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IL VAJONT

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IL VAJONT
Marco Rota
Scuola Secondaria di Primo
Grado Giovani Randaccio
3F 2011/2012
PowerPoint esame
L’ACQUA
SCIENZE
IL WINDSURF
IL WINDUERF E’ COMPOSTO DA:
IL BOMA
È un ampio anello ellissiforme di
alluminio rivestito, fissato da
un lato all’albero e dall’altro
all’angolo alto del triangolo della vela.
IL TRAPEZIO
È una sorta di robusto pantaloncino
che il surfista indossa per potersi
agganciare al boma e sfruttare il
proprio peso nel mantenimento
dell’assetto di andatura .
LA VELA
Di forma inizialmente triangolare
e in trama di nylon, oggi presenta
forme più slanciate e materiali
tecnologicamente più avanzati.
Possiede un alloggiamento
predisposto
nel quale viene fatto scorrere
l’albero; successivamente è fissata
in basso e in fine tesata sull’ultimo
angolo dell’estremità del boma.
LE STECCHE
Sono fatte passare nelle apposite
tasche cucite nella vela.
L’ALBERO
È un tubo di carbonio
regolabile attraverso un
sistema di prolunghe. Deve
garantire leggerezza e flessibilità.
IL PIEDE DELL’ALBERO
Il piede dell’albero è formato
dal bicchiere, dal perno, dallo
snodo e dalla piastrina. Tutto
il meccanismo è costruito per
permettere all’albero un collegamento
sicuro con la tavola coniugato a una
massima libertà di movimento.
ENERGIA IDROELETTRICA
LA DIGA DI ASSUAN
In Egitto lungo il fiume Nilo nel 1898 i
britannici iniziarono a costruire una delle
dighe più grandi del mondo nei pressi di
Assuan, progettata dall’ inglese sir William
Wilcocks,terminandola nel 1902.
Effetti positivi
I benefici sono stati
l'aumento del 20-30% delle
aree coltivabili, l'aumento
dei raccolti grazie ad
un'irrigazione continua
distribuita tutto l'anno oltre
alla produzione di grandi
quantità di energia elettrica.
Effetti negativi
La nascita di questo lago
costringe 90.000 persone
ad abbandonare la zona
sommersa d’acqua e
numerosi siti archeologici.
IL VAJONT
Nel 1928 il geologo Dal Piaz
stende una prima
relazione per la costruzione
di un bacino artificiale.
Nel 1943 il Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici approva senza il numero
regolare il progetto.
Nell'anno 1956 su progetto dell'Ing.Carlo Semenza
della Società Adriatica di Elettricità (SADE) inizia la
costruzione della diga. I lavori iniziano senza
autorizzazione del consiglio superiore dei lavori
pubblici.
Nel 1957 si decide di alzare la diga di
60 metri portandola da 200 metri a 260 metri
aumentando di conseguenza la capienza
dai 58 milioni di metri cubi a 158 milioni.
Il geotecnico Leopold Muller subentrato
all'ormai anziano Dal Piaz,
si accorge che
il terreno è franoso e
stende una relazione alla
SADE ma nonostante
tutto i lavori continuano.
Nell'anno 1958 il Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici
nomina la commissione di
collaudo composta da 2 ingegneri
ed un geologo per controllare che
la diga venga costruita secondo le
prescrizioni.
Nella diga di Pontesei una frana provoca un
ondata di 20 metri. La stampa durante la
costruzione non pubblica mai un articolo.
Solo la giornalista Tina Merlin pubblica sul suo giornale
un articolo sul Vajont e per questo la SADE sporge
denuncia. Verrà poi assolta nel processo che si
terrà il 30 novembre 1960.
Muller il 3 febbraio 1961 avvista sul Monte Toc un inizio di
frana con forma a "M" e per questo parte una nuova
perizia geologica a cura di Edoardo Semenza e Giudici.
Ancora una volta la SADE accantona la relazione e i
lavori continuano. Viene ultimata la diga, inizio a 460 Mt
s.l.m. fine 721 Mt s.l.m.
Nel 9 ottobre 1963 alle ore 22.39 la frana si
stacca, 260 milioni di metri cubi di roccia
scivolano violentemente nel lago alzando
un’onda d’acqua di 50 milioni di metri cubi che
si divide in due direzioni. Investe da una parte
i villaggi di San Martino, Col di Spesse e una
parte di Casso, e dall’altra, superando la diga,
raggiunge Longarone e Castellavazzo, per poi
defluire lungo il Piave. L’ondata provoca ben
1917 morti. Pochissimi i feriti.
MARCO PAOLINI
Attore, autore e regista. Nato a Belluno nel 1956.
Interprete di un repertorio che appartiene al
cosiddetto teatro civile. La sua attività si distingue
per il gusto dello studio dei testi e della ricerca
delle fonti e per l'accostamento continuo dei fatti a
trovate teatrali spesso dissacranti e ironiche; i suoi
spettacoli, in questo modo, affrontano tematiche
complesse.
Nel 1997, per una scommessa
coraggiosa andò in onda su
Rai Due “Vajont 9 ottobre ‘63”,
molti fra i tre milioni e mezzo
di spettatori (e gli stessi
addetti ai lavori) si chiesero
chi fosse mai quell’attore dal
forte accento veneto e dalla
grande carica, capace di far
rivivere una tragedia tanto
lontana coinvolgendo anche il
grande pubblico per tre ore in
prima serata, senza
concedere quasi nulla allo
“spettacolo”.
Uno dei suoi ultimi spettacoli è
ITIS Galileo: una narrazione che
riflette sul valore della ricerca ed
è dedicata alla figura di Galileo
Galilei, rivoluzionario per
vocazione sul piano scientifico e
audace nel confronto con la
concretezza della tecnica. Un
lavoro di approfondimento
curioso che Marco Paolini e
Francesco Niccolini hanno
dedicato al padre della fisica
moderna che appare oggi come
un grande divulgatore dei propri
studi, ma soprattutto come una
mente che rimane aperta al
dubbio. Per questo la lezione di
Galileo non è solo scientifica, ma
soprattutto critica.
Mairits Cornelis Escher
Anche in una piccola goccia d’acqua si nasconde un
mondo, ed è quello circostante che vi si riflette. Un artista
attento ed indagatore della realtà come escher ha
riprodotto in una incisione l’immagine di una goccia di
rugiada posata su una foglia. La goccia, come una lente,
lascia intravedere la trama ingrandita della foglia e, nello
stesso tempo, riflette come uno specchio il paesaggio
che la circonda.
Nell’incisione di Escher,
la linea crea il riflesso
della silhouette spoglia
dell’albero sulla
superficie increspata
dell’acqua. Il
movimento delle
piccole onde circolari è
prodotto, infatti,
variando solo
l’andamento lineare dei
contorni della pianta e
del sole, che diventa
zigzagante.
LUCIO BATTISTI
Lucio Battisti, nasce a Poggio Bustone, il 5 Marzo
1943. Sua madre è una casalinga e suo padre
è impiegato alle imposte di consumo. Nel 1947
la famiglia si trasferisce a Vasche di Castel
Sant'Angelo vicino a Rieti e tre anni
più tardi a Roma; durante
le varie vacanze estive la città
natale rimarrà una meta fissa.
Nel 1964 compone assieme a Roby Matano le sue
prime canzoni, per poi approdare al primo 45
giri, "Per una lira". Nel 1968 con "Balla Linda"
Lucio Battisti partecipa al Cantagiro; nel 1969, in
coppia con Wilson Pickett, presenta a Sanremo
"Un'avventura".
L'affermazione decisiva
arriva nell'estate seguente,
al Festivalbar, con “
Acqua azzurra, acqua chiara".
Ma gli anni di Battisti sono stati indubbiamente i
'70 e gli '80, inaugurati con due canzoni di
grande successo, "La canzone del sole" e
"Anche per te", incise per la sua nuova etichetta,
da lui stesso fondata con alcuni amici e
collaboratori, e che
porta il nome
emblematico di
"Numero Uno"
Forse non tutti sanno che Battisti è stato anche
autore per altri, editore e discografico,
distribuendo successi per Mina, Patty Pravo,
il complesso Formula Tre e Bruno Lauzi. Il 9
settembre 1998 Lucio Battisti muore per
malattia, suscitando
enorme clamore e
commozione in Italia.
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