...

La politica regionale e di Coesione dell`UE (parte I)

by user

on
Category: Documents
11

views

Report

Comments

Transcript

La politica regionale e di Coesione dell`UE (parte I)
Politica Economica Corso Avanzato
Prof. Cristina Brasili
L. M. Statistica, Economia e Impresa- A.A. 2008-2009
La politica regionale e
di coesione dell’UE
I PARTE
http://europa.eu.int
Il sito web dell’Unione europea contiene
il quadro completo e aggiornato delle
•
•
•
•
Attività
Istituzioni
Documenti
Servizi
Le “Politiche regionali” compaiono nella
voce “Attività”
PERCHE’ UNA POLITICA REGIONALE IN
NELL’UNIONE EUROPEA?
L'Unione europea è una delle aree
economiche più ricche del mondo, ma
presenta forti disparità tra i suoi Stati
membri e ancor più tra le sue circa 250
regioni.
Quantificarle significa innanzitutto
misurare e raffrontare il grado di ricchezza di
ciascuno, ossia il prodotto interno lordo (PIL).
In altri termini, il fatto di abitare in una
regione prospera o arretrata, in una zona
dinamica oppure in crisi, in città o in
campagna, alla periferia dell'Unione o in uno
dei poli centrali di sviluppo, determina delle
differenze riguardo alle possibilità di successo
di fronte alla sfida della mondializzazione.
Evoluzione della politica regionale dell’UE
Strategia di programmazione (1958-2000)
Strategia di
programmazione
Direzione dei cambiamenti e
tendenze
1958
1989-2000
Obiettivi/contenuti
della politica
Settoriale
Territoriale
Copertura
geografica
Nazionale
Regionale/locale
Approccio di
Programmazione
Settoriale
Integrato
Periodo di
riferimento
Breve
Medio
Attori principali
Nazionali
Regionali/Locali
Tipo di impatto
Compensatore
Sinergico
Fonte: Le istituzioni del federalismo - La nuova programmazione dei Fondi
strutturali in Italia (2000-2006), a cura di R. Leonardi e A. Ciaffi Maggioli
Editore
PERCHE’ UNA POLITICA REGIONALE IN
NELL’UNIONE EUROPEA?


La solidarietà tra i popoli dell'Unione
europea, il progresso economico e sociale e il
rafforzamento della coesione sono sanciti nel
preambolo del trattato di Amsterdam (1997).
L'articolo 158 stabilisce inoltre che: "La
Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli
di sviluppo delle varie regioni e il ritardo di
quelle più svantaggiate o insulari, comprese
le zone rurali". Per attuare questa politica,
gli Stati membri si avvalgono dei Fondi
strutturali e del Fondo di coesione.
L'Unione europea non si limita
tuttavia ad una semplice partecipazione
finanziaria, ma inquadra gli interventi locali
in una prospettiva comunitaria e attraverso
la sua politica regionale completa, laddove è
necessario, il mercato interno e l'unione
economica e monetaria.
Grafico disparità nel 1997:
EUROPA - Politica regionale Inforegio
Terza relazione sulla coesione economica e sociale – Commissione
europea 2004
Fino al recente rallentamento della crescita iniziato nel
2001, il divario nel PIL pro capite tra le regioni meno
prospere dell’Unione (quelle che sono state al centro
dell’attenzione della politica di coesione dell’UE) e le
altre regioni ha registrato una diminuzione negli ultimi
anni. Al momento, tuttavia, non è possibile dire che
cosa sia accaduto dopo il 2001.Occorre notare che i
dati riportati in questa sezione e nel resto della
relazione riguardano la crescita del PIL pro capite in
termini reali.
Grafico disparità nel 2001
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe


1957
Gli Stati firmatari del trattato di Roma
fanno riferimento, nel suo preambolo,
all'esigenza "di rafforzare l'unità delle loro
economie e di garantirne lo sviluppo
armonioso riducendo il divario fra le
diverse regioni e il ritardo di quelle più
svantaggiate".
1958
Vengono istituiti due Fondi settoriali: il
Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo
europeo agricolo di orientamento e di
garanzia (FEAOG).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe
1975



Nasce il Fondo europeo per lo
sviluppo regionale (FESR), con lo scopo di
ridistribuire alle regioni povere una parte
dei contributi degli Stati membri.
1986
L'Atto Unico europeo getta le basi
di un'effettiva politica di coesione destinata a
controbilanciare i vincoli del mercato
unico nei paesi del sud dell'Europa e nelle
altre regioni meno prospere.
1989-1993
Il Consiglio europeo di Bruxelles
(febbraio 1988) modifica il meccanismo dei
Fondi di solidarietà, ormai denominati Fondi
strutturali, dotandoli di un bilancio di 68
miliardi di ECU (in base ai prezzi del 1997).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe


1992
Nel trattato che istituisce l'Unione europea,
entrato in vigore nel 1993, la coesione è
proclamata uno degli obiettivi fondamentali
dell'UE, accanto all'unione economica e
monetaria e al mercato unico, ed è prevista
anche la creazione del Fondo di coesione a
sostegno dei progetti per l'ambiente e i
trasporti negli Stati membri più poveri
1994-1999
Il Consiglio europeo di Edimburgo
(dicembre 1993) decide di destinare alla
politica di coesione circa 177 miliardi di
ECU (ai prezzi del 1999), ossia un terzo del
bilancio comunitario. I Fondi strutturali sono
integrati
da
un
nuovo
Strumento finanziario di orientamento della
pesca (SFOP).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Le grandi tappe


1997
Il trattato di Amsterdam conferma l'importanza della
coesione e inserisce inoltre un paragrafo sull'occupazione
che mette in primo piano l'esigenza di un'azione comune
volta a incrementarla.
2000-2006
Il Consiglio europeo di Berlino (marzo 1999) riforma i
Fondi strutturali e modifica in parte il meccanismo di
funzionamento del Fondo di coesione, dotandolo di oltre
30 miliardi di euro l'anno, per un totale di 213 miliardi di
euro nell'arco di sette anni. Lo Strumento per le politiche
strutturali di preadesione (ISPA) e il Programma speciale
di adesione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
(SAPARD) completano il programma PHARE per lo
sviluppo economico e sociale dei paesi candidati
dell'Europa centrale e orientale.
I quattro principi guida della riforma dei
Fondi strutturali del 1988
u
u
u
u
Concentrazione
Programmazione
Partenariato
Addizionalità
Che cos’è la Politica Regionale ?
La Politica regionale europea è innanzitutto una
politica di solidarietà: essa vuole infatti
stimolare a livello comunitario gli interventi che
consentiranno ai territori in maggiore difficoltà
di superare più facilmente il proprio svantaggio.
Durante il periodo 2000-2006, un terzo
del
bilancio comunitario (213 miliardi di euro)
proveniente dal contributo degli Stati membri è
stato assegnato alla Politica regionale e
ripartito tra le regioni che ne avevano
maggiormente bisogno. Gli Stati
membri,
attraverso i propri aiuti regionali, e l'Unione
europea continueranno ad adoperarsi per
ridurre il divario tra i livelli di sviluppo,
partecipare alla riconversione delle zone
industriali in difficoltà, alla diversificazione
delle campagne o anche alla rivalorizzazione dei
quartieri in crisi.
Che cos’è la Politica Regionale ?
La Politica regionale è anche una politica
concreta, visibile agli occhi di tutti i cittadini
europei, che sono i primi a beneficiare degli
interventi.
Essa li aiuta infatti a trovare lavoro e ad
adeguarsi meglio ai mutamenti del mercato
dell'occupazione,
soprattutto
tramite
la
formazione.
Questa politica consente ai singoli cittadini di
vivere meglio nella propria
regione,
contribuendo finanziariamente agli sforzi delle
autorità
pubbliche che si dotano di nuove
infrastrutture e aiutano le imprese ad
essere più competitive.
Che cos’è la Politica Regionale ?

Autostrade, aeroporti, alcuni treni ad alta
velocità sono stati costruiti o ammodernati
grazie al co-finanziamento dei Fondi europei,
detti “Fondi strutturali”, e nel rispetto delle
misure europee a favore dell'ambiente.

Piccole e medie imprese (PMI) sorgono e
sussistono in zone remote.

La società dell'informazione penetra negli
spazi rurali e isolati. Nei quartieri periferici
riabilitati vengono istituiti servizi nel settore
dell'istruzione, della sanità e degli svaghi.
Introduciamo un importante dibattito
Competitività e Coesione
Per ora poniamo solo domande a cui
daremo risposta durante il corso…..
Trade off tra competitività e
coesione?

Questione “ideologica” o “reale”?
 Come si colloca Lisbona rispetto
alla coesione?

Gli orientamenti comunitari tra
competitività e coesione
 Una possibile integrazione

Rivista di Economia, Cultura e Ricerca Sociale
Argomenti, n. 17, 2006, Franco Angeli pp.5-27
Competitività e Coesione
CRESCITA E OCCUPAZIONE




Il Consiglio europeo ha quindi deciso di rilanciare la
strategia di Lisbona tramite una partnership per la
crescita e l'occupazione. L'obiettivo di tale partnership
resta comunque collegato allo sviluppo sostenibile. Per
raggiungerlo, l'Europa deve concentrarsi su un numero
più limitato di priorità. Infatti, la realizzazione di una
crescita maggiore e sostenibile e la creazione di un
numero maggiore di posti di lavoro e di migliore
qualità, possono fornirci gli strumenti necessari per
realizzare le nostre ambizioni sul piano economico,
sociale e ambientale.
Rendere l'Europa un luogo più allettante per gli
investitori e i lavoratori
La conoscenza e l'innovazione quali fattori di crescita
Creare un maggior numero di posti di lavoro e di
migliore qualità
PROCEDURA DI DECISIONE



A norma dell'articolo 161 del Trattato che
istituisce la Comunità, il Consiglio delibera
all'unanimità su proposta della Commissione,
previo parere conforme del Parlamento europeo
e previa consultazione del Comitato economico
e sociale e del Comitato delle regioni, sui punti
elencati di seguito che riguardano sia i Fondi
strutturali che il Fondo di coesione:
compiti, obiettivi prioritari e organizzazione dei
fondi;
norme generali applicabili ai fondi;
disposizioni necessarie per garantire l'efficacia
ed il coordinamento dei fondi tra loro e con gli
altri strumenti finanziari esistenti.
Il trattato di Nizza del dicembre 2000 ha
modificato la procedura di decisione. Il Consiglio
delibererà a maggioranza qualificata per quanto
riguarda i Fondi strutturali e il Fondo di coesione
(articolo 161) a partire dal gennaio 2007. Il
principio dell'unanimità si è applicato al Consiglio
in occasione della votazione sulle prospettive
finanziarie
del
prossimo
periodo
di
programmazione (2007-2013).
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
I tre obiettivi prioritari
Periodo di programmazione 2000-2006
Il 94% dei Fondi strutturali è finalizzato a tre obiettivi
prioritari, per ottenere il massimo dei risultati.
Obiettivo 1 (territoriale) mira a promuovere lo
sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che
presentano ritardi nello sviluppo e il cui il PIL medio pro
capite è inferiore al 75% della media dell'Unione europea.
Questo nuovo obiettivo concerne anche le regioni
ultraperiferiche (dipartimenti francesi d'oltremare,
Azzorre, Madera e isole Canarie), nonché le zone dell'ex
obiettivo 6 istituito in seguito all'atto di adesione
dell'Austria, della Finlandia e della Svezia. Come in
precedenza, i 2/3 delle azioni dei Fondi strutturali
sono adottate in relazione all'obiettivo 1. Le misure
adottate nel quadro di questo obiettivo dovrebbero
interessare circa il 20% della popolazione totale
dell'Unione
Promuovere lo sviluppo delle regioni più arretrate,
dotandole di quelle infrastrutture di base di cui sono
ancora prive, e favorendo l'afflusso di investimenti per il
decollo delle attività economiche. Il 70 per cento degli
stanziamenti previsti è assorbito da una cinquantina di
regioni, in cui vive il 22% della popolazione dell'UE.
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Nomenclatura delle Unità Territoriali Statistiche
(NUTS)
Il Livello 2 ha 211 regioni:
Belgio: 11 province
Germania: 40 regioni
Grecia: 13 regioni
Spagna: 17 comunità autonome + (1) Ceuta y
Melilla
Francia: 22 regioni + 4 dipartimenti d’oltre mare
Irlanda: 2 regioni
Italia: 20 regioni
Olanda: 12 province
Austria: 1
Portogallo: 5 regioni autonome
Finlandia: 6
Svezia: 8
Regno Unito: 37 gruppi autorità unitarie
Danimarca: 1
Lussemburgo: 1
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Nomenclatura delle Unità Territoriali Statistiche
(NUTS)
Il livello 2 per i Paesi Candidati comprende 55
regioni:
Bulgaria: 6
Repubblica Ceca: 8
Ungheria: 7
Polonia: 16
Romania: 8
Slovacchia: 4
Cipro: 1
Estonia: 1
Latvia: 1
Lituania: 1
Malta: 1
Slovenia: 1
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
I tre obiettivi prioritari
Periodo di programmazione 2000-2006
Obiettivo 2 (territoriale) contribuisce a favorire la
riconversione economica e sociale delle zone con
difficoltà strutturali diverse da quelle
ammissibili al nuovo obiettivo 1, che raggruppa i
precedenti obiettivi 2 e 5b, ed altre zone con
problemi
di
diversificazione
economica;
in generale esso riguarda le zone in fase di
trasformazione
economica, le zone rurali in
declino, le zone in crisi che dipendono dalla
pesca e i quartieri urbani in difficoltà. Questo
obiettivo può interessare al massimo il 18%
della popolazione dell'Unione.
L'11,5% degli stanziamenti previsti è destinato a
questi territori, in cui vive il 18% della
popolazione dell'UE.
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
I tre obiettivi prioritari
Periodo di programmazione 2000-2006
Obiettivo 3 (settoriale)
Modernizzare i sistemi di formazione e
incrementare l'occupazione. Questo riguarda
l'intera Unione, ad eccezione delle regioni che
rientrano nell'Obiettivo 1 dove le misure
introdotte a tale scopo sono parte integrante dei
programmi tendenti a ridurre i divari di
sviluppo.
Il 12,3% del bilancio dei Fondi strutturali è
destinato al perseguimento di questo obiettivo.
Quali sono i Fondi strutturali
Quattro Fondi strutturali consentono oggi all'Unione
europea di concedere aiuti finanziari a programmi pluriennali
di sviluppo regionale negoziati fra le regioni, gli Stati membri
e la Commissione nonché ad iniziative ed azioni comunitarie
specifiche, specificamente:
il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), che
finanzia le infrastrutture, gli investimenti produttivi intesi a
creare posti lavoro, i progetti di sviluppo locale e gli aiuti alle
PMI;
il Fondo sociale europeo (FSE), che favorisce
l'adeguamento della popolazione attiva ai mutamenti del
mercato dell'occupazione nonché l'inserimento professionale
dei disoccupati e delle categorie sfavorite, soprattutto
finanziando le azioni di formazione ed i sistemi di incentivi
all'assunzione;
il Fondo europeo agricolo di orientamento e di garanzia
(FEAOG - sezione "orientamento"), che finanzia le azioni di
sviluppo rurale e di aiuto agli agricoltori, principalmente nelle
regioni che presentano un ritardo nello sviluppo ma anche nel
quadro della Politica agricola comune (PAC) nel resto
dell'Unione;
lo Strumento finanziario di orientamento della pesca
(SFOP), che finanzia la riforma strutturale del settore della
pesca.
Inoltre, un fondo speciale di solidarietà, il Fondo di
coesione, intende finanziare progetti ambientali e di
miglioramento delle reti di trasporto negli Stati membri
dell'Unione il cui PIL è inferiore al 90% della media
europea, ovvero Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo.
I PASSI PIÙ IMPORTANTI DELL’AVANZAMENTO
DELLE POLITICHE REGIONALI
Periodo di programmazione 2000-2006
Fondi
interessati
Obiettivo1
FESR
FSE
FEAOG-O
SFOP
Obiettivo2
FESR
FSE
Obiettivo 3
FSE
Da studiare:
-
-
-
-
-
Le politiche regionali dell’Unione europea
G. Viesti F. Prota Il Mulino Studi e Ricerche,
anno 2007 Da pag. 11 a pag. 49
Le istituzioni del federalismo
Regione e Governo locale
La nuova programmazione dei fondi strutturali
in Italia (2000-2006) N. 2 anno 2001 Maggioli
Editore Da pag. 325 a pag 359
Terza relazione sulla coesione economica e
sociale Commissione europea 2004 pag.
Sommario e conclusioni da vii a xlii
Quarta relazione intermedia sulla coesione
economica e sociale Commissione europea
SEC (2006)726
Rivista di Economia, Cultura e Ricerca Sociale
Argomenti, n. 17, 2006, Franco Angeli pp.5-27
Fly UP