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Decameron I, 7

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Decameron I, 7
Letteratura
italiana 3
Fabio Forner
1
Boccaccio
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Nato nel 1313 forse a Certaldo
dove morì il 21 dicembre del 1375
Il padre mercante; l’educazione
irregolare
Napoli (fino al 1340) e il ritorno a
Firenze
L’amicizia con Petrarca
Chierico
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Temi e opere
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La letteratura dotta e quella popolare: la
trasposizione dei saperi. Il mondo classico come
fonte per la letteratura volgare
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Il manoscritto della Biblioteca Ambrosiana
riproduce gli Epigrammi di Marco Valerio Marziale
(morto intorno al 104 d.C.), che l'autore di Certaldo
ricopiò nel 1362 durante il suo soggiorno
napoletano.
Altri suoi disegnini si ritrovano, per esempio, nel
codice del Decameron di Berlino studiato da
Vittore Branca. È anche possibile che il codice sia
stato ceduto per un certo tempo da Boccaccio a
Petrarca. L'autore di Certaldo economicamente
non se la passava benissimo e copiava manoscritti
anche su commissione e spesso li prestava
all'amico poeta.
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Temi e opere
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Il Boccaccio latino: le opere
d’erudizione: Buccolcum Carmen;
De mulieribus claris; genealogie
deorum gentilium
La lettura di Dante
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Le opere volgari
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Filocolo: modello di prosa
Dopo il ritorno a Firenze: Ninfale fiesolano, 473
ottave scritte tra il 1344 e il 1346.
Elegia di Madonna Fiammetta: lunga lettera in
prosa rivolta da Fiammetta alle altre donne
innamorate. Romanzo psicologico e fonti
classiche. Latinizzazione della sintassi.
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Il Decameron
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Cento novelle composte forse in varie fasi dopo il
1348.
Il manoscritto Hamilton 90: autografo di grande
importanza scritto intorno al 1370.
La grande diffusione: copiato da un ampio pubblico
borghese; le edizioni purgate.
Grande successo anche all’estero e in traduzione
latina. Antonio Beccaria.
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La struttura del
Decameron
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La cornice e le novelle; i rari interventi dell’autore.
Le fonti classiche: l’Historia Longobardorum
La quarta e la sesta giornata e le figure esemplari.
La complessa sintassi.
Decameron, I, 7: Mosse la piacevolezza d'Emilia e
la sua novella la reina e ciascun altro a ridere e a
commendare il nuovo avviso del crociato. Ma, poi
che le risa rimase furono e racquetato ciascuno,
Filostrato, al qual toccava il novellare, in cotal guisa
cominciò a parlare.
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Decameron I, 7
e per ciò, come che ben facesse il valente uomo che lo inquisitore della
ipocrita carità de' frati, che quello danno a' poveri che converrebbe loro
dare al porco o gittar via, trafisse, assai estimo più da lodare colui del
quale, tirandomi a ciò la precedente novella, parlar debbo; il quale
messer Cane della Scala, magnifico signore, d'una subita e disusata
avarizia in lui apparita morse con una leggiadra novella, in altrui
figurando quello che di sé e di lui intendeva di dire; la quale è questa.
e per ciò, come che ben facesse il valente uomo che trafisse lo inquisitore
della ipocrita carità de' frati, che quello danno a' poveri che converrebbe
loro dare al porco o gittar via, tirandomi a ciò la precedente novella,
assai estimo più da lodare colui del quale parlar debbo; il quale morse
con una leggiadra novella messer Cane della Scala, magnifico signore,
d'una subita e disusata avarizia in lui apparita, figurando in altrui quello
che di sé e di lui intendeva di dire
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Decameron I, 7
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Verona marmorina. La predilezione per il marmo nelle costruzioni
pubbliche, il deciso reimpiego di manufatti antichi, come la grande vasca
della fontana (un labrum termale recuperato chissà dove), il nome stesso
di Marmorina attribuito a Verona nella letteratura cortese, erano tutti
elementi che volevano essere interpretati come un richiamo alla politica
edilizia dell’imperatore Augusto, il quale - teste Svetonio, 28 - soleva
gloriarsi a buon diritto di lasciare di marmo la città di Roma, che aveva
ricevuto di mattoni («marmoream se relinquere, quam lateri- ciam
accepisset»).
GIAN PAOLO MARCHI, Intorno a Bergamino e Cangrande, «Atti e
memorie dell’Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona» s. VI,
39 (1987-88), pp. 285-307.
La vertù che poco era gradita a colo che possono assai
Primasso, il quale avea talento di mangiare, come colui che camminato
avea e uso non era di digiunare, avendo alquanto aspettato e veggendo
che lo abate non veniva, si trasse di seno l'un de' tre pani li quali portati
avea, e cominciò a mangiare. L'abate, poi che alquanto fu stato, comandò
ad uno de' suoi famigliari che riguardasse se partito si fosse questo
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Primasso.
Decameron, VI 9
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Guido Cavalcanti: la liberalità degli studi
La nostalgia per il mondo passato
L’attenzione al detto arguto: l’intelligenza come
l’unica ricchezza forte davanti al potere.
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