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Gli indicatori del mercato del lavoro

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Gli indicatori del mercato del lavoro
Fragilità del mercato del lavoro e
tutele del welfare
Michele Raitano
Università di Roma “La Sapienza”
28 Ottobre 2011
Indice della lezione
a)
Gli indicatori del mercato del lavoro.
b)
Gli ammortizzatori sociali e le politiche del
lavoro in Italia.
c)
Le tendenze del mercato del lavoro italiano.
d)
La segmentazione del mercato del lavoro
italiano.
e)
Le prospettive previdenziali.
2
Gli indicatori del mercato del lavoro








Popolazione attiva (forza lavoro) e la popolazione
15-64.
Il tasso di occupazione.
Il tasso di attività o di partecipazione.
Il tasso di disoccupazione.
La disoccupazione di lungo periodo.
Differente denominatore fra TdO e TdU.
Il limite del TDU come indicatore sintetico
dell’andamento del mercato del lavoro: la
dipendenza dalla partecipazione e dallo
“scoraggiamento” ed il ruolo dei cassintegrati.
Indicatori aggregati e dinamiche micro.
3
92_4
93_1
93_2
93_3
93_4
94_1
94_2
94_3
94_4
95_1
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95_3
95_4
96_1
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97_1
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98_2
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99_1
99_2
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99_4
00_1
00_2
00_3
00_4
01_1
01_2
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01_4
02_1
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06_1
06_2
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06_4
07_1
07_2
07_3
07_4
08_1
08_2
Tassi di disoccupazione nel periodo
1992-2008 per macro area
22.0
20.0
18.0
16.0
14.0
12.0
10.0
8.0
6.0
4.0
2.0
0.0
Nord
Centro
Sud
Italia
4
1992_4
1993_1
1993_2
1993_3
1993_4
1994_1
1994_2
1994_3
1994_4
1995_1
1995_2
1995_3
1995_4
1996_1
1996_2
1996_3
1996_4
1997_1
1997_2
1997_3
1997_4
1998_1
1998_2
1998_3
1998_4
1999_1
1999_2
1999_3
1999_4
2000_1
2000_2
2000_3
2000_4
2001_1
2001_2
2001_3
2001_4
2002_1
2002_2
2002_3
2002_4
2003_1
2003_2
2003_3
2003_4
2004_1
2004_2
2004_3
2004_4
2005_1
2005_2
2005_3
2005_4
2006_1
2006_2
2006_3
2006_4
2007_1
2007_2
2007_3
2007_4
2008_1
2008_2
Tassi di occupazione nel periodo
1992-2008 per genere
75.0
70.0
65.0
60.0
55.0
50.0
45.0
40.0
35.0
30.0
Maschi
Femmine
Totale
5
92_4
93_1
93_2
93_3
93_4
94_1
94_2
94_3
94_4
95_1
95_2
95_3
95_4
96_1
96_2
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97_1
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97_4
98_1
98_2
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99_4
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06_2
06_3
06_4
07_1
07_2
07_3
07_4
08_1
08_2
Tassi di occupazione nel periodo
1992-2008 per macro area
70.0
65.0
60.0
55.0
50.0
45.0
40.0
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud
Italia
6
Tasso di occupazione femminile
per macro-area
Fig. 14: Andamento del tasso di occupazione femminile per macro-area territoriale (popolazione di età 15-64).
Fonte: elaborazioni su dati Eurostat
65,0
60,0
55,0
50,0
45,0
40,0
35,0
30,0
25,0
20,0
15,0
1999
2000
2001
Italia
2002
Nord-Ovest
2003
2004
Nord-Est
2005
Centro
2006
Sud
2007
2008
2009
Isole
7
I tassi di occupazione in UE15 nel 2008
per genere
90.0
85.0
80.0
75.0
70.0
65.0
60.0
55.0
50.0
45.0
K
U
en
ed
Sw
Fi
nl
an
d
l
ga
Po
rtu
Au
st
ria
nd
s
he
rla
N
et
Lu
x
Ita
ly
ce
Fr
an
Sp
ai
n
G
re
e
ce
d
la
n
Ire
an
y
er
m
G
en
m
ar
k
D
Be
lg
iu
m
40.0
Totale
Maschi
Femmine
8
Il lavoro a tempo determinato
Fig. 4.3.3: Quota di lavoratori dipendenti con contratto a termine nei paesi di UE15.
Fonte: elaborazioni su dati Eurostat
35
30
25
20
15
10
5
1993
2007
Media 1993
Regno Unito
Svezia
Finlandia
Portogallo
Austria
Paesi Bassi
Lussemburgo
Italia
Francia
Spagna
Grecia
Irlanda
Germania
Danimarca
Belgio
0
Media 2007
9
Gli ammortizzatori sociali in Italia









Assicurazione contro disoccupazione o
licenziamento?
Finanziamento contributivo.
Assenza di uno strumento unico.
Assenza di un reddito di ultima istanza means tested.
Assenza di un beneficio di ingresso.
Assenza di un salario minimo.
Strumenti contro disoccupazione “parziale” o totale.
Frammentarietà degli istituti: discriminazione per
dimensione di impresa, settore di lavoro e tipologia
contrattuale.
Strumenti basati su record contributivi => scarsa
copertura per i tempo determinato, nessuna per i
parasubordinati.
Le misure “anti-crisi”.
10
La cassa integrazione guadagni




Sospensione totale o parziale dell’attività senza
interruzione del rapporto di lavoro.
CIG ordinaria: imprese industriali di qualsiasi
dimensione (e in alcuni casi artigiane e edili) per
fluttuazioni della domanda e durata fino a 12 mesi (o 24
in alcune aree).
CIG straordinaria: imprese industriali o edili con almeno
15 dipendenti (o terziario con 50 per riconversione).
Stabilita da un accordo fra governo e parti sociali.
CIGO e CIGS con TdS dell’80% (con tetto) per le ore di
lavoro non prestate e di durata di 12 o 24 mesi (aree
svantaggiate), ma estendibile in deroga.
11
Gli strumenti contro la disoccupazione


L’indennità di disoccupazione ordinaria non agricola:
TdS del 60% per 6 mesi (poi 50% fino all’ottavo e 40%
fino al 12esimo per gli over50).
L’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti (per i
78isti): TdS del 35% per 120 giorni e 40% fino a 180.
Ma pagata lump sum.
Effetto dei requisiti contributivi di accesso (soprattutto per
quelli a maggior rischio di disocc ...)!


L’indennità speciale per lavoratori dell’agricoltura e
edilizia.
L’indennità di mobilità: solo per lavoratori cui si applica
la CIGS e in caso di licenziamento collettivo: TdS
dell’80% nel primo anno e 64% nei successivi (durata
variabile da 12 a 36 mesi per in base all’età e a 48 mesi
12
nel Sud; anche mobilità lunga fino al pensionamento).
L’accesso potenziale agli
ammortizzatori sociali
Copertura degli ammortizzatori sociali a fine 2004: lavoratori dipendenti di età 25-34.
Fonte: elaborazioni su dati INPS
100%
11.8
90%
2.8
39.2
80%
70%
60%
10.5
50%
40%
85.4
30%
50.3
20%
10%
0%
Dipendenti a tempo indeterminato
Soddisfa i requisiti per l'ordinaria
Dipendenti a tempo determinato
Soddisfa solo quelli per la ridotta
Non può ricevere nessuna indennità
13
La copertura incompleta degli AS



Secondo Banca d’Italia (2009), 1,6 milioni di lavoratori
dipendenti o parasubordinati (circa 11% dell’occupazione
totale) non hanno diritto ad alcun trattamento in caso di
sospensione o cessazione del reddito da lavoro, anche a
seguito dell’introduzione delle nuove tipologie di
ammortizzatori previste dalla legge 2/2009.
Anastasia, Mancini e Trivellato (2009) stimano che
appena un terzo del totale dei disoccupati sia
attualmente coperto da una delle forme di sostegno al
reddito.
Analogamente il rapporto di monitoraggio del Ministero
del Lavoro (2008) stima per il 2006 un indice di
copertura pari al 31% (rapporto tra uno stock medio
annuo di 525.000 beneficiari, esclusi cassintegrati e
prepensionati, e 1,673 milioni di disoccupati secondo la
RCFL).
14
Le misure “anti-crisi” (legge 2/2009)






Concessione dell’indennità di disoccupazione ordinaria a lavoratori
sospesi a causa di crisi aziendali o occupazionali (anche in aziende
che non hanno diritto a richiedere l’intervento della cassa
integrazione);
Concessione dell’indennità di disoccupazione a requisiti ridotti a
lavoratori che rientrino nella situazione descritta al punto (i), ma i
cui requisiti contributivi consentano di accedere solo all’indennità a
requisiti ridotti e non a quella ordinaria;
Estensione, a titolo sperimentale per il periodo 2009-2011,
dell’indennità di disoccupazione ordinaria a favore degli apprendisti,
sospesi o licenziati, con almeno tre mesi di servizio;
Introduzione, a titolo sperimentale per il periodo 2009-2011, di
un’indennità a favore dei lavoratori parasubordinati che operino in
regime di monocommittenza e il cui reddito dichiarato nell’anno
precedente rientri entro specifiche soglie; ma basso entitlement
(15%?) e Tds del 20% lump sum.
Estensione della possibilità di erogare ammortizzatori sociali in
deroga a tutte le forme di lavoro subordinato.
Previsione, a titolo sperimentale per il periodo 2009-2011, di un
intervento integrativo a carico degli enti bilaterali pari al 20% del
trattamento.
15
Le politiche attive del lavoro in Italia








Legge 469/1997: trasferimento delle competenze su
politiche attive del lavoro e CPI a Regioni ed enti
locali.
Ruolo finora limitato e fortemente differenziato per
Regioni.
Politiche di vera employability o assistenziali?
O semplici incentivi alle imprese?
Riforma del contratto di apprendistato e
introduzione dei tirocini formativi.
Introduzione Borsa Continua Nazionale del Lavoro.
Ruolo (tuttora) rilevante degli incentivi
all’assunzione.
Le politiche per la formazione e il ruolo dei fondi
interprofessionali (Legge 388/2000).
16
I limiti del sistema









Frammentarietà e disomogeneità degli strumenti.
Segmentazione settoriale e dimensionale.
Strumenti contro disoccupazione parziale o totale.
Sistema contributivo/assicurativo: assente ogni
forma di reddito di minima istanza.
Nessuna copertura dei parasubordinati.
Incentivi perversi dei “78 giorni” e degli istituti
speciali.
Assenza di un legame con le politiche attive.
Le riforme per la flessibilità: Pacchetto Treu (1997)
e Legge Biagi (2003); la definizione del lavoro
parasubordinato e la moltiplicazione delle forme
contrattuali: verso la segmentazione del mercato del
lavoro?
Più flessibilità e poca e disomogenea sicurezza?
17
La flessibilità: l’EPL
Fig. 4.3.1: Andamento dell'indice di employment protection legislation (EPL) nei paesi di UE15 fra il 1985 e il 2003.
Fonte: elaborazioni su dati OCSE
4.5
4.0
3.5
3.0
2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
1985
1995
Portogallo
Spagna
Francia
Grecia
Germania
Svezia
Belgio
Paesi Bassi
Finlandia
Italia
Austria
Danimarca
Irlanda
Regno Unito
0.0
2003
18
La sicurezza: la spesa per le
politiche del lavoro
Fig. 4.3.2: Spesa pubblica per politiche del lavoro nel 2004 nei paesi di UE15.
Fonte: elaborazioni su dati Eurostat - Labour market policy database, 2007
4.5
4.0
3.5
3.0
2.5
2.0
1.5
1.0
0.5
Spesa totale
Politiche attive
Danimarca
Paesi Bassi
Belgio
Germania
Finlandia
Francia
Svezia
Media UE15
Spagna
Austria
Portogallo
Irlanda
Italia
Regno Unito
Grecia
0.0
Politiche passive
19
Dove sta andando il mercato del
lavoro italiano?
Possiamo riscontrarvi aspetti di flexicurity?
Flexicurity va intesa come una strategia sincronica (non
risarcitoria!) rivolta soprattutto ai più svantaggiati …
Situazione italiana:












Segmentazione: differenziali salariali e di tutele del welfare
(ammortizzatori sociali e pensioni). Duplice segmentazione
di temporanei e parasubordinati?
Ma in un quadro generale di salari stagnanti e di
diseguaglianze in aumento …
Elevata flessibilità esterna per gli outsider.
Limitati e frammentari ammortizzatori sociali.
Nessun legame fra politiche passive ed attive.
Politiche attive (PES e formazione) spesso inefficienti e
disomogenee.
Poco e disomogeneo lifelong learning (effetto creaming?).
Ma davvero il tempo indeterminato è il “posto fisso”?
Esiti individuali da valutare in prospettiva statica e
(soprattutto) dinamica.
20
Le riforme del mercato del lavoro:
la flessibilità numerica






Legge 335/1995: introduzione fondo INPS “gestione
separata” per lavoratori parasubordinati e collaboratori
“Pacchetto Treu” (legge n. 196/1997): prima (parziale)
deregolamentazione dei contratti a termine; introduzione
agenzie lavoro interinale; tirocini formativi
D.lgs. n. 368/2001: liberalizzazione contratti lavoro
dipendente a termine (recepimento direttiva 1990/70/CE)
“Legge Biagi” (legge n. 30/2003): introduzione nuovi
contratti atipici (job sharing, job on call, staff leasing);
trasformazione dei co.co.co. in “collaboratori a progetto”;
introduzione “contratto di inserimento”; nuovo contratto di
apprendistato; riforma del part-time; liberalizzazione dei
servizi all’impiego
“Protocollo sul Welfare” (legge 247/2007): limite per la
stipula dei contratti a termine a 36 mesi (con eventuale
deroga); aumento contribuzione per parasubordinati;
abolizione job on call e staff leasing
L’art 8 della Manovra 2011 e la lettera alla UE
21
Alcuni dati sulla segmentazione




Duplice segmentazione: fra “indeterminati e temporanei” e poi
fra dipendenti a termine e parasubordinati.
Segmentazione in termini di flessibilità della relazione
contrattuale, tutele, salari, rischi di disoccupazione e accesso al
credito.
Quota di lavoratori con contratto a termine in linea con la media
UE, ma allora perché tanta preoccupazione?
 Le statistiche internazionali non includono le collaborazioni.
 Mancanza di adeguate tutele del welfare per giovani e
disoccupati.
 Numero dei lavoratori temporanei in rapida crescita; dal 1996
al 2004 quello dei parasubordinati è raddoppiato, nel periodo
1992-2007 quello dei dipendenti a tempo determinato è
passato dal 6,2% al 13,2%; mentre dal 2001 al 2007 la quota
annua di nuove assunzioni con contratti a tempo
indeterminato si è ridotta dal 60% al 45%.
 Alcune categorie di lavoratori particolarmente esposti.
Di conseguenza forte riduzione dell’indice OCSE dell’EPL.
22
Diverse dimensioni di
segmentazione









Stabilità della relazione contrattuale.
Tutele del welfare.
Salari.
Rischi di disoccupazione.
Probabilità di formazione.
Prospettive previdenziali.
Prospettive di transizione: trappola o
trampolino?
Instabilità e/o Precarietà?
Risk shift?
23
L’occupazione atipica nelle previsioni
di assunzione delle imprese
Tempo indeterminato
2001
60,0
2002
58,0
2003
56,5
2004
58,4
2005
50,0
2006
46,3
2007
45,4
Fonte: Excelsior (2007)
Tempo determinato
32,5
34,6
34,2
33,5
41,0
44,1
45,1
Apprendisti
7,5
7,4
9,3
8,1
9,1
9,6
9,6
24
Working poor
Fig. 12: Quota di lavoratori dipendenti full-time con salario mensile netto inferiore alla soglia di povertà per macroarea e tipologia contrattuale nel 2004.
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT IT-SILC XUDB 2005 - versione Novembre 2007
30%
28.3%
27.9%
28%
26%
24%
22%
20%
18%
16%
14.5%
14%
12%
10.5%
10%
8%
6.4%
5.8%
6%
5.1%
4.7%
4.1%
4%
2%
1.4%
2.1%
1.9%
2.6%
1.9%
0%
Nord Ovest
Nord Est
Centro (escluso
Lazio)
A tempo indeterminato
Lazio
Sud
Isole
Italia
A tempo determinato
25
Differenziali salariali e di probabilità
di formazione
Tab. 1: differenziali salariali e di partecipazione ad attività di formazione per tipologia contrattuale
Regressione OLS sul
Regressione logit sulla
logaritmo del salario mensile netto
partecipazione ad attività di formazione
Coefficiente
P>t
Coefficiente
P>z
Donna
-0,2276
0,000
-0,2592
0,000
Anzianità lavorativa
0,0060
0,000
Anzianità di servizio
0,0027
0,000
0,0118
0,001
Part-time
-0,5790
0,000
Dimensione 1-15
-0,0786
0,000
-0,5587
0,000
Dimensione 16-50
-0,0522
0,000
-0,4001
0,000
Pubblico
-0,0525
0,000
0,2511
0,007
Servizi
-0,0155
0,032
0,4202
0,000
Secondaria superiore
0,1202
0,000
1,1036
0,000
Laurea
0,2997
0,000
1,7341
0,000
Dirigente
0,1851
0,000
1,3659
0,000
Impiegato
0,0927
0,000
0,8433
0,000
Tempo determinato
-0,1029
0,000
-0,3924
0,000
Parasubordinato
-0,3566
0,010
Nord Ovest
0,0798
0,000
0,1641
0,062
Nord Est
0,0755
0,000
0,4884
0,000
Centro
0,0675
0,000
0,0634
0,497
Isole
-0,0051
0,647
0,0327
0,776
Costante
6,8274
0,000
-2,0913
0,000
Numero di osservazioni
10.742
Numero di osservazioni
13.891
F(16, 10725)
269,62
Wald χ2 (17)
1.251,69
Prob > F
0,000
Prob > χ2
0.000
χ2
0,2869
Pseudo R2
0,2046
R2 corretto
0,2858
Log verosimiglianza
-7425,28
N.B.: La modalità di riferimento delle dummies sulla dimensione d’impresa è “più di 50 dipendenti”, sul titolo di studio
è “al più diploma secondario inferiore”, sull’occupazione è “operaio”, sulla tipologia contrattuale è “dipendente a tempo
indeterminato”, mentre l’area geografica di riferimento è il Sud. La variabile dipendente nella regressione logit è
individuata dalla risposta positiva alla domanda “negli ultimi 3 anno ha partecipato a corsi di formazione o
aggiornamento professionale?”.
Fonte: elaborazioni su dati ISFOL PLUS 2005
26
Il ruolo della formazione
Tab. 10 - Quota di lavoratori che nel 2005 ha partecipato ad attività formative organizzate dal
datore per dimensione d’impresa, settore, area geografica e qualifica.
Settore
Industria
Servizi
Totale
Area geografica
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud-Isole
Qualifica
Dirigente
Impiegato
Operaio
Fonte: Excelsior (2006)
1-9
Dimensione d’impresa (classe di addetti)
10-49
50-249
250-499
Over 500
Total
5,8
10,9
8,7
7,8
14,0
10,4
12,5
18,1
15,1
29,9
31,1
30,5
37,3
40,8
39,6
14,7
22,0
18,5
9,6
10,3
7,4
7,5
10,5
11,3
9,3
10,3
15,5
15,9
14,9
12,8
31,5
30,3
33,9
23,2
40,3
38,0
41,1
38,2
19,9
18,5
18,8
15,8
14,5
12,0
7,0
10,4
14,4
8,6
12,0
22,4
10,8
35,7
41,6
21,8
44,7
50,2
24,3
25,5
28,6
11,7
27
Ma c’è vera segmentazione?





Quanto è transitoria l’appartenenza allo status
secondario?
Pochi dati a disposizione, ma i primi
confermano l’idea di persistenza.
Ma chi resta “intrappolato”?
Osservando le transizioni dai dati INPS la
situazione sembra preoccupante.
Relativamente sfavorite donne, anziani,
residenti al Sud (e presumibilmente low
skilled).
28
Le transizioni di 5 coorti di
collaboratori
Destinazione dei lavoratori registrati all'INPS per la prima volta come collaboratori puri non
ASR fra il 1999 e il 2003 da 1 a 5 anni di distanza dalla loro entrata nell'attività. Fonte:
elaborazioni su dati INPS
55.0
51.1 50.7
50.0
46.4
48.1
45.0
42.3
40.0
33.4
35.0
31.4
30.0
25.0
18.8
20.0
17.4
16.9
13.8
14.0
15.0
10.0
23.6
22.5
8.9 9.2 9.6 9.7
9.2
7.0
5.0
2.8 3.2 3.4
1.6 2.3
0.7 1.2 1.3 0
0
0.0
Indeterminati
Tempo determinato
1 anno
Collaboratore puro
2 anni
3 anni
Altra gestione separata
4 anni
Altra gestione inps
Dati mancanti
5 anni
29
Le transizioni di 6 coorti di
dipendenti a termine
Destinazione dei lavoratori entrati nel lavoro dipendente con un contratto a termine il 1998 e il
2003 da 1 a 6 anni di distanza dalla loro entrata nell'attività. Fonte: elaborazioni su dati INPS
60.0
55.0
52.5
49.3 49.8
47.4
44.9
50.0
45.0
40.0
39.7
35.0
31.1
28.730.0
30.0
26.1 27.1
25.7
25.0
21.9
20.0
19.5
17.217.0
16.0
20.0
15.0
10.0
5.0
1.7
2.6 3.1 2.9 2.9 2.3
3.6
0.3 0.5 0.7 0.7 0.8 0.7
5.5 4.8
3.0
0.0 0.0
0.0
Indeterminati
Tempo determinato
1 anno
Collaboratore puro
2 anni
3 anni
Altra gestione separata
4 anni
5 anni
Altra gestione inps
Dati mancanti
6 anni
30
Le transizioni dei
dipendenti a tempo indeterminato
Destinazione fra il 1999 e il 2004 del campione dei lavoratori registrati per la prima volta negli
archivi INPS nel 1998 come dipendenti a tempo indeterminato (classe d’età 15-40; 5.623
osservazioni).
1999 2000 2001 2002 2003 2004
Dipendente a termine
12,1 10,9 12,1 12,5 11,9 12,6
Dipendente a tempo determinato
65,2 59,5 56,9 54,5 53,3 51,4
Gestione separata
0,6
1,1
1,5
2,0
2,5
1,9
Altra gestione INPS
1,4
2,7
3,7
4,6
4,9
n.d.
Non più registrato negli archivi INPS 20,7 25,8 25,8 26,4 27,4 34,0
100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: elaborazioni su dati INPS
31
Probabilità condizionate di essere
dipendente a termine
70.0
60.0
60.0
50.0
40.0
30.9
30.0
19.1
18.6
20.0
12.1
10.9
17.0
12.1
12.5
16.6
11.9
12.6
10.0
0.0
1999
2000
2001
1998 - Determinato
2002
2003
2004
1998 - Indeterminato
32
Probabilità condizionate di
scomparire dagli archivi INPS
40.0
35.0
33.6
29.1
30.0
28.6
34.0
28.5
27.4
26.5
25.8
25.8
26.4
25.0
21.2
20.7
20.0
15.0
10.0
5.0
0.0
1999
2000
2001
1998 - Determinato
2002
2003
2004
1998 - Indeterminato
33
… qualche dato più recente
Status nel 2007
Tempo
Distribuzione
Temporaneo Imprenditore Autonomo Disoccupato Inattivo
indeterminato
2004
Tempo indeterminato
87.1
3.5
0.9
3.0
1.6
3.9
44.4
Temporaneo
48.1
34.5
0.5
4.2
5.7
7.1
6.3
Status Imprenditore
4.0
0.8
64.0
26.6
1.3
3.5
5.4
nel 2004 Autonomo
8.3
3.4
8.9
71.1
3.5
4.8
12.7
Disoccupato
20.9
12.5
1.5
7.0
31.0
27.1
8.9
Inattivo
13.7
3.8
1.7
5.1
7.0
68.9
22.3
Distribuzione 2007
47.9
6.1
5.6
13.8
5.9
20.7
100.0
Fonte: elaborazioni su dati IT-SILC Longitudinal



Non sono coorti di nuovi entrati ma persone già nel LM (si sa da quanto
lavorano, ma non si conosce la storia lavorativa pregressa).
Il 9,1% dei temporanei nel 2004 ottiene fra il 2005 e il 2006 un contratto a
tempo indeterminato ma non lo ha più nel 2007.
Il 7,4% dei tempo indeterminato nel 2004 non lo è fra il 2005 e il 2006, ma
torna ad esserlo nel 2007 => il 20% degli indeterminati nel 2004 sperimenta
almeno un periodo in altro status nei 3 anni successivi.
34
Conclusioni sulle dinamiche sul LM






Si conferma l’immagine di una dinamica di traiettorie
individuali molto complessa => verso un mercato del
lavoro “liquido”?.
Peggiori prospettive per gli atipici, soprattutto nel breve
periodo, ma ampi rischi per tutti.
Per alcuni sottogruppi forti rischi di intrappolamento
(quali caratteristiche hanno?).
Il titolo di studio aum. prob. transizione verso stati più
vantaggiosi; ma di solito entro con contratti atipici =>
per titolo di studio non varia di molto la distribuzione
delle tipologie contrattuali di medio periodo.
Ampia quota di “assenti” e vulnerabilità del “posto
fisso”.
35
Come si è sviluppata la crescita occupazionale pre-crisi?
Quali implicazioni?





Paradosso delle minori tutele proprio per chi
sopporta il peso della flessibilità!
Perché questione giovanile si associa a precarietà?
Scaricati sugli individui il risparmio di oneri per le
imprese (con poco pooling di rischi da parte dello
stato).
Incentivi distorti alle imprese e incentivo a rimanere
in una logica di competitività “obsoleta”.
Quali sono gli effetti della flessibilità sulla
produttività?

Idea della flexinsurance (Tangian, 2006).

O seguire un idealtipo come la flexicurity?

Quali sono le implicazioni per le pensioni future?
36
Alcuni falsi miti sulle pensioni
presenti e future
a)
b)
c)
La spesa corrente per pensioni italiana è davvero così
anomala? O è anomala la bassa spesa sociale complessiva?
Davvero la spesa è insostenibile nel lungo periodo? E le
proiezioni di medio termine sono così drammatiche?
Davvero i sistemi privati a capitalizzazione sono superiori in
termini di rendimenti e incentivi per i partecipanti?

La fiducia in queste motivazioni suggerisce la riduzione
della componente pubblica.

In generale in questa visione limitata attenzione alle
(complesse) logiche del contributivo.

Il passaggio dal retributivo al contributivo => come si
calcolano le pensioni?

Dall’assicurazione (con iniquità) alla neutralità attuariale.

Rischi micro e macro!
37
Le effettive criticità del
sistema contributivo





Dato l’attuale (e atteso) contesto macro e
demografico i TdS del contributivo si ridurranno di
molto.
Situazione grave soprattutto per (i sempre più
numerosi) lavoratori con carriere discontinue e/o
atipiche (con minori salari, tutele, e, se
parasubordinati, no TFR e FP chiusi).
Il contributivo è il mero specchio di quanto accade
sul mercato del lavoro: previdenza e LM non
possono essere considerate disgiunte!
Il contributivo prevede di fatto un completo risk shift
sugli individui dei rischi economici, macroeconomici,
demografici e finanziari.
Nessun (o deboli) elemento redistributivo esplicito.
38
Da cosa dipendono pensioni e TdS
nel contributivo?






L’aliquota di computo dei versamenti.
La lunghezza della carriera individuale (la sua
continuità). Una carriera più lunga accresce i
versamenti e quindi la pensione.
L’età di pensionamento.
La dinamica salariale; salari più elevati, a
parità di aliquota, accrescono contributi e
prestazioni (ma una maggiore crescita
salariale riduce il TdS).
La crescita aggregata dell’economia, dalla
quale dipende il tasso di rivalutazione del
montante contributivo.
La dinamica demografica della popolazione
(mediante l’aggiornamento dei coefficienti).
39
Carriere fragili e pensioni attese
Tab. 2 – Gross replacement rates and ratio between the NDC pension and the old age social allowance for
representative individuals retiring at 65 and starting to work in 19961
35
NDC pension/
old age social allowance
Gross replacement
Rate
105.3
35.0
Seniority
36
37
38
39
Parasubordinate for the whole working life with unemployment periods
and starting wage three times the old age social allowance
40
109.0
112.7
116.4
120.1
123.8
36.2
37.4
38.6
39.9
41.1
Parasubordinate for the whole working life with unemployment periods
and starting wage four times the old age social allowance
NDC pension/
old age social allowance
Gross replacement
Rate
140.4
35.0
145.4
150.3
155.2
160.2
165.1
36.2
37.4
38.6
39.9
41.1
Employee for the whole working life with unemployment periods
and starting wage three times the old age social allowance
NDC pension/
old age social allowance
Gross replacement
Rate
157.3
162.0
166.7
171.4
176.1
180.8
52.2
53.8
55.3
56.9
58.4
60.0
Employee for the whole working life with unemployment periods
and starting wage four times the old age social allowance
NDC pension/
old age social allowance
Gross replacement
Rate
209.7
52.2
215.9
222.2
228.5
234.7
241.0
53.8
55.3
56.9
58.4
60.0
Mixed career: 25 years as parasubordinate and then employeee
NDC pension/
old age social allowance
Gross replacement
Rate
138.6
34.7
145.7
152.7
159.7
166.8
173.8
36.4
38.2
39.9
41.7
43.5
Mixed career: 15 years as parasubordinate and then employeee
NDC pension/
old age social allowance
Gross replacement
Rate
171.7
178.7
185.7
192.8
199.8
206.8
42.9
44.7
46.4
48.2
49.9
51.7
12035
transformation coefficients are applied; yearly real GDP and wage growth rates at 1.5% since 2012; when the career is intermittent
yearly wages and contributions are reduced by 11%. The yearly assegno sociale amounts to 5.425 euros in 2011. For the mixed career,
periods spent as parasubordinate are characterized by a wage three times the assegno sociale and the loss of 11% of contributions (figurative
contributions are not paid), periods as employees by a wage four times the assegno sociale and no unemployment periods, Source: our
elaborations
40
Può bastare la previdenza
complementare a migliorare le tutele?






L’esperienza conferma che:
TFR e FP non sono perfetti sostituti. Non si può
obbligare il trasferimento del TFR, che serve a
compensare fallimenti del mercato e del
welfare.
I rendimenti sono estremamente variabili; forte
rischio di “pensioni di annata”.
Grande attenzione ai costi amministrativi e ai
limiti di informazione (e capacità decisionale)
dei soggetti.
Forte regressività dell’attuale normativa fiscale
(proporzionalità in un ambito a partecipazione
differenziata).
Difficoltà e/o impossibilità di accesso a FP per i
lavoratori instabili.
41
La variabilità dei rendimenti della
previdenza integrativa
Fig. 2 - Nominal annual average rates of return of pension funds and net return on TFR
up until June 2011. Source: elaborations on COVIP data
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
-5%
-10%
-15%
-20%
1999
2000
2001
2002
2003
Closed funds
2004
2005
Open funds
2006
2007
2008
2009
2010
2011
TFR
42
I montanti potenziali finora
accumulati
Fig. 3 - Accumulated amounts in pension funds up until June 2011 by individuals enrolled in pension funds in
the period 1999-2008, earning the average rates of retuns. Index numbers: accumulation by TFR=100.
Source: elaborations on COVIP data
104
102
100.0
99.6
100
98.9
98.5
100.2
99.3
98.8
98.3
99.0
98.5
98.4
98
96.1
96
95.2
94.7
94.5
93.9
94
94.5
92.2
92
90.7
90.7
90
88
86
84
1999-2011
2000-2011
2001-2011
2002-2011
2003-2011
Closed funds
2004-2011
2005-2011
2006-2011
2007-2011
2008-2011
Open funds
43
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