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allegretti 2016 - Convivere con l`adhd
PILLOLE DI ADHD U.O.Complessa “Neuropsichiatria Infantile e dell’Età Evolutiva” Responsabile: Dott. Massimo Stortini CENTRO DI RIFERIMENTO REGIONALE ADHD Responsabile: Dott.ssa Mariella Allegretti Disturbo da deficit di attenzione ed iperattività (ADHD) Linee guida dell’ADHD“Regione Umbria” 3-09-2012 ADHD SINTOMI CARDINE Deficit di attenzione Impulsività Iperattività L’ADHD è … caratterizzato da pattern persistente di disattenzione e/o iperattività/impulsività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo un disturbo neuropsichiatrico ad esordio in età evolutiva ma che modificandosi può, persistere per tutta la vita poco studiato nei soggetti adulti dove il sintomo predominante è rappresentato dalla disattenzione I sintomi devono … Durare almeno 6 mesi Presentare un’intensità incompatibile con il livello di sviluppo Essere presenti in diversi contesti (famiglia, scuola, sport) Avere un impatto negativo diretto sulle attività sociali e scolastiche/lavorative DISATTENZIONE (o facile distraibilità) Si manifesta come incapacità a mantenere l’attenzione in modo stabile su un determinato compito, a portare a termine le azioni intraprese e scarsa cura per i dettagli I bambini appaiono costantemente distratti come se avessero altro in mente, evitano di svolgere attività che richiedono attenzione per i particolari o abilità organizzative, perdono frequentemente oggetti significativi o dimenticano attività importanti DISATTENZIONE (o facile distraibilità) Si mostrano incapaci di pianificare e organizzare il lavoro: il loro banco è spesso in disordine, tendono a dimenticare il materiale scolastico e ad evitare compiti che richiedono uno sforzo nell’organizzare il lavoro Presentano difficoltà a prestare attenzione ad un’unica fonte di informazione, cedendo ad elementi di distrazione sia esterni che interni. La loro attenzione è catturata da stimoli anche irrilevanti e non pertinenti con il compito DISATTENZIONE (o facile distraibilità) In ambito scolastico le difficoltà attentive comportano un rendimento al di sotto delle potenzialità Nei compiti si verificano parecchi errori di distrazione in ogni ambito disciplinare, i quaderni sono disordinati DISATTENZIONE (o facile distraibilità) Il quadro cambia in situazioni nuove, stimolanti e intrinsecamente motivanti o nella relazione uno a uno Davanti alla TV o alla PlayStation i bambini con ADHD possono iperfocalizzare l’attenzione e mantenere un adeguato livello di attivazione per ore IMPULSIVITA’ Si riferisce a uno stile temperamentale caratterizzato da incapacità di riflettere, mediare e dilazionare le risposte comportamentali in rapporto alle esigenze del contesto Si manifesta come difficoltà ad organizzare azioni complesse e ad aspettare il proprio turno in situazioni di gioco e/o di gruppo IMPULSIVITA’ A scuola l’impulsività si manifesta nel dare risposte affrettate all’insegnante prima che la domanda sia stata completata, o nell’eseguire frettolosamente i compiti senza aver ascoltato le istruzioni e senza aver pensato ad un piano di azione Sul piano dell’incolumità fisica l’impulsività può implicare il correre inutili rischi per avventatezza Questo comportamento può essere considerato intenzionale, sprezzante, oppositivo mentre, in genere, riflette un immediato bisogno di gratificazione e l’incapacità a fermarsi e pensare IPERATTIVITA’ I bambini vengono riferiti “come azionati da un motore”, hanno difficoltà a rispettare le regole, i tempi e gli spazi dei coetanei, a scuola trovano spesso difficile anche rimanere seduti Il movimento nei bambini ADHD spesso manca di una vera finalità. Si tratta di un’attività caotica e poco influenzata da criteri costruttivi: seduti al banco possono continuare a muovere mani e piedi in modo disordinato e spesso inconsapevole IPERATTIVITA’ Appaiono continuamente alla ricerca di stimoli nuovi, a cui però si adattano velocemente e dai quali non vengono mai soddisfatti a lungo. Per questo motivo saltano da un gioco all’altro L’iperattività è generalmente presente anche su piano verbale: parlano troppo con una forma di discorso tipo torrenziale, spesso passano da un argomento all’altro senza completarne alcuno ADULTI: si può manifestare come un’estrema irrequietezza o con il logorare gli altri con la propria attività. Il criterio diagnostico determinante è l ’ attenta valutazione di ciò che costituisce un comportamento “improprio” che lo porterà ad avere problemi … Sono persistenti in tutti i contesti (casa, scuola …) Sono persistenti nella gran parte delle situazioni (lezione, compiti a casa, gioco, a tavola, davanti alla TV) Costituiscono bambino la caratteristica costante del Difficoltà relazionali Scarsa abilità nella utilizzazione delle norme di convivenza sociale, in particolare nelle capacità che consistono nel cogliere quegli indici sociali non verbali che modulano le relazioni interpersonali interferenza nella qualità delle relazioni con il mondo che li circonda SVILUPPO DI UN CONCETTO 2010 2000 1990 1980 1970 1960 1950 1940 1930 1920 1910 1900 1890 1880 1870 1860 1850 1840 1846 H. Hoffmann 1902 George Still (Londra) descrive sintomi simili all’ADHD 1932 Kramer & Pollnow (Berlino) descrivono il disturbo ipercinetico 1937 Bradley usa benzedrina per il disturbo ipercinetico 1954 Panizzon sintetizza il metilfenidato (MPH) 1962 Lesione & disfunzione cerebrale minima (MBD) 1966 Clements e Peters (USA) caratterizzano il deficit attentivo infantile 1980 Disturbo da deficit di attenzione ± Iperattività (DSM-III) ADD/H± 1987 Disturbo di attenzione con iperattività (DSM-IIIR) ADHD 1992 L’ICD-10 distingue il disturbo ipercinetico HKD 1994 Il DSM-IV aggiorna i criteri ADHD/ ADD 2013 Il DSM-5 aggiorna i criteri ADHD/ ADD EPIDEMIOLOGIA PREVALENZA Età scolare: 2-5% (DSM-IV) 1-2% (ICD 10) Rapporto maschi femmine: 4/1 a 9/1 Prevalenza adulti: 1 - 7.5% (Ebejer et al., 2012, Fayyad et al., 2007, Plonczyk et al., 2007, Kessler et al., 2006, Simon et al., 2009) DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO ADHD: CRITERI DIAGNOSTICI (DSM-5) Un bambino deve presentare almeno 6 sintomi di disattenzione e/o iperattività per un minimo di 6 mesi e in 2 o più contesti; inoltre, è necessario che tali sintomi siano presenti prima dei 12 anni di età e soprattutto che compromettano il rendimento sociale, scolastico o lavorativo DISTURBI DEL NEUROSVILUPPO ADHD: CRITERI DIAGNOSTICI (DSM-5) NOTA: I sintomi non sono soltanto una manifestazione di comportamento oppositivo, sfida, ostilità o incapacità di comprendere i compiti o le istruzioni. Per gli adolescenti più grandi e per gli adulti (17 anni e oltre di età) sono richiesti almeno 5 sintomi CLASSIFICAZIONE ADHD/HKD DIAGNOSI SECONDO DSM-5 (ADHD) disattenzione + Manifestazione combinata (50-75%) Iperattività/impulsività Solo disattenzione Manifestazione con disattenzione predominante (20-30%) Solo iperattività/impulsività Manifestazione con iperattività/impulsività predominante(≤15%) DIAGNOSI SECONDO ICD-10 (HKD) disattenzione + Iperattività + + Disturbo della condotta Impulsività Disturbo ipercinetico Disturbo ipercinetico della condotta ADHD: CRITERI DIAGNOSTICI (DSM-IV vs DSM 5) Specificare se: In remissione parziale: quando tutti i criteri sono stati precedentemente soddisfatti, non tutti i criteri sono stati soddisfatti negli ultimi 6 mesi e i sintomi ancora causano compromissione del funzionamento sociale, scolastico e lavorativo. Specificare la gravità attuale: Lieve: sono presenti pochi, ove esistenti, sintomi oltre a quelli richiesti per porre la diagnosi, e i sintomi comportano solo compromissioni minori del funzionamento sociale o lavorativo Moderata: sono presenti sintomi o compromissione funzionale compresi tra “lieve” e “gravi” Grave: sono presenti molti sintomi oltre a quelli richiesti per porre la diagnosi, o diversi sintomi che sono particolarmente gravi, o i sintomi comportano una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo Elevato rischio per ADHD: • • • • • • Disturbi del sonno Difficoltà di socializzazione ed adattamento Irritabilità Ridotta focalizzazione dell’attenzione Iperattività motoria Ridotto controllo inibitorio Insorti entro il 12° mese di vita … attesa … TEMPERAMENT O di TIPO B Quali sono le barriere all’identificazione e alla diagnosi? esterne 1. barriere ideologiche interne 2. complessità della diagnosi Barriere Ideologiche esterne Informazioni scorrette!!!!!! Barriere ideologiche interne Professionisti (NPI, Psicologi, Pediatri, etc.) Eccessiva enfasi sulle cause psicosociali negazione dell’esistenza del disturbo La complessità della diagnosi Difficoltà legate a: a)Procedure per la diagnosi b)Presentazioni specifiche c)Diagnosi differenziale e Comorbidità d)Variabilità longitudinale PROCEDURE PER LA DIAGNOSI LINEE GUIDA SINPIA, 2002 E’ di competenza del Neuropsichiatra Infantile o di altri operatori della salute mentale dell’età evolutiva con specifiche competenze sulla diagnosi e terapia dell’ADHD È, in ogni caso, essenzialmente clinica e si basa su: 1. osservazione diretta 2. raccolta di informazioni fornite da fonti multiple e diversificate (genitori, insegnanti, educatori) PROCEDURE PER LA DIAGNOSI LINEE GUIDA SINPIA, 2002 Non esistono test diagnostici specifici per l’ADHD I test neuropsicologici, i questionari per genitori ed insegnanti e le scale di valutazione sono utili per misurare la severità del disturbo e seguirne nel tempo l’andamento Spesso, sono cruciali per individuare eventuali patologie associate PROCEDURE PER LA DIAGNOSI LINEE GUIDA SINPIA (24/06/2002) 1) Raccogliere informazioni da fonti multiple (genitori, insegnanti, educatori) utilizzando interviste semistrutturate e/o questionari standardizzati sui diversi aspetti del comportamento e del funzionamento sociale del bambino 2) Esame psichico (colloquio) con il bambino per verificare la presenza di altri disturbi associati; possono essere utili le scale standardizzate di autovalutazione del bambino (ansia, depressione etc.) 3) Valutare le capacità cognitive e l’apprendimento scolastico; valutare in maniera oggettiva le capacità attentive, di pianificazione delle attività e di autocontrollo 4) Effettuare l’esame medico e neurologico per valutare la presenza di eventuali patologie associate e gli effetti di eventuali altre terapie in atto OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE L ’ accertamento della presenza dei tratti comportamentali previsti dal DSM-5, attraverso colloqui o questionari, non è sufficiente per formulare una diagnosi di ADHD È necessaria una valutazione clinica diretta del bambino, che faccia emergere oggettivamente la presenza di un danno funzionale OSSERVAZIONE COMPORTAMENTALE L’ADHD può non essere osservabile L’ADHD peggiora particolarmente o In situazioni altamente strutturate (interagisce vis-à-vis) o In situazioni nuove o Quando il paziente è impegnato in attività interessanti o Quando il paziente viene seguito individualmente o In un contesto controllato e sorvegliato o Quando riceve una consistente stimolazione esterna (per es. Attraverso schermi elettronici) o Quando vengono elargite frequenti ricompense o In situazioni non strutturate o Durante attività ripetitive o In situazioni noiose o In presenza di molte distrazioni o Con sorveglianza minima o Quando si richiede attenzione sostenuta o sforzo mentale o Durante attività al proprio ritmo È importante l’osservazione in contesti diversi MANIFESTAZIONE CON DISATTENZIONE PREDOMINANTE Meno studiata dai ricercatori Slugghish cognitive tempo Sottodiagnosticata dai clinici L’assenza di disturbi esternalizzanti può distogliere dall’ipotesi diagnostica dell’ADHD MANIFESTAZIONE CON IPARATTIVITA’/IMPULSIVITA’ PREDOMINANTE ? Pochi studi includono questa manifestazione LA COMPLESSITA’ DELLA DIAGNOSI I sintomi nucleari possono essere: Parte integrante del quadro clinico (diagnosi) Parte di un quadro clinico che simula l’ADHD (diagnosi differenziale) Parte di un quadro clinico che si associa all’ADHD (comorbidità) LA COMPLESSITA’ DELLA DIAGNOSI DIAGNOSI DIFFERENZIALE e comorbidita’ • Vivacità dei bambini normali • Bambini molto intelligenti collocati in ambienti poco stimolanti sul piano didattico • Disabilità intellettiva. I sintomi dell’ADHD sono comuni tra i bambini inseriti in contesti scolastici inappropriati per le loro abilità intellettive. La diagnosi di aggiuntiva di ADHD va fatta solo se i sintomi di disattenzione e iperattività sono eccessivi per l’età mentale • Disturbo oppositivo provocatorio. Gli individui con DOP possono opporsi ai compiti scolastici/lavorativi che richiedono applicazione in quanto si oppongono al soddisfacimento delle richieste degli altri. Presentano negatività, ostilità e provocatorietà. Tali sintomi sono differenti dall’avversione per la scuola o per compiti mentalmente impegnativi dovuti alla difficoltà di sostenere lo sforzo mentale o al dimenticare le istruzioni. • Disturbi dello spettro autistico. Bambini con ADHD e quelli con disturbi dello spettro autistico presentano: disattenzione, disfunzioni sociali e difficoltà a gestire il comportamento. La disfunzione sociale e il rifiuto dei coetanei osservati nei bambini con ADHD devono essere distinti dal disimpegno sociale, dall’isolamento e dall’indifferenza verso i segnali comunicativi del viso e della voce osservati in individui con disturbo dello spettro autistico. LA COMPLESSITA’ DELLA DIAGNOSI DIAGNOSI DIFFERENZIALE e comorbidità • Disturbo specifico dell’apprendimento. I bambini con DSA possono sembrare disattenti a causa della frustrazione, della mancanza di interesse o delle abilità limitate. La disattenzione negli individui con DSA non è invalidante al di fuori del contesto scolastico • Disturbo d ’ ansia. L’ADHD condivide con il disturbo d’ansia la disattenzione. Gli individui con ADHD sono disattenti a causa della loro attrazione per stimoli esterni, nuove attività o a causa del loro pensiero rivolto ad attività divertenti. Nei disturbi d’ansia la disattenzione è dovuta a preoccupazioni e ruminazioni. Anche nei disturbi d’ansia può essere osservata irrequietezza • Disturbi depressivi. Gli individui con disturbi depressivi possono manifestare incapacità di concentrazione. Tuttavia, la scarsa concentrazione nei disturbi dell’umore diventa preminente solo durante un episodio depressivo LA COMPLESSITA’ DELLA DIAGNOSI DIAGNOSI DIFFERENZIALE Per una corretta diagnosi differenziale è opportuna una buona anamnesi personale, che deve indagare i seguenti aspetti: •nascita pretermine, sofferenza perinatale, possibili danni al SNC •modalità di esordio e di sviluppo dei sintomi, pervasività e stabilità •funzionamento scolastico, emotivo e sociale COMORBIDITA’ - influenza l’espressività clinica - configura specifiche manifestazioni - incide sulla storia naturale e la prognosi - deve essere considerata nelle scelte terapeutiche Deve essere sempre prese in considerazione nell’iter diagnostico COMORBIDITA’ETA’ EVOLUTIVA Molto frequenti (più del 50%) disturbo oppositivo-provocatorio d. della condotta Frequenti (fino al 40%) disturbi specifici dell’apprendimento disturbi d’ansia Meno frequenti (fino al 20%) tic depressione Circa l’80% dei soggetti in età evolutiva presenta almeno una comorbidità DECORSO DEL DISTURBO BAMBINI IN ETÀ PRESCOLARE 3-6 anni Irrequietezza motoria, attività caotiche e irruente Difficili da gestire, ”intolleranza” alle regole crisi di collera ingiustificata Litigiosi (“aggrediscono” i coetanei per impossessarsi dei loro giochi) Ridotta durata del gioco Attività grafica disorganizzata, ritardata acquisizione dei prerequisiti scolastici Assenza di timore, “ricerca” di situazioni pericolose e frequenti lesioni Problematici per le autonomie sfinteriche e il sonno DECORSO DEL DISTURBO BAMBINI DI SCUOLA ELEMENTARE (6-12 anni) Distraibilità (diventa più preminente) Irrequietezza Comportamento impulsivo e dirompente Problemi associati: - DSA - Comportamento aggressivo - Rifiuto da parte dei compagni/coetanei - Rapporti familiari difficili - Bassa autostima DECORSO DEL DISTURBO ADOLESCENTI (13-17 anni) Difficoltà nella pianificazione e organizzazione Disattenzione persistente (cambi di argomento nelle conversazioni, non ascoltano quello che dicono gli altri) Riduzione dell'irrequietezza motoria (agitazione, sensazione interiore di nervosismo, irrequietezza, impazienza e difficoltà a partecipare ad attività sedentarie) Impulsività (tendono a reagire troppo velocemente) DECORSO DEL DISTURBO ADOLESCENTI (13-17 anni) Rabbia e oscillazioni dell’umore Comportamenti a rischio: abuso di alcool e sostanze, fumo, gravidanze precoci ▼ autostima ▼ rapporti sociali difficoltà con l’autorità problemi accademici e abbandono scolastico difficoltà nell’agire in modo autonomo DECORSO DEL DISTURBO ADULTI L’ADHD non è un disturbo circoscritto all’età evolutiva e persiste nei soggetti adulti nei 2/3 dei casi (Ebejer et al., 2012;Faraone et al., 2006) Il sintomo predominante è la disattenzione che si manifesta come: disorganizzazione, dimenticanza/smemoratezza, Inaffidabilità, difficoltà di pianificazione e di gestione del tempo L’iperattività tende a diminuire con gli anni ma permangono alcuni sintomi caratteristici: impulsività, bassa soglia alle frustrazioni, immaturità, tendenza ad eccessi d’ira o reazioni esagerata DECORSO DEL DISTURBO ADULTI Quando l'iperattività è presente può comportare difficoltà di partecipazione ad attività sedentarie e l'evitamento di passatempi e occupazioni che limitano l'opportunità di movimento spontaneo (per es. i lavori alla scrivania) La maggior parte degli adulti affetti da ADHD presenta almeno una comorbidità psichiatrica (Kessler RC, 2006): Ansia 47% Disturbi dell’umore 38% Disturbo del controllo degli impulsi 20% I sintomi dell’ADHD influenzano il funzionamento dei soggetti affetti in diversi ambiti della vita determinando compromissione cognitiva, difficoltà accademiche e quindi ridotte possibilità di carriera, lavorative, finanziarie, e problemi relazionali (ad es. conflitti familiari, fallimenti matrimoniali, problemi con i pari) (Biederman et al., 2008; de Graaf et al., 2008; Faraone et al 2000) La diagnosi in età evolutiva deve basarsi su una valutazione accurata del bambino condotta da un Neuropsichiatra Infantile o da altri operatori della salute mentale dell’età evolutiva con specifiche competenze sulla diagnosi e terapia dell’ADHD E’ auspicabile la valutazione multidisciplinare (che può comprendere la collaborazione del pediatra, dello psicologo, del logopedista, del fisioterapista, del pedagogista, dell’educatore e dell’assistente sociale) La valutazione richiede competenza, pazienza e tempo Modelli Neuropsicologici per l’ADHD 1. Funzioni esecutive 2. Percezione temporale 3. Rinforzo-motivazione 4. Attivazione/Regolazione 5. Discontrollo motorio Inibizione Memoria di Lavoro Avversione per l’attesa A TRIPLE PATHWAY HYPOTHESIS CORTICO-VENTRAL STRIATAL LOOP DISTURBANCE CORTICO-DORSAL STRIATAL LOOP DISTURBANCE CORTICOCEREBELLAR LOOP DISTURBANCE SIMPLIFIED FUNCTIONAL NEUROANATOMY MOTOR CORTICES OFC ANTERIOR CINGULATE IMPAIRED SIGNAL DELAYED REWARD DELAY AVERSION INHIBITORY DEFICITS EXECUTIVE DEFICITS ADHD TEMPOROSENSORYMOTOR INTEGRATI’N DEFICITS MOTOR ASYNCHRONY DLPFC THALAMUS AMYGDALA VENTRAL STRIATUM DORSAL STRIATUM Nucleus Accumbens Caudate Nucleus NEO CEREBELLUM DEFICIT FUNZIONI ESECUTIVE • AUTOREGOLAZIONE: capacità che un organismo ha di controllare le sue reazioni in relazione alle esigenze della situazione in cui si trova • Pianificazione, flessibilità cognitiva, attenzione, inibizione della risposta automatica. Genetica molecolare dell’ADHD Whole genome linkage: Ampie regioni di genoma che possono contenere geni di suscettibilità Nessuna regione specifica per ADHD, ma 16q23 [CDH13 (SUD)]. Studio dei geni candidati DAT-1, DRD 4, DRD-5, COMT, SNAP 25, 5HTTR, 5HT1B, Genome Wide Asociation Studies (GWAS) Nessuno SNPs ha raggiunto la significatività statistica. Nei top-25: Cannabinoid Receptor 1 (CNR1) Caderina 13 (CDH 13) Tollloid-like (TTLs) Glucose-fructose oxidoreductase domain 1 (GFOD1) Sodium Hydrogen exchanger 9 (SLC9A9) Copy Number Variants (CNVs) Genetica molecolare dell’ADHD Gene Study design DA D4 receptor ( 7 repeats) Family 1.16 1.03 - 1.31 DA D4 receptor ( 7 repeats) Case control 1.45 1.27 - 1.65 DA D5 receptor (CA repeats) Family 1.24 1.12 - 1.38 DA Transporter (10 repeats) Family 1.13 1.03 - 1.24 DA ß hydroxylase (Taq A) Case control 1.33 1.11 - 1.59 SNAP 25 (T1065B) Family 1.19 1.03 - 1.38 Serotonin Transposter (long) Case control 1.31 1.09 - 1.59 HTR1B (G861C) Family 1.44 1.14 - 1.83 OR 95% CI Fattori biologici acquisiti – – – – Esposizione intrauterina ad alcool o nicotina Nascita pretermine e basso peso alla nascita Disturbi cerebrali (encefaliti, traumi) Allergie alimentari (?). Interazione Geni-Ambiente e ADHD. DAT -10 + Fumo materno = aumentato rischio di ADHD (Kahn 2003) DAT -10 + Alchool in gravidanza = aumentato rischio ADHD (Mill 2004) 5HTT + eventi stressanti = Depressione (Caspi 2003) Meccanismi eziologici e fisiopatologia Fattori di Rischio Predisposizione Genetica Fattori biologici acquisiti Avverse condizioni familiari e scolastiche Processi Networks Neuronali Alterati Livelli Neuro-anatomia • Neurochimica • fisiologia Auto-regolazione Alterata Neuropsychologia Inattenzione, Iperattività, Impulsività Comportamento Interazioni Negative con i caregivers Interazioni Disturbi/ problemi Associati Comorbidità Döpfner et al 2002 Decorso del Disturbo complicazioni Demotivazione Bassa autostima Comportamento Scarse attitudini Solo distruttivo sociali ADHD Disturbate Problemi di relazioni familiari apprendimento Disturbo oppositivo Disturbo dell'umore Comportamento provocatorio Difficoltà di apprendimento Allontanamento dalla scuola Comportamento antisociale Disturbo di condotta Abuso di sost. Stupefacenti Età Comorbidità psichiatrica e Diagnosi differenziale Disturbo oppositivo- provocatorio Disturbo di Condotta Disturbi Depressivi Disturbo Bipolare Disturbi d’Ansia Disturbo Ossessivo-Compulsivo Disturbi Adattamento (con sintomi emotivi e di condotta) Sindrome di Tourette Disturbi Specifici dell’apprendimento Ritardo Mentale Dist. Disturbi Pervasivi dello Sviluppo Tourette Condotta HF Autismo DAMP ADHD Dist. dell’Umore Dist. Apprendimento Dist. d’ansia Infanzia D.Ansia D.Oppositivo Provocatorio ADHD Adolescenza D.Umore Disturbo Condotta Età Adulta D. Uso Substanze D.Antisociale Personalità Loeber et al. 2000 Compromissione funzionale del bambino con ADHD Inattenzione Iperattività Bambino Impulsività Disturbi associati Deficit funzionale Famiglia Scuola Coetanei Problemi genitoriali, mancanza di controllo, problemi relazionali Carico per la famiglia, problemi di salute mentale dei genitori Difficoltà di apprendimento e insuccesso scolastico Rapporto negativo insegnante-studente Relazioni interpersonali negative con i coetanei Richiede un intervento multimodale •La Presa in carico deve investire tutta la famiglia e non limitarsi al minore. •L’ADHD è una sindrome complessa che richiede un intervento terapeutico multimodale. Psicoeducazione Sul minore Terapia cognitivo-comportamentale Psicofarmacoterapia Sui genitori Sulla scuola Psicoeducazione Parent training Psicoeducazione Teacher training 103 coppie • Psicofarmacoterapia all’interno di un “programma globale • Test al Metilfenidato nel Centro di Riferimento presso U.O.C. «NPI.EE» ex ASL 04 - Terni “CENTRO DI RIFERIMENTO” • DEFINIZIONE E/O CONFERMA DELL’IPOTESI DIAGNOSTICA, • INDICAZIONI TERAPEUTICHE, • VERIFICA DELL’ANDAMENTO CLINICO E DEI PERCORSI TERAPEUTICI, • GESTIONE DEL “REGISTRO” DATI ISS, • CONSULENZA E SUPPORTO ALLE STRUTTURE TERRITORIALI Un centro di riferimento regionale deve suggerire e monitorare i farmaci, superando i pregiudizi tuttora esistenti nella società. • Efficacia dell’intervento di parent training in età prescolare • Intervento multimodale più mirato: • • • • Riduzione sintomi ADHD Riduzione sintomi di comorbidità Ridotti rischi per altre complicazioni Potenziamento delle strategie del bambino, della famiglia e della scuola PRESA IN CARICO (LINEE GUIDA REGIONE UMBRIA) • PSICOFARMACOTERAPIA • Sostanze psicostimolanti, capostipite la benzedrina (Bradley 1937) e successivamente pemolina, destroanfetamina, metilfenidato, metilfenidato a lento rilascio, l’Atomoxetina sono i farmaci più comunemente usati nel mondo anglosassone e in Europa nei soggetti con la sindrome ADHD. • I farmaci psicostimolanti sono sostanze efficaci e varie ricerche di metanalisi ne consigliano l’uso all’interno di un programma globale di trattamento verso i minori con ADHD, le famiglie e la scuola.. PRESA IN CARICO (LINEE GUIDA REGIONE UMBRIA) • Gli effetti collaterali di queste sostanze si possono manifestare, in una elencazione non esaustiva, in ambito neurologico (vertigini, cefalea, convulsioni e tics), in ambito psichiatrico (modificazioni del tono dell’umore, sintomi psicotici e ideazione suicidiaria); in ambito gastroenterologico ( diminuzione di peso e dell’appetito, dolori addominali), diminuzione della crescita staturale. (Berman et al 2009 , Graham et al 2011). PRESA IN CARICO (LINEE GUIDA REGIONE UMBRIA) • Per quanto riguarda le problematiche cardiache, in un lavoro recente, che ha interessato 150.359 pazienti e 292.840 soggetti controllo, pubblicato su JAMA ( Habel et al. 2011) gli AA concludono che l’uso degli stimolanti nei giovani e negli adulti di media età, che usano o hanno usato psicostimolanti non determina rischio aumentato di “accidenti cardiovascolari” rispetto ai normali. Formulazione a rilascio prolungato da 20 mg 70% della dose: rilascio prolungato 30% della dose: rilascio immediato (14 mg) (6 mg) Zucchero:saccarosio Zucchero:saccarosio Metilfenidato HCl Metilfenidato HCl Rivestimento: Rivestimento: idrossipropilmetilcellulosa idrossipropilmetilcellulosa Mambrana di controllorilascio: etilcellulosa Microsfere Summary of Product Characteristics Equasym, electronic Medicines Compendium (eMC) at http://emc.medicines.org.uk EFFICACIA DEGLI INTERVENTI Normalizzazione sintomatica nello studio MTA 80 68 70 56 Percentuale 60 50 34 40 30 25 20 10 0 Trattament o standard CBT MED MED + CBT Scegliere correttamente la prima terapia Tutti i Bambini e Adolescenti che ricevono una diagnosi diADHD (e le loro famiglie) dovrebbero ricevere psicoeducazione Tutti i servizi che fomulano la diagnosi di ADHD dovrebbero essere in grado di offrire / indicare un ampio range di interventi (farmcologici e non Aifarmacologici) casi di ADHD meno grave dovrebbe essere Se la diagnosi è ADHD offerto l’intervento comportamentale (parent grave e invalidante training). l’intervento di prima I farmaci possono essere considerati per i casi che rifiutano scelta in genere l’intervento comportamentale o se tale intervento risulti comprende i farmaci fin inefficace o non disponibile Problemi aggiuntivi (es. ridotte competenze sociali, bassa dall’inizio autostima, stress familiare) dovranno in genere essere affrontati: richiedono spesso un ampio spettro di abilità cliniche e terapeutiche Disturbi in comorbidità, quali Disturbi specifici dello sviluppo ( es. dislessia, disprassia, etc) o altri disturbi psichiatrici (es. ODD) richiederanno modifiche e integrazioni del piano di trattamento Linee di indirizzo regionali per i disturbi dirompenti del comportamento Comorbidità ADHD-DOP/DC • Ritalin effetto antiaggressivo • Profili ADHD (con componente aggressiva più o meno intensa, ed elementi internalizzanti più o meno intensi). + I bambini con ADHD …possono essere di larghe vedute …possono …they can be essere entusiasti excitable …possono essere pieni di energia …possono essere spiritosi Döpfner et al 2002