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slides della parte istituzionale - Dipartimento di Filologia Classica e
STORIA DELLA LINGUA
GRECA
Laurea Triennale
a.a. 2010-2011
C. Neri
[email protected]
1
Platone, Fedro 274c-275b
• maestri e δοξόσοφοι
• conoscere dall’interno o dall’esterno: sapienza e
apparenza
• l’ombra di Theuth e la necessità della scrittura
• un incontro di persone, nella nuova università
2
Gli obiettivi del corso
• storia (antica) della lingua greca
(21.2-13.4)
• leggere un testo integrale e fare lezione
(il IX libro delle Storie di Erodoto: 18.4-23.5)
• studiare e fare ricerca insieme
(l’Olimpica 1 di Pindaro:
seminario aggiuntivo in orario da destinarsi;
lunedì dalle 15 alle 16?)
3
I metodi del corso
• lezioni, Referate, seminari
• scalette e dispense online
(www.classics.unibo.it/)
([email protected])
• la verifica finale
(23.5)
4
Che cosa scegliere...
O. Hoffmann-A. Debrunner-A. Scherer, Storia
della lingua greca, trad. it. Napoli,
Macchiaroli, 1969.
A. Meillet, Lineamenti di storia della lingua
greca, trad. it. Torino, Einaudi, 19812.
L.R. Palmer, The Greek Language, London,
Faber, 1980.
Per lo studio dei dialetti greci, Y. Duhoux, Introduzione alla
dialettologia greca antica, trad. it. Bari, Levante, 1986;
L. Bottin, Testi greci dialettali, Padova, Imprimitur, 2000.
5
Essenza e funzioni di una lingua
• un pericolo
• uno strumento di comunicazione
• un istituto sociale
• un sistema logico-matematico
• una costruzione in evoluzione
• un mondo parallelo
• un’intersezione tra diacronia e sincronia
6
Una lingua ‘stagionata’: la lunga
storia del greco
• l’età storica e le fasi
• la scrittura e l’alfabeto
• l’età preistorica: la comparatistica
7
L’età storica e le fasi del greco
a) Il periodo antico: dai primi documenti al 394
d.C. (la divisione dell’impero romano)
- fase dialettale: fino alla morte di Alessandro
Magno (13 giugno 323 a.C.)
- fase ellenistica e romana: lo sviluppo della
κοινv
b) Il periodo bizantino: dal 394 al 29 maggio
1453 (la conquista di Costantinopoli)
c) Il periodo moderno: dal 1453 a oggi
8
La scrittura
M
a
v
V
S
m
s
D
9
Ideogrammi e logogrammi
5
10
Dagli ideogrammi alle sillabe
sumero ti = ‘vita’, ‘freccia’
sumero ki = ‘terra’
11
Dalle sillabe all’alfabeto
• ka, ke, ki, ko, ku
• kx
• kx, a, e, i, o, u
• k + a, e, i, o, u
12
La formazione dell’alfabeto
Le ‘matres lectionis’: ’aleph ()), yod (y), waw (w)
Le vocali e l’aspirata: )>Α, y>Ι, w>Υ (e ), h>Ε, (>Ο, x>Η
Le sonanti: l>Λ, m>Μ, n>Ν, r>Ρ
Le occlusive: b>Β,
d>Δ, g>Γ, p>Π, t>Τ, k>Κ, q>, +>Θ
Le sibilanti: c, s # > Σ (Ξ),
z>Ζ
Il primo risultato: Α Β Γ Δ Ε  Ζ Η Θ Ι Κ Λ Μ Ν Ο Π  Ρ Σ Τ Υ
13
Il perfezionamento dell’alfabeto
a) ΠH > Φ
ΚΗ/Η > X
b) L’alfabeto orientale
ΠΣ > Ψ
ΚΣ/Σ > Ξ
(Φ = ph, Χ = kh, Ψ = ps, Ξ = ks)
L’alfabeto occidentale
(Φ = ph, Χ = ks, Ψ = kh, ΦΣ = ps)
L’alfabeto meridionale
(Mutteralphabet inalterato)
c) La psilosi e l’economia: Η = e aperto (≠ Ē), Ω = o aperto (≠
Ō)
d) Il decreto ateniese Archino/Euclide (403/402 a.C.):
ΑΒΓΔΕΖΗΘΙΚΛΜΝΞΟΠΡΣΤΥΦΧΨΩ
14
I molti alfabeti greci
http://poinikastas.csad.ox.ac.uk/
15
Il problema della pronuncia
• La varietas nello spazio e nel tempo: tra scienza e scuola.
• I dotti bizantini, Aldo Manuzio, Giovanni Lascaris (XVI sec.).
• La querelle tra Johannes Reuchlin (1455-1522) ed Erasmo da Rotterdam
(Geert Geerts, 1466-1536).
• La pronuncia reuchliniana: 
,,,,= |i|; = |e|; 
= |u|; ,= |av|, |ev| (ante cons. sonora) |af|, |ef| (ante cons. sorda);
,,= |v|, |ğ|, |đ|; ,,
= |f|, |cħ|, |t’|; = |s| (sorda); =
|s| (sonora); ,,= |mb|, |nd|, |ng|.
• La pronuncia erasmiana: Cratin. Dion. fr. 45 K.-A. oJd’
jlivqio~w{sperprovbatonb`b`
levgwnbadivzei
• Documenti e metodi per la ricostruzione: le testimonianze coeve (e il
margine di errore), le trascrizioni in altre lingue (philosophia), oscillazioni
(crousivw/crusivon) ed errori (ejpoivsn,
uJpaivr,
cairai,
e[steusa),
grafie
ipercaratterizzanti (Qalhuvbio~), paralleli moderni 16 (lac.
ajnevske, krisá [kriqav], séri [qevro~]).
L’evoluzione dei suoni
• ion. mvter, calc. lvuqo~, panf.
a[llu, att. qeiov~, beot. qiov~
• k;,
Pivqarco~
(ma
paravdeiso~ < ir. pardez, lat. hypotenusa),
Croesus, beot. ukiva, ind. tavuras (gr.
tau`ro~), gr. mod. avlí (gr. aujlv)
• cret. uevrgwn
• ajdeufiovn,
maivture~,
Nivka(n)dro~,
a{l~,
o{ssti~,
u[sdo~
(o[zo~),
pevfuka, lat. purpura (gr. porfuvra)
17
ma lac. ajnevske, panf. fivkati
Dalla storia alla preistoria:
la comparatistica
• La continuità linguistica tra conservazione e
innovazione (una lingua è continuo movimento).
• Concordanze sistematiche tra le forme di diverse fasi
storiche di una lingua e corrispondenze regolari tra le
particolarità delle diverse parlate derivate da una
preesistente unità linguistica.
• I cambiamenti, le regole determinate, la ‘simmetria del
cambiamento’.
• Le parlate indoeuropee: consonanze fonetiche,
morfologiche (la flessione) e lessicali, differenze nella
flessione verbale e pronominale e nel lessico; i dialetti
18
‘interni’ all’indoeuropeo.
L’indoeuropeo:
una lingua o un insieme di dialetti?
• Ogni lingua comune presuppone un’unità
politica e culturale, anche se può sopravvivere
al dissolversi di un’unità nazionale.
• Ogni lingua comune risulta dall’estendersi di
una lingua predominante oltre i suoi confini (il
diffondersi di una lingua è sempre il
diffondersi di un tipo di cultura).
• Ogni lingua comune che diventa ‘imperiale’
tende nuovamente a differenziarsi in molte
varietà dialettali.
19
L’indoeuropeo:
una lingua o un insieme di dialetti?
• Le concordanze sistematiche e le differenziazioni
antiche.
• La non coscienza dell’unità originaria.
• La geografia: le progressive invasioni da nord a sud
e da est a ovest, e la vaghissima localizzazione tra
l’odierna Polonia e il Tibet.
• La cronologia: l’indoeuropeo del terzo millennio (i
metalli, l’agricoltura) e l’affacciarsi delle singole
parlate tra il XVII-XVI sec. a.C. e il XVI-XVII sec.
d.C.
20
Tassonomia dell’indoeuropeo
A. Gruppo orientale
sanscrito o antico indiano
[ai.]
antico persiano (iranico e avestico)
[ap.: iran. e av.]
tocario (orientale e occidentale)
[toc.]
ittito e luvio
[itt.]
armeno
[arm.]
tracio e frigio
[trac., frig.]
macedone
[mac.]
illirico-albanese
[alb.]
baltico (lituano, lettone, antico prussiano) [balt.: lit. lett., apruss.]
slavo (russo, polacco, ceco, serbo-croato, [sl.: rus., pol., cec., serb.-cr.,
sloveno, bulgaro)
slov., bulg.]
21
Tassonomia dell’indoeuropeo
A. Gruppo occidentale
italico (ligure, veneto, osco-umbro, latino)
[it.: lig., ven., osc., lat.]
germanico (svedese, norvegese, islandese, danese, gotico-tedesco)
[germ.: sved., norv., isl., dan., got. (a)ted.]
celtico (gallico, gaelico, gallese, cambrico, bretone, cornovagliese)
[celt.: gall., gael., gs., cambr., bret., corn.]
Lingue non indoeuropee: iberico, basco, etrusco, finnico, estone,
ungherese, turco
22
La posizione del greco
• In linguistica, come in filologia, conta la
concordanza in innovazione (= errore in filologia)
per stabilire le parentele.
• Lingue occidentali e orientali, lingue satem e
centum.
• Poca rilevanza delle concordanze del greco con il
latino e con l’osco-umbro (che fanno gruppo,
invece, con celtico e germanico), concordanze con il
gruppo orientale, in particolare con l’armeno.
• La ‘solitudine’ del greco (la mancanza di una lingua
comune indoeuropea che gli sia ‘gemella’).
23
Una cartina indoeuropea?
[ugro-finnico]
celtico germanico
italico
Balcani
baltico
slavo
Russia
indo-iranico
meridionale
steppe
tocario
ittito
armeno
albanese
macedone
greco
tracio frigio
Mar Nero
anatolico
Asia Minore
corsivo = lingue satem
24
tondo = lingue centum
Greco originario o gruppo di dialetti
greci?
• Le differenze dialettali sono tarde, tranne -μεν/-μες,
τότε/τότα/τόκα, εij/αij, a[ν/κε (che potrebbero
essere residui di una differenziazione originaria dopo un
periodo di livellamento). Le divergenze tra A. Meillet e
A. Scherer.
• La mancanza di una documentazione storica delle fasi
di passaggio e delle ‘innovazioni’.
• Il greco lingua di conquista: imperializzazione e
trasformazioni interne.
• Il processo ‘a fisarmonica’: la costruzione di nuove
lingue comuni ‘interne’ al greco.
25
I dialetti o un greco comune?
A. FENOMENI DI CONSERVAZIONE
• le opposizioni vocaliche a, e, o (con armeno e italoceltico, e contro indoiranico e germanico)
• il significato ‘tonico’ e semantico (non intensivo né
metrico) dell’accento (come in lituano, in serbo, in
giapponese, in alcuni dialetti africani)
• il ritmo quantitativo (sillabe brevi e sillabe lunghe)
B. INNOVAZIONI INDOEUROPEE
• le vocali protetiche davanti alle sonanti, a  e ai
gruppi consonantici
26
I dialetti o un greco comune?
•
•
•
•
C. INNOVAZIONI ELLENICHE
il sistema consonantico
il suono s, semivocali e sonanti (y, u/w,
|l|, |r|, |m|, |n|: la generale tendenza
all’assordimento e alla semplificazione)
il sistema vocalico e i dittonghi (progressivamente
scomparsi, prima nel beotico, poi nel greco dell’età
volgare e nel greco moderno, ma conservati in gran
parte nel lituano)
la caduta delle consonanti finali e l’uniformazione
delle finali in vocale, dittongo o n, r, ~, le
leggi dell’accento (‘eccezioni’: fmi,
27
eijmi,
labev,
ijdev,
Je suis le Ténébreux, - le Veuf, - l'Inconsolé,
Gall, amant de la reine, à la Tour Magne à Nîmes :
Ma seule Étoile est morte, - et mon luth constellé
Galamment, de l'arène, alla - tour magnanime -
Dans la nuit du Tombeau. Toi qui m'as consolé,
Voici le Pausilippe et la mer d'Italie,
La fleur qui plaisait tant à mon coeur désolé...
Vois si le Pô s'y lie ? Paix : l'âme erre, dit Thalie.
Suis-je Amour ou Phoebus ?... Lusignan ou Biron ?
Ma lippe est rouge encor d'un hommage de Reine
(Mali, Pérou... j'encorde un homme. Ah ! jeu de rênes...)
Et j'ai deux fois vainqueur traversé l'Achéron,
Égrenant tour à tour à la lyre d'Orphée :
Aigre Nantes... Hourrah, Tours ! Hallali... Re-dors, fée !
28
Gérard de Jet-rare
Le général Joffrin nous dit: A Toul, ai perdu mon
dentier.
En général j'offre un outil à tous les pères du monde
entier.
Viens dans mon sein doux pour y goûter la vie
d'ange.
Viens dans mon saindoux pourri, goûter la vidange.
Les jeux de mots laids sont pour les gens bêtes,
Les jeux de mollets sont pour les jambettes.
À Lesbos, à Tyr, l'évangile est appris.
Ah ! Laisse, beau satyre, l'Ève en gilet t'a pris.
29
Il sistema fonetico
• La tenuta dei sistemi vocalico (a, e, o, più le
semivocali i ed u) e consonantico (l’assenza di suoni
come it. ci, e sl. car, zar, lat. cinerem / it. cenere / fr.
cendre), l’opposizione solo binaria delle quantità
( e -).
• Le cadute intervocaliche di |y|, |w| e |s| e gli incontri
vocalici (N.B.: le contrazioni costituiscono una fase
successiva al greco comune).
• L’indebolimento di -s- e la progressiva
spirantizzazione delle occlusive dolci e aspirate (s > h,
b > v, etc.).
30
Elogio di una rosa
Rosa della grammatica latina
che forse odori ancor nel mio pensiero
tu sei come l’immagine del vero
alterata dal vetro che s’incrina.
Fosti la prima tu che al mio furtivo
tempo insegnasti la tua lingua morta
e mi fioristi gracile e contorta
per un dativo od un accusativo.
Eri un principio tu: ma che ti valse
lungo il cammino il tuo mesto richiamo?
Or ti rivedo e ti ricordo e t’amo
perché hai la grazia delle cose false.
31
Anche un fior falso odora, anche il bel fiore
di seta o cera o di carta velina,
rosa della grammatica latina:
odora d’ombra, di fede, d’amore.
Tu sei più vecchia e sei più falsa, e odori
d’adolescenza e sembri viva e fresca,
tanto che dotta e quasi pedantesca
sai perché t’amo e non mi sprezzi o fori.
Passaron gli anni: un tempo di mia vita.
Avvizzirono i fior del mio giardino.
Ma tu, sempre fedele al tuo latino,
tu sola, o rosa, non sei più sfiorita.
32
Nel libro la tua pagina è strappata,
strappato il libro e chiusa la mia scuola,
ma tu rivivi nella mia parola
come nel giorno in cui t’ho “declinata”.
E vedo e ascolto: il precettore in posa,
la vecchia Europa appesa alla parete
e la mia stessa voce che ripete
sul desiderio di non so che cosa:
Rosa, la rosa
Rosae, della rosa…
33
Il sistema morfologico
• La conservazione del sistema flessivo:
temi e desinenze
• Le funzioni: numero, persona, maschile/
femminile/neutro, casi.
• La semplificazione progressiva
• Il crollo del sistema indoeuropeo delle
radici semantiche.
34
Il sistema morfologico
A. IL SISTEMA VERBALE
• Verbi radicali e verbi denominativi (-av, ev,
-ov,
-av, -iv, -uv, -uv,
-iv, -, -

 < ie. *-yo), la
coniugazione regolare (il paradigma), la progressiva crisi del
perfetto, nomi radicali (zugovn) e nomi derivati
(zeu`gma).
• L’estensione (massima) del participio e dell’infinito (privo
però di flessione prima dell’articolo), la limitazione
dell’aggettivo verbale e delle forme perifrastiche (che invece
abbondano in latino).
• L’opposizione aspettuale presente/aoristo/perfetto, modale
35
indicativo/congiuntivo/ottativo (mantenuta solo dal vedico
e
Il sistema morfologico
B. IL SISTEMA NOMINALE
• La conservazione delle alternanze vocaliche e della
caratterizzazione accentuativa dei casi nel sistema
nominale.
• La semplificazione dei casi da 8 a 5 (l’eliminazione dei
casi a valore concreto).
• La semplificazione della declinazione dei dimostrativi.
• L’opposizione tra animato e inanimato, il neutro
plurale (con l’accordo del verbo al singolare, come solo
nelle Gatha dell’Avesta), la progressiva
scomparsa del duale (salvo che nell’attico).
• La varietà formale e l’unificazione della koinv
36
(ma non ai livelli di monotonia del turco o del finnico).
Il sistema sintattico
• La libertà dell’ordo verborum, che è così funzionale
all’espressività e non alla grammatica.
• Le piccole parole accessorie (al II posto della frase) e
gli stacchi espressivi.
• L’articolo e la sua funzione ‘associativa’.
• Una lingua ‘intellettuale’: l’eliminazione degli
elementi affettivi e concreti (nel verbo, i desiderativi,
gli iterativi, i causativi, gli intensivi; nel nome, gli
strumentali, i locativi, gli ablativi)
• L’esempio della comparazione (intensivi e distintivi
diventano parimenti comparativi).
37
Gli oiv e il Mediterraneo
• Le ‘innovazioni elleniche’ (fonetiche e grammaticali)
e il tasso di ‘indoeuropeo’ nel lessico greco.
• Vestigia linguistiche ‘mediterranee’: l’‘etrusco’ di
Lemno, eteocretesi ed eteocipri, i minoici.
• Lingue e grafie sconosciute: un problema di metodo
(l’impossibilità di comprendere una lingua, la cui
tradizione si sia interrotta, senza traduzioni in altra
lingua conosciuta o senza forti somiglianze con altra
lingua conosciuta; la decifrabilità di una lingua
conosciuta ‘nascosta’ sotto una grafia ignota).
• Nomi propri (antroponimi, toponimi, teonimi: la
cautela necessaria di fronte a questo materiale,
38
variabile e ‘insensato’) e dati archeologici.
Migrazioni e invasioni
• Gli Ittiti e i Luvi dal 2000 al 1200: strutture
indoeuropee, lessico ‘nuovo’ (rapporti con gli
Ahhijawâ).
• Gli Arya (l’iscrizione cappadoce del XIV sec. con
divinità indoiraniche: Indra, Nasatya, Mitra,
Varuna) e il regno di Mada (M`doi) tra
XIV e XIII sec. a.C.
• Illiri, Macedoni, Traci, Frigi dalla parte settentrionale
della penisola balcanica (XIII sec. ca.).
• Le altre popolazioni anatoliche: Lici (estese
iscrizioni funebri), Lidi, Cari. Le popolazioni
39
caucasiche.
Ittiti e Luvii
40
Vicinanze ineffettive e contatti tardi
• Popolazioni semitiche: gli Assiri-Babilonesi (l’accadico e i caratteri cuneiformi); i Fenici, il passaggio dal
sillabario all’alfabeto e i termes de civilisation
(kavdo~,
savkko~,
crusov~,
citwvn,
mna`,
muvrra) forse derivati da un sostrato comune.
• L’Egitto (XIII sec. Akaiwuši) e le popolazioni
nordafricane (libico, dialetti berberi).
• La regione adriatica: l’albanese (dal XV sec. d.C.;
prestiti latini, greci, slavi, italiani) e l’italico.
• La regione iberica (iberico, basco, catalano, sardo) e
41
le lingue celtiche.
Le lingue viciniori
• Gli Illiri: iscrizioni nordoccidentali e doriche.
• I Macedoni: la mancanza di documenti (glosse, nessuna iscrizione); il mutamento delle aspirate in sonore;
le forti affinità con il greco: dialetto greco aberrante o
lingua ie. ‘gemella’ del greco?
• I Traci dai Carpazi all’Asia Minore (1200 a.C. ca.):
la lingua oscura (toponimi e antroponimi); il culto
delle Muse (dalla Pieria a Tespie e sull’Elicone) e di
Dioniso.
• I Frigi dalla penisola balcanica all’Asia Minore: i
rapporti più stretti con baltoslavo, greco, armeno,
indoiranico che non con il tracio; gli influssi ‘tardi’
del
42
greco imperiale sul ‘neofrigio’.
Ittiti-Luvi-Lici
*ghesr-, “mano”
kesar (ittito antico)
kesera (ittito classico)
kisari, kisri, yesar(i) (luvio antico)
isari (luvio cuneiforme)
istri (luvio geroglifico)
izri (licio)
43
Lo strato ‘egeo-anatolico’
• Pelasgi (dalla Tessaglia a Creta: indoeuropei pregreci per V. Georgiev, A.J. van Windekens), Lelegi
(dalla Grecia centrale all’Asia Minore), Cari.
• Le
popolazioni
anatoliche
(l’anatolico
di
P. Kretschmer, Einleitung in die Geschichte der
griechischen Sprache, Göttingen 1896) e il rapporto
con il ceppo ittito-luvio e con le lingue caucasiche.
• Toponimi ‘anatolici’; antroponimi e teonimi.
• Case e ambienti, utensili e suppellettili, piante,
animali, metalli, armi, mare, danza, sovranità.
44
Indoeuropei e mediterranei
• La laicizzazione delle forze divine (gli astratti
u{dwr e pu`r, la sostituzione di nomi divini
come uox e lux con nomina actionis come
fuv-si~) e l’umanizzazione degli dèi
(Zeu;~ u{ei > Zeuv~ eschileo).
• La soppressione dei tabù (es. il nome dell’orso e del
cervo).
• La riduzione delle forme affettive ed espressive (la
lingua dei bambini).
• Fonetica greca e fonetica egea: l’abbandono delle
sonore aspirate (così a Cipro, nelle lingue caucasiche e
in armeno, nelle lingue semitiche, in etrusco,
in
45
I primi documenti alfabetici
1. CEG 432 (740-725 a.C.)
ho;~nu`nojrcesto`n
pavntonajtalovtata
paivzei,
to`tovdekl.min(sic) vacat
|| to`tonejkluvmenvel tou`
tovdekamomevnoutemptt. edd. : «post
to`tovdeappellationem vasis neutri generis
expectaveris», Hansen
2. CEG 454 (735-720 a.C.)
Nevstorov~
:
e[ijm]j
eu[pot[on] : potevrion. |
46
:
Michael Ventris (12.7.1922-6.9.1956)
47
Sir Arthur Evans
(8.7.1851-11.7.1941)
48
Heinrich Schliemann
(6.1.1822-26.12.1890)
49
Le tre Età del Bronzo in Grecia
• Età del Bronzo antico: 2800-1900 a.C.
• Età del Bronzo medio: 1900-1600 a.C.
• Età del Bronzo recente: 1600-1100 a.C.
50
Le tavolette cretesi
51
Tavolette a foglia di palma
52
Tavolette a piena pagina
53
I ‘geroglifici’
54
Il disco di Festo
55
Il lineare A
56
Il lineare B
57
Ipotesi sul rapporto tra lineare B e A
1) L’ortografia ‘reale-palaziale’ (A. Evans).
2) La stessa lingua in grafia ‘gotica’ e ‘non
gotica’ (G. Pugliese Carratelli).
3) L’adattamento di una grafia a un’altra
lingua.
• Le linee-guida e il sistema numerale.
• Il ritrovamento di lineare B in altri siti.
58
Cunei a Cipro e in Anatolia
59
Il sillabario cipriota
60
Sillabario cipriota e Lineare B
61
Pubblicazioni nel buio
• Scripta Minoa I (A. Evans, 1909)
• Le 38 tavolette trascritte e pubblicate
da Johannes Sundwall (1935).
• La morte di A. Evans (1941).
• I documenti in Lineare A (G. Pugliese
Carratelli, 1945).
• Scripta Minoa II (J. Myres,
E.L. Bennett, A. Kober, 1952).
62
Nuove scoperte
• Carl Blegen e la scoperta di Pilo (1939:
600 tavolette).
• Alan J.B. Wace e la scoperta delle
tavolette di Micene (1952: 50 tavolette).
• Le più recenti scoperte a Tebe, Orcomeno, Tirinto: la rivoluzione della cronologia (dal 1750 al 1200 a.C. ca.).
63
I siti del Lineare B
64
Lineare B oltre Creta
• Bottino dei pirati?
• Scribi minoici per signori micenei?
• Micene non greca?
• Creta greca?
65
La natura della grafia
66
Gli ideogrammi e il contesto
67
I numerali
68
La tabella
69
Speranze e fallimenti
• Tirare a indovinare o analizzare metodicamente i testi?
• Greco o non greco?
• Il basco e l’etrusco.
• Le lingue ‘inventate’.
70
Il nome di Posidone
• Axel Persson (1930):
• Asine, presso Nauplia (nordest del
Peloponneso);
• la scritta sul bordo di un’anfora;
• il confronto con il sillabario cipriota;
• po-se-i-ta-wo-no-se.
71
Il basco
• Frank G. Gordon, Through Basque to
Minoan, Oxford 1931:
• associare un segno a un oggetto;
• nominare l’oggetto a partire dalla lingua
prescelta come ‘parente’;
• “the lord walking on wings the
breathless path, the star-smiter, the
foaming gulf of waters, dogfish smiter...”.
72
Il principio acrofonico
• Melian Stawell, A Clue to the Cretan
Scripts, London 1931:
• associare un segno a un oggetto;
• nominare l’oggetto in greco assegnando
al segno il suono della sillaba iniziale del
nome greco;
• Ana, Sao; koo, thea, Re, “Sorgi, salvo!
Ascolta, dea Rea!”.
73
L’etrusco
• Michael Ventris, “American Journal of
Archaeology” 1940:
• gli Etruschi: dall’Egeo all’Italia;
• “The theory the Minoan could be
Greek is based of course upon a
deliberate disregard for historical
plausibility”.
74
Una lingua semitica
• K.D. Ktistopoulos, “Accademia di
Atene” 17.5.1948:
• l’analisi statistica;
• “Divinità suprema, della potente stella
dei troni, suprema misericordia delle
parole di consolazione, supremo datore
delle profezie, supremo bianco delle
uova...”.
75
L’ittito
• Bedřich Hrozný, Les inscriptions
crétoises. Essai de déchiffrement, Prag
1949:
• ittito, iscrizioni pre-indoeuropee della
valle dell’Indo, cipriota, egiziano, tavolette cuneiformi, fenicio;
• “Distretto di Hatahua: il palazzo ha
esaurito tutto. Il distretto di Sahurita è
un campo cattivo...”.
76
Greco e pre-greco
• Vladimir I. Georgiev, Problemi di
lingua minoica, Sofia 1953:
• la lingua pre-ellenica del mediterraneo;
• le parentele con l’ittita e con il gruppo
anatolico;
• thetáaranà make, “alla grande aquilanonna”.
77
Indici, frequenze, funzioni dei segni
• Ernst Sittig (1950):
• le liste di frequenza in lineare B e nelle
iscrizioni ciprie;
• 3 segni su 14 così identificati sono stati
poi provati giusti (11 su 32 quelli
identificati, con un sistema analogo, ma
da un confronto tra lineare B e sillabario
cipriota, da John Myres nel 1952).
78
I determinativi di A. Evans
• i segni ‘categoriali’ (come le nostre
maiuscole): CITTA’, NOMI, PIANTE;
• il determinativo della ‘sovranità’:
• il determinativo della ‘sacralità’:
79
Indizi e ragionamenti
• A. Evans, e i puledri seguiti da po-lo.
• A. E. Cowley: donne, bambini e bambine.
• Emmett L. Bennett: pesi, misure e
‘varianti’. Alice Kober e le ‘triplette’:
80
Un codice segreto
• lingua conosciuta sotto segni sconosciuti
• lingua sconosciuta sotto segni conosciuti
• lingua sconosciuta sotto segni sconosciuti
• I metodi della crittografia (la seconda
guerra mondiale e il ruolo di John
Chadwick).
• Gli ideogrammi e i segni sillabici (89?).
81
Il metodo combinatorio
• Gli ideogrammi per uomini e donne: nomi propri
e mestieri.
• Il rapporto univoco tra una sequenza e un
ideogramma e più sequenze associate allo stesso
ideogramma.
• Il questionario del 1950 (Mid-Century Report:
The Languages of the Minoan and Mycenaean
Civilization): Bennett, Bossert, Grumach, Schachermeyr, Pugliese Carratelli, Peruzzi, Georgiev,
Ktistopoulos, Sundwall, Myres (Hrozný, Kober).
82
Verso la decifrazione
• La
ricostruzione di un contesto (idionimi, corporazioni, toponimi, ragazzi e ragazze).
• Le vocali, il segno 78, gli errori ricostruibili.
• La declinazione: la costruzione di una
griglia.
83
Il segno 78
36-14-12-41
70-27-04-27
51-8004-78
11-02-70-27-04-27-78
6139-58-70-78
61-39-77-72-38-75-78
77-70
06-40-36
03-5936-28-78
{28}\38/-44-41-78
... A e B e per A e per D e E ... e Y e Z.
84
Costruzione di una griglia
85
La prima griglia
86
Evoluzione
87
Indizi significativi
• Nomi non di persona, seguiti da liste di
beni e da numerali con cifre molto alte.
• Corporazioni e toponimi
• 08-73-30-12: a-mi-ni-so
• 70-52-12: ko-no-so
• 70-42: ko-wo
70-54: ko-wa
• 05-31: to-sa (nelle formule totalizzanti)
88
La griglia vocalizzata
89
BBC-Third Programme (6.1952)
• John Chadwick:
• l’attività filologica;
• l’attività spionistica;
• le tavolette di Pilo;
• la cattedra a Cambridge.
90
La collaborazione Ventris-Chadwick
• Gli scambi epistolari e le correzioni
incrociate.
•Evidence for Greek Dialect in the
Mycenaean Archives, “JHS” LXXIII
(1953) 84-103.
• On the Threshold?, “Times” 26.6.1953
• Documents in Mycenaean Greek,
Cambridge 1956 (le tre sezioni)
91
Conferme da Pilo
La lettera di Carl Blegen (maggio 1953):
92
Conferme da Iraklion
• Chadwick e N. Platon (primavera 1955).
• La tavoletta ritrovata con teste equine.
• i-qo, o-no + po-ro.
93
Altre conferme ideografiche
94
La tavoletta dei pugnali
• Un segno, settanta sillabe? (es. ka)
• La riduzione delle possibilità.
• Il contesto e gli ideogrammi.
95
Il successo
• Il congresso di Copenhagen (agosto
1954) e quello di Gif (aprile 1956)
• I favorevoli: L.R. Palmer, E.L. Bennett,
G. Björck, A. Furumark, M.S. Ruipérez,
E. Sittig, M. Nilsson, J. Friedrich,
I. Gelb, P. Chantraine, M. Lejeune
• I contrari: N. Platon, A.S. Beattie, J.E.
Henle, E. Grumach, H. Bengtson
96
Un greco ‘di servizio’
1) Le sillabe: vocali (a, e, i, o, u, a2), dittonghi (a3/ai?), sillabe
aperte (ra-, re-, ri-), sillabe a doppia consonante (dwo-, pte-);
2) Mancanza di quantità: ko-wa, po-me, i-jo-te, pa-te, ti-ri-po;
3) Dittonghi: po-me/ko-i-no, qo-u-ko-ro, a3-ku-pi-ti-jo, de-we-ro;
4) Unica serie per le liquide (do-e-ro, ri-no) e per le occlusive
(tranne d: da-mo, te-o-jo);
5) Omissioni di: consonanti finali (pa-te, po-me), nasali e liquide
davanti a occlusiva e in fine di parola (a-to-ro-qo, a-re-ka-sa-dara), sibilanti davanti a consonante e in fine di parola (pe-mo, koi-no; tranne m: de-so-mo);
6) ripetizione delle vocali nei nessi consonantici: wa-na-ka-(ke)te, ku-su, re-po-to, ku-pe-se-ro, po-to-ri-jo [ptovlio~],97poti-ni-ja, qi-si-pe-e  wa-na-ka, po-mi-ni-jo, po-pi.
Un greco arcaico
1) mantenimento di a: da-mo, a-ta-na;
2) forme non contratte: e-ke-e, do-e-ra;
3) sviluppo di una semivocale di passaggio: i-jo (uiJov~), i-je-re-ja; ui > i: i-jo;
4) esiti delle sonanti: a-mo, pe-mo, qe-to-ro-po-pi, to-pe-za;
5) vocalismo ‘scuro’: pa-ro, a-pu;
6) j > h o z (o = o{, ze-u-ke-si), sorda + j > s (pa-sa-ro, pa-sa), sonora + j > z (peza), sj > j (gen. -oio da -osjo), ki/ke/gi/ge + vocale > z (o gutturale palatale) + vocale
(su-za, ai-za), conservazione di w (wo-no);
7) sonore aspirate > sorde (e-ke), d per l (da-pu3-ri-to-jo), conservazione delle
labiovelari (qe-to-ro-we, i-qi-ja), tranne che prima e dopo u (qo-u-ko-ro), mancato
passaggio di m a n (e-me);
8) caduta della sibilante iniziale (e-me, e-qo-te, a2-te-ro), ti/thi > si (ko-ri-si-jo),
semplificazione dei nessi con sibilante (me-no, mnov~, lat. mensis);
9) varianti (a/o [ma/mo], a2/e [fiavl/fievl], a/u [da-ma-te/du-ma-te,
davmarte~], e/i [dentale + -emi- > -imi-: a-ti-mi-te], e-pi/o-pi, o/u, u/i) e
98
lingua scritta;
Morfologia: temi in -a
sing. N. -a (do-e-ra, e-qe-ta).
G. -a (di-wi-ja), -ao (qu-qo-ta-o).
D. -a (po-ti-ni-ja, ra-wa-ge-ta).
A. -a (ki-ti-ta).
dual. N.A. -o (ko-to-no), -ae (e-qe-ta-e).
G.D. -oi (wa-na/no-so-i).
pl.
N. -a (e-qe-ta)
G. -ao (e-re-ta-o).
D. -ai (ku-na-ke-ta-i).
A. -a.
99
Morfologia: temi in -o
sing. N. -o (do-e-ro)
G. -ojo (di-wo-ni-so-jo).
D. -o (da-mo).
A. -o (ri-no).
dual. N.A. -o (pa-sa-ro).
G.D. -o.
pl.
N. -o (du-to-mo, drutovmoi), -a.
G. -o (a-ne-mo).
D. -oi.
100
A. -o (si-a2-ro, siavlons), -a (do-ra).
Morfologia: temi in consonante
sing. N. - (pa-te, ti-ri-po)
G. -o (po-me-no, poimevno~).
D. -e (po-de, a-ti-mi-te), -i.
A. -a.
dual. N.A. -e (ti-ri-po-de).
G.D. -oi.
pl.
N. -e (to-ra-ke), -a (ke-ra-a).
G. -o?
D. -si (pa-si).
101
A. -e (a-ko-so-ne), -a (tu-we-a, quvea).
Morfologia: temi in dittongo
sing. N. -eu (ka-ke-u, calkeuv~)
G. -ewo (i-je-re-wo, iJer`o~).
D. -ewe (ka-ke-wi, calk`i).
A. -ewa?
dual. N.A. -ewe (ke-ra-me-we).
G.D. ?.
pl.
N. -ewe (ka-ke-we).
G. ?.
D. -eusi (ka-ke-u-si).
A. -ewe?.
102
Morfologia: comparativi, pronomi,
numerali
• Comparativi: me-u-jo, me-wi-jo, me-zo.
• Pronomi: mi, pei (sfei`), to-jo, toto, jo/o, jo-qi (o{ti).
• Numerali: e-me, dwo, du-wo-u-pi, ti-ri-,
qe-to-ro-, we-, e-ne-wo-, de-ko-to.
103
Morfologia: verbi
pres. att. e-ke, a-ke, pe-re, di-do-si, pa-si, e-ko-si, e-e-si.
pres. med. di-do-to (divdotoi), i-je-to (i{etoi).
fut. do-se, do-so-si, a-ke-re-se (ajgrvsei?).
aor. a-pe-do-ke (ajpevdwke con aum. o ajpevkdwke), a-pu-doke, e-ra-se, wi-de, de-ka-sa-to, a-ke-re-se (a[grse?).
perf. e-pi-de-da-to (ejpidevdastoi).
imper. pres. e-e-to (ejevntwn? ei|ntai < eJevntoi?).
part. pres. att. e-o, e-ko-te, e-qo-te, o-pe-ro-sa (ojfeivlousa)
pres. med.-pass. o-ro-me-no, re-qo-me-no, ki-ti-me-na.
fut. med. ze-so-me-no.
aor. a-ke-ra-te (ajggeivlante~/ajgeivrante~).
perf. a-ra-ru-ja, de-do-me-na, ke-ke-me-na (kekeimevna).
inf. pres. att. e-ke-e, a-na-ke-e.
agg.
verb.
a-pi-ko-to
(ajmfivbato~),
104
a-na-mo-to
Morfologia: preposizioni, negazioni,
congiunzioni
• Preposizioni: a-pi, a-pu, e-ne-ka, e-pi,
ku-su, me-ta (dat.), o-pi, pa-ro, pe-da
(acc.), po-si, en-, an-, pe-ri, po-ro, pos, upa.
• Negazioni: o-u, o-u-qe.
• Congiunzioni: -qe (-te), a-u-qe, -de, o/ jo- (wJ~?).
105
Una tavoletta di Pilo
(PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer)
106
Una tavoletta di Pilo
(PY Eb 297 = 140 DMG = 95 Palmer)
i-je-re-ja e-ke-qe eu-ke-to-qe e-to-ni-jo e-ke-e
te-o ko-to-no-o-ko-de
ko-to-na-o ke-ke-me-nao o-na-ta e-ke-e
iJevreia
e[ceite
eujcevtoite etoni-on e[ceen
qeovn,
ktoinovocoi
de;
ktoinavwn kekeimenavwn
o[nata e[ceen.
«la sacerdotessa possiede e dichiara che il dio (la
107
dea) possiede l’etonion, mentre i proprietari di
Aufstieg und Niedergang dei Micenei
• L’arrivo: con Ittiti e Luvi, all’inizio del II millennio a.C.?
• Le tavolette: a un passo dalla catastrofe (to-to we-to; il 1400 a
Cnosso e il 1200-1150 altrove; l’esercito, i rematori, e il fronte
di Pleurone; l’arrivo dei Dori?).
• La sovranità: wa-na-ka, ra-wa-ge-ta, te-re-ta-i, qa-si-re-e.
• Religione: Zeus, Era, Posidone, Atena, Artemide, Dioniso,
Enialio, po-ti-ni-ja da-pu-ri-to-jo.
• I metalli, l’oro, i manufatti elaborati, le armi.
• L’allevamento, l’agricoltura, la lavorazione della lana, l’olio.
• I rapporti ‘internazionali’ (es. l’Egitto, la Fenicia)
• Il Medioevo greco dopo il crollo dei regni micenei.
108
Il paradosso dei dialetti greci
• Ogni regione, ogni città, ogni genere letterario, ogni autore
ha una varietà sua propria: il greco, con l’ittita e l’indoiranico,
è la lingua ie. attestata più anticamente, ed è quella con la
maggior varietà di parlate fin dall’inizio della sua tradizione.
• Gli apparentamenti e le cartine ‘a macchia di leopardo’.
• La storia delle stirpi e la geografia del mondo greco: il
carattere misto e diacronico delle migrazioni (ultima quella
dorica, prima – forse – quella ionico-‘achea’), le catene
montuose, le isole e i bracci di mare. La complessa
ripartizione dei dialetti rispecchia la complessa storia delle
migrazioni indoeuropee nel Mediterraneo orientale (in gran
parte sconosciuta) e la complessa storia della colonizzazione
greca (in parte conosciuta).
109
Le fonti per lo studio dei dialetti
• Le iscrizioni (pronuncia e forme grammaticali di una parlata
locale): ma le iscrizioni arcaiche sono rare, mentre sono
frequenti quelle a partire dal IV sec. (quando domina già la
koinv) e quelle in ionico-attico (che è il dialetto per cui
ce ne sarebbe meno bisogno, perché ampiamente
rappresentato a livello letterario).
• Le lingue letterarie (che non riflettono parlate locali se non in
Attica, a Lesbo e in parte a Siracusa, ma danno informazioni
sui modi di impiego dei vari mezzi di espressione; i Greci –
malgrado Omero – non hanno fissato come gli Indiani un’unica
lingua letteraria nettamente distinta dalle lingue parlate e
tuttavia non c’è nessun rispecchiamento immediato)
• Le testimonianze lessicografiche e grammaticali (a partire
110
dalla fine del IV sec. a.C.).
Il greco e i ‘greci’
• L’alfabeto (tranne a Cipro), la letteratura, la coscienza
di parlare la stessa lingua, gli dèi e gli agoni panellenici.
• Le poche differenze dialettali antiche (-men/-me~,
-men/
-menai/-nai/-en, αij/εij, a[ν/κα, κεν),
l’unificazione grafica e letteraria, la coscienza di parlare
una stessa lingua.
• Le sopravvivenze del fondo indoeuropeo, le
innovazioni della fase comune, le innovazioni
indipendenti, le innovazioni dovute a coesistenza
posteriore, i prestiti (l’esempio di eijrvn
ionico), commistioni e sovrapposizioni dialettali
111
(l’esempio dell’eolico nella ionica Chio, dell’arcadico-
I raggruppamenti dei dialetti
greci
• Il miceneo e le sue filiazioni: l’arcadico, il
cipriota e il panfilio (il problema dell’unita-rietà
del gruppo).
• Oriente e Occidente: il gruppo ionico-attico
(coesione)
e
il
gruppo
occidentale
(frammentazione).
• L’eolico e la sua natura mista: tre o quattro
gruppi. Le tesi di O. Hoffmann, W. Porzig, E.
Risch.
112
Cartina della Grecia
113
Distribuzione dei dialetti greci
114
Distribuzione dei dialetti greci
115
I quattro gruppi
116
Un gruppo misterioso
•Un gruppo non compatto, non esteso sino all’età
storica, incapace di penetrazione culturale e
linguistica.
•L’antica lingua degli Achei (II metà del II
millennio a.C.). Le colonie peloponnesiache predoriche (Λακεδαivμων, Κερuvνεια a Cipro e
in Acaia) e i relitti del grande impero acheo (sin dal
XIV sec. a.C.: Acaia, Creta, Rodi, Ftiotide, Ponto
Eussino).
• Le enclaves linguistiche: Arcadia, Cipro, Panfilia.
117
Gli Arcadi
• La grande popolazione pre-dorica
popolo di pastori.
e il
• La mancanza di una letteratura e le
iscrizioni dal V al III sec. a.C.
(mesoun,
didumoiun,
Posoida`n/Pohoida`n).
• I caratteri dell’arcadico: conservazione di
ü e aspirazione, conservazione di ns, dat.
sing. in -oi, estensione di -au ai
118
L’isola più lontana: Cipro
• L’alfabeto sillabico di Cipro e l’imperfetto
adattamento al greco (es. ta = da = qa)
di un sistema usato per un’altra lingua.
• La mancanza di una letteratura, le iscrizioni a
partire dal V/IV sec. a.C. (tranne un’iscrizione del
1050-950 ca. a.C. scoperta a Palepafo nel 1979), le
glosse.
•I
caratteri
del
ciprio:
qiov~,
evpija,
ai[lon (a[llwn),
za`~ (g`~), i[n (aujtovn),
119
presenza di semitismi.
Tra Greci e barbari: il panfilio
• Aspendo ( [spendo~) e le
colonie di Argo achea (l’Argo omerica).
• Le poche iscrizioni e glosse e il greco
‘lontanissimo’ ma imparentato con l’arcadico e con il cipriota (malgrado HoffmannDebrunner-Scherer, che da ultimo lo considerano un dialetto a parte).
• La mancanza dell’articolo.
120
Parentele antiche
• La chiusura di e e o in i e u: ijn, ij~,
ujn, ajpecovmino~, i genitivi singolari in au, il passaggio di -o~ a -u~ e di -to a -tu,
ajπov ed ejξ con il dat., πovς.
• Le parentele di conservazione dell’indoeuropeo: pedav,
ajpuv, r > or ro, m,n > o.
• Le similarità con l’eolico: l’insostenibilità di una origine comune
(malgrado la tesi degli Achei/Argivi di O. Hoffmann, De mixtis
Graecae linguae dialectis, 1888, accettata da P. Kretschmer e V.
Pisani) e la possibilità di un’antica vicinanza peloponnesiaca.
• Le similarità con lo ionico-attico: l’insostenibilità di un’origine
comune (malgrado le tesi di W. Porzig, Sprachgeographische
Untersuchungen zu den altgriechischen Dialekten, «IF»
LXI
121
[1954] 147ss., e di E. Risch, Die Gliederung der griechischen
Il dialetto più ricco
• Il dialetto più rappresentato (letteratura e
iscrizioni) e meno differenziato internamente.
• La lingua comune nella letteratura e nelle
scritture ufficiali.
• Dalla lingua comune alla lingua di
cultura.
122
L’attico e lo sviluppo di Atene
• L’unificazione dell’Attica, la mancanza di
colonie attiche.
• L’affermarsi di una lingua ‘comune’ (gli
avone~
eJlkecivtwne~ di Hom. Il.
XIII 685 e il sunoikismov~ di
q`nai)
e
la
scarsa
sopravvivenza dei patois.
123
Lo ionico, porta della Grecia
• Contatti culturali e sintesi avanzate.
• La geografia dello ionico: l’Eubea, le Cicladi (meno
Tera, Melo, Coo, Cnido e Rodi, etc.), l’Asia Minore; la
Calcidica, Italia (Cuma) e Sicilia, Massalia e Agde (non
esiste una sola città ionica sul continente greco).
• La sovrapposizione all’eolico (es. di Hdt. I 150 e della
conquista di Smirne eolica da parte dei Colofonii), la
ritirata di fronte al dorico (es. di Thuc. VI 4,6 e di Zancle
sotto Anassila); la varietas dello ionico (rotacismo a
Eretria di Eubea, la psilosi microasiatica); la lingua
‘comune’ nata dalla precoce civiltà mercantile ionica
124
(l’eliminazione dei tratti locali).
Caratteristiche ionico-attiche
• I tratti comuni allo ionico e all’attico: la chiusura di a in
 (a in ae nel periodo comune e poi in e in
parallelo) e di u in |ü|, l’abbreviamento in iato (e{w~), le
contrazioni e la precoce caduta di , il passaggio dei nomina
agentis in -tr a -t~, e{tero~
per
a{tero~ (da *sm-teros), le desinenze in -a~ e
in -e~ aggiunte agli acc. e ai nom. dei pronomi personali,
oiJ e aiJ per toiv e taiv, la 3 pers. pl. del
passato in -san e il -n efelcistico, gli avverbi di luogo in -ου
(o{), le preposizioni non apocopate, a[n per ke.
• I tratti distintivi: la pronunzia |ü| di υ ad Atene, ion. -rs- /
att. -rr-, prvssw / prvttw (Eretria) /
pravttw, psilosi / aspirazione, / gen. -ew / gen.125-ou
(polivtew/polivtou), πovλιoς / πovλεως,
Da ᾱ ad η
• *νασϝός > *ναhϝός > *νᾱϝός > *νηϝός > νηός > νεώς
• *παρᾱυσά > *παρᾱϝσά > *παρᾱϝά > * παρηϝή > *παρηή >
παρεή > παρεά/παρειά
• *νέϝᾱ > * νέϝη > νέη > νέᾱ
• *κόρϝᾱ > *κόρϝη > κόρη (ion. κούρη)
• *κόρσᾱ > *κόρση > κόρρη
• *πλήρεσ-α > *πλήρεhα > πλήρεα > πλήρη
• *συγwιjέσ-α > *hυγιέhα > *ὑγιῆ > ὑγιᾶ
• *ἐνδευσέσ-α > *ἐνδεϝέhα > *ἐνδεϝέα > ἐνδεέα > *ἐνδεῆ >
ἐνδεᾶ
•
*qwᾱλίκος
> πᾱλίκος > πηλίκος
126
Distribuzione delle stirpi: gli Eoli
127
L’eolico: i tre gruppi
1) La costa settentrionale dell’Asia Minore da Smirne alle colonie
ioniche dell’Ellesponto (la lotta tra Eoli e Ioni d’Asia, a partire dal IX
sec. a.C.: l’esempio di Chio, Eritre, Clazomene, Focea, Smirne) e l’isola
di Lesbo (il VI sec. di Saffo e Alceo, e le iscrizioni del IV sec.): la
prevalenza (culturale) del lesbico e la lingua del IV-III sec. (l’es. della
baritonesi).
2) La Tessaglia: l’isolazionismo, gli allevatori e i περίοικοι, la mancanza
di unità politica, di una letteratura e di una lingua comune; la Tessaliotide
(Farsalo e Ciero: i rapporti con il dorico) e la Pelasgiotide (Larissa).
3) La confederazione beotica e l’unitarietà; la scarsa penetrazione
politico-culturale (gli esempi contrastanti di Pindaro e Corinna); la lingua
unitaria (dall’età classica al II sec. a.C.) e le riforme del III sec. (οε per οι
nelle iscrizioni più antiche, ου per |u|, υ per οι > |ü|, η per αι > |e|, ει
per η).
4) La variegata geografia dell’eolico (eolismi ‘fuori sede’) e l’accezione
(non letteraria, non antica) di dialetto eolico.
128
Caratteristiche eoliche
• L’evoluzione labiale delle labiovelari in
inizio di parola.
• L’evoluzione scura della sonante |r| (ορ,
ρο contro αρ, ρα); la chiusura del suono |o|.
• Le desinenze in -εσσι, ἴα per μία, ἀπύ
(lesb. tess.), πεδά (lesb. beot.), ἐξ > ἐς, le
desinenze del pres. per il part. pf. att., κε
(lesb. tess.)
• Gli aggettivi patronimici (cf. il nuovo
Posidippo, di Pella).
129
I rapporti tra i tre gruppi eolici
• Le concordanze lesbico-tessalico contro il beotico: ἔμμι vs εἰμί.
• Le concordanze beotico-tessalico contro il lesbico: γίνυμαι vs γίγνομαι,
γίνομαι, ϝίκατι, ἱαρός, τοί, aor. in -ξα dai verbi in -ζω, inf. tematici in -μεν
(φέρεμεν).
• Le concordanze lesbico-beotico (ambigue): στροτος, ἐκάλεσσα, ἐτέλεσσα,
πεδά.
• La posizione del beotico e gli influssi nordoccidentali (da non
sopravvalutare, malgrado Pisani, che considera il beotico un dialetto a parte,
in coda ai dialetti dorici): Θειριπίων, Καλλίθειρις.
• La posizione del lesbico e gli influssi ionici microasiatici: τι > σι, προτί >
πρός, ἐν + acc. > ἐνς (att. εἰς), ρρ, λλ, μμ, νν, ww (ϝϝ > υ: per es. ναῦος) nei
gruppi con j ϝ σ (anche tess.), psilosi e baritonesi, indebolimento del ϝ,
mantenimento del suono σδ, soluzione di νσ panellenico nei gruppi -αισ(-), εισ(-), -οισ(-) (anche Tera e Cirene), coniugazione atematica dei verbi
contratti (anche tess.), desinenze della 3 pers. pl. dell’imperativo in -ντον
(anche panf.), inf. in -μέναι (ἔμμεναι, δόμεναι) e in -ν (δίδων), ὄτα, πότα.
130
• La posizione intermedia del tessalico: πάνσα, gen. -οιο.
L’ultima invasione indoeuropea
• L’enorme estensione del gruppo occidentale: i
pochi che governano sui molti (Thuc. IV 126) e la
guerra come stile di vita (Plat. Leg. 625d).
• Dori del nord (aperti e pacifici) e Dori del sud
(chiusi e bellicosi).
• Le tre tribù (i Dori tricavike~ e
JUll`e~,
Duma`ne~
e
Pavmfuloi ad Argo, Sicione, Corcira,
Epidauro, Megara, Creta, Tera, Coo, Cirene,
Agrigento: la quarta tribù locale) e la successiva
131
costituzione spartiate di Licurgo. I sette e[qn
L’estensione del territorio dorico
• Corinto, Argolide, Laconia e Messenia
• Le Cicladi meridionali e le Sporadi (Melo, Tera,
Càrpato, Coo, Rodi, Telo), Cnido e Alicarnasso, Citera e
Creta
• Le colonie megaresi del Ponto Eussino (Calcedonia e
Bisanzio), Corcira, Cirene (630)
• Magna Grecia (Sibari, Crotone, Metaponto, Poseidonia
achee, Taranto laconica > Eraclea sul Siri [432])
• Sicilia (Siracusa calcidese [734] e Archia corinzio,
Megara Iblea > Selinunte [650], Gela rodio-cretese [690]
132
> Agrigento [580]).
Documentazione del dorico
• La letteratura dorica: la lirica corale e l’alta formalizzazione
letteraria, i frammenti di Epicarmo e Sofrone, le mimesi
aristofanee, la prosa dei Dissoi Logoi, il corpus teocriteo, gli
scritti ‘regolarizzati’ di Archimede).
• Le iscrizioni laconiche, argive,
ekassa/ekoisa), cretesi
cirenee
(oi/toi,
• La grande legge di Gortina e la koinv siracusana.
•I
patois
dei
signorotti
feudali
(l’es.
di
mikkiciddovmenoi
=
mikizovmenoi) versus la koinv ionica.
• Il greco del NO e la sua parentela solo formale con il dorico:
133
Focide (Delfi), Locride, Etolia, Acarnania, Epiro; la posizione
Caratteristiche doriche
• La conservazione di -a, di , di -ti alla 3 pers. sing. dei verbi,
di -me~ alla 1 pers. pl. (solo a Delfi nel gruppo NO), degli infiniti -men
e -en, di ka e di aij, di tevtore~ per il numerale 4.
• Le innovazioni: la contrazione in η di α + |e| e in α di ᾱ + |e,o|, il passaggio
a ι di ε + |a,o|, la semplificazione del gruppo tw in τέτορες, βασιλέος, νιν,
gli aoristi in -ξα dei verbi in -ζω (-σσα ad Argo dopo gutturale), i futuri
in -σέομαι, -σέω (‘dorici’, ma non solo: om. ἐσσεῖται, att. φευξοῦμαι), i
futuri passivi con desinenze attive (ἀποσταλησεῖ), la sintassi αἰ τις κα.
• Tracce di innovazioni: il futuro tevlomai, “sarò” (Creta, Cirene),
il perfetto ivsami (< ivsanti) (Cirene, Siracusa), il
passaggio di s intervocalico a -h- (laconico e argivo), le lettere milesie a
Rodi.
• Doris severior (Laconia, Taranto, Cirene, Creta) e Doris mitior?
• I tratti del NO: φάρω, -σθ- > -στ-, part. med. in -είμενος (ed εε > ει, οο >
ου), dat. pl. III decl. in -οις (dativo etolico), nom. masc. I decl. in 134
-α, dat.
I complessi rapporti tra i dialetti
• Gruppo -ti: ejstiv, tiv~ || ion. att. arc. cipr. lesb. -si / gr. occ.
panf. beot. tess. -ti. || ion. att. arc. lesb. ei[kosi / panf. beot. gr. occ.
(f)ivkati (av. visaiti, toc. B ikam).
• Dativo pl.: ion. att. -si / eol. panf. gr. nordocc. -essi / gr. (nord)occ.
(seriore) -oi~ || ion. lesb. panf. -oisi / att. arc. cipr. beot. tess. gr. occ. -oi~.
• Articolo-dimostrativo: ion. att. arc. cipr. lesb. tess. (Pelasgiotide) cret. oiJ /
tess. (Tessaliotide) beot. gr. occ. toiv.
• Infiniti atematici: ion. att. arc. cipr. -nai
/ lesb. -menai
(e[mmenai
e
aor.)
e
-n
(divdwn,
o[mnun,
mequvsqn, ecc.) / tess. beot. gr. occ. -men.
• Ion. att. ktavomai / gr. occ. pavomai || ion. att.
bouvlomai / gr. occ. dvlomai, deivlomai.
• Preposizione ejn: gr. nordocc. beot. tess. arc. cipr. ejn + dat. o acc. / dor.
ion. att. lesb. panf. ejn + dat. o ejn~ (eij~, ej~) + acc.
• Modali e temporali: ion. att. arc. a[n / lesb. tess. cipr. ke(n) 135
/ beot.
gr. occ. ka || ion. att. arc. cipr. o{te / panf. gr. occ. o{ka / lesb.
Estremi e medî
• Gruppo eolico: lesbico più vicino allo ion.
att., e beotico e tessalico più vicini al
gruppo occidentale.
• Gruppo acheo: arcadico più vicino allo
ion. att., e cipriota e panfilio più vicini al
gruppo occidentale.
• I rapporti tra panfilio, lesbico e dorico.
136
Commistioni e contaminazioni
• Ponto Eussino, Sicilia, Italia meridionale.
• Ionico/eolico, attico/beotico, arcadico/laconico e argivo.
• Delfi, i giochi olimpici, l’alfabeto.
• La terra che divide, il mare che unisce: il dominio sul
Mediterraneo orientale e kuberna`n.
• Dalla guerra alla ‘pace’: povli~ da
‘piazzaforte’ (ai. pur, lit. pilis) a ‘città’, ‘stato’.
‘cittadella’,
• Apertura (gli Ioni: il ‘meticciato’) e chiusura (i Dori: il
carattere di Sparta, l’involuzione di Creta, l’eccezione di Corinto
e Siracusa).
• Differenziazione e unificazione linguistica: il processo
che
137
porterà alla koinv.
“Non vi è nessuna fase
storica in cui si possa dire
che una parlata greca è
del tutto autonoma”
(A. Meillet)
138
[email protected]
139
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