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la ragazza con la pistola
LA RAGAZZA CON LA PISTOLA
Assunta va a Londra e si libera da una doppia servitù.
La ragazza con la pistola, venticinquesima regia di Mario Monicelli, esce in Italia nel 1968, data
cruciale per l’evoluzione del costume e anche della politica.
Questo film è importante perché accredita Monicelli come un regista attento alla questione
femminile.
Racconta la vicenda di Assunta Patanè, giovane siciliana “disonorata”, che su istigazione della
famiglia lascia l’isola natia per inseguire fino in Inghilterra il suo seduttore. E’ armata di pistola
perché dovrà costringerlo a sposarla o - in ultima analisi – ucciderlo per riparare la grave offesa al
suo onore. In realtà il viaggio di Assunta si trasforma in un processo di doppio affrancamento: dalla
subalternità femminile in generale, e dalla dipendenza dagli antiquati codici d’onore che già agli
inizi del decennio cominciavano ad essere percepiti come intollerabili.
Infatti Assunta, nel contatto con la Swinging London della seconda metà degli anni ’60, fra la
cultura beat e le minigonne di Mary Quant, verrà liberata e si prenderà gioco del suo seduttore,
riaffermando così la propria personalità.
La ragazza con la pistola parla dunque di un tema serio, legato all’evoluzione dei costumi e alla
liberazione della donna, ma lo fa con il caratteristico tocco alla Monicelli: in modo decisamente
divertente.
La prima parte del film, quella che si svolge in Sicilia, è modulata sul registro del grottesco.
Rivediamo atmosfere e usanze (il delitto d’onore, oppure la cosiddetta ‘fuitina’) che Pietro Germi,
un altro grande regista della commedia italiana, amico di Monicelli, aveva già efficacemente
tratteggiato in opere come Divorzio all’italiana (1961) e Sedotta e abbandonata (1964). Nella
seconda parte, quella ambientata in Inghilterra, emerge nettamente l’arretratezza culturale di certi
comportamenti che il miglior cinema italiano ha contribuito a criticare.
Un valore aggiunto di La ragazza con la pistola è il lancio della protagonista Monica Vitti, quale
credibile interprete comica. La produzione – ha raccontato più volte Monicelli – non la voleva e
puntava su Claudia Cardinale. La Vitti era percepita come un’attrice sofisticata: anche se era
comparsa in qualche commedia, era considerata da molti la musa dell’incomunicabilità
cinematografica, per il suo sodalizio, artistico e sentimentale, con Michelangelo Antonioni.
Monicelli, come era solito fare, tenne duro e spalancò alla Vitti una carriera di attrice brillante.
LA SCHEDA
La ragazza con la pistola. Regia: Mario Monicelli; soggetto: Rodolfo Sonego; sceneggiatura:
Rodolfo Sonego, Luigi Magni; fotografia: Carlo Di Palma; scenografia e costumi: Maurizio Chiari;
musica: Peppino De Luca; montaggio: Ruggero Mastroianni; aiuto regista: Renzo Marignano;
produzione: Gianni Hect Lucari per Documento Film. Italia, 1968. Durata 104’.
Interpreti: Monica Vitti (Assunta Patanè), Carlo Giuffré (Vincenzo Maccaluso), Stanley Baker (il
medico chirurgo), Corin Redgrave (suicida), Tiberio Murgia (emigrante), Aldo Puglisi (emigrante),
Stefano Satta Flores (cameriere).
Premi: Festival di San Sebastian per la migliore interpretazione femminile; Nastro d’argento per la
migliore interpretazione femminile; David di Donatello per produzione e interpretazione femminile;
Nominato all’Oscar per il miglior film straniero (1969).
(a cura di Umberto Guidi)
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