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Manipolazioni periferiche del piede: indicazioni e

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Manipolazioni periferiche del piede: indicazioni e
IL PIEDE e LA
RIABILITAZIONE
“Manipolazioni periferiche del
piede: indicazioni e
controindicazioni”
Renato Gatto - Alessandria
20° CORSO DI AGGIORNAMENTO
Riccione, 11-14 Maggio 2009
Manipolazioni periferiche
Sono un mezzo rapido ed efficace nel
trattamento dei disturbi dolorosi
articolari minori (DDAM) di natura
meccanica e reversibile.
 Rappresentano un aspetto terapeutico
della Medicina Manuale.

Medicina Manuale

È una disciplina medica che si occupa della
patologia funzionale dell’apparato
locomotore. Permette la diagnosi delle
disfunzioni dolorose vertebrali ed articolari
attraverso un esame clinico comprendente:
ispezione, palpazione, movimenti attivi e
passivi, tests pre-manipolativi per
determinare la manovra utile.
Medicina Manuale

Per quanto riguarda l’aspetto terapeutico
utilizza delle tecniche proprie:
- manovre di decontrazione muscolare
- mobilizzazioni
- manipolazioni
- rieducazione muscolare
- correzione posturale
Movimenti articolari



movimento attivo: volontario, eseguito mediante la
contrazione muscolare del soggetto, con una
determinata ampiezza;
movimento passivo: involontario, eseguito
dall’operatore con rilasciamento muscolare del
soggetto, con un’ampiezza maggiore del movimento
attivo;
manipolazione: movimento passivo forzato, breve,
secco, unico che porta bruscamente i capi articolari al
di là del loro gioco fisiologico, abituale, senza
oltrepassare i limiti anatomici (lussazione).
Manipolazioni periferiche

Si differenziano da quelle vertebrali in quanto
il movimento manipolativo deve essere
ripetuto più volte. Si tratta più di
mobilizzazioni passive che di vere e proprie
manipolazioni. Così il “cracquement” post
manipolativo viene spesso sostituito da una
sensazione di scivolamento e di restituzione
del gioco articolare (J. Mc Mennell).
Dolore articolare




Le cause del dolore articolare sono dovute a certe
condizioni patologiche (lesioni capsulari, legamentose o
delle cartilagini di incrostazione), spesso non c’è una
spiegazione soddisfacente sul perché o dove sorge il
dolore.
J. McM. Mennell definisce questa condizione come
disfunzione articolare, cioè la perdita di movimento del
gioco articolare.
I movimenti volontari attivi e passivi delle articolazioni
degli arti sono sempre accompagnati da spostamenti e
scivolamenti dei capi articolari.
L’insieme di tali movimenti molto piccoli, ma ben precisi
per ampiezza e direzione e indipendenti dall’azione dei
muscoli volontari, viene definito “gioco articolare”.
Dall’integrità e dalla buona funzionalità del gioco
articolare dipende il facile e indolore compimento dei
comuni movimenti volontari delle articolazioni
periferiche.

Dolore articolare



G. Miatland insiste sulla valutazione dell’ampiezza
dei movimenti accessori passivi nelle diverse
direzioni.
Una perdita di un movimento accessorio può
spiegare perché un particolare movimento fisiologico
attivo o passivo è limitato o doloroso.
L’esame dei movimenti accessori nelle diverse
posizioni può essere l’unico metodo che può trovare
dei segni articolari paragonabili ai sintomi del
paziente.
Dolore articolare

R. Maigne sostiene che, nell’esame articolare degli
arti, l’interesse deve concentrarsi sullo studio dei
movimenti dolorosi involontari delle articolazioni.

Per esempio nelle articolazioni interfalangee e
metatarsofalangee bisogna esaminare il movimento
laterale, il movimento di rotazione e il movimento di
separazione per l’azione assiale.

La diagnosi di disfunzione dolorosa articolare minore
(DDAM) può essere raggiunta solo attraverso un
esame obbiettivo razionalmente condotto.
Esame clinico

Ispezione: si osserva il colore della cute, la presenza o
meno di tumefazioni, il trofismo cutaneo e muscolare.

Esame funzionale di un’articolazione: si valutano i
movimenti attivi attraverso tests funzionali globali di un
intero complesso articolare, anomalie e difformità
articolari, stati infiammatori, ecc.
Si ripetono i movimenti specifici che aggravano il
dolore specie se sotto carico o controresistenza.
Si valuta l’estremo grado di resistenza dei tendini e
le eventuali aderenze con le guaine.
Esame clinico (continua…)




Palpazione: si evidenziano temperatura, consistenza,
tensione e posizione delle varie strutture periarticolari.
Palpazione dei muscoli e dei tendini, durante il
movimento attivo e passivo e controresistenza per
evidenziare “fasci muscolari induriti, tesi” ed eventuale
dolorabilità delle loro inserzioni.
Questo test permette di differenziare sofferenze
muscolari, tendinee e capsulari.
I muscoli mobilizzatori e fissatori dell’articolazione
sono esaminati valutando il loro grado di efficienza
dinamica e di trofismo.
Esame clinico (continua…)
Esame del gioco articolare:
 il paziente deve essere rilassato e l‘articolazione da
esaminare deve essere protetta da incauti movimenti
dolorosi, che potrebbero portare ad uno spasmo
muscolare compromettendo l’accuratezza dell’esame;
 si deve esaminare un’articolazione alla volta;
 bisogna esaminare ogni singolo movimento del gioco
articolare;
 in ogni singolo movimento articolare indotto
passivamente è necessario applicare una forza
stabilizzante e una forza mobilizzante.
Esame clinico (continua…)

Al termine dell’esame clinico si deve essere in grado
di stabilire con precisione quali sono i movimenti
volontari ed involontari, dolorosi e limitati.

Solo così è possibile iniziare un trattamento
manipolativo che, per essere efficace, deve
anch’esso rispettare la “regola del non dolore e
principio del movimento contrario” (R. Maigne).

Con essa è possibile scegliere la tecnica manipolativa
più adatta ed eseguirla nel senso opposto a quello
del dolore e della limitazione articolare.
Indicazioni

Traumi distorsivi non recenti

Immobilizzazioni

Processi degenerativi articolari in fase non
acuta

Calcificazioni periarticolari postraumatiche e
postinfiammatorie
Controindicazioni

Processi infiammatori acuti e cronici articolari

Artriti emofiliche

Tumori primitivi o secondari
Mobilizzazione in
flessione
dell’articolazione
tibio-tarsica
Mobilizzazione in
estensione
dell’articolazione
tibio-tarsica e sottoastragaliche
Manipolazione in
trazione
dell’articolazione
tibio-tarsica e sottoastragaliche
Mobilizzazione del
calcagno in
abduzione
Mobilizzazione del
calcagno in adduzione
Stiramento
dell’articolazione
sotto-astragalica
Manipolazione in trazione delle articolazioni medio-tarsiche e tibio-tarsiche
Mobilizzazione in pronazione dell’articolazione medio-tarsica
Mobilizzazione in supinazione dell’articolazione medio-tarsica
Mobilizzazione delle articolazioni cuboidee
Mobilizzazione delle articolazioni cuboidee con paziente prono con gamba e
coscia fuori dal lettino
Particolare di:
mobilizzazione delle
articolazioni cuboidee
con paziente prono
con gamba e coscia
fuori dal lettino
Mobilizzazione delle articolazioni cuneo-metatarsiche (1° metatarsale)
Mobilizzazione delle articolazioni cuboido-metatarsiche (5° metatarso)
Mobilizzazione in rotazione e con scivolazione dell’articolazione metatarsocuboidea del 5° dito (in pronazione)
Mobilizzazione in rotazione e con scivolazione dell’articolazione metatarsocuboidea del 5° dito (in supinazione)
Mobilizzazione in estensione delle articolazioni cuneo-metatarsiche
Manipolazzione in
estenzione delle
articolazioni cuboidometatarsiche
Manipolazione in flessione delle articolazioni tarso-metatarsiche e
metatarso-falangee
Manipolazione in
trazione
dell’articolazione tarsometatarsica dell’alluce
Manipolazione
dell’articolazione
metatarso-falangea del
2° dito
TRATTAMENTO DEL PIEDE
IN MEDICINA MANUALE
Renato Gatto, Maria Luisa Tenaglia – Clinica S. Rita – Vercelli
37° Congresso N azionale SIMFER
Campobasso 20-23 Settembre 2009
Abstract


Uno studio prospettico su un periodo di tre anni,
condotto su 52 pazienti di entrambi i sessi (età
media 39,2), si è posto come obiettivo di valutare
le indicazioni al trattamento dei disturbi dolorosi
articolari minori (DDAM) del piede in Medicina
Manuale e la loro efficacia nel breve e lungo
periodo.
I risultati, tenuto conto della forte incidenza di
fattori interferenti, giustificano un tale
trattamento nella patologia disfunzionale del
piede.
GRAZIE!
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