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Le tavole input

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Le tavole input
Le tavole input-output:
Il modello di Leontief nella C.N.
Jacopo Di Cocco
Corso di Contabilità nazionale
Facoltà di Economia sede di Bologna
Articolazione degli argomenti
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Il modello intersettoriale di Leontief
Precedenti e sviluppi teorici
Il modello quadrato aperto e chiuso
Il modello statico e quello dinamico
Il modello rettangolare di Stone (SNA93)
La TIO come matrice contabile
Gli schemi SEC 1970 e 1995
Branche produttive e loro prodotti
Le branche di produzione omogenea e le branche
di attività economica (industrie)
Jacopo Di Cocco
Tavole input-output
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Il modello intersettoriale di Leontief
• W. Leontief, economista premio Nobel, di origini
russe, ma naturalizzato americano, ha definito
delle tavole per descrivere in modo numerico ed
elaborabile le relazioni economiche tra i produttori
e tra questi e la domanda finale.
• Omonimie: tavole intersettoriali = tavole
interindustriali = tavole delle interdipendenze
strutturali = tavole input-output.
• Il modello è lineare (ipotesi di proporzionalità tra
output e input data la tecnologia adottata).
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Precedenti e sviluppi teorici
• Il modello dell’equilibrio economico generale di
Walras.
• I modelli della pianificazione sovietica.
• Lo schema di produzione di merci a mezzo di
merci di Sraffa.
• Strumento base per la meso-economia (quella che
vede le specializzazioni produttive),
• Uno schema per descrivere le interdipendenze
delle economie e dell’ambiente in un quadro
globale (nazionale, continentale o infine
mondiale).
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La presentazione matriciale
• Nei sistemi di contabilità nazionale è possibile utilizzare tre
sistemi di rappresentazione delle relazione funzionali:
identità, conti e matrici.
• I dati sono inclusi in tabelle a sezione contrapposte (conti) o
in matrici.
• Il metodo ora studiato è quello della presentazione matriciale
ove le risorse e gli impieghi nei conti individuati tramite le
sezioni contrapposte sono ora rappresentati leggendo i dati
per colonna e riga (matrici contabili).
• Restano così validi i principi della partita doppia
• Le matrici consentono d’includere informazioni
supplementari e di effettuare elaborazioni algebriche.
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La tavola delle interdipendenze
• La tavola delle interdipendenze tra gli operatori economici
è una matrice largamente utilizzata per fornire informazioni
dettagliate sulla struttura dei costi di produzione e sui flussi
di beni e servizi da chi a chi.
• Gli operatori considerati sono le branche (produttori) e gli
utilizzatori finali (rif. schema del “circuito del reddito”).
• Tale matrice contiene un maggiore dettaglio di
informazioni rispetto ai conti (a sezioni contrapposte): di
equilibrio dei beni e servizi, della produzione e della
generazione dei redditi primari (per branca e per
l’economia).
• Permette di utilizzare il modello input-output.
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Input-output un modello per l’indotto
•
Le principali elaborazioni algebriche sono quelle
che consentono di ricavare:
1. proporzioni caratteristiche dei costi di produzione e
delle quote di mercato (coefficienti diretti)
2. l’indotto sulle altre branche di quanto realizzato in una
data branca
3. Gli effetti su produzione, occupazione e importazioni
delle variazioni degli impieghi finali.
•
Per le elaborazioni 2 e 3 è necessario una tavola
quadrata: prodotto per prodotto o branca per
branca (omogenee nel SEC’70 o di attività
economica [industrie] nel SEC’95).
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Il modello quadrato aperto e chiuso
• Nel modello aperto utilizzato dal SEC, la domanda finale è
esogena, quindi le componenti della domanda finale sono
variabili indipendenti o di governo nei sistemi utilizzati.
• Per rendere il modello autosufficiente si è cercato di rendere la
domanda finale funzione dei diversi aspetti della produzione
(redditi generati, quantità realizzate o attese, prezzi d’offerta)
tecnicamente detto chiudere il modello:
– Consumi in funzione del reddito
– Investimenti in funzione della produzione realizzata ed
attesa e dei costi relativi dei fattori
– Esportazioni in funzione della competitività estera (prezzi e
cambi).
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Il modello statico e quello dinamico
• Il modello base è statico in due sensi:
– Non include i tempi di diffusione degli impulsi
– Non include gli effetti della crescita economica.
• Si è introdotto lo sviluppo in serie della matrice dei
coefficienti per vedere le fasi di diffusione degli
impulsi.
• Si è ipotizzata una matrice quadrata degli investimenti
per poterli rendere interdipendenti che la produzione
delle diverse branche:
– Investimenti in funzione della domanda attesa
– Capacità produttiva in funzione degli investimenti.
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Il modello rettangolare di Stone
(SNA93)
• Il modello classico quadrato è basato sulle branche di
produzione omogenea e presenta quindi delle
difficoltà statistiche dovute alle attività secondarie.
• R. Stone (fondatore della CN e premio Nobel per
l’economia) ha proposto di usare un modello che
parta da due matrici rettangolari illustratrici della
domanda per i diversi utilizzi (Use) e dell’offerta
(Supply o Make) dalle quali si costruisce poi quello
quadrato sulla base di alcune ipotesi tecnologiche.
• Il modello rettangolare è stato adottato dal SNA
1993.
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Gli schemi SEC 1970 e 1995
• Il SEC 1970 adottava il modello quadrato classico.
• Il SEC 1995* segue il modello rettangolare SNA°.
• Significativi coefficienti diretti sono calcolabili anche
sulle matrici rettangolari.
• Per sviluppare il modello e calcolare i moltiplicatori e
gli effetti d’impatto si deve disporre di un modello
quadrato simmetrico.
• L’ISTAT realizza le tavole § secondo il modello
rettangolare e perviene con algoritmi al modello
quadrato che conte il calcolo dei coefficienti di
fabbisogno diretto ed indiretto.
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Branche e prodotti nelle TIO ’95
• Le matrici rettangolari sono caratterizzate da avere colonne e
righe diversamente intestate a branche di attività economica e
prodotti che, se anche classificati nello stesso numero di
classi, restano eterogenei in quanto:
– ciascun prodotto può essere realizzato da più branche,
– ogni branca può realizzare più prodotti.
• Statisticamente è più facile ed utile essere dettagliati nei
prodotti che nelle branche, da qui le prevalenti dimensioni
rettangolari delle TIO ’95 nelle loro versioni non
simmetriche.
• In alcuni paesi le branche di attività economica sono
essenzialmente basate sulle imprese, in Italia esse sono
essenzialmente costituite dalla unità locali di attività
economica (UAEL); ciò è in linea con il SEC e riduce
l’eterogeneità dei prodotti realizzati.
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Classificazioni di branche ed i prodotti
• Il SEC 1995 prevede di raggruppare in branche
(NACE) d’attività economica le UAEL per
produzione prevalente realizzata indipendentemente
dai settori delle unità istituzionali proprietarie. [A31]
• Una classificazione di prodotti base (CPA)
aggregabile e dettagliabile. [P60, Pi6].
• Le linee di produzione d’un solo gruppo di prodotti
sono spesso unità statistiche non rilevabili
direttamente quindi esclusivamente funzionali,
quando ricavate dai dati disponibili sono raggruppate
nelle branche di produzione omogenea.
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Branche di attività economica
• Per difficoltà statistiche si è seguito un approccio operativo (praticabile)
nella definizione delle branche di attività economica.
• Un’UAE locale raggruppa tutte le parti di una unità istituzionale in veste di
produttore che si trovano in una unica sede o in siti vicini e che concorrono
all’esercizio di una attività al livello di classe (4 cifre) della NACE Rev.1.
• In linea di principio si dovrebbero registrare tante unità di attività
economica a livello locale quante sono le attività secondarie; tuttavia, nel
caso in cui manchino i documenti contabili necessari per la descrizione di
tale attività, una UAE locale può comprendere una o più attività secondarie.
• L’insieme di tutte le UAE locali che esercitano la medesima attività o una
attività di tipo simile costituisce una branca di attività economica.
• Esiste una relazione gerarchica tra unità istituzionali e UAE locali. Una
unità istituzionale comprende una o più UAE locali complete; una UAE
locale appartiene a una sola unità istituzionale; è una sua parte.
• Solo le branche raggruppano UAE che coprono l’intera fase produttiva del
gruppo merceologico.
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Branche di produzione omogenea
• Come accennato, per analisi più dettagliate del processo
produttivo si fa ricorso alle unità di produzione omogenea
(unità funzionale con una sola linea di prodotti inclusi nella
stessa classe).
• L’unità di produzione omogenea è definita come l’unità che
non esercita attività secondarie.
• Tale unità, spesso non è osservabile direttamente (tranne nel
caso d’una UAE locale che produce un solo tipo di prodotto);
oppure può essere ricavata se si dispone di un’adeguata
contabilità analitica delle linee di prodotto.
• Gli insiemi di tali unità costituiscono le branche di produzione
omogenea, che senza introdurre ipotesi semplificatrici non
coprono l’intera economia.
• Le unità di produzione omogenea hanno la stessa
denominazione dei prodotti realizzati.
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Articolazione della produzione
• Attività principale: la produzione il cui VA lordo è
superiore a quello di ogni altra attività produttiva effettuata
nella medesima UAEL.
• Attività secondaria: ogni altra produzione usabile da terzi
effettuata dalla UAEL a fianco di quella principale.
• Attività ausiliarie: sono attività che vengono effettuate
dalle unità produttiva come supporto alle attività principali
e secondarie dell’azienda.
• Produzioni congiunte: danno luogo con un solo processo
a prodotti distinti: quello principale e altri classificabili
come sottoprodotti tipici o esclusivi [quindi specifici della
stessa branca] o sottoprodotti ordinari [caratteristici come
produzioni principali di altre branche].
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Le Tavole input output del SEC ‘95
•
Il quadro delle interdipendenze tra gli operatori
economici comprende tre tipi di tavole:
1. tavole delle risorse e degli impieghi,
2. tavole simmetriche delle interdipendenze tra gli
operatori economici (input-output),
3. tavole di collegamento tra le tavole delle risorse e
degli impieghi e i conti per settore.
•
•
La tavole 2 sono elaborate partendo dalle 1,
rilevate statisticamente;
Le 3 completano l’integrazione tra i conti per
settore e quelli per branca oggi anticipata dalle
tavole dei conti pubblicate dall’ISTAT (§).
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Tavole input-output
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