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1._Introduzione_al_corso

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1._Introduzione_al_corso
- SSIS -
Psicologia dell’adolescenza
Introduzione al corso
Prof. Paolo Albiero
1
Argomenti del corso
Breve riepilogo dei metodi di ricerca e delle
questioni fondamentali in Psicologia dello
sviluppo:
- Che cosa è e che cosa studia la Psicologia dello
sviluppo?
- Che cosa è la ricerca in Psicologia dello sviluppo
e quali sono i suoi problemi.
- I metodi: sperimentazione, osservazione, tecniche,
variabili.
- I modelli di sviluppo e le “grandi questioni” della
2
psicologia dello sviluppo.
Argomenti del corso
Introduzione all’adolescenza
I compiti di sviluppo; i cambiamenti di
interessi; l’adolescenza: un età difficile?
Lo sviluppo fisico e le sue risonanze
psicologiche
3
Argomenti del corso
Lo sviluppo intellettuale
L’adolescente e la famiglia: i rapporti coi
genitori e i fratelli
Gli adolescenti e la scuola: i rapporti con gli
insegnanti
Lo sviluppo sociale: amicizia, gruppi
giovanili e “culture giovanili”, interesse per
l’altro sesso, innamoramenti e sessualità.
4
Argomenti del corso
L’empatia e le emozioni negli adolescenti
Che cos’è l’empatia? I principali modelli teorici; Come
si sviluppa? Come si può misurare l’empatia? L’empatia
nei rapporti interpersonali tra adolescenti: aiuta a vivere
meglio? Si può educare ad essere empatici?
La formazione dell’ “idea di sé” e lo
sviluppo dell’identità
Lo sviluppo morale e il mondo dei valori
5
Orario lezioni
MARTEDI’
29.01.08
 MERCOLEDI’ 30.01.08
 MARTEDI’
05.02.08
 MERCOLEDI’ 06.02.08
 MARTEDI’
12.02.08
! probabile spostamento !
 MARTEDI’
12.02.08
 MERCOLEDI’ 13.02.08
 MARTEDI’
19.02.08

ore 14.30 – 19.00
ore 14.30 – 17.30
ore 14.30 – 19.00
ore 14.30 – 17.30
ore 14.30 – 17.30
ore 14.30 – 19.00
ore 14.30 – 17.30
ore 14.30 – 17.30
6
MODALITÀ DI ESAME A FINE CORSO






PROVA SCRITTA
domande aperte su argomenti del corso
Tempo: 45 minuti
Nelle domande aperte è richiesto di focalizzare
la risposta sul quesito e solo in seguito, se c’è
tempo,
di
approfondire
o
divagare
sull’argomento.
Ricevimento: martedì 10.30 - 12.30, via Venezia
8, DPSS
E-mail: [email protected]
7
I LIBRI DI TESTO
1. Psicologia dello sviluppo: infanzia,
adolescenza, età adulta, età senile – R. Vianello
– Edizioni Junior (2004). Sono stati inclusi nel
programma i seguenti capitoli: (2), 12, 13, 14,
15, 16, 17, 18, 19.
2. Che cos’è l’empatia? – P. Albiero e G.
Matricardi – Carocci (2006).
3. Dispense o slide del docente (disponibili nei
modi da concordarsi).
8
I LIBRI DI TESTO
ALTRI TESTI CONSIGLIATI
Psicologia e scuola
dell’adolescente – Guido Petter –
Edizioni Giunti.
 Psicologia dell’adolescenza –
Jan De Wit, Guus Van Der Veer –
Edizioni Giunti
9
Il modo in cui si spiega lo sviluppo umano
dipende dall'idea che si ha di ciò che è
fondamentalmente la natura umana. Idee
diverse sulla natura e sui modi di
funzionamento dell'uomo hanno dato origine a
interpretazioni differenti. Per ogni fenomeno
psichico sono state elaborate teorie.
10
Cos’è una teoria?

Una teoria è un tentativo di organizzare i
dati, o le informazioni di cui disponiamo
in modo da spiegare perché si producono
certi eventi. Dunque, una teoria è un
insieme di affermazioni interrelate e
coerenti in merito ad un dato/i
fenomeno/i.
11

Perché abbiamo bisogno di una teoria se
disponiamo dei fatti?



Perché i dati di cui disponiamo non hanno senso senza
una teoria che ci consenta di definirne e spiegarne le
relazioni. Una teoria ci mette in grado di produrre
alcune affermazioni generali, superando una
elencazione di osservazioni isolate.
Una buona teoria guida la programmazione della
ricerca, consentendoci di formulare delle ipotesi, cioè
possibili spiegazioni di un qualche fenomeno.
12
Talora dati nuovi ci costringono a modificare una
teoria, ma talora quella che era considerata una
teoria generale diviene un caso particolare di una
nuova teoria, che riesce a spiegare non solo i
fenomeni spiegati dalla precedente, ma anche
nuovi fatti che non potevano essere spiegati dalla
prima.

In psicologia dello sviluppo non c'è
alcuna teoria accettata da tutti e, d'altra
parte, nessuna teoria attuale è in grado di
spiegare tutti gli aspetti e tutti i fenomeni
dello sviluppo umano.
13
I sostenitori di una teoria hanno modi diversi e
specifici di accostarsi allo sviluppo: si pongono
problemi diversi, usano metodi di ricerca diversi e
interpretano in modo diverso i loro dati.
La contrapposizione fra le diverse prospettive
teoriche e fra le diverse metodologie di ricerca ha
reso impossibile per molti anni, e in una certa
misura ancora oggi, un confronto serio fra i diversi
dati e una seria possibilità di falsificazione di
alcune ipotesi specifiche.
14
Solo in questi ultimi anni si sono avviati programmi di
ricerca tesi a integrare questi "diversi" aspetti dello
sviluppo.
La psicologia dello sviluppo si è soffermata in
particolare sul cambiamento del comportamento e
sull’evoluzione delle strutture mentali.
Più recentemente, grazie all’emergere delle neuroscienze, sta
iniziando ad occuparsi della relazione tra maturazione di specifiche
strutture o circuiti neurali e la comparsa di determinate abilità,
capacità o competenze. Tuttavia il principale oggetto di studio di
questa disciplina sembra essere, sin dalla nascita della teoria di
Piaget, lo sviluppo dell’attività cognitiva, cioè l’onotogenesi della
percezione, dell’attenzione, della memoria, del linguaggio, del
ragionamento, ecc. ecc.
15
La Psicologia dello Sviluppo è una disciplina scientifica
avendo adottato come principale strategia di acquisizione
di conoscenze il metodo che caratterizza tutte le discipline
scientifiche naturali: il metodo sperimentale.

L’esperimento costituisce il metodo più “potente” di cui
disponiamo per studiare l’effetto di una variabile.
Tuttavia il metodo sperimentale tradizionale è
intrinsecamente collegato ad una visione della realtà
come sistema semplice, in cui un numero ridottissimo
di possibili cause determinano, in modo predicibile e
ricostruibile nel suo meccanismo sottostante, un dato
effetto (Parisi, 2000).
16
Come può la Psicologia dello Sviluppo sopperire
a questo limite?
Deve affiancare all’esperimento altri metodi quasisperimentali e l’osservazione naturalistica.
Ma non basta. Poiché buona parte del funzionamento
della mente non può essere indagato attraverso il
metodo sperimentale, la Psicologia deve ricorrere ad
una quantità disordinata di metodi e, a volte, soltanto a
grandi discussioni simili a quelle filosofiche.
Nel corso dello scorso secolo questa attività speculativa e
di ricerca ha generato un gran numero di ipotesi, teorie e
modelli circa le traiettorie evolutive delle diverse funzioni
psicologiche indagate.
17
Oggi sappiamo effettivamente molte cose
relativamente ai percorsi di sviluppo di molte
funzioni quali memoria, linguaggio, percezione,
ecc. Le diverse fasi evolutive di alcune di esse
sono state descritte in grande dettaglio.

Tuttavia sappiamo molto poco sulle ragioni
che sono responsabili dei cambiamenti. Il
grande problema rimane la “spiegazione”
dello sviluppo, mentre per quanto riguarda la
sua “descrizione”, la Psicologia ha
accumulato una mole impressionante di dati.
18
 D'altra parte, il problema più rilevante della Psicologia
dello sviluppo non consiste tanto nel mostrare che la
creazione di particolari condizioni determina delle
modificazioni del comportamento, ma che in natura, cioè in
condizioni spontanee e non controllate da nessuno, le
trasformazioni si producono proprio in quel modo e per le
medesime ragioni.
L'inadeguatezza di tutte le attuali teorie dello
sviluppo è facilmente dimostrata non solo dalla
separatezza dei dati ricavati dai diversi approcci
teorici, ma soprattutto dal fatto che si parla ancora
in modo separato di sviluppo cognitivo, sviluppo
affettivo ed emotivo, sviluppo sociale…
19

Alla luce di queste riflessioni generali sui limiti
e sui problemi della Psicologia dello sviluppo,
il corso si propone di affrontare alcuni
argomenti classici di questo ambito di studio,
con particolare attenzione ad aspetti che
riguardano lo sviluppo cognitivo e affettivo.

Per le argomentazioni precedentemente esposte,
la trattazione degli argomenti sarà organizzata
per teorie e per aree e costrutti.
20
DALLA PSICOLOGIA DELL’ETÀ EVOLUTIVA ALLA
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO

Età evolutiva: ad una fase di evoluzione seguono una
fase di stabilità (età adulta) e una di involuzione (età
senile) metafora dell’arco della vita.
L’adulto era considerato il riferimento normativo.
CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA:
età adulta non è un periodo di stabilità; sono possibili
nuovi apprendimenti; non si raggiunge uno sviluppo
ottimale;
età senile: grazie alla plasticità neuronale sono possibili
nuove acquisizioni e nuovi apprendimenti;
età evolutiva (in senso stretto): ruolo attivo del bambino
dalla nascita; percorso non lineare.
21
PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO NELLA
PROSPETTIVA DEL CICLO DI VITA O LIFE
SPAN
 Lo sviluppo riguarda tutta l’esistenza (Baltes e
Reese, 1986).
 La prospettiva del ciclo di vita mette in primo
piano la dimensione tempo:
- non c’è più attenzione solo per il passato, ma
anche per il presente e per il futuro;
- lo sviluppo non si identifica con il tempo, ma
avviene nel tempo, lungo il quale si snodano le
funzioni ed i processi psichici.
22
I periodi dello sviluppo nell’arco di vita







Periodo prenatale – formazione zigote-nascita
Periodo neonatale – 1° mese
Prima infanzia – fino al 2° anno di vita
Età prescolare/seconda infanzia – 2°- 5° anno
Fanciullezza/età scolare/terza infanzia – 6°-10°anno
Preadolescenza – 10°-13° circa
Adolescenza – 13°- 18°circa
23
In Psicologia dello sviluppo esistono
due principali modalità (disegni,
paradigmi) per fare ricerca:
ricerca longitudinale e trasversale
24
Ricerca longitudinale




consiste nell’osservazione ripetuta (almeno 2) delle
modalità con cui un dato fenomeno si manifesta negli
stessi individui nel corso del tempo
fornisce valutazioni indipendenti delle capacità
dell’individuo in diversi momenti dello sviluppo
la distanza temporale che deve intercorrere tra le diverse
osservazioni dipende dalla natura del fenomeno
investigato e dall’età dei soggetti
permette l’identificazione di cambiamenti sequenziali e
sistematici in comportamenti distinti, identificati come
antecedenti o precursori di altri comportamenti
25
Ricerca trasversale




nella ricerca trasversale il cambiamento è
evidenziato confrontando le prestazioni o il
diverso comportamento di soggetti con
differente età cronologica
la scelta dei livelli di età è legata alla natura
della variabile osservata
il cambiamento è un processo inerente ai singoli
individui e non è sempre possibile ipotizzare una
situazione di equivalenza assoluta tra i soggetti
non rileva il cambiamento intraindividuale ma le
funzioni medie di cambiamento interindividuali
26
Quali sono i vantaggi e gli
svantaggi di questi due tipi di
ricerca?
27
La rilevazione e la misurazione delle variabili
nella ricerca sullo sviluppo





Istruzioni, risposte verbali e non verbali
Validita’ esterna della ricerca sperimentale in
laboratorio
“Artificialità”
“Asimmetria” tra ricercatore (adulto) e soggetto
(bambino)
Problemi etici
28
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