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L’Arte e la Terapia Occupazionale
Laura Palagini
Cinema, fotografia, televisione
I° Anno
Corso di Laurea in Terapia Occupazionale
Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Pisa
Anno accademico 2008/2009
L’Arte e la Terapia Occupazionale
PROGRAMMA DEL CORSO
Discipline dello spettacolo e terapia occupazionale:
Fondamenti (Cenni storici, fondamenti teorici, caratteristiche, analisi
del linguaggio, delle modalità comunicative e delle modalità
applicative nella terapia occupazionale) delle principali discipline dello
spettacolo applicate alla terapia occupazionale:
-fondamenti di arteterapia
-fondamenti di drammaterapia
-fondamenti di musicaterapia
-fondamenti di danzaterapia
-Fondamenti di comunicazione dell’audiovisivo
-Fondamenti di semilogia dell’audiovisivo
-Fondamenti di semiologia dei mass media
Terapia Occupazionale
definizione
“… La terapia occupazionale è il trattamento, sotto
direzione medica, di disordini fisici o mentali, attraverso
l’applicazione di occupazione o ricreazione, con
l’obbiettivo di promuovere il recupero, di creare nuove
abitudini e di prevenire il deterioramento …”
Burton, 1933
Terapia Occupazionale
Elemento chiave delle attività terapeutiche è:
il “FARE” inteso come un agire finalizzato al bisogno, a
partire da una spinta motivazionale
FARE
BISOGNO
SCELTA
MOTIVAZIONE
Willard e Spackman, 1982
Terapia Occupazionale
cenni storici
Nell’antichità Cinesi, Persiani, Aztechi, Incas, Greci, Egiziani
e Romani si servivano di musica, arte, danza, giardinaggio ed
esercizi fisici, nel loro aspetto culturale e sociale, come
forme di occupazione attiva e passiva, applicate alla cura di
malattie fisiche e psichiche.
Esculapio nel 600 a.C. riferisce di aver calmato i deliri con
canzoni, recite e musica
Bonistalli e Barbona, 1990
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Definizione di arte
“…Il significato della parola «arte» non è definibile in
maniera univoca ed assoluta. La sua definizione è
variata nel passaggio da un periodo storico ad un
altro, e da una cultura ad un’altra. …”
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Definizione di arte
Cenni storici
In latino Ars, Artis, e in Greco Τεχνη significava ogni abilità materiale,
tecnica mirata a progettare o a costruire qualsiasi cosa.
Il concetto di arte come attività svolta con particolare abilità era tipico
dei romani, che iniziarono a distinguere arti “meccaniche” le attività
pratiche, e arti “liberali” quelle scientifiche e letterarie.
Nel Medioevo le arti liberali si suddivisero ancora in arti del “trivio”
(grammatica, retorica, dialettica), e arti del “quadrivio” (aritmetica,
musica, geometria, astronomia).
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Definizione di arte
Cenni storici
In italiano arte appare alla fine del XIII secolo. In origine, la parola
indicava l'attività umana regolata da procedimenti tecnici e fondata
sullo studio e sull'esperienza
Il significato moderno di arte in cui si intende l'alta manifestazione
delle capacità espressive e creative, e in particolare di quella capacità di
inventare che è propria dell'uomo cominciò a delinearsi nel XIV secolo
con riferimento alla pittura, alla scultura, all'architettura.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Definizione di arte
Cenni storici
C. Batteux nel 1747 definisce, nel suo libro “Le belle arti ridotte ad
un'unico principio”, il sistema delle belle arti, indicando cinque arti
in senso proprio - la pittura, la scultura, la poesia, la musica, la danza
con il carattere di imitare la realtà per il fine di creare oggetti belli.
Dalla fine del XVIII secolo stavano nascendo nuove forme di
espressione come la fotografia, l'architettura industriale, che sono
rientrate nel concetto di arte.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Definizione di arte
“…L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività
umana - svolta singolarmente o collettivamente - che, poggiando
su accorgimenti tecnici e norme comportamentali derivanti dallo
studio e dall'esperienza, porta a forme creative di espressione
estetica..”
“..arte comprende ogni abilità nell'operare e nel produrre;
qualunque attività umana fondata sull'esperienza, su particolari
attitudini, sull'ingegno e la genialità personali…”
…l'Arte é qualsiasi forma di attività dell'uomo come riprova o
esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità
espressiva…
Devoto Oli
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Funzioni dell’arte
-L’arte è una necessità per l’individuo fin dall’uomo primitivo
-è comunicazione di qualcosa di sé modulando gli istinti e le
emozioni, il pensiero…
-mette alla prova le proprie capacità di espressione,
decodificazione, simbolizzazione, immaginazione, creatività ed
elaborazione degli istinti, abilità espressive…
Ba 2000
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Arte e comunicazione
L’uso di immagini artistiche permette di comunicare al di là del
linguaggio verbale: linguaggio simbolico, metaforico
Comunicare =
rendere comune un oggetto nella comunicazione tra due interlocutori.
La comunicazione necessita di:
-mittente:
autore dell’opera
-destinatario: ricevente
-messaggio: opera
-canale:
verbale o non verbale (percettivo)
-codice:
tipo di pittura, aspetti formali condivisi
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Arte e comunicazione
Funzioni comunicative dell’opera
Modello di JACOBSON
-espressiva: focus sul mittente (esprime sentimenti)
-informativa:focus sul contesto (convincere)
-esortativa : focus sul destinatario (induce a fare delle scelte)
-metalinguistica: focus sul codice (es fotografia)
-contatto: focus su canale di trasmissione (il medium diventa il contatto)
-estetica.: focus sulla forma del messaggio stesso
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Funzioni dell’arte
…fare arte coinvolge l’individuo nella sua totalità mente-corpo.
L’attività creativa richiede:
-un impegno intellettivo e cognitivo - legato all’immaginazione
e all’ideazione del ‘prodotto artistico ’
-impegno percettivo, sensoriale, e motorio, legato alla
produzione artistica in senso stretto…
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Funzioni dell’arte
…Nel “fare arte” le abilità espressive utilizzano diversi tipi di
linguaggi simbolici anche non verbali..
-linguaggi di sole parole generano la letteratura e la poesia.
I -linguaggi di soli suoni generano la musica.
-I linguaggi di sola gestualità generano le arti mimiche.
-I linguaggi di gestualità e di musica generano la danza.
-I linguaggi che utilizzano le forme e le immagini generano
quelle arti visive
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Discipline artistiche
• Arti Visive
•fotografia
•Arti Plastiche
•scultura
•grafica
•Cinematografia
•pittura
•Musica
•video
•Lettura
•Computer grafica
•Poesia
•Teatro
L’Arte e la Terapia Occupazionale
il fare arte può diventare
momento di terapia ?
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
definizione
Il termine arteterapia è stato introdotto da Artur Hill intorno al 1940 in
inghilterra
L'arteterapia può essere definita come l’insieme dei trattamenti che
utilizzano come principale strumento il ricorso all’espressione artistica
allo scopo di promuovere la salute e favorire la guarigione, e si propone
come una tecnica dai molteplici contesti applicativi, che vanno dalla terapia
e la riabilitazione al miglioramento della qualità della vita.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
obiettivi
Il focus dell’arteterapia, più che sul prodotto artistico finale, è
sul processo creativo in sé.
….il processo creativo, al di là del contenuto e del risultato finale,
è già terapeutico in sé…quando una persona è immersa in
un’attività creativa riceve una serie di sollecitazioni a livello
fisico, intellettuale ed emozionale che portano a mutamenti
organici e psicologici che favoriscono i processi di
miglioramento...
Denner A., Malavasi L. (2002), Arteterapia: Metodologia e Ricerca.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
obiettivi
…anche i prodotti finali dell’espressione artistica, possano
svolgere altre importanti funzioni. rappresentano per “il
creatore” la testimonianza della propria auto-affermazione
e il ricordo delle esperienze vissute durante la sua
produzione, e dunque un punto di partenza per ulteriori
riflessioni...
Warren B. (1993), Using the creative arts in therapy, Routledge London, N.Y.,
trad.it. Arteterapia in educazione e riabilitazione, Erickson, 1995.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
Basi teoriche
L’arteterapia come disciplina attinge da una varietà di approcci
teorici, come quello psicoanalitico, quello psicodinamico, quello
cognitivista, quello gestaltico e quello dell’analisi transazionale, e,
in generale, da tutti quegli approcci psicologici che mirano alla
promozione dell’autoconsapevolezza e dell’accettazione di sè, e
allo sviluppo di abilità relazionali e comunicative.
Warren B. (1993), Using the creative arts in therapy, Routledge London, N.Y.,
trad.it. Arteterapia in educazione e riabilitazione, Erickson, 1995.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
Basi teoriche
L’artista, “trasforma le sue fantasie in una creazione
artistica invece che in sintomi” ..
..il prodotto artistico si rivela specchio del mondo interno del
soggetto, delle sue strutture e dei suoi processi psichici, e la
creazione artistica diventa materiale di interpretazione per
l’analista.
Freud 1923
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
Basi teoriche
È proprio la caratteristica di utilizzare il linguaggio dei simboli, e
dunque non solo quello verbale, che rende l’arteterapia un canale
privilegiato rispetto alle altre forme di terapia.
L’espressione artistica funge infatti da fattore di protezione e
contenimento, e da oggetto mediatore nella relazione tra l’utente e
il terapeuta, e così, pur rispettando i meccanismi di difesa, in
qualche modo li aggira e favorisce la libera espressione del proprio
mondo interiore, una maggiore autoconsapevolezza e l’attivazione
di risorse creative.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Sin dalla sua nascita l’arteterapia si è subito sviluppata principalmente come
strumento di sostegno nelle cure psichiatriche di persone con gravi disturbi
psichici, come ad esempio gli psicotici e gli autistici ( area terapeutica ).
I successi ottenuti nell’ambito della terapia portarono, con il passare del
tempo, ad estendere l’uso dell’arteterapia al campo della riabilitazione di
soggetti con danni neurologici e con handicap fisici
(Warren, 1993).
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Per quanto riguarda invece l’area dell’educazione, si tratta di
utilizzare l’arteterapia anche con persone “normali”, o
comunque non portatrici di disagi specifici, come forma di
educazione, appunto, alla sensibilità, alla creatività,
all’autoconsapevolezza
e
alla
accettazione
di
sè.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
ARTE TERAPIA
PRINCIPALI FORME DI ARTETERAPIA
•Disegno e pittura
•Teatro
•Musica
•Danza
•Scrittura
•Fotografia
•Video
•Cinema
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Disegno, pittura, scultura
•Cenni storici
•Il disegno e la pittura nelle psicosi
•Alcuni esempi: la collezione dell'ex Ospedale
Psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia
•Funzioni del disegno e della pittura
•L’atelier di arte
-organizzazione
-i materiali
-le tecniche
-metodi di valutazioni e verifica
•effetti dell’arte sul quadro clinico e delle disabilità nei
disturbi psichiatrici: i dati della letteratura, casi clinici
descritti
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
La valenza espressiva della produzione grafica del malato
di mente si inizia a considerare intorno alla metà dell’800.
Max Simmon nel 1876 effettuò una prima classificazione
dei dipinti dei malati mettendo in relazione stili espressivi a
determinate patologie mentali che assumono significato di
documenti “patografici”. Nel 1888, Max Simon pubblicava
il suo "Etude sur les écrits et les dessins des aliénés".
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Cesare Lombroso, nello scritto "Genio e follia" del 1882
afferma…”la follia sviluppa la creatività lasciando più libero
il freno della fantasia e dando luogo a creazioni che una mente
troppo razionale non riuscirebbe a produrre essendo più
difesa di fronte all’illogico e all’assurdo…”
La sua raccolta di dipinti e sculture è considerata la più
importante raccolta ufficiale di opere d'arte di pazienti
psichiatrici in Italia, custodita al museo Lombroso
dell'Istituto di Medicina Legale di Torino
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Anomalie dei Cranii e creatività.
Cesare Lombroso,1882
…Nel cranio di Volta, che è pure di bellissime forme e d'una capacità di certo maggiore
dell'ordinario, io notai molti dei caratteri che gli antropologhi credono più proprii alle
razze inferiori, come le salienze delle apofisi stiloidi, la semplicità della sutura
coronaria, le traccie della sutura medio frontale, l'ottusità dell'angolo facciale, ma
sopratutto la notevole sclerosi cranica, che in taluni punti arrivava fino a 16 millimetri, il
grande peso del cranio di 753 grammi…
Capacità
"
Circonf.
Larghezza
Indice
"
"
"
Capacità
"
"
"
"
"
"
cranica di
orbitale di
cranica di
della fronte di
cefalico di
verticale di
cefalo-orbitale di
cefalo-spinale di
cranica di
"
"
"
"
"
"
Volta
Volta
Volta
Volta
Volta
Volta
Volta
Volta
Brunacci
Petrarca
Fusinieri
Dante
Foscolo
S. Ambrogio
Romagnosi
1865
55
570
120
775
720
33
22
1700
1602
1602
1493
1426
1792
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L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Cesare Lombroso, 1882
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Hans Prinzhorn
(Herner Westfalia,1866 Monaco, 1923)
Ospedale psichiatrico di Hedelberg
1909
La clinica psichiatrica organizza una mostra di
pittura: Lehrsammlung.
1919-22
Sivluppa la Prinzhorn Collection a cura dello
psichiatra Hans Prinzhorn,
1919
Il ministro dell’educazione autorizza un Museum for
Pathological Art.
1921
Prima mostra al Frankfurt's Gallery Zinglers
Kabinett, Hans Prinzhorn lascia Heidelberg.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
H. Prinzhorn,
L'arte dei folli. L’attività plastica dei malati mentali.1921
tratta sulle creazioni artistiche dei malati mentali,
poste in relazione di volta in volta con le opere delle
Avanguardie degli anni Venti, con le teorie artistiche
allora prevalenti, nonché con l’indagine simbolica
della psicanalisi.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Secondo Prinzhorn, il livello artistico delle opere di pazienti con
diagnosi di schizofrenia mostra affinità con la produzione artistica dei
bambini e dei “primitivi”, accomunate dal fatto di non contenere né
uno scopo né un significato preciso, ma dall’essere eseguite sulla scia
di una spinta puramente ludica e ne definisce la spinta creativa un
bisogno d’espressione.
E’ il primo a soffermarsi sulla dimensione artistica, non solamente su
quella patologica come fino ad allora in voga.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Art Brut è un concetto introdotto dal pittore Jean
Dubuffet e da Andrè Breton alla fine della Seconda
Guerra mondiale per identificare le opere d'arte
create senza intenzione artistica o estetica, ma
obbedendo piuttosto a un bisogno, a una pulsione
creatrice
o
espressiva.
Il pittore ideatore di questa corrente collezionò i
disegni di bambini o di malati di mente, i graffiti, e
questa collezione oggi fa parte del museo dell' "Art
brut" a Losanna, Svizzera.
COLLECTION DELL’ART BRUT
Avenue des bergières 11
CH-1004 Lausanne
Switzerland
L'Art Brut è
"arte posta fra l'ingenuità e l'insanità"
(Jean Dubuffet),
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
L’art brut
E’ una forma di arte in cui non esistono più
convenzioni formali, ciò che predomina è il
puro istinto, un linguaggio arcaico e
primitivo, uno stile semplificato, infantile,
irrazionale, quello dei bimbi, degli ignoranti,
dei malati di mente: il risultato è una pittura
di grande originalità di forme, di modi
espressivi, di tecniche (entro questo ambito
ritroviamo le prime sperimentazioni di
graffitismo), di materiali, di assemblaggi.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
L’art brut
L'Art Brut (Arte Grezza), che prenderà anche il nome di Raw Art e,
oltreoceano, di Outsider Art, vuole affermare che la capacità espressiva è
una caratteristica potenzialmente presente in qualsiasi persona,
indipendentemente dalla sua cultura, intelligenza, razionalità, anzi è tanto
più libera di esprimersi quanto più esse mancano e l'ingegno creativo
non è sottomesso alla logica del mercato, non deve rispondere a nessuno
né compiacere nessuno.
Lo stesso Dubuffet definisce l'Art Brut come "L'arte che si ignora, che
non conosce il proprio nome, prodotta dall'ebbrezza creativa senza alcuna
destinazione"
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
L'Art Brut
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Adolf Wölfli (1864-1930) nacque nel distretto di Berna da
genitori estremamente poveri di origine contadina: all'età di 8
anni lavorava come custode di capre. In seguito lavorò in una
fattoria ed imparò l'arte dell'incisione su legno, prima di
trasferirsi in città. All'età di 25 anni fu arrestato la prima volta
per pedofilia e condannato a due anni di prigione. Pochi anni
dopo, a 31 anni di età, la stessa imputazione gli costò la
restrizione perpetua all'ospedale di Waldau. Ciò lo rese così
violento che egli dovette essere recluso, spesso legato, per
quasi vent'anni in una cella di isolamento. Cominciò a
dipingere, scrivere e comporre musica verso i 35 anni, e la sua
produzione continuò, giorno e notte, salvo poche interruzioni,
per trent'anni, rappresentata da parecchie centinaia di dipinti,
una pila di scritti più alta di lui ed un gran numero di spartiti
magnificamente decorati che nessuno, finora, è stato capace di
leggere. Diventò uno dei maggiori esponenti dell’Art Brut
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Adolf Wölfli (1864-1930)
Adolf Wölfli
(1864-1930)
Adolf Wölfli
(1921)
Adolf Wölfli
(1911)
Adolf Wölfli
(1864-1930)
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
L'Art Brut
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Johann Hauser 1926-1996
Nato nel 1926 a Pressburg, in Austria, nonostante
avesse frequentato la scuola, non imparò mai a
leggere e scrivere. A partire dall'età di 17 anni fu
ricoverato all'ospedale psichiatrico di Gugging, vicino
a Vienna. Dipinse il suo primo quadro nel 1958 e da
allora non smise più, alternando fasi di intensa
produzione ad altre di improduttività, e fasi di
depressione a fasi di mania. Di solito, la sua
ispirazione traeva origine dalle immagini riprodotte
sulle riviste di cui era avido collezionista. Diventò
uno dei maggiori esponenti dell’Art Brut.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Johann Hauser 1926-1996
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
L'Art Brut
J. Vicens Gironella
1911-1997
La Collection de l'Art Brut conserva una serie
importante di sculture di Gironella, costituita
principalmente da opere acquisite da Jean Dubuffet
nel 1948 ed attraverso una donazione delle figlie
dell'artista, Marie-Paz Vicens, Marie-Laure Vicens et
Marie-Neige Fleury, dopo il decesso del padre, in
occasione di una mostra a lui dedicata dal museo di
Losanna.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
J. Vicens Gironella
Martín Ramírez (1895–1963 )
Schizofrenia paranoide
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Negli anni 1920 il pensiero psicoanalistico si era interessato del
disegno infantile con Anna Freud. Poi l’indagine dell’espressione
grafica a partire dalle teorie freudiane del simbolo e del conflitto sarà
l’elemento fondamentale del movimento che utilizza l’arte come
terapia negli anni che seguiranno.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Negli anni 1940 in inghilterra nasce l’ ”arteterapia” fondata da due artisti
Adam Hill e Andrew Adamson..
Negli anni 1940 negli Stati Uniti sono stati fondati i primi ateliers di
pittura realizzati al Boston State Hospital ed al Saint Elizabeth Hospital di
Boston dove l'utilizzo di attività artistiche visive iniziano ad essere
individuati come mezzi terapeutici, in parte sostenuta dalla psicologia
psicoanalitica dell'Io o dalle psicologie umanistiche, in parte relegata al
ruolo secondario di intrattenimento..
Saint Elizabeth Hospital di Boston
La tessitrice di merletti.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Nel 1950 a Parigi, in occasione del primo congresso Mondiale di
Psichiatria, venne inserita un’esposizione internazionale d’Arte
psicopatologica. Tutto ciò fu fortemente voluto dal presidente del
Congresso Jean Delay.
Lo scopo di quest’esposizione era quello di riunire opere di interesse
scientifico e di permettere ad un pubblico più esteso di apprezzare il
valore estetico delle opere di soggetti con disturbi psichiatrici,
facilitando così la comprensione dei loro problemi e permettere, così,
di poter dar loro un aiuto più concreto.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Negli anni 1950 negli Stati Uniti Margaret Naumburg ed Edith Kramer
sono considerate le fondatrici dell’arte terapia.
Margaret Naumburg di derivazione psicodinamica, considera il
prodotto artistico del paziente come uno strumento d’accesso ai suoi
contenuti inconsci, da utilizzare nel corso della terapia come materiale
da interpretare e favorire la risoluzione dei conflitti interni. L’arte,
dunque, come strumento ai fini della terapia, e non arte come terapia.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Edith Kramer invece, si muove da un’ ottica completamente diversa
e concentra l’attenzione sul processo creativo, ritenuto di per sé uno
strumento terapeutico.
L’espressione artistica del paziente non è vista solo come mezzo per
l’espressione dei conflitti inconsci, ma come strumento per la loro
risoluzione e come risorsa per la crescita e la maturazione personale.
Arte, dunque, come terapia.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Cenni storici
Negli anni 1950 Robert Volmat costituisce il primo atelier di arte
terapia presso l’Ospedale Sainte Anne di Parigi allo scopo di
sperimentare nuove forme di approccio psicoterapeutico attraverso
l’espressione artistica.
Nel 1956 a tale proposito pubblica L'Art psychopathologique. Paris,
Presses Universitaires de France. Expressions plastiques de la folie,
10 planches en couleurs commentées. Médecine de France. N° 61 à
70, 1955. Paris, M.C.F., 1956
ex Ospedale Psichiatrico S. Lazzaro di Reggio Emilia
La collezione di pittura
Il materiale consiste in
circa
4000
pezzi
prodotti, nel corso di
oltre 100 anni, dai
pazienti.
Si ha notizia certa di
una Scuola di Disegno
all'interno
del
S.
Lazzaro dal 1887.
Federico Saracini 1898
con le sue 95
tavole
didascalichepedagogiche è
Autore di
grande
interesse.
Ernesto Cacciamani 1901
rappresenta una
congerie di figure
difficilmente
identificabili con
esattezza in quanto
hanno delle parti in
più od in meno
rispetto alla norma
cedendo così una
notevole sensazione
di ambiguità.
Corrado Angiolini 1929: con il suo modo preciso e puntuale progetta
un sistema di trasporto all'interno dell'Istituto mediante ferrovia.
Oltre alle grandi mappe, riempie 4 quaderni con puntuali annotazioni
esplicative.
Attilio Malagoli 1930:
disegni ad inchiostro su carta.
Molto più liberamente racconta
drammatici episodi di vita reale
inseriti in un insieme di riquadri
che si incastrano
tumultuosamente riempiendo un
grande foglio.
Si firma AM ex combattente.
.B.:
la più conosciuta tra le
frequentatrici dell'atelier.
Certe sue Opere richiamano
molto, per alcuni troppo, il
lavoro di Picasso (per il
tratto, per la scomposizione
della figura …).
T.G.:
crea composizioni in cui
la scansione geometrica
dei colori produce una
sensazione di grande
armonia.
Assente la figura
umana, stanno in primo
piano le nature morte
inserite in un più vasto
ambiente in cui è
dominante il colore
ordinatamente disposto.
Radmila Peyovic:
la sua produzione di disegni a
pastello ha suscitato l'interesse
degli esperti di Art Brut (in coppia
le sue opere sono nei più importanti
musei del settore).
Con tenui colori propone la figura
umana, di solito femminile,
pressocchè sempre di profilo,
rivolta a sinistra, a mezzo busto.
Questo schema fisso si
accompagna ad una variazione
infinita dei decori dei capelli e
della foggia dei vestiti.
Scritte non sempre agevoli da
decifrare sono poste a
completamento della
composizione.Si firma Gesù
Bambino.
S.C.:
la sua produzione dal punto
di vista dei soggetti è divisa
nettamente in due : un filone
( più abbondante ) di oggetti,
alberi, case, strade che tratta
in modo molto preciso, quasi
geometrico; un secondo
filone è costituito da circa 20
fogli in cui rappresenta una
donna: lo stile cambia
completamente, il segno si
anima, si curva.
La figura viene rappresentata
in modo scarno ed essenziale
evidenziando in modo
marcato i seni e l'inguine,
rinforzandone ulteriormente
l'importanza con il cambio di
colore.
I.G.:
ha lavorato molto su carta,
soprattutto con la tempera.
Abbondante e fortemente
espressiva la sua produzione
a creta.
Con segno rapido, vibrante,
spesso liberatorio, ha toccato
vari temi con una certa
prevalenza della figura
femminile (che tratteggia
con accentuata
partecipazione emotiva : ne
risultano ritratti sofferti e
drammatici).Anche nella
produzione a creta ci sono
figure umane ( uomini e
donne ) ma il segno della sua
lotta interiore si coglie ancor
più in tutta una serie di
animali selvaggi, o meglio
"selvaggiamente"
rappresentati.
Associazione Professionale Italiana Arte Terapeuti
SCUOLE DI ARTE TERAPIA ACCREDITATE
In Italia esistono diversi training formativi che fanno
riferimento a vari modelli teorici.
L’Apiart ha stabilito i criteri per l’accreditamento delle
Scuole di Formazione in Arte Terapia.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E
PSICHIATRIA
Modelli teorici
-psicoanalitico:
-gestaltico:
-cognitivo:
-polisegnico:
-
valore proiettivo in ambito psicologico
medium del processo psicoterapico
riabilitazione dei deficit cognitivi percettivi
valore di lettura della forma di arte come
comunicazione
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Funzione del disegno e della pittura
Il disegno e la pittura vengono utilizzate per acquisire o potenziare la
capacità di “contattare” le emozioni e rappresentarle in una
dimensione fantastica attraverso la forma e il colore.
Inoltre, richiedendo l’attivazione della coordinazione visuo-motoria e
la capacità di movimenti fini e precisi, comporta un giovamento anche
da un punto di vista strettamente motorio.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
Funzione del disegno e della pittura
Il disegno assume infatti in arteterapia 4 significati:
1. un significato ludico (per creare),
2. un significato narrativo (per raccontare di sé),
3. un significato conoscitivo (per porsi e rispondere a delle
domande).
4. un valore proiettivo in ambito psicoanalitico. Il disegno
infatti permette di esplicitare i propri conflitti e le proprie
ansie che, assumendo concretezza e divenendo finalmente
qualcosa di esterno a sé.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Organizzazione
•sessioni bi-trisettimanali di circa 2 ore
•Gestione: un Arteterapeutita
•Setting: atelier
•Si svolgono in gruppo (8-10 persone)
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
:
I materiali
1.Materiali da disegno (matite dure e morbide, matite colorate, carboncini,
gessi, pennarelli di vari tipi, penne, pennini da inchiostro, pastelli a cera,
pastelli ad olio)
2.Materiali da pittura (acquarelli, tempere, colori a dita, acrilici, pennelli,
spugne…)
3.Materiali da costruzione (cartone, stoffa, legno, plastica, fogli di rame,
forbici, colla, materiali di recupero….)
4.Materiali plastici (creta, plastilina, das, pasta di legno…)
5.Supporti per il lavoro (vari tipi di carta e cartoncino, di vari colori)
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DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
-durante le prime sessioni si stimolano l’esecuzione di un disegno a
tema libero per valutare le capacità espressive del soggetto
Probabili difficoltà
Elevazione ansia
Timore di un giudizio negativo
Tecniche alternative:
-Intervento di sostegno del terapeuta
-Disegno geometrico
-Collage
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Gli scarabocchi di M. Naumburg.
Fautrice del disegno spontaneo: sostiene l’uso dello “scarabocchio”
come modalità espressiva libera, spontanea, senza apparente
intenzionalità espressiva e senza ricerca di una forma senza sentirsi
messi alla prova o esposti al giudizio.
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Il disegno della figura umana
Il disegno della figura umana tendenzialmente riproduce lo schema
corporeo dei soggetti che generalmente nei soggetti psicotici viene
rappresentato in maniera frammentata e abnorme.
La riproduzione di figure umane copiate da dipinti, fotografie, aiuta
a livello percettivo a riconoscere l’immagine del corpo “integra”
nelle sue parti.
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DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Il ritratto
Ciascuno ritrae il compagno che si presta a fare da modello.
Consente la reciproca ricostruzione dell’immagine di sé attraverso
la reciproca presa di coscienza della identità corporea.
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Body tracing
Il corpo stesso può essere utilizzato per ricostruire un immagine
adeguata ed integra di sé. Il disegno dei contorni del corpo
riprodotto a dimensione reale su un foglio consente di restituire
percettivamente un immagine del corpo intero.
I soggetti vengono divisi a coppie e l’uno disegna il corpo
dell’altro e poi lo “veste” liberando al massimo la propria fantasia e
creatività tanto da fare acquisire alla sagoma un espressione.
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Mandala
Consiste nella produzione di cerchi concentrici ed una fase
successiva di colori, forme, oggetti, parole al loro interno a partire
dall’anello più esterno fino al cerchio centrale.
Questa tecnica utile con i pazienti psicotici poiché i cerchi creano
una struttura grafica su cui si possono organizzare immagini.
Ba 2000
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DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Copia dal vero
Le tecniche
E’ un mezzo utile per riportare l’attenzione sul confronto con la
realtà. Richiede impegno superiore a quello necessario per altre
attività.
In questo lavoro si mette in atto un processo, un analisi,
pianificazione, controllo e verifica tramite l’osservazione
dell’oggetto reale, l’individuazione della sua struttura di base, del
materiale di cui è fatto, della sua collocazione spaziale, il confronto
tra l’oggetto e la sua riproduzione grafica
Ba 2000
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Copia dal vero
“tutto ciò che sollecita e promuove nel paziente il passaggio
all’imitazione rappresenta un mezzo utile per riportare l’attenzione
sul confronto con la realtà”
Facco e coll. 1994
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
Disegno geometrico
E’ utile nei soggetti psicotici, le forme geometriche sono
strutturate, di facile esecuzione, lontane da simbolismi evidenti. Il
paziente può scegliere forme e colori, collocazioni spaziali
rispondendo a criteri logico-fomali
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DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Le tecniche
La scultura
La manipolazione di materiali e la costruzione di oggetti concreti è
molto gratificante soprattutto se effettuate con uno scopo. E’
indicata anche nei soggetti molto gravi e disgregati.
Facco e coll. 1994
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DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
La prima seduta
“il biglietto da visita”
Fattori osservabili per comprendere il paz.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
I colori utilizzati
Il protagonista: chi è e che cosa fa
Le altre figure presenti: chi sono e cosa fanno
Il tempo dell’azione
La presenza di stabilità o precarietà
Gli equilibri delle forme
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Il percorso arteterapeutico: le tappe
1. Scegliere una teoria di riferimento
-creativa e artistica
-pedagogica
-Psicologica, psicoanalitica
1. Conoscere l’anamnesi e la diagnosi del paziente
2. Stabilire tempi: inizio e fine del percorso
3. Stabilire le modalità:
-conduzione direttiva o non direttiva
-con l’uso di verbalizzazione o con uso limitato
-conduzione passiva o attiva
-conduzione di gruppo o individuale
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Il percorso arteterapeutico: gli obiettivi
1.
2.
3.
4.
5.
Valorizzare la comunicazione non verbale
Favorire il processo creativo
Sperimentazione ludica
Favorire l’espressione attraverso la simbolizzazione
Favorire processi di condivisione e risocializzazione nel gruppo
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Il percorso arteterapeutico: gli obiettivi del percorso grafico
1. Riorganizzazione estetica
2. Crescita nella capacità dell’uso di materiali
3. Sviluppare la consapevolezza tecnica
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi della motricità del disegno e della pittura
A
-posizione del corpo in rapporto al foglio
-seduta
-in piedi
-in asse con il centro del foglio
-a sx o a destra del centro del foglio
-instabilità della posizione del corpo rispetto al foglio
-modificazioni adottate nella posizione durante il lavoro
-manifestazione di fatica o rifiuto; passaggio dalla posizione eretta
alla posizione seduta, spostamento nella stanza senza nessun
rapporto con l’attività.
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi della motricità del disegno e della pittuta
B -Il Torace
-frontale rispetto al tavolo
-obliquo vero destra o verso sinistra
-Inclinato
-con contrazione delle spalle
Ajuriaguerra e coll. 1990
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi della motricità del disegno e della pittura
C
-Movimenti delle braccia
-rilassamento e contrazione: del pugno, gomito o spalla
-posizione del gomito vicino al corpo, molto spostato dal corpo, alzato
-rapporto tra la posizione delle spalle del gomito e del pugno
-posizione della mano: distensione, flessione
-cambio dell’uso della mano
Ajuriaguerra e coll. 1990
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DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi della motricità del disegno e della pittura
D -Movimenti d’accompagnamento
-della testa
-del viso: labbra, occhi, espressione
-posizione dell’altro braccio durante il disegnare
-movimenti delle gambe
-base di sostegno adatta
Ajuriaguerra e coll. 1990
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
A Analisi del tratto
Lunghezza
-Lunghezza dei tratti dritti
-lunghezza massima dei tratti dritti
-lunghezza minima dei tratti dritti
-frequenza delle variazioni di lunghezza
-larghezza dei tratti: utilizzo di una sola o più larghezze
Ajuriaguerra e coll. 1990
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Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi del tratto
•Pressione
-pressione forte
-pressione media
-pressione debole
Ajuriaguerra e coll. 1990
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi del tratto: Dinamismo di tratto
-variazioni del ritmo
-variazioni della tonalità
-variazioni della pressione
Ajuriaguerra e coll. 1990
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi del tratto: Scioltezza di tratto
-curve armoniose, curve complesse
-passaggio sciolto da tratti dritti a tratti curvi
-polimorfismo
-tratto continuo
Ajuriaguerra e coll. 1990
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi del tratto: Tratto maldestro
-a bozzi
-tremolante
-vacillante
-stereotipato
-spezzato
Ajuriaguerra e coll. 1990
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi della superficie: variazioni delle dimensioni
-importante
-media
-senza nessuna variazione
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
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L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi della superficie: variazioni delle forme
-forme semplici
-forme complesse
-utilizzo di tutta la superficie del foglio
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi della superficie: variazioni delle sfumature
-almeno una variazione delle sfumature dello stesso
colore
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
Analisi della superficie: variazione nell’uso del colore
-un solo colore
-tre colori
-più di tre colori
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
organizzazione: la pagina
-senza rapporto con il formato del foglio
-condizionato dal formato del foglio
-utilizzazione degli angoli del foglio
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
L’atelier di pittura nella riabilitazione psichiatrica
Metodi di valutazione e verifica
Scheda di analisi dei tracciati pittografici
organizzazione: proporzione degli elementi tra loro
-difetti nella proporzione
-proporzione armoniosa
-proporzione personali
Ajuriaguerra e coll. 1990
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
La pittura nelle psicosi
Nel "Allgemeine psychopathologie" (1913) Jaspers scrive:
"Un'arte psicotica - come vera espressione della vita psichica del paziente e come
immagine del mondo spirituale della psicosi - può nascere quando esistono una
capacità ed una certa istruzione tecnica e quando le caratteristiche psicotiche non
soffocano, per così dire, l'intero quadro.
Una sua descrizione trova contenuti caratteristici: rappresentazioni di esseri favolosi
e creature deformi. Dal punto di vista della forma, troviamo: tendenza alla
ripetitività, all'ordine, all'ornamento, unita al bisogno di effetti esagerati, di
simbolismi e fantastici arricchimenti, ed alla fissione stereotipata su alcune linee
curve o angolose, che conferiscono a tutti i disegni dello stesso soggetto una
curiosa somiglianza".
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
La pittura nelle psicosi
Dallo studio del disegno psicotico emergono tre caratteristiche:
-la ripetitività
-Simbolismo fantastico
-Arricchimenti e ornamenti.
Dopo alcuni anni d’internamento, il 2% dei pazienti, la maggior parte
schizofrenici, comincia a dipingere spontaneamente.
In questa scelta probabilmente hanno ruolo due fattori: la noia, e la
regressione, che fa emergere le attitudini infantili.
Solo poche opere hanno un rilievo interessante dal punto di vista artistico
o scientifico.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
DISEGNO, PITTURA E PSICHIATRIA
La pittura nelle psicosi
Nelle opere dei pazienti con diagnosi di schizofrenia sono evidenti le
stereotipie e l’ossessivo riempimento degli spazi. Sono spesso presenti
motivi geometrici ripetuti, forme spezzate e segmentate, come seminate
in modo caotico e disordinato.
A, Denner 2002
Art therapy for schizophrenia or schizophrenia-like illnesses.
Ruddy R, Milnes D.
University of Leeds, Academic Unit of Psychiatry and Behavioural Sciences, 15 Hyde
Terrace, Leeds, West Yorkshire, UK LS2 9LT. [email protected]
A review about the effect of arte therapy have only two articles, both compared art
therapy plus standard care with standard care alone. Data from one mental state
measure (SANS) showed a small but significant difference favouring the art-therapy
group (n=73, 1 RCT, WMD -2.3 CI -4.10 to -0.5). In the short term, a measure of
social functioning (SFS) showed no clear difference between groups in endpoint
scores (n=70, 1 RCT, WMD 7.20 CI -2.53 to 16.93) and quality of life, as measured
by the PerQoL, did not indicate effects of art therapy (n=74, 1 RCT, WMD 0.1 CI 2.7 to 0.47). AUTHORS' CONCLUSIONS: Randomised studies are possible in this
field. Further evaluation of the use of art therapy for serious mental illnesses is
needed as its benefits or harms remain unclear.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Effetti dell’arte terapia sulla schizofrenia
Un caso clinico
L.G.
44aa
Schizofrenia residuale
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Effetti dell’arte terapia sulla schizofrenia
Un caso clinico
20
Punteggio SANS
18
16
14
12
10
T0
2004
T1
2006
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Effetti dell’arte terapia sulla schizofrenia
Un caso clinico
Ottundimento
Alogia
Abulia-Apatia
attenzione
5,5
Punteggi Aree SANS
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
0
T0
2004
T1
2006
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Effetti dell’arte terapia sulla schizofrenia
Un caso clinico
Punteggio SAPS
20
18
16
14
14
13
12
10
T0
2004
T1
2006
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Effetti dell’arte terapia sulla schizofrenia
Un caso clinico
Allucinazioni
Deliri
Anomalie Comp.
Disturbi Form. Pens.
Punteggi Aree SAPS
4,5
4
3,5
3
2,5
2
0
T0
2004
T1
2006
I disturbi psichici nei pittori
Durante la permanenza ad Arles avviene uno degli episodi
più controversi e drammatici della vita di Van Gogh. La
notte del 23 dicembre il pittore, dopo un'aggressione ai
danni di Gauguin (che fugge spaventato) si taglia la parte
inferiore dell'orecchio sinistro, la incarta e la porta in un
bordello per farne regalo ad una prostituta alla quale si era
affezionato. Viene ricoverato in ospedale con la diagnosi di
epilessia, alcolismo e schizofrenia. Dipinge il celebre
Autoritratto con orecchio bendato
Iniziano per lui i primi segni di disagio, di depressione. In un attimo di
follia Vincent si toglie la vita sparandosi un colpo di pistola. Muore solo,
con la compagnia delle sole lettere del fratello Theo. In tutta la sua vita
vende un solo quadro. E' il 1890.
The Starry Night; June 1889; Olio su tela, The Museum of Modern Art,
New York Vincent Van Gogh
Vaso con dodici girasoli; olio su tela; Neue Pinakothek Monaco di
Baviera. realizzato nel 1888 ,Vincent Van Gogh.
I disturbi psichici nei pittori
Quando si parla di Van Gogh, si parla anche della dicotomia
genio-follia; indicando in quest'ultima il motore della pittura
originale, unica dell'artista. Sono mille le ipotesi di malattia,
tutte diagnosticate a posteriori: chi prende spunto dalla
biografia, parla di un incrudelirsi della malattia venerea, o
addirittura di una possibile ereditarietà dal padre di sifilide,
oppure di schizofrenia, depressione,etc.
I disturbi psichici nei pittori
Dopo una lunga lotta contro la
depressione, il 25 febbraio
1970 Mark Rothko si suicidò
tagliandosi le vene nel suo
studio di New York
Mark Rothko, Untitled,1948,
Collection of Kate Rothko Prizel
I disturbi psichici nei pittori
Mark Rothko, Untitled,1949, National Gallery of Art, Gift of The Mark
Rothko Foundation, Inc.,
I disturbi psichici nei pittori
• Se la relazione tra creatività e psicopatologia è reale, in che
modo la psicopatologia influenza l’espressione creativa?
• La malattia mentale favorisce di per sé la creatività.
• La tendenza ad associazioni di idee inusuali nella schizofrenia,
favorirebbero l’emergere di idee originali.
• Il flusso accelerato nella mania potrebbe anch’esso favorire la
creazione artistica.
• L’accesso a stati meditativi ed al ragionamento potrebbe invece
essere favorito dagli stati depressivi.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
…L’uomo e le sue manifestazioni costituiscono lo spettacolo più
affascinante e sorprendente per l’uomo stesso..
Ba 2000
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
La tradizione attribuisce le prime forme di teatro, a Tespi, giunto ad
Atene dall'Icaria, verso la meta' del VI secolo. Tradizione vuole che sul
suo carro trasportasse i primi attrezzi di scena, arredi scenografici,
costumi e maschere teatrali.
Le rappresentazioni hanno carattere di sacralità evocazione simbolica
di morte e rinascita: nasce la tragedia. I principali tragediografi greci
furono Eschilo, Sofocle ed Euripide; il commediografo più importante
fu Aristofane. Il teatro greco era basato sulle tre unità aristoteliche di
luogo, tempo ed azione.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
In questo contesto nasce la rappresentazione drammatica come
rappresentazione scenica di un conflitto che a sua volta si dividerà in
tragedia, dramma satiresco, commedia e mimo.
Con i romani il teatro perde il carattere sacro e diventa celebrazione
dei “ludi” si sviluppa la commedia, dramma satiresco e mimo.
Dopo la caduta dell'Impero romano sembrò che il teatro fosse
destinato a non esistere più. La chiesa cattolica, ormai diffusa in tutta
Europa, non apprezza il Teatro ed addirittura scomunica gli attori. A
questa situazione, però, sopravvivono i giullari, eredi del mimo.
Intrattengono la gente nelle città e nelle campagne con canti ed
acrobazie.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
Nel rinascimento diventa rappresentazione dotta con recupero dei testi
classici. Nel 1600 si sviluppa la commedia dell’arte (Pulcinella,
Pirot..etc..) e nel 1700 il melodramma caratterizzato da grandi temi
sentimentali e musica. Nel 1800 si ha l’avvento del dramma
sentimentale su base romantica (Adelchi)
Il Novecento si apre con la rivoluzione copernicana della centralità
dell'attore. Il teatro della parola si trasforma in teatro dell'azione
fisica, del gesto, dell'emozione interpretativa dell'attore con il lavoro
teorico di Kostantin Sergeevič Stanislavskij e dei suoi allievi Vsevolod
Emil'evic Mejerchol'd
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
Metodo Stanislavskij (1863-1938): per gli attori si tratta di un metodo che
ha esercitato una grossa influenza sulle esperienze teatrali delle
avanguardie. Esso comporta un vero e proprio percorso, che coinvolge il
corpo, la mente e l’etica stessa dell’attore. L’idea centrale è che si giunge a
plasmare la mente, agendo sull’universo psichico dell’attore, così da
risvegliare in lui una dimensione creativa, che darà nuovo spessore anche ai
gesti e agli atteggiamenti del corpo.
Il metodo Stanislavskij prevede un allenamento, grazie al quale l’attore
diventa tramite creativo fra il testo teatrale e il pubblico. Questo si può
realizzare grazie alla capacità dell’attore di creare con le immagini della
fantasia. Immagini che, se da un lato sono ispirate al testo e quindi suggerite
dall’autore, dall’altro si nutrono di un intenso lavoro personale fatto
dall’attore stesso.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
"Continuate a concentrare l’attenzione sulle immagini che sono davanti agli
occhi della vostra mente", dice Stanislavskij a proposito di come ci si
prepara a recitare una scena particolare. "Formate i pensieri e le immagini
della fantasia secondo il testo e le circostanze fornite dall’autore e dal
regista. Ma siccome li avete fatti nascere entrambi – pensieri e immagini –
dal vostro cuore, le parole e la verità che voi mettete in queste parole,
proprio come se fossero la vostra vita, si fonderanno nel cerchio della vostra
immaginazione e sulla scena" (L’attore creativo. Conversazioni al Teatro
Bol’Soj, 1918-1922).
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
Con l'affermarsi delle Avanguardie storiche, come il Futurismo, il
Dadaismo e il Surrealismo, nacquero nuove forme di teatro come il
teatro della crudeltà di Antonin Artaud, la drammaturgia epica di
Bertolt Brecht e, nella seconda metà del secolo, il teatro dell'assurdo di
Samuel Beckett e Eugene Ionesco modificarono radicalmente
l'approccio alla messa in scena e determinano un nuova via al teatro
Contemporaneamente però il teatro italiano fu dominato, per un lungo
periodo, dalle commedie di Luigi Pirandello, dove l'interpretazione
introspettiva dei personaggi dava una nota in più al dramma borghese
che divenne dramma psicologico.
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
Cenni storici
Un ulteriore contributo sulla ricerca della verità scenica viene da
Artaud, il quale nel teatro della crudeltà fa rivivere la parola
attraverso la fisicità carnale dell’attore. L’attenzione è posta ora
sull’azione, l’incontro fra interiorità corporea e comunicazione.
Nell’azione fisica ed emotiva, attraverso il processo
dell’improvvisazione, non c’è manipolazione, né finzione, non c’è
costruzione di artificiosità. Il teatro delle passioni artificiali è abolito
per un processo di creazioni le cui tappe sono:
* L’improvvisazione libera
* La formalizzazione dell’azione
* L’applicazione del testo all’azione
L’Arte e la Terapia Occupazionale
Il teatro
il fare arte può diventare momento
di cura ?
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro
Tragedia è dunque mimesi di un'azione seria e compiuta in se stessa,
con una certa estensione; in un linguaggio abbellito di varie specie di
abbellimenti, ma ciascuno a suo luogo nelle parti diverse; in forma
drammatica e non narrativa; la quale, mediante una serie di casi che
suscitano pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare (catarsi)
l’animo da siffatte passioni.
(Aristotele, Poetica, 6, in Opere, a cura di G.Giannantoni, Roma-Bari, 1973.)
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro
significato di catarsi non è facilmente interpretabile e del tutto chiarito dagli scritti di
cui disponiamo. Dal contesto degli scritti dei Sofisti si deduce che la catarsi ha un
valore di chiarificazione, di illuminazione, di comprensione delle passioni. A oggi le
interpretazioni più argomentate risultano essere ancora due:
a) partecipando all’azione tragica l’uomo si libera dalle passioni, le proietta o
esteriorizza sulla scena e recupera così l’equilibrio psichico necessario per
riprendere il pieno dominio delle proprie funzioni razionali; la ragione si svincola
così dai condizionamenti di una psicologia del profondo che rende l’individuo
inconsapevole e passivo di fronte all’apparente casualità degli eventi.
b) La catarsi è purificazione delle passioni nel senso che queste assumono
gradualmente una forma razionale, ossia esse non vengono eliminate ma subiscono
una "trasformazione", vengono cioè capite.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Cenni storici
Nel 1921 JL Moreno fonda il “teatro
della spontaneità” da cui poi originerà
“Lo Psicodramma” la prima tecnica di
drammatizzazione applicata ai disturbi
psichici come terapia.
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Lo psicodramma trae origine dalla concezione psicologica e dal
metodo psicoterapeutico e formativo elaborati da Jacob Levy Moreno
in quasi sessant'anni di attività nel campo clinico, sociale, educativo,
dapprima a Vienna e poi - a partire dal 1925 - negli USA.
Fin dal 1922 Moreno iniziò ad elaborare lo psicodramma come
modalità di intervento mirante ad intervenire sul sistema di relazioni
interpersonali dei singoli o dei gruppi.
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Definizione.
Lo psicodramma è un metodo d’approccio psicologico che consente alla
persona di esprimere, attraverso la messa in atto sulla scena, le diverse
dimensioni della sua vita e di stabilire dei collegamenti costruttivi fra di
esse.
Lo psicodramma facilita, grazie alla rappresentazione scenica, lo
stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le
richieste della realtà, e porta alla riscoperta ed alla valorizzazione della
propria spontaneità e creatività
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
La teoria originaria del prof. Moreno si chiamò 'sociometria': era un
metodo di misurazione quantitativa delle relazioni interpersonali dei
gruppi, attuato mediante test (sociometrici o psicometrici).
I test permettevano di rilevare le strutture interne ai gruppi spontanei in
base alle scelte fatte dai membri del gruppo e valutate con l'ausilio di
uno strumento grafico, che permetteva di costruire, appunto, un
'sociogramma'.
Queste tecniche si ricollegò poi anche la tecnica della psicoterapia di
gruppo (psicodramma) ispirata al teatro, di cui Moreno era un
appassionato cultore.
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Lo psicodramma
Lo psicodramma venne subito applicato da Moreno nella cura della
malattia mentale, in cui il rapporto medico-paziente veniva sostituito dal
rapporto di interazione reciproca, all'interno del gruppo terapeutico.
Il teatro terapeutico nacque così quasi per caso, attraverso l'esame delle
ripercussioni personali della recitazione teatrale su un'attrice: Barbara.
Con l' invenzione dello psicodramma entrano nella psicoterapia
contemporanea i metodi 'attivi', che ricorrono all'utilizzo del linguaggio del
corpo e ad una regia terapeutica basata sul fare, oltre che sul dire.
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Dal 1921 al 1924, con il Teatro improvvisato, Moreno chiedeva ad un
soggetto, nell'ambito di una rappresentazione scenica improvvisata, di
assumere un ruolo per lui significativo, che gli permettesse di esteriorizzare
sul palcoscenico i suoi vissuti.
Il ruolo doveva essere relazionato in modo significativo al tipo di disturbo
comportamentale da trattare, ma anche alle esigenze motivazionali del
soggetto o alle sue fantasie.
Il pubblico era importante: è davanti al pubblico infatti che si fabbricano e si
dipingono le maschere. il pubblico veniva invitato ad osservare questo teatro
e a reagire ad esso, interagendo liberamente con l'attore e con gli altri
spettatori.
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Attraverso la drammatizzazione in
uno spazio protetto che funge
simbolicamente da palcoscenico
situazioni presenti, passate, future o
immaginarie del soggetto vengono
riportate nel “qui e ora” della scena.
Il processo terapeutico si basa su
rivivere,
improvvisando,
l’esperienza integrandola con il
presente, rimettere in gioco il
passato nel presente. la sua utilità sta
nel consentire al soggetto di
proiettare nel dramma che sta
recitando
le
sue
reali
preoccupazioni.
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Tecnica originaria. Basi teoriche
-la spontaneità creativa come forza propulsiva
-Il valore del gruppo
-Centralità dell’azione
-La teoria del ruolo
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Lo psicodramma
La spontaneità
Fin dai suoi primi scritti, Moreno si è occupato della spontaneità e del suo
rapporto con la creatività. Il concetto di spontaneità è fondamentale in
ambito clinico; il grado di spontaneità di un paziente nel rapporto con gli
altri è uno degli indici più significativi della sua salute mentale. La
mancanza di spontaneità è segnalata dall'ansia e/o da un comportamento
rigido e stereotipato.
Apprendere la spontaneità nei rapporti interpersonali significa apprendere
a rispondere in modo sintonico alle esigenze dell'ambiente e alle proprie
esigenze interne. Moreno verifica che, nello sviluppo della spontaneità, ha
un ruolo centrale l'azione, l'interpretazione scenica improvvisata.
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Lo psicodramma
Spontaneità/creatività
Moreno si riferisce alla spontaneità in stretta relazione al concetto di
creatività, tant'è che individua il fattore S-C (spontaneità-creatività) come
elemento chiave nell'espansione dell'individuo e della relazione con l'altro.
Uno degli obiettivi principali non è lo sviluppo della spontaneità di per sè,
quanto la capacità di realizzare atti creativi, di assumere ruoli nuovi
creativamente e di superare/trasformare in modo creativo i ruoli personali,
sociali e lavorativi inadeguati e/o stereotipati.
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Lo psicodramma
La creatività:
La creatività, scriveva Moreno, " è la forza che spinge l'individuo a
cercare una risposta adeguata per una nuova situazione o una nuova
risposta per una vecchia situazione".
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Il valore del gruppo
· L'autonomia del gruppo. autonomia contrapposta alla dipendenza dal
conduttore. Un processo di formazione o di terapia non può dirsi compiuto se non
è avvenuto un cammino di autonomia del gruppo e del singolo
L'esistenza di una struttura del gruppo e la conseguente necessità di
conoscerla. Un intervento di gruppo non può prescindere dall'analisi delle reti di
relazione esistenti nel gruppo stesso. Il processo formativo o terapeutico farà leva
sulla possibilità di cambiamento di tale struttura di relazione.
· Nel gruppo c'è tendenza verso l'anonimato L'intervento non è finalizzato solo
a produrre un benessere psichico nelle singole persone, ma intende produrre nelle
persone un apprendimento a relazionarsi in modo più adeguato con gli altri
importanti del proprio contesto sociale.
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Lo psicodramma
Centralità dell'azione
Questo aspetto è connesso in modo indissolubile al metodo, tant'è
che, in assenza di azione, non si può parlare di psicodramma.
Centralità dell'azione non significa necessariamente che le persone
devono muoversi, correre, drammatizzare o scomporsi, ma implica
un atteggiamento nei confronti delle esperienze e dei contenuti che
privilegia l'esserci rispetto al racconto. L'azione diventa elemento
fondante e precursore del cambiamento, della relazione e
dell'apprendimento.
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Lo psicodramma
La teoria del ruolo
Il ruolo è la forma operativa che un individuo assume quando entra in
relazione con un altro essere o con un oggetto. Il ruolo è elemento di
dialogo costante tra il mondo interno della persona e la realtà; dà forma e
struttura alla dinamica della spontaneità e della creatività.
se la dinamica spontaneità-creatività rivela un processo psicologico
fondamentale dal punto di vista dell'individuo, la costruzione del ruolo è
fondamentale ed è il contenitore di tale dinamica.
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Lo psicodramma
Il modello di drammatizzazione di
Moreno si basa su cinque
“entità”:il soggetto, il direttore, gli
io-ausiliari, il palcoscenico e
l’auditorio
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Lo psicodramma
Il soggetto è colui che mette in
scena un evento
Il direttore si presenta con la sua
modalità d’essere. Durante la
scena registra la situazione,
suggerisce nuove scene che
favoricono l’emergere di un
conflitto del soggetto.
Gli
Io-ausiliari:
appoggiano
l’azione del direttore e sostengono
il paziente nel suo percorso.
Incarnano le persone significative
del passato del soggetto
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Lo psicodramma
Il palcoscenico è uno spazio protetto
ben delimitato
L’auditorio: è caratterizzato dal
pubblico che può intervenire anche
raccontando episodi di sé.
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Lo psicodramma
Le tecniche
La rappresentazione scenica
Lo psicodrammatista deve favorire l'azione rispetto al racconto, che si
orienta al far succedere un'esperienza, più che al raccontarla, riservando
ad un momento successivo la necessaria riflessione o la sistematizzazione
concettuale.
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Lo psicodramma
Le tecniche
La tecnica del doppio
Il doppio è un membro del gruppo che, assumendo la stessa postura del
protagonista e mettendosi al suo fianco (oppure ponendosi dietro di lui
con un discreto contatto della mano sulla spalla), mette in parole i
contenuti e le emozioni che ritiene che il protagonista stia provando. La
funzione di doppio viene attivata in vari momenti della sessione di
psicodramma, quando un membro del gruppo ha l'opportunità di fermarsi
e porre attenzione a ciò che gli sta passando dentro. Spesso questo
avviene su stimolo del conduttore, che facilita la verbalizzazione con frasi
come: "In questo momento sento che...".
.
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Le tecniche
La tecnica dello specchio
consiste invece nel porre il protagonista fuori della scena che ha costruito,
in posizione di osservatore della scena stessa, che viene interpretata da un
alter ego e da altri membri del gruppo. Il protagonista in tal modo può
'vedersi da fuori'.
.
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Lo psicodramma
Le tecniche
L'inversione di ruolo
L'inversione di ruolo è la tecnica principale dello psicodramma, quella che
esprime con maggiore evidenza sia l'importanza dell' Incontro autentico
con l'altro, che l'autoconsapevolezza che deriva dalla possibilità di un
decentramento percettivo. L'inversione di ruolo consente questo duplice
processo: entrare nei panni dell'altro per conoscere meglio ciò che egli
prova, e al tempo stesso cercare di vedere se stessi con gli occhi dell'altro,
attuando un percorso contestuale di auto ed eteropercezione. La tecnica
dell'inversione di ruolo viene utilizzata spesso nel corso della scena
psicodrammatica..
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma
Le tecniche
La sociometria
Ogni persona ha una rappresentazione mentale delle sue relazioni sociali
significative. La sociometria è uno strumento che utilizza l'azione per
rendere evidenti e percepibili le relazioni sociali. Il soggetto viene invitato a
porre i membri del gruppo in determinate posizioni che corrispondono alla
propria sentire per quella persona.
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Lo psicodramma
Le tecniche
Il role playing
Giocare un ruolo può essere considerato un metodo per imparare a
sostenere dei ruoli con maggiore adeguatezza. Il gioco di ruolo si connota
pertanto come uno spazio di apprendimento, dove il ruolo giocato si
contrappone al ruolo cristallizzato. In tal senso il role playing è il campo
dello sviluppo della spontaneità e dell'incontro della soggettività con il dato
o il mandato socio-culturale del ruolo.
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Lo psicodramma
Le tecniche
Attività di riscaldamento: worming up
Il termine "gioco psicologico" è ampiamente diffuso in ambito formativo ed
educativo. All'interno della metodologia psicodrammatica la dimensione del
gioco è spesso presente, ma non si configura necessariamente come attività
specifica o "gioco psicologico". La valorizzazione della dimensione ludica
nei percorsi formativi o terapeutici psicodrammatici passa attraverso la
modalità di conduzione, si evidenzia nell'uso dell'azione, si concretizza nel
ricorso al simbolico e al fantastico, accompagna lo sviluppo delle sessioni,
anche se specificamente non viene proposto un gioco.
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Teatro e psichiatria
Il sociodramma
Il sociodramma si occupa di problemi che non possono essere né chiariti
né trattati nel segreto di una stanza e nell'isolamento di due persone. ..
Richiede perciò, un ambiente in cui il gruppo con i suoi problemi collettivi
possa essere trattato con la stessa onestà con cui viene trattato l'individuo
in uno studio medico…. La forma ideale per questo dramma è che tutti lo
possono condividere, e l'effetto è la catarsi della comunità. La catarsi del
sociodramma differisce da quella dello psicodramma… Nel procedimento
psicodrammatico un soggetto viene trattato come una persona specifica,
con il suo mondo privato. Nel procedimento sociodrammatico il soggetto
non è una persona, ma un gruppo…è un'estensione emozionale di molti
Io…"
JL Moreno 1923
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Teatro e psichiatria
Il sociodramma
"Il vero soggetto di un sociodramma è il gruppo. Non è limitato da un
numero speciale di individui, può essere formato da tutte le persone che
vivono in un luogo qualunque, ovvero da tutte quelle che appartengono alla
stessa cultura. Il sociodramma si basa sulla tacita supposizione che il gruppo
formato dal pubblico sia già organizzato dai ruoli sociali e culturali che, in
una certa misura, sono interpretati da tutti i portatori di cultura".
JL Moreno 1923
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Teatro e psichiatria
Lo psicodramma e il sociodramma
L'uso dello psicodramma e del sociodramma in numerosi contesti gruppali
stimolò Moreno ad una elaborazione teorica specificamente riferita al gruppo
non solo come luogo e medium della terapia ma, attraverso lo sviluppo di
relazioni interpersonali, come agente di terapia. Vennero utilizzate nella prima
comunità terapeutica per malati psichiatrici nel 1936, a fianco della quale
venne successivamente creata la Scuola di formazione per psicodrammatisti
(Moreno Institute), tuttora attiva ad opera della moglie e collaboratrice di
Moreno,
Zerka
Toeman.
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Teatro e psichiatria
Cenni storici
Nel 1939 lo psichiatra inglese Peter Slade in una conferenza utilizza il
termine di “arte terapia per mezzo del teatro”
Nel 1945 la psichiatra britannica Brenda Maldrum utilizza ufficialmente
questo concetto fondando la “drammaterapia” al primo congresso
dell’Accademia Americana Terapia Occupazionale.
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Teatro e psichiatria
Cenni storici
Nel 1970 in italia nasce un movimento di “animazione teatrale” che viene
utilizzato come tecnica nei soggetti con patologie mentali.
Il fondatore Dr G. Nava fonda anche una associazione teatrale “Il teatro degli
Affetti”.
Questo movimento sposta la recitazione professionale e accademica ad una sua
espressione collettiva più informale, spontanea. Tecnica che permette all’individuo
di esprimersi nella sua globalità utilizzando l’improvvisazione, il gioco, la
creatività, la festa. Negli anni successivi è stata applicata nei soggetti con disturbi
psichici, disabilità fisiche, ritardo mentale, ambienti carcerari.
Facilita le relazioni, la consapevolezza di sé, d’interazione di gruppo, di sviluppo
di linguaggi verbali e non verbali, sviluppo di risorse relazionali e creative.
TEATROTERAPIA
Psicodramma
Animazione teatrale
Riattualizzazione
delle
dinamiche psichiche
interne del pz
Riattivazione
di competenze legate
al corpo ed alle
sue manifestazioni
Liberazione dai complessi e
dalle inibizioni e dai conflitti
passati
Intervento indiretto
sull’immagine del sé e
sull’identità
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Teatro e psichiatria
Cenni storici
Intorno al 1975, Claudio Misculin, attore trascorre un breve periodo di
cura presso l’Ospedale psichiatrico di Gorizia. L’incontro con lo
psichiatra Franco Basaglia favorice la nascita di un gruppo teatrale
all’interno dell’Ospedale e la fondazione dell’”Accademia dei folli”
attualmente operante nell’ambito psichiatrico che utilizza i linguaggi
dell’animazione teatrale.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Cenni storici
IL gruppo teatrale Accademia della Follia, svolge un lavoro importante
nell'ambito del disagio sociale e psichico.
Gli attori della pièce teatrale sono portatori di handicap psichico e
fisico, e con una dipendenza da metadone, psicofarmaci e alcool.
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Teatro e psichiatria
Cenni storici
L’accademia dei folli
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Teatro e psichiatria
Cenni storici
L’accademia dei folli
Creative Arts Therapy
USA 1979
National Association for Drama Therapy (NADT)
Creative Arts Therapy
Drama Therapy
National Association for Drama Therapy (NADT)
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Teatro e psichiatria
Drammaterapia definizione
La drammaterapia, o teatroterapia, si propone di usare l'impianto teatrale
nella sua complessità, come mediatore nelle relazioni d'aiuto. Usando le
tecniche e il linguaggio teatrale è possibile portare avanti un lavoro
combinato su corpo, emozioni, immaginazione, memoria, pensiero
(creativo, analitico, narrativo), attenzione, voce e respirazione, permettendo
di affrontare diversi tipi di problemi in qualsiasi contesto e a più livelli.
Jones 2000
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Teatro e psichiatria
Drammaterapia definizione
La Dramma/teatro terapia, attraverso l’uso intenzionale di processi
drammatico-teatrali, può aiutare a raggiungere l’obiettivo di benessere e
integrazione in ambito terapeutico, riabilitativo, pedagogico, sociale. A
differenza dello psicodramma, la DTT utilizza in maniera esplicita i
paradigmi teatrali fondamentali quali la regia, l'attore, lo spettatore, lo
spettacolo, la drammaturgia, il testo, la costruzione, la rappresentazione,
l'azione, la parola, il corpo, lo spazio scenico, la ripetizione,
l'interpretazione, la maschera, la narrazione, il personaggio, la scrittura,
l'espressione, l'improvvisazione, la mimesi.
Jones 2000
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Teatro e psichiatria
Drammaterapia definizione
la drammaterapia comprende altri mediatori drammatici e teatrali
rispetto alla psicodramma come le marionette, le maschere, le
performance teatrali, la narrazione e la drammatizzazione di storie.
Ai drammaterapeuti, a differenza degli psicodrammisti, è richiesto di
istruirsi nell’improvvisazione drammatica e nelle arti teatrali, poiché,
costituiscono la base del loro lavoro.
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Drammaterapia
Due sono gli elementi essenziali nel processo della drammaterapia:
ruolo e storia. Sono strumenti indispensabili per la trasmissione dei messaggi tra il
cliente e il terapeuta. Tutte le comunicazioni che si attivano in drammaterapia,
procedono attraverso questi media. Essi possono essere chiamati media primari,
giacchè molti degli specifici mediatori espressivi, come burattini e maschere, video e
improvvisazione, prendono vita dalle fonti di ruolo e storia e sono i cosiddetti
mediatori secondari.
I media drammatici, sono delle interfaccia tra due livelli di realtà: quello della vita
quotidiana e quello dell’immaginazione.
Giocando un ruolo o raccontando una storia, il cliente in terapia drammatica, entra
nella realtà immaginativa (narrativa), allo scopo di commentare la realtà quotidiana
o di riflettere su di essa. I media secondari sono gli strumenti pratici del trattamento.
E’ il compito del drammaterapeuta aiutare il cliente a trovare i ruoli da giocare e le
storie da raccontare, che possano fornire uno specchio che riflette la sua vita.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Drammaterapia
Un terzo importante elemento è l’atto creativo, la fonte da cui i
media primari prendono vita. L’atto creativo è l’illud tempus, il
tempo delle origini, il momento dell’azione spontanea: verbale,
tonale o gestuale.
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro
…Nella rappresentazione teatrale i mezzi tecnici utilizzati sono il corpo
e le sue modalità comunicative verbali e non verbali: il linguaggio e la
gestualità
mezzi
utilizzati
dall’individuo
per
rapportarsi
quotidianamente con il mondo…
(Giovannelli 2000.)
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Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro
…Le rappresentazioni teatrali come ogni forma d’arte creano nuove
realtà che seppure illusoria e fantastica è comunque assai più vicina alla
vita vera perché è costituita dagli stessi elementi che la pongono in
essere: lo spazio, la postura, il linguaggio, la comunicazione verbale e
non verbale …inoltre i sentimenti e le emozioni che vengono
comunicate sono gli stessi che costituiscono il patrimonio affettivo di
ogni individuo…che vengono universalizzati e quindi condivisi
attraverso la rappresentazione teatrale…
(Giovannelli 2000.)
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro
Il teatro è un campo di esperienza e di ricerca in cui sono in campo tutte
le dimensioni della persona: il corpo, la mente, la socialità, la
comunicazione; ma soprattutto è un mezzo per esplorare le possibilità
della propria esistenza in relazione a quella di altri, reali e/o immaginari.
Facendo esperienza di situazioni, di ruoli, di emozioni, di stili di
relazioni, grazie al gioco teatrale, possiamo trovare il senso e orientare la
nostra esistenza.
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Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro
…Fare teatro significa immedesimarsi in un “IO” altro e per fare ciò è
necessario mettere in atto meccanismi di identificazione,
consapevolezza di sé del proprio schema corporeo della propria
individualità…capacità di indirizzare la propria mimica e la propria
gestualità nell’espressione di un sentimento
(Giovannelli 2000.)
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro nei pazienti psichiatrici
Il fare teatro in pazienti psichiatrici agisce
1. Sulla postura favorendo un maggiore controllo della postura, del
movimento e del linguaggio dell’espressività
1. Sull’espressione della propria emotività: lo studio di un personaggio
e dei suoi sentimenti ed emozioni favorisce processi di confronto
con i propri. La capacità di gestire nella scena tali emotività secondo
un copione facilità la capacità di gestire la propria emotività.
2. Sul tipo di ruolo che generalmente è passivo e lo trasforma in attivo
3. Attiva
processi
di
simbolizzazione,
rappresentazione,
immaginazione, e stimola attività cognitive
4. Favorisce l’esplorazione dei propri confini personali
(Giovannelli 2000.)
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Funzioni del teatro nel soggetto psicotico
Drammatizzare, e cioè tradurre in azione, permette infatti un accesso
più diretto ai contenuti interni del soggetto, che potrà rivivere eventi del
passato, riattualizzandoli, esplorare i propri sperimentarsi in situazioni
nuove accrescendo così le proprie competenze e la conoscenza di sé.
Si utilizzano processi di immaginazione, identificazione. Nel fare teatro
vi è necessità di corrispondenza tra identità, immagine ed esperienza
concreta di sé.
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Teatro e psichiatria
Il laboratorio teatrale
-training corporeo
-giochi di animazione
-stesura di una sceneggiatura
-studio del personaggio
-messa in scena con videocamera
-spettacolo
Ba 2000
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Teatro e psichiatria
Tecniche di addestramento alla comunicazione non verbale
1 Fase: osservazione di alcune diapositive che rappresentano otto
diversi stati d’animo considerati fondamentali (curiosità, noia, felicità,
paura, disgusto, spavento, tristezza, rabbia).
2 Fase: analisi: commento a gruppi di 5-6 delle caratteristiche dei volti a
seconda dell’emozione che rappresentavano
3 Fase: elaborazione immaginativa: i pazienti sono invitati a riprodurre
le espressioni derivate dalle diapositive e interpretarle
Ba 2000
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Teatro e psichiatria
Tecniche di rappresentazione
Creazione e scrittura di un testo.
Si svolge nell’arco di circa 6 mesi per due sedute a settimana di circa un ora.
Per favorire la creazione di un testo viene letto un testo semplice e
commentato estrapolando gli elementi strutturali: ambiente e contesto (dove e
quando), personaggi, azioni e comportamenti (cosa accade), emozioni e stati
d’animo dei personaggi. Coordinata da due educatori avviene la stesura di una
beve sceneggiatura.
Segue una lettura comune con discussione e commenti sulle caratteristiche e
l’emotività dei personaggi e di come possano essere rappresentate in scena.
Gradualmente e spontaneamente vengono assegnati i ruoli.
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Teatro e psichiatria
Tecniche di rappresentazione
Sessioni di studio ed immedesimazione nel personaggio:
1. incontri caratterizzati da training di fonazione, riscaldamento vocale,
respirazione costo diaframmatica, scansione delle sillabe. Molti esercizi di
training teatrale sono volti allo sviluppo di “feeling-tone” coordinazione tra
l’espressione mimica, vocale ed emotiva.
2. Inizio delle prove con esercizi per mimica, gestualità, coordinazione
gestuomotoria, voce e direzione dello sguardo. Sono precedute da sessioni di
gioco e “worming up”. La tecnica del gioco è frequentemente utilizzata in
ambito teatrale. E’ il primo passo per il “come fare finta che”.
Le prove vengono registrate con una video camera in modo da commentare
e migliorare tali attività
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Teatro e psichiatria
Lo spettacolo
E’ una rappresentazione del gruppo rivolta all’esterno durante il quale
viene a mancare il sostegno diretto del conduttore e il cui risultato
collettivo dipende dall’apporto di ogni singolo partecipante. Diventa
possibile solo in proporzione della capacità di ognuno di sostenere la
propria presenza e quella degli altri nel gruppo
Ba 2000
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Lo spettacolo
Per arrivare ad una rappresentazione teatrale è necessario stimolare la
fiducia nelle proprie capacità, aiutare a gestire i livelli d’ansia,
appianare le divergenze all’interno del gruppo, sottoporsi al giudizio del
pubblico.
Lo spettacolo nella sua realizzazione è importante tappa verso la
creatività costruttiva, la spontaneità, e il confronto con i vissuti emersi
duranti il training teatrale.
Ba 2000
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Teatro e psichiatria
Lo spazio dello spettacolo
Lo spazio è il palcoscenico.
E’ uno spazio neutro, libero che non risponde alle regole sociali. E’
correlato all’artificio della rappresentazione. Uno spazio dove è
concesso sperimentare nuovi ruoli.
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Il teatro psichiatria
Forme di teatro creativo utilizzate in psichiatria:
•Psicodramma
•Sociodramma
•Drammaterapia
•Play Back Theatre
•Teatro dell’oppresso
•Teatro sociale
Jonathan Fox, psicodrammatista
statunitense formatosi al Moreno Institute,
mette a punto alla fine degli anni settanta il
Playback Theatre,portando a sintesi
tecniche psicodrammatiche, teatrali ed
espressive (mimo, musica, scena), in
riferimento alle prime intuizioni moreniane
sulla spontaneità e il Teatro Improvvisato e
integrandole con una personalissima
attenzione alla tradizione del teatro non
scritto, alla dimensione del rituale, al
valore e dignità delle storie personali. Nel
1990 fonda l’international Playback
Theatre Network
Il miglior modo per descrivere il playback theatre a qualcuno che non l’ha mai
visto è quello di dipingere un’immagine. Immagina una stanza con in fondo uno
spazio dedicato alla scena. Su questa scena sono seduti gli attori, di fronte al
pubblico. Sul lato destro sta seduto il musicista, circondato dai suoi strumenti. Sul
lato sinistro ci sono due sedie. Su una delle sedie è seduto il conduttore, che avrà
la funzione di una specie di maestro di cerimonie. L’altra sedia sarà occupata da
un membro del pubblico, che viene volontariamente e racconta un’esperienza
personale. Il conduttore pone alcune domande, e quando l’intervista è completa,
rivolge la storia agli attori. La musica accompagna il momento di transizione.
Quindi gli attori rappresentano la storia, usando il mimo, il movimento e parole
improvvisate. Il loro obiettivo è di catturare l’essenza della storia del narratore.
Dopo un momento di riconoscimento e ringraziamento, il narratore ritorna nel
pubblico e un altro narratore esce per raccontare. Un evento di playback consiste
in una serie di storie raccontate dai narratori del pubblico. E’ un processo
totalmente spontaneo, reso possibile dall’adesione al rituale….
Jonathan Fox, New Paltz, NY,
Per fare Playback Theatre sono
necessari un direttore, uno staff
di attori ed un musicista, un
pubblico (comunità) e dei
narratori (teller).
Il direttore ha la funzione di
raccordo tra lo staff degli attori
ed il pubblico: suo compito è di
utilizzare la spontaneità degli
attori per riscaldare il pubblico e
tradurre in azione scenica gli
spunti e le storie narrate dal
pubblico.
Gli attori ed il musicista,
specificamente formati al Playback
Theatre, hanno il compito di
rappresentare le storie narrate dal
pubblico, integrandosi tra loro in
modo armonico. Il loro fine è quello
di "dare dignità alla storia". I narratori
sono membri del pubblico che
desiderano raccontare un frammento
della loro esperienza, che avrà
risonanze sugli altri partecipanti.
Possibilità applicative:
-animazione teatrale
-psicoterapeutico
-formativo-educativo
L’Arte nella riabilitazione psichiatrica
Teatro e psichiatria
Il teatro dell’oppresso
…tutti possono fare teatro... anche gli attori... si puo' fare teatro dappertutto...
anche nei teatri... A. Boal
E' un metodo teatrale inventato e sviluppato dal regista brasiliano Augusto
Boal negli anni '60, prima in Brasile in un clima di lotte operaie e contadine e
poi in Europa, e ora diffuso in tutto il mondo, che usa il teatro come
linguaggio, come mezzo di conoscenza e trasformazione della realta' interiore,
relazionale e sociale. Ispirato alle idee di Paulo Freire ed al suo trattato, La
Pedagogia degli Oppressi.
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Il teatro dell’oppresso
E' un teatro che rende attivo il pubblico e serve ai gruppi di "spett-attori" per
esplorare, mettere in scena, analizzare e trasformare la realta' che essi stessi
vivono. Il teatro e la recitazione hanno qui il fine di rappresentare le
oppressioni quotidiane con l'intento di trovare strategie per la trasformazione
dei conflitti.
Fulcro del lavoro e' l'analisi e la trasformazione delle situazioni oppressive,
di disagio, conflittuali, della vita quotidiana.
Usa come strumenti una serie di esercizi e giochi che mirano a sciogliere le
"meccanizzazioni" del nostro corpo/mente/emozione che sono cristallizzate
nella cosiddetta "maschera sociale".
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Il teatro dell’oppresso
Principi:
Il TdO e' un sistema di Esercizi, Giochi e Tecniche basate sul Teatro
Essenziale, per aiutare le persone a sviluppare cio' che loro gia' hanno dentro se
stessi: il teatro.
Teatro Essenziale
1) Ogni essere umano e' teatro!
2) Il teatro e' definito come l'esistenza simultanea - nello stesso spazio e
contesto - di attori e spettatori. Ogni essere umano e' capace di vedere la
situazione e di vedersi nella situazione.
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Il teatro dell’oppresso
3) Il Teatro Essenziale consiste in tre elementi: il Teatro Soggettivo, il Teatro
Oggettivo e il Linguaggio Teatrale.
-Teatro Soggettivo. Ogni essere umano e' capace di recitare-agire (acting): noi
dobbiamo necessariamente produrre azioni e osservare queste azioni e i loro effetti
sull'ambiente.
-Teatro Oggettivo Quando gli essere umani limitano se stessi nell'osservare un
oggetto, uno persona o uno spazio, rinunciando momentaneamente alla loro capacita' e
necessita' di agire, l'energia del loro desiderio di agire e' trasferita a quello spazio,
persona od oggetto, creando uno spazio nello spazio: uno Spazio Estetico.
Linguaggio Teatrale. Tutti gli esseri umani usano, nella loro vita quotidiana, lo stesso
linguaggio che gli attori usano sul palco: le loro voci, i loro corpi, i loro movimenti e
le loro espressioni.
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Il teatro dell’oppresso
4) Il TdO offre a ognuno lo strumento estetico per analizzare il proprio passato, nel
contesto del proprio presente e conseguentemente inventare il proprio futuro, senza
attenderlo. Il TdO insegna a vivere nella societa' facendo teatro.
5) Gli oppressi sono quegli individui o gruppi che sono socialmente, culturalmente,
politicamente, economicamente, razialmente, sessualmente o in ogni altro modo,
deprivati del loro diritto al Dialogo o in ogni modo danneggiati nell'esercizio di
questo diritto.
6) Il Dialogo e' definito come un libero scambio con gli altri, come persona e come
gruppo
7) Il TdO e' basato sul principio che tutte le relazioni umane dovrebbero essere di
natura dialogica.
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Le tecniche
I GIOCHI ESERCIZI
I giochi-esercizi sono strumenti di
preparazione teatrale tecniche di
integrazione, fiducia, sensibilizzazione (dal
toccare al sentire, dal guardare al vedere,
dall'udire all'ascoltare) e “demeccanizzazione”.
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Le tecniche
IL TEATRO IMMAGINE:
E' una tecnica basata sulla
costruzione di immagini con i
corpi delle persone; le immagini
poi possono essere dinamizzate
con l'intervento del pubblico o
autonomamente per esplorare le
tensioni interne, i conflitti, i
desideri e i cambiamenti possibili.
.
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Le tecniche
LE TECNICHE DEL FLIC-DANS-LATETE :
Le tecniche mirano a portare fuori i “Flic”
perché il protagonista possa riconoscerli e
affrontarli teatralmente, ma anche perche'
il gruppo possa lavorare. Le tecniche sono
tutte basate su un racconto iniziale del
protagonista a cui segue la costruzione di
immagini proposte da lui e/o dal pubblico
e successive improvvisazioni in un
caleidoscopio di relazioni e di piani (reale
e simbolico e fantastico e grottesco...) che
permettono un'esplorazione ricca di
suggestioni.. .
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Le tecniche
IL TEATRO FORUM:
prevede la presentazione di una scena problematica come stimolo e
l'intervento degli "spett-attori" per risolvere la situazione tramite la loro
sostituzione al Protagonista. La scena teatrale rappresenta una situazione
negativa, oppressiva. La scena e' presentata una prima volta, quindi il
pubblico e' chiamato a intervenire e cercare alternative e soluzioni,
sostituendosi inizialmente al solo Protagonista. Il conduttore del Forum,
chiamato Jolly, non giudica i diversi interventi ma interpella il pubblico sulla
realta' ed efficacia delle soluzioni proposte
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Le tecniche
IL TEATRO INVISIBILE:
Azioni teatrali preparate con cura che non vengono svelate e si svolgono in
luoghi pubblici come eventi strani che accadono e suscitano l'attenzione dei
presenti ignari. Successivamente gli attori convogliano la discussione delle
persone sui fatti che a loro interessa esplorare, immettendo informazioni e
opinioni, agendo con i diversi personaggi che ci si e' dati e improvvisando
col pubblico. Scopo dell'invisibile e' far esprimere spontaneamente il
pubblico ignaro per verificare le opinioni che emergono e per indicare
alternative possibili.
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Le tecniche
IL TEATRO GIORNALE:
la lettura di notizie pubblicamente per coscientizzare gli uditori.
Le tecniche di lettura possono essere:
-semplici
-ritmate
-storiche
-con rinforzo
-parallela
-con improvvisazione
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Le tecniche
Il TEATRO LEGISLATIVO :
Gli animatori costruiscono percorsi che permettono
ai gruppi di esprimere le urgenze e i problemi piu'
sentiti e metterli in scena; questi pezzi sono
presentati come Teatro-Forum a gruppi simili e
talvolta anche in festival. Dagli interventi del
pubblico nascono idee e alternative di soluzione
che vengono raccolte sistematicamente dagli
animatori e portate nell'Ufficio di Boal e diventa
forma di proposte di Legge
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Il teatro dell’oppresso
Ambiti di intervento
IN AMBITO SCOLASTICO:
- coi ragazzi, laboratori su temi come la prevenzione al disagio, all'AIDS,
l'educazione alla pace e alla differenza.
- con gli insegnanti, corsi di aggiornamento in materia di comunicazione,
ascolto empatico, dinamico di gruppo.
IN AMBITO SOCIALE: interventi presso USSL, CST e cooperative sociali
in tema di tossicodipendenza, disagio psichico, handicap.
PRESSO GLI ENTI PUBBLICI: interventi spettacolari su problematiche
locali (lotta antimafia, interculturalità, educazione ambientale,
disoccupazione).
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Teatro e psichiatria
Il teatro sociale
Teatro Sociale nasce all'inizio degli anni Novanta, come sintesi delle
esperienze del nuovo teatro, dell'animazione teatrale e socioculturale,
dell'antropologia culturale e delle teatroterapie.
Il Teatro Sociale consiste in una serie di tecniche, metodi, esercizi teatrali e di
finalizzati al benessere individuale, alle relazioni interpersonali e di gruppo,
all'integrazione e all' su problemi di territori ed ambiti specifici. Il Teatro
Sociale non è un'attività per attori professionisti ma sviluppa le abilità proprie
di ogni persona (inclusi gli attori professionisti). Il Teatro Sociale viene usato,
in Italia e nel mondo, nelle carceri, nei centri di aggregazione, con le persone
diversamente abili, nelle istituzioni e nei servizi sociosanitari, in e di
integrazione socioculturale e in progetti di animazione del territorio.
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Teatro e psichiatria
Il teatro sociale
“A differenza degli attori normali, il disabile in scena fa trasparire la
necessità del teatro: ogni gesto, ogni parola, ogni movimento non è mai
routine, tanto meno mestiere, ma violento spasmo di vita, una sfida a
superare quella specie di campo minato che è il proprio corpo, la voce,
la mente, la relazione con gli altri e le cose. Convivono nell’attore
rabbie profonde e gioia del gioco”
FEDERAZIONE
ITALIANA
TEATROTERAPIA
FEDERAZIONE ITALIANA TEATROTERAPIA
Costituita inizialmente a Monza (Milano), nella primavera del 2000,
nell’ambito dell’Associazione Politeama (onlus), la Federazione si è data un
suo autonomo statuto nel novembre 2002. La Federazione Italiana
Teatroterapia è costituita da professionisti che si occupano di portare il teatro
nelle zone estranee al teatro e di fare terapia dentro e fuori dai setting adibiti
alla terapia, ha lo scopo di chiarire i metodi e gli ambiti di intervento della
disciplina e di essere un punto di riferimento per gli operatori, offrendo
chiarezza e organicità nella definizione della figura professionale sia da un
punto di vista teorico che pratico.
Zh Nevrol Psikhiatr Im S S Korsakova.
2004;104(9):43-7; discussion 48.
[Theatre systems as a basis for developing medical and
rehabilitation methods in psychiatry]
Stroganov AE.
On the basis of existing and widely used in theatrical practice
systems, a new direction in medical and rehabilitation psychiatry,
namely transdramatherapy, was developed. The approach is
illustrated by the original psychotherapeutic method of epos therapy
directed to treatment of neurotic disorders, which has been already
created and approbated
STRUMENTI ALTERNATIVI NELL'APPROCCIO
TERAPEUTICO RIABILITATIVO DEL DISABILE ADULTO
B. Montagnana°, A. Castellani*
° Istituto Don Calabria, Centro Medico Sociale C. Santi, Verona (Italy)
*II Servizio di Psichiatria Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento Verona
(Italy)
CONGRESSO EUROPEO SIRM ROMA 2003
…da alcuni anni, accanto agli interventi riabilitativi cognitivo-
comportamentali e psiconeuromotori classici, si tende ad utilizzare una
serie di strategie riabilitative di tipo "alternativo", derivate dal mondo
dell'arte, dello sport e dalla gestione degli animali, comunemente
definite arteterapia, musicoterapia, danzaterapia oppure zooterapie
(equitazione terapeutica, pet-therapy e delfinoterapia); a questi, è da
aggiungere anche l'orticoltura, di più recente introduzione e
riconducibile alle diffuse tradizioni agricole. Numerose trattazioni in
merito, sia di provenienza letteraria che scientifica, riportano ampie
notizie di ognuna di queste attività riabilitative con conclusioni sui
significati terapeutici che risultano spesso contraddittorie…
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