Settecento e vedutismo - Il Liceo Linguistico "Lanza"
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Settecento e vedutismo - Il Liceo Linguistico "Lanza"
Next IL SETTECENTO Credits Il secolo dell’Illuminismo Il Settecento rappresenta un secolo di cambiamento radicale nella storia sociale, economica ed artistica d'Europa; in esso vengono fondate le premesse dell'Età moderna. La Rivoluzione industriale e le nuove scoperte in ambito tecnico e scientifico determinano un rapido progresso in tutti i settori produttivi e, con esso, cresce la fiducia nelle possibilità di migliorare le condizioni di vita della collettività. In tutti i campi del sapere (filosofia, politica, scienze, arte), si fa strada l'idea che la ragione possa guidare la ricerca dell'uomo per comprendere il mondo e per migliorarlo: si afferma così il pensiero illuminista, secondo il quale ogni teoria deve essere basata sull'analisi e sulla dimostrazione razionale dei fenomeni. Allo stesso tempo, si afferma una figura nuova di intellettuale, attento a quanto accade e impegnato a tradurre il proprio sapere in progetti concreti. Esemplare di questo atteggiamento e l'Encyclopédie di Diderot e D'Alembert, pubblicata nel 1751 a Parigi. In essa si trovano nozioni appartenenti agli ambiti di conoscenza più disparati, da quello tecnico e scientifico a quello artistico, filosofico e letterario, organizzate in modo rigoroso e sistematico, per poter essere utilizzate ed integrate nel tempo, e soprattutto diffuse fra un pubblico più ampio. Nel corso del secolo, d'altra parte, una relativa stabilità politica favorisce la diffusione della cultura: gli artisti, i letterati, i filosofi si spostano tra le varie corti europee o svolgono viaggi di studio; questa mobilità favorisce lo scambio di conoscenze e la definizione di un linguaggio comune. L’Amante incoronato, Jean-Honorè Fragonard, 1771 Il linguaggio dell'arte Il fasto e la leggerezza del Rococò Il Settecento si avvia nel segno del Barocco. Le forme fantasiose del Seicento, però, divengono ancor più raffinate ed eleganti, dando origine ad un nuovo stile, il Rococò. Questo rappresenta un fenomeno di gusto internazionale, diffuso nelle corti europee. Il Rococò trova massima espressione nelle regge e nei palazzi aristocratici; qui, però, i complessi apparati decorativi non sono concepiti assieme alle forme architettoniche, ma si sovrappongono liberamente a queste. Nella seconda metà del secolo, tuttavia, l'affermazione del pensiero illuminista determina una svolta decisiva nell'espressione artistica, orientandone il linguaggio, in tutti i campi, verso una progressiva razionalizzazione. François Cuvilliés, Cuvilliés Theater, 1750-1753, Palazzo Reale di Monaco Le grandi regge europee Reggia di Versailles, Parigi, voluta da Luigi XIV I luoghi in cui si manifesta il gusto rococò sono le chiese e le grandi residenze aristocratiche di città o di campagna. Esso si esprime in modo esemplare nelle grandi regge dei monarchi europei, che celebrano il loro potere assoluto attraverso imponenti realizzazioni. Principale modello di riferimento è la Reggia di Versailles, voluta da Luigi XIV, seguita dalle realizzazioni a Vienna, Monaco, Wurzburg, San Pietroburgo e, in Italia, dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, presso Torino, e dalla Reggia di Caserta. Questi edifici sono immersi in parchi sontuosi, abbelliti da fontane e bacini d'acqua, piccole costruzioni e padiglioni dedicati allo svago, alla caccia, ai ritrovi mondani, ad attività musicali e poetiche. L'architettura nel Settecento Rispetto al Seicento, le forme architettoniche tendono ad una progressiva semplificazione e, allo stesso tempo, razionalizzazione. Nonostante il carattere scenografico degli edifici, si ritorna alla semplicità del classicismo, basato sui principi di ordine, simmetria e ritmo. Questi principi, però, vengono applicati a dimensioni grandiose: all'esterno, le facciate sono lineari e scandite da file regolari di ampie finestre; all'interno, stanze luminose sono disposte in modo regolare, e i loro spazi sono dilatati attraverso fastosi apparati decorativi ed arredi di gusto rococò. Architetture per la città L'architettura del Settecento ha colto l'eredità della grande tradizione barocca, nell'ampiezza delle superfici e nel movimento dei volumi. Gli edifici, tuttavia, presentano impianti più razionali, in relazione alla loro funzione. I migliori esempi di sperimentazione architettonica si trovano nelle grandi città, dove si manifesta il potere dei monarchi. Gli interventi vogliono modernizzare il tessuto urbano e garantire un'espansione ordinata. Vengono progettate intere parti prevedendo nuove piazze e larghe vie, regolari e scenografiche: importanti sono gli interventi a Vienna, Parigi e, in Italia, a Torino, Trieste, Roma, Napoli e Catania. Alessandro Specchi, Francesco De Sanctis, Scalinata di Piazza di Spagna, 1723-26, Roma Louis Le Vau, Jules Hardouin Mansart, Castello di Versailles, Galleria degli Specchi, 1668-1678 Nella pittura, il trionfo della luce In pittura si utilizzano colori chiari e luminosi, entro composizioni ampie e razionali. Con Giambattista Tiepolo (1696-1770), grandiosi impianti decorativi, volti alla celebrazione dei committenti, vengono interpretati come sontuosi eventi teatrali, e l'illusionismo prospettico del Seicento diviene un pretesto per mettere in scena, non senza ironia, i fasti mondani dell'aristocrazia europea. Gianbattista Tiepolo, Trionfo di Zefiro e Flora, Cà Rezzonico, Venezia, 11734 -1735, olio su tela, 395 x 225 cm L'attenzione alla realtà La rappresentazione del vero trova spazio nei dipinti a soggetto profano, richiesti da collezionisti e viaggiatori. La pittura di genere rappresenta la vita di tutte le classi sociali, di cui descrive frammenti di vita quotidiana. Con la pittura vedutista si diffonde una rappresentazione descrittiva del paesaggio, generalmente urbano, in quadri di piccole dimensioni. Questi, per la loro esattezza documentaria, sono testimonianze attendibili dell'aspetto delle città del tempo. I dipinti hanno dimensioni contenute, adatte alla committenza aristocratica e colta dei viaggiatori europei, che intendevano documentare i luoghi visti. La pittura di veduta ebbe larga fortuna a Roma, Napoli e Venezia. A Venezia il vedutismo raggiunse i livelli più alti. Vi lavorarono Bernardo Bellotto (1720-1780), Francesco Guardi (17121793) e Antonio Canal, detto il Canaletto (16971768). Canaletto, Piazza San Marco , 1723 circa, Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza Canaletto, Il Bucintoro al Molo il giorno dell'Ascensione, 1740 circa, Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli Il vedutismo Con il termine vedutismo si è soliti indicare un particolare genere pittorico nel quale si rappresentano vedute prospettiche di paesaggi o di città . Queste possono essere di fantasia come avveniva in epoca rinascimentale e barocca o riprese dal vero come avveniva nel corso del XVIII secolo . L’illuminismo ha dato notevoli impulsi alla geometria e all’ottica il che ha consentito evidenti progressi anche nel campo della prospettiva e delle sue applicazioni. Il vedutismo settecentesco concentra la propria attenzione su soggetti architettonici cittadini nei quali ,meglio che nei paesaggi potevano essere messe in evidenza tecniche rappresentative tendenti a una restituzione sempre più scientificamente vicina al vero. Il vedutismo Non è un caso che proprio nel XVIII giunga alla massima diffusione la cosiddetta camera ottica che nota già verso la fine del Cinquecento venne perfezionata. La camera ottica è l’antenata della nostra macchina fotografica , tramite un sistema di lenti mobili (obiettivo) proietta al proprio interno l’immagine capovolta del soggetto sul quale viene puntata solo che al posto della moderna pellicola vi è o una lastra di vetro smeriglio o un foglio da disegno sul quale ricalcare l’immagine riflessa . Il modello più completo consiste in una camera ottica consistente in una specie armadio trasportabile da due addetti a mazzo di stanghe .Alla sommità della camera uno specchio regolabile dall’interno per mezzo di un’asta metallica proietta su un foglio di carta tramite un obiettivo la veduta da riprodurre. L’immagine proiettata è la proiezione prospettica esatta del soggetto riflesso dallo specchio attraverso l’obiettivo. L’adozione della camera ottica ha mutato se non sconvolto il modo di dipingere del XVIII sec.