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Resilience - pedagogia
PEDAGOGIA DEL BENESSERE Dott.ssa Claudia Maulini SALUTE E BENESSERE SALUTE E BENESSERE SALUTE = assenza di condizioni patologiche Fino al 1948 Poi l’Organizzazione Mondiale della Sanità sente la necessità di rivedere questa definizione alla luce dei molteplici cambiamenti a livello sociale e vista la forte crescita di condizioni di sofferenza psicologica SALUTE “Uno stato di completo benessere psichico, fisico e sociale” (OMS 1948) BENESSERE Stato armonico di salute psicofisica, garantito da un ottimo livello di vita e da vantaggi equamente distribuiti (Fizzotti, Dizionario di scienze dell’educazione, 1997) CRITICHE La parola stato indica che questa definizione rimanda all’essere umano come ad un organismo statico, non tenendo in considerazione equilibri e squilibri che possono verificarsi in una persona Manca in questa definizione un elemento importante strettamente collegato all’equilibrio del soggetto o alla salute delle popolazioni: l’ambiente. CONCETTO ECOSISTEMICO DI SALUTE Salute= equilibrio tra molteplici dimensioni (fisica, psichica e sociale) Sistema umano è un sistema relazionale che si sviluppa interagendo continuamente con l’ambiente circostante “TEORIA DELL’ECOLOGIA DELLO SVILUPPO UMANO” DI BRONFENBRENNER L’individuo è un’entità dinamica che cresce e che si muove all’interno dell’ambiente in cui vive e che modifica Esiste una reciprocità nella relazione tra individuo e ambiente L’ambiente non è solo inteso in senso fisico ma in senso più ampio come l’insieme di più sistemi: fisico, sociale e psicologico (Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, 1986) PRITCHARD (1981) “E’ importante pensare la salute come un processo e non come uno stato poiché la parola stato rimanda ad un’immagine ferma di una cosa che è in realtà dinamica” …NEL 1981 LA DEFINIZIONE DI SEPPILLI: Salute Condizione di armonico equilibrio funzionale, fisico e psichico dell’individuo dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale. ILLICH (1975) La salute descrive un processo di adattamento, risultato di una reazione autonoma e allo stesso tempo culturalmente distribuita e condivisa, alla realtà socialmente creata e va intesa come la capacità di adattarsi ai cambiamenti esterni. PERCHÉ LA PEDAGOGIA SI OCCUPA DI SALUTE? NELLA GRECIA ANTICA… Il pedagogo era colui che aveva il compito non solo di accompagnare il bambino ma soprattutto di non lasciarlo solo e di proteggerlo, difendendolo anche fisicamente, da eventuali violenze o aggressioni. Pedagogia scienza della prevenzione e della difesa dell’uomo FINALITÀ DELLA PEDAGOGIA Promozione e sviluppo umano Prevenzione e recupero FINALITÀ DELLA PEDAGOGIA Promozione e sviluppo umano Riconoscere e potenziare motivi e condizioni di benessere e di vivibilità in una determinata realtà sociale Aprire nuove possibilità per una migliore convivenza Prevenzione e recupero Riconoscere e superare: Condizioni di sofferenza, ragioni di disagio e di emarginazione Motivi di difficoltà sociali, barriere psicologiche e materiali PROMOZIONE DELLA SALUTE Il processo che consente alle persone di esercitare un maggiore controllo sulla propria salute e di migliorarla (Carta di Ottawa, 1986) Fondamentale il ruolo dell’educazione intesa come strumento per favorire stili di vita positivi nelle persone PROMOZIONE DELLA SALUTE Tentativo di utilizzazione delle risorse presenti nel singolo e nel contesto sociale sulla base del VALORE PERSONA quale valore reale nell’esperienza educativa EDUCAZIONE ALLA SALUTE = EDUCAZIONE ALLA VITA (M.T. CAIRO, 1993) … Educazione che tenda ad orientare in modo responsabile le scelte verso idee, valori e criteri che promuovano la vita in tutte le sue espressioni. (Rif. Life skills) Si parla quindi di pedagogia della salute e di educazione alla salute PEDAGOGIA DELLA SALUTE La pedagogia in questo caso è la scienza che si occupa di studiare la salute intesa come fatto educativo e quindi di analizzare la situazione, il contesto in cui si sviluppano le scienze della salute per poi promuovere delle azioni educative volte alla promozione e alla costruzione di un’autentica scienza della salute intendendo con questo termine il benessere complessivo della persona. SALUTE Salute come Risorsa un concetto positivo che insiste sulle risorse sociali e personali oltre che sulle capacità fisiche. La promozione della salute non è responsabilità esclusiva del settore sanitario EDUCAZIONE ALLA SALUTE È un processo educativo che tende a responsabilizzare i cittadini singoli e i gruppi nella difesa della salute propria e altrui (Seppilli, 1980) L’insieme degli interventi di informazione, educazione e formazione che sono rivolti a sviluppare stili di vita che promuovano la salute e comportamenti positivi nei riguardi della salute sia a livello individuale che comunitario. (O.M.S. 1985) STILE DI VITA E QUALITA’ DELLA VITA Cosa significa l’espressione “Stile di Vita”? STILE DI VITA (OMS, 1986) “Una forma generale di vita basata sull’interazione tra le condizioni di vita intese in senso ampio e i modelli individuali di comportamento determinati da fattori socioculturali e caratteristiche personali” LA MAGGIOR PARTE DEGLI STUDIOSI… Stile di vita: “L’insieme di modelli comportamentali che hanno ripercussioni positive sulla salute della persona” MODELLI COMPORTAMENTALI “Forme ricorrenti di comportamento che si eseguono in forma strutturata e che si possono intendere come abiti quando costituiscono il modo abituale di rispondere a differenti situazioni” Essi si apprendono in un lungo processo di socializzazione dell’individuo e una volta acquisiti sono difficili da modificare LE TEORIE CHE SPIEGANO I PROCESSI DI SOCIALIZZZAZONE 1. Teoria ecologica dello sviluppo umano di Bronfrenbrenner 2. La teoria del campo di Kurt Lewin 3. L’interazionismo simbolico di George Herbert Mead 4. La teoria dell’apprendimento sociale di Bandura “TEORIA DELL’ECOLOGIA DELLO SVILUPPO UMANO” DI BRONFENBRENNER L’individuo è un’entità dinamica che cresce e che si muove all’interno dell’ambiente in cui vive e che modifica Esiste una reciprocità nella relazione tra individuo e ambiente L’ambiente non è solo inteso in senso fisico ma in senso più ampio come l’insieme di più sistemi: fisico, sociale e psicologico (Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, 1986) TEORIA DEL CAMPO DI KURT LEWIN Secondo questo autore la condotta e i comportamenti sono in funzione dello stato della persona e del suo ambiente, essendo la struttura dello spazio vitale quella che determina i movimenti possibili della persona all’interno di questo stesso spazio e, in definitiva, il suo comportamento. INTERAZIONISMO SIMBOLICO Gli esseri umani agiscono nelle situazioni che gli si presentano in base ai significati che attribuiscono agli oggetti, agli esseri umani, alle istituzioni, ecc. Tali significati nascono dall’interazione tra gli individui ed è proprio la natura simbolica delle relazioni che ci permette di comprendere come avviene lo sviluppo, il cambiamento e come le persone acquisiscono i valori, le norme, le abitudini del gruppo sociale o della cultura di appartenenza. LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO SOCIALE DI BANDURA Bandura sottolinea che i processi di imitazione e modelling servono come base per comprendere la socializzazione dello stile di vita. CONCLUDENDO… Lo stile di vita può essere definito come stile sociale poiché sono proprio gli stili sociali a descrivere le condizioni obiettive di vita che permettono di valutare i condizionamenti del pensiero e dei comportamenti che pesano su di un gruppo socio-culturale. Lo stile di vita si relaziona con le caratteristiche personali dell’individuo e con la personalità, le idee, le credenze, le attitudini del soggetto, i ruoli che esso occupa, le disposizioni generali e le interazioni con i diversi membri della società sistema persona QUALITÀ DELLA VITA (OMS 1994) Percezione personale di un individuo della sua situazione di vita, all’interno del contesto culturale e valoriale in cui vive e in relazione ai suoi obiettivi, aspettative, valori e interessi. QUALITÀ DELLA VITA (BORTHWICK E DUFFY, 1992) La qualità delle condizioni di vita di una persona unita alla soddisfazione che la persona stessa prova e infine la combinazione delle condizioni di vita e la soddisfazione personale valutata in base alla propria scala di valori, aspirazioni e aspettative. LIFE SKILLS LIFE SKILLS “Le abilità necessarie ad un comportamento adattivo e positivo che rendono gli individui capaci di affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana” (OMS, 1993) LIFE SKILLS 1. Capacità di prendere decisioni in modo consapevole e costruttivo, valutando le diverse opzioni a disposizione e le conseguenze delle scelte intraprese. 2. Problem solving. Capacità di affrontare in modo costruttivo i problemi quotidiani. 3. Pensiero creativo. Creatività intesa come un efficace modo di affrontare in maniera flessibile le situazioni della vita quotidiana 4. Pensiero critico. Capacità di riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento. 5. Comunicazione efficace. Indica il sapersi esprimere in modo appropriato alla situazione e all’interlocutore, sia a livello verbale, sia non verbale. Saper ascoltare e comprendere gli altri. 6. Capacità di relazioni interpersonali. Indica la capacità di entrare in relazione con gli altri in maniera costruttiva, mantenendo rapporti significativi con le persone riuscendo a gestire la fine di una relazione. 7. Empatia. Capacità di comprendere e condividere le emozioni delle altre persone. 8. Autoconsapevolezza. Indica il riconoscimento di se e delle proprie capacità, risorse e debolezze, dei propri desideri e dei propri bisogni. 9. Gestione delle emozioni. Implica il riconoscimento delle emozioni che influenzano il comportamento e la capacità di regolarle nella maniera più appropriata alla situazione. 10. Gestione dello stress. Consiste nella capacità di riconoscere le cause di tensione e di stress nella vita quotidiana e nel controllare le proprie emozioni per incanalarle in maniera positiva. Sfera cognitiva (prendere decisioni, risolvere un problema, Interpretare in modo critico un’informazione, ragionare in modo creativo) Sfera relazionale e Sociale (saper comunicare, rapportarsi con gli altri in maniera soddisfacente) Sfera emotiva (atteggiamento empatico, gestire un’emozione spiacevole, resistere alle situazioni difficili) RESILIENCE RESILIENZA È una parola di derivazione latina che in Fisica indica la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi. (Cyrulnik, Malaguti, Costruire la resilienza, 2005) NEGLI ULTIMI ANNI IL TERMINE RESILIENZA È STATO INTRODOTTO NELLE SCIENZE UMANE X INDICARE… Il processo di adattamento positivo in circostanze in cui le difficoltà – personali, familiari o ambientali - sono così estreme che farebbero pensare a conseguenti alterazioni delle capacità conoscitive o funzionali della persona. GLI STUDI SULLA RESILIENZA SI CONCENTRARONO PRIMA SU CARATTERISTICHE QUALI: La resistenza e l’invulnerabilità Poi prospettive contemporanee hanno iniziato a parlare di: Personalità flessibili LA RESILIENZA PUÒ ESSERE CONCETTUALIZZATA COME: Un risultato: basato su un insieme di risposte e di adattamenti funzionali alle circostanze ed agli eventi Un processo che assicura l’adattamento RESILIENZA La capacità di riuscire, di vivere e svilupparsi positivamente in maniera socialmente accettabile, nonostante lo stress o un evento traumatico che generalmente comporta il grave rischio di un esito negativo (vanisteadel) L’essere resilienti non è una predisposizione naturale, non è qualcosa di innato ma è una caratteristica personale che è possibile sviluppare e quindi educare e formare anche attraverso percorsi volti allo sviluppo di personalità resilienti, al fine di promuovere la salute e il miglioramento della qualità di vita. (Cyrulnik e Malaguti, 2005) LA RESILIENZA IN CAMPO EDUCATIVO Quell’insieme di abilità che permettono a un individuo di resistere e contrastare situazioni di disagio e deprivazione attraverso l’utilizzo efficace di comportamenti adattivi. Essere relisienti significa sapersi orientare rispetto al proprio futuro; essere in grado di affrontare e gestire i cambiamenti e le difficoltà di natura personale, professionale, sociale cui la vita espone; sapere assumere decisioni e sapere, in tal modo gestire le incertezze e le paure legate al manifestarsi, nel corso della vita, di momenti critici. (Pinto minerva, 2004) LE TEORIE SULLA RESILIENZA SI SVILUPPARONO A PARTIRE DAGLI STUDI: Sull’Empowerment Sul coping Sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby Sul sentimento di autoefficacia di Bandura Sulla teoria ecologica dello sviluppo umano di Bronfenbrenner EMPOWERMENT Processo che permette l’acquisizione del potere*, inteso come crescita delle possibilità dei singoli e dei gruppi di controllare attivamente la propria vita (Rapaport,1981) * potere interno del mondo interiore della persona,non come controllo di una persona su un’altra PER L’OMS EMPOWERMENT: il processo generale di rinforzo, crescita e responsabilizzazione delle persone e della comunità perché diventino sempre più capaci di svolgere la loro funzione sociale» (p. 6) . Il Termine empowerment deriva dall’inglese to empower che significa dare, conferire potere, mettere in grado, rendere capace SI DISTINGUE IN: empowerment individuale si riferisce alla capacità del singolo di decidere e di esercitare un controllo sulla propria vita. empowerment comunitario, invece, coinvolge gli individui che agiscono collettivamente al fine di influenzare e controllare maggiormente i fattori determinanti della salute e la qualità di vita della loro comunità. L’EMPOWERMENT… «non è una caratteristica della personalità stabile, ma è, piuttosto un processo, una costruzione continua che implica, da parte del soggetto, la capacità introspettiva di cogliere in sé e nei contesti di vita le risorse necessarie per poter raggiungere alcune mete prefissate» (Lopez, 2004, p. 9) È fondamentale, quindi, attivare un processo che porti la persona a scegliere, tra un ventaglio di possibilità interne, quella che è possibile attuare nella realtà esterna, lasciando alla persona il compito di scegliere e il senso di responsabilità che ne consegue, facendola sentire, in tal modo, protagonista della propria vita (Bruscaglioni, 2004). L’incontro tra la dimensione della vulnerabilità con quella dell’empowerment contribuisce alla costruzione di un percorso di vita resiliente (Cyrulnik e Malaguti, 2005). COPING = FRONTEGGIAMENTO Dall’inglese to cope = far fronte Significa cavarsela in situazioni difficili, gestire in qualche modo condizioni di difficoltà e incertezza, far fronte a situazioni di vita ostiche riuscendo a tirar fuori risorse mentali ed emotive anche nascoste o inaspettate, dovendo risolvere in itinere continui problemi, imparando come meglio agire nel momento in cui serve!! Questo concetto è caratterizzato, quindi, da un lato da un senso di precarietà, di incertezza, di dubbio e dall’altro da un certo grado di capacità e di speranza e dalla sensazione che valga la pena lottare e, infine, da un buon grado di motivazione (Folgheraiter, 2004).). LAZARUS E FOLKMAN (1984) I PRIMI AD UTILIZZARE QUESTO TERMINE Coping=insieme di sforzi cognitivi e comportamentali destinati a dominare, ridurre o tollerare le esigenze interne o esterne che minacciano o superano le risorse dell’individuo Processo attivo con cui la persona, attraverso un’autovaltazione delle proprie capacità e delle motivazioni personali, fa fronte a una situazione stressante ed è capace di dominarla DIFFERENTI APPROCCI E STRATEGIE DI COPING: Centrato sulle emozioni:attraverso il quale l’individuo cerca di definire la natura del problema e, reagendo, tenta di modificare la situazione; Lazarus e Folkman (1984) Centrato sul problema: che vede l’individuo impegnato a ridurre lo stato di disagio emotivo che deriva dalla percezione dello stress; Lazarus e Folkman (1984) Evitante: la persona tenta di ridurre la tensione emotiva attraverso strategie passive (fuga,rassegnazione); Vigilante: la persona affronta la situazione e tenta di risolverla attraverso strategie attive (ricerca di informazioni, di sostegno sociale, di mezzi); Il termine coping viene spesso utilizzato come sinonimo del termine resilienza; in realtà, le strategie di coping partecipano al fenomeno della resilienza ma essa costituisce un processo molto più vasto. Folgheraiter (2004) precisa, infatti, che mentre con il termine resilienza si indica «la tempra degli individui sotto stress e la loro capacità psicofisica di resistenza alle pressioni esterne, il coping fa riferimento ad un processo attivo di contrasto delle difficoltà attraverso un corso d’azione» (p. 30). I comportamenti di coping riguardano le risposte ad una determinata situazione; indicano come la persona o il gruppo sono in grado di far fronte ad essa; la resilienza, invece, si inscrive in un contesto temporale dilatato (Manciaux, 1999). si può parlare di resilienza successivamente a molteplici messe in atto di azioni di fronteggiamento. LA TEORIA DEL SELF-EFFICACY (AUTOEFFICACIA) DI BANDURA (2000) il sentimento di autoefficacia viene definito dallo stesso autore come La credenza nella propria capacità di organizzare e di eseguire la serie di azioni richieste per produrre determinati risultati. L’efficacia personale dipende da 4 variabili: 1) le esperienze antecedenti: storia dei successi e degli insuccessi personali. Lo sviluppo del sentimento dell’efficacia personale si nutre principalmente dei successi ottenuti in compiti sufficientemente difficili. 2) le esperienze vicarianti: gli apprendimenti ricavati dall’osservazione delle prove e degli errori di un’altra persona; 3) la persuasione verbale: informazione sulla propria efficacia fornita da persone rite-nute competenti per farlo 4) gli stati fisiologici e affettivi: condizioni psico-fisiologiche in cui si trova il soggetto in quello specifico momento; vale a dire, dalla sua capacità di attivare risorse cognitive ed affettive (l’attenzione, la motivazione, ecc.). LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO JOHN BOWLBY (1969; 1973; 1980) sono le interazioni tra madre e bambino (che iniziano già durante la gravidanza, e che vanno dall'abbraccio allo scambio di sguardi, alla nutrizione, alla consolazione ecc.) a strutturare ciò che viene definito sistema d'attaccamento. È proprio tale sistema che guida (anche nella vita adulta) le interazioni e gli scambi relazionali affettivi. La funzione principale della madre è quella di fornire al bambino una base sicura: farlo sentire protetto. La funzione di base sicura, che nei primi anni di vita viene assolta fisicamente dalla mamma, diviene poi, attraverso l'inte-riorizzazione dei comportamenti e degli affetti suscitati dalla mamma stessa, una struttura interna capace di consolare e proteggere. Ciascun individuo possiede, dunque, un particolare stile d'attaccamento che caratterizza le sue interazioni affettive (relazioni di coppia, relazioni intime, ecc.) e che influenzerà a sua volta lo stile d'attaccamento del proprio bambino. 1. 2. 3. 4. Mary Ainsworth, insieme ai suoi collaboratori (1978), ha ideato una procedura osservativa, definita Strange situation, per identificare i diversi pattern di attaccamento che ha permesso di stabilire che esistono 4 diversi stili di attaccamento: sicuro/autonomo insicuro distanziante/evitante insicuro preoccupato/ansioso disorganizzato Gli stili di attaccamento sono fondamentali nello sviluppo di personalità resilienti; essi possono comunque modificarsi nel corso della vita attraverso interazioni affettive significative che permettono all'individuo di introiettare la funzione di base sicura che non ha potuto ricevere dalla propria madre (Gilligan, 1997; Rutter, 1993). UOMO/PERSONA SANO/A «colui che ha imparato a riconoscersi e ad accettarsi nelle proprie risorse e nei propri limiti, che tende ad agire in modo sempre più responsabile e che quindi è aperto ad affrontare e superare le difficoltà che, nel suo itinerario di vita, si presentano, riaffermando sempre e comunque il proprio valore di persona. L’uomo sano è quindi colui che vuole rimanere protagonista del suo unico ed originale cammino di crescita ma allo stesso tempo vuole condividerlo ricercando e costruendo relazioni significative ed eticamente orientate con gli altri uomini» (Cairo, 1993, p. X). PARTE II: SPORT, EDUCAZIONE E BENESSERE L’attività fisica* e la pratica sportiva.. È tradizionalmente legata alla promozione della salute Con le sue componenti ludico-motorie che coinvolgono il corpo, rappresenta un mezzo attraverso il quale è possibile promuovere stili di vita sani indirizzati al benessere. * Per attività fisica si intende qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che ha come risultato un consumo di energia. Essa è diversa dall’esercizio fisico, che può essere definito come qual-siasi attività fisica pianificata, strutturata e ripetitiva, che ha come finalità il miglioramento o il mantenimento di uno o più componenti della forma fisica dell’uomo (ad esempio la resistenza cardiorespirato-ria, la resistenza e forza muscolare, la flessibilià, ecc.). IL TERMINE SPORT Sintetizza le 3 componenti fondamentali della pratica motoria e sportiva sui quali è necessario agire per promuovere stili di vita sani: Corpo Gioco Movimento Attualmente in Italia, quando si parla di attività fisica e di movimento si tende a sottolineare esclusivamente la sua dimensione bio-fisiologica, dimenticando molto spesso che essa ha una dimensione personale e socio-culturale. L’attività fisica, infatti, è il risultato dell’integrazione di tre dimensioni fondamentali che sono espressione della globalità e della integralità della persona: 1. l’esperienza personale 2. il movimento del corpo 3. la pratica socio-culturale. La dimensione umanistica dell’attività motoria, il suo essere espressione della totalità della persona, fa comprendere come essa sia anche e soprattutto una pratica sociale che le persone realizzano interagendo tra di loro con gli altri gruppi umani e con l’ambiente in cui vivono. L’attività motoria, essendo una pratica sociale quotidiana, è stata da sempre correlata con la promozione di stili di vita L’attività motoria implica la possibilità di un cambiamento nel soggetto tramite l’acquisizione di abitudini che possono incidere sui comportamenti della persona arrivando, se opportunamente favoriti, a generare stili di vita positivi. l’attività motoria può contribuire alla promozione dello stile di vita in relazione alla salute in quanto essa possiede un ruolo riabilitativo preventivo di promozione del benessere Questi 3 ruoli sono in rapporto di interdipendenza L’attività motoria intesa come benessere è uno strumento automotivante per la persona poiché stimola all’autoconoscenza attraverso il divertimento e la soddisfazione. Rapporto di interdipendenza tra i diversi ruoli propri dell’attività fisica e come l’intervento in questo settore debba essere sempre inteso in chiave sistemica come integrazione continua ed equilibrio tra le tre diverse funzioni. Questa visione è ancora più importante se si pensa ad un intervento di tipo educativo, che dovrà necessariamente coinvolgere e valorizzare pienamente la persona nella sua integralità (De Robertis, 1986) L’attività fisica, quindi, o lo sport inteso in senso generale deve essere una pratica aperta a tutti e deve pertanto adattarsi alle persone partendo dalla diversità di pratiche esistenti e dalle caratteristiche fisiche delle singole persone o dei gruppi. L’idea che tutte le persone possano realizzare qualche tipo di pratica da cui possano ricavare benefici e benessere è il principio pedagogico che è alla base di uno stile di vita salutare e della pedagogia del benessere (Devís, 2000). Da questo punto di vista il benessere possiede una inestimabile dimensione sociale e politica, che consiste nel far sì che le persone vivano una vita degna, aumentino il controllo sulle loro vite, siano capaci di scegliere ciò che desiderano fare o essere e sviluppino tutto il loro potenziale umano (Kimiecik e Lawson, 1996). Pertanto, il benessere a cui si allude e che rappresenta l’obiettivo fondamentale da perseguire attraverso l’attività motoria deve inglobare il concetto di capacità e di emancipazione (empowerment). RESILIENZA E SPORT La resilienza è sempre costituita da «un insieme di aspetti che condizionano tutta l’esistenza del soggetto: non esclusivamente l’aspetto genetico e temperamentale… ma anche le diverse situazioni ed esperienze della persona che ne modellano la personalità e l’attitudine a rispondere agli stimoli» (Ibidem, p. 90). Lo sport, inteso come attività motoria è uno strumento capace di promuovere il benessere psico-fisico e sociale della persona e, allo stesso tempo, con la sue componenti ludico ricreative, che gratificano e motivano alla pratica, può promuovere lo sviluppo di atteggiamenti resilienti nei soggetti di tutte le età e condizioni sociali; atteggiamenti e attitudini necessari per poter ristabilire un equilibrio venuto eventualmente a mancare in seguito ad eventi traumatici o a situazioni di vita difficoltose per il soggetto. IL BINOMIO SPORT-RESILIENZA valenza psico-sociopedagogica è attualmente oggetto di studio in molte ricerche che hanno messo in evidenza come l’attività motoria contribuisca allo sviluppo di competenze per fronteggiare particolari momenti o problemi di vita, come nel caso: dell’invecchiamento di traumi psicologici Dell’insuccesso sportivo negli atleti dei giovani a rischio emarginazione sociale dei problemi dell’infanzia e dell’adolescenza È un dato ormai acquisito dalla ricerca scientifica che lo sport e l’attività fisica, se adeguatamente insegnati e praticati, attraverso l’utilizzo di metodologie basate sull’educazione ai valori (Martinek e Ruiz, 2005), rappresentano un fattore per lo sviluppo della personalità e della motivazione nei soggetti di tutte le età, poiché creano così un’attitudine positiva che può aiutare i soggetti stessi a scegliere e ad adottare comportamenti che possono generare cambiamenti permanenti nel loro stile di vita (Valdés Casal, 1998). La resilienza rappresenta un sistema in cui l’empowerment, il coping, il sentimento di autoefficacia, la necessità di relazioni positive e sicure e la capacità di agire nel proprio contesto di vita, sono elementi tra loro interdi-pendenti che è possibile sviluppare attraverso lo sport e l’attività motoria. Heather Reid (2003) afferma che l’atleta* è colui che utilizza lo sport per il proprio sviluppo personale, per migliorare se stesso e la qualità della propria vita. Lo sport ci permette, infatti, di scoprire noi stessi come esseri unici costituiti di mente e corpo, spirito ed emozione. * Per atleta intendiamo tutti coloro che praticano sport e attività motoria anche non agonisticamente. In particolare l’attività motoria ci consente di: Scoprire noi stessi. Assumerci la responsabilità delle scelte Rispettare noi stessi e gli altri. Imparare a lavorare con gli altri. Integrazione sociale e culturale. In conclusione… si può affermare che lo sport contribuisce a sviluppare atteggiamenti resilienti nella persona, perché esso incide sugli aspetti personali e sociali (Driver, e Bruns, 1999) Gli elementi della progettazione Per progettare e pianificare interventi educativi di promozione della salute e del benessere… È necessario: adottare un ’ ottica sistemica, al fine di realizzare un’azione globale partendo dai principi pedagogici che sono stati individuati nel capitolo precedente e che valorizzano la persona e la sua integralità. pianificare interventi che inglobino la molteplicità delle dimensioni del movimento, senza tralasciare, la dimensione esperienziale e socioculturale (Devis, 2004), che può portare alla mancanza di efficacia nel risultato dell’intervento. partire da un’integrazione tra le diverse esperienze di attività fisica che le persone vivono In quest’ottica si deve… ripensare la progettazione di interventi formativi di promozione del benessere nel campo dell’attività motoria, che troppo spesso si sono limitati ad una prospettiva di promozione meramente meccanicistica. Un progetto di educazione al benessere attraverso lo sport e l’attività motoria che tenga conto dell’ottica sistemica dell’intervento, visto sempre in funzione della valorizzazione della globalità della persona e della sua umanizzazione. Un progetto di educazione al benessere attraverso lo sport e l’attività motoria deve quindi prevedere almeno questi elementi: 1) una descrizione del contesto:analisi dei bisogni e del contesto nel quale si intende sviluppare il progetto; 2) la definizione generale degli obiettivi che si intende perseguire; 3) la metodologia utilizzata; 4) gli ambiti di applicazione; 5) la descrizione del lavoro degli educatori/promotori del progetto; 6) i destinatari; 7) le modalità di attuazione; 8) gli strumenti di promozione/ricerca utilizzati; 9) la valutazione dei risultati ottenuti. La valutazione La valutazione è un processo sistematico di indagine su alcuni fenomeni sociali a partire da determi-nati criteri. Secondo Rohs (1998), la valutazione «è tipi-camente associata al grado in cui è efficace, adeguato, buono o cattivo, prezioso o inestimabile un programma e a quanto una determinata azione possa risultare più o meno appropriata» Nella valutazione di un programma si applica una gerarchia di valori. Pertanto, le decisioni pratiche e metodologiche del valutatore devono rispondere ad un’etica. Esistono molte forme/approcci di valutazione. Nonostante la valutazione rappresenti un aspetto chiave di qualsiasi strategia o programma di promozione della salute, molto spesso essa non viene realizzata; o meglio non ci si interroga sul suo significato reale. In Italia, ad esempio, i programmi sociali di attività motoria o sportiva connessi con la salute presentano una tradizione assai scarsa, se non inesistente. LA VALUTAZIONE ha una funzione strettamente pedagogica perché non è mai fine a se stessa o conclusiva del processo, ma offre sempre un’occasione di riflessione permanente sui programmi e sulla possibilità effettiva di un loro miglioramento (Hawe, Degeling e Hall, 1993).