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il Business Plan
Business Planning
Ottobre 2011
Marco Riccioni
Cesare Bellotti
1
II modulo: il Business Plan
 Logica economica e logica patrimoniale del business plan
 Passi logici per l’elaborazione del piano economico-finanziario
 Il conto economico
• Breakeven point e margine di sicurezza
 Lo stato patrimoniale
 I flussi di cassa
 Valutazione dell’investimento
 Valutazioni di tipo contabile
• ROI
• ROE
 Valutazioni di tipo finanziario
• PayBack Period
• Tasso Interno di Rendimento
• Valore attuale netto
Case: elaborazione di un business case
Focus on: la capitalizzazione dei costi di R&D
-2-
Logica economica e logica patrimoniale del business plan (1/2)
Il business plan è un piano di azioni espresso in forma monetaria. Conseguentemente può
assumere la forma di un bilancio previsionale.
Il business plan è quindi articolato in:
CONTO ECONOMICO
ESPONE IL RISULTATO DI ESERCIZIO (UTILE) OBIETTIVO DELL'AZIENDA NEL PERIODO DI PIANO
STATO PATRIMONIALE
PROIEZIONE DELLA SITUAZIONE PATRIMONIALE NEL PERIODO DI PIANO
PIANO FINANZIARIO (FLUSSI DI CASSA)
PIANO DELLE COPERTURE DEL FABBISOGNO DERIVANTE DALLA DIFFERENZA TRA ENTRATE ED USCITE AZIENDALI
CONSENTE DI "CHIUDERE" IL CONTO ECONOMICO ATTRAVERSO IL CALCOLO DEGLI ONERI FINANZIARI
-3-
Logica economica e logica patrimoniale del business plan (2/2)
La gestione aziendale, espressa in piani operativi, si riflette nel bilancio previsionale
secondo la “traduzione” in termini monetari delle azioni pianificate.
GESTIONE OPERATIVA
Piano degli
investimenti
Piano commerciale
Piano di produzione
Piano della struttura
Piano del personale
Fabbisogno finanziario
operativo
Ammortamenti
Reddito operativo
Cash flow
Mezzi propri
Mezzi di terzi
Struttura delle fonti
Oneri finanziari
Imposte
Reddito netto
GESTIONE FINANZIARIA
-4-
Passi logici per l’elaborazione del piano economico-finanziario
I passaggi per giungere alla rappresentazione del bilancio previsionale sono:
1. Piano commerciale (piano delle vendite)
2. Piano della produzione
a. Piano della struttura
b. Piano delle risorse umane
3. Piano degli investimenti
Per poi elaborare
• Piano economico
• Piano patrimoniale
• Piano finanziario
1
PIANO COMMERCIALE
• TRADURRE IN QUANTITA' VENDUTE E PREZZI DI VENDITA LA BUSINESS IDEA
• DETERMINARE CONSEGUENTEMENTE I RICAVI DEL CONTO ECONOMICO
Oltre ai ricavi è necessario stimare, ove presenti:
• PIANO DEI COSTI DELLE ATTIVITA' COMMERCIALI
• PIANO DEI COSTI DI DISTRIBUZIONE
-5-
Passi logici per l’elaborazione del piano economico-finanziario
2
PIANO DELLA PRODUZIONE
• TRADURRE IN QUANTITA' DI RISORSE IMPIEGATE (PIANO DI PRODUZIONE) E
COSTI DI ACQUISIZIONE DELLE STESSE LA BUSINESS IDEA
• DETERMINARE CONSEGUENTEMENTE I COSTI DI PRODUZIONE DEL CONTO
ECONOMICO DI BUSINESS PLAN
È quindi necessario individuare:
• TECNOLOGIA
• PROCESSO PRODUTTIVO
• FABBISOGNI E TIPOLOGIA DI RISORSE (UMANE, TECNICHE)
• COSTI
2a
PIANO DELLA STRUTTURA
• STRUTTURE NECESSARIE AL PROCESSO PRODUTTIVO
• MATERIALI
• OUTSOURCING
-6-
Passi logici per l’elaborazione del piano economico-finanziario
2b
3
PIANO DELLE RISORSE UMANE
• DISEGNARE LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELLA NUOVA SOCIETA'
• DEFINIRE I PROFILI "IDEALI" DELLE RISORSE UMANE
• DEFINIRE LE MODALITA' DI COORDINAMENTO E CONTROLLO (SISTEMI
OPERATIVI)
• INDIVIDUARE LE MODALITA' DI RECLUTAMENTO, FORMAZIONE, VALUTAZIONE
E INCENTIVAZIONE DELLE RISORSE UMANE
• INDIVIDUARE I COSTI CONNESSI
PIANO DEGLI INVESTIMENTI
• E' IL PIANO (CIOE' LA DECISIONE) RELATIVO ALLA DOTAZIONE DI CAPITALE FISSO E
CIRCOLANTE NECESSARIA PER CONSENTIRE L'ATTIVITA' DELL'IMPRESA
• DERIVA DALLA PIANIFICAZIONE SVOLTA PRECEDENTEMENTE
-7-
Il conto economico: costi, ricavi ed utili
Il conto economico previsionale ha l’obiettivo di verificare la capacità della nuova impresa
di generare utili
CONTO ECONOMICO
Valore della produzione
Ricavi prodotto 1
Ricavi prodotto 2
Ricavi prodotto 3
Costi variabili
Consumo materie prime per unità prodotta
Lavorazioni esterne per unità prodotta
Costi commerciali per unità prodotta
Altri costi variabili per unità prodotta
Margine di contribuzione
Costi fissi
Oneri diversi di gestione
altri costi fissi
Utenze
Personale
Year 1
Year 2
Year 3
Year 4
80.300
80.300
0
0
(7.775)
(2.920)
(3.650)
0
(1.205)
72.526
(26.080)
(1.200)
0
(5.340)
(19.540)
120.450
120.450
0
0
(10.841)
(4.015)
(5.019)
0
(1.807)
109.610
(29.680)
(1.200)
0
(5.340)
(23.140)
166.075
166.075
0
0
(13.167)
(4.745)
(5.931)
0
(2.491)
152.908
(49.680)
(1.200)
0
(5.340)
(43.140)
Profilo 1
(10.000)
(10.000)
(30.000)
(30.000)
Profilo 2
(9.540)
(13.140)
(13.140)
(13.140)
Profilo 3
0
0
0
46.446
(750)
0
45.696
1.436
(51.530)
0
(51.530)
(4.398)
(2.379)
(6.778)
79.930
(1.000)
0
78.930
1.177
(50.366)
0
(50.366)
29.741
(10.925)
18.816
103.228
(1.250)
0
101.978
1.094
(49.144)
0
(49.144)
53.927
(19.776)
34.152
Margine operativo lordo
Ammortamenti
Accantonamenti
Margine operativo
Proventi finanziari
Oneri finanziari
Breve
Lungo
Utile ante imposte
imposte
Utile netto
178.850
178.850
PIANO COMMERCIALE
0
0
(14.180)
(5.110)
(6.388)
0
(2.683) PIANO DELLA
164.670 PRODUZIONE
(49.680)
•STRUTTURA
(1.200)
•MATERIALI
0
(5.340) •RISORSE UMANE
(43.140)
0
114.990
(1.500)
PIANO
INVESTIMENTI
0
113.490
1.113
(47.862)
0PIANO FINANZIARIO
(47.862)
66.740
(23.799)
42.941
-8-
Breakeven point e margine di sicurezza
Il Breakeven Point è il livello delle vendite al quale i ricavi eguagliano i costi, di
conseguenza è il livello delle vendite dopo di cui ogni euro di ricavo aggiuntivo si
trasforma in utile. In termini imprenditoriali è una unità di misura della attrattività del
business (non della bontà dell’investimento), basata sulla distinzione tra costi fissi e costi
variabili
Ricavi di pareggio = costi fissi /
(margine di contribuzione unitario)
Ricavi di pareggio = Costi fissi / ( costi
variabili / ricavi)
Il Margine di Sicurezza fornisce una misura della rischiosità del business. Esso indica la
percentuale di “assorbimento” di eventuali scostamenti nel livello delle vendite.
MARGINE DI SICUREZZA = (VENDITE - VENDITE DI BREAKEVEN) / VENDITE
-9-
Il piano patrimoniale: attività, passività e fonti di finanziamento
Lo Stato Patrimoniale previsionale permette di:
1. Determinare il capitale investito necessario per realizzare gli utili
2. Individuare le modalità di finanziamento dell’investimento
STATO PATRIMONIALE
Year 1
Year 2
Year 3
ATTIVO
IMMOBILIZZAZIONI
Immobilizzazioni materiali
Impianti e macchinari
Immobilizzazioni immateriali
Immobilizzazioni Finanziarie (immobile)
ATTIVO CIRCOLANTE
Rimanenze
Crediti Totali
Verso clienti
Verso altri
Disponibilità liquide
1.567.066
1.464.609
5.250
5.250
0
1.459.359
102.457
0
6.692
6.692
0
95.765
1.554.140
1.465.609
6.250
6.250
0
1.459.359
88.531
0
10.038
10.038
0
78.494
1.553.143
1.466.359
7.000
7.000
0
1.459.359
86.784
0
13.840
13.840
0
72.945
PASSIVO + PATRIMONIO NETTO
1.567.066
1.554.140
1.553.143
PASSIVO
Fondi per rischi e oneri
TFR
Debiti
Debiti a lungo termine
Debiti verso fornitori
Debito a breve termine vs banche
1.288.844
1.257.102
1.225.716
1.347,6
1.287.496
1.285.000
2.495,8
0
2.876,1
1.254.226
1.251.886
2.340,1
0
5.707,4
1.220.009
1.217.281
2.727,9
0
278.222
285.000
0
0
0
(6.778)
297.039
285.000
0
0
(6.778)
18.816
327.427
285.000
0
15.053
(6.778)
34.152
PATRIMONIO NETTO
Capitale sociale
Riserve
Utili non distribuiti
Perdite portate a nuovo
Utile esercizio
PIANO DEGLI
INVESTIMENTI
-10-
I flussi di cassa
L'ultimo passaggio della pianificazione consiste nella verifica complessiva della fattibilita'
finanziaria. Questo risultato viene ottenuto attraverso l'elaborazione del rendiconto
finanziario preventivo (flussi di cassa, cash-flow, fonti/impieghi)
L’obiettivo è:
1.Verificare la fattibilità finanziaria del piano
2.Determinare la praticabilità delle varie alternative di finanziamento e l'impatto di
queste alternative sulla redditività dell'investimento
CASH FLOW
DISPON. MONETARIE NETTE INIZIALI
Utile/perdita nel periodo
Ammortamenti
Variaz. del circolante
Variazione netta del TFR
Flusso attività di esercizio
Investimenti Immobilizzazioni materiali
Investimenti Immobilizzazioni immateriali
Investimenti Immobilizzazioni finanziarie (immobile)
Flusso monetario da att. invest.
Nuovi finanziamenti
Rimborsi di finanziamento
Conferimento dei soci
Rimborsi di capitale proprio
Flusso monetario da attività finanziarie
Dividendi
Dividendi
Flusso monetario nel periodo
Monetarie nette finali
Year 1
Year 2
Year 3
142.331
95.765
78.494
(6.778)
750
(4.196)
1.348
(8.876)
(6.000)
0
0
(6.000)
(31.690)
0
0
(31.690)
0
0
(46.565,5)
18.816
1.000
(3.502)
1.528
17.843
(2.000)
0
0
(2.000)
0
(33.115)
34.152
1.250
(3.414)
2.831
34.819
(2.000)
0
0
(2.000)
0
(34.605)
0
(33.115)
0,0
0
(17.271,5)
0
(34.605)
(3.763,2)
(3.763)
(5.549,4)
95.765,5
78.494,0
72.944,6
-11-
Valutazione dell’iniziativa imprenditoriale
In letteratura esistono numerosi metodi per la valutazione dell’iniziativa imprenditoriale
anche complessi. In questa sede sono presentati brevemente alcuni di essi riconducibili a
due tipologie:
1. Valutazioni di natura contabile, che considerano il singolo periodo
2. Valutazioni di natura finanziaria, che considerano l’intero periodo di vita
dell’investimento
BREAKEVEN POINT
(flessibilità struttura dei
costi)
INDICI DI BILANCIO
(Indagine per aree di
gestione)
VALUTAZIONI DI TIPO CONTABILE
(di periodo)
DECISIONE DI
INVESTIMENTO
VALUTAZIONI DI TIPO FINANZIARIO (vita
intera)
PAYBACK PERIOD
(informazioni parziali)
VALORE ATTUALE NETTO
(redditività assoluta)
TASSO INTERNO DI
RENDIMENTO
(redditività relativa)
-12-
Valutazioni di tipo contabile
È stata presentata in precedenza l’analisi del punto di pareggio che costituisce una prima
sommaria valutazione della rischiosità dell’investimento.
Le valutazioni di tipo contabile sono effettuate mediante l’elaborazione di indici di bilancio
(rapporti tra duo o più valori contabili). Tra di essi i più utilizzati sono gli indici di redditività.
QUAL È LA CAPACITÀ DI REDDITO DELL’AZIENDA?
Per determinare la redditività occorre rapportare il risultato raggiunto (margine, utile) agli
investimenti effettuati (capitale investito)
REDDITO
INVESTIMENTO
1
ROI (RETURN ON INVESTMENT)
2
ROE (RETURN ON EQUITY)
-13-
Indici di redditività
1
ROI (RETURN ON INVESTMENT)
Indica la capacità dell’azienda di far rendere il totale delle risorse in essa investite e
può essere comparabile con investimenti alternativi
REDDITO OPERATIVO
ROI =
CAPITALE INVESTITO
Il ROI prescinde da:
• La struttura finanziaria
• I fenomeni straordinari
• Gli aspetti fiscali
2
UN ROI "SOLIDO" E' IL PRIMO REQUISITO PER UNA SANA GESTIONE
AZIENDALE
E
DEVE
TENDERE
AL
VALORE
MASSIMO,
INDIPENDENTEMENTE DAI RISULTATI DISPONIBILI PER L’IMPRENDITORE
ROI (RETURN ON EQUITY)
Indica la capacità dell’azienda di far rendere le risorse in essa investite
dall’imprenditore
UTILE NETTO
ROE =
MEZZI PROPRI
Il ROI tiene conto di:
• La struttura finanziaria
UN ROE "ACCETTABILE" DEVE TENER PRESENTE ANCHE IL RISCHIO E
QUINDI ESSERE SUPERIORE AD INVESTIMENTI ALTERNATIVI A BASSA
• I fenomeni straordinari
VOLATILITA’
• Gli aspetti fiscali
-14-
Valutazioni di tipo finanziario: elementi generali
 Un investimento può essere definito come un esborso di risorse monetarie al quale
seguono dei flussi anch’essi monetari (positivi o negativi).
 Per valutare un investimento occorre tenere in considerazione le entrate e le uscite
finanziarie che l’investimento produrrà nel corso della sua vita (e non i ricavi e i costi). In
altri termini, occorre procedere con l’analisi utilizzando i cash flow relativi all’intera
“vita” dell’investimento.
 In termini generali si deve tenere conto del:
1.Investimento iniziale;
2.flusso monetario di gestione;
3.disinvestimento finale (o valore dei flussi prodotti negli anni oltre il periodo
considerato: terminal value).
Investimento
Anno 1
Anno 2
Anno 3
2
1
Anno 4
Anno 5
Disinvestimento
3
-15-
Valutazioni di tipo finanziario
 Esistono diverse metodologie per la valutazione di un investimento. In questa sede sono
presentati tre metodi che, se utilizzati in modo complementare e non alternativo,
permettono di evidenziare aspetti differenti del progetto di investimento:
PayBack Period
Tasso Interno di Rendimento (o IRR)
Valore Attuale Netto
Che cosè?
È il numero di periodi necessari affinché i flussi
di cassa eguaglino l’investimento iniziale.
Risponde alla semplice domanda: in quanto
tempo recupererò l’investimento effettuato?
Che cosè?
È il tasso di attualizzazione che rende pari i valori
dei flussi negativi e positivi ed indica il rendimento
percentuale di un investimento considerando i
flussi monetari generati.
Rappresenta il costo massimo della raccolta che il
progetto di investimento può finanziare e deve,
pertanto, essere confrontato con il costo del
capitale (WACC*)
Come valuta la bontà dell’investimento?
Se il TIR è superiore al costo del capitale la
valutazione è positiva altrimenti il capitale non è
adeguatamente remunerato*.
Tra due investimenti alternativi è migliore quello
con TIR maggiore.
Pregi
È oggettivo: indica esattamente se un
investimento è da effettuarsi (TIR>WACC)
È intuitivo: esprime in % il rendimento e permette
i confronti tra investimenti alternativi.
Difetti
Non considera le dimensioni dell’investimento e il
valore creato ma solamente il rendimento
Che cosè?
Il VAN è la somma algebrica di tutti i flussi di
cassa (positivi e negativi) attualizzati generati
dal progetto. Quindi se il VAN è positivo c’è
creazione di valore.
Come valuta la bontà dell’investimento?
È un indicatore di rischio, maggiore è il tempo
di rientro dell’investimento maggiore è il
rischio.
Pregi
Facilità di calcolo, di uso e comunicazione
Difetti
Non considera il valore finanziario del tempo.
Non considera i flussi successivi al PBP. È un
indicatore di rischio ma non di rendimento e
non considera l’ammontare del capitale
investito.
Come valuta la bontà dell’investimento?
Se il VAN è positivo il progetto, oltre a
generare flussi sufficienti a finanziare tutte le
fonti di finanziamento, crea valore
Pregi
È oggettivo: indica esattamente se un
investimento è da effettuarsi (VAN>0)
È intuitivo: fornisce in valore assoluto il valore
creato da un investimento.
Difetti
Non considera la durata dell’investimento ed il
tasso di rendimento
-16-
Due esempi di business plan
• Un esempio di business plan basato su un caso aziendale di pura invenzione:
http://www.iban.it/guida/EsBusinessPlan.pdf
• Una guida pratica per la redazione del business plan
http://www.iban.it/guida/guida.htm
• Un business plan “storico”: “Preliminary Macintosh Business Plan” elaborato da Apple
Computer, Inc il 1981-07-12
http://www.computerhistory.org/collections/accession/102712692
-17-
FOCUS
LA CAPITALIZZAZIONE DEI COSTI DI R&D
-18-
Focus: la capitalizzazione dei costi di R&D
Tra le immobilizzazioni immateriali, i costi di ricerca e sviluppo sono probabilmente una
delle tipologie che maggiormente danno luogo a difficoltà di natura interpretativa e,
quindi, di determinazione di corretti principi contabili.
Secondo il principio contabile nazionale n. 24 le imprese che sostengono costi in ricerca e
sviluppo possono incrementare le proprie immobilizzazioni immateriali, ed iscrivere a
conto economico il corrispondente ricavo, se tali costi soddisfano determinati requisiti
(ciò che comunemente si intende per “capitalizzare i costi”)
All’interno dei costi iscrivibili tra le immobilizzazioni non sono inclusi quelli sostenuti per
la ricerca di base (studi, esperimenti, indagini e ricerche che non hanno una finalità
definita con precisione, ma che è da considerarsi di utilità generica all’impresa) ma solo
quelli sostenuti per:
• la ricerca applicata o finalizzata ad uno specifico prodotto o processo produttivo
(nell’assieme di studi, esperimenti, indagini e ricerche che si riferiscono
direttamente alla possibilità ed utilità di realizzare uno specifico progetto)
• lo sviluppo (è l’applicazione dei risultati della ricerca o di altre conoscenze
possedute prima dell’inizio della produzione commerciale o dell’utilizzazione)
-19-
Focus: la capitalizzazione dei costi di R&D
I costi di ricerca e sviluppo che attengono a specifici progetti, quindi, possono essere
capitalizzati, e come tali, iscritti all’attivo patrimoniale del bilancio dell’impresa ivi inclusi
quelli inerenti l’utilizzazione di risorse interne all’azienda, nonché dagli oneri accessori
eventualmente aggiuntisi ai costi originari.
A titolo esemplificativo, i costi di ricerca e sviluppo includono, ove applicabili:
• gli stipendi, i salari e gli altri costi relativi al personale impegnato nelle attività di
ricerca e sviluppo;
• i costi dei materiali e dei servizi impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo;
• l’ammortamento di immobili, impianti e macchinari, nella misura in cui tali beni
sono impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo;
• i costi indiretti, diversi dai costi e dalle spese generali ed amministrativi, relativi alle
attività di ricerca e sviluppo;
• gli altri costi, quali l’ammortamento di brevetti e licenze, nella misura in cui tali beni
sono impiegati nell’attività di ricerca e sviluppo.
-20-
Focus: la capitalizzazione dei costi di R&D
Tuttavia, la sola attinenza a specifici progetti non è condizione sufficiente affinché detti
costi abbiano legittimità di capitalizzazione. Per tale finalità, essi debbono anche
rispondere positivamente alle caratteristiche richieste per l’iscrizione di qualsiasi posta
attiva; essi debbono, cioè, essere:
• relativi ad un prodotto o processo chiaramente definito;
• identificabili e misurabili;
• riferiti ad un progetto realizzabile, cioè tecnicamente fattibile, per il quale l’impresa
possieda o possa disporre delle necessarie risorse;
• recuperabili tramite i ricavi che nel futuro si svilupperanno dall’applicazione del
progetto stesso.
-21-
Focus: la capitalizzazione dei costi di R&D
La capitalizzazione di costi deve essere trattata con attenzione nella fase di redazione di
un piano economico-finanziario previsionale trattandosi, in effetti, di una mera
operazione contabile.
Sebbene la capitalizzazione dei costi comporti un aumento dei ricavi stimati è necessario
considerare che:
1. a detti ricavi non corrisponde una entrata monetaria (aspetto finanziario)
2. l’aumento delle immobilizzazioni immateriali comporta l’iscrizione di costi di
ammortamento nei periodi contabili successivi (aspetto economico)
Per i motivi suddetti la capitalizzazione dei costi deve essere trattata con prudenza nella
pianificazione d’impresa poiché:
• non altera la sostenibilità finanziaria dell’iniziativa (non essendo presente un incasso
a fronte del ricavo) e quindi non la migliora;
• comporta un aumento dei costi per i periodi successivi essendo, di fatto, una
dilazione su più periodi contabili dei costi sostenuti per ricerca e sviluppo nel
periodo corrente.
-22-
Grazie per l’attenzione
Fly UP