli sociali. Considerati dal punto di vista sistemico, i processi educativi risultano, da un lato, l'esito dell'interazione di istituzioni e agenzie che agiscono nell'educativo/formativo e, dall'altro, capaci di rispondere alle nuove aspettative educative. A questa condizione la PERSONALIZZAZIONE sfugge al rischio di ridursi a una semplice pratica didattica tradizionale, e si traduce in una strategia di ampio respiro, che restituisce alle comunità il compito educativo che costitutivamente spetta loro. La prospettiva è quella della PERSONALIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO Solo così si promuovono l'apprendimento e i comportamenti degli alunni nel rispetto: • dei loro ritmi di crescita, • delle loro specifiche intelligenze, • dei loro ambienti di provenienza, • delle loro aspettative personali e familiari. INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE M. Baldacci (“Individualizzazione”, da Voci della scuola, a c. di G. Cerini e M. Spinosi, “Notizie della Scuola”, Tecnodid, Napoli 2003). «Individualizzazione si riferisce alle strategie didattiche che mirano ad assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento delle competenze fondamentali del curricolo, attraverso una diversificazione dei percorsi di insegnamento. Personalizzazione indica invece le strategie didattiche finalizzate a garantire a ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva, attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità intellettive (capacità spiccata rispetto ad altre/punto di forza). In altre parole, la PERSONALIZZAZIONE ha lo scopo di far sì che ognuno sviluppi propri personali talenti Nella INDIVIDUALIZZAZIONE gli obiettivi sono comuni per tutti, nella PERSONALIZZAZIONE l’obiettivo è diverso per ciascuno (pluralità di percorsi formativi/piste indirizzate verso destinazioni differenti, possibilità di scelta da parte dell’alunno, grado di consapevolezza circa il proprio profilo di abilità, realizzazione di un adeguato contesto didattico). Aiutare ogni studente a sviluppare una propria forma di talento è probabilmente un obiettivo altrettanto importante di quello di garantire a tutti la padronanza delle COMPETENZE fondamentali: sapere, saper essere, essere. IMBOCCARE LA VIA DELL’ … 'APPRENDIMENTO PERSONALIZZATO', significa che “l'organizzazione della scuola dovrà articolarsi attorno ai bisogni, agli interessi e alle attitudini di ogni allievo” che, attraverso l'impegno consapevole a fianco dei docenti, diventerà così “coproduttore” della propria educazione. G. Bertagna “… ‘INDIVIDUALIZZAZIONE’ significa impegno per dare a tutti lo stesso bagaglio di COMPETENZE …, sebbene in TEMPI, MODI e CONDIZIONI DIVERSE, ADATTE A CIASCUNO e prendere atto che alla promozione delle competenze finali del Profilo educativo,culturale e professionale dello studente alla fine del primo o del secondo ciclo, contribuisce non soltanto l’istruzione scolastica formale, ma anche tutto l’insieme delle istituzioni educative presenti in un territorio, a partire da quella fondamentale della famiglia, per cui lo stesso utilizzo dei tempi, degli spazi e dei modi di apprendimento della scuola può, anzi deve, essere diverso a seconda delle esigenze e delle esperienze di ciascuno…….. ‘ ./… …… “PERSONALIZZARE” significa trovare e assicurare le condizioni organizzative, professionali e umane perché questi processi di ‘individualizzazione’ non siano mai decisi da altri, magari in maniera burocratica, ma sempre ragionati, conosciuti e scelti da ogni studente, insieme alla sua famiglia, come un arricchimento di sé e come una condizione per integrarli in un personale progetto di vita. Secondo l’ inglese Charles Leadbeater La PERSONALIZZAZIONE è “partecipazione e co-creazione di valore tra utenti e produttori”. “L'apprendimento personalizzato si basa sul principio che coloro che imparano migliorano le loro prestazioni se sono continuamente aiutati e impegnati a definire i propri obiettivi, i propri scopi di apprendimento , scegliendo le strategie più efficaci” Saggio “L'apprendimento personalizzato: il futuro dei servizi pubblici” (volume dell'OCSECERI) L'indicazione che proviene dall'Inghilterra è molto interessante Da un lato si dà come ineluttabile il fatto che, fissato un nucleo di apprendimenti essenziali , gli studenti possano disporre di una serie di opzioni di programmi e di itinerari, senza per questo gerarchizzare i percorsi, …… Dall'altro questa possibilità di scelta avrà effetti assolutamente modesti se gli studenti non troveranno un ambiente in cui siano stimolati ad appropriarsi del proprio apprendimento, e un insegnamento che faccia leva sulle diverse intelligenze, sui diversi interessi e sia sensibile ai diversi bisogni. Non si tratta di una scoperta rivoluzionaria Da Rousseau in poi la pedagogia ha imparato a riconoscere l'importanza del soggetto in formazione, così come l'intensità della relazione interpersonale e la qualità dei contesti educativi in cui si svolge. Eppure l'impianto personalizzante assume oggi un significato nuovo. La PERSONALIZZAZIONE sembra aprire possibili strade per vincere la sfida educativa contro la dispersione scolastica e per sostenere l'educazione del XXI secolo Howard Gardner (Scranton, Pennsylvania, 11-07-1943) Anche secondo Gardner , padre della teoria delle intelligenze multiple, è rischioso continuare a pensare alla scuola come semplice erogatrice di formazione linguistica e matematica, perché così si rischia di “dimenticare” quei soggetti che manifestano forme cognitive differenti (di tipo espressivo,musicale o corporeo ….) e che spesso sono “nascosti” nell'uniformità delle classi scolastiche tradizionali e “sotto stimati” sul piano dello sviluppo delle loro potenzialità. Reuven Feuerstein (Botosani, Romania, 21-08-1921 Altri apporti rilevanti sono venuti dalle pedagogie della mediazione. Feuerstein , per esempio, ha posto l'accento sulla necessità di organizzare PIANI DI APPRENDIMENTO PERSONALIZZATI dimensionati sulle capacità e necessità di ciascuno. L.Legrand, M. Altet e P. Meirieu (Alès, Francia, 29-11-1949) In certi casi la mediazione è stata interpretata soprattutto in termini di motivazione personale, mentre alcuni ricercatori stanno opportunamente insistendo sul peso dei contesti emotivo-affettivi nei quali si svolge l'apprendimento. Essi, infatti, hanno messo a punto prassi metodologiche che agiscono sia sul tempo scolastico (articolato non più in modo uniforme, ma cadenzato sui tempi di apprendimento e sui bisogni di ciascuno) sia sulle pratiche didattiche. METACONOSCENZE Questi pedagogisti riconoscono particolare importanza alle“metaconoscenze“, cioè alle abilità impiegate per comprendere il sapere. Secondo Meirieu proprio le “metaconoscenze” costituiscono la chiave per la personalizzazione dell'apprendimento. Questa affermazione si basa sulla constatazione che gli apprendimenti sono facilitati quando il soggetto è in grado di governare il suo apprendimento. Importanza della VALUTAZIONE AUTENTICA (G. Wiggins, J. McTighe). Notevoli appaiono anche le interazione tra la personalizzazione e la cosiddetta “valutazione autentica” o “valutazione per l'apprendimento”. In questa prospettiva l'azione del valutare non si riduce al solo atto di associare un giudizio numerico o verbale a un lavoro svolto. VALUTAZIONE dell’alunno SOMMATIVA Serve a ‘tirare le somme’ al termine di un percorso FORMATIVA Fornisce informazioni utilizzabili dall’alunno e dall’insegnante durante il percorso AUTENTICA Fornisce informazioni circa la padronanza delle competenze in contesti reali o realistici Dalla VALUTAZIONE FORMATIVA alla VALUTAZIONE AUTENTICA La valutazione ‘autentica’ si contrappone alla valutazione scolastica Non sempre le competenze acquisite a scuola si trasferiscono nella vita. La valutazione in contesti reali o ‘realistici’ è, al contrario, autentica e attendibile. Valutare implica … … raccogliere elementi significativi sugli esiti degli apprendimenti e le stesse situazioni valutative possono, a loro volta, rappresentare importanti esperienze di apprendimento. La “valutazione per l'apprendimento” pone al centro il soggetto che apprende, tenendo conto della sue peculiarità e diversità. La PERSONALIZZAZIONE in Europa Un forte interesse verso LA PERSONALIZZAZIONE si trova nei documenti che accompagnano i processi di riforma in atto nel Regno Unito, dai quali emerge che la personalizzazione non riguarda soltanto gli stili di apprendimento, ma anche le modalità d'insegnamento e la capacità della scuola di funzionare come una comunità di insegnanti-genitori-studenti. GENERALMENTE … … quando si parla di PERSONALIZZAZIONE si pensa spesso ad una scuola dove si moltiplicano semplicemente le offerte didattiche in modo che ciascuno si avvalga di quella che gli è più congeniale e gli consenta di apprendere in modo più efficace. Ma essa può essere qualcosa di molto più significativo. la “personalizzazione forte" La personalizzazione nel suo significato autentico prende la forma di una partecipazione e di una “co-creazione di valore”, in cui coloro che apprendono sono continuamente aiutati a definire i propri obiettivi, a elaborare i propri piani e scopi di apprendimento, a scegliere le strategie cognitive più efficaci. Il coinvolgimento personale degli alunni nelle decisioni che li riguardano, nelle scelte di ciò che apprendono, del modo di apprendere e degli obiettivi che si prefiggono costituiscono le vie maestre per farne dei soggetti capaci di apprendere per tutta la vita. La scuola della personalizzazione … … si costituisce attorno all'idea della promozione di autonomie personali, sia sul piano degli apprendimenti che su quello della costruzione del carattere. In questo caso la nozione di educazione viene proposta nel suo significato pieno. L’importanza della scuola nella società La scuola e le attività educative sono strategiche per il futuro delle società nella doppia dimensione del SAPERE e del SAPER FARE. Senza sapere il fare diventa un puro esercizio addestrativo, senza saper fare il sapere rischia di essere erudizione fine a se stessa. Dalle scienze cognitive sappiamo che… lo sviluppo delle idee e delle COMPETENZE IN TUTTE LE DISCIPLINE sono radicate nell’esperienza corporea e nella realtà fisica. IMMAGINARE E FARE hanno uno stesso substrato neuronale condiviso Bisogna mettere gli studenti in condizione di poter comprendere. APPROCCIO “SPERIMENTALE” indispensabile per i ragazzi con DSA che quindi devono “vedere”, “fare” e ”provare” per poter capire e imparare. Il luogo più adatto alla loro INTEGRAZIONE è il LABORATORIO Il LABORATORIO identifica la situazione di apprendimento che realizza, in una dimensione operativa e progettuale, l’intreccio tra più mediatori didattici: l’esperienza diretta, il ricorso a modelli e immagini, la simulazione, l’uso di codici simbolici. MEDIATORI ATTIVI (fanno ricorso all'esperienza diretta) es. l'esperimento scientifico MODALITA’ ATTRAVERSO CUI AVVENGONO GLI APPRENDIMENTI DA “LE AQUILE SONO NATE PER VOLARE” di R. Grenci – • ESPERIENZA DIRETTA (FARE) 90% • PARLARE E SCRIVERE 70% • ASCOLTARE E VEDERE (INSIEME) 50% • VISTA 30% • UDITO 20% • LETTURA 10% DOBBIAMO TENERE CONTO DEI DIVERSI STILI DI APPRENDIMENTO PRIMA CIRCOLARE MINISTERIALE SUI DSA da Nota MIUR Prot. N 4099/A/4a del 05.10.2004 Oggetto: Iniziative relative alla Dislessia … Dato che tali difficoltà si manifestano in persone dotate di quoziente intellettivo nella norma, spesso vengono attribuite ad altri fattori: negligenza, scarso impegno o interesse. Questo può comportare ricadute a livello personale, quali abbassamento dell’autostima, depressione o comportamenti oppositivi, che possono determinare un abbandono scolastico o una scelta di basso profilo rispetto alle potenzialità ….. Per ovviare a queste conseguenze, esistono STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI che si ritiene opportuno possano essere utilizzati dalle scuole in questi casi. STRUMENTI COMPENSATIVI Compensano, facilitando l’esecuzione • • • • • • tavola pitagorica, tabella delle misure, tabelle delle formule, calcolatrice, registratore, cartine geografiche e storiche, tabelle della memoria di ogni tipo computers con programmi di videoscrittura con correttore ortografico e sintesi vocale,commisurati al singolo caso cassette registrate (dagli insegnanti, dagli alunni, e/o allegate ai testi), mediante anche la • predisposizione in ogni scuola di una fonoteca scolastica contenente il testo parlato dei libri in adozione, ed altri testi culturalmente significativi • dizionari di lingua straniera computerizzati, tabelle, traduttori richiesta alle case editrici di produrre testi anche ridotti e contenenti audio- cassette o cd-rom RISOLUZIONE DI PROBLEMI I discalculici hanno difficolta’ nel recupero dei fatti aritmetici, delle formule, delle procedure aritmetiche…. QUINDI lasciamo usare: … togliendo solo le difficoltà legate agli automatismi che loro non hanno… essi potranno occuparsi bene della PARTE INTELLIGENTE del problema. LEGGIAMOGLI IL TESTO DEL PROBLEMA… oppure procuriamogli lo schema del problema Oppure per i problemi di geometria Il ragazzo puo’ sbagliare il disegno… Forniamogli il disegno!!! ATTIVITA’ DI LABORATORIO DERIVE ( www.derive.com o www.campustore.it ) Software di tipo CAS Computer Algebra System) cioe’ in grado di fornire RISULTATI esatti, SIMBOLICI (risolve simbolicamente equazioni fino al 4 grado) per: l'algebra, i grafici, la geometria analitica, la statistica, il calcolo delle probabilità Anche calcolatrice grafica CABRI 2D e CABRI 3D Per la geometria nel piano e nello spazio STRUMENTI DISPENSATIVI Personalizzano il tempo delle attività e la valutazione Valutando ogni singolo caso, si ritiene essenziale tener conto dei seguenti punti: • dispensa dalla lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, uso del vocabolario, studio mnemonico delle tabelline • dispensa, ove necessario, dallo studio della lingua straniera in forma scritta • programmazione di tempi più lunghi per prove scritte e per lo studio a casa • organizzazione di interrogazioni programmate • valutazione delle prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma TALI STRUMENTI devono essere applicati in tutte le fasi del percorso scolastico, compresa la valutazione finale, per tutti i DSA certificati. “Sono misure che non violano l’imparzialità, ma al contrario mettono il dislessico sullo stesso piano dei suoi compagni” Giacomo Stella PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO PERSONALIZZATO perché mette al centro la PERSONA e indica la diversificazione delle metodologie, dei tempi, degli strumenti in base alle sue caratteristiche, ma in collegamento con la programmazione di classe ( C.M. n 4099 del 05/10/2004 - n. 4674 del 10/05/2007 per studenti dislessici art_10_DPR_122_giugno 09. at 10 – Circ. MIUR 28.5.2009) PERSONALIZZAZIONE “si utilizzano strategie didattiche finalizzate a garantire ad ogni alunno una propria forma di eccellenza cognitiva attraverso possibilità elettive a coltivare i propri talenti e a raggiungere traguardi diversi di apprendimento: si VALORIZZANO cioè le diversità di ciascuno…” (Rondanini: Essere docenti - USR Emilia Romagna) Torino, 30 ottobre 2009 Circ. Reg. nr. 326 I Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, normalmente indicati come DSA) sono problemi con cui le scuole sempre più si devono confrontare. Aumentano i casi certificati da diagnosi specifica, e da più parti viene sollevato il problema affinché nelle scuole vengano utilizzati strumenti compensativi ed attuate misure adeguate a consentire ai ragazzi il superamento delle difficoltà che presentano nella lettura, nella scrittura e talvolta nel processo di calcolo. CIRCOLARE REGIONE PIEMONTE 326 In sintesi la C.R 326 prevede: 1. UN PIANO PERSONALIZZATO 2. UNA SCHEDA TECNICA da affiancare al PIANO PERSONALIZZATO. La scheda tecnica è allegata alla circolare inviata a TUTTI I DIRIGENTI SCOLASTICI, che devono darne comunicazione ai loro REFERENTI, agli insegnanti con alunni DSA e al Collegio docenti stesso. La SCHEDA TECNICA dev'essere compilata dal Consiglio di Classe, condivisa con la famiglia (e, nella scuola superiore, anche con il ragazzo) e conservata col materiale curriculare dell'alunno . Se la famiglia ne fa richiesta la scuola è OBBLIGATA a dare una copia di tale scheda in quanto potrà essere allegata alla diagnosi per poter accedere a benefici, tra cui le borse di studio e gli assegni di studio... Piano personalizzato …… Il PERCORSO PERSONALIZZATO mette in evidenza tutte le strategie da mettere in atto per rispondere alle esigenze educative del bambino. Si evidenzia , nella nota, come l'età della scuola dell'obbligo sia un'età in continua evoluzione pertanto la metodologia e la didattica non devono essere rigide, gli stessi strumenti compensativi suggeriti dalle note MIUR non devono essere rigidi, ma ogni insegnante può modificarli, adattarli e pensarne di nuovi a seconda del bimbo che ha davanti. Gli strumenti compensativi e dispensativi sono delle RISORSE . …… ALLEGATO TECNICO Appurato che i DSA hanno una base neurobiologica (si rimanda al Documento conclusivo della Consensus Conference per la conoscenza delle caratteristiche che individuano un DSA, caratteristiche su cui concordano i pareri di professionalità mediche e la scuola si interroga sugli effetti che tali caratteristiche possono avere sugli apprendimenti, sul percorso scolastico e su ciascuna singola storia personale. psicologiche), Il PDP è QUINDI : 1) UNA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA flessibile, condivisa dall’intero Consiglio di Classe e riferita agli stessi obiettivi della classe, ma “tarata” per l’alunno con DSA “LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE riconoscono e valorizzano le diversità… (e) possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune” (Art. 4 D.P.R. 275/1999) e lo riaffermano le Nuove Indicazioni nazionali del 4 settembre 2007. 2) Un intervento commisurato alle potenzialità dell’alunno, che rispetti i suoi tempi di apprendimento e che ne valuti i progressi rispetto alle abilità di partenza. “Attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, per fare in modo che le diversità non diventino disuguaglianze ” sancisce il REGOLAMENTO DELL'AUTONOMIA scolastica di cui al D.P.R. 275/1999. 3) Un intervento previsto dalla progettazione dell’I.S. e inserito nel POF “L’autonomia delle istituzioni scolastiche si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi adeguati …. alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti ….. con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento”. (Regolamento dell’autonomia - DPR 275/99 ) Riconoscere e valorizzare le diversità “… Le IS concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscendo e valorizzando le diversità, promuovendo le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo”. (Regolamento dell’autonomia - DPR 275/99 ) P D P Pertanto il PDP rappresenta uno stimolo ad una nuova visione dell’insegnamento data dalla riflessione su chi apprende, sulla didattica e sulle strategie. NEL POF …inserire le LINEE GUIDA per la gestione dell’apprendimento degli allievi con DSA NEL POF … … dopo aver definito le loro caratteristiche apprenditive e descritto i loro bisogni, concordare le LINEE GUIDA (azioni), cioè: INTERVENTI PROGETTUALI - individuazione dei segnali ( attraverso screening, osservazioni,…..) - organizzazione accoglienza, continuità/passaggi - rapporti con Servizi Sanitari - rapporti con le famiglie - risorse umane/materiali Misure compensative e dispensative anche negli esami! L’utilizzo delle misure compensative e dispensative è ribadito da alcune NOTE MINISTERIALI e dalle disposizioni per lo svolgimento degli esami conclusivi del primo e del secondo ciclo di istruzione, emanate ogni anno scolastico. Si richiamano di seguito le note più recenti, senza dimenticare l’ art 4 (autonomia didattica) del Regolamento dell’autonomia scolastica (DPR 275/1999), che dispone che le istituzioni scolastiche “Individuino ……..le modalità e i criteri di valutazione degli alunni nel rispetto della normativa nazionale…”.: Perché viene redatto il PDP? È un atto dovuto, presente nella normativa • OM n° 30 del 10/03/2008 "Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli Esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non statali. Anno scolastico 2007/2008". • CM n°54 del 26 maggio 2008 “Esami di stato Secondaria di Primo Grado anno scolastico 2007/2008 - prova scritta a carattere nazionale” CANDIDATI CON DIFFICOLTA' SPECIFICHE DI APPRENDIMENTO: “I candidati con diagnosi specifica di dislessia o di altri disturbi specifici di apprendimento sosterranno la prova nazionale con l’ausilio degli strumenti compensativi utilizzati durante l’anno. Per lo svolgimento della prova è previsto un tempo aggiuntivo stabilito dalla commissione.” NORMATIVA SPECIFICA • • • • • Nota MIUR n. 4099 del 5.10.2004 Nota MIUR n. 26 del 5.01.2005 C.M. MIUR n. 1787 dell’1.03.2005 Nota MIUR n. 4798 del 27.07.2005 Legge Regionale n. 28 del 28.12.2007 “Norme sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa” • Nota MIUR n. 4600 del 10 maggio 2007 – Precisazioni a Circolare n. 28 del 15 marzo 2007 sull’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione nelle scuole statali e paritarie per l’anno scolastico 2006-2007 • Nota MIUR n. 4674 del 10/05/2007 - Alunni con disturbi di apprendimento – Indicazioni operative in merito all’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative per gli alunni con disturbi di apprendimento • INDICAZIONI PER IL CURRICOLO – D.M. 31 luglio 2007 e direttiva del 3 agosto 2007 • Legge n. 169 del 30 ottobre 2008 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università" • C.M. n. 100 dell’11 dicembre 2008 • C.M. n. 4 del 16 gennaio 2009 (orari settimanali e inglese potenziato) • C.M. n. 10 del 23 gennaio 2009 • O.M. n. 40 dell’ 8 aprile 2009, art. 12, comma 7, Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di Stato • C.M. n. 51 del 20 maggio 2009, sezione “particolari categorie di candidati” • Nota MIUR n. 5744 del 28 maggio 2009 – Anno scolastico 2008/2009 - Esami di Stato per gli studenti affetti da disturbi specifici di apprendimento - DSA • DPR n. 122 del 22 giugno 2009 - Coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli alunni. Art.10 valutazione degli alunni con DSA Decreto del Presidente della Repubblica n° 122 del 22 giugno 2009 Art. 10 – Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento(DSA): “Per gli alunni con difficoltà specifiche di apprendimento (DSA) adeguatamente certificate, la valutazione e la verifica degli apprendimenti, comprese quelle effettuate in sede di esame conclusivo dei cicli, devono tener conto delle specifiche situazioni soggettive di tali alunni. A tali fini, nello svolgimento dell’attività didattica e delle prove d’esame, sono adottati, nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente, gli strumenti metodologico-didattici compensativi e dispensativi ritenuti più idonei. Nel diploma finale rilasciato al termine degli esami non viene fatta menzione delle modalità di svolgimento e della differenziazione delle prove” Il percorso personalizzato Il percorso personalizzato mette in evidenza tutte le strategie da mettere in atto per rispondere alle esigenze formative del ragazzo con DSA SCHEDA DI SINTESI DEL PROGETTO EDUCATIVO PERSONALIZZATO • • dell’ alunno _______________________ frequentante la classe _________ Scuola ________________________ Strumenti compensativi e misure dispensative adottate dal Consiglio di Classe: strumenti compensativi • computer con programmi di video-scrittura con correttore ortografico ed eventualmente sintesi vocale • audiolibri, libri parlati, ecc. • calcolatrice • tabella delle misure e delle formule geometriche • lettura dei testi da parte dell’insegnante e/o dei compagni • tabelle grammaticali per analisi dei verbi (per italiano e per lingua straniera) • uso di mappe durante le interrogazioni misure dispensative • dispensa dalla lettura ad alta voce e scrittura veloce sotto dettatura • programmazione di tempi più lunghi per le prove scritte • interrogazioni programmate • valutazioni delle prove scritte e orali che tengano conto del contenuto e non della forma • altro • Il coordinatore del Consiglio di Classe La SCHEDA TECNICA …… dev'essere: - compilata dal Consiglio di Classe, - condivisa con la famiglia (e, nella scuola superiore, anche con il ragazzo) - conservata col materiale curriculare dell'alunno . Se la famiglia ne fa richiesta, la scuola è OBBLIGATA a dare una copia di tale scheda, che potrà essere allegata alla diagnosi per poter accedere a benefici, come le borse di studio e gli assegni di studio... Oltre ad essere un atto dovuto, perché presente nella normativa, la stesura del PDP permette di raggiungere altri obiettivi di alto valore pedagogico e educativo: – Condividere la responsabilità educativa con la famiglia – Documentare per decidere e/o modificare strategie didattiche – Favorire la comunicazione efficace tra diversi ordini di scuola – Riflettere sull’importanza dell’osservazione sistematica dei processi di apprendimento dell’alunno – Ripensare alla didattica Chi lo redige? Le SCUOLE, nell’ambito dell’autonomia di cui al D.P.R. 8 marzo 1999 n. 275, e gli INSEGNANTI, nell’ambito della libertà di insegnamento garantita dalla Costituzione, sono liberi nell’individuazione delle modalità di insegnamento più idonee a corrispondere alle necessità di ciascun allievo, ivi compresi gli strumenti compensativi e dispensativi per gli allievi con DSA. A questa libertà corrisponde la responsabilità di individuare e di applicare quanto necessario, sulla base della segnalazione specialistica e sentita la famiglia, nel rispetto dei reciproci ruoli e competenze. Di conseguenza le scuole e gli insegnanti NON SONO LIBERI di non personalizzare l’insegnamento e di non individuare ed applicare gli strumenti compensativi e dispensativi necessari. (C. USR. Piemonte 626 marzo 2009 e Nota dell’USR Emilia Romagna del 3 febbraio 2009: “DSA: successo scolastico e strategie didattiche. Suggerimenti operativi.”) Quando viene redatto? - In presenza di una segnalazione specialistica (neuropsichiatra, psicologo appartenente a struttura sia pubblica che privata) , previa informazione alla famiglia sull’iter procedurale conseguente alla segnalazione specialistica (POF e linee guida per accoglienza alunni con DSA, sito Internet della scuola, referente DSA) - Su richiesta scritta da parte della famiglia alla scuola di definire un percorso personalizzato che preveda l’applicazione delle disposizioni previste dalle circolari ministeriali. Infine il PDP redatto va dato in copia alla famiglia con lettera protocollata a mano o raccomandata. Come viene redatto? Avvalendosi della DIAGNOSI SPECIALISTICA, che deve fornire tutte le indicazioni sulle misure dispensative e compensative da adottare, la scuola redige il percorso personalizzato, dove vengono indicate tutte le strategie da mettere in atto per rispondere alle esigenze specifiche dell’allievo. Il PERCORSO PERSONALIZZATO, prendendo in considerazione la programmazione educativa riferita all’anno scolastico, dovrà: • analizzare la situazione dell’alunno, riportando le indicazioni fornite dalla diagnosi, dalla famiglia, dagli insegnanti degli anni precedenti; • individuare gli effettivi livelli di apprendimento nei diversi ambiti disciplinari; • definire gli obiettivi essenziali che l’alunno deve raggiungere per ciascuna disciplina; • individuare le metodologie adeguate alle specifiche condizioni dell’allievo; • definire quali STRUMENTI COMPENSATIVI E DISPENSATIVI sono necessari per sostenere l’apprendimento, tenendo conto che gli stessi strumenti andranno assicurati anche in sede di esame Il PDP dovrà indicare le STRATEGIE DIDATTICHE più efficaci per l’alunno con DSA (ma valide anche per gli altri!!!) Ad es: …. • alternare stimoli visivi, uditivi, cinestetici • prevedere anche attività di coppia,di gruppo, di classe • sfruttare I SUOI PUNTI DI FORZA, adattando i compiti in modo da assicurare varietà e opzioni nei materiali e nelle strategie d’insegnamento/ apprendimento • rafforzare I SUOI PUNTI DI DEBOLEZZA, adattando i compiti e promuovendo strategie di apprendimento/insegnamento differenziate PROVE D’ESAME “ …il Consiglio di Classe dovrà indicare nell’apposito documento modalità, tempi e criteri di valutazione previsti per le prove d’esame, nonché gli strumenti compensativi e dispensativi autorizzati”. SI RICORDA CHE … • non è consentito esonerare l’alunno dalla prova scritta di lingua straniera; • occorre specificare le modalità di valutazione per ogni disciplina, (ad esempio escludendo la valutazione di errori ortografici e sintattici nella valutazione dell’aritmetica, della storia, ecc.); • bisogna definire la collaborazione tra i vari docenti e con la famiglia per quel che riguarda l’assegnazione dei compiti a casa (quantità, scadenze, modalità, ecc.). Es di PERCORSO DIDATTICO SPECIFICO PER ALUNNI (AID) 1) DESCRIZIONE DEL FUNZIONAMENTO DELLE ABILITÀ STRUMENTALI (lettura, scrittura, calcolo) E CARATTERISTICHE DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ 2) Caratteristiche del processo di apprendimento (lentezza, caduta nei processi di automatizzazione, difficoltà a memorizzare sequenze, difficoltà nei compiti di integrazione) __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ NOTA: dati ricavabili da: - dalla diagnosi/incontri con specialisti - dalle osservazioni degli insegnanti - dagli incontri con i genitori - dagli incontri di continuità … 3) CONSAPEVOLEZZA[1] DA PARTE DELL’ALUNNO DEL PROPRIO MODO DI APPRENDERE acquisita da rafforzare da sviluppare 4) INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI MODIFICHE ALL’INTERNO DEGLI OBIETTIVI DISCIPLINARI _______________________________________________________________ _______________________________________________________________ [1] Consapevolezza significa aiutare l’allievo a conoscere: - le proprie modalità di apprendimento - i processi e le strategie mentali per lo svolgimento di compiti - … e applicare consapevolmente comportamenti, strategie utili - …e incoraggiare alla scelta di strategie operative più adeguate al proprio apprendimento - … e sostenere la motivazione 5) STRATEGIE METODOLOGICHE E DIDATTICHE Nell’individuare le strategie metodologiche e didattiche il consiglio di classe e/o il team terrà conto di: - tempi di elaborazione - tempi di produzione - quantità dei compiti assegnati - comprensione consegne(scritte e orali) - uso e scelta di mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, mappe, …) _______________________________________________ ___________________________________________ _______________________________________ 6) MISURE DISPENSATIVE Nell’ambito delle discipline l’alunno viene dispensato: a) lettura ad alta voce b) prendere appunti c) dal rispetto dei tempi standard d)………………………………………………………………………….. _____________________________________________________ 7) STRUMENTI COMPENSATIVI L’alunno usufruirà dei seguenti strumenti compensativi nelle aree disciplinari: - tabelle e formulari - calcolatrice - computer - risorse audio (sintesi vocale, audiolibri, libri parlati) …………………………………………… ______________________________________________ 8) CRITERI E MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE Si concorderanno: - l’organizzazione di interrogazioni programmate - la compensazione con prove orali di compiti scritti non ritenuti adeguati - l’uso di mediatori didattici durante le interrogazioni - valutazioni più attente ai contenuti che non alla forma ______________________________________________________________ 9) PATTO CON LA FAMIGLIA Si concordano: - i compiti a casa - le modalità di aiuto: chi, come, per quanto tempo, per quali attività/discipline - gli strumenti compensativi utilizzati a casa - le dispense - la riduzione di compiti - le interrogazioni - altro _______________________________________________________________ __________________________________________________________________ Anche la famiglia… È chiamata ad affrontare le difficoltà, in uno scenario caratterizzato da responsabilità, ma anche da garanzie, in cui l’impegno di tutti deve condurre ad una compensazione, fin dove è possibile, della disabilità. GENITORI INSEGNANTI e RAGAZZO DEVONO COLLABORARE PERCORSO PERSONALIZZATO o patto formativo “La nostra scuola, dice Berlinguer, modellata su un impianto che risale al primo Novecento (aula, cattedra, banchi ) è oggi totalmente estranea ai bisogni culturali dei giovani”. "Non sviluppa le capacità di apprendimento una scuola incapace di sfruttare le nuove tecnologie, non compete con il boom dell'audio-visual, con gli sms, con tutti quegli stimoli che bombardano i giovani… … non accresce la capacità di studio e di comprensione e non raggiungerà mai gli obiettivi di Lisbona". Occorre che la scuola italiana abbandoni definitivamente la "trasmissività" del sapere dalla cattedra ai banchi. Quali sono le proposte per il futuro? "I sistemi educativi devono combinare lo sviluppo delle conoscenze e delle abilità specifiche, insieme alla creatività, alla curiosità, all'intuizione, al pensiero critico, al problem solving, alla sperimentazione, all'assunzione dei rischi, all'abilità di apprendere dai fallimenti, all'uso dell'immaginazione al ragionamento per ipotesi, fino al senso di imprenditorialità. In una parola: bisogna passare dall'insegnamento strutturato cattedra-alunno-compiti a forme nuove, utilizzando pratiche di lavoro in piccoli gruppi, di autovalutazione degli studenti e loro partecipazione alla pianificazione". E. Berlinguer Le dispense sono scaricabili da: www.dislessiainrete.org C. Cappa: [email protected], V. Rossi: [email protected] Grazie per l’attenzione Viviana Rossi