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GESTIONE COLONIE GATTI
RANDAGI
DALLA STERILIZZAZIONE
ALL’ASSISTENZA
DALLA STERILIZZAZIONE
ALL’ASSISTENZA
Le problematiche sanitarie legate alla presenza di gatti
in città sono molteplici e non sempre inquadrate
dalla norma.
Come è noto, la legge 281/91 fa riferimento alla
sterilizzazione, ma questa impostazione ha evidenti
limiti: è difficile, infatti, limitare lìintervento sanitario al
solo controllo demografico e ignorare la domanda di
intervento in termini di assistenza, deludendo le
aspettative dell’utenza, che ritiene che qualcuno
debba comunque occuparsi del gatto investito o
febbricitante e immobile per strada.
DALLA STERILIZZAZIONE
ALL’ASSISTENZA
Dare assistenza sanitaria ai gatti randagi
richiede risorse, competenze tecniche e la
disponibilità di una struttura di ricovero.
L’assenza di anagrafe costringe poi a
considerare comunque “randagi” i soggetti
rinvenuti nel territorio, dunque senza
proprietario su cui riversare i costi, che
inevitabilmente ricadono sull’amministrazione
comunale.
DALLA STERILIZZAZIONE
ALL’ASSISTENZA
Risulta dunque molto difficile valutare tale attività dal
punto di vista della appropriatezza della prestazione
sanitaria: sia per i costi, che per la difficoltà di piena
“restitutio ad integrum”di soggetti spesso catturati in
presenza di malattia conclamata.
Le caratteristiche comportamentali del
sono tali poi da rendere possibile la
animali in cattivo stato di salute:
soggetti spesso in condizioni
precarie, questo spiega l’alto tasso
questi soggetti.
gatto randagio
cattura solo di
trattandosi di
estremamente
di mortalità in
DALLA STERILIZZAZIONE
ALL’ASSISTENZA
A partire dal 1997-98, oltre i gatti catturati
per le sterilizzazioni, sono stati catturati un
numero sempre crescente di gatti ammalati
o traumatizzati, che sono stati avviati alle
strutture di ricovero Comunali o delle
Associazioni animaliste, per essere curati e,
possibilmente, reimmessi sul territorio.
LE PATOLOGIE PIU' FREQUENTI
Anno 2004
Colonie di gatti censite nella
Zona Territoriale 7
N° 748
Totale gatti censiti
N° 5355
Numero soggetti sterilizzati N° 1100
Gatti catturati perchè malati N°
88
Gatti curati reimmessi nella
colonia di origine
N°
76
Gatti curati non reimmessi N°
12
Perchè deceduti n°
10
Perchè non in grado di condurre vita autonoma n° 2
LE PATOLOGIE PIU' FREQUENTI
Gastroenterite infettiva
Patologie respiratorie
Otite parassitaria
Coccidiosi
Ascaridiosi
Micosi
Teniasi
Peritonite infettiva felina
Leucemia Felina
Immunodeficienza infettiva felina (FIV)
Sindromi urologiche (FUS)
Insufficienza renale
Neoplasie
Traumi (fratture, ernie traumatiche, ferite)
Morsi di altri animali (ferite penetranti, ascessi)
LE PATOLOGIE PIU' FREQUENTI
In un anno (da giugno 2004 a maggio 2005)
sono stati richiesti a questo Servizio n° 88
interventi solo nel Comune di Ancona per
gatti feriti o ammalati rinvenuti nel territorio.
Tali animali sono stati avviati alla struttura
Comunale di Bolignano per essere curati e,
nella maggioranza dei casi reimmessi nel
territorio una volta guariti.
Numero interventi richiesti: 88
4,35%
22,83%
6,52%
2,17%
4,35%
3,26%
6,52%
2,17%
1,09%
2,17%
4,35%
1,09%
20,65%
18,48%
Problemi gastroente rici
Problemi respiratori
Problemi ocularicongiuntiviti
Traumi
Rogna
Otite parassitaria
Ascessi-ferite da
morsi
Problemi urinari
Sintomi neurologici
Stomatite-gengivite
Tumori
Gattini da allattare
Micosi
Niente
ZOONOSI
ZOONOSI
Le zoonosi sono le malattie del gatto che possono
essere trasmesse all'uomo.
E' molto importante conoscere queste malattie per
evitarle e per evitare facili allarmismi verso altre
patologie che non possono essere trasmesse. Tra
queste ultime vanno citate la FIV (Immunodeficienza
Felina Virale) e la FeLV (Leucemia Felina Virale).
Benchè siano malattie causate da retrovirus molto
simili a quelli umani sono malattie sicuramente non
trasmissibili all'uomo.
ZOONOSI
La trasmissione di una malattia generalmente richiede il
contatto tra persone recettive ed animale malato o più
precisamente con i suoi secreti nasali, oculari, saliva e feci
il cui contatto si può evitare con semplici norme di buona
igiene.
Naturalmente le persone che hanno patologie al sistema
immunitario devono essere sempre molto rigide nel
rispetto delle norme igieniche indipendentemente dalla
salute del gatto.
Chi accudisce i gatti randagi è più facilmente esposto al
rischio di contrarre malattie zoonosiche.
Alcuni cittadini hanno la “fobia” nei confronti di gatti
randagi, in quanto credono erroneamente che facilmente
essi siano veicolo di malattie infettive.
LE ZOONOSI DEL GATTO
Le malattie zoonosiche che possono più frequentemente
essere trasmesse dal gatto sono:
Clamidiosi
Micosi (Tigna)
Malattia da morso (Pasteurella e tetano)
Malattia da graffio (Bartonella)
Toxoplasmosi
Rabbia
Enterite da Campylobacter
Cheyletiella
Salmonella
Malattia di Lyme
Larva migrans
Tularemia
LA CLAMIDIOSI
Questa malattia è causata da un microrganismo, la
Clamydia psittaci, che dal punto di vista biologico è a
metà tra un grosso virus ed un batterio semplice. La
trasmissione avviene con il contatto diretto (sternuti)
poiché essendo "delicate", le clamidie permangono
molto poco nell'ambiente.
Colpisce le vie respiratorie e le mucose congiuntivali
con una caratteristica: prima viene colpito un solo
occhio e solo dopo alcuni giorni viene colpito l'altro. I
sintomi respiratori non sono mai gravi, se si escludono
le complicanze batteriche e si manifestano con
sternuti, scoli nasali e congiuntivali.
LA CLAMIDIOSI
Per prevenire tale
malattia esiste un
vaccino che,
anche se non ha
un efficacia del
100%, permette il
più delle volte ai
soggetti colpiti di
fare una malattia in
forma lieve e di
breve durata.
LA CLAMIDIOSI
Questa malattia fortunatamente non è molto
frequente, (5 - 10% di tutte le infezioni
respiratorie del gatto) ma purtroppo può
essere trasmessa all'uomo dando non gravi
ma noiose congiuntiviti monolaterali. A tal
motivo si consiglia, se si ha in casa un gatto
con una congiuntivite, mono o bilaterale, di
consultare subito il proprio veterinario e di
evitare di venire a contatto con il secreto
oculo-nasale del gatto malato.
LA TOXOPLASMOSI
La toxoplasmosi è una malattia data da un
protozoo (essere unicellulare) parassita: il
Toxoplasma gondii. Questa malattia è detta
zoonosi perché può essere trasmessa
anche all'uomo ma anche se l'infezione è
da considerare un evento comune i sintomi
clinici sono relativamente rari mentre nel
gatto questa infezione ha un andamento
sempre benigno.
LA TOXOPLASMOSI
Per il toxoplasma, il gatto è l'unico animale definito come
"ospite definitivo" cioè in cui può fare tutto il ciclo biologico
da cui infettare altri animali o l’uomo una volta eliminato
con le feci. In tutti gli altri animali, compresi i piccoli
roditori, fa solo parte del ciclo biologico che verrà concluso
con l’ingestione del parassita con le prede da parte dei
gatti.
Con l'ingestione di di piccole prede infestate a livello
muscolare, come uccelli, topi ecc. da parte dei gatti, inizia
il ciclo biologico del toxoplasma: esso moltiplica
nell'intestino per alcuni giorni, senza dare alcun sintomo al
gatto, il quale quindi elimina con le feci moltissime forme
infettanti (oocisti) nell'ambiente.
LA TOXOPLASMOSI
Dopo un breve periodo (massimo 15 giorni) i gatti
in buone condizioni di salute smettono di
eliminare le oocisti e sviluppano una immunità che
non permette successive infezioni e quindi
eliminazioni con le feci.
Una volta ingeriti da tutti gli animali, compreso
anche l'uomo ma raramente nel gatto, alcuni
parassiti oltrepassano l'intestino incistandosi nei
muscoli rendendosi disponibile per il gatto nelle
piccole prede chiudendo così il ciclo biologico del
Toxoplasma.
LA TOXOPLASMOSI
NELL'UOMO
Si è valutato che dal 30 al 50 per cento della popolazione
umana è stato infettato con il toxoplasma e ospita la forma
cistica, clinicamente silente. La forma incistata è
importante perché, eventualmente, può produrre la
malattia in pazienti immunologicamente compromessi.
Nei paesi industrializzati la trasmissione all'uomo è forse
dovuta all' assunzione di carni infette troppo poco cotte,
particolarmente ovine e suine (in molte aree del mondo
circa il 10 per cento dei prodotti ovini e il 25 per cento di
quelli suini contengono cisti di toxoplasma). L'organismo
può essere talvolta presente in qualche prodotto lattiero
non pastorizzato quale il latte di capra.
LA TOXOPLASMOSI
NELL'UOMO
L'infezione congenita nell'uomo merita la massima
attenzione. Circa un terzo e fino alla metà dei bambini nati
da madri che hanno contratto il toxoplasma durante la
gravidanza sono infetti.
In generale, l'infezione da toxoplasma è meno frequente
(ma la malattia è più grave) se l'infezione materna si
verifica durante i primi tre mesi di gravidanza.
Fra gli individui che presentano sintomi, questi possono
comparire alla nascita, oppure anche dopo settimane,
mesi o anche anni: la maggior parte dei casi clinici che
insorgono alla pubertà, per esempio, sono il risultato di
infezioni congenite, piuttosto che di infezioni recenti.
LA TOXOPLASMOSI
NELL'UOMO
Le manifestazioni cliniche più comuni in questi
pazienti sono: disturbi oculari e del sistema nervoso
centrale, sordità, febbre, ittero, rash e affezioni
respiratorie, in combinazioni variabili.
Nelle persone compromesse immunologicamente sottoposte a terapia immunosoppressiva (p.es. per
tumori o trapianto di organi) o con malattie con
immunodeficienza quali l'AIDS- i sintomi più
caratteristici sono: ingrossamento dei linfonodi,
disturbi oculari e del sistema nervoso centrale,
malattie respiratorie e cardiache.
LA TOXOPLASMOSI NEI GATTI
RANDAGI
Nel corso dell'anno 1999, il nostro Servizio
Veterinario ha condotto un indagine sulla
diffusione dell'infezione da Toxoplasma
nelle colonie di gatti randagi. E' stata presa
in considerazione una popolazione di 835
gatti suddivisi in 60 colonie: da questi è
stato effettuato un prelievo di sangue in 288
soggetti , che provenivano sia da colonie di
zone urbane che di zone rurali.
LA TOXOPLASMOSI NEI GATTI
RANDAGI
Sono state riscontrate positività sierologiche
significative su 57 soggetti testati, che
corrispondono al 19,79%.
La presenza di un titolo anticorpale positivo
è solo indice di esposizione dell'animale al
microrganismo, ma non di malattia recente
o ancora in atto.
LA TOXOPLASMOSI NEI GATTI
RANDAGI
Si sono riscontrate positività elevate soprattutto in
colonie feline di zone rurali (Paterno di Ancona, C.da
Colonne
di
Agugliano,
Via
Fontebella
di
Montemarciano), ma anche di certe zone urbane (via
Maratta di Ancona, Via Marconi di Falconara).
Infatti i soggetti delle zone rurali si infettano tramite la
predazione di piccoli mammiferi (roditori, ecc.), mentre
nelle zone urbane assume importanza l'offerta con
l'alimentazione di residui di macelleria non trattati con
la cottura.
IL PERICOLO DI INFESTAZIONE PER
CHI ACCUDISCE GATTI RANDAGI
Essendo l'infezione piuttosto diffusa nelle
colonie di gatti randagi e non essendo
possibile adottare la precauzioni che si
possono utilizzare per i gatti di casa
(utilizzare solo cibi cotti o inscatolati, evitare
l'accesso ai rifiuti, evitare l'ingestione di
piccole prede), chi accudisce colonie di gatti
randagi può piùfacilmente di altre persone
contrarre l'infezione.
MISURE PREVENTIVE
L'accesso alla spazzatura dovrebbe essere impedito con
adatti coperchi ai recipienti.
Evitare il contatto con il suolo potenzialmente contaminato,
o indossare guanti di gomma durante il contatto, poi lavare
le mani accuratamente e vigorosamente con acqua e
sapone.
Coprire i terreni dei giochi per bambini, per evitare
contaminazini da parte dei gatti.
Una donna gravida (o che pensa di divenirlo) deve ridurre
al minimo l'esposizione al toxoplasma, evitando il più
possibile il contatto con i gatti randagi (perché pelo e
zampe possono essere contaminate con oocisti,
trasmissibili per contatto mano-bocca), oltre ad evitare di
mangiare carne non ben cotta, verdura non ben lavata e
latticini non pasteurizzati.
SARA' AMICIZIA?
BARTONELLOSI
La malattia da graffio del gatto (Bartonellosi o Cat Scratch
Disease - CSD) è una zoonosi emergente ed ubiquitaria
segnalata per la prima volta nell’uomo nel 1931 ma la cui
eziologia è stata definitivamente chiarita solo agli inizi degli
anni ‘90. La Bartonellosi può essere definita come una
"linforeticolosi da inoculazione, caratterizzata da forme
locali (cutanee e linfonodali anche a carattere
suppurativo), solitamente benigna, talora complicata da
forme
sistemiche
a
carattere
granulomatoso
particolarmente severe in pazienti iimmunocompromessi.
BARTONELLOSI
L'agente responsabile dell'infezione è la Bartonella
henselae, un battere della famiglia delle Ricketsie.
Un ruolo centrale nella diffusione dell’infezione all’interno
della popolazione felina, nonché nella trasmissione
all'uomo, è svolto dalla pulce del gatto.
Ad essa infatti viene attribuita la maggior responsabilità
delle elevate prevalenze di gatti batteriemici all’interno
delle singole colonie in ragione del fatto che il parassita è
in grado, attraverso l’assunzione del pasto di sangue, di
trasmettere l’infezione agli altri gatti oltre alla possibilità di
mantenere, se non addirittura replicare il germe al suo
interno.
BARTONELLOSI
La trasmissione da gatto a
gatto avviene attraverso
l'ingestione di pulci che
precedentemente hanno
fatto un pasto di sangue
in
un gatto con
batteriemia
attiva
(moltiplicazione
del
battere nel sangue in
soggetti per lo più
debilitati).
BARTONELLOSI
Sempre le pulci sono il
veicolo di trasmissione
del
germe
all'uomo:
infatti, le feci delle pulci
che hanno succhiato il
sangue da gatti infetti
contengono molti germi
e, in stato polverulento
possono contaminare le
unghie e la bocca dello
stesso
gatto,
complicando banali graffi
o morsi inferti alla
persona.
BARTONELLOSI
Il
gatto di solito non
manifesta alcun sintomo
di malattia ed appare
come tipico reservoir
dell'infezione
potendo
albergare
Bartonella
henselae per parecchi
mesi o anni nel torrente
circolatorio in completa
assenza di sintomi clinici;
sono
stati
tuttavia
descritti
quadri
di
linfoadenite in soggetti
batteriemici.
BARTONELLOSI
Da 3 a 10 giorni dopo il contatto
con l'animale, nel punto di
inoculazione
compare
una
lesione cutanea pustolosa,
papulosa o vescicolosa, che
può persistere per giorni o
settimane, guarendo senza
lasciare cicatrici. Il segno
clinico
dominante
è
l'adenopatia di un singolo
linfonodo
regionale,
che
compare di solito entro 2
settimane dal graffio. Più
dell'80%
dei
linfonodi
interessati sono localizzati al
capo, al collo ed agli arti
inferiori; hanno un diametro di
1-5 centimetri ed appaiono
arrossati e dolenti.
BARTONELLOSI
●
●
●
Sebbene il 10-20% dei
linfonodi
interessati
progredisca
verso
la
suppurazione, la maggior
parte regredisce entro 2-6
mesi.
Febbricola,
malessere,
cefalea, anoressia, mal di gola
ed artralgie possono far
confondere tale malattia con
la mononucleosi infettiva.
In soggetti immunodepressi
sipossono avere forme più
gravi, con interessamento
oculare ed encefalopatia
BARTONELLOSI
●
La diagnosi è principalmente
clinica e si fonda sulla presenza
dell’adenopatia e della lesione
primaria
da
inoculo
sulle
estremità, sul collo o sul capo, in
concomitanza con un contatto
recente con gatti. La diagnosi di
laboratorio
si
basa
essenzialmente sull’esame diretto
del materiale bioptico linfonodale
(con il metodo dell’impregnazione
argentica
di
Warthin-Starry),
sull’emocoltura,
sui
test
sierologici, come EIA (enzyme
immunoassay)
e
IFA
(immunofluorescence assay) e
sui metodi molecolari, come la
PCR.
BARTONELLOSI
La diagnosi differenziale si pone con infezioni
micobatteriche tipiche o atipiche, tularemia,
brucellosi, sifilide, linfogranuloma venereo,
sporotricosi, istoplasmosi, toxoplasmosi, adenite
neoplastica, cisti bronchiali.
La terapia è principalmente sintomatica poiché la
malattia, di solito, regredisce spontaneamente
entro 2-6 mesi.
E' chiaro che i gatti randagi sono i più incriminati
nella trasmissione della malattia e gattari e
veterinari sono i soggetti più esposti all'infezione.
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