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LA CONTAMINAZIONE MICROBICA NELL’AMBULATORIO ODONTOIATRICO IL RISCHIO INFETTIVO NELL’AMBULATORIO ODONTOIATRICO E’ IN RELAZIONE: Alla presenza di portatori microbici tra i pazienti e tra il personale dell’equipe odontoiatrica. Alle procedure terapeutiche svolte in stretta vicinanza del volto dell’equipe odontoiatrica, in un ristretto campo operatorio con presenza di sangue e di saliva. All’utilizzo di strumenti taglienti e acuminati. All’utilizzo di strumenti rotanti ad alta velocità. Al rischio di ferite durante le procedure di pulizia dello strumentario utilizzato. Alla presenza di apparecchiature con superfici difficili da decontaminare. Allo scambio di manufatti con strutture esterne all’ambulatorio odontoiatrico. MODALITA’ DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI IN AMBITO ODONTOIATRICO CONTAGIO INTERUMANO con schizzi di sangue, liquidi orali ed altre secrezioni provenienti dalle fonti di infezione CONTAGIO INDIRETTO con strumenti e superfici contaminate con fluidi del cavo orale o del tratto respiratorio sotto forma di aerosols con acqua contaminata dei circuiti del riunito ORIGINE DELLE INFEZIONI IN AMBIENTE ODONTOIATRICO pazienti e personale portatori di agenti patogeni carente igiene personale degli operatori contatto con strumenti o apparecchiature contaminate inalazione di aerosols infetti Popolazione afferente alle strutture ospedaliere (% degli infetti) 2% per HBV, con punte del 5-10% in emodialisi 4% per HCV, con punte del 25-40% in emodialisi 1% per HIV, con punte del 30-70% nei reparti di malattie infettive NOTIFICHE DI EPATITE VIRALE IN ITALIA (SEIEVA) ANNO EPATITE B EPATITE NONA-NONB 1988 4437 1609 1990 3521 1481 1995 2526 1454 1998 1631 777 1999 1466 701 2000 1389 490 2005 448 149 ETA' 0-14 anni 15-24 anni > 25 anni 1985 6 41 7 1990 1 17 4 1995 1 6 3 Incidenza (x 100.000) dell'epatite B in Italia per età e per anno (SEIEVA) 2001 0,5 1,5 2,5 2005 0,02 0,5 1,8 Distribuzione annuale dei casi di AIDS, dei decessi e del tasso di letalità (Italia 1982-2005) Anno di 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Totale Casi diagnosticati 1 8 37 198 458 1.030 1.775 2.483 3.134 3.828 4.257 4.802 5.506 5.653 5.050 3.378 2.439 2.130 1.949 1.804 1.744 1.695 1.573 1.141 56.076 Decessi 7 37 186 436 972 1.662 2.324 2.912 3.543 3.863 4.044 4.397 3.804 2.439 1.183 717 561 428 349 297 286 207 103 34.757 Tasso di letalità 87 100 94 95 94 94 94 93 93 91 84 80 67 48 35 29 26 22 19 17 17 13 9 62 Casi di AIDS in Italia per regione di residenza REGIONE Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino A.A Veneto Friuli V.G Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ANNI ( 1982-2005) 3747 76 16940 551 3119 442 2764 5436 3418 464 940 7312 464 47 2053 2141 163 559 2396 1685 469 890 Estero Ignota Totale 56076 Distribuzione percentuale dei casi di AIDS per fasce di età e per sesso (Italia 1982-2005) Classi di et Maschi Femmine Totale 0 "1-4" "5-9" "10-12" "13-14" "15-19" "20-24" "25-29" "30-34" "35-39" "40-49" "50-59" >60" 0,3 0,3 0,2 0,1 0,1 0,2 3,4 17,8 28,9 21,2 17,9 6,5 3,12,6 1,1 1,1 0,5 0,1 0,1 0,4 7,1 25,1 29,5 17,9 11,5 3,3 2,1 0,5 0,5 0,3 0,1 0,1 0,3 4,2 19,4 29,0 20,5 16,5 5,8 2,9 Distribuzione dei casi di AIDS in soggetti adulti suddivisi per categoria di esposizione (Italia 1982-2005) Categoria Omosessuali (%) Tossicodip. (%) Tossic/omos (%) Emofilici (%) Trasfusi (%) Eterosessuali (%) Non determ. (%) Totale Maschi 8934 20,7 25006 57,9 940 2,2 330 0,8 244 0,6 6374 14,8 1297 3 43125 Femmine 0 0 6392 52,4 0 0 9 0,1 184 1,5 5065 41,5 555 4,5 12205 Totale 8934 16,1 31398 56,7 940 1,7 339 0,6 428 0,8 11439 20,7 1852 3,4 55330 SOPRAVVIVENZA VIRUS EMATICI SULLE SUPERFICI HBV: 180 GIORNI HIV: 3 GIORNI HCV: 3 GIORNI RESISTENZA AL CALORE HBV: 100°C PER 15 MINUTI HCV: 100°C PER 2 MINUTI HIV: 56°C PER 30 MINUTI MODALITA’ DI ESPOSIZIONE PIU’ FREQUENTE A SANGUE INFETTO PUNTURA 61% CUTE 19% MUCOSA 11% TAGLIENTI 9% RISCHIO DI SIEROCONVERSIONE CONSEGUENTE AD UN’UNICA ESPOSIZIONE PER INOCULAZIONE (PUNTURA ACCIDENTALE) DI SANGUE INFETTO HBV Concentrazione massima stimata nel sangue: 102 – 108 particelle virali/ml Sangue HbsAg + HbeAg + : 19% – 30% probabilità di sieroconversione nei non vaccinati Sangue HbsAg + HbeAg - : < 5% probabilità di sieroconversione nei non vaccinati HCV Concentrazione massima stimata nel sangue: 10 – 106 particelle virali/ml HCV RNA+: 10% probabilità di sieroconversione Anti HCV+: 3% probabilità di sieroconversione HIV Concentrazione massima stimata nel sangue: 10 - 103 particelle virali /ml Probabilità di sieroconversione PARENTERALE 0,4% CUTANEA 0,04% CUTANEA CON ALTRI MATERIALI 0,02% RISCHIO DI CONTAGIO PER HIV SI RITIENE CHE PER IL CONTAGIO SIA NECESSARIO INTRODURRE ALMENO 200-300 ml DI SANGUE INFETTO LA PUNTURA CON UN AGO DA SIRINGA TRASFONDE CIRCA 1,5 ml DI SANGUE EPATITE B - CATEGORIE A RISCHIO (Decreto Ministero Sanità 4/10/91) 1) CONVIVENTI DI SOGGETTI HBsAg + 2) POLITRASFUSI, EMOFILICI, EMODIALIZZATI 3) SOGGETTI A RISCHIO DI PUNTURE ACCIDENTALI CON AGHI POTENZIALMENTE INFETTI 4) SOGGETTI CON LESIONI CRONICHE ALLE MANI 5) DETENUTI, TOSSICODIPENDENTI, OMOSESSUALI, SOGGETTI DEDITI ALLA PROSTITUZIONE 6) PERSONALE SANITARIO 7) SOGGETTI CHE SVOLGONO ATTIVITA' DI LAVORO, STUDIO, VOLONTARIATO NEL SETTORE DELLA SANITA' 8) HANDICAPPATI MENTALI 9) ADDETTI ALLA LAVORAZIONE DEGLI EMODERIVATI 10) PERSONALE DELLA POLIZIA DI STATO, CARABINIERI, AGENTI DI CUSTODIA, VIGILI DEL FUOCO, VIGILI URBANI 11) ADDETTI AI SERVIZI DI RACCOLTA E DI SMALTIMENTO DEI RIFIUTI In Italia si stima che: il 2% degli operatori sanitari sia positivo per HBV e HCV < 0,1% degli operatori sanitari sia positivo per HIV (Consensus Conference ISS 1999) C’E’ UN RISCHIO PER IL PAZIENTE SE L’OPERATORE E’ INFETTO DA HBV, HCV, HIV? HBV: dal 1970 al 1994 sono riportati almeno 30 episodi epidemici (375 pz) in USA e UK. In 12 episodi epidemici gli operatori non indossavano i guanti. HCV: nel 1996 un cardiochirurgo spagnolo infetta 5 pz. HIV : nel 1990 un dentista infetta 6 pz in Florida nel 1996 un ortopedico francese infetta 1 pz dopo ripetuti interventi. MODALITA’ DI TRASMISSIONE DELLE INFEZIONI IN AMBITO ODONTOIATRICO Microrganismi patogeni e opportunisti aerodiffusi di particolare rilevanza nell'ambiente odontoiatrico BATTERI VIRUS MICROMICETI PATOGENI Myc. tuberculosis N. meningitidis Staph. aureus Strep. b-haemoly. B. pertussis C. diphtheriae HBV - HCV - HIV Epstein Barr Histoplasma Herpes simplex capsulatum Varicella zoster Morbillivirus Togavirus Orto-Paramyxovirus Coronavirus OPPORTUNISTI Legionella Acinetobacter Pseudomonas Klebsiella Serratia Candida Aspergillus Fattori che influenzano la sopravvivenza dei microrganismi nell’aria a) resistenza propria del microrganismo b)umidità relativa dell’aria c) temperatura dell’aria e luce solare d) composizione dell’aerosol e) modalità di campionamento dell’aerosol Presenza di legionelle (ufc/l) nell’acqua dei riuniti dentali Stampi e coll. Eur J Oral Sci 2000; 22-28 Studi odontoiatrici (Bologna) privati In entrata 4200 (0-36900) Risciacquo 0 (0-0) Siringa aria acqua 2250 (0-16800) Ablatore ultrasonico 250 (0-1200) Turbina 1017 (0-8850) In entrata Risciacquo Siringa aria acqua Ablatore ultrasonico Turbina pubblici 2308 (0-21750) 788 (0-6750) 350 (0-3300) 375 (0-1950) 109 (0-1200) Percentuale di positività 20 54 0 16.7 22.2 16.7 33.3 22.2 22.2 8.4 Presenza di anticorpi anti-legionella nel personale odontoiatrico (Reinthaler F.F. e coll, J Dent Res, 1988, 67:942-943) Personale controllato: 107 soggetti tra dentisti, assistenti alla poltrona, odontotecnici di 13 studi odontoiatrici Il 34% mostrava presenza di anticorpi anti-legionella Gruppo di controllo (non odontoiatri) : 5% Prevalenza tra il personale: Dentisti: 50% Assistenti alla poltrona : 38% Odontotecnici: 12% Sopravvivenza virale in aria Rotavirus 50% di UR: mantenimento dell’infettività oltre 24 ore dall’aerosolizzazione. A bassa umidità (30% UR) dimezzamento infettività in 14 ore. Ad alta umidità (80% UR) i rotavirus non sono più rilevabili dopo 90 minuti. Poliovirus 1 di Sabin Ad alta umidità (80% UR) il 50% dei poliovirus risulta vitale dopo 10 ore. 30% e 50% UR: non sopravvive Infezioni virali respiratorie tra i dentisti Davis KJ, 1994; 176:262-265. British Dental Journal Dallo studio emerge che i dentisti presentano rispetto ai controlli un aumento statististicamente significativo del titolo anticorpale nei confronti dei virus influenzali A e B, del virus sinciziale respiratorio, degli adenovirus. L’utilizzo di maschere e di protezioni oculari non riduce marcatamente l’infezione verso questi virus. Aerosol ematico nell’ambulatorio odontoiatrico Miller LR – 1995;56:670-676 Am Ind Hyg Assoc J Gli strumenti rotanti producono aerosol ematici: a) volume immesso in aria: tra 0,003 e 2,2 mL al minuto b) diametro aerosol: tra 0,06 e 13 mm c) vita media in aria: da 37 minuti a 17 ore d) dal 20 al 100% delle particelle possono essere inalate e) dal 15 all’83% delle particelle passa attraverso le maschere usate dai dentisti ANDAMENT O NEL T EMP O DELLA CARICA MICROBICA AEREODISP ERSA DI SERRAT IA MARCESCENS CON IL SIST EMA DI DISINFEZIONE A RAGGI UV AT T IVAT O (A) E NON AT T IVAT O (B) SERRAT IA MARCESCENS 100 B 80 A 60 % 40 20 0 0 5 15 30 60 T EMPO IN MINUT I 120 180 ANDAMENT O NEL T EMP O DELLA CARICA MICROBICA AEREODISP ERSA DI ENT EROCOCCUS FAECALIS CON IL SIST EMA DI DISINFEZIONE A RAGGI UV AT T IVAT O (A) E NON AT T IVAT O (B) ENT EROCOCCUS FAECALIS 100 B 80 A 60 % 40 20 0 0 5 15 30 60 T EMPO IN MINUT I 120 180 CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA VELOCITÀ DI SEDIMENTAZIONE DELLE PARTICELLE AERODIFFUSE DIAMETRO µm VELOCITÀ (m /h) 0,1 0,003 1 0,11 2 0,43 3 0,97 5 2,7 10 10,8 20 42 METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA CAMPIONAMENTO ATTIVO PASSIVO S.A.S. I.M.A. METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA CAMPIONAMENTO ATTIVO S.A.S. Surface Air System: Campionatore ad impatto convoglia l’aria aspirata direttamente su agar. Flusso 180 L/min 1,5 m di altezza 1,5 m dal paziente METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA CAMPIONAMENTO ATTIVO S.A.S. METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA CAMPIONAMENTO I.M.A. – Indice Microbico Aria Esposizione all’aria di Piastre Petri contenenti agar, per un tempo di 1 ora a 1 m di altezza a 1 m da ogni ostacolo Particelle > 10 µm PASSIVO I.M.A. METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA CAMPIONAMENTO PASSIVO I.M.A. METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA METODI DI RILEVAZIONE DELLA CONTAMINAZIONE MICROBICA DELL’ARIA parametri di valutazione I.M.A. (Pitzurra, 1997) 2 S.A.S. (Orpianesi et al., 1983) ufc/m 3 GIUDIZIO I.M.A. (ufc/ dm /h) ottimo 0÷ 9 buono 10 ÷ 39 0 ÷ 125 mediocre 40 ÷ 84 126 ÷ 250 cattivo 85 ÷ 124 251 ÷ 375 pessimo > 124 > 375 MINISTERO DELLA SANITA’ Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL) LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEGLI STANDARD DI SICUREZZA E DI IGIENE AMBIENTALE DEI REPARTI OPERATORI VALORI DI CONTAMINAZIONE MICROBICA Nell’aria ambiente in prossimità del tavolo operatorio (CFU/m3) a sala operatoria pronta 35 a sala operatoria in attività: a flusso turbolento a flusso laminare 180 20 Nell’aria immessa dall’impianto di condizionamento < 1 CFU/m3 Sulle superfici della sala operatoria (CFU/cm2) delle pareti dei piani di lavoro 0,5 0,5 La grande maggioranza dei riuniti odontoiatrici in servizio ha un’età superiore a 5 anni e non dispone di sistemi di disinfezione dei circuiti idrici L’acqua potabilizzata può contenere una flora microbica “autoctona” e ”alloctona”, capace di resistere ai trattamenti di potabilizzazione. Alcuni di questi microrganismi possono trovare condizioni favorevoli al loro mantenimento in rete. BIOFILM Comunità batterica, altamente stratificata, adesa ad una superficie, circondata da una matrice extracellulare di natura organica e inorganica dove i microrganismi sono organizzati in una comunità funzionale. Microfotografia di biofilm batterico Formazione di un biofilm costituito da più specie microbiche Batteri: (cariche positive) cariche -- (cariche +) IL BIOFILM Lo strato di polimeri (polisaccaridi e glicoproteine) che circondano la cellula batterica viene definito con i termini “glicocalice, capsula, strato mucoso”. Proteggono i batteri dalla disidratazione in quanto trattengono molta acqua, cedendola lentamente. Nel biofilm i batteri sono a diversi stadi di sviluppo per effetto della diversa distribuzione dei nutrienti e dell’ossigeno. Negli strati profondi sono metabolicamente inerti e quindi meno sensibili agli antimicrobici. FORMAZIONE DEL BIOFILM Film di condizionamento: batteri, molecole organiche e inorganiche, si adsorbono nell’interfaccia acqua-superficie. L’assimilazione di nutrienti da parte dei batteri è più rapida nel biofilm (fase bentonica) che non nella fase acquosa (fase planctonica). Fenditure o scanalature sulla superficie favoriscono la ritenzione batterica: Nylon e teflon sono morbidi e facilmente colonizzabili. L’acciaio inox presenta fenditure microscopiche. L’alluminio presenta fenditure larghe e una superficie spongiforme. ADESIONE MICROBICA E FORMAZIONE DELLE MICROCOLONIE SULLE SUPERFICI CONDIZIONATE L’adesione batterica avviene in due fasi: 1^ fase, reversibile: dovuta a forze elettrostatiche deboli di Van der Waals che favoriscono l’attrazione verso le superfici di attacco. 2^ fase, irreversibile: dovuta alle appendici batteriche (flagelli, fimbrie, pili, fibrille di esopolisaccaridi) che creano un ponte tra la cellula e il substrato. In questa fase mediante un raschiamento o spazzolamento è ancora possibile rimuovere le cellule adese. 2^ fase, irreversibile: Le cellule batteriche adese si moltiplicano e formano delle microcolonie, a forma di fungo, separate da “canali” pieni d’acqua che portano nutrienti e rimuovono i prodotti di rifiuto. In questa fase vengono prodotti ulteriori quantitativi di esopolimeri che aumentano l’ancoraggio cellulare al substrato rendendo le cellule poco influenzabili dalle variazioni ambientali. Quorum Sensing L’organizzazione del biofilm è modulata da segnali chimici intercellulari che attivano o reprimono specifici geni. Nei batteri gram- la comunicazione cellulare avviene attraverso l’attività delle molecole AHSL (osmoserina lattone acetilata), dette “autoinduttori”, che rilasciate dalle cellule si accumulano nell’ambiente di sviluppo cellulare. Ad una certa densità cellulare, definita “quorum”, l’AHSL prodotta è in grado di interagire con i recettori della parete batterica che controllano l’espressione di specifici geni e modificano le caratteristiche dei batteri. FORMAZIONE DEL BIOFILM Protocollo disconnessione della rete idrica e applicazione di un sistema di alimentazione indipendente. modifiche tecniche al circuito per renderlo compatibile con i trattamenti. trattamento dei circuiti. ricollegamento alla rete idrica. Processo di bonifica dei riuniti già in uso Trattamento: • Detergente acquoso 30% etanolo 5 % tensioattivo anionico (2’ flusso, 10’ pausa) • Disincrostante 7 % acido ortofosforico 1% tensioattivo anionico (2’ flusso, 10’ pausa) • Disinfettante Acqua ossigenata 12-15% (2’ flusso, 10’ pausa) Punto di prelievo ACQUA DI RETE DOPO 3' DI FLUSSO Punto di prelievo ACQUA DI ALIMENTAZIONE DEL RIUNITO (PAVIMENTO) Valore Carica mesofila a 37°C cfu/ml Eterotrofi a 22°C 48 ore cfu/ml Eterotrofi a 22°C 5 giorni cfu/ml Pseudomonas aeruginosa cfu/ml Media geometrica 5 3 18 0 DS 3,38 3,16 14,12 0 assenti (%) 29 43 29 100 1-200 cfu/ml (%) 71 57 57 > 200 cfu/ml (%) 0 0 14 Carica mesofila a 37°C cfu/ml Eterotrofi a 22°C 48 ore cfu/ml Eterotrofi a 22°C 5 giorni cfu/ml Media geometrica 101 207 23. 10 2 DS 69,18 50,12 45,71 4,17 assenti (%) 20 10 0 80 1-200 cfu/ml (%) 20 30 20 > 200 cfu/ml (%) 60 60 80 Valore 3 Pseudomonas aeruginosa cfu/ml Punto di prelievo ACQUA INTERNO RIUNITO PRIMA DELLA BONIFICA Punto di prelievo ACQUA INTERNO RIUNITO DOPO LA BONIFICA Carica mesofila a 37°C Eterotrofi a 22°C 48 ore Eterotrofi a 22°C 5 giorni Pseudomonas aeruginosa cfu/ml cfu/ml cfu/ml cfu/ml Media geometrica 16. 103 30. 103 70. 104 8 DS 13,80 21,88 17,37 60,25 assenti (%) 0 0 0 70 1-200 cfu/ml (%) 10 0 0 > 200 cfu/ml (%) 90 100 100 Valore Carica mesofila a 37°C Eterotrofi a 22°C 48 ore Eterotrofi a 22°C 5 giorni Pseudomonas aeruginosa cfu/ml cfu/ml cfu/ml cfu/ml Media geometrica 0 0 0 0 DS 0 0 0 0 assenti (%) 100 100 100 100 1-200 cfu/ml (%) 0 0 0 > 200 cfu/ml (%) 0 0 0 Valore FOTOGRAFIE IN MICROSCOPIA ELETTRONICA 5000 X Parete del condotto idrico del riunito prima della bonifica Parete del condotto idrico del riunito dopo la bonifica RICOLONIZZAZIONE POST-DISINFEZIONE DI UN RIUNITO COLLEGATO ALLA RETE IDRICA PARAMETRO Carica mesofila 37°C cfu/ml Eterotrofi a 22°C/48h cfu/ml Eterotrofi a 22°C/5gg cfu/ml Pseudomonas aerugionosa DOPO LA BONIFICA DOPO 15 GIORNI DI USO SENZA DISINFEZIONE 0 1.040.000 920.000 0 1.140.000 1.320.000 0 4.600.000 720.000 0 360000 PRIMA DELLA BONIFICA 220.000