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Reumatologia 2 file - Corso di Laurea in Infermieristica

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Reumatologia 2 file - Corso di Laurea in Infermieristica
Laurea in Infermieristica
Corso integrato cronicità-disabilità
DIAGNOSTICA E PROGETTO
TERAPEUTICO
(LEZIONE 2)
1
PROGRAMMA DELLE LEZIONI
DATA
6 aprile
LEZIONE
INQUADRAMENTO
DELLE MALATTIE
REUMATICHE
DIAGNOSTICA
13 aprile
PROGETTO
TERAPEUTICO
20 aprile
DISABILITA' E
QUALITA' DELLA
VITA
OGGETTO
Meccanismi patogenetici delle malattie
reumatiche: degenerazione ed infiammazione
articolare
Inquadramento classificativo delle malattie
reumatiche in rapporto alle lesioni strutturali
e alla disabilità derivante
Principali segni e sintomi: interessamento
articolare e viscerale in corso di malattia
cronicamente evolutiva
Ruolo delle indagini strumentali e di
laboratorio: tempistica di esecuzione e
interpretazione
La rete assistenziale per malato reumatico
Programmazione e gestione del programma
terapeutico: terapia medica e fisica
Economia articolare
Evoluzione del danno strutturale, disabilità e
handicap conseguenti
Valutazione del danno e della disabilità:
strumenti specifici e generici
INTEGRAZIONE
OBIETTIVI
Identificazione della
condizione morbosa in
funzione del danno
acquisito
Disturbi della
Organizzazione della
deambulazione e rischio diagnostica intra ed
di cadute
extra-ospedaliera
Gestione del malato
Perdita dell'autonomia
reumatico a garanzia
Recupero delle funzioni
della continuità
perse
assistenziale
Concetto di qualità della
vita
Quantificazione del
Accertamento delle
danno e della disabilità
capacità funzionali
2
DIAGNOSTICA - Parte 1° A
• Principali segni e sintomi: interessamento
articolare e viscerale in corso di malattia
cronicamente evolutiva
• Ruolo delle indagini strumentali e di
laboratorio: tempistica di esecuzione e
interpretazione
3
Caratteri dell’infiammazione
tumor
rubor
calor
dolor
INFIAMMAZIONE
4
COMPONENTE
AFFETTIVA
COMPONENTE
SENSITIVA
DOLORE
DOLORE
NOCICETTIVO
SOMATICO
VISCERALE
NON NOCICETTIVO
NEUROPATICO
PSICOGENO
DOLORE
NOCICETTIVO
SOMATICO
VISCERALE
NON NOCICETTIVO
NEUROPATICO
PSICOGENO
Classificazione temporale
Dolore
FISIOLOGICO
• Dolore
TRANSITORIO
• Dolore
ACUTO
Dolore
PATOLOGICO
• Dolore
CRONICO
9
Determinanti del dolore in corso di
malattia reumatica
GATE CONTROL
• Artriti
• Artrosi
• Connettiviti
• R.abarticolari
• Lesioni ossee
• …………….….
Componente
Componente
SOMATICA
AFFETTIVA
• Fibromialgia
• R.psicogeno
• …………….….
PLASTICITY
10
Gate control
NEURONAL
PLASTICITY
Use-dependent
activation
Autosensitization
and Wind-up
Phosphorylation
of receptor/ion
channels
Peripheral and
Central sensitization
Modification
Transmission
Modulation
Activation
Transduction
Altered gene
regulation
Altered
connectivity
Cell death
Persistent
Pathological Pain
Clifford J. Woolf, et al. Neuronal Plasticity: Increasing the Gain in Pain. Science 2000;288 :1765 -8
Peripheral sensitization
Activation
External
stimuli
Heath
Mechanical
Chemical
Modulation
voltage gated sodium channels
P2X3
generator potentials
action potentials
VR1
External stimulus
Heath
Sensitizing stimulus
PGE2 & Bradykinin
VR1
Ca2+
mDEG
PKA
PKCε
EP BK
SNS/PN3
15
Modification
SNS/PN3
 gene expression
VR1
Substance P
BDNF
Expression in A-fibers
of C-fiber markers
• Modificazioni periferiche
– Aumento, a seguito di uno stimolo
flogistico, della sintesi di proteine
transduttrici (VR1, SNS) e della sintesi di
sostanza P e del BDNF (brain-derived
neurotrophic factor)
– Aumento dell’espressione di geni
costitutivi e induzione di nuovi geni
– Ristrutturazione delle fibre A e C, (in
particolare nel dolore neuropatico)
• Modificazioni centrali
epidermis
– Aumento, a seguito dello stimolo
flogistico periferico, dei recettori
neuronali del corno posteriore deputati
alla trasmissione dello stimolo algogeno
– Riduzione degli interneruoni inibitori per
perdita di attività o lesione strutturale
C-fiber loss
16
Vie ascendenti del dolore
Talamo
Nuclei
Posterori
Nuclei
InterLaminari
Sostanza reticolare
VIA ASCENDENTE
POLISINAPTICA
Nucleo
VentroPosteroLaterale
VIE ASCENDENTI
MONOSINAPTICHE
Fascio paleospinotalamico
Fascio neospinotalamico
AFFERENZA
NOCICETTIVA
17
Controllo discendente inibitorio
• Gli oppiacei endogeni (endorfina,
enkefalina, dinorfina) esplicano un
azione selettiva sulla
neurotrasmissione centrale a livello
pre-sinaptico e post-sinaptico.
• L’inibizione pre-sinaptica blocca il
rilascio di sostanza P nelle lamine delle
corna posteriori, mentre a livello postsinaptico, in altre strutture del SNC,
innalzano la soglia di stimolazione
determinando iperpolarizzazione.
18
Fattori di attivazione periferica
• Rilascio di mediatori della flogosi
– Tessuti (bradichinina, metaboliti dell’ac. arachidonico, NO,
istamina, serotonina, protoni)
– Cellule immunitarie (NGF, citochine: IL1β,TNF-α)
– Fibre nervose (sostanza P, neurochinine A e B, CGP)
• Infiammazione neurogenica
• Attivazione diretta o indiretta dei nocicettori
19
Controllo farmacologico del dolore
nocicettivo
Oppiacei
α2-agonisti
Anestetici locali
Oppiacei
α2-agonisti
Anestetici locali
Antinfiammatori
Anestetici locali
20
Dolore neuropatico
(non-nocicettivo)
6.7.3 Dolore neuropatico
Il dolore neuropatico, che si verifica quando è presente un
danno al tessuto nervoso, comprende nevralgia post
erpetica, dolore dell’arto fantasma, sindrome dolorosa
regionale (causalgia e distrofia simpatica riflessa),
neuropatie da compressione, neuropatie periferiche
(dovute per esempio a diabete, tumori ematologici
maligni, artrite reumatoide, etilismo, abuso di farmaci),
traumi, dolore centrale (per esempio in seguito a infarto,
danni al midollo spinale e siringomielia) e dolore
idiopatico. Il dolore compare in un’area con deficit
sensitivo e può essere descritto come bruciante, a fitte e
con sensazione di scottatura, inoltre è accompagnato
spesso da dolore non associato a stimoli nocivi (allodinia).
21
Origine del dolore neuropatico
(non-nocicettivo)
Dolore neuropatico
periferico
2° neurone
Dolore neuropatico
periferico - centrale
Dolore neuropatico
centrale
midollo
1° neurone
Lesione a carico del 1° neurone da:
• sensibilizzazione dei nocicettori
• neurinoma
• dismielinosi
22
Origine del dolore neuropatico
(non-nocicettivo)
Dolore neuropatico
periferico
2° neurone
Dolore neuropatico
periferico - centrale
Dolore neuropatico
centrale
midollo
1° neurone
• lesione tra il ganglio della radice
dorsale ed il rispettivo terminale
centrale (dolore da deafferentazione).
23
Origine del dolore neuropatico
(non-nocicettivo)
Dolore neuropatico
periferico
2° neurone
Dolore neuropatico
periferico - centrale
Dolore neuropatico
centrale
midollo
1° neurone
• lesione a livello del SNC ovvero
ad un livello compreso tra il corno
dorsale del midollo spinale fino
alla corteccia
24
Dolore psicogeno
E’ un dolore dovuto ad una anomala
interpretazione di messaggi percettivi
normalmente avviati e condotti
Conversion pain
Hallucinatory pain
25
Caratteristiche del dolore
• Andamento del dolore
– Durata
– Variazioni circadiane
• Localizzazione del dolore
– Sede
– Irradiazione
26
Andamento nel lungo termine
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
27
Cause della tumefazione
29
Cause della tumefazione
Cause della tumefazione
Cause della tumefazione
Distribuzione del sintomo
• Localizzazione per sede (grandi-piccole articolazioni)
• Distribuzione (simmetrica-asimmetrica)
• Numerosità
33
Sedi di elezione e distribuzione
Sede di elezione
Distribuzione
Numerosità
Mani e piedi
Simmetrica
Poliarticolare
Ginocchia e piedi
Asimmetrica
Oligoarticolare
Gotta
Piedi
Asimmetrica
Monoarticolare
Artrosi
Rachide e ginocchia
Asimmetrica
Oligoarticolare
Artrite reumatoide
Artrite psoriasica
34
DIAGNOSTICA - Parte 1° B
• Principali segni e sintomi: interessamento
articolare e viscerale in corso di malattia
cronicamente evolutiva
• Ruolo delle indagini strumentali e di
laboratorio: tempistica di esecuzione e
interpretazione
35
Comorbidità in corso di artrite reumatoide
Diabete
Mal.cardiovascolari
7%
Tireopatie
8%
Ipertensione
35%
Ulcere GI
9%
15%
17%
BPCO et al.
80% dei pazienti ricoverati
per AR presenta comorbidità
19%
App.genitourinario
M.Parodi et al., 2005
36
Interessamento polmonare
Vasculiti
Connettiviti
Artriti
Extra
Parenchima
Artrite reumatoide

Sindrome di Caplan

Spondilite anchilosante
Pleura

Febbre mediterranea familiare

LES

Sindrome sclerodermica

Sindrome di Sjogren

Dermato-Polimiosite


Sindrome da anti-tRNA sintetasi

Sindrome di Churg-Strass

Granulomatosi di Wegener

Panarterite nodosa

37
imaging
Sindrome di Caplan
Artrite reumatoide + pneumoconiosi (antracite, silice, asbesto)
38
imaging
Dermatomiosite con Ac.anti-sintetasi
39
imaging
Honey comb
in corso di
Sindrome da
Ac.anti-sintetasi
40
Interessamento renale
• Artriti
– Gotta (39%)
• Connettiviti
– LES (50%)
– Sindrome sclerodermica (5-47%)
• Vasculiti
–
–
–
–
Granulomatosi di Wegener (15%)
Panarterite nodosa (35%)
Porpora di Shonlein-Henoch (40%)
Poliangioite microscopica (79-100%)
41
Il rene gottoso
• Esito tardivo, dovuto alla deposizione
dei cristalli di urato monosodico
nell’interstizio
• Si manifesta con una modesta
proteinuria, con ridotta capacità di
concentrare le urine e può evolvere
verso l’insufficienza renale
• La nefrolitiasi è conseguente più
all’incapacità di escrezione del rene, che
alla iperuricemia
• Il rischio di formazione di calcoli renali è
nel gottoso 1000x rispetto al normale
42
Nefropatia lupica
Glomerulonefrite
1° - Normale
2° - GMN mesangiale
Ematuria e
proteinuria lievi
3° - GMN proliferativa focale
Ematuria e
proteinuria grave
4° - GMN proliferativa diffusa
Insufficienza renale e
ipertensione
5° - GMN membranosa
Sindrome vascolare
Ipertensione arteriosa
Idem + Sindrome
nefrosica
Sindrome nefrosica
Proteinuria
Normo-ipoprotidemia
Ematuria
Cilindruria
Nefrite interstiziale con tubulopatia
Iperazotemia
Sindrome nefrosica
43
Evoluzione del danno articolare
44
Evoluzione del danno articolare in
corso di artrite reumatoide
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
Fig.
A: Articolazioni normali (3/1989);
B: Tumefazione dei tessuti molli e riduzione degli spazi articolari (11/1990);
C: Numerose piccole erosioni e chiaro restringimento degli spazi articolari (3/1992);
D: Erosioni multiple con marcata riduzione degli spazi articolari (11/1993);
E: Erosioni multiple con alterazioni distruttive. Rimangono piccole parti delle superfici articolari (1/1995);
45
F: Completa distruzione delle superfici articolari prossimali e distali (6/1996).
Evoluzione delle manifestazioni
cutaneee della sclerodermia
46
Evoluzione del danno polmonare
in corso di sclerodermia
47
DIAGNOSTICA – Parte 2°
• Principali segni e sintomi: interessamento
articolare e viscerale in corso di malattia
cronicamente evolutiva
• Ruolo delle indagini strumentali e di
laboratorio: tempistica di esecuzione e
interpretazione
48
Quando fare gli esami ?
1. In un paziente che presenta un’artrite
(tumefazione persistente, senza causa
scatenante)
2. Nel sospetto di una connettivite – vasculite
50
Che esami fare ?
•
•
•
•
VES
PCR
Fibrinogeno
………
• Emocromo
• Elettroforesi proteica
51
Che esami fare ?
• Uricemia e uricuria
• RA test
• Ac. anti-CCP
• HLA di 1° e 2° classe
• ANA, ENA, ANCA
• Complementemia
52
Che esami fare ?
• Funzionalità epatica
• Funzionalità renale
• Funzionalità
cardiovascolare
• Rischio infettivo
53
Quale indagini fare ?
• Imaging
– RX tradizionale
– Ecografia
– Risonanza Magnetica
– TAC
– Scintigrafia ossea
– Capillaroscopia
54
Ecografia
Liquido
sinoviale
Ipertrofia
sinoviale
55
Ecografia
56
Diagnostica per immagini: RNM
• È uno strumento utile
nella diagnostica della
sacroileite
• Consente di valutare le
prima fasi flogistiche
(frecce bianche)
• Fornisce una maggiore
definizione del danno
erosivo (freccia gialla)
57
Diagnostica per immagini: scintigrafia
ossea
• Utilizzata frequentemente
nel sospetto di
spondiloartrite
• Seppure non sia uno
strumento diagnostico
validato
• È importante considerare
un rapporto SI / S > 1.6
58
Capillaroscopia
59
Quando fare gli esami ?
3. Per monitorare la malattia o la terapia
60
Evoluzione del danno RX
• Alla diagnosi
• All’inizio della
terapia
• A distanza di
1-2 anni
• Al momento
della modifica
del progetto
di cura
61
Controlli di laboratorio
• Alla diagnosi
• Alla programmazione della cura
• Nel follow up della cura
62
TERAPIA – Parte 1°
PROGETTO TERAPEUTICO
• La rete assistenziale per il malato reumatico
• Programmazione e gestione del programma
terapeutico: terapia medica e fisica
• Economia articolare
63
Identificazione degli obiettivi
L’obiettivo primario si identifica nel
miglioramento della qualità della vita del malato
reumatico
64
Classificazione “strategica” della
richiesta assistenziale
Le malattie reumatiche si distinguono in
Forme meno frequenti
Forme ad alta prevalenza
- ad alto impatto assistenziale
- a minore impatto assistenziale
- che necessitano di ricerca
- che richiedono interventi
scientifica e di complessi livelli
prevalentemente territoriali,
organizzativi o di alta tecnologia coordinati e capillarmente
distribuiti
65
Perché una Rete Integrata
Assistenziale per l’artrite reumatoide
Assistenza continua
Frequenti visite ambulatoriali
Ripetute ospedalizzazioni
Malattia a carattere rapidamente evolutivo
Diagnostica precoce
Programmi terapeutici articolati
Monitoraggio della malattia e del trattamento
66
Conseguenze economiche di una
gestione non coordinata
Diagnosi tardiva
Spese reiterate
per la diagnostica
Programma terapeutico
non ottimale
Spese inutili
per interventi non mirati
Evoluzione del danno
Spese maggiorate
per la gestione di un
handicap evoluto
67
… è necessario uno strumento che:
• garantisca un’assistenza integrata del malato
• mirato alla soluzione del problema nella sua
interezza
• con un follow-up continuo del paziente
nell’arco dell’intera malattia
… non più come sommarsi di momenti isolati di
intervento terapeutico
68
Assistenza a
domicilio
Area
sociale
Riabilitazione
Ospedalizzazione
In Reumatologia
MALATO e
MALATTIA
REUMATICA
CRONICA
Chirurgia
ortopedica
Altre
specialità
… la RIA si pone tra il malato e coloro che devono
prestargli assistenza nelle varie fasi della malattia
Le figure coinvolte nell’assistenza
Medico di
Medicina Generale
Ortopedico
Altri specialisti
Reumatologo
Fisiatra
70
Ruoli del tutor
• Coordinatore dei rapporti tra i referenti
sanitari
• Programmatore della tempistica degli
interventi assistenziali
• Gestore del primo intervento di verifica
71
Le singole problematiche
nei diversi momenti di malattia
•
•
•
•
•
Rete Integrata di Assistenza a domicilio
Rete Integrata di Assistenza riabilitativa
Rete Integrata di Assistenza ortopedica
Rete Integrata di Assistenza specialistica
Rete Integrata di Assistenza sociale
72
Gli obiettivi della Rete Integrata di
Assistenza a domicilio
• Ridurre i tempi di attesa
• Ridurre il ricorso all’ospedalizzazione
• Omogeneizzare gli interventi medici ed
assistenziali
• … contenimento della spesa sanitaria
73
Struttura
accreditante
REGIONE
Ambulatorio
reumatologico
Assistenza
a domicilio
Ricovero
ospedaliero
ITER PER GRAVITA’ DI MALATTIA
COORDINATO DAL REUMATOLOGO
La necessità di una Rete Integrata di
Assistenza riabilitativa
• I malati di AR necessitano di un supporto
fisioterapico
• Il ricorso alla FKT consente un risparmio di
farmaci
• Un programma terapeutico integrato
comporta una riduzione dei costi sociali di
malattia
È necessaria una somministrazione
adeguata, da parte di personale
dedicato
75
Fisiatra
Terapista
Reumatologo
Terapista
dedicato
Ortopedico
Medico di
Medicina
Generale
ITER PER FASE DI MALATTIA
COORDINATO DAL TUTOR
Struttura
Riabilitativa
Autonoma
Struttura
Riabilitativa
Dedicata
TERAPIA – Parte 2°
PROGETTO TERAPEUTICO
• La rete assistenziale per il malato reumatico
• Programmazione e gestione del programma
terapeutico: terapia medica e fisica
• Economia articolare
77
La cura globale dell’artrite
reumatoide
CONTROLLO
INFIAMMAZIONE
RECUPERO
FUNZIONALE
ATTENZIONE AI
PROBLEMI PSICOLOGICI
SOCIALI e LAVORATIVI
BENESSERE
DEL
PAZIENTE
PREVENZIONE
DEFORMITA’
CONTROLLO
DOLORE
78
Piramide terapeutica dell’AR
79
Il trattamento dell’artrosi
Physicians need to help patients appreciate that the
diagnosis of osteoarthritis (OA) does not imply
inevitable progressive disability and declining
mobility. A wide variety of treatments are available
for people with OA. They range from simple
educational help to highly technical and skilled
physical, medical or surgical procedures. … Several
recent publications have reviewed the treatment of
OA, and …
Dieppe P and Buckwalter JA
80
in Rheumatology, 1998
Linee guida EULAR 2003
per il trattamento della gonartrosi
81
Linee guida EULAR 2003
per il trattamento della gonartrosi
82
Acupuncture
Acetaminophen
NSAID’s
Opioid analgesic drugs
Psychotropic drugs
Chondroitin
Diacerein
Education
Electromagnetic
Exercise
Glucosamine
Herbal remedies
IA-CS injections
IA HA injections
Joint lavage
Laser treatment
Nutrients
Orthotics-knee bracing
Orthotics
Orthotics-insoles
Sex hormones
Spa /hydrotherapy
Topical capsaicin
Topical NSAID’s
Transcutaneous
electrical
Telephone contact
Ultrasound treatment
Vitamins and minerals
Weight loss
Arthroscopy
Osteotomy
Total joint replacement
Cartilage
transplantation
Linee guida EULAR 2003
tollerabilità dei diversi trattamenti
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
83
L’attività fisica come cura dell’artrosi
84
…una terapia integrata
Educazione del
paziente
Il paziente e chi gli sta vicino dovrebbero
comprendere l’importanza della malattia e
ciò che essi stessi possono fare
Controllo della
sintomatologia
Il dolore, la rigidità e gli altri sintomi
dovrebbero essere controllati con il
migliore rapporto rischio/beneficio
Riduzione della
disabilità
Ogni riduzione della funzionalità dovrebbe
essere minimizzata tramite appropriati
programmi fisioterapici
Controllo
dell’evoluzione
Deve essere evitato ogni fattore
aggravante e promossa ogni condizione
favorente la struttura cartilaginea
85
TERAPIA – Parte 3°
PROGETTO TERAPEUTICO
• la rete assistenziale per il malato reumatico
• Programmazione e gestione del programma
terapeutico: terapia medica e fisica
• Economia articolare
86
Centralità dell’EA
CONTROLLO
INFIAMMAZIONE
TERAPIA
MEDICA
CONTROLLO
DOLORE
PREVENZIONE
DEFORMITA’
TERAPIA
RRFF
TERAPIA
DI
SOSTEGNO
ECONOMIA
ARTICOLARE
RECUPERO
FUNZIONALE
ATTENZIONE AI
PROBLEMI PSICOLOGICI
SOCIALI e LAVORATIVI
87
Gli obiettivi dell’economia articolare
• Miglioramento della qualità della vita
• LIMITARE L’EVOLUZIONE DEL DANNO
• UTILIZZARE CORRETTAMENTE L’ARTICOLAZIONE
88
Economia articolare ?
… economia articolare è risparmio ed efficiente
utilizzo delle risorse articolari residue
Risparmio
• evitare gli effetti nocivi del
movimento
Efficiente utilizzo
• movimenti corretti
• utilizzo di strumenti all’uopo costruiti
89
Fattori che determinano le deformità
•
•
•
•
•
Proliferazione della membrana sinoviale
Alterazioni del liquido sinoviale
Lesioni della cartilagine
Lesioni dell’osso
Lesioni delle strutture abarticolari
»
»
»
capsula
muscoli e tendini
legamenti
90
Le metacarpo-falange
• Articolazioni
condiloidee
• Mobilità
omnidirezionale
• Contenimento
capsulo-ligamentoso
e dei tendini dei
muscoli interossei,
flessori ed estensori
91
Deviazione ulnare a colpo di vento
92
Le interfalangee
• Articolazione di
tipo trocleare
• Puleggia  solchi
glenoidei
• Mobilità secondo
un solo asse
• Contenimento
delle strutture
osteocartilaginee
93
Dita a collo di cigno e “en bouttoniere”
94
Meccanismi d’azione
• Profilassi primaria del
danno: evitare uno
scorretto carico di
lavoro articolare
• Profilassi secondaria
del danno: utilizzo di
movimenti e prese
corrette
Presa
Presa
termino-terminale
subtermino-laterale
95
Quali malattie, come e quando
• Quasi tutte le malattie reumatiche possono
trarre beneficio dall’economia articolare
• Il programma terapeutico deve essere
personalizzato
• Prima è meglio, ma non sempre è
conveniente iniziare all’esordio della malattia
96
Come si attua l’economia articolare
• Strumenti
• tutori
• attrezzi facilitanti
• Scuola di economia articolare (educazione
alla gestualità)
97
Gli strumenti: i tutori
TIPO DI
SPLINT
FUNZIONE
APPLICAZIONI
STATICI
Contenitiva
Deviazione ulnare, pronazione
del piede, ecc.
SEMIDINAMICI
DINAMICI
Contenitiva e di
posizionamento
ottimale
Di guida al
movimento
Rizartrosi del pollice, valgismo
dell’alluce, ecc.
Rieducazione post-operatoria,
lesioni ligamentose del
ginocchio, ecc.
98
Gli strumenti: i tutori
TIPO DI
SPLINT
FUNZIONE
APPLICAZIONI
STATICI
Contenitiva
Deviazione ulnare, pronazione
del piede, ecc.
SEMIDINAMICI
DINAMICI
Contenitiva e di
posizionamento
ottimale
Di guida al
movimento
Rizartrosi del pollice, valgismo
dell’alluce, ecc.
Rieducazione post-operatoria,
lesioni ligamentose del
ginocchio, ecc.
99
Gli splint dinamici
100
Come si attua l’economia articolare
• Strumenti
• tutori
• attrezzi facilitanti
• Scuola di economia articolare (educazione
alla gestualità)
101
Gli strumenti: gli attrezzi facilitanti
• Funzioni
• semplificare il movimento
• renderlo più efficiente: riducendo il carico e
modificando le linee di forza
• Applicazione in rapporto alle necessità ed alle
possibilità
• Classificati in funzione dell’attività da svolgere
102
L’utilizzo degli attrezzi facilitanti
• Per la cura della persona
– lavarsi, vestirsi, ecc.
• Per il nutrimento
– cucinare, mangiare e bere, ecc.
• Per le attività domestiche
– pulsanti, lavare e stirare, pulire
• Per la vita di relazione
– bastoni, sedie, riposo, serrature, hobby, ecc.
103
Ausili per la cura della persona
104
L’utilizzo degli attrezzi facilitanti
• Per la cura della persona
– lavarsi, vestirsi, ecc.
• Per il nutrimento
– cucinare, mangiare e bere, ecc.
• Per le attività domestiche
– pulsanti, lavare e stirare, pulire
• Per la vita di relazione
– bastoni, sedie, riposo, serrature, hobby, ecc.
105
Ausili per il nutrimento
106
L’utilizzo degli attrezzi facilitanti
• Per la cura della persona
– lavarsi, vestirsi, ecc.
• Per il nutrimento
– cucinare, mangiare e bere, ecc.
• Per le attività domestiche
– pulsanti, lavare e stirare, pulire
• Per la vita di relazione
– bastoni, sedie, riposo, serrature, hobby, ecc.
107
Attrezzi per le attività domestiche
108
L’utilizzo degli attrezzi facilitanti
• Per la cura della persona
– lavarsi, vestirsi, ecc.
• Per il nutrimento
– cucinare, mangiare e bere, ecc.
• Per le attività domestiche
– pulsanti, lavare e stirare, pulire
• Per la vita di relazione
– bastoni, sedie, riposo, serrature, hobby, ecc.
109
Attrezzi per la vita di relazione
110
Come si attua l’economia
articolare
• Strumenti
• tutori
• attrezzi facilitanti
• Scuola di economia articolare (educazione
alla gestualità)
111
La scuola di economia articolare
112
Il programma di insegnamento
• Selezione del paziente
• Nozioni di anatomia e di fisiopatologia
• Gruppi di lavoro
• per attività da svolgere
• per gravità di malattia
• Verifica dell’apprendimento
• Confronto di esperienze
113
Feed back (rapporto docente-malato)
insegnamento
apprendimento
apprendimento
cultura
esperienza
114
La scuola di economia articolare
115
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