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impresa flessibile
Temporanei o Permanenti? Perché è importante? Due motivi che rendono la distinzione tra temporanei e permanenti importante: 1. Legislazione per la protezione dell’impiego: terminare un rapporto di lavoro è costoso, terminare un contratto a termine costa zero. 2. Incertezza sul ciclo economico: in periodi di espansione le imprese necessitano lavoratori aggiuntivi e tendono a ridurre la mano d’opera in recessione Oggi studiamo la scelta ottimale della forza lavoro in presenza di Costi per terminare un rapporto di lavoro Condizioni economiche che possono essere buone o cattive Sommario Scelta ottimale dell’occupazione senza costi di licenziamento (impresa flessibile) Scelta ottimale dell’occupazione nell’impossibilità di licenziare (impresa rigida) Scelta ottimale dell’occupazione se è possibile combinare temporanei e permanenti (buffer stock) Evidenza empirica per l’Italia L’impresa flessibile Impresa flessibile Funzione di produzione Y = Ai log L Ai indica il ciclo economico ed influenza la produttività del lavoro: In espansione Ai = Ah In recessione Ai = Al Naturalmente Ah > Al Impresa flessibile La produttività marginale del lavoro quindi è: Y Ai YL L L Ai indica il ciclo economico ed influenza la produttività del lavoro: In espansione YL = Ah / L In espansione YL = Al / L Impresa flessibile Semplifichiamo: Il salario w è fisso (mercati del lavoro competitivi) Il prezzo di vendita dell’output è 1 Non esistono costi per licenziare (o assumere) i lavoratori La distinzione tra temporanei e permanenti è inutile! Impresa flessibile Come sceglie l’occupazione l’impresa flessibile? La condizione di ottimalità è sempre la stessa: YL = w In espansione: Ah h A w L L w h l l L w In recessione: A w Ll A Impresa flessibile: un esempio Fissiamo i seguenti parametri: w=1 Ah = 10 Al = 4 Quanto assume l’impresa flessibile in espansione e in recessione? Lh = Ah / w = 10 Ll = Al / w = 4 Impresa flessibile: un esempio L’impresa rigida Impresa rigida L’impresa rigida sa che non potrà licenziare in recessione… Non può massimizzare i profitti in ogni periodo La cosa migliore che può fare è massimizzare i profitti attesi Per questo è necessario sapere con che probabilità ci si troverà in recessione o espansione p = probabilità di trovarsi in espansione 1 –p = probabilità di trovarsi in recessione Impresa rigida L’impresa flessibile sceglie L massimizzando Fh A log L wL in espansione h A log L wL in recessione Fl l L’impresa rigida massimizza i profitti attesi: (1 p) A log L wL p A log L wL (1 p) A log L wL R h R pAh l l Impresa rigida La condizione di ottimalità in questo caso è: pA (1 p) A pA (1 p) A R w L L w h l h Nel nostro esempio numerico, se p = 0,5: LR = (0,5 x 10) + (0,5 x 4) = 7 l Confronto impresa flessibile vs. impresa rigida Impresa flessibile vs. impresa rigida Implicazioni di quanto visto fino ad ora: Implicazione 1: l’occupazione media nell’impresa flessibile e in quella rigida è la stessa. Ovvero, in paesi con EPL molto forte l’occupazione non è necessariamente inferiore all’occupazione in paesi con EPL molto debole Implicazione 2: la volatilità dell’occupazione è maggiore nell’impresa flessibile che in quella rigida. Implicazione 3: i profitti dell’impresa flessibile sono maggiori di dei profitti dell’impresa rigida. L’impresa rigida non sta massimizzando i profitti in nessuno periodo! 20 Implicazione 1 Poland 15 Slovak Republic 10 Spain Canada Greece Finland Germany France Italy Belgium Czech Republic United States Portugal 0 5 Australia Hungary Sweden Denmark Japan United Kingdom Ireland New Zealand Norway Switzerland Austria Korea Netherlands 0 1 2 EPL indicator (v2) 3 4 3 Implicazione 2 Korea 2 Canada United States Finland 1 New Zealand Norway Sweden AustraliaDenmark United Kingdom Mexico Turkey Poland 0 Germany Japan Belgium Spain Switzerland Czech Republic Greece France Italy Hungary Netherlands 0 1 2 EPL indicator (v2) 3 Portugal 4 Implicazione 3 Espansione Impresa flessibile Impresa rigida Produttività marginale 10 10 Occupazione 10 7 13.0 12.5 Produttività marginale 4 4 Occupazione 4 7 1.5 0.78 7.3 6.6 Profitti Recessione Profitti MEDIA Buffer-stock model Buffer-stock model Cosa accade se l’impresa può usare insieme contratti permanenti e temporanei? Manteniamo le ipotesi che Non è possibile licenziare i permanenti Il ciclo economico è incerto Buffer stock model La scelta ottimale consiste nell’assumere un numero di lavoratori permanenti pari all’occupazione ottimale in recessione e espandere la forza lavoro con temporanei in espansione: Buffer stock model Limitazioni: 1. Non sempre i contratti permanenti si possono rinnovare più volte (se si susseguono periodi di espansione) 2. Assumere lavoratori temporanei spesso richiede costi aggiuntivi (formazione, agenzie, salari, etc.) 3. Lavoratori temporanei spesso cercano occupazioni permanenti altrove e potrebbero andarsene autonomamente Le riforme del lavoro in Italia Contratti temporanei: le riforme al margine Numerosi interventi dalla metà degli anni 90: Treu 1997; Salvi 2000; Contratti a termine 2001. Sicuramente la flessibilità ha un ruolo importante nella creazione di posti di lavoro Contratti temporanei: evidenza empirica Nuovi occupati con contratti non-standard (in % di tutti i nuovi occupati) 60% 50.2% 50.4% 50% 49.4% 49.9% 2001-2002 2002-2003 46.9% 40.2% 41.3% 42.8% 43.9% 44.5% 1996-1997 1997-1998 40% 30% 20% 10% 0% 1993-1994 1994-1995 1995-1996 1998-1999 1999-2000 2000-2001 Contratti temporanei: evidenza empirica Transizioni verso la non occupazione per tipologia contrattuale (% occupati anno precedente) 25 20.5 20 17.2 16.2 15.3 14.9 15 14.8 14.0 12.5 12.1 12.5 10 5.6 5.6 4.7 5 5.0 4.4 4.3 3.6 3.6 3.8 3.8 0 1993-1994 1994-1995 1995-1996 1996-1997 Standard 1997-1998 1998-1999 Non-standard 1999-2000 2000-2001 2001-2002 2002-2003 Riforme dei contratti “tipici” Riforme dei contratti temporanei