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Umanesimo e Rinascimento
Umanesimo e Rinascimento A cura di Antonio Ipsaro Palesi & Erika Cappello L’Umanesimo Una rivoluzione culturale In un’Italia colpita da gravi tensioni, segnata da vasti processi di rifeudalizzazione, si formò una delle più grandi rivoluzioni culturali. Un modello di vita Mentre nel Medioevo la cultura classica aveva avuto valore principalmente decorativo, nell’Umanesimo essa divenne modello di vita. Questo rapporto con la cultura classica era inteso come strumento per realizzare una vita migliore e ricoprire la dignità dell’uomo. Il rinnovamento culturale e la sensibilità, trovarono , nella riscoperta dei classici la loro legittimazione ideale. Sviluppi sfasati Ci fu una “sfasatura” tra la RINASCITA ECONOMICA e SOCIALE, e la RINASITA CULTURALE che si concluse molto dopo. Nuovo interesse per i classici Il termine «Umanesimo», specifica il processo di rinnovamento culturale che cominciò a manifestarsi in Italia e che in seguito si estese nei paesi dell’Europa. Alla base della formazione intellettuale «umanistica» vi è il predominio della CULTURA CLASSICA. Il «classicismo» medievale Anche il Medioevo aveva conosciuto alcuni aspetti della cultura classica, ma di questa gli studiosi medievali avevano preso solamente quello che si accordava alla visione cristiana del mondo. Riscoperta di autori antichi Si aprì una nuova fase: furono letti e riletti con avidità i classici che circolavano in rare copie manoscritte. Coluccio Salutati, cancelliere della Repubblica fiorentina e allievo di Petrarca, riuscì a scoprire importanti testi di Cicerone. LA FILOLOGIA: Insieme alla riscoperta dei classici greci e latini operata da Petrarca, rinacque la Filologia, ossia la scienza che restituisce i testi antichi possibilmente più vicini alla base iniziale. I libri, essendo trascritti a mano da uomini di mestiere, nel ricopiare commettevano molto spesso errori ortografici od operavano aggiunte e modifiche. I GRECI IN ITALIA La situazione in Italia mutò radicalmente con l’arrivo di numerosi greci. Vennero nel nostro paese intellettuali come Giorgio Gemisto detto il Pletone e Giovanni Bessarione spinti dalla minaccia turca che incombeva su Costantinopoli. Essi si adoperarono per riunire i Cristiani d’Oriente e quelli d’Occidente. LORENZO VALLA: Il fondatore della filologia umanistica può essere considerato il romano Lorenzo Valla. Fu un filosofo antiaristotelico che provò la falsità della Donazione di Costantino. Questo fu un brutto colpo per la Chiesa che con questo documento otteneva un importante sostegno giuridico e delle province occidentali alla Chiesa di Roma. Fu un latinista insigne e lo possiamo vedere nella sua opera Eleganze della lingua latina. PETRARCA: LA VITA Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304 da una famiglia borghese. Nei primi anni della sua esistenza si trasferì ad Avignone, seguendo la sede del papato. Dopo i primi anni di studio, a dodici anni, andò a studiare all’ Università di Montepelier, per cominciare gli studi di diritto e giuridici. Subito capisce che questa non è la sua strada e, trasferitosi a Bologna, intraprende la carriera letteraria dove compone i suoi primi versi. Per dedicarsi alla letteratura a tempo pieno e per vivere una vita frivola, prende i voti minori che gli danno maggior privilegi. Considera i suoi maestri Cicerone e Virgilio, ma porta sempre con se Le Confessioni di sant’Agostino. La sua passione per i classici lo porta a scrivere la maggior parte delle sue opere in latino che girano in torno alla figura femminile di Laura Nonostante fosse sempre occupato tra amore, vita mondana e poesia, Petrarca sentiva la necessità di trovare delle esigenze materiali, non trovabili negli agi. A questo bisogno contrapponeva una perpetua inquietudine che cammina parallelamente alla crisi religiosa che lo vede protagonista nel 1343, quando il fratello Gherardo, a cui era legatissimo tanto da considerarlo il suo alter ego, si ritirò nella certosa di Montrieux. Si trova in difficoltà perché, nonostante voglia la sicurezza materiale, non riesce a fare il grande passo del fratello. A questa inquietudine si aggiunge la vergogna per la nascita della figlia illegittima Francesca che le resterà accanto durante i viaggi tra corti e corti, finché non morì nel 1374 ad Arquà chino su un codice del suo amato Virgilio, come ci perviene una lettera a Boccaccio. • Francesco Petrarca viene considerato l’ iniziatore dell’ Umanesimo, perché fu il primo a riproporre, nelle sue opere poetiche e nelle sue prose, la sensibilità dei testi classici. Per tutta la sua vita, il poeta andò di monastero in monastero, a scovare gli autori classici dimenticati e farne esempio di virtù morale. Dopo Petrarca, questi tesori furono riportati in Italia dove furono letti e riletti, e dove si registra una grande crescita della conoscenza della lingua e della cultura greca. LA LAICIZZAZIONE: • Un importante passo avanti fu la laicizzazione della società umanistica che, però non ripudiava le forme di religione, ma conviveva con loro, affermando sempre l’autonomia dell’uomo. L’ indipendenza dalla religione portò alla frantumazione della concezione tripartita tipica della mentalità medievale, che metteva al primo posto gli uomini di Chiesa (oratores), al secondo i guerrieri (bellatores) e al terzo i contadini (laboratores). La gerarchia cambia ponendo al vertice gli oratores affiancati dai laici colti, litterati e philosophi. Questa laicizzazione portò anche ad una nuova pedagogia. Le scuole si trasformarono notevolmente cambiando i sistemi d’insegnamento e i programmi. La nuova pedagogia mirava a far sviluppare agli allievi capacità critiche e dialettiche, attraverso un confronto libero con gli insegnanti, non più punitivi con metodi estremi. Oltre che in Italia, l’Umanesimo si sviluppò anche in Inghilterra, una grande potenza europea di quel tempo, di cui i suoi più importanti esponenti, sono:Tommaso Moro e Erasmo da Rotterdam. ERASMO DA ROTTERDAM: Altro importante umanista di quel tempo è l’olandese Erasmo da Rotterdam. Si narra che fu il figlio illegittimo di un prete, ma è conosciuto soprattutto per i suoi viaggi e le sue opere critiche. Viaggiò molto tra Inghilterra, dove si stabilì, Francia ed Italia, dove aderì alle idee di Valla. Sono frequenti le sue opere critiche che si basavano soprattutto sulla crisi religiosa di quel tempo ed un valido esempio è Il Libero Arbitrio che contesta apertamente la rivolta avanzata da Lutero. Ma la sua opera più importante rimane L’ elogio della Follia, una satira della teologia, dell’immortalità del clero e delle Curie oltre ad essere un’ esaltazione della follia del vero Cristiano dedicante la sua vita alla fede. Famoso anche per aver tradotto dal greco l’Antico Testamento, che diede così la possibilità a tutti di leggere le parole di Dio. TOMMASO MORO: Tommaso Moro è il primo esponente dell’Umanesimo inglese, insieme al suo più grande amico Erasmo da Rotterdam. Egli era un uomo politico del tempo, famoso per essere stato il cancelliere personale del re Enrico VIII. Essendosi opposto alla scelta religiosa del re che divise la Chiesa di Roma da quella inglese, abbandona la politica, e per questo viene condannato a morte dalla stesso Enrico e viene decapitato a Londra nel 1535. Le sue opere sono quasi tutte di stile politico religioso ma anche racconti di grandi monarchi inglesi, ad esempio La storia di Riccardo III. Ma la sua più grande opera è Utopia, descrizione di uno stato immaginario che si basa su idee comuniste e sul principio della ragione. Questo poema sarà in seguito dato dallo stesso poeta ad Erasmo che lo conserverà fino alla sua morte. IL RINASCIMENTO: • Il Medioevo è visto come l’interruzione dello sviluppo della civiltà. Il Rinascimento, che segue l’Umanesimo, è la rinascita di questo sviluppo dalle tenebre medioevali concentrato soprattutto nelle arti e nel pensiero. Questo sviluppo è dovuto a diversi fattori: 1) alla libertà repubblicana, avute in condizioni più favorevoli; 2) alla concentrazione di attività artigianali e “industriali” nelle città importanti come Firenze; 3) allo studio e rifioritura del diritto romano nelle Università di giurisprudenza; 4) alle biblioteche italiane che si staccarono dalle cattedrali e dai monasteri, divenendo autonome da queste e che contenevano i testi di autori classici riscoperti nel periodo precedente. In questo periodo, che vede sempre come protagonista l’ Italia, si ha una straordinaria concentrazione di ingegni come: Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Leonardo, Botticelli, ecc., maestri delle grandi pitture; Donatello e Michelangelo nella scultura; Brunelleschi • e Bramante nell’ architettura; Ariosto nella poesia; Machiavelli e Guicciardini nel pensiero politico e Pico della Mirandola nella filosofia. RAFFAELLO: • Nato nel 1483 ad Urbino, fu pittore ed architetto, allievo del Perugino, sviluppò la sua arte soprattutto a Firenze dove subì l’influsso di Leonardo e Michelangelo. Fu chiamato a Roma dal papa per affrescare le stanze vaticane e le logge vaticane, sostituì il Bramante alla sua morte nei lavori per l’erezione della basilica di San Pietro. Alla sua morte, nel 1520 a Roma, fu seppellito nel Pantheon. Nei suoi quadri Incoronazione della Vergine, Sposalizio della Vergine, Madonna del cardellino e San Giorno (completato da Giulio Romano), troviamo un senso dell’armonia inserito nel culto rinascimentale della bellezza. TIZIANO: • Nato nel 1490 circa a Pieve di Cadore, fu allievo del Giorgine e divenne il massimo esponente della scuola veneziana per la sua armonia nel mescolare i colori e per la grandiosità compositiva. Fu conteso dalle più importanti corti di quel tempo perché costituì per tutto il seicento un modello fondamentale fino alla sua morte a Venezia nel 1576. Nelle sue opere Amor sacro e Amor profano, Assunta, Festa di Venere, L’uomo dal guanto, Pala Pesaro, Venere di Urbino e nel suo Autoritratto, troviamo lo stile armonioso e di grande bellezza che lo resero di fama il migliore. LEONARDO: LA VITA Nato nel 1452 a Firenze, fu pittore, architetto e scienziato. Discepolo del Verrocchio in pittura, nelle altre materie fu un autodidatta. Fu al servizio di Ludovico il Moro nel 1492, ma alla sua caduta viaggiò per varie città finché, arrivato a Milano, progettò i lavori di fortificazioni del Naviglio presso San Cristoforo. Andò anche a Roma presso Giuliano de’ Medici, ma poi si avvicinò alla corte francese di Francesco I, dove morì nel 1519. Come pittore, inventò una nuova tecnica di sfumatura chiamata sanguigna che operò nel suo Autoritratto. LE OPERE • Le sue opere principali sono la Gioconda, la Vergine delle rocce e S. Anna, la Vergine e il Bambino, l’Ultima Cena, l’Annunciazione e l’Adorazione dei Magi. Come scienziato compì fondamentali ricerche di meccanica (studi di leve), d’anatomia (dimostrazione della funzione dei muscoli), d’ottica, di chimica, di geologia, d’astronomia. Famoso anche per aver progettato macchine per volare, nautiche e belliche. Oltretutto fu un bravo scrittore e nelle sue opere descrive l’entusiasmo per aver scoperto cose della natura che non sono di competenza divina. BOTTICELLI: • Nato a Firenze circa nel 1445, pittore, fu allievo del Verrocchio r del Pollaiolo; tra giovinezza e maturità il suo stile privilegiava lineamenti morbidi e ondulanti, e i suoi disegni sono di un colore chiaro e limpido. Dopo il 1490 entra in una crisi religiosa e quindi il colore delle sue opere s’incupisce e le linee si spezzano, diventando figure drammatiche. Le sue opere più importanti sono: l’Allegoria della Primavera, la Nascita di Venere, l’Incoronazione della Vergine, agli Uffizi troviamo l’ Affresco delle Storie di Mosè, l’ Allegoria della Calunnia, mentre a Cambridge abbiamo la Crocifissione. Dopo tutte queste opere, distribuite tra Firenze, Roma e Cambridge, Botticelli morì nel 1510 nella stessa Firenze. DONATELLO: Nato circa nel 1386 a Firenze, sculture e uno dei più grandi artisti del Rinascimento, a cui fanno riferimento la maggior parte degli artisti che seguono. Esordì lavorando alla seconda porta del Battistero di Firenze, e si avvicinò all’arte del Brunelleschi con cui studiò a Roma. Le sue opere rivelano la sensibilità classica dello scultore che fu sempre alla ricerca d’effetti pittorici e spaziali che caratterizzò il suo stile. Si distinse dagli altri suoi contemporanei perché riuscì a scolpire marmo, bronzo e terracotta dando alle linee un’immagine di tensione, causata anche dalla luce. Le sue opere sono: S. Giovanni Evangelista, S. Giorgio e S. Giorgio che uccide il Drago, il David, l’Annunciazione, le Porte di Bronzo e i Basso rilievi della Sacrestia Vecchia, Giuditta e Oloferne, il Banchetto d’Erode, il Pulpito e la Statua equestre del Gattamelata. Morì nella stessa città in cui nacque, a Firenze, nel 1466. MICHELANGELO: • Nato a Caprese nel 1475, fu pittore, scultore ed architetto. Da giovane visse alla corte di Lorenzo il Magnifico dove tornò dopo esser stato a Venezia, Bologna e Roma. Fu sotto il servizio di papa Giulio II e Leone X e, quando caddero i de’ Medici, fu al servizio della repubblica di fortificazione. Completò i suoi studi a Roma dove conobbe le opere di Donatello e di Giotto, sintetizzando nelle sue opere oltre a questi, anche uno stile completamente rinascimentale, che preparò gli artisti che lo seguono al barocco. Di tutte le arti egli predilesse la scultura dove espresse un animo tormentato e drammatico, lo stesso che troviamo nelle sue opere pittoriche, in cui il volume sovrasta il colore. Può essere anche considerato un poeta come descrivono i suoi versi ispirati dall’amicizia per Vittoria Colonna, un esempio della sua tormentata vita interiore. Le sue opere si scultura: Madonna della Scala, Pietà, David, due Prigioni, Mosè, Tombe di Lorenzo e Giuliano de’ Medici con allegoria del Giorno, della Notte, dell’ Aurora e del Vespero, Pietà Rondinini. Le sue opere di pittura: Sacra Famiglia, Storie dell’ Antico Testamento, Profeti, Sibille, Giudizio Universale. Le sue opere d’Architettura: Sacrestia Nuova di S. Lorenzo e Biblioteca Laurenziana, Cupola di S. Pietro, Palazzo Farnese, Piazza del Campidoglio e Porta Pia. BRUNELLESCHI: • Nato a Firenze nel 1377, fu il più famoso architetto del Rinascimento, ma esordì come orefice e scultore partecipando al concorso per la porta del Battistero di Firenze con Il Sacrificio d’Isacco. Inaugurò il classicismo rinascimentale terminando i suoi studi d’architettura e si distinse per il ritmo armonioso e leggero delle sue costruzioni, accuratamente proporzionate tra luce e definizione dello spazio. La sua opera più importante rimane la cupola di S. Maria del Fiore di Firenze a cui lavorò dal 1418 al 1446; costruì l’ Ospedale degli Innocenti, le chiese di S. Lorenzo e di S. Spirito, la cappella Pazzi e palazzo Pitti. Morì a Firenze, città a cui diede tutte le sue bellissime opere, nel 1446. BRAMANTE: • Nato a Monte Asdruvaldo, Fermignano, nel 1444, fu architetto e scultore. Le sue opere si basano soprattutto ricchi e affascinanti effetti di prospettiva e di luce, facendolo diventare il maestro del gusto e delle conquiste rinascimentali. Attivo soprattutto in Lombardia, eseguì il presbiterio e la sacrestia di S. Satiro, la Canonica di S. Ambrogio, l’abside di S. Maria della Pace, il tempietto di S. Pietro in Montorio, il cortile del Belvedere in Vaticano ed attese il progetto per la basilica di S. Pietro, ma morì prima, a Roma nel 1514. Tra i suoi quadri troviamo Uomini d’arte. ARIOSTO: • Nato a Reggio Emilia nel 1474, fu poeta che visse presso la corte di Ferrara al servizio del cardinale Ippolito d’Este e poi del duca Alfonso. Si sposò nel 1427 con Alessandra Benucci. Scrisse i Carmina in latino, alcune liriche in volgare e le Satire in terza rima. Notevoli i suoi 5 poemi (Cassaria, Suppositi, Lena, Negromante, Studenti), scritti in endecasillabi sciolti per imitare Plauto e Terenzio che il poeta considera suoi maestri. Il capolavoro per eccellenza è l’Orlando Furioso, poema in ottava rima, massima espressione del Rinascimento. MACHIAVELLI: • Nato a Firenze nel 1469, fu uno scrittore ed un uomo politico. Segretario della seconda cancelleria della Repubblica, fu incaricato di missioni diplomatiche presso Cesare Borgia, l’imperatore Massimiliano e il re di Francia, e fu incaricato anche di organizzare la milizia cittadina da lui stesso propugnata. Dopo il ritorno dei Medici, fu confinato a San Casciano, dove maturò il suo pensiero politico. Ritornato alla vita politica dopo la restaurazione della Repubblica, il Machiavelli fu messo in disparte e morì in solitudine nella stessa Firenze nel 1527. Fu importante perché nell’ambito del Rinascimento utilizzò una nuova forma d’utile e considerò la politica come vita spirituale, distinta dalla moralità. Nel Principe lui vede lo Stato come un individuo dotato di virtù; nei Discorsi sulla prima deca di Tito Livio il governo repubblica è teorizzato e permane un carattere pessimistico nei riguardi della natura umana, che si riflette nella commedia La Mandragola. Mentre nelle Istorie fiorentine il Machiavelli si allontana dalla concezione erudita della storiografia e interpreta i fatti storici in funzione del suo pensiero politico. Tra le altre opere: Libri dell’ arte della guerra, Vita di Castruccio Castracani e Clizia. GUICCIARDINI: • Nato a Firenze nel 1483, fu uno storico e un politico e fondatore della storiografia rinascimentale; le esperienze pervenute attraverso il servizio per i Medici e per il papa lo aiutarono a sviluppare una teoria politica fondata su basi estremamente empiristiche che portò avanti fino alla sua morte avvenuta ad Arcetri nel 1540. I suoi scritti più importanti sono: Storie fiorentine, Storia d’ Italia, Ricordi politici e civili, fondamentali per conoscere l’ uomo e la sua storia. PICO DELLA MIRANDOLA: • Nato a Mirandola nel 1463, si diede da fare come filosofo e umanista. Uomo di grande memoria e dottrina, nel 1486 presentò a Roma 900 tesi per una pubblica discussione su problemi di filosofia e di teologia;condannate 13 tesi, scappò a Parigi, dove fu arrestato; liberato sotto Lorenzo il Magnifico, fu suo ospite. Fino alla sua morte, avvenuta a Firenze nel 1494, si adoperò per riunire tutte le dottrine, dall’aristotelismo al platonismo, dal pensiero arabo al cristiano. Nella sua opera De hominis dignitate, esalta l’uomo e la sua capacità di recuperare, grazie a Cristo, la sua natura divina, e quest’opera è così considerata il “manifesto” del Rinascimento italiano.