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Bottini- il profilo di un grande matematico: Maria

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Bottini- il profilo di un grande matematico: Maria
Il profilo di un grande matematico:
MARIA
MONTESSORI
Chiara Luisa Bottini,a.a 2010/2011
Qualche accenno biografico:
Nacque il 31.8.1870 a Chiaravalle (Ancona) da una famiglia medio
borghese. Trascorre l'infanzia e la giovinezza a Roma dove decide
d'intraprendere studi scientifici per diventare ingegnere, un tipo di
carriera che a quel tempo era decisamente preclusa alle donne. Si
iscrisse alla facoltà di medicina dove si laurea nel 1896 con una tesi in
psichiatria diventando la prima dottoressa d’Italia. Intorno al 1900
inizia un lavoro di ricerca presso il manicomio romano di S. Maria
della Pietà dove, tra gli adulti malati di mente, si trovavano bambini
con difficoltà o con turbe del comportamento di cui si prende
amorevolmente cura. Nello stesso periodo inizia una burrascosa
relazione con Montesano suo compagno di studi dal quale avrà un
figlio. Nel 1907 apre nel quartiere popolare di Roma la prima Casa dei
Bambini dove utilizzerà per insegnare ai bambini normali lo stesso
metodo usto con quelli anormali. Nel 1909 pubblica "Il metodo della
pedagogia scientifica" che, tradotto in numerosissime lingue, darà al
metodo Montessori una risonanza mondiale. Visse in diverse parti
d'Europa prima di far ritorno in Italia, dopo la caduta del fascismo e la
fine della Seconda Guerra Mondiale.
Muore il 6 maggio 1952 a Noordwijk, in Olanda, vicino al Mare del
Nord. La sua opera continua a vivere attraverso le centinaia di scuole
istituite a suo nome nelle più disparate parti del globo.
Domanda: Buongiorno, signora Montessori! Bene,direi che possiamo iniziare la nostra intervista.
Innanzitutto qual è la sua idea di bambino intono ai 3-6 anni?
Risposta: Principalmente si tratta di un bambino laborioso riscoperto nella sua autenticità
che, caratteristiche che purtroppo non emergono nella scuola, poiché questa ne reprime,con
i propri metodi costrittivi ogni espressione di spontaneità. Per me la psicologia infantile in
se stessa non può aver scoperto i caratteri naturali e le leggi psicologiche che presiedono la
crescenza infantile,perché nella scuola esistono condizioni di vita così anormali da far
risaltare i caratteri di stanchezza e di difesa,invece di rivelare l’espressione d energie
creative che aspirano la vita.
D. Dunque bisogna ricercare condizioni di vita scolastica che siano tali da consegnare
all’osservazione obiettiva l’alunno autentico?
R: Esatto! Bisogna sostituire l’immagine del bambino tutto gioco e immaginazione con
quella di un bambino concentrato,disciplinato,calmo,severamente impegnato nel suo lavoro.
D: E questo come si può raggiungere?
R: Basta sottrarre il bambino dalle influenze negative dell’adulto,alle inibizioni e repressioni
del suo bisogno di attività e, quindi, collocarlo in un ambiente adatto costruito in ragione
delle sue possibilità d’azione, perché si rivelasse l’autentica natura dell’infanzia, quella cioè
di un soggetto dotato di una straordinaria energia creativa e di insospettate potenzialità di
sviluppo.
D: Ha definito delle fasi evolutive nello sviluppo del bambino in età prescolare? Se sì,quali e
quante?
R: Ho individuato due fasi principali: nella prima da 0 a 3 anni la mente del bambino si
configura come mente assorbente,che assimila inconsciamente,ma in modo selettivo,i dati
con i quali viene in rapporto nel suo ambiente. Questa è la fase originaria e più creativa
dello sviluppo del bambino.
D: Come si apprende in questa prima fase?
R: L’apprendimento, in questo periodo, si identifica con il vivere stesso, è una sorta di
processo vitale durante il quale il bambino realizza le sue prime forme di adattamento
all’ambiente.
D: E la seconda fase invece?
R: La seconda fase occupa i tre anni successivi,quelli che coincidono con l’educazione prescolastica. Alla mente assorbente,che continua a mantenere vive le proprie energie di
assimilazione,si accosta la mente cosciente che ubbidisce al bisogno del bambino di
mettere ordine nell’enorme cumulo di impressioni assorbite nel periodo precedente.
D: Stiamo parlando della mente matematica, giusto? E che tipo di materiali vengono usati per
l’apprendimento in questa fase?
R: Sì, stiamo introducendo la nozione di mente matematica e definendo i materiali didattici
costituiti sulla base dell’isolamento di singole quantità sensoriali,che adempiano alla funzione
di mediare i rapporti conoscitivi del bambino con il suo ambiente.
Inoltre in questa fase sottolineo che l’educazione pre-scolastica assume le forme di una vera e
propria scuola dell’infanzia con una serie di contenuti basati su esercizi sensoriali di sviluppo
condotti per via analitica ed esercizi di vita pratica.
D: Ma con quali conoscenze entra il bambino nella scuola dell’infanzia?
R: Il bambino che entra nella scuola dell’infanzia è quasi sempre un soggetto deviato,cioè un
bambino che per effetto delle inibizioni provocate dall’adulto e dal suo potere ha subito un
arresto o una deformazione dello sviluppo spontaneo del proprio embrione spirituale,
cercando forme di compensazione che ne hanno alterato l’autenticità e la creatività originale.
D: Cosa vuol dire propriamente che il bambino è deviato e dunque spezzato?
R: Definisco bambino spezzato quel soggetto che per reagire è dovuto scappare rifugiandosi
nei capricci o nel mondo dell’immaginazione.
D: Quali sono le forme di deviazione?
R: Considero tali il gioco, il gusto per le favole, l’immaginazione,le tendenze al possesso
e al potere,la pigrizia e tutte le espressioni patologiche del mancato soddisfacimento
dei bisogni naturali del soggetto.
D: Come evitare queste distrazioni?
R:Attraverso un ambiente adatto e un materiale adeguato dove il bambino perviene
immediatamente alla sua conversione attraverso la concentrazione sul proprio
materiale e un comportamento che esclude gioco e fantasia. Dunque ci si basa sulla
ripetizione dell'esercizio, la cura dell'ordine e del lavoro severo.
D: La figura dell’educatrice che importanza ha nella sua scuola e quali sono i suoi compiti?
R: All'educatrice viene richiesto un atteggiamento di grande umiltà e di rispetto per il
progressivo dispiegarsi dello sviluppo infantile. Ad ella spetta il compito di organizzare
l'ambiente e di mostrare ai bambini l'uso corretto del materiale. I suoi compiti sono di
aiuto finalizzato ad uno sviluppo che deve potersi compiere secondo i ritmi della natura
e nella direzione originale di ciascuna individualità.
D: Che importanza da alla matematica ?
R: Per me è una materia molto importante nella vita quotidiana dal momento che “ il
numero è dappertutto”.
D:Quanto è utile e a cosa serve la matematica nello sviluppo del bambino?
R: A mio parere una mente matematica indipendente e con la capacità di risolver ei più vari
problemi necessita dello sviluppo di concentrazione,ordine,coordinazione e indipendenza.
D: Cosa ritiene fondamentale per un apprendimento adeguato di tale disciplina?
R: Credo che lo sviluppo sensoriale è fondamentale per costruire le basi del pensiero
matematico.
D: Di cosa a bisogno il bambino per appassionarsi a questa materia non sempre facile alla
comprensione e non così simpatica a prima vista?
R: Per un apprendimento appassionata della matematica i bambini hanno bisogno di
osservare, senza essere messi sotto pressione e fretta, come i numeri, diminuiscono,
cambiano, si relazionano tra loro.
D: Come si può permette ciò?
R: Penso proprio attraverso un utilizzo dei materiali divertente e semplici poiché questi
strumenti aiutano i bambini a costruire solida fondamenta per i concetti astratti.
D: Come si approccia il bambino al materiale fornitogli?
R: Guardando quello che accade in aula il bambino sceglie liberamente il materiale
adeguato alle sue necessità interne del momento. Questa libera scelta, inoltre, aiuta
l’insegnate ad osservare le necessità psichiche e le tendenze del piccolo. Mi permetto di
aggiungere che il bambino durante questa forma di “gioco” è lasciato libero di ripetere
l’esercizio più volte, perché questo, a mio parere, è il modo più adatto per permettergli di
raffinare i suoi sensi e le sue abilità.
D: Mi incuriosisce molto un fattore : c’è un metodo per spiegare ai bambini anche il numero zero?
R :Per illustrare lo zero, di solito faccio il seguente scherzo che aiuti i bambini a
comprendere che cos’è il nulla. Mi metto in mezzo a loro, che sono seduti sulle loro
seggioline. Mi rivolgo ad uno che ha già fatto l’esercizio dei numeri e gli dico di venire da
me zero volte. Il bambino quasi sempre corre da me e poi torna al suo posto e allora gli
ribadisco: “Ma, figlio mio, tu sei venuto una volta e io ti avevo detto zero volte”.
Comincia la meraviglia.
D: anche per noi!!!!
R: Il bambino chiede che cosa deve fare e gli spiego che se deve venire da me zero volte
non deve fare nulla e il nulla non si fa. Si sta fermi.
Poi si ripete l’esercizio con delle varianti del tipo : “Tu caro, con le tue dita, mandami
zero baci”: il bimbo freme, ride e sta fermo. “
Ripeto più volte l’invito ma lui è fermo. Intorno ci sono risa generali. Io faccio la voce
grossa come adirandomi delle loro risa e chiamo uno severamente, minacciosamente: “Tu
qui zero volte! Dico… qui subito zero volte; capisci? Dico a te: vieni qui zero volte!”. Non si
muove. Le risa si fanno più clamorose, eccitate anche dal mutamento del mio contegno,
prima di preghiera, poi di minaccia. “Ma insomma perché non mi baciate, perché non
venite?” e tutti gridano ad alta voce mentre gli occhi brillano, quasi lacrimando di gioia e di
risa: “zero è nulla! Zero è niente!” Una volta che hanno capito questo li invito a correre
verso di me una volta. Essi si precipitano intorno.
ZERO:
D: Bene,abbiamo capito cos’è lo zero e come spiegarlo,ma come presentare ai bambini i numeri più
grandi di zero?
R: Abbiamo detto che zero è niente, ma quando è messo vicino a uno, ci permette di contare
oltre 9 cioè, 10. Se invece di prendere il pezzo da 1, prendessimo pezzi tutti lunghi come l’asta
da 10, noi conterremmo 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90.
D: Può Spiegarsi meglio?
R: Allora procediamo gradualmente: cioè di unità in unità da una decina all’altra.
Per un primo esercizio, possono servire ancora le aste per le quantità,ma per dimostrare il
comportarsi dei numeri rappresentati con cifre è molto adatto un materiale consistente in
cornici dove sono fisse una sotto l’altra le decine: dove però si possono far scivolare dei
cartellini con una cifra, ricoprire lo zero.
Si procede così:
quando cominciamo con la prima decina nella cornice (10), prendiamo l’asta lunga 10.
Mettiamo poi la piccola asta da 1 vicino all’asta da 10 e nello stesso tempo infiliamo il numero
1, coprendo lo zero del 10. Poi togliamo l’asta da 1 e il numero 1 dalla cornice e mettiamo al
posto l’asta da 2 vicino all’asta da 10 e il numero 2sullo zero nella cornice, e così via, fino a 9.
Per avanzare oltre, avremmo bisogno di due aste da 10 per fare 20.
D: Ma qui non è necessario un materiale più ricco?
R: Sicuramente ed ecco che si penetra insensibilmente nel periodo della istruzione elementare
dove un ricco materiale di perle conduce ai calcoli e alle quattro operazioni.
D: Dunque per le quattro operazioni fondamentali della matematica quale metodo e
strumenti utilizza?
R:Per quanto riguarda l’addizione e la sottrazione lo strumento più semplice da
usare per i bambini in età pre-scolare e utile per capire come funzionano queste
due operazioni sono le aste numeriche.
D: Come si realizzano queste aste numeriche?
R: oh è molto semplice. Per prima cosa ci servono delle aste di legno. In tutto
abbiamo bisogno di 5,50m ripartiti così: 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90 e 100 cm
per creare i nostri segmenti di legno. Una volta levigati tracciamo sui segmenti un
segno ogni 10 cm. Poi con la tempera dipingiamo alternativamente ogni sezione
in rosso e in blu iniziando dal rosso. Una volta asciutte le aste sono pronte per
essere usate.
Il primo segmento di colore rosso rappresenta il numero 1,
il secondo da 20 cm colore rosso e blu
il numero 2,il terzo da 30 cm di colore
rosso- blu- rosso è il numero 3 e così via fino al 10.
R: Vi riporto un esempio molto curioso. L’altro giorno un bambino Leonardo mi ha
chiesto:” Quando Gloria avrà 5 anni,quanti ne avrò io?”.Gli ho risposto:”Ne avrai due di
più”. Una risposta troppo astratta per un bambino così piccolo così sono andata a
prendere l’asta numero 5 e l’asta numero 2. Gli ho spiegato che il 5 era l’età di Gloria e il 2
erano gli anni che lui ah più di lei. Gli ho chiesto di accostarle e di contare. Ed ecco fatta la
nostra prima addizione.
D:Ma esistono altri materiali che aiutino il bambino nella scoperta di questo nuovo mondo?
R: Sì. Benché le aste contengano il principale aiuto al bambino per iniziarlo all’aritmetica,
possiamo individuare altri due oggetti che fanno parte del primo materiale dell’aritmetica.
Uno di essi conduce a numerare unità separate e a iniziare la mente del bambino al concetto
dei gruppi numerici e al tempo stesso a fissare innanzi ai suoi sguardi la successione dei segni:
0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9.
D: Come si struttura questo materiale?
R: Questo materiale, chiamato il casellario dei fusi, ha delle caselle segnate ciascuna da una
delle dieci cifre suddette poste in successione dentro le quali il bambino accumula in gruppi
corrispondenti alla cifra degli oggetti separati, cioè raggruppa le unità. Nel nostro caso questi
oggetti sono rappresentati da lunghi bastoncelli a forma di fuso.
D: E,invece, il secondo materiale?
R:L’altro materiale consiste in un gruppo di cartellini in una scatola contenente degli oggetti
(marchette colorate); i cartellini sono separati (mescolati) e su di essi sono scritte le dieci cifre
da zero a nove. Il bambino deve prima disporre da sé in fila i cartelli, dimostrando con questo
di avere
appreso la serie numerica e di riconoscere le cifre che rappresentano i numeri. Sotto ad ogni
cifra poi dispone una quantità corrispondente di marchette, ordinandole a due a due: cioè una
coppia sotto l’altra; in tal modo si pone intuitivamente in rilievo la differenza tra numeri pari e
dispari.
D: E per la sottrazione vi sono altri metodi oltre alle aste ?
R: Certamente ci sono diversi metodi e strumenti per insegnala.
D: Ma non c’è uno particolare o interessante da proporci?
R: Sì, la sottrazione con le perline dorate. Un po’ difficile da spiegare così a voce, ma ci provo.
Allora innanzitutto serve questo materiale: un set di perline dorate che costituiscono la
"banca“,schede dei grandi numeri, 3 set di numeri piccoli (schede uguali a quelle dei grandi
numeri, ma di dimensioni inferiori),tre vassoi,due tappeti verde scuro. Inoltre mi preme
sottolineare lo scopo dell’esercizio è quello di comprendere la sottrazione, apprendere i termini
sottrazione, minuendo, sottraendo e differenza. E' un esercizio di gruppo. Prendiamo in
considerazione questo esempio e questi numeri : 4326 minuendo, 2112 sottraendo, 1103
sottraendo,1111 differenza.
L'insegnante davanti ai bambini compone il numero 4326 con le schede dei grandi numeri e con le
perline dorate e li mette sul tappeto verde.
R: Poi compone le cifre dei due sottraendi con le schede piccole e le mette su due vassoi, che
consegna a due bambini e li invita a togliere a turno dal numero totale prima 2112 e poi 11030.
Ovviamente i bambini non hanno mai lavorato con la sottrazione e la maestra li guida
nell’eseguire la sottrazione prima togliendo perline dall’unità, poi dalle decine, dalle centinaia
e dalle migliaia.
R: Una volta terminato l’esercizio la maestra spiegherà i termini che indicano gli elementi della
sottrazione e la terminologia potrà essere rafforzata con il metodo della lezione in tre tempi.
L'insegnante chiederà: "Indicami il minuendo. Qual è la differenza? Indicami un sottraendo.
C'è un altro sottraendo?". Poi indicherà uno alla volta le cifre chiedendo : "Come si chiama
questo?"L'insegnante userà questi termini ogni volta che si lavorerà alla sottrazione.
R: Mi preme far notare che con lo stesso materiale si possono spiegare anche la divisione e la
moltiplicazione.
D: Può fare un esempio per entrambe queste due operazioni?
R: Dunque, per la moltiplicazione usiamo lo stesso materiale preso per la sottrazione. Qui lo
scopo è comprendere il concetto di moltiplicazione come somma di addendi uguali e i termini
dell’operazione.
Si consideri quanto sto per spiegare.
L'insegnante pensa a che moltiplicazione proporre, ad esempio
2322 x 3=
Poi compone su tre vassoi il numero 2322 usando le schede piccole. Quindi dà i vassoi a tre
bambini, chiede loro di leggere ognuno la sua cifra, e poi li manda alla banca delle perline
dorate a raccogliere i quantitativi corrispondenti. I bambini raccolgono 2322 perline ognuno e
tornano dall'insegnante.
Lei prende un vassoio alla volta e sistema le perline sul tappeto verde dicendo che ogni
bambino ha portato 2322 perline e mette le cifre formate con le schede piccole in alto a destra.
Successivamente afferma che ora sul tappeto verde ci sono 2322 perline tre volte e invita i
bambini a sommarle per vedere quante ce ne sono in tutto.
E cosi dicendo riunisce le perline dei tre vassoi per ordine di grandezza, spingendole in alto.
Chiede a un bambino di contare, a partire dalle unità, e dopo che ogni ordine di grandezza è
stato contato, si pone accanto ad ognuno la cifra corrispondente, usando le schede dei grandi
numeri. L'insegnante soprappone le carte per formare la cifra e la mette sotto alle carte piccole
dicendo che in partenza si aveva 2322 tre volte e dopo averle sommate ne risultano 6966.
D: Grazie! Un esempio semplice e facile da comprendere. E per la divisione,invece?
R: Lo scopo di questo esercizio, svolto sempre con le perline, è quello di capire la divisione ei
suoi termini.
Si consideri questo esempio.
Prendiamo in considerazione al seguente divisione 4862:2=2431. l’insegnate pone sul tavolo la
cifra 4862 composta con le schede dei grandi numeri e la quantità di perline dorate
corrispondenti dicendo di voler dividere 4862 tra due bambini facendo in modo che ciascuno di
loro abbia lo stesso identico numero di perline e la stessa cifra. Così Quindi un vassoio ad
ognuno dei due bambini e inizia a dividere tra i due partecipanti prima le migliaia. Ce ne sono 4
migliaia. Dunque ogni bambino avrà 2000. Poi distribuisce in parti uguali le centinaia che sono
800. Dunque ogni bambino avrà 400 centinaia. Prosegue sempre allo stesso modo dividendo le
barrette delle decine e le unità in modo tale che sul tavolo non rimangono perline.
L'insegnante chiede ai bambini di sovrapporre le schede piccole per formare le cifre, loro lo
fanno, e lei chiede ad ognuno di leggere il suo numero. Ognuno di loro dirà 2431. Allora lei
prenderà le schede piccole da uno dei due vassoi, e metterà la cifra sopra al 4862 formato
con le schede dei grandi numeri : questo è il quoziente, la risposta al problema posto
dall'operazione, cioè quello che ognuno dei due bambini ottiene.
D:A proposito di moltiplicazione,visto che ne abbiamo parlato … le tabelline con che metodo vengono
spiegate? Per esempio la tabellina del 2?
R: Per la tabellina del 2 ci mettiamo comodamente seduti su una sedia con le mani
appoggiate sulle cosce. Con la mano destra andiamo a toccare la coscia sinistra e con la
sinistra la coscia destra. Una volta incrociate diciamo "Due". Proseguiamo con questo
movimento incrociato, contando sottovoce e, ogni volta che la sinistra tocca la coscia destra
diciamo a voce alta il numero successivo che qui sarà "Quattro", fino ad arrivare al 20.
E possiamo eseguire lo stesso movimento per la tabellina del 3( in cui al 3 battiamo le mani
e diciamo a voce alta il numero).
D: E per la tabellina del 4 invece?
R: Cominciamo come per la tabellina del 2, ma dopo aver toccato la coscia destra, andiamo a
toccare con la mano destra il gomito sinistro, e con la mano sinistra il gomito destro; a
questo punto diciamo a voce alta "Quattro" e ripetiamo questi movimenti fino a 40. Lo stesso
procedimento lo facciamo per la tabellina del 5 solo che dopo aver toccato il gomito sinistro
stringiamo con i due pollici le narici del naso e diciamo ad alta voce il numero.
D: Ma sono esercizi molto divertenti e coinvolgenti.
R: Esatto,tanto è vero che per la tabellina del 6 del 7 e dell’8 procediamo come per quella del
4 aggiungendo dei movimenti in più.
D: E per la tabellina del nove?
D: E per la tabellina del nove?
R: Per la tabellina del 9 otteniamo il risultato con le dita. Mettiamo le mani sulle cosce o sul
piano di un tavolo e apriamo le 10 dita. Ora pieghiamo il mignolo sinistro (9 x 1) e contiamo
da sinistra a destra le dita rimaste distese. Il messaggio più efficace per il cervello sarebbe se,
contando, premessimo ogni dito contro la coscia. Ora distendiamo nuovamente tutte le dita,
pieghiamo l'anulare sinistro (9 x 2) e contiamo allo stesso modo di prima fino al dito piegato:
sono 8. Il dito dietro al dito piegato vale 10,quindi siamo a18. Distendiamo un’altra volta le
dieci dita: ora pieghiamo il medio della mano sinistra (9 x 3) e contando da destra a sinistra
fino al dito piegato arriviamo a sette. Le due dita dietro il dito piegato sono 20,quindi 27. Si
prosegue allo stesso modo fino a 10 x 9 = 90
9 x 1= 9
9 x 2 = 18
9 x 7 = 63
D: Quindi dopo questa breve introduzione al mondo delle tabelline a che conclusioni possiamo
giungere?
R: Credo che in tutte queste attività i bambini trovano il proprio ritmo di movimento e ,
grazie alle ripetizioni, acquistano sicurezza nelle tabelline, non attraverso un arido
apprendimento mnemonico che impegna la parte sinistra del cervello, bensì facendo
esperienze ritmiche divertenti che diventano autentico lavoro di memoria, attraverso la
rielaborazione in tutti e due i lobi del cervello.
D: Bene bene, ma proseguiamo alla scoperta del suo metodo……
D: Mi affascina sempre di più il suo metodo,signora Montessori.
Un’altra curiosità e per insegnare le frazioni invece? Utilizza anche lei il classico metodo della torta
tagliata a fette?
R:No ,non ho usato questo classico esempio anche se molto valido.
D: E dunque quali sorprese è pronta a rivelarci?
R: Posso presentarvi due esercizi forse non troppo facili ma che mettono il bambino in
rapporto con tale tema fondamentale della matematica e permetto il suo sviluppo manuale e
cognitivo.
D: Bene, siamo tutt’orecchi!
R: Il primo esercizio è costituito da una serie di quattro grandi birilli di legno, suddivisi in
questo modo: un birillo è intero, uno suddiviso in
2 metà con l’interno colorato di rosso, u
no suddiviso in 3 parti con l’interno
colorato di arancio (giallo nella foto) e uno
suddiviso in 4 parti con l’interno colorato di verde.
Il set costituisce la rappresentazione sensoriale
dei divisori di 1/2, 1/3 e 1/4 e viene impiegato insieme
agli incastri. Il controllo dell’errore è dato
dalla forma del materiale.
D: E il secondo, invece?
R: Il secondo esercizio prevede l’uso di dieci piastrelle di metallo, ciascuna delle quali
contiene dei cerchi rossi ad incastro del diametro di 10 cm. Il primo cerchio è intero, gli altri
sono man mano suddivisi in parti uguali, da 2 a 10. Ogni parte è munita di pomolo di presa
per essere asportata.
R: Posso affermare che con questo materiale si introduce il bambino ad ogni aspetto del
lavoro con le frazioni: terminologia corretta, equivalenze, funzioni aritmetiche,
conversioni in decimali, misurazione degli angoli …
D: La ringrazio moltissimo signora Montessori. Le sue risposte alle mie domande sono tate
limpide e molto comprensibile. La sua spiegazione mi ha permesso di scoprire un po’ più a
fondo il suo metodo indagando anche alcuni aspetti sconosciuti e a volte non troppo simpatici
o immediati come lo studio della matematica.
Il metodo Montessori è tutt’oggi ancora usato in numerose scuola italiane si
veda l’esempio riportato nel sito
N. B
http://www.montessorivarese.it/metodo.html
E non solo. Riporto qui sotto il sito di Repubblica dove è reperibile un articolo(del
28/09/2006) molto interessate sull’utilizzo del metodo montessoriano anche
all’estero:
http://www.repubblica.it/2006/09/sezioni/scuola_e_universita/servizi/montessori
-studio-americano/montessori-studio-americano/montessori-studio-americano.html
Riferimenti:
1. http://www.lapappadolce.com/page9.php
2.http://www.matematicamente.it/il_magazine/numero_6%3A_maggio_2008/84._maria_montess
ori_e_jean_piaget_200807263507/
3. www.ssis.unige.it/0607Montessori.pdf
4. http://www.studenti.it/materie/psicopedagogia/articoli/maria_montessori.php
5. Chiosso, L’educazione nell’Europa moderna., Mondadori Università (Mnuale di storia
dell’educazione)
6. http://rivista.ssef.it/site.php?page=20050111103341197&edition=2010-01-01
7. http://www.indire.it/aesse/content/index.php?action=read_school&id_m=3465&id_cnt=5676
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