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comprensivi si diventa

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comprensivi si diventa
La domanda di formazione più ricorrente negli
ultimi tempi, riguarda l’elaborazione di curricoli
d’istituto verticali a seguito della decisione
normativa che, a partire dall’anno scolastico
2013-2014, tutto il primo ciclo di istruzione sia
costituito da Istituti Comprensivi.
L’obiettivo è quello di costruire un curricolo in grado di
accompagnare il percorso educativo dell’allievo nei grandi
segmenti (scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola
secondaria) superando accavallamenti e ripetizioni e definendo
le tappe relative al suo sviluppo formativo. Il curricolo verticale
risponde a questa esigenza in quanto assume a proprio
connotato di base il criterio della “continuità nella differenza”.
In altri termini
delinea senza ripetizioni e ridondanze,
un processo unitario, graduale e coerente,
continuo e progressivo.
DEFINIZIONE DI CURRICOLO VERTICALE
Una progressione di competenze, da
realizzare attraverso la predisposizione di una
serie di ambienti di apprendimento,
differenziati e progressivamente arricchiti, ma
con una regia comune degli insegnanti.
(Cerini)
Le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e
del primo ciclo di istruzione, pubblicate nel 2012, affermano che :
«L’itinerario
scolastico
dai
tre
ai
quattordici
anni,
pur
abbracciando tre gradi di scuola caratterizzati ciascuno da una
specifica identità educativa e professionale, è progressivo e
continuo. La presenza, sempre più diffusa, degli Istituti
comprensivi consente la progettazione di un unico curricolo
verticale e facilita il raccordo con la scuola secondaria di secondo
grado»
La costruzione del curricolo non è un adempimento formale, ma è
“il processo attraverso il quale si sviluppano e organizzano la
ricerca e l’innovazione educativa”.
MOTIVAZIONI per l’elaborazione del curricolo verticale
1. evitare frammentazioni, segmentazioni, ripetitività del sapere e
tracciare un percorso formativo unitario
2. costruire una “positiva” comunicazione tra i diversi ordini di scuola
del nostro istituto
3. consentire un clima di benessere psico-fisico che è alla base di ogni
condizione di apprendimento e favorisce la libera espressione delle
proprie emozioni e delle abilità cognitive e comunicative
FINALITA’ del curricolo verticale
1. assicurare un percorso graduale di crescita globale
2. consentire l’acquisizione di competenze, abilità, conoscenze e
quadri concettuali adeguati alle potenzialità di ciascun alunno
3. realizzare le finalità dell’uomo e del cittadino
4. orientare nella continuità
LE STRUTTURE CHE POSSONO
GARANTIRE LA RICERCA, L’INNOVAZIONE
EDUCATIVA E LA SPERIMENTAZIONE
Il curricolo va costruito nella scuola. Esso organizza e
descrive l’intero percorso formativo che uno studente
compie. Esso è espressione di libertà di
insegnamento e dell’autonomia scolastica ed esplicita
l’identità dell’istituto.
Va inserito all’interno del POF, che può rappresentare
uno strumento per il rinnovamento della scuola se è
centrato sul rinnovamento del curricolo.
PARLIAMO DI VANTAGGI…
la realizzazione della
continuità educativametodologicodidattica;
Innegabili
vantaggi dati
da una
soluzione di
verticalità
l'utilizzazione
funzionale delle
risorse professionali
la continuità
territoriale;
la condizione ottimale
per
garantire la
continuità dinamica
dei contenuti;
l'impianto
organizzativo
unitario;
VERSO LA COSTRUZIONE DI UN CURRICOLO
Saperi essenzali delle diverse discipline (che
cosa insegnare alle varie età) e metodologie e
modalità relazionali innovative sono le due
facce inseparabili della medaglia della
costruzione del curricolo (Fiorentini, 2000),
cioè, della scuola di qualità per tutti.
LA SCUOLA POTRA’
RIQUALIFICARSI SE:
I PRINCIPI DEL
COSTRUTTIVISMO
POTRANNO
GENERALIZZARSI
(Bottani)
IL COSTRUTTIVISMO OFFRE UNA TEORIA
SECONDO LA QUALE:
 non esiste conoscenza
interpretative viabili
oggettiva,
ma
ipotesi
 ogni individuo struttura la sua conoscenza a partire
dalle proprie esperienze, interpretate mediante i
propri schemi mentali
 non si possono “trasmettere” conoscenze all’individuo
VERSO LA COSTRUZIONE DI UN CURRICOLO LINGUISTICO
Le nostre riflessioni teoriche relativamente a:
-IMPORTANZA DI UNA DIDATTICA LABORATORIALE per
sostenere la motivazione all’apprendimento
-SPIRALITA’ DEGLI OBIETTIVI ( dal semplice al complesso) per
il conseguimento delle competenze
-PARALLELISMO DI CONTENUTI a livello di bienni, tra i due
ordini di scuola, per la trattazione delle tipologie testuali
L’IMPORTANZA DELLA DIDATTICA LABORATORIALE
Una scuola che fornisca solo conoscenze o abilità non
risponde ai traguardi di competenza voluti dalle Indicazioni
2012, poiché questi possono manifestarsi e svilupparsi solo
nell’ azione:
fornire agli allievi delle conoscenze, è dunque necessario,
ma non è sufficiente per permettere loro di raggiungere
competenze.
Una scuola che lavori sulla competenza deve essere
consapevole del fatto che la propria azione deve
essere centrata sull’allievo così che sia lui a
mobilitare conoscenze, lui a costruire concetti, abilità
e via dicendo, in modo cosciente e coerente al
contesto: queste sono le premesse della didattica
laboratoriale.
LA
COMPETENZA
MOMENTO
VIENE
OSSERVATA
DELLA SUA MESSA IN
SITUAZIONE:
ECCO
PERCHÈ
IL
SOLO
AL
OPERA,
IN
LABORATORIO
COSTITUISCE CONTESTO PRINCIPE PER PROMUOVERE
LE COMPETENZE, PER SVILUPPARLE, VALUTARLE E
CONVALIDARLE
La didattica laboratoriale presuppone l’uso della metodologia
della ricerca, pertanto intende il laboratorio non solo come uno
spazio fisico attrezzato in maniera specifica ai fini di una
determinata produzione, ma come situazione, come modalità di
lavoro, anche in aula, dove docenti ed allievi progettano,
sperimentano, ricercano agendo la loro fantasia e la loro
creatività.
Per valorizzare
attività
strutturali
individuali,
di peer-tutoring,
di cooperazione
attraverso
momenti
interattivi
un luogo mentale,
Uno spazio di
esplorazione e di
creatività.
un luogo fisico.
Uno spazio di
socializzazione
uno spazio di
comunicazione
Per sviluppare
autosufficienza,
autostima,
autonomia culturale
e partecipazione.
spazio di
personalizzazione
Per dare
cittadinanza
ai linguaggi
verbali e non
verbali.
Una forma mentis,
una pratica del
fare che valorizza
la centralità
dell’allievo, pone
l’enfasi sul
processo di
apprendimento e
mette in stretta
relazione l’attività
sperimentale degli
allievi con le
competenze dei
docenti.
Può realizzarsi
in spazi di
apprendiment
o/relazione
posti sia
dentro la
scuola sia fuori
IN SINTESI
Dobbiamo pensare il laboratorio come "cultura
dell’incontro con i fenomeni”, come occasione per
l’attivazione di un processo di apprendimento che porti alla
trasformazione dell'atteggiamento e del comportamento
dell'allievo di fronte al duplice obiettivo: “imparare a
ricercare” ed “imparare ad imparare”.
INSIEME ABBIAMO ANALIZZATO LE LINEE D’INTERVENTO
PRELIMINARI PER LA COSTRUZIONE DI UN CURRICOLO IN
VERTICALE:
• MODELLO/MODELLI
DI
LINGUA
E
TEORIE
LINGUISTICHE DA ABBRACCIARE E I CONTENUTI DA
INSEGNARE
• PRATICA DIDATTICA DA ATTIVARE
PROGETTARE E SPERIMENTARE PERCORSI DIDATTICI
INSEGNA
MENTO
SI
INTRECCIANO
APPRENDI
MENTO
CREATIVITA’
AFFETTIVITA’
RELAZIONE
COGNIZIO
NE
SAPERI
SAPER
FARE
SAPER
ESSERE
APPRENDERE
AD
APPRENDERE
PERCORSI
DIDATTICI
LUNGHI,
STRUTTURATI SULLA BASE DI ASSI
CULTURALI DEFINITI, IN GRADO DI
ACCOMPAGNARE L’ALUNNO NEL
SUO SVILUPPO E NELLA SUA
CRESCITA PERSONALE
IL DOCENTE E’:
• PROPOSITORE/ORGANIZZATORE
• FACILITATORE DELLA INTERAZIONE TRA DIVERSI SOGGETTI
• NEGOZIATORE
• GARANTE DEL PROCESSO E DEL COMPITO
• RISORSA
Autobiografia
Mistero
Messaggeria
Dialogo
Bolle di
sapone
Paesaggi
sonori
Fly UP