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Pensioni giornalisti. Perché Camporese dovrebbe dimettersi? La

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Pensioni giornalisti. Perché Camporese dovrebbe dimettersi? La
Pensioni giornalisti. Perché
Camporese dovrebbe dimettersi? La
Repubblica ha ragione !
di Sergio Carli
Per molto meno i giornalisti hanno invocato dimissioni e manette ma
nel caso della vicenda che riguarda Andrea Camporese, presidente del
loro istituto di previdenza pensionistica, ben riferita nella cronaca
di Repubblica qui riportata, c’è stata solo solidarietà, giusta e
doverosa perché siamo ancora nella fase della notifica di fine
indagini che riguardano con altri anche Andrea Camporese da parte del
pm. Qualche perplessità invece suscita il comportamento dello stesso
Camporese la cui correttezza di comportamento sarebbe forse più
agevolmente agevolata se si fcesse da parte. I reati di cui è accusato
sono di truffa ai danni dell’ Inpgi, di cui è presidente, e di
corruzione finalizzata al compimento di atti che hanno recato quanto
meno una minore entrata per 7,5 milioni di euro nelle casse
dell’Istituto, lo stesso Inpgi di cui è presidente.
nella foto il presidente dell’
INPGI Camporese
Non è una bella situazione. Non si trattasse di un giornalista, per di
più di sinistra, qualcuno forse parlerebbe di scandalo. Senza arrivare
a questo, c’è un dato oggettivo. Se la Sopaf (vedi sotto l’articolo di
Repubblica) avesse preso una normale commisione da intermediazione
invece che realizzare essa stessa una plusvalenza in proprio, l’Inpgi
avrebbe guadagnato (nel caso di un 3% di fee) 6,5 milioni, a
prescindere da tutti i guadagni che l’Inpgi può avere realizzato,
secondo le parole (non sembra le cifre) di Camporese.
La cifra non è banale
perché il piano illegale che Camporese ha elaborato per fare la sua
parte di piccolo Peron ai danni dei pensionati giornalisti prevede un
risparmio di 10 miloni medi all’anno dal taglieggiamento delle
pensioni di chi in pensione c’è già, su cui gravano già il
demoltiplicatore attuato dall’Inpgi sulle pensioni, crescente via via
che esse crescono e l’illegale e illegittimo contributo di solidarietà
voluto dal duo Berlusconi Tremonti e ribadito da Enrico Letta (quello
di cui Renzi dice: “non è cattivo, non è proprio capace“).
Se Camporese non avesse accettato una operazione che porterebbe al
licenziamento in tronco di qualsiasi dirigente d’azienda privata,
quasi quasi sarebbe annullato il primo anno della iniqua manovra da
lui architettata, magari con l’aiuto di una parte del suo emolumento
di oltre 300 mila euro annui.
e nonostante tutto ciò Andrea
(Inpgi) non si dimette…!!!
Camporese
Siamo oltre il dato giudiziario, si tratta di cattiva gestione, quanto
meno. Le parole di autodifesa di Camporese, riportate in fondo
all’articolo di Repubblica, sono da prendere per buone dalla prima
all’ultima, ma insieme con le sue dimissioni. Le dimissioni
libererebbero il sindacato unitario dei giornalisti, la Fnsi, da un
obbligo di solidarietà e di “copertura” a questo punto imbarazzante.
Soprattutto scioglierebbero il nodo del comportamento che l’Inpgi
terrà se le conclusioni del pm porteranno a un rinvio a giudizio e a
un processo. C’è un giudice che accusa il massimo vertice dell’Inpgi
di corruzione e truffa ai danni dell’Istituto che presiede e quello
stesso Istituto non fa quello che fa qualsiasi cittadino cui un
giudice dice ti hanno truffato, cioè prendere coscienza del potenziale
danno subito e costituirsi parte civile contro i responsabili del
danno.
Sarebbe la prima volta che la categoria
dei giornalisti, che non ebbe paura di scendere in piazza per
difendere il diritto dei giudici a intercettare liberamente chiunque
(e che ora tace di fronte al tentativo di impedire ai giornalisti di
riferirne), non crede a un magistrato, riferimento di verità per la
maggior parte dei giornalisti stessi, specie di sinistra. Non lo dice
un collega per quanto qualificato, lo dice un pubblico ministero, che
le cose non sono girate nel verso giusto all’Inpgi. Ma anche non
volendo assumere la parola di un pm come metro di verità né come
riferimento di etica, restano due argomenti dirimenti:
1. il modo in cui Camporese ha condotto l’operazione, con i soldi dei
pensionati di oggi e di domani;
2. l’obbligo dell’Inpgi di costituirsi in giudizio a tutela degli
interessi dei suoi soci: pensionati di oggi e di domani.
Già il silenzio osservato fino ad oggi dalla categoria e dall’Inpgi è
allarmante; la sua prosecuzione diventa colpevole.
La cronaca di Repubblica,
è precisa e tagliente. Il fatto che
Repubblica riporti la vicenda con tanti dettagli è significativo:
Repubblica è un po’ l’organo semi ufficiale della sinistra in Italia e
la famiglia Magnoni era in ottimi rapporti con i principali azionisti
del giornale, i De Benedetti.
Dal quotidiano La Repubblica:
Chiusa l’inchiesta sul dissesto della Sopaf con la notifica di
14 avvisi di garanzia ad altrettante persone, tra le quali i
fratelli Aldo e Ruggero Magnoni. Figura tra i coinvolti anche
Andrea Camporese, presidente dell’ Inpgi (l’Istituto di
previdenza dei giornalisti), accusato di truffa e, novità
dell’ avviso di chiusura inchiesta, anche di corruzione
nell’ambito di un episodio che avrebbe danneggiato l’ istituto
di previdenza per 7 milioni di euro, attraverso l’ acquisto di
quote del Fip, Fondo immobili pubblici.
Ammontano ad “Almeno 200 mila euro” i soldi che Camporese
avrebbe ricevuto da Andrea Toschi, amministratore delegato
della società Adenium del gruppo Sopaf, per “il compimento di
atti contrari ai doveri di ufficio, in particolare per gli
investimenti che Camporese aveva veicolato quale presidente di
Inpgi su Adenium Sgr, nonché sui canali di conoscenze e
contatti che aveva offerto a Toschi per la propria attività”.
È quanto ha scritto il pm di Milano, Gaetano Ruta, nell’
avviso. I soldi rappresenterebbero un guadagno illecito
ottenuto da alcuni degli altri indagati, con l’ Inpgi che
avrebbe pagato più del valore di mercato le quote del Fip. Nel
dettaglio, si spiega nel documento, “Toschi accordava nel 2011
e nel 2012 a Camporese, quale componente del comitato di
investimenti di un fondo di fondi di private equity denominato
Adenium fund, la somma di 25 mila euro l’ anno”. Inoltre, “in
data 4 marzo 2013″ veniva aperto presso la banca Bsi di Lugano
un conto “intestato a Toschi e da questo detenuto per conto di
Camporese”, nel quale è stata “versata l’ 8 marzo 2013 la
somma di 142.500 Euro, utilizzata con prelevamenti per
contanti nel corso del tempo”.
Il reato di truffa ai danni dell’ Inpgi, oltre che a Camporese
e Toschi, è contestato anche ad Alberto Ciaperoni, direttore
finanziario del gruppo Sopaf e amministratore di Adenium e a
Gianfranco Paparella, collaboratore del gruppo. Avrebbe
concorso nel reato anche Giorgio Magnoni, vice presidente di
Sopaf, già sotto processo al tribunale di Milano per questi
fatti in virtù del rito immediato scelto dalla procura nei
suoi confronti. Secondo la Procura, l’ Inpgi – per volontà del
suo presidente Andrea Camporese – nel 2009 ha comprato 224
quote del Fip del valore unitario di 140.077 Euro, per un
importo complessivo di 30 milioni di euro. Con questa
operazione Sopaf ha realizzato una plusvalenza di 7,6 milioni
di euro tra la vendita all’ Inpgi delle quote Fip e l’
acquisto delle stesse da Iimmowest Promotus Holding Gmbh.
Per la procura di Milano l’ operazione è stata viziata da
“artifici e raggiri” e quindi i 7,6 milioni rappresenterebbero
un guadagno illecito per Sopaf e una truffa ai danni dell’
Inpgi. Il reato di truffa ai danni dell’ Inpgi, secondo
l’avviso di chiusura indagini, sarebbe consistito nel
“rappresentare falsamente all’ organo amministrativo di Inpgi
– chiamato a ratificare la delibera di acquisto del presidente
Andrea Camporese – che Sopaf fosse titolare delle quote Fip,
laddove la società agiva di fatto come intermediario tra
venditore e acquirente, non avendo né la titolarità delle
quote né le risorse finanziarie per acquistarle, e che il
margine di guadagno della società su tale operazione fosse
quindi pari alla differenza tra il prezzo di acquisto dalla
società austriaca Immowest Ppromotus Holding Gmbh e quello di
rivendita a Inpgi”.
Per la procura, Sopaf non avrebbe mai potuto comprare e pagare
le quote Fip da Iimmowest se non avesse trovato subito Inpgi
cui rivenderle e l’ istituto di previdenza le ha pagate di più
di quanto valevano sul mercato, facendo guadagnare Sopaf in
maniera indebita – attraverso la corruzione di Camporese –
“con le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante
gravità, dell’ abuso di prestazione d’ opera, di avere
commesso il fatto ai danni di un ente esercente un servizio
pubblico”.
“Ho appreso con profonda amarezza la notizia della chiusura
delle indagini nei miei confronti e degli addebiti che mi
vengono mossi. Confido di poter chiarire al più presto di aver
agito in totale trasparenza nei confronti dell’ istituto da me
presieduto ottenendo, anche nella vicenda delle quote Fip
enormi profitti in favore di Inpgi”.
Così il presidente Camporese, dopo la chiusura dell’
inchiesta. “Sono, a dire il vero, sgomento per la
contestazione provvisoria del reato di corruzione di cui ho
appreso per la prima volta dalla lettura dell’ avviso di
conclusione delle indagini – afferma Camporese in una nota
dell’ istituto – in esso si fa riferimento a un compenso da me
ricevuto e regolarmente dichiarato, per l’ attività lavorativa
svolta quale componente di un comitato. Ancor più
sbalorditivo, poi – prosegue – è il riferimento a un conto
svizzero intestato ad altra persona, del quale sono venuto a
conoscenza solo in occasione della mia audizione innanzi al
pubblico ministero. Conto bancario che non ha nulla a che fare
con me, così come i danari che sarebbero stati versati su tale
conto che, secondo quanto mi fu comunicato dal pm, sarebbero
provenuti dalla fantomatica vendita di un mio appartamento.
Tale vendita, infatti, non è mai avvenuta, nè mai alcuno ha
ritenuto di offrirmi ipotetici vantaggi a fronte di
inesistenti contatti imprenditoriale o conoscenze che gli
avrei procurato”
* commento tratto dal sito BlitzQuotidiano
CdG Incredibilmente abbiamo trovato qualcosa che la dice tutta sulla
limitata credibilità e correttezza di Camporese. Ce lo svela il sito
“GiornalistaItalia“ che l’ 11 marzo 2015 scriveva:
“L’Inpgi sarà rappresentato, come parte offesa, all’udienza che si
svolgerà a Milano domani, 12 marzo”: si tratta del processo penale con
rito immediato a carico di Giorgio e Luca Magnoni.
Lo rende noto il presidente, Andrea Camporese, evidenziando che
l’Istituto di previdenza dei giornalisti ha assegnato a questo
scopo l’incarico all’avvocato Maurizio Bellacosa, dello studio legale
Severino. Inoltre, per esaminare il profilo civilistico della
cosiddetta vicenda Sopaf, l’Inpgi ha conferito mandato all’avvocato
Andrea Marani, dello studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli. I legali
incaricati rappresenteranno, a seguito dell’udienza del 12 marzo,
ulteriori elementi di valutazione circa le eventuali iniziative da
intraprendere da parte dell’Istituto. “Come sempre – sottolineava il
presidente Andrea Camporese – saranno tutelati i diritti e gli
interessi dell’Inpgi e degli iscritti, ai quali nella massima
trasparenza sarà data comunicazione sulle future decisioni”.
E voi credete ancora a questo “signore” ? Noi , che ve ne potremmo
raccontare tante altre, non gli crediamo affatto, crediamo alla
Magistratura ed alle evidenze della Guardia di Finanza, ed auspichiamo
che la giustizia faccia il suo corso, e sopratutto che Camporese (che
guadagna più del presidente della Repubblica Mattarella) si dimetta
subito dall’ INPGI non si nasconda dietro prescrizioni varie….
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