...

alfabeto dell`ecologista

by user

on
Category: Documents
30

views

Report

Comments

Transcript

alfabeto dell`ecologista
L’ambiente è, genericamente, un luogo che ospita l’esistenza di un organismo o di un sistema.
La parola ambiente è generica riguardo alla dimensione. L’ambiente, infatti, può essere un
piccolo
spazio,
una
singola
area
verde,
una
città,
l’intero
pianeta.
L’ambiente è il risultato di una pluralità di fattori in rapporto dinamico e costante tra di loro.
Da una parte alla definizione complessiva di un ambiente concorrono gli elementi naturali,
siano essi chimici, fisici o biologici. Dall’altra possono essere invece identificati elementi
psicologici, filosofici o sociali.
Il Carburante è una sostanza chimica contenente potenzialmente una grande quantità di energia.
Tale energia chimica è accumulata nella struttura della materia stessa del carburante in maniera
semistabile, cioè che tende a permanere in condizioni normali nel nostro ambiente praticamente
con nessuna o quasi nessuna modificazione, conservando la sua energia. Nonostante questo
esistono condizioni spesso legate alla temperatura ed alla contemporanea presenza di altra
materia, detta comburente, in cui tale energia è liberata ad effetto della veloce trasformazione
mediante la combinazione di combustibile e comburente in altre sostanze derivate, sempre a
minore contenuto energetico. Nella trasformazione l'energia è liberata, e può essere utilizzata.
Nella corretta origine del termine i carburanti sono sostanze di origine organica o fossile
contenenti composti di carbonio, ma per estensione anche idrogeno ecc., in composti nettamente
carenti di ossigeno. Il comburente per definizione è l'ossigeno, di norma contenuto o derivato
dall'aria, che quindi essa stessa è spessa definita come comburente. La disponibilità di ossigeno, le
condizioni di innesco date dalla temperatura, ed il mantenimento della temperatura stessa
realizzato dalla sopracitata liberazione di energia, producono il fenomeno della combustione,
producendo composti derivati detti combusti, od ossidati. Alcuni comuni Carburanti: idrocarburi
liquidi o gassosi fossili quali oli pesanti, kerosene, gasolio, benzina, gas di petrolio liquefatti,
metano, idrogeno; derivati di composti vegetali, oli vegetali, alcoli derivati da fermentazione di
carboidrati.
Guidare meno
I due modi per ridurre l'inquinamento atmosferico sono guidare meno e migliorare il proprio stile di guida.
Diminuire il numero dei chilometri percorsi aiuta a diminuire l'inquinamento atmosferico. Migliorare lo stile di guida
riduce il contributo della propria auto all'inquinamento.
Guidare di meno non significa stare a casa. Occorre cercare di combinare l'automobile con altre modalità di
spostamento per andare dove si vuole:
- carpool (usare in più persone la stessa auto );
- camminare o andare in bicicletta aiuta a mantenersi in forma;
- usare i mezzi pubblici.
Guidare meglio
Guidare meglio aiuta a ridurre l'inquinamento atmosferico:
- accelerare gradualmente;
- rispettare i limiti di velocità;
- domandarsi se si ha la reale necessità di spostarsi in auto;
- programmare gli spostamenti;
- mantenere l'efficienza dell'auto anche sottoponendola a verifiche periodiche come il bollino blu;
- mantenere i pneumatici alla corretta pressione;
- cambiare e / o acquistare automobili scegliendo modelli meno inquinanti o a metano;
Risparmiare energia
Risparmiare energia aiuta a ridurre l'inquinamento atmosferico. Quando si bruciano combustibili fossili, si inquina
l'aria. Usare meno benzina, gas e elettricità ( le centrali elettriche bruciano combustibili fossili per generare
elettricità):
- spegnere la luce quando si lascia la stanza;
- sostituire le lampadine con quelle a risparmio energetico;
- spegnere il riscaldamento o l'aria condizionata in caso di non necessità;
- usare il ventilatore e non l'aria condizionata;
- installare miscelatori di aria sui rubinetti di casa.
1. Nelle discariche per rifiuti non pericolosi sono smaltiti, senza caratterizzazione analitica, i seguenti rifiuti:
a) i rifiuti urbani di cui all'art. 2, lettera b), del decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, classificati come non pericolosi nel capitolo
20 dell'elenco europeo dei rifiuti e sottoposti a trattamento, le porzioni non pericolose dei rifiuti domestici raccolti separatamente e gli
stessi rifiuti non pericolosi di altra origine ma di analoga composizione;
b) i rifiuti non pericolosi individuati in una lista positiva definita con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, di
concerto con i Ministri delle attività produttive e della salute, sentito il parere della Conferenza Stato-regioni.
2. Fatto salvo quanto previsto all'art. 6, nelle discariche per rifiuti non pericolosi sono smaltiti rifiuti non pericolosi che hanno una
concentrazione di sostanza secca non inferiore a 25% e che, sottoposti a test di cessione di cui all'allegato 2, presentano un eluato
conforme alle concentrazioni fissate in tabella 5.
3. Fatto salvo quanto previsto all'art. 6, nelle discariche per rifiuti non pericolosi sono altresì smaltiti rifiuti pericolosi stabili non
reattivi che:
a) sottoposti a test di cessione di cui all'allegato 2 presentano un eluato conforme alle concentrazioni fissate in tabella 5;
b) hanno una concentrazione in carbonio organico totale non superiore al 5% con riferimento alle sostanze organiche chimicamente
attive, in grado di interferire con l'ambiente, con esclusione, quindi, di resine e polimeri od altri composti non biodegradabili;
c) il pH sia non inferiore a 6 e la concentrazione di sostanza secca non inferiore al 25%;
d) tali rifiuti non devono essere depositati in aree destinate ai rifiuti non pericolosi biodegradabili.
4. Fatto salvo quanto previsto dall'art. 6, in discarica per rifiuti non pericolosi, è vietato il conferimento di rifiuti che:
a) contengono PCB come definiti dal decreto legislativo 22 maggio 1999, n. 209, in concentrazione superiore a 10 mg/kg;
b) contengono diossine o furani calcolati secondo i fattori di equivalenza di cui alla tabella 4 in concentrazioni superiori 0,002 mg/kg;
c) contengono altre sostanze classificate cance-rogene di classe 1 e 2 ai sensi dei disposti normativi in materia di classificazione,
etichettatura d'imballaggio di sostanze e preparati pericolosi (con esclusione del-l'amianto) in concentrazione superiore a 1/10 delle
rispettive concentrazioni limite riportate all'art. 2 della decisione della Commissione 532/2000/CE e successive modifiche e
integrazioni, con una sommatoria massima per tutti i diversi composti pari allo 0,1%.
5. Possono essere inoltre smaltiti in discarica per rifiuti non pericolosi i seguenti rifiuti:
a) i rifiuti contenenti fibre minerali artificiali, indipendentemente dalla loro classificazione, come pericolosi o non pericolosi. Il
deposito dei rifiuti contenente fibre minerali artificiali deve avvenire direttamente all'interno della discarica in celle appositamente ed
esclusivamente dedicate e deve essere effettuata in modo tale da evitare la frantumazione dei materiali.
Dette celle andranno realizzate con gli stessi criteri adottati per le discariche dei rifiuti inerti. Le celle devono essere coltivate
ricorrendo a sistemi che prevedano la realizzazione di settori o trincee. Devono essere spaziate in modo da consentire il passaggio
degli automezzi senza causare la frantumazione dei rifiuti contenenti fibre minerali artificiali. Entro la giornata di conferimento dovrà
essere assicurata la ricopertura del rifiuto con materiale adeguato, avente consistenza plastica, in modo da adattarsi alla forma ed ai
volumi dei materiali da ricoprire e da costituire un'adeguata protezione contro la dispersione di fibre. Nella definizione dell'uso
dell'area dopo la chiusura devono essere prese misure adatte ad impedire contatto tra rifiuti e persone;
b) i materiali non pericolosi a base di gesso. Tali rifiuti non devono essere depositati in aree destinate ai rifiuti non pericolosi
biodegradabili. I valori limite per il carbonio organico totale (TOC) si applicano ai rifiuti collocati in discarica insieme a materiali a base
di gesso;
c) i materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi in conformità con l'art. 6, lettera c), punto iii) della
direttiva 1999/31/CE senza essere sottoposti a prove. Le discariche che ricevono tali materiali devono rispettare i requisiti indicati
all'allegato l. In questo caso le prescrizioni stabilite nell'allegato 1, punti 3.2 e 3.3 della direttiva 1999/31/CE possono essere ridotte
dall'autorità competente.
Ambiente naturale fisicamente delimitato (bosco, fiume, prato, ecc.) e composto da una
componente biotica (animali, piante e gli altri organismi viventi) e da una componente abiotica
(rocce, terreno, ecc.).
Fauna
Insieme delle specie animali che vivono in un territorio ben definito (nazione, regione, bosco,
valle, ecc.).
Flora
Insieme delle specie vegetali vascolari che vivono in un territorio ben definito (nazione,
regione, valle, bosco, ecc.).
La materia che ci circonda si presenta in tre diversi stati di aggregazione: uno stato gassoso, uno stato liquido ed uno
stato solido.
Un gas si distribuisce uniformemente lungo tutto il volume di cui ha a disposizione; un liquido ha volume proprio, ma
prende la forma del recipiente che lo contiene, un solido ha sia forma che volume propri.
Al variare della pressione e della temperatura si verificano dei cambiamenti di aggregazione e, conseguentemente, dei
passaggi di stato; queste due variabili sono importanti per lo studio macroscopico della materia, ma altri fattori
possono influenzarlo in modo rilevante.
Si definisce temperatura critica la temperatura oltre la quale è possibile liquefare un gas per compressione.
Si inizia quindi a distinguere un gas da un vapore: il gas sta al di sopra della temperatura critica (non è liquefabile per
compressione), mentre un vapore sta al di sotto della temperatura critica.
Un altro fattore importante da conoscere è la densità relativa di un gas: se in un recipiente contenente aria immettiamo
un secondo gas, conoscendo la densità relativa di questo ultimo rispetto all’aria, riusciremo a valutare se il gas
occuperà la parte alta (gas meno denso dell’aria), oppure la parte bassa (gas più denso dell’aria).
Importante introdurre un’altra definizione, quella di miscela gassosa: si definisce miscela gassosa la combinazione di
due o più gas che coesistono in un unico volume.
In una miscela gassosa è importante conoscerne la concentrazione dei vari elementi che compongono la miscela
stessa; variazioni di concentrazione dei costituenti possono trasformare miscele del tutto innocue in pericolose.
Tra le miscele pericolose distinguiamo quelle tossiche e quelle esplosive.
Nei vari settori industriali, oggigiorno, vengono utilizzate più sostanze infiammabili che, in combinazione con
l’ossigeno, possono originare miscele esplosive.
A particolari concentrazioni una sostanza infiammabile, con sufficiente apporto di energia, può dare luogo ad una
reazione esplosiva. La scienza che studia questo fenomeno prende il nome di esplosimetria.
Se da un lato vengono impiegate sostanze infiammabili, le industrie sfruttano molto anche sostanze la cui tossicità
rappresenta un serio pericolo per la salute.
Si comprende allora la necessità di sviluppare dei metodi e apparecchiature di rilevamento di gas tossici.
Parallelamente all’esplosimetria è sorta allora, un’altra scienza che prende il nome di tossimet
L’acqua è l’alimento principale di ogni essere vivente, consumato con continuità e di più di ogni
altro alimento dall’uomo. Ma l’acqua assolve anche la funzione di pulire ed igienizzare,
contribuendo così a prevenire le malattie ed assicurare un miglior livello di qualità della vita.
A condizione però che l’acqua sia salubre dal momento che, in caso contrario, essa costituisce
un
formidabile
fattore
di
diffusione
delle
malattie.
La crescente produzione di rifiuti industriali ed urbani ha infatti costretto a far uso di acque
superficiali e sotterranee come ricettori di scarichi, spesso inquinati da sostanze tossiche o
cancerogene (quali metalli, solventi, pesticidi, oli).
L'ambiente in cui vive è spesso fonte di pericolo per la nostra salute. I residui delle
lavorazioni industriali, chimiche, i veleni impiegati in agricoltura per combattere gli insetti e
le erbe infestanti inquinano il suolo e le acque, mentre i fumi delle ciminiere e i gas di
scarico delle auto mobili si riversano nell'atmosfera, alterandone gli elementi. Malattie
respiratorie, allergie, tumori sono alcuni dei mali più diffusi, che in gran parte dipendono
dall'aria che respiriamo, dall'acqua che beviamo, dai cibi che mangiamo. Ma non bisogna
credere che l'inquinamento e il degrado dell'ambiente siano il prezzo che ogni società
industrializzata inevitabilmente deve pagare in cambio di più alti livelli di consumo e di un
maggiore benessere materiale. Essi sono piuttosto le disastrose conseguenze di uno
sviluppo economico lasciato a se stesso. Le imprese private, impegnate a trarre il massimo
guadagno dalla loro attività, si dimostrano in genere poco preoccupate del rispetto
dell'ambiente e della salute dei cittadini. Spetta allo Stato fissare, nell'interesse collettivo,
le regole e i limiti entro i quali si deve svolgere l'attività produttiva. Lo Stato può
intervenire per eliminare, o quanto meno contenere in limiti accettabili, ogni forma di
inquinamento nociva alla salute. Con apposite leggi può vietare o limitare l'impiego di certe
sostanze nelle lavorazioni industriali e nell'agricoltura e prevedere l'obbligo del
trattamento e dello smaltimento dei residui inquinanti attraverso filtri, depuratori,
inceneritori e via dicendo. Negli ultimi anni anche nel nostro Paese sono state approvate
alcune leggi a difesa dell'ambiente. In particolare, nel 1986 la legge n. 349 ha istituito il
Ministero dell'ambiente. Esso ha il preciso compito di tutelare il patrimonio ambientale e di
coordinare il risanamento di quelle aree particolarmente colpite dall'inquinamento. Ma sino
a oggi sono purtroppo mancati controlli capillari e sistematici delle possibili fonti di
inquinamento, senza i quali anche sistemati delle possibili fonti di inquinamento, senza i
quali anche le migliori leggi risultano inutili.
Per assorbire i liquidi industriali sporchi dispersi in ambiente di lavoro.
Sostituiscono vantaggiosamente la segatura ed altri materiali sfusi, rendendo l'ambiente più sicuro, pulito e
produttivo. Quindi niente più segatura, scope e pale che lasciano comunque residui dannosi.
Sono inattaccabili da acidi,
solventi e da qualsiasi prodotto
chimico o tossico.
A parità di liquido assorbito, il
volume finale è ridotto di dieci
volte ed il peso del 50%.
Gli ASSORBITORI sono essenziali ed insostituibili per ovviare alle dispersioni di liquidi nocivi. Una volta utilizzati
possono essere racchiusi in appositi contenitori da inviare allo smaltimento con estrema sicurezza.
Nei processi di lavorazione vengono usati oli o oli emulsionati per abbattere il calore sviluppato nelle
macchine. Tali liquidi si mescolano con le scorie prodotte e non possono essere riutilizzati se queste
ultime non vengono eliminate.
Di qui la necessità di filtrare i liquidi attraverso dei depuratori in grado di restituirli puliti.
Ne deriva un notevole risparmio di consumi.
Finora si sono utilizzati in generale dei rotoli di carte particolari per filtrare gli oli.
Oggi disponiamo di un macchinario d'avanguardia.
Tra le numerose patologie che si possono giovare dell'uso dell'ozono medicale citiamo:
Patologie da carente apporto di ossigeno, come nei problemi di circolazione arteriosa (es. arteriosclerosi) o venosa (es. ulcere
flebostatiche), ulcere da decubito dove, all'azione trofica e di riepitelizzazione della autoemoterapia maggiore, si associa l'uso
dei sacchetti che hanno effetto topico disinfettante.
Maculopatia diabetica
Maculopatia ischemica
Maculopatia retinica degenerativa senile
Malattie croniche. L'autoemoterapia maggiore trova indicazione nei pazienti defedati perché affetti da malattie croniche
(broncopneumopatie ostruttive, diabete, ecc.) oppure perché di età avanzata.
Malattie tumorali (es. plasmacitoma anche se complicata da amiloidosi)
Malattie degenerative. Ultimamente sto utilizzando questa metodica per alcuni tipi di malattie di tipo degenerativo su base
immunitaria (es. artrite reumatoide) oppure da cause tuttora da definire come la sclerosi a placche o la sclerosi laterale
amiotrofica, che sembra avere una base fisiopatologica di origine mitocondriale. In questi ultimi casi ho associato
all'ozonoterapia anche farmaci intropi del sistema nervoso centrale, arrivando nella maggioranza dei casi a fermare il
progredire della malattia.
Decorso post-operatorio. L'uso della autoemoterapia maggiore ha ridotto del 40% i giorni di convalescenza dopo interventi
altamente demolitivo.
Per evitare i fenomeni degenerativi legati all'invecchiamento: Disordini della circolazione del sistema nervoso centrale e
periferico;Disordini della circolazione periferica.
Trattamento dei soggetti affetti da irradiazione atomica acuta
Lesioni della pelle: piaghe da decubito e gangrene diabetiche, Ulcus cruris, funghi e parassitosi
Malattie su base autoimmunitaria: tiroidi, Lupus eritematoso sistemico, eritema
nodoso malattie virali su base autoimmunitaria (epatiti A, B, C), Aids, immuno deficienze su base ignota, Herpes zooster e
simplex
Stati patogeni dell'osso: osteoporosi, osteogenesi imperfecta di tipo I, II, III e IV
Malattie dell'intestino: proctiti, coliti, rettocolite ulcerosa, fistola anale
Malattie gastriche: gastriti da Elicobacter pilori, esofagiti
Malattie del sistema scheletrico. Al primo posto ci sono le ernie e le protrusioni discali, che possono essere disidratate e
quindi rientrare in sede con puntureintramuscolari paravertebrali eliminando così la causa del dolore. Le ernie
possono essere a livello cervicale, toracico, lombarte e possono essere singole o multiple. Il soggetto già dopo pochissime
sedute ha la scomparsa del dolore e può riprendere la propria normale attività lavorativa. Le coxo-artrosi e le gonartrosi
possono essere curate, quando la degenerazione non è imponente, con punture intra-articolari di ossigeno-ozono.
Relativo alla troposfera, regione inferiore dell’atmosfera, dove hanno sede i fenomeni
metereologici, che si estende dal suolo sino a 7-8 km circa al polo e 16-18 circa
all’equatore. Esso è un composto chimico dannoso sia per la salute umana sia per la stessa
esistenza delle piante.
Con il termine piogge acide si intende generalmente il processo di ricaduta dall’atmosfera di particelle, gas e
precipitazioni acide. Se questa deposizione acida avviene sotto forma di precipitazioni (piogge, neve, nebbie,
rugiade, ecc.) si parla di deposizione umida, in caso contrario il fenomeno consiste in una deposizione secca.
Solitamente l’opinione pubblica fa invece coincidere il termine piogge acide con il fenomeno della deposizione
acida umida.
Le piogge acide sono causate essenzialmente dagli ossidi di zolfo (SOx) e, in parte minore, dagli ossidi d'azoto
(NOx), presenti in atmosfera sia per cause naturali che per effetto delle attività umane.
Se non entrano in contatto con delle goccioline d’acqua, questi gas e soprattutto i particolati acidi che da loro si
formano
pervengono
al
suolo
tramite
deposizione
secca.
Questa
deposizione
può
avvenire secondo meccanismi
Se si dorme in un ambiente dove il campo elettromagnetico è elevato, l’organismo umano fa da vero e proprio
accumulatore perché durante il sonno l’organismo è più ricettivo, la posizione orizzontale senza contatto con il
suolo non consente di scaricare elettricità e nelle ore notturne l'intensità della rete H è maggiore. Inoltre
trascorriamo molto tempo della nostra vita a letto.
Durante il sonno, la ghiandola pineale, situata nella parte posteriore del cervello, produce la melatonina,
ormone che regola oltre l’umore, il sistema endocrino e riproduttivo. La produzione di melatonina è massima
durante la fase di rigenerazione notturna poiché la luce inibisce il funzionamento della ghiandola pineale. La
melatonina agisce come scavenger dei radicali liberi e sembra essere in grado di proteggere l’organismo dai
tumori. La sua riduzione in soggetti esposti in modo prolungato alle radiazioni elettromagnetiche,
spiegherebbe , oltre la promozione di tumori, i vari disturbi riproduttivi e neurologici segnalati da alcune
ricerche epidemiologiche.
Le conseguenze non sono immediate, ma è a lungo e medio termine che si manifestano disturbi vari e malattie
anche gravi.
Lo stato prepatologico talvolta è asintomatico e talvolta si presenta con sintomi tanto differenziati da non
consentire di individuarne la causa.
Le statistiche si riferiscono a:
disturbi deboli: agitazione, sensazione di caduta nell’addormentarsi, piedi gelati, crampi, palpitazioni, calo
energetico, nervosismo, incubi, starnuti ripetuti, risvegli prematuri;
sintomi funzionali complessi: insonnia tenace, asma, stati anginosi, dolori regione dorsale renale, astenia
mattutina, cefalee, insonnia tenace, asma, stati anginosi, dolori persistenti, nevralgie, reumatismi, artrosi;
malattie gravi: sclerosi a placche, patologie cardiovascolari, forme cancerose.
Il suolo è una risorsa finita e non rinnovabile. Negli ultimi anni il suolo è stato sfruttato e inquinato dall'uomo
attraverso:
L'accumulo di sostanze tossiche per le piante, per gli animali e per l'uomo a causa dell'impiego di concimi
chimici, diserbanti, pesticidi.
Il lento ed inesorabile passaggio degli agenti inquinanti attraverso lo strato permeabile del terreno potrà
arrivare ad inquinare le falde acquifere sotterranee. Questo inquinamento è persistente e interferirà con tutte le
attività umane, soprattutto quelle vitali che necessitano di acque potabili.
Inoltre se il pesticida si depositerà solo sulla superficie esterna del vegetale potrà essere eliminato facilmente
prima del consumo, se invece la sostanza penetra nel tessuto profondo del vegetale o ancor peggio viene
trasportato nel sistema linfatico della pianta rimarrà depositata e potrà essere assunta facilmente nell'uomo o
nell'animale. (vedi latte inquinato dalla diossina in Campania)
L'accumulo di quantità sempre maggiori di rifiuti.
Le società abituate al comportamento dell'usa e getta producono enormi quantità di rifiuti domestici.
I rifiuti non biodegradabili vengono spesso scaricati insieme ai rifiuti organici solidi, cosicchè diventa quasi
impossibile qualsiasi loro utilizzazione a meno che venga attuata un raccolta differenziata. Inoltre sono presenti
rifiuti proveniente da attività industriali, difficilmente smaltibili.
L'agricoltura intensiva, le deforestazioni, l'allevamento e le attività minerarie
Causata normalmente dall'azione di agenti atmosferici naturali, quali acqua e vento, l'erosione, è la più
importante causa di trasformazioni improvvise ed indesiderate del terreno. Le attività dell'uomo riescono ad
incrementare gli effetti negativi dell'erosione naturale rendendoli a volte irreversibili.
HELP
ME!!!!
che cosa è: un aumento della temperatura globale causato dalla presenza nell'atmosfera di troppa anidride carbonica (CO 2), prodotta
bruciando combustibili fossili (petrolio, carbone), e altri gas.
i rischi: secondo l'ultima stima la temperatura salirà da 1,5 a 6 °C nei prossimi 100 anni. C'è ancora chi lo nega. Ma anche se non ci sono prove
definitive, il fenomeno sembra accertato.
effetti: clima più violento, scioglimento dei ghiacci, innalzamento dei mari.
situazione: è uno dei problemi per cui si è fatto di meno. La CO2 è salita nell'era industriale del 30%. Ma non sono chiari gli effetti sul clima.
soluzioni: sostituire i combustibili fossili con fonti rinnovabili, abbattere le emissioni, far crescere foreste (assorbono CO 2 ), creare un
"mercato dell'inquinamento".
accordi: la riduzione del 5% delle emissioni. Ma Europa e Usa hanno opinioni contrastanti su come ottenerla.
I principali gas che causano l'effetto serra sono:
•Anidride carbonica;
•metano;
•protossido di azoto;
•clorofluorocarburi;
•ozono.
Siete mai entrati in una serra? Li dentro l'aria è più calda rispetto all'esterno perché il vetro ha la capacità di far passare i raggi
del Sole e di trattenerne il calore all'interno. Lo stesso succede nell'atmosfera della Terra, dove alcuni gas, come l'anidride
carbonica, si comportano come il vetro, trattenendo una giusta quantità di calore favorevole alla vita. Senza effetto serra naturale
vi sarebbero forti differenze tra giorno e notte, e la temperatura terrestre sarebbe glaciale. L'anidride carbonica inmessa nell'aria
a causa del crescente sviluppo industriale sta alterando il fragile equilibrio climatico naturale: la quantità in eccesso è come se
andasse a ispessire il vetro della "serra", trattenendo una maggior quantità di energia solare. Infatti quando noi, usando l'auto, il
riscaldamento, la corrente elettrica prodotta da centrali termiche, bruciamo combustibili fossili (carbone, petrolio,
metano), restituiamo rapidamente all'atmosfera quell'anidride carbonica che le piante avevano catturato milioni di anni fa e che
a lungo era stata intrappolata sottoterra. Tra il 1765 (inizio dell'era industriale) e il 1990, ben l'81% delle emissioni di anidride
carbonica sono state causate dai soli Paesi industrializzati. E tuttora le attività dell'uomo liberano ogni anno nell'atmosfera circa
7 miliardi di tonnellate di carbonio. Una quantità impossibile da riassorbire per le piante, anche se la superficie dei
boschiraddoppiasse di colpo. L'Organizzazione Meteorologica Mondiale ha calcolato che un aumento della temperatura media di
4 gradi (atteso attorno al 2100), causerebbe l'innalzamento del livello del mare di 1 metro. Interi arcipelaghi verrebbero sommersi
e almeno la metà della popolazione mondiale (che vive sulle coste) sarebbe costretta a cercare rifugio altrove. Agricoltura,
disponibilità d'acqua dolce, migrazioni di specie vegetali e animali cambierebbero il paesaggio terrestre. Sono previsioni
complesse e ancora incerte, ma sempre più avvalorate dall'andamento della temperatura globale, in continuo aumento. il 1997 e il
1998 sono stati gli anni più caldi da quando esistono misure affidabili, e nell'ultimo secolo il livello degli oceani è già salito di 12
centimetri.
che cosa è: è l'assottigliamento di uno strato di gas (l'ozono appunto) che si trova a un'altezza di 15-20 chilometri dalla superficie terrestre.
E ha il "compito" di schermare dalle radiazioni ultraviolette ad alta energia, mutagene e cancerogene.
i rischi: il buco è provocato dai gas clorofluorocarburi ( cfc) usati fino a pochi anni fa, per esempio nei frigoriferi.
situazione: ogni anno è andato distrutto il 20% circa dell'ozono. In Antartide la rarefazione arriva al 70%. Gli effetti dei cfc sono di lunga
durata. Ma la drastica riduzione del loro uso negli ultimi anni dovrebbe chiudere il buco entro 50 anni.
soluzioni: non utilizzo dei cfc, e di sostanze che agiscono in modo simile.
accordi: il protocollo di Montreal, siglato nel 1987, ha sancito l'obbligo di ridurre i cfc.
L'estate antartica (il nostro inverno) è l'appuntamento annuale con il problema ozono. Quando i raggi
del sole tornano a illuminare il polo sud, il "buco" sopra l'Antartide si allarga e scatta l'allarme.
L'ultimo bollettino Nasa ha avvertito che il buco ha raggiunto i livelli massimi registrati da quando il
buco è stato scoperto. L'area è ormai grande 30 volte l'Italia e si estende sopra l'Antartide e
l'America meridionale. La situazione è davvero drammatica? Forse no: 300 scienziati si sono riuniti
e hanno avvertito che il buco si richiuderà entro 50 anni. Negli ultimi 25 anni la preoccupazione di
conoscere come le attività umane possono alterare l'atmosfera della terra e` drammaticamente
cresciuta. La composizione atmosferica sta cambiando a causa dei grandi problemi
dell'impoverimento dell'ozono, dell'effetto serra e della diffusione planetaria dell'inquinamento
dell'aria. Questi grandi problemi sono collegati tra loro in vari modi: l'impoverimento dello strato
d'ozono stratosferico e l'effetto serra sono strettamente connessi in quanto i clorofluorocarburi
(CFC), che giocano un ruolo molto importante per l'impoverimento dell'ozono atmosferico, sono
anche dei gas ad effetto serra molto potenti. Inoltre esistono connessioni tra l'effetto serra e
l'inquinamento dell'aria causato dall'uso dei combustibili fossili. Durante gli ultimi 10 anni sono
notevolmente aumentati gli studi sui processi che controllano l'ozono; infatti questo e' l'unico gas
nell'atmosfera capace di evitare che le radiazioni solari ultraviolette più dannose raggiungano la
superficie terrestre.
Fly UP