Nello studio della ionizzazione negli strati alti dell`atmosfera, cioè
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Nello studio della ionizzazione negli strati alti dell`atmosfera, cioè
LA T E O R I A IN DELLA FOTOIONIZZAZIONE A T M O S F E R A F. NON I S O T E R M A DI C H A P M A N (*) MARIANI Nello studio della ionizzazione negli strati alti dell'atmosfera, cioè nella zona in cui è localizzata la ionosfera, si considera generalmente come teoria fondamentale quella della fotoionizzazione formulata da Chapman ( 1 ) ( 2 ). T a l e teoria fu principalmente applicata al caso della formazione dello st rato ionosferico che si forma intorno ai 100 km dal suolo, strato E normale: in verità lo spessore dello strato E è assai piccolo, pochi km, e perciò l'ipotesi della costanza della temperatura che la teoria esplicitamente presuppone, almeno nell'intervallo di quote in cui praticamente si manifesta la fotoionizzazione, si può ritenere sufficientemente giustificata. In seguito la teoria di Chapman è stata applicata senza modificazioni anche allo studio degli strati più alti, strati Fi e F<, il cui spessore è abbastanza grande perché, a priori, l'ipotesi della costanza della temperatura nelle regioni interessate possa ritenersi senz'altro valida. D'altra parte numerose osservazioni sperimentali e considerazioni teoriche indicano una reale e sensibile variazione di temperatura con la quota anche se poi numericamente gli andamenti di essa o i singoli valori misurati risultano anche assai diversi per i vari autori ( 3 ) : sembra provato che la temperatura, almeno fino ad una certa (piota, debba crescere più o meno rapidamente; a quote superiori essa può però anche assumere un valore costante ovvero tornare a decrescere. Gledhill e Szendrei ( 4 ) hanno studiato il caso in cui la temperatura dell'atmosfera cresce linearmente e indefinitamente con l'altezza, considerando la terra di raggio infinito. Nella presente nota si dà una formulazione della teoria di Chapman nella quale la temperatura della regione nella quale si manifesta la ionizzazione viene supposta variabile con legge arbitraria; tale legge viene poi precisata come segue: andamento lineare di tem( * ) Comunicazione presentata alla « Assooiation Internationale ili Magnetisme et electricité terrestre » nella X Assemblea Generale d e l l ' U . G . G J . - R o m a 1954. 60 f. mariani peratura fino a una quota e, costante a quote maggiori; viene effettuato tificazione per i due sferica casi di stratificazione dell'atmosfera, rispettivamente piana il e calcolo di corrispondenti straal considerare la T e r r a con raggio infinito oppure finito. Si confrontano infine e si discutono più in dettaglio i risultati analitici ottenuti. 1) Caso della stratificazione piana. — Sia T{z) — T„ f(z) la legge di variazione della temperatura assoluta T con la quota z, essendo '/'„ la temperatura alla quota = = 0 ; verso l ' a l t o ; la f(z) orientiamo l'asse 2 positivamente è per il momento lasciata arbitraria e soddisfa l'unica condizione /(0) = 1. L ' a n d a m e n t o della densità di materia p con la quota è dato dalla equazione dz d_p Hn P che, in termini finiti, H„ = dz k T„ [1] dà P = P» 1 eXP [2] Ho \ dz ]j(z) con pn = p (0l, k costante di Boltzmann, m massa molecolare media, g accelerazione di gravità. Sia S ( s ) l'intensità della radiazione ionizzante alla generica quota 2 ; l'assorbimento è allora descritto dalla relazione differenziale Aa 5 con h = Aa p„ ; [/(z)]-i <p ( 2 ) = p ( 2 ) s e c - / dz — li sec cxp ^ <p ( 2 ) 1 -H.ì[\«± K 'ir! d2 m i [3] • [/W1-+1 ove il coefficiente di assorbimento è però stato assunto fun\m\-\ zione di 2 (con n per il momento arbitrario) e di valore A0 alla quota 2 = 0 . S i deduce dalla [ 3 ] S(z) = S* exp [h sec y g (z)] con g(z) = cp(£)dt [4] la teoria della fotoionizzazione di chapman 61 ove c è la quota alla quale la temperatura assume un determinato valore T, e S * = S ( c ) è funzione di y, angolo zenitale del Sole (ma non di z come invece sarà nel caso di raggio terrestre finito!. Il numero di ioni prodotti per cm 3 e per sec si scrive, con (3 costante di proporzionalità, dS I(z) = (i cos y — = fi h S* exp hsecxg(z) dz + df \ d [5] Valori estremi relativi di I (z) si hanno eventualmente per quei valori di z che soddisfano l'equazione h stc y d z i dz H„ à z) J\z) = 0 che si traduce nell'altra n-1 df f(z) dz = {} [6] ovvero, indicando con z il generico valore di z che la soddisfa: li sec y exp 1 1+ H H 0 d dz) l \ ^ — H„ J(z)_ + J*D \d: = 0 [7 La [7] è formula di validità del tutto generale quale che sia l'andamento di f(z); per procedere introdurremo la ipotesi che la temperatura sia funzione lineare di z. Porremo pertanto j(z) = 1 -j- pz con le due possibilità p > 0 e p < 0 corrispondenti ad un aumento o ad una diminuzione della temperatura con la quota. La [ 7 ] diviene in questo caso hs3C%( 1 + 1 pz)r—[np = 0 con r— 1 — n 1 i IL, [8] da cui si deduce T(z) Ta _ _ T T0 p# •*• o pz= np y» — sec~llrx [9] + [9'] 62 f. ove T* mariani è la temperatura che si ha alla epiota alla quale I (z) è massima quando il Sole è esattamente allo zenith. Si osservi che, perché al crescere di la quota del massimo di I (z) cresca, come sembra suggerito dall'esperienza, deve risultare r < 0 per p > 0 e. r > 0 per P <0. La [5] diviene, nel caso particolare che stiamo considerando, , _ j h s ^ I(z) = [3 h S* exp ( pr [ ( 1 + p z y _ ( 1 + p c)rJ j .( 1 + p z ) [10] ) Si nota che, ponendo c = oo e 5 * = ^ , si riottengono i risultati di Gledhill e Szendrei. I l valore massimo di I (z) per la [9] dipende da y. si ha preci- samente (*). IM7 = I(z) = (3 h S* exp ì T. T, P r ovvero anche T*\t— To exp M 1 +npH„ (s r sec x— I + In cos y) 1—(1—n)pH0 con s = ove si ammettesse S * = S ^ r, y# ; [12] indipendente da y e uguale a S(oo), la [12] diverrebbe 7 m z = I0 exp h = [3 h >'c 1 + n • H„ [sr ( s e r x _ 1) + c o s 7 J [13] i l — (1 — n) p //„ exp 7'„ 1 + rcp H„ 1 — (1 —n)p H„ Per determinare la dipendenza di S * temperatura al disopra della quota z = c T = T 1 , come è stato supposto da Bates valore della temperatura nell'intervallo di 1) = W * = ° ) [13'] da / ammettiamo che la assuma un valore costante ( 5 ) e che quindi 7\ sia il quote c|—|oo . ( * ) Qui e nel seguito conveniamo di indicare con ^ ^ (.t) il massimo di una funzione y-y(z.y) 3'MZ risPett0 rispetto alla variabile z e con y M y a X• il massimo della funzione LA TEORIA DELLA FOTOIONIZZAZIONE 1)1 CHAPMAN 63 Con una analisi analoga a quella che ci ha condotto alla [ 4 ] si stabilisce a n c h e per z > c l'andamento della intensità della radiazione ionizzante S ( z ) e della intensità di ionizzazione che, per distinguerla dalla I(z) definita nell'intervallo 0 < z < c, indicheremo con il sim- bolo J ( z ) : si ha precisamente •S(3) = 'Sto exP — a sec y • exp H„ [14] i = — = 1 + p c e con a = (1 + np //„) sr In quanto a J (z) si ha J(z) = J(c)exp\ 1 — exp J(o) = Si constata c h e la J(z) jBoS^ iH„ <bH0 exp [ — a sec y] [15] [15'] definita dalla [15] ha un eventuale massimo relativo per z tale che z —• c exp COS'I oc = 0 [16] P e r c h é il valore di z soddisfacente tale equazione sia però risultare ' °S ^ sc viene, per la [ 1 6 ] , deve I . Il valore di ,/(z) in corrispondenza di z di- /(.z)=JMZ CCS V — exp [a.S3cy — 1 ] = J(c) [17] c h e , tenendo conto della [ 1 5 ' ] , diviene ancora J MZ 4 //„ cùs y exp [— 1] [18] c o s i c c h é si può porre la [ 1 5 ' ] nella forma J (c) = J M Z a sec -/ exp [1 — a sec y] Il valore del massimo J M [19] si ottiene allora dalla [ 1 8 ] che mostra essere J M / una funzione monotona decrescente al crescere di / ; quin- 64 f. di il valore di J mariani si consegue allorché cos ha il massimo valore consentito dalla [16] stessa, cioè a , se è e 1 se a > 1, per cui scriviamo senz'altro [ P'oo | ! JJ- a e x p [ — 1 ] Juy= se a < l V ° I P ce I -T-fT- ' ^ no [20] se a > l . Ritorniamo ora alla [12] : i risultati fin qui ottenuti ci consentono di scrivere la [12] stessa, tenendo conto della dipendenza di S* da x fornita dalla [14], nella forma [21] hn=htxp[F(yj\ ove e F( x ) = 1 1—(1—n)pH„ \s\l — n)pH0(s,cX-l) [22] + ln,o>x] e Ia ha ancora il significato di 1MZ (y_ = 0) ma, diversamente da quello definito nella [13'], vale I0=phsJ—X~lexJ \7 J 1 + nPH° } 1—(1 -n)PH„ Si constata subito che / M Z (x) ' l a [(l-»)fg,t--]]| . * ) un [23] eventuale estremo relativo per quei valori di y che soddisfano l'equazione [s'( 1 — re) p Ha s c x - 1] tap cioè per ya = 0" e y„ = arcos [s r (1 — re) pHa]. z = 0 Per [24] y — 0° si ha un valore massimo io minimo di /MZ a seconda che sia 1 +npH0 1 —(1— n)pH„ [s r (l—re) H0—1]<0 oppure > 0 - [25] La seconda soluzione della [24] ha un significato matematico purché sia (1 — re) pH0 s r < 1; però, anche in questo caso, come vedremo di qui a poco, il valore di y„ non ha senso fisico. Si può osservare che, se sT < 1, si può definire un angolo tale che sia cos — sr e che, per la [ 9 ] , tale angolo è proprio l'angolo zenitale del Sole in LA TEORIA DELLA FOTOIONIZZAZIONE 1)1 CHAPMAN 65 corrispondenza del quale la quota alla quale si ha il massimo / M Z (x) è quella c alla quale la temperatura assume il valore T1 ; la [22] si scrive, per tale valore di y , Ora l'angolo y t così definito deve essere evidentemente il limite superiore di variabilità di y nella formula [ 2 2 ] , c u i , per valori y > , non corrisponde più un effettivo significato fisico. Pertanto l'eventuale angoloy„ che soddisfa la [24] ha significato fisico se è 1 ^ cos y s = = sr (1 — n) p H0 cos y{ = s r ; da qui si deduce la condizione necessaria (1 — n) p H„ 1 la quale non è mai soddisfatta se s r «g 1 in quanto quest'ultima disuguaglianza equivale alle condizioni r < 0 cioè (1 -— n I p II„ < 1 per p > 0 , r > 0 cioè ancora ( 1 — n) p H„ < 1 per p < 0. ^ [27] È così dimostrato che la [21] ha un solo estremo relativo che si consegue per y = 0°. La [ 2 5 ] , essendo s r 1 e (1 — ri) p H0 < 1, ha il segno di — f 1 -f- n p Hu); ciò significa che per y = 0° ha un valore massimo se 1 + » p H„ > 0 come in realtà è sempre se deve valere la [ 8 ] ; tale condizione equivale alle due ^ > — n P H per p > 0 ° [28] — > n per p < 0 IT pH„ i la prima delle quali poi, tenendo conto delle [ 2 7 ] , diviene ancora più restrittiva cioè > 1 — n. pH0 Per renderci conto dell'andamento delle funzioni J(z), J{z) osser- viamo che esse sono continue per z — c cioè I (ci = J (c); dalle [10] e [14] si deduce I(z) = I(c) exp | 1—(1 da cui (—) [dz )z=c —)pH0 i - | i ± £ - ' V (i]±EÌ = I ( c ) ^ p H ° <|;H0 (s'secy-1) [29] . [30] 66 F. MARIANI Analogamente dalla [15] risulta /dj\ = KsecjL- dj. (J; H„ dz \dz)z=c np -/(0 • [ 31 Si vede subito che in generale si ha, per z = c, una discontinuità delle derivate della I{z) e della J(z). Indichiamo per brevità con /',. e J'c i valori di tali derivate appunto per z = c. Essendo 1 npH„ > 0 si ha : /',. S O a seconda che sia s r ' ; cos '/ cioè / i' ^ c §0 a seconda che sia a P e r stabilire l'andamento di I(z) XOCi. X = Xi> X > X . cioè> cos . e J ( z ) consideriamo i tre casi rispettivamente, s r s e c x < l , = 1 , > 1 ; osservia- , i •. rapporto . J— '- si• scrive • J'° mo anche che il ——IH l'c /'e 1° caso: [32] nPH" (l+npH„)(srsecx-l) X<Xi È sempre /'c < 0 ; se inoltre è » p II,, < 0 si ha senz'altro J ' c < 0 e | J'c | I'c | mentre se n p Ha > 0 possono darsi le possibilità J ' c ~ e | J'c | > 2° caso: e < di [ I' c |. X=Xi È I'c = 0 e 3° caso: 0 a seconda che sia n p =S 0. X>Xi È sempre /',. > 0 ; se inoltre è n p II„ ^ 0 è senz'altro J ' c > 0 e | J'c | > I'c | mentre se è n p II„ < 0 possono aversi le possibilità J ' c e | J ' c | > e < | I'c\. Nella fig. 1 sono indicati andamenti possibili per / (z) e J (z). In generale il valore del massimo della intensità di ionizzazione (o anche dei massimi in quanto possono essercene due, uno al disotto 0 la teoria della fotoionizzazione 1)1 chapman 67 e imo al disopra della epiota c) e così [iure le corrispondenti altezze variano con legge assai complessa in dipendenza dei valori attribuiti ai parametri che intervengono nella teoria. 2. Caso della stratificazione sferica. — Ci riferiamo in tutto ciò che segue alla fig. 2. Indichiamo senz'altro con R la distanza tra il centro della Terra O e il livello clic corrisponde alla (piota z = 0 alla quale la temperatura vale T„; il valore di R risulterà nei casi pratici superiore al raggio terrestre (li qualche percento. Sia ancora c la quota alla quale la temperatura assume il valore TJ; Q Q' Q" la direzione di incidenza di un raggio della radiazione ionizzante proveniente dal Sole e sia Q' il punto in cui tale raggio interseca la direzione ON (asse z, corrispondente ad un angolo zenitale yj lungo la quale vogliamo determinare l'andamento della intensità di ionizzazione; indichiamo inoltre con £ la generica coordinata z che corrisponde al punto P del segmento Q Q' lungo la direzione OP formante un angolo X con la direzione della radiazione proveniente dal Sole; l'angolo X varia tra i limiti X 0 , inferiore, e x , superiore, per i punti del segmento Q Q', 0 e X„ per i punti della semiretta Q Q ^ c : quando poi considereremo la intensità di ionizzazione lungo la semiretta N N oc invece dovremo far variare l'angolo X tra 0 eX. La densità di materia lungo l'asse Q Q' si scrive p = p„ exp —H l ixn con p„ = p(0) come nella [2], H0 Hf\ d mi [33] 68 f. mariani Per la direzione Q Q' Q" si ha OQ" = q =(R+z)senx [34] = (R + Z,)sen-k da cui X(Q = arsen R+z [35] seri yv La relazione che dà l'assorbimento, analogamente al caso della [ 3 ] , si può scrivere dS S ? r/K)]-1 po exp 1+Ho - l f ( df\ dz) dx(C) }(z) [36] ove si è indicata con x (£) la coordinata corrente lungo Q Q' Q" con origine in Q" e orientata nel senso Q" Q'. È x — ( R -f- £ I cos X cosicché, in termini finiti, la [36] dà S®=S*<xp[hG(l [37] l] con h = A„ p„ , S * = S ( c ) come in [ 4 ] e con [38] R Z i ( +Y t (z,£) = 1— ove si è introdotta la funzione U+5/ variabili z e E. ••V seri" -1/2 delle La intensità di ionizzazione I (Q ì lungo Q Q' Q" vale I(Z)=phò*exp hG(XQ - ± f ( Hn 1 + HmÌL)JÌì d zi J(z) [/(©RN+L [39] la quale, alla quota z corrispondente a Q' lungo la direzione OiV, diviene /(z) = P h S * ,xp [<D(z)] . con 0 > ( z ) = h G ( z ) — j j - I (l+H0d*\ d dzl /(,) • [40] la teoria della fotoionizzazione 1)1 chapman Eventuali punti di estremo relativo di I(z) d I dz = 69 si possono avere per 0 • Questa volta occorre però notare che, a differenza del caso di stratificazione piana, nella derivazione di / (z) rispetto a z va considerata la dipendenza di S* oltre che da come nella [ 4 ] anche dalla stessa variabile z; notiamo ancora che nella [40] la G (z) è funzione di z sia nel limite superiore dell'integrale sia, anche, nello stesso integrando. La dipendenza di S da z e da '/ per / (z) = 1 è espressa, avendo posto p z, dalla formula S(Z; - , x ) = s oc c exp exP di [41] Da questa espressione ponendo = c il limite inferiore dell'integrale si ricava il valore S* e quindi, in conseguenza, si ha I(z)=I(c) con / (c) = fi a Sx exp 4» H„ exp — W [T(Z); fl+pz\<-1 [42] f exp I — - — - \ . F { ÒHj t(c,Z)drr [43] x(z)=hG(z) La equazione —— = 0 si traduce allora nell'altra dz hsec X (1 -fpz)r — ( np + — ) = (1 +pz) -hB(z) + —-C(z) V Ho [44: ove si e posto B(z)=(R+z)s n*y> f C (z) = ( R + z ) sen.- x j ^[ (R+ZY ( 1 + P exp ' [ ' ( * & ] ' t '^-dl (K+SY 4 5 ^ [46] 70 f. mariani La equazione [44] si identica con la [8] nel caso x = 0 ° e quindi, anche nel caso di stratificazione sferica, vale la [ 9 ' ] . Vogliamo ora considerare la J{z), da definire come nel paragr. 1 per z > c ; si Ila J{z)=J con /(<•) = p a (c) exp 4 //„ z—c. [47] <\>H„ t (c,£) exp exp >\>H0 a r) t—c [48] C CO e a(z) = / E—c t(z£)exp t}> H„ dl— ì t(c£)exp 'H/o f/?. [49] Un eventuale massimo relativo di J (zi si ha per — - = 0 che equità z vale a a sec •/ e.-vp — 1 = a (K+z)sera2x / f^p £—c ' 4 IL di . (K+5)2 [50] Si verifica immediatamente dalle [43] e [48] l'identità l(c) = J (c). In quanto alle derivate I'c e J'Q, calcolate alla quota c, si ha Pc= /(r) — 1 — npHa — zC(c) <\>Ha J'c = J{c) a sec x — 1 — a C ( c ) = /'c+^/(c) [51] [52] Osserviamo infine che il massimo della intensità di ionizzazione / (z) viene a trovarsi alla quota c quando 1 secy—C(c) [53] che, ricordando la posizione s1' = cos y ,, diviene s e c x = s e c x 1 + C(c) • [54] la teoria della fotoionizzazione 1)1 chapman 71 Si constata nelle [51], [52] la identità formale con le corrispondenti [ 3 0 ] , [31] pur di sostituire in queste ultime sec y_ 3| Confronto con sec y— e discussione dei C (c). risultati — Si verifica ottenuti. immediatamente che per R — o c le formule ottenute nel paragrafo 2 per le I(z), J(zI, /'„ J'c, ecc. si identificano con le corrispondenti otte- nute nel paragrafo 1. Per stabilire i limiti di validità della teoria approssimata sviluppata nel paragrafo 1 occorre esaminare le [10] e [ 4 2 ] , le [15] e [ 4 7 ] , le [ 8 ] e [44], le [16] e [50]. La I(z) espressa dalla [ 4 2 ] , per il primo teorema della media come si constata con facilità, soddisfa alle limitazioni I (z) h SQQ exp [h sec y g (z) — a sec • ( L + p z)r_1 [55] < p hS^ exp \li g (z) t(z,c) - a] (1 + pz) - 1 ove g(z) è quella definita nella [4] e ove si sono effettuate le integrazioni che, appunto applicando il teorema della media, sono divenute possibili per via elementare. Il membro di destra della prima delle [55] è proprio la /(zi nel caso di stratificazione piana e possiamo pertanto dire che la /(zi espressa dalla [421 risulta ad ogni quota maggiore della corrispondente [29] : cioè l'assorbimento al disopra di una qualsiasi (piota è minore nel caso di stratificazione sferica che in quello di stratificazione piana. Un risultato analogo si stabilisce per la J (zi: è precisamente „ oc S-c /(z)>p —ex,, —oc sec y exp •\>H0I <|> Hr, [56] a Soo 4> II, •xp — a exp ove ancora il termine di destra della la [15] del paragrafo 1. In quanto all'altezza del massimo vede che il primo membro della [44] della [ 8 ] ; si constata immediatamente z—c J prima delle [56] coincide con di intensità di ionizzazione si coincide con il primo membro che, per essere C(z) e — B ( z ) 72 f. mariani quantità positive, il valore di z che soddisfa la [44] è inferiore a quello che soddisfa la [ 8 ] : in altri termini l'innalzamento della quota alla quale si registra un massimo di I (z) al crescere di x è, nel caso di stratificazione sferica, meno sensibile che nel caso di stratificazione piana; questo risultato è mostrato in diversa forma dalla [54] secondo cui il valore di y per il quale il massimo si trova alla quota c risulta maggiore che nel caso di stratificazione piana. Analogamente per la J (z) si nota che il primo membro [50] coincide con il primo membro della [16] della e anche in questo caso è immediato constatare che la presenza del termine positivo a secondo membro della [50] equivale ad una diminuzione del valore di z che soddisfa la [50] In stessa. quanto all'andamento delle funzioni J ( z ) e J(z) si osserva l'identità formale delle [ 3 1 ] e [52] e l'uguaglianza della differenza ^c — = ^c - = --P nei due casi di stratificazione piana J( ) J(c) 4 e sferica; in quest'ultimo caso però la /(ci risulta numericamente J(c) maggiore che in quello cosicché il salto di derivata J'c — I'c risulta superiore che nel caso trattato nel paragrafo 1. Se ne conclude che l'andamento della intensità di ionizzazione risulta di tipo essenzialmente analogo a quello rappresentato nella fig. 1 pur di sostituire le tre condizioni x X = X:ì> X L > X S <C Xi > essendo X = X I X ^ > / . I altre tre con condizioni l'angolo X che soddisfa la X A ^ X I X XA > [ 5 4 ] . A differenza della teoria originaria di Chapman il maggior numero dei parametri contenuti nella presente teoria rende più complesso lo stabilire i limiti entro cui la trattazione esatta del paragrafo 2 può essere sostituita senza sensibile errore dalla teoria approssimata del paragrafo 1 : dai primi risultati numerici elaborati sembra comunque che tale approssimazione valga almeno per angoli zenitali inferio- ri a 60". Roma — Istituto Nazionale di Geofisica -— Luglio 1954. RIASSUNTO Si sviluppa di atmosfera nella quale la teoria non isoterma la temperatura della fotoionizzazione ; si considera varia di Cliapman in particolare linearmente con l'altezza nel caso un'atmosfera fino ad la una certa nuti per supposta oppure quota e quindi stratificata secondo finito) superiori superfìcie piani rispetto I risultati in cui (raggio per Terra Terra angoli si riscontrano teoria = di non forma della suo massi- del originaria è oc ) (raggio zenitali nella e dell'altezza alla otte- l'atmosfera della alla almeno sensibili massimi) casi concentriche di ionizzazione 73 chapman costante. due paralleli praticamente dell'intensità suoi nei sferiche coincidono 1)1 un valore ionizzazione a 60". Differenze (o dei fotoionizzazione assume di dipendenza mo della l'intensità secondo questa teoria di Chapman. SU M MARY We state isotherm ivliich the obtained altitude for atmosphere = dent of the height the the varies and Chapman thus ionization zenith of the a Constant vaine. in the tivo in parallel to the less height cases planes earth are of the (or maxima) respect The in ivliich differences are intensity and to the 26. (3) GERSON N. C., Rep. Progr. Pliys. 1951, 14, 316. Pliys. Soc. B , (5) BATES D. R „ Proc. Pliys. Soc. B, 1951, 64, 805. the coinci- (-') CHAPMAN S., Proc. Pliys. Soc. 1931, 43, 483. ( « ) GLEDHILL J . A . • SZENDREI M . E „ P i o c . the of B I B L I O G R A F I A 1931, 43, up results theory. ( i ) CHAPMAN S „ PIOC. P l i y s . S o c . non in least pratically ionization with at (radius tlutti 60°. Notable dependence of its maximum the in a atmosphere assumes intensity angles an with concentric for consider linearly ) or spheres forni photoionization parlicularly stratified in the Chapman of ive is supposed at least found theory temperature to a certain earth the atmosphere; 1 9 5 0 , 63, 427. originai