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Resilience - pedagogia
PEDAGOGIA DEL BENESSERE
Dott.ssa Claudia Maulini
SALUTE E BENESSERE
SALUTE E BENESSERE
SALUTE
=
assenza di condizioni patologiche
Fino al 1948
Poi l’Organizzazione Mondiale della Sanità
sente la necessità di rivedere questa definizione alla
luce
dei molteplici cambiamenti a livello sociale
e vista la forte crescita di condizioni
di sofferenza psicologica
SALUTE
“Uno stato di completo
benessere psichico,
fisico e sociale”
(OMS 1948)
BENESSERE
Stato armonico di salute
psicofisica, garantito da un
ottimo livello di vita e da
vantaggi equamente
distribuiti
(Fizzotti, Dizionario di scienze dell’educazione,
1997)
CRITICHE


La parola stato indica che questa definizione
rimanda all’essere umano come ad un organismo
statico, non tenendo in considerazione equilibri e
squilibri che possono verificarsi in una persona
Manca in questa definizione un elemento
importante strettamente collegato all’equilibrio
del soggetto o alla salute delle popolazioni:
l’ambiente.
CONCETTO ECOSISTEMICO DI SALUTE


Salute= equilibrio tra molteplici dimensioni
(fisica, psichica e sociale)
Sistema umano è un sistema relazionale che si
sviluppa interagendo continuamente con
l’ambiente circostante
“TEORIA DELL’ECOLOGIA DELLO
SVILUPPO UMANO”
DI BRONFENBRENNER



L’individuo è un’entità dinamica che cresce e che si
muove all’interno dell’ambiente in cui vive e che
modifica
Esiste una reciprocità nella relazione tra individuo e
ambiente
L’ambiente non è solo inteso in senso fisico ma in
senso più ampio come l’insieme di più sistemi: fisico,
sociale e psicologico
(Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, 1986)
PRITCHARD (1981)
“E’ importante pensare la
salute come un processo e non
come uno stato poiché la
parola stato rimanda ad
un’immagine ferma di una
cosa che è in realtà dinamica”
…NEL 1981 LA DEFINIZIONE DI
SEPPILLI:
Salute
Condizione di armonico
equilibrio funzionale, fisico e
psichico dell’individuo
dinamicamente integrato nel
suo ambiente naturale e
sociale.
ILLICH (1975)
La salute descrive un processo di
adattamento, risultato di una
reazione autonoma e allo stesso
tempo culturalmente distribuita e
condivisa, alla realtà socialmente
creata e va intesa come la
capacità di adattarsi ai
cambiamenti esterni.
PERCHÉ LA
PEDAGOGIA SI
OCCUPA DI
SALUTE?
NELLA GRECIA ANTICA…
Il pedagogo
era colui che aveva il compito non
solo di accompagnare il bambino
ma soprattutto di non lasciarlo
solo e di proteggerlo,
difendendolo anche fisicamente,
da eventuali violenze o
aggressioni.
Pedagogia
scienza della prevenzione
e
della difesa dell’uomo
FINALITÀ DELLA
PEDAGOGIA
Promozione
e sviluppo
umano
Prevenzione
e recupero
FINALITÀ DELLA PEDAGOGIA
Promozione e sviluppo umano
 Riconoscere e potenziare motivi e condizioni di
benessere e di vivibilità in una determinata realtà
sociale
 Aprire nuove possibilità per una migliore
convivenza
Prevenzione e recupero
Riconoscere e superare:
 Condizioni di sofferenza, ragioni di disagio e di
emarginazione
 Motivi di difficoltà sociali,
barriere psicologiche e materiali
PROMOZIONE DELLA SALUTE
Il processo che consente alle
persone di esercitare un
maggiore controllo
sulla propria salute e di
migliorarla
(Carta di Ottawa, 1986)
Fondamentale
il ruolo dell’educazione
intesa come
strumento per favorire
stili di vita positivi nelle
persone
PROMOZIONE DELLA SALUTE
Tentativo di utilizzazione
delle risorse presenti nel
singolo e nel contesto sociale
sulla base del
VALORE PERSONA
quale valore reale
nell’esperienza educativa
EDUCAZIONE
ALLA SALUTE
=
EDUCAZIONE
ALLA VITA
(M.T. CAIRO, 1993)
…
Educazione che tenda
ad orientare
in modo responsabile
le scelte verso
idee, valori e criteri
che promuovano la vita
in tutte le sue espressioni.
(Rif. Life skills)
Si parla quindi di
pedagogia della salute
e di
educazione alla salute
PEDAGOGIA DELLA SALUTE
La pedagogia in questo caso è la
scienza che si occupa di studiare la salute
intesa come fatto educativo
e quindi di analizzare la situazione,
il contesto in cui si sviluppano le scienze della
salute per poi
promuovere delle azioni educative volte
alla promozione e alla costruzione di
un’autentica scienza della salute
intendendo con questo termine il
benessere complessivo della persona.
SALUTE
Salute come Risorsa
un concetto positivo che insiste sulle risorse
sociali e personali
oltre che sulle capacità fisiche.
La promozione della salute non è responsabilità
esclusiva del settore sanitario
EDUCAZIONE ALLA SALUTE
È un processo educativo che tende a
responsabilizzare
i cittadini singoli e i gruppi
nella difesa della salute propria e altrui
(Seppilli, 1980)
L’insieme degli interventi di informazione,
educazione e formazione che sono rivolti a
sviluppare stili di vita che promuovano la
salute e comportamenti positivi nei riguardi
della salute sia a livello individuale che
comunitario.
(O.M.S. 1985)
STILE DI VITA
E
QUALITA’ DELLA VITA
Cosa significa
l’espressione
“Stile di Vita”?
STILE DI VITA
(OMS, 1986)
“Una forma generale di vita
basata sull’interazione tra le
condizioni di vita intese in senso
ampio e i modelli individuali di
comportamento determinati da
fattori socioculturali
e caratteristiche personali”
LA MAGGIOR PARTE DEGLI
STUDIOSI…
Stile di vita:
“L’insieme di modelli
comportamentali che hanno
ripercussioni positive sulla salute
della persona”
MODELLI COMPORTAMENTALI
“Forme ricorrenti di comportamento che si
eseguono in forma strutturata e che si
possono intendere come abiti quando
costituiscono il modo abituale di rispondere a
differenti situazioni”
Essi si apprendono in un lungo processo di
socializzazione dell’individuo e una volta
acquisiti sono difficili da modificare
LE TEORIE CHE SPIEGANO
I PROCESSI DI SOCIALIZZZAZONE
1.
Teoria ecologica dello sviluppo
umano di Bronfrenbrenner
2.
La teoria del campo di Kurt Lewin
3.
L’interazionismo simbolico di
George Herbert Mead
4.
La teoria dell’apprendimento sociale
di Bandura
“TEORIA DELL’ECOLOGIA
DELLO SVILUPPO UMANO”
DI BRONFENBRENNER
 L’individuo
è un’entità dinamica che cresce e
che si muove all’interno dell’ambiente in cui
vive e che modifica
 Esiste
una reciprocità nella relazione tra
individuo e ambiente
 L’ambiente
non è solo inteso in senso fisico ma
in senso più ampio come l’insieme di più
sistemi: fisico, sociale e psicologico
(Bronfenbrenner, Ecologia dello sviluppo umano, 1986)
TEORIA DEL CAMPO DI KURT LEWIN
Secondo questo autore la condotta e i
comportamenti sono in funzione dello
stato della persona e del suo ambiente,
essendo la struttura dello spazio vitale
quella che determina i movimenti possibili
della persona all’interno di questo stesso
spazio e, in definitiva, il suo
comportamento.
INTERAZIONISMO SIMBOLICO
Gli esseri umani agiscono nelle situazioni che
gli si presentano in base ai significati che
attribuiscono agli oggetti, agli esseri umani, alle
istituzioni, ecc.
Tali significati nascono dall’interazione tra gli
individui ed è proprio la natura simbolica
delle relazioni che ci permette di comprendere
come avviene lo sviluppo, il cambiamento e
come le persone acquisiscono i valori, le norme,
le abitudini del gruppo sociale o della cultura
di appartenenza.
LA TEORIA
DELL’APPRENDIMENTO
SOCIALE DI BANDURA
Bandura sottolinea che i processi di
imitazione e modelling servono come
base per comprendere la socializzazione
dello stile di vita.
CONCLUDENDO…
Lo stile di vita può essere definito
come
stile sociale
poiché sono proprio gli stili sociali a
descrivere le condizioni obiettive di
vita che permettono di valutare i
condizionamenti del pensiero e dei
comportamenti che pesano su di un
gruppo socio-culturale.
Lo stile di vita si relaziona con le
caratteristiche personali dell’individuo e con
la personalità, le idee, le credenze, le attitudini
del soggetto, i ruoli che esso occupa, le
disposizioni generali e le interazioni con i
diversi membri della società
sistema persona
QUALITÀ DELLA VITA
(OMS 1994)
Percezione personale di un individuo
della sua situazione di vita,
all’interno del contesto culturale e
valoriale in cui vive e in relazione ai
suoi obiettivi, aspettative, valori e
interessi.
QUALITÀ DELLA VITA
(BORTHWICK E DUFFY, 1992)
La qualità delle condizioni di vita
di una persona unita alla
soddisfazione che la persona stessa
prova e infine la combinazione
delle condizioni di vita e la
soddisfazione personale
valutata in base alla propria scala
di valori, aspirazioni e aspettative.
LIFE SKILLS
LIFE SKILLS
“Le abilità necessarie ad un
comportamento adattivo e positivo che
rendono gli individui capaci di affrontare
efficacemente le richieste e le sfide della
vita quotidiana”
(OMS, 1993)
LIFE SKILLS
1.
Capacità di prendere decisioni in modo consapevole e
costruttivo, valutando le diverse opzioni a disposizione e le
conseguenze delle scelte intraprese.
2.
Problem solving. Capacità di affrontare in modo
costruttivo i problemi quotidiani.
3.
Pensiero creativo. Creatività intesa come un efficace modo
di affrontare in maniera flessibile le situazioni della vita
quotidiana
4.
Pensiero critico. Capacità di riconoscere e valutare i
diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il
comportamento.
5.
Comunicazione efficace. Indica il sapersi esprimere in
modo appropriato alla situazione e all’interlocutore, sia a
livello verbale, sia non verbale. Saper ascoltare e
comprendere gli altri.
6.
Capacità di relazioni interpersonali. Indica la capacità
di entrare in relazione con gli altri in maniera costruttiva,
mantenendo rapporti significativi con le persone riuscendo a
gestire la fine di una relazione.
7.
Empatia. Capacità di comprendere e condividere le
emozioni delle altre persone.
8.
Autoconsapevolezza. Indica il riconoscimento di se e delle
proprie capacità, risorse e debolezze, dei propri desideri e dei
propri bisogni.
9.
Gestione delle emozioni. Implica il riconoscimento delle
emozioni che influenzano il comportamento e la capacità di
regolarle nella maniera più appropriata alla situazione.
10.
Gestione dello stress. Consiste nella capacità di
riconoscere le cause di tensione e di stress nella vita
quotidiana e nel controllare le proprie emozioni per
incanalarle in maniera positiva.
Sfera cognitiva
(prendere decisioni, risolvere un problema,
Interpretare in modo critico un’informazione,
ragionare in modo creativo)
Sfera
relazionale
e
Sociale
(saper comunicare,
rapportarsi con gli altri
in maniera soddisfacente)
Sfera emotiva
(atteggiamento empatico,
gestire un’emozione
spiacevole, resistere
alle situazioni difficili)
RESILIENCE
RESILIENZA
È una parola di derivazione latina che in
Fisica indica la proprietà dei materiali di
resistere agli urti senza spezzarsi.
(Cyrulnik, Malaguti, Costruire la resilienza, 2005)
NEGLI ULTIMI ANNI IL TERMINE
RESILIENZA È STATO INTRODOTTO
NELLE SCIENZE UMANE X INDICARE…
Il processo di adattamento
positivo in circostanze in cui le
difficoltà – personali, familiari o
ambientali - sono così estreme
che farebbero pensare a
conseguenti alterazioni delle
capacità conoscitive o funzionali
della persona.
GLI STUDI
SULLA RESILIENZA SI
CONCENTRARONO PRIMA SU
CARATTERISTICHE QUALI:
 La
resistenza e l’invulnerabilità
Poi prospettive contemporanee hanno
iniziato a parlare di:
 Personalità
flessibili
LA RESILIENZA PUÒ
ESSERE
CONCETTUALIZZATA COME:
Un
risultato: basato su un insieme di
risposte e di
adattamenti
funzionali
alle circostanze
ed agli
eventi
Un
processo che assicura
l’adattamento
RESILIENZA
La capacità di riuscire, di vivere e svilupparsi
positivamente in maniera socialmente
accettabile, nonostante lo stress o un evento
traumatico che generalmente comporta il grave
rischio di un esito negativo (vanisteadel)
L’essere resilienti non è una predisposizione naturale,
non è qualcosa di innato ma è una caratteristica
personale che è possibile sviluppare e quindi educare e
formare anche attraverso percorsi volti allo sviluppo di
personalità resilienti, al fine di promuovere la salute e
il miglioramento della qualità di vita.
(Cyrulnik e Malaguti, 2005)
LA RESILIENZA IN CAMPO EDUCATIVO
Quell’insieme di abilità che permettono a un
individuo di resistere e contrastare situazioni
di disagio e deprivazione attraverso l’utilizzo
efficace di comportamenti adattivi. Essere
relisienti significa sapersi orientare rispetto
al proprio futuro; essere in grado di affrontare
e gestire i cambiamenti e le difficoltà di
natura personale, professionale, sociale cui la
vita espone; sapere assumere decisioni e
sapere, in tal modo gestire le incertezze e le
paure legate al manifestarsi, nel corso della
vita, di momenti critici. (Pinto minerva, 2004)
LE TEORIE SULLA RESILIENZA SI
SVILUPPARONO A PARTIRE DAGLI STUDI:
Sull’Empowerment
 Sul coping
 Sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby
 Sul sentimento di autoefficacia di Bandura
 Sulla teoria ecologica dello sviluppo umano di
Bronfenbrenner

EMPOWERMENT
Processo che permette l’acquisizione del
potere*, inteso come crescita delle
possibilità dei singoli e dei gruppi di
controllare attivamente la propria vita
(Rapaport,1981)
* potere interno del mondo interiore della
persona,non come controllo di una persona su
un’altra
PER L’OMS EMPOWERMENT:
il processo generale di rinforzo, crescita e
responsabilizzazione delle persone e della
comunità perché diventino sempre più capaci di
svolgere la loro funzione sociale» (p. 6)
.
Il Termine empowerment deriva
dall’inglese to empower che significa dare,
conferire potere, mettere in grado, rendere
capace
SI DISTINGUE IN:
empowerment individuale si riferisce alla
capacità del singolo di decidere e di esercitare un
controllo sulla propria vita.
 empowerment comunitario, invece, coinvolge
gli individui che agiscono collettivamente al fine
di influenzare e controllare maggiormente i
fattori determinanti della salute e la qualità di
vita della loro comunità.

L’EMPOWERMENT…
«non è una caratteristica della personalità
stabile, ma è, piuttosto un processo, una costruzione continua che implica, da parte del
soggetto, la capacità introspettiva di cogliere in
sé e nei contesti di vita le risorse necessarie per
poter raggiungere alcune mete prefissate» (Lopez,
2004, p. 9)
È fondamentale, quindi, attivare un
processo che porti la persona a scegliere,
tra un ventaglio di possibilità interne,
quella che è possibile attuare nella realtà
esterna, lasciando alla persona il compito
di scegliere e il senso di responsabilità
che ne consegue, facendola sentire, in tal
modo,
protagonista della propria vita
(Bruscaglioni, 2004).
L’incontro tra la dimensione
della vulnerabilità con quella
dell’empowerment contribuisce
alla costruzione di un percorso di
vita resiliente (Cyrulnik e
Malaguti, 2005).
COPING =
FRONTEGGIAMENTO
Dall’inglese to cope = far fronte
Significa cavarsela in situazioni difficili,
gestire in qualche modo
condizioni di difficoltà e incertezza,
far fronte a situazioni di vita ostiche riuscendo a
tirar fuori
risorse mentali ed emotive anche nascoste o
inaspettate,
dovendo risolvere in itinere
continui problemi,
imparando come meglio agire nel momento in
cui serve!!
Questo concetto è caratterizzato,
quindi, da un lato da un senso di
precarietà, di incertezza, di dubbio
e dall’altro da un certo grado di
capacità e di speranza e dalla
sensazione che valga la pena lottare
e, infine, da un buon grado di
motivazione (Folgheraiter, 2004).).
LAZARUS E FOLKMAN (1984) I PRIMI AD
UTILIZZARE QUESTO TERMINE
Coping=insieme di sforzi cognitivi e comportamentali
destinati a dominare, ridurre o tollerare le esigenze
interne o esterne che minacciano o superano le risorse
dell’individuo
Processo attivo con cui la persona, attraverso
un’autovaltazione delle proprie capacità e delle
motivazioni personali, fa fronte a una situazione
stressante ed è capace di dominarla
DIFFERENTI APPROCCI E STRATEGIE DI
COPING:




Centrato sulle emozioni:attraverso il quale l’individuo
cerca di definire la natura del problema e, reagendo, tenta di
modificare la situazione; Lazarus e Folkman (1984)
Centrato sul problema: che vede l’individuo impegnato a
ridurre lo stato di disagio emotivo che deriva dalla percezione
dello stress; Lazarus e Folkman (1984)
Evitante: la persona tenta di ridurre la tensione emotiva
attraverso strategie passive (fuga,rassegnazione);
Vigilante: la persona affronta la situazione e tenta di
risolverla attraverso strategie attive (ricerca di informazioni,
di sostegno sociale, di mezzi);
Il termine coping viene spesso utilizzato come
sinonimo del termine resilienza; in realtà, le
strategie di coping partecipano al fenomeno
della resilienza ma essa costituisce un
processo molto più vasto.
Folgheraiter (2004) precisa, infatti, che
mentre
con il termine resilienza si indica «la tempra
degli individui sotto stress e la loro capacità
psicofisica di resistenza alle pressioni
esterne,
il coping fa riferimento ad un processo
attivo di contrasto delle difficoltà attraverso
un corso d’azione» (p. 30).
I comportamenti di coping
riguardano le risposte ad una determinata situazione;
indicano come la persona o il gruppo sono in grado di far
fronte ad essa;
la resilienza,
invece,
si inscrive in un contesto temporale dilatato (Manciaux,
1999).
si può parlare di resilienza successivamente a molteplici
messe in atto di azioni di fronteggiamento.
LA TEORIA DEL SELF-EFFICACY
(AUTOEFFICACIA) DI BANDURA (2000)
il sentimento di autoefficacia
viene definito dallo stesso autore
come
La credenza nella propria
capacità di organizzare e di
eseguire la serie di azioni
richieste per produrre
determinati risultati.
L’efficacia personale dipende da 4 variabili:

1) le esperienze antecedenti: storia dei successi e degli insuccessi
personali. Lo sviluppo del sentimento dell’efficacia personale si
nutre principalmente dei successi ottenuti in compiti
sufficientemente difficili.

2) le esperienze vicarianti: gli apprendimenti ricavati
dall’osservazione delle prove e degli errori di un’altra persona;

3) la persuasione verbale: informazione sulla propria

efficacia fornita da persone rite-nute competenti per
farlo
4) gli stati fisiologici e affettivi: condizioni psico-fisiologiche in cui
si trova il soggetto in quello specifico momento; vale a dire, dalla
sua capacità di attivare risorse cognitive ed affettive (l’attenzione,
la motivazione, ecc.).
LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO
JOHN BOWLBY (1969; 1973; 1980)
sono le interazioni tra madre e bambino (che
iniziano già durante la gravidanza, e che vanno
dall'abbraccio allo scambio di sguardi, alla
nutrizione, alla consolazione ecc.) a strutturare
ciò che viene definito sistema d'attaccamento.
È proprio tale sistema che guida (anche nella vita
adulta) le interazioni e gli scambi relazionali
affettivi.
La funzione principale della madre è quella di fornire al
bambino una base sicura: farlo sentire protetto. La
funzione di base sicura, che nei primi anni di vita viene
assolta fisicamente dalla mamma, diviene poi,
attraverso l'inte-riorizzazione dei comportamenti e degli
affetti suscitati dalla mamma stessa, una struttura
interna capace di consolare e proteggere.
Ciascun individuo possiede, dunque, un
particolare stile d'attaccamento che caratterizza
le sue interazioni affettive (relazioni di coppia,
relazioni intime, ecc.) e che influenzerà a sua
volta lo stile d'attaccamento del proprio bambino.
1.
2.
3.
4.
Mary Ainsworth, insieme ai suoi collaboratori
(1978), ha ideato una procedura osservativa, definita
Strange situation, per identificare i diversi pattern di
attaccamento che ha permesso di stabilire che
esistono 4 diversi stili di attaccamento:
sicuro/autonomo
insicuro distanziante/evitante
insicuro preoccupato/ansioso
disorganizzato
Gli stili di attaccamento sono fondamentali nello
sviluppo di personalità resilienti; essi possono
comunque modificarsi nel corso della vita
attraverso interazioni affettive significative che
permettono all'individuo di introiettare la
funzione di base sicura che non ha potuto
ricevere dalla propria madre (Gilligan, 1997;
Rutter, 1993).
UOMO/PERSONA SANO/A
«colui che ha imparato a riconoscersi e ad
accettarsi nelle proprie risorse e nei propri limiti,
che tende ad agire in modo sempre più
responsabile e che quindi è aperto ad affrontare e
superare le difficoltà che, nel suo itinerario di vita,
si presentano, riaffermando sempre e comunque il
proprio valore di persona.
L’uomo sano è quindi colui che vuole rimanere
protagonista del suo unico ed originale cammino di
crescita ma allo stesso tempo vuole condividerlo
ricercando e costruendo relazioni significative ed
eticamente orientate con gli altri uomini»
(Cairo, 1993, p. X).
PARTE II:
SPORT,
EDUCAZIONE E
BENESSERE
L’attività fisica* e la pratica sportiva..
È tradizionalmente legata alla
promozione della salute
Con le sue componenti ludico-motorie che coinvolgono il corpo, rappresenta
un mezzo attraverso il quale è possibile promuovere stili di vita sani
indirizzati al benessere.
* Per attività fisica si intende qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici
che ha come risultato un consumo di energia. Essa è diversa dall’esercizio fisico, che può
essere definito come qual-siasi attività fisica pianificata, strutturata e ripetitiva, che ha come finalità il miglioramento o il mantenimento di uno o più componenti della forma fisica dell’uomo
(ad esempio la resistenza cardiorespirato-ria, la resistenza e forza muscolare, la flessibilià,
ecc.).
IL TERMINE SPORT
Sintetizza le 3 componenti fondamentali della pratica
motoria e sportiva sui quali è necessario agire per
promuovere stili di vita sani:
Corpo
 Gioco
 Movimento

Attualmente in Italia, quando si parla di attività
fisica e di movimento si tende a sottolineare
esclusivamente la sua dimensione bio-fisiologica,
dimenticando molto spesso che essa ha una
dimensione personale e socio-culturale.
L’attività fisica, infatti, è il
risultato dell’integrazione di tre dimensioni
fondamentali che sono espressione della
globalità e della integralità della persona:
1. l’esperienza personale
2. il movimento del corpo
3. la pratica socio-culturale.
La dimensione umanistica dell’attività
motoria, il suo essere espressione della
totalità della persona, fa comprendere come
essa sia anche e soprattutto una pratica
sociale che le persone realizzano
interagendo tra di loro con gli altri gruppi
umani e con l’ambiente in cui vivono.
L’attività motoria, essendo una pratica
sociale quotidiana, è stata da sempre
correlata con la promozione di stili di vita
L’attività motoria implica
la possibilità di un cambiamento nel
soggetto tramite l’acquisizione di abitudini
che possono incidere sui comportamenti della persona
arrivando, se opportunamente favoriti,
a generare stili di vita positivi.
l’attività motoria può contribuire alla promozione dello stile di
vita in relazione alla salute in quanto essa possiede un ruolo
riabilitativo
 preventivo
 di promozione del benessere

Questi 3 ruoli
sono in rapporto
di
interdipendenza
L’attività motoria
intesa come benessere è uno strumento
automotivante per la persona poiché stimola
all’autoconoscenza attraverso il divertimento e
la soddisfazione.
Rapporto di interdipendenza tra i diversi ruoli propri
dell’attività fisica
e come l’intervento
in questo settore debba essere sempre inteso
in chiave sistemica come integrazione continua ed
equilibrio tra le tre diverse funzioni.
Questa visione è ancora più importante se si pensa ad un
intervento di tipo educativo, che
dovrà necessariamente coinvolgere e valorizzare
pienamente la persona nella sua integralità (De
Robertis, 1986)
L’attività fisica, quindi, o lo sport inteso in senso generale
deve essere una pratica aperta a tutti e deve pertanto
adattarsi alle persone partendo dalla diversità di pratiche
esistenti e dalle caratteristiche fisiche delle singole persone o
dei gruppi. L’idea che tutte le persone possano realizzare
qualche tipo di pratica da cui possano ricavare benefici e
benessere è il principio pedagogico che è alla base di uno
stile di vita salutare e della pedagogia del benessere
(Devís, 2000).
Da questo punto di vista il benessere
possiede una inestimabile
dimensione sociale e politica,
che consiste nel far sì che le persone vivano una vita degna,
aumentino il controllo sulle loro vite, siano capaci di
scegliere ciò che desiderano fare o essere e sviluppino
tutto il loro potenziale umano
(Kimiecik e Lawson, 1996).
Pertanto, il benessere a cui si allude e che rappresenta
l’obiettivo fondamentale da perseguire attraverso
l’attività motoria deve inglobare il concetto di capacità e di
emancipazione (empowerment).
RESILIENZA E SPORT
La resilienza
è sempre costituita da
«un insieme di aspetti che condizionano tutta l’esistenza del
soggetto: non esclusivamente l’aspetto genetico e
temperamentale…
ma anche le diverse situazioni ed esperienze della persona
che ne modellano la personalità e l’attitudine a rispondere
agli stimoli»
(Ibidem, p. 90).
Lo sport, inteso come
attività motoria
è uno strumento capace di promuovere il
benessere psico-fisico e sociale della persona e,
allo stesso tempo,
con la sue componenti ludico ricreative, che
gratificano e motivano alla pratica,
può promuovere lo sviluppo di atteggiamenti
resilienti nei soggetti
di tutte le età e condizioni sociali;
atteggiamenti e attitudini necessari per poter ristabilire
un equilibrio venuto eventualmente a mancare in
seguito ad eventi traumatici o a situazioni di vita
difficoltose per il soggetto.
IL BINOMIO SPORT-RESILIENZA
valenza psico-sociopedagogica è attualmente oggetto di
studio in molte ricerche che hanno messo in evidenza
come l’attività motoria contribuisca allo sviluppo di
competenze per fronteggiare particolari momenti o
problemi di vita, come nel caso:
 dell’invecchiamento
 di
traumi psicologici
 Dell’insuccesso sportivo negli atleti
 dei giovani a rischio emarginazione sociale
 dei problemi dell’infanzia e dell’adolescenza
È un dato ormai acquisito dalla ricerca scientifica che
lo sport e l’attività fisica,
se adeguatamente insegnati e praticati,
attraverso l’utilizzo di metodologie basate
sull’educazione ai valori
(Martinek e Ruiz, 2005),
rappresentano un fattore per lo sviluppo della
personalità e della motivazione nei soggetti di
tutte le età, poiché creano così un’attitudine
positiva che può aiutare i soggetti stessi a
scegliere e ad adottare comportamenti che
possono generare cambiamenti permanenti nel
loro stile di vita
(Valdés Casal, 1998).
La resilienza rappresenta un sistema
in cui l’empowerment, il coping, il
sentimento di autoefficacia, la
necessità di relazioni positive e sicure
e la capacità di agire nel proprio
contesto di vita, sono elementi tra loro
interdi-pendenti
che è possibile sviluppare attraverso
lo sport e l’attività motoria.
Heather Reid (2003)
afferma che l’atleta* è colui che utilizza
lo sport per il proprio sviluppo
personale,
per migliorare se stesso e la qualità
della propria vita.
Lo sport ci permette, infatti, di scoprire
noi stessi come esseri unici costituiti di
mente e corpo, spirito ed emozione.
* Per atleta intendiamo tutti coloro che praticano sport e attività motoria
anche non agonisticamente.
In particolare l’attività motoria ci consente di:
 Scoprire
noi stessi.
 Assumerci la responsabilità delle scelte
 Rispettare noi stessi e gli altri.
 Imparare a lavorare con gli altri.
 Integrazione sociale e culturale.
In conclusione…
si può affermare che
lo sport contribuisce a sviluppare
atteggiamenti resilienti nella persona,
perché esso
incide sugli aspetti personali e sociali
(Driver, e Bruns, 1999)
Gli elementi della progettazione
Per progettare e pianificare interventi educativi
di promozione della salute e del benessere…
È necessario:
 adottare un ’ ottica sistemica, al fine di realizzare
un’azione globale partendo dai principi pedagogici
che sono stati individuati nel capitolo precedente e
che valorizzano la persona e la sua integralità.
 pianificare interventi che inglobino la molteplicità
delle dimensioni del movimento, senza tralasciare, la
dimensione esperienziale e socioculturale (Devis,
2004), che può portare alla mancanza di efficacia nel
risultato dell’intervento.
 partire da un’integrazione tra le diverse esperienze
di attività fisica che le persone vivono
In quest’ottica si deve…
ripensare la progettazione di interventi formativi
di promozione del benessere nel campo
dell’attività motoria, che troppo spesso si sono
limitati ad una prospettiva di promozione
meramente meccanicistica.
Un progetto di educazione al benessere
attraverso lo sport e l’attività motoria che tenga
conto dell’ottica sistemica dell’intervento, visto
sempre in funzione della valorizzazione della
globalità della persona e della sua
umanizzazione.
Un progetto di educazione al benessere attraverso lo sport e
l’attività motoria deve quindi prevedere almeno questi
elementi:
1) una descrizione del contesto:analisi dei bisogni e
del contesto nel quale si intende sviluppare il
progetto;
2) la definizione generale degli obiettivi che si intende
perseguire;
3) la metodologia utilizzata;
4) gli ambiti di applicazione;
5) la descrizione del lavoro degli educatori/promotori
del progetto;
6) i destinatari;
7) le modalità di attuazione;
8) gli strumenti di promozione/ricerca utilizzati;
9) la valutazione dei risultati ottenuti.
La valutazione
La valutazione è
un processo sistematico di indagine su alcuni
fenomeni sociali a partire da determi-nati criteri.
Secondo Rohs (1998), la valutazione «è tipi-camente
associata al grado in cui è efficace, adeguato, buono o
cattivo, prezioso o inestimabile un programma e a quanto
una determinata azione possa risultare più o meno
appropriata»
Nella valutazione di un programma si
applica una gerarchia di valori.
Pertanto, le decisioni pratiche e
metodologiche del valutatore devono
rispondere ad un’etica.
Esistono molte forme/approcci di
valutazione.
Nonostante la valutazione rappresenti un aspetto
chiave di qualsiasi strategia o programma di
promozione della salute, molto spesso essa non
viene realizzata; o meglio non ci si interroga sul suo
significato reale.
In Italia, ad esempio, i programmi sociali di attività
motoria o sportiva connessi con la salute presentano
una tradizione assai scarsa, se non inesistente.
LA VALUTAZIONE
ha una funzione strettamente pedagogica
perché non è mai fine a se stessa o
conclusiva del processo,
ma
offre sempre un’occasione di riflessione
permanente sui programmi e sulla
possibilità effettiva di un loro
miglioramento
(Hawe, Degeling e Hall, 1993).
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