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Diapositiva 1 - Medlavoro Unimore

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Diapositiva 1 - Medlavoro Unimore
UNIMORE
SEMINARI DI AGGIORNAMENTO IN MEDICINA DEL LAVORO 2 0 1 3
MISURE DI PREVENZIONE PRIMARIA PER IL CONTROLLO
DEGLI AGENTI CANCEROGENI PROFESSIONALI:
ORIENTAMENTI LOCALI, REGIONALI E NAZIONALI
Relazione del dr. Fulvio Ferri
I TUMORI PROFESSIONALI 2 - Reggio Emilia – 24 Ottobre 2013
1
PREVENZIONE PRIMARIA
Secondo Lega Italiana Lotta contro i tumori:
Consiste
- nell’individuazione dei fattori di rischio
che possono generare l’insorgenza della malattia e
- nella loro riduzione o eliminazione ……. .
Definizione quasi coincidente con quella assunta delle norme di
prevenzione nei luoghi di lavoro, per cui la PREV. 1.ria consiste
- nell’individuazione dei fattori di rischio
che possono generare l’insorgenza della malattia e
- nella loro eliminazione o riduzione.
2
Tale prevenzione opera sull’uomo sano o
sull’ambiente, attraverso due tipi di interventi:
- il potenziamento di fattori utili alla salute
(es.: attività fisica, alimentazione corretta,
profilassi immunitaria, ….. )
- l’allontanamento delle cause patogene (es.:
abuso di alcool e droghe, risanamento delle
acque, degli ambienti di vita e di lavoro )
3
4
NECESSARIA PREMESSA :
cancerogenesi e influenza dell’ambiente e delle
sostanze xenobiotiche (*)
Tra decine di migliaia di molecole xenobiotiche che pullulano
nella biosfera e delle quali sappiamo assai poco, le molecole
classificate come cancerogene (dirette o indirette), sono solo
la punta di un iceberg
Il modello finora accettato vede l’insorgenza di un cancro
come incidente genetico, determinato da una sequela
di mutazioni stocastiche solo in minima parte
imputabili all’azione di specifici agenti mutageni .
(*) Tratto da E.Burgio “Cancerogenesi ambientale: vecchi e nuovi paradigmi” in PROGETTO
AMBIENTE E TUMORI , Ass. Ital. Oncol. Medica 2011.
E. Burgio: Presidente della Commissione Scientifica della Società Internazionale di Medici per
5
l’Ambiente
….Oggi si pensa ad un altro modello ………….
Secondo tale nuovo modello il cancro e’ riconosciuto come il
prodotto finale di un lungo processo adattativo
(E.Burgio, 2011) : processo in cui il genoma, esposto a
stress protratto, a causa dell’influenza di numerosi
“stressors” ambientali/esterni, è forzato a ri-arrangiarsi
continuamente, utilizzando meccanismi epigenetici :
. Ipo-metilazione globale della sequenza base del DNA,
. Iper-metilazione delle isole CpG (Citosina-phosphate-Guanina) di specifici siti promoter di
geni oncosoppressori (e quindi loro riduzione al “silenzio”),
. de-metilazione di specifici proto-oncogèni (e xciò loro attivazione),
. modifiche di code istoniche, …. ecc
Tale “stress” e’ in grado grado di produrre variazioni dell’espressione
genica tali da determinare
- una condizione di progressiva instabilità genetica e, infine,
- trasformazioni genetiche potenzialmente irreversibili .
6
RUOLO DEI RADICALI LIBERI
I famosi “radicali liberi” (prodotti anche dall’organismo, quindi
“endogeni”), sono specie chimiche molto reattive a causa della
presenza di elettroni spaiati nelle orbite piu’ periferiche.
Essi possono effettivamente arrecare danni alle principali biomolecole
(fosfolipidi
di
membrana,
proteine
recettoriali
e
strutturali, fattori di trascrizione e acidi nucleici).
7
Radicali liberi
Proprio per queste caratteristiche e per la brevità della loro vita media, i Radicali
dell’Ossigeno (ROS = reactive oxygen species) e dell’azoto (RNS) (entrambi
prodotti endogeni!) svolgono funzioni importanti all’interno della cellula.
Essi agiscono da “secondi messaggeri” nella comunicazione tra le cellule degli
organismi superiori, modulando le cascate di trasduzione del segnale
Essi interagiscono , quindi , sia con i programmi di proliferazione
cellulare ( = potenziale stimolo cancerogenetico) , che con quelli di
senescenza e di apoptosi (= protezione dalla proliferazione
incontrollata di un clone “trasformato”),
Il normale equilibrio tra produzione e distruzione di radicali puo’ subire una
alterazione da parte di numerosi fattori esterni (RX, FUMO, F.ci, Stress
protratto, Agenti chimici vari sprtt se veicolati da PM10/PM2,5,..)
8
Quando l’equilibrio radicalico “salta”, ecco che si produce
uno stress genomico e mutazioni in geni “chiave” per
la stabilità del genoma stesso.
Pur essendo fondamentale il contribuito dei radicali liberi
ENDOGENI, non può essere ignorato il ruolo dei fattori
esterni, “ESOGENI” (anche quando non sono considerati
cancerogeni genotossici) , nell’indurne una eccessiva
produzione dei primi
9
“MORALE”
La lotta all’inquinamento ambientale, anche negli
ambienti di lavoro, va riconosciuta e adottata come un
caposaldo della prevenzione primaria per limitare il
protratto stress genomico, alla base dello sviluppo,
anche mediato, di cancro.
Sotto tale punto di vista puo’ essere pericoloso proporre
limiti “soglia” considerati “protettivi” per un singolo agente
“cancerogeno” quando sappiamo che la sua azione puo’
potenziare (od essere potenziata da) quella di altri fattori
(cancerogeni diretti o indiretti) .
10
cancerogeni professionali
Tra i cancerogeni professionali ne esistono alcuni che in modo
documentato si dimostrano GENOTOSSICI e MUTAGENI:
meccanismo sufficientemente chiarito e “diretto” (e non “mediato” ).
A questo gruppo appartengono sicuramente :
- IPA,
- N-Nitrosamine,
- Ammine aromatiche,
- Aflatossine.
11
I.P.A.
Idrocarburi Policiclici Aromatici: D.M.B.A., Benzopyrene,
……….
Nei prodotti di combustione di olii minerali, nei cibi arrostiti
troppo, Derivati distill. Petrolio (catrame) . .
---------------------------------------N-Nitrosamine: usate in cosmetica, pesticidi e nella
maggior parte dei prodotti in gomma . Si formano nello
stomaco, in ambiente acido dai Nitriti e Ammine II^ (da
proteine). Nei cibi fritti ad alte T°.
---------------------------------------4-cloro-orto-toluidina
2 -naftilamina
4 amino difenile
Ammine aromatiche
benzidina
Produzione di Coloranti :
ricordare IPCA Ciriè
12
STRUTTURA DELLE AFLATOSSINE:
(gr. Bifuranico+gr.cumarinico+pentanone / lattone a 6 atomi)
Structural alert
Aflatossina B1
Aflatossina B2
Structural alert
Aflatossina G1
Structural alert
Aflatossina M1
Aflatossina G2
I doppi legami in C8 – C9 (structural alerts)
di Af.B1- G1- M1 sono destinati ad aprirsi
formando EPOSSIDI estremamente reattivi
verso le macromolecole proteiche e
componenti gli acidi nucleici.
13
14
A livello epatico:
L'azione cancerogena (ma anche mutagena, teratogena) delle
aflatossine B1 e M1 è accertata (carcinoma epatocellulare ) ed e’
legata alla formazione dell'epossido (AFB1 -8-9-epossido), attivato
tramite il sistema Citocromo P450; questo intermedio metabolico forma
legami covalenti con la catena del DNA, produce addotti al DNA e
modifiche del gene TP53, soppressore tumorale.
15
A liv. Polmonare
Anche qui agisce il sistema Citocromo P450; tuttavia l’AFB1 e’ attivata ad
epossido soprattutto attraverso l’azione della
- prostaglandina-H-sintetasi e/o
- lipossigenasi ,
enzimi concentrati nei macrofagi alveolari.
Questa via, in combinazione con la carente attività di coniugazione
connessa
al
sistema
glutatione-S-trasferasi
(che,
invece,
è
ampiamente rappresentata nel fegato) contribuisce probabilmente alla
particolare
sensibilità
dei
polmoni
umani
all’azione
delle
Aflatossine.
16
Directorate-General Industry
1996
17
(Pagg. 45 e segg.)
“Aflatoxins are extremely potent carcinogens in animal experiments and
they are potent in all animal species investigated, i.e. mice, rats, hamsters,
fish, duck, tree shrews [ tupaie, v. ] and monkeys, and in several organs,
the liver being the primary target.
A linear dose-response relationship has been demonstrated for aflatoxin B1
in at least two animal species down to doses of less than 0.1 pg/kg
b.w./day. Although aflatoxin G1 has been tested less extensively, it
appeared to be toxicologically similar to aflatoxin B1. It is a slightly less
potent liver carcinogen, with a comparable carcinogenic potency to
aflatoxin B1, i.e. within a factor of 10. “
18
(Pagg. 45 e segg.)
“Aflatoxins are genotoxic carcinogens. For this type of carcinogen, it is
generally felt that there is no threshold dose below which no tumour
formation would occur. In other words, only a zero level of exposure will
result in no risk. (….)
It should be noted that the decision as to which risk level is judged to be
acceptable or tolerable is socio-political and goes beyond scientific
assessment.”
19
QUINDI, ANCHE PER LA COMMISSIONE EUROPEA, LE AFLATOSSINE
SONO CANCEROGENI POTENTI. INOLTRE SONO GENOTOSSICHE,
TERATOGENE. MA ………..
Solo se le si considera nell’ambito alimentare !!!!
Le norme europee che le considerano tali valgono solo
nell’ambito della tutela dei consumatori di alimenti
!!!! Non c’e’ alcuna norma di prevenzione specifica
che tuteli i lavoratori esposti:
le Aflatossine NON sono comprese nella lista
europea dei cancerogeni professionali , anche se si
assorbono facilmente anche per via respiratoria !!!!
20
PRODOTTO ALIMENTARE
2.1
2.1.1
2.1.2
2.1.3
2.1.4
LIMITI PER AFLATOSSINE
(tenori massimi in µg/kg)
Aflatossine
B1, B2, G1, G2
8,0
15,0
(da cernita , trattamento, ….)
5,0
10,0
ARACHIDI e FRUTTA a GUSCIO (x aliment. Umana)
2,0
4,0
FRUTTA SECCA
5,0
10,0
2,0
4,0
2,0
4,0
5,0
10,0
ARACHIDI
(da cernita , trattamento, ….)
FRUTTA a GUSCIO
(fichi, prugne, datteri, ecc) da cernita, trattamento, ..
2.1.5
FRUTTA SECCA E DERIVATI
2.1.6
TUTTI I CEREALI E DERIVATI
2.1.7
TOTALI
B1
per consumo umano
eccetto i successivi
GRANOTURCO
(da cernita , trattamento, ….)
M1
0,05
2.1.8
LATTE CRUDO
2.1.9
Capsicum, Pepe, Noce Moscata, zenzero,
curcuma
5,0
2.1.10
ALIMENTI PER LATTANTI E BAMBINI E
DIETETICI CON LATTE
0,1
Regol.CE 1881/2006
10,0
0,025
21
22
23
24
25
26
27
Quali comparti / lavorazioni interessati?
Soprattutto comparto agroalimentare, .... ma non solo:
Raccolta (mais, …. )
Distribuzione, Carico e scarico (porti, autotrasportatori, …)
Deposito / insilamento cereali e altre derrate
Trattamenti meccanici cereali e altre derrate
Essiccazione cereali e altre derrate
Produzione mangimi
Distribuzione agli animali da allevamento
………..
Prevenzione?
Laboratori analisi
Produzione di BIOGAS
Incenerimento
Attraverso
- Sistemi di cernita e trattamento prodotti
- Misure antipolvere (individ. e collett.) . .
- ……………
28
MISURE DI PREVENZIONE PRIMARIA PER IL CONTROLLO
DEGLI AGENTI CANCEROGENI PROFESSIONALI
Strategie Nazionali :
DL 81/08 :
cosa prevede (art 236 e succ.)
PSN:
quali indirizzi generali indica
Orientamenti Regionali
PSR :
quali priorità e specifiche attività prevede
Attività dei SPSAL AUSL :
Come traducono in pratica le indicazioni regionali
29
Strategie Nazionali
A) DL 81/08 : cosa prevede (art 235 e succ.)
PRIMO PASSAGGIO:
A) SOSTITUZIONE o RIDUZIONE (importanza “gerarchica” della scelta)
Il datore di lavoro EVITA o RIDUCE L’UTILIZZAZIONE di un agente
cancerogeno o mutageno ,
o SOSTITUENDOLO [I^ scelta] con un'altra sostanza o preparato o
procedimento NON nocivo o meno nocivo.(nelle condiz. di impiego) (se
tecnicamente possibile); sennò
o UTILIZZANDO UN SISTEMA CHIUSO [II^ scelta]; sennò
o RIDUCENDO AL MINIMO POSSIBILE IL LIVELLO DI ESPOSIZIONE RESIDUA
[III^ scelta]
30
SECONDO PASSAGGIO:
….continua
-VALUTAZIONE DEL RISCHIO (più precisamente “dell’esposizione”)
-OBBLIGATA MISURAZIONE DELLA ESPOSIZIONE “RESIDUA” dei lavoratori
- REGISTRAZIONE DEGLI ESPOSTI e SORVEGLIANZA SANITARIA .
TERZO PASSAGGIO:
RICONTROLLO presenza del rischio (con indag. Ambientali e/o biologiche)
al variare delle condizioni od ogni 3 anni
31
B) - Piano Sanitario Nazionale
IL PSN 2011 – 2013 impone tra i piani nazionali , la prevenzione delle
“neoplasie professionali”, vincolando in tal modo le programmazioni
regionali .
Inoltre , quando tratta delle malattie respiratorie croniche, richiama
l’importanza della prevenzione primaria contro
. l’abitudine all’uso di tabacco,
. il rischio ambientale e
. quello “professionale ” .
Rischi da cui discendono anche possibili effetti a lunga latenza.
32
ORIENTAMENTI REGIONALI
C) - IL PIANO REGIONALE della PREVENZIONE
Capitolo LAVORO E SALUTE :
PROGETTO 4 : Monitoraggio e contenimento del rischio cancerogeni
di origine professionale:
- Contributo alla individuazione dei tumori di origine professionale
- Contenimento del rischio cancerogeno negli amb. di lavoro , mediante
Monitoraggio degli esposti
Ricerca attiva dei casi ad alta frazione eziologica,
Vigilanza sulla valutazione dei rischi e sull’adozione delle
opportune misure di prevenzione da parte delle imprese.
33
AZIONI PRINCIPALI
Attivazione Sistema Informativo Regionale per raccolta dati di esposizione
a cancerogeni professionali (attraverso registri degli esposti)
Istituzione Centro Operativo Regionale (COR) per la rilevazione e
monitoraggio dei tumori Naso Sinusali (ReNaTuNS) e partecipazione al
Sistema OCCAM
Mantenimento del follow up clinico ed epidemiologico degli ex esposti a
CVM presso la AUSL di Ravenna e Ferrara
Sprll ispettivi in aziende a rischio , oggetto del piano mirato
Programmi di formazione ed aggiornamento operatori
Iniziative di sensibilizzazione vs medici competenti su obbligo di denuncia
tumori di sospetta origine professionale.
A cio’ aggiungiamo :
- implementazione delle buone prassi di prevenzione eventualmente
disponibili
34
NELLE NOSTRE AUSL , IN CONCRETO :
COSA HANNO FATTO E SU COSA STANNO LAVORANDO I SPSAL
(in tema di Cancerogeni professionali) ?
Cromo e Nichel
nei processi di saldatura e nell’industria galvanica:
. buone prassi per gestione degli effluenti particolati e dei vapori 1980 – 2005.
. Check List regionale saldatura inox
2012
Idrocarburi Policiclici aromatici
( …..)
Solo interventi spot ?.
Benzene: dal 2007 AL 2013
piani prov.li (RE MO) e check list
regionale di controllo x applicazione misure di prevenzione previste dalla
normativa e disposte dai SPSAL .
35
VENTILAZIONE E DEPURAZIONE DELL'ARIA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Scheda tecnica n. 2
IMPIANTI DI VENTILAZIONE
NELLE OPERAZIONI DI SALDATURA
A cura di:
Arcari Claudio
e
Sala Orietta
A.R.P.A. di Reggio Emilia
Tolomei Stefano Radames
S.P.S.A.L. Azienda USL di Parma
Veronesi Carlo
S.P.S.A.L. Azienda USL di Reggio Emilia
Aggiornamento e ristampa - ottobre 2003 - a cura di Antonella Sala , Gilberto Poma e Lorena Bedogni
Gruppo Cancerogeni SPSAL REGGIO E.
36
Istruzioni operative su quando, dove, come aspirare
durante operazioni di saldatura :
Caratteristiche impiantistiche per aspirare i fumi di saldature :
- a banco su pezzi piccoli
- su grandi pezzi , non a banco ma in aree dedicate
- su grandi pezzi non collocabili in aree dedicate
- all’esterno
- in spazi confinati, …
Come governare il
-- ricircolo e il reintegro dell’aria , le emissioni in atmosfera, uso DPI……
Come governare il ricambio generale dell’aria
37
VIETATO L’IMPIEGO DI ASPIRATORI A RICIRCOLO
PER SALDATURE INOX
38
Idem per la galvanica:
IMPIANTI DI DEPURAZIONE NEL COMPARTO GALVANICHE
Scheda tecnica n^ 6 , 1996
Arcari C.
Colla E.
Tolomei S.
Veronesi C.
39
ALTRI ASPETTI MOLTO IMPORTANTI SU CUI ABBIAMO LAVORATO:
- SORVEGLIANZA SANITARIA / MONITORAGGIO BIOLOGICO degli esposti
- FORMAZIONE ED EDUCAZIONE SANITARIA DEI LAVORATORI
40
PIANO
BENZENE
(DISTRIBUTORI DI BENZINA)
 RICOGNIZIONE PROBLEMI / ISPEZIONI
-aspirazioni; - manutenzione; - valutazione; - controllo sanitario; - formazione
 INFORMAZIONE SU MISURE DI PREVENZIONE
-Controllo funz. Impianti aspir. ; - peridicità manutenzione ; - procedure
adeguate in caso di avaria ; - controllo sanitario e monit. Biolog.
 ISPEZIONI / VERIFICHE
Oggi : maggiore consapevolezza dei soggetti interessati ---- ma anche
trasformazione impianti / automatismo / riduz. dei sogg. professionalmente
esposti , ma ……
E i clienti?
41
42
43
44
45
AMIANTO :
dal 1994 in poi
mappatura degli insediamenti a rischio e controllo della corretta gestione
della rimozione dell’A. dalle strutture che lo contengono,
Indicazioni di prevenzione per ditte dedicate alla rimozione : DM 6.9.’94,
Verifiche delle condizioni di esposizione nei processi di demolizione
46
RIMOZIONE DI LASTRE DI CEMENTO
AMIANTO DA COPERTURE DI EDIFICI
STUDIO DELLE ESPOSIZIONI
LAVORATIVE E VALUTAZIONE DEL
RISPETTO DEL VALORE LIMITE
Gennaio 2008
Dipartimenti di Sanità Pubblica
Azienda unità sanitaria locale di piacenza
Azienda unità sanitaria locale di reggio emilia
Arpa , sezione di reggio emilia laboratorio amianto polveri e fibre
Ente Scuola Edile di Piacenza Comitato Paritetico Territoriale
47
Tabella 2: Risultati dell’applicazione del Criterio statistico della Norma UNI EN 689/97
ai dati di esposizione personale giornaliera (Cesp,g) sul totale e per ogni cantiere indagato
Sigla
cantiere
(n° Cesp,g)
Media
Aritmeti
ca [ff/l]
Intervallo
confidenza
della
Media
Aritmetica
[ff/l]
GSD
Situazione
individuata
da Norma
689/97
Probabilità
superame
nto Pn [%]
Intervallo
confidenza
di Pn
[%]
Totale (41)
29
(24-37)
1,86
ROSSA
1,07
(0,20-4,39)
A (3)
17
-
1,38
VERDE (*)
<0,01
(0,01-25,47)
B (7)
17
(12-38)
1,68
VERDE
0,02
(<0,01-7,15)
C (7)
29
(22-61)
1,79
ROSSA
1,00
(0,02-15,33)
D (6)
22
(15-59)
1,69
VERDE
0,09
(<0,01-14,37)
E (3)
48
-
2,48
ROSSA (*)
12,67
(0,44-67,00)
F (9)
46
(35-74)
1,56
ROSSA
2,57
(0,11-21,55)
G (3)
17
-
1,80
VERDE (*)
0,08
(<0,01-43,23)
H (3)
26
-
1,37
VERDE (*)
<0,01
(<0,01-32,52)
Nota:
Per il totale dei dati e per ognuno dei cantieri l’ipotesi di distribuzione Log-Normale è stata sempre accettata
(*) : Approccio semplificato
48
Tabella 3: Risultati dell’applicazione del test ANOVA ai 41 dati di
esposizione personale giornaliera (lim.=0.1 ff/ml) (n=41)
Differenza
significativa al
95%
Variabile
Valore di p (%)
Meteo (secco e quiete VS umido/ventoso)
1,04
Degrado
21,61
NO
Estensione
5,04
NO
Cantiere
1,46
SI
SI
49
Polveri di Legno
dal 2001 in poi :
Linee Guida di Prevenzione dalle Regioni
2001
Indagini in E.R. su liv. di esposizione e indicazioni di buone prassi di
prevenzione (indagine del gr. Reg.le Polv. di Legno);
2002
Check List regionale :
2012
50
51
52
53
L’INDAGINE HA CONFERMATO CHE SI OTTENGONO
BASSI LIVELLI DI ESPOSIZIONE DEI LAVORATORI
SE SONO PRESENTI
- ASPIRAZIONI EFFICIENTI SULLE MACCHINE DEL LEGNO
- ASPIRAZIONE GENERALE ADEGUATA
- PULIZIE PERIODICHE E BEN CONDOTTE (NON SOFFIATURA!!)
54
Fibre Ceramiche Refrattarie :
Gruppo Interregionale Fibre : approfondimenti su classificazione,
esposizione, effetti e misure di prevenzione.
Convegno Nazionale 2007 , Reggio Emilia . Materiali su Sito WEB c/o AUSL
di RE http://wwwold.ausl.re.it/GIF/FrontEnd/Home/Default.aspx ;
2007
check List reg.le
2012
55
1) REPERTORIO STORICO (referente: Patrizia Garofani)
2) LINEE GUIDA DI PREVENZIONE GENERALI E SPECIFICHE (referenti
Fulvio Cavariani e Fulvio Ferri)
3) BANCA DATI PRODOTTI ( referente Patrizia Ferdenzi)
4) LEGISLAZIONE ED ETICHETTATURA. (referente Paola Di Prospero)
5) PROCEDURE ANALITICHE (referente Tiziana Bacci)
6) EFFETTI SANITARI (referente Fulvio Ferri)
7) INDAGINI SULL’ATTUALE ESPOSIZIONE A MMVF , SCHEDE DI
PREVENZIONE, (referente Claudio Arcari) confronto tra due diverse
metodiche analitiche (MOCF e SEM)
8) EFFETTI TOSSICI E MUTAGENI IN VITRO DELLE FIBRE
POLICRISTALLINE (FPC) (referente Annamaria Colacci)
56
Silice
(cancerogeno non classificato)
A liv. nazionale : Network Italiano Silice NIS :
:
dal 2000
In Regione E.R; approfondita analisi reg.le su livelli esposizione
Indagini in ceramica – edilizia – lapidei – fonderie – gallerie
2004 – 2005.
Analisi applicazione Buone Prassi di Prevenzione
2010 - 2012
57
Applicazione accordo NEPSI :
Industria Ceramica (piastrelle e Artistica): ACCORDO TECNICO di buone prassi
Fonderie: ACCORDO TECNICO con di buone prassi
Edilizia: Indagini su livelli di inquinamento per lavorazioni, o per attrezzi utilizzati
(aspirati o meno) , indicazioni di prevenzione con Scuola Edile di Piacenza .
Lapidei: L.G. Buone prassi
Gallerie : LG Buone Prassi
58
Approccio pragmatico : piu’ si riduce il rischio di silicosi (essendo
impossibile, salvo eccezioni la sostituzione) piu’ si riduce il rischio
cancro: se si sta sotto i 25 µg/m3 di esposizione il rischio silicosi (e di
cancro ) e’ molto contenuto.
Monitoraggio Silice Italia (in Emilia Romagna e altre
regioni): 1^ e 2^ livello di approfondimento applicazione
normativa e buone prassi con relazioni conclusive su
stato di applicazione
59
1 - E’ stato analizzato nel DVR il rischio “Agenti chimici” in riferimento all’esposizione a SLC?
2 - Sono state effettuate le misurazioni dell’esposizione a SLC?
3 - Nel DVR sono identificate le misure di prevenzione e protezione e gli APVR in merito alla
riduzione dei livelli di esposizione a polveri silicotigene, ovvero sono identificabili al sopralluogo ?
4 - Sono identificate, nel DVR, eventuali procedure relative alla limitazione dell’esposizione a
polveri silicotigene?
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
% risposte negative
100
Non conformità
90
80
70
1.1
60
1.2
50
1.3
40
1.4
30
20
10
Conformità
0
ceramica
lapidei
fonderie
Settore
frantoi
scavo gallerie
edilizia
60
3.1 Sono stati individuati i lavoratori esposti a silice libera cristallina e/o le mansioni / lavorazioni a rischio ?
3.2 Esiste un protocollo di sorveglianza sanitaria contenente esplicito riferimento alla SLC?
3.3 Tale protocollo prevede l'esecuzione di esami radiologici secondo gli standard e i criteri ILO - BIT ?
3.4 Esiste una relazione sanitaria contenente i risultati degli accertamenti sanitari relativi all’esposizione a SLC
LA SORVEGLIANZA SANITARIA
% risposte negative
Non conformità
100
90
80
70
3.1
60
3.2
50
3.3
40
3.4
30
20
10
Conformità
0
ceramica
fonderie
lapidei
scavo gallerie
edilizia
frantoi
Settore
61
MONITORAGGIO SILICE ITALIA - EMILIA ROMAGNA
GRUPPO ESP
SIZIONE SILICE
emilia romagna
RICOGNIZIONE DEI PROVVEDIMENTI E DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAL
RISCHIO SILICE NELL’INDUSTRIA DI PIASTRELLE IN CERAMICA DELLE PROVINCE DI REGGIO
EMILIA E MODENA
BOLOGNA, Settembre 2012
A cura di :
Walter Gaiani
Massimo Magnani
Claudio Arcari
Fulvio Ferri
SPSAL, AUSL di MO
SPSAL, AUSL di RE
Coordinatori del Progetto :
SPSAL, AUSL di PC
SPSAL, AUSL di RE
62
IN SINTESI :
Le misure di prevenzione risultate più carenti e che, vista anche la loro
importanza, meritano un intervento strutturato sull’intero comparto sono :
2 - Supervisione e Gestione: Pressoché ignorata è l’implementazione di
un sistema di gestione della sicurezza (presente solo nell’8% dei casi),
mentre ancora minoritaria la verifica dei sistemi di aspirazione /
abbattimento delle polveri (46%)
4- Sistemi di aspirazione localizzata : solo in un terzo c.a. dei casi sono
stati effettuati controlli sui sistemi di aspirazione localizzata (62% mancato
accertamento tecnico, 68% mancata verifica delle portate)
6 - APVR: Risulta ancora carente l’addestramento al loro impiego nel 58%.
10 - Caduta dell’atomizzato dall’atomizzatore: la zona di caduta non è
protetta con schermature nel 81%) dei casi. Esiste un’obiettiva difficoltà
tecnica nell’adottare adeguate soluzioni che va affrontata analizzando e
sperimentando anche soluzioni tecniche alternative.
14 - Le cappe aspiranti sono inadeguate per conformazione nel 56% dei
casi e per velocità di captazione nel 44%. Va considerato quindi come
elemento critico da emendare, anche se la loro presenza è stata rilevata su
tutte le postazioni (……………)
63
64
…. Il processo di attenta verifica delle
condizioni di lavoro , continua……
Quanto piu’ sarà partecipato e condiviso
dai lavoratori e dai datori di lavoro e
non basato SOLO sui “poteri di
vigilanza” dell’organismo di controllo ,
tanto piu’ si potrà sperare in duraturi,
positivi miglioramenti delle condizioni
di lavoro.
65
Grazie per l’attenzione.
Per info:
[email protected]
66
Tree shrews = TUPAIE
67
68
I radicali liberi dell’ossigeno, definiti ROS (specie reattive dell’ossigeno)
sono molecole che presentano un elettrone spaiato nell’orbitale più esterno,
che conferisce loro una marcata instabilità e, conseguentemente, un’elevata
reattività con le altre molecole finalizzata al raggiungimento di un livello
maggiore di stabilità mediante l’acquisizione di un elettrone;
a loro volta, le molecole che reagiscono con i radicali liberi diventano
instabili e ricercano un elettrone, innescando un meccanismo a “catena” .
Tale serie di reazioni può durare da frazioni di secondo ad alcune ore e può
essere ridimensionata o arrestata solo dalla presenza degli antiossidanti.
La formazione di radicali liberi è da considerarsi un processo fisiologico e un
organismo sano è adeguatamente attrezzato per contrastarli mediante un
sistema anti-radicali endogeno.
Le specie reattive dell’ossigeno sono suddivisibili in due categorie principali:
i radicali liberi, come il superossido (O2•-) e il radicale ossidrilico (OH.·), e
molecole non radicali, come il perossido d’idrogeno (H2O2)
69
Le maggiori vie di bioconversione delle Aflatossine a liv. epatico
(da Yiannikouris e Jouany, 2002)
Tossina
Ossidazione
Riduzione
P450
AFB1
Epossido
AFM1
AFP1
AFQ1
Aflatossicolo
Coniugazione
Glucuronide
GSH
AFM1
AFP1
AFQ1
Epossido
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Le possibili cause di una eccessiva produzione
di radicali liberi sono molte:
. qualsiasi
causa di stress sistemico
(eccessiva secrezione di glucocorticoidi), o locale
. condizioni di flogosi persistente (con proliferazione di cellule
immunocompetenti e sprtt ad attività fagocitaria )
. Radiazioni
ionizzanti (cosmici, di origine sanitaria)
. Farmaci
Fumo di sigaretta, ……,
. Vari agenti chimici e sprtt metalli ,
specie se veicolati da particolati ultrafini.
71
Normalmente, nell’organismo, c’è equilibrio nel
bilancio di produzione dei radicali liberi
grazie a
sistemi scavenger (spazzini dei radicali) =
specifici
enzimi
(superossido-dismutasi,
catalasi, glutatione-perossidasi) .
72
…. EPPURE …..
Le Aflatossine si assorbono benissimo anche per
via respiratoria (non solo per via digerente!) :
L’ assorbimento per via respiratoria, anzi, e’ piu’ rapido che
per via digerente: infatti
-il 2% della Q. di AFB1 instillata in trachea si trova legata al DNA delle cellule epatiche dopo 30’
- i polmoni sono (solo) il secondo organo in ordine di importanza, dopo il fegato, ad accumulare AFB1
dopo instillazione endotracheale
-Il livello massimo nel sangue di AFB1 si riscontra dopo 1 ora quando e’ instillata per via
intratracheale e dopo 3 ore per somministrazione per via orale
- l’emivita plasmatica dell’AFB1 e’ di 87,5 ore dopo una somministrazione per via endotracheale e di
91,8 ore dopo una sommin. X OS.
Il M.C. deve sapere che, concretamente, le aflatossine
SONO cancerogeni professionali (ICOH)
73
Claudio Arcari
Anna Bosi
Capanni Sauro
Magnani Massimo
Mazzari Mariacristina
Olmi Milva
Ausl
Ausl
Ausl
Ausl
Ausl
Ausl
Piacenza (Responsabile Progetto )
Piacenza
Reggio Emilia
Reggio Emilia
Piacenza
Reggio Emilia
Passera Giorgio
Pecchini Giovanni
Pompini Alessandra
Sala Orietta
Ausl Piacenza
ARPA Reggio Emilia
Ausl Piacenza
ARPA Reggio Emilia
74
75
76
77
Tab. 2
Schede per lavorazione
LAVORAZIONI/COMPARTI
N. Aziende
%
Ceramica
28
25
Edilizia
30
27
6
5
Fonderie
21
20
Lavorazione lapidei
19
17
7
6
111
100%
Scavo gallerie
Frantoi ghiaia
Totale
78
79
80
Fly UP