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Diapositiva 1
“LASCIATE CHE I BAMBINI
VENGANO A ME”
CAMMINARE INSIEME
CON IL SIGNORE
transizione manuale
IL DIALOGO DEI BAMBINI
CON DIO
Che cos’è la
preghiera?
 La preghiera è un dialogo tra Dio e l’uomo.
 Gesù è il Maestro della Preghiera: parla,
ascolta e risponde a Dio suo Padre, e invita a
farlo con fiducia anche noi:
 “Se chiedete qualche cosa al Padre nel mio
nome, egli ve la darà. Finora non avete
chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e
otterrete, perché la vostra gioia sia piena”
(Giovanni 16,23-24)
Sono capaci di pregare
i bambini?
 Sì, se vengono aiutati a farlo.
 I piccoli vanno guidati
nell’esperienza di ascoltare e
rispondere al Signore in un
contesto di amore e di fiducia.
 La preghiera è sorretta da un
legame affettivo con il Padre, con
Gesù, con Maria, con l’angelo
custode.
La prima scuola
di preghiera:
la famiglia.
 E’ importante che i bambini vedano gli adulti
pregare ed è altrettanto importante pregare
insieme a loro.
 In alcune case non si prega mai o
addirittura si deridono i bambini che dicono
le preghiere.
 Una famiglia che si dice religiosa e non
prega mai contraddice se stessa.
Le fonti della preghiera
 La Chiesa consegna alle famiglie
le preghiere che appartengono
alla tradizione cristiana.
 La prima fonte di preghiera è la
Sacra Scrittura.
 L’altra fonte è la liturgia, la
grande preghiera di tutta la
Chiesa.
 Una terza fonte è la devozione
popolare, che si tramanda nel
luogo in cui si vive.
In casa: riti o occasioni
di preghiera
 Alcune abitudini e tradizioni di
famiglia sono belle, si ricordano
volentieri e formano un filo che
lega le diverse generazioni.
 I vari momenti rituali delle case
sono occasioni di preghiera
secondo l’esortazione
dell’apostolo Paolo: “Sia che
mangiate, sia che beviate, sia che
facciate qualsiasi altra cosa, fate
tutto per la gloria di Dio”
(1Corinzi 10,31)
Il risveglio
 Mi sveglio, è giorno, grazie
Signore!
Sento l’acqua: l’acqua è fresca …
Signore
tu hai creato anche l’acqua.
“Dal sorgere del sole al suo
tramonto
sia lodato il nome del Signore”
(Salmo 112,3)
“Fin dal mattino t’invoco, o
Signore”.
(Salmo 5,4)
Coricarsi la sera
 Grazie, del giorno, dei giochi …
Tu, Signore, sei grande!
Aiuta il postino che camminava
male!
Guarisci il mio amico Mario.
“In pace mi corico e subito mi
addormento”
(Salmo 4,9)
“Il Signore veglierà su di te da ora
e sempre”
(Salmo 120,8)
Mangiare insieme
 Grazie per il cibo che abbiamo!
Grazie per chi l’ha preparato!
Grazie per il lavoro che ha permesso a
papà e mamma di guadagnarlo.
 Benedetto sei tu Signore, Dio
dell’universo, dalla tua bontà abbiamo
ricevuto questo pane e questo vino, frutto
della terra e del lavoro dell’uomo.
Gli onomastici
 Sono feste personali e di casa:
offrono l’occasione di raccontare ai
bambini vite di santi, loro protettori e
figure di riferimento per la loro
vocazione personale.
 Tutta la storia è costellata
da queste figure significative.
 Dall’ascolto la preghiera nascerà
spontanea.
I compleanni
 In quel giorno si usa accendere le candeline
sulla torta. Perché non ricordare anche il
Battesimo, che è “la seconda nascita”? Un
gesto significativo è accendere una candela
più grossa a ricordo proprio del Battesimo:
due feste in una!
I segni
 Papà e mamma che pregano sono i più grandi
segni viventi che un bambino possa vedere.
 La persona a cui gli adulti si rivolgono per lodare e
ringraziare non si vede.
I bambini sono stupiti.
Il crocifisso o qualche
immagine sacra
rappresentano ai loro occhi
qualcuno, misterioso
ma reale, con cui parlare.
 Ave Maria
 Benedetto sei tu, Signore!
Altri segni
 Il segno della croce è
un segno importante
Altri segni
 Il pane sulla tavola ci ricorda la Provvidenza e
soprattutto il pane che Gesù, nel sacramento
dell’Eucaristia, trasforma nel suo corpo, offerto in
sacrificio per la vita degli uomini.
I momenti
 Lo stupore: “O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo
nome su tutta la terra” (salmo 8,2).
 La gioia: “Com’è bello essere contenti. Sia gloria al Padre
e al Figlio e allo Spirito Santo”.
 La sofferenza: “Ho paura … ho voglia di piangere …
Gesù, metto nelle tue mani la mia vita”.
 Il silenzio: “Chiudi gli occhi … ascolta il battito del tuo
cuore. Senti la presenza del Signore che ti avvolge. E’ un
abbraccio d’amore!”
 Il perdono: “Signore perdonaci; Signore aiutaci. La tua
bontà sia sempre con noi. Del tuo amore, Signore Gesù, è
piena la terra”.
Le feste
 La Domenica. Il giorno del
Signore va annunciato fin dal
mattino:
 E’ Domenica: è festa
Ricordiamo che Gesù è risorto!
Noi cristiani ci raduniamo nella
chiesa per celebrare l’Eucaristia.
Santo, Santo, Santo il Signore
Dio, Padre di tutti.
Alleluia, alleluia, tutta la terra canti
a Dio.
La Domenica
 È il giorno del riposo
dall’attività lavorativa, così
ogni famiglia può ritrovarsi di
nuovo unita e i bambini
possono godere della
presenza della mamma e del
papà, dei fratelli.
 E’ il giorno in cui si può vivere
meglio la dimensione della
pace.
Altre feste
 Natale, Pasqua, le feste di Maria e
dei santi sono momenti particolari.
I bambini sono stupiti per i colori,
per le luci e aspettano i regali.
 La tradizione di fare regali è in sé
buona: sono doni quando
vengono fatti senza essere termini
di un contratto per il buon
comportamento dei bambini.
Il dono è un segno d’amore
 I cristiani a Natale e a Pasqua offrono doni
per ricordare il grande amore che il Padre
ha per gli uomini: lui ha fatto il dono più
grande, ha dato suo figlio Gesù.
 Gustare la gioia dei
bambini quando
ricevono un regalo
è partecipare alla festa
del Signore.
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