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Diapositiva 1 - Piattaforma eLearning L`Orientale

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Diapositiva 1 - Piattaforma eLearning L`Orientale
Digital media contro mass media
Sociologia delle comunicazioni
19.4.2011
Società industriale
Società postindustriale
• dai media analogici ai media digitali (segnale
continuo, chimico etc, codice
binario,ricombinabile etc)
• Dai media di massa ai media personali
(divisione tra produttore e consumatore;
collasso delle due funzioni nella figura del
prosumer)
• Dalle reti centralizzate (broadcasting) alle reti
distribuite (commutazione di pacchetto)
Sherry Turkle (1995) Life on the Screen: Identity in the Age
of the Internet. New York: Simon and Schuster
(computer medium soggettivo)
David Jay Bolter and R. Gruisin (1999) Remediation:
Understanding New Media, Cambridge, Mass., The MIT
Press (il contenuto dei nuovi media sono i vecchi
media)
Lev Manovich (2001) The Language of New Media.
Cambridge, Mass. The MIT Press (la logica del
database)
Henry Jenkins (2006) Convergence Culture: Where Old
and New Media Collide. New York: New York University
Press. (convergenza culturale e tecnologica)
Sherry Turkle
(1984) The Second Self:
Computers and the Human
Spirit. New York: Simon and
Schuster
(1995) Life on the Screen:
Identity in the Age of the
Internet. New York: Simon
and Schuster
(2011) Alone Together. Why We
Expect More From Technology
and Less From Each Other.
New York: Basic Books
• “Videogames are a window onto a
new kind of intimacy with machines
that is characteristic of the nascent
computer culture. The special
relationship that players form with
videogames has elements that are
common to interactions with other
types of computers. The holding
power of videogames, their almost
hypnotic fascination is computer
holding power… At the heart of the
computer culture is the idea of
constructed ‘rule-governed ‘ worlds.
I use the videogame to begin a
discussion of the computer as a
culture of rules and simulation.”
(Turkle The Second Self cit in The
New Media Reader, p. 34)
“The Internet has become a significant social
laboratory for experimenting with the
constructions and reconstructions of the self
that characterize postmodern life. In its
cvirtual reality, we self-fashion and selfcreate. What kinds of personae do we make?
What relation do these have to what we
have traditionally thought as the ‘whole’
person? Are they experienced as expanded
self or separate from the self? Do our reallife selves learn lessons from our virtual
personae? Are these virtual personae
fragments of a coherent real-life personality?
How do they communicate with one
another? Why are we doing this? Is this a
shallow game, a giant waste of time? Is it an
expression of identity crisis of the sort we
traditionally associate with adolescence? Or
are we watching the slow emergence of a
new, more multiple style of thinking about
the mind?” (Turkle Life on the Screen, p. 180)
David Jay Bolter
(1991) Writing Space: The
Computer, Hypertext and the
History of Writing. Mahwah
(NJ) Lawrence Erlbaum
David Jay Bolter and R. Gruisin
(1999) Remediation:
Understanding New Media,
Cambridge, Mass., The MIT
Press
“Il ‘contenuto’ di un medium è
sempre un altro medium. Il
contenuto della scrittura è il
discorso così come la parola
scritta è il contenuto della
stampa e la stampa quello
del telegrafo.” (McLuhan cit
p. 255)
“i due autori rivedono, attualizzano
e applicano questa intuizione alla
luce dello scenario mediale
contemporaneo, caratterizzato
dalle tecnologie digitali di rete.
Questo incarico è importante e
pregnante, merita quindi
un’attenta considerazione la
risposta che il testo offre alla
domanda: qual è il ‘contenuto’
dei media digitali?”
(http://www.recensionifilosofich
e.it/crono/200404,05/bolter.html)
“La mediazione-rimediazione
dei media è caratteristica
costante di tutta
quell’avventura di cui si è
detto, ma essa raggiunge un
livello del tutto peculiare con i
media digitali. Questi legano
in un network indissolubile
tutta la tastiera mediale
disponibile (dalla stampa alla
televisione) e tutte le
dinamiche sociali ed
economiche riscontrabili.”
(ibidem)
“Immediatezza significa possibilità di avere
un’esperienza mediata (cioè con i media,
attraverso i media) che è trasparente dal
punto di vista percettivo: nasconde la
presenza dell’interfaccia in quanto tale. Se la
logica dell’immediatezza porta a cancellare o
a rendere automatico l’atto di
rappresentazione, la logica
dell’ipermediazione riconosce atti di
rappresentazione multipli e li rende visibili.
Dove l’immediatezza suggerisce uno spazio
visuale unificato, l’ipermediazione ne offre
uno eterogeneo, all’interno del quale la
rappresentazione è considerata non come
una finestra sul mondo, ma come entità
costituita da finestre: finestre che si aprono
su altre rappresentazioni e altri media.”
(Bolter e Grusin cit in Ricciardi p. 256)
Lev Manovich
(2001) The
Language of New
Media. Cambridge,
Mass. The MIT
Press
“Its overall method could be called
‘digital materialism’. Rather than
imposing some a priori theory from
above, I build a theory of new media
from the ground up. I scrutinize the
principles of computer hardware and
software and the operations involved
in creating cultural objects on a
computer to uncover a new cultural
logic at work.” (Manovich The
language of new media, p. 10)
“La logica del database ci presenta il
mondo come ‘una raccolta non
strutturata di dati’: è un semplice
insieme di voci, un catalogo, una
collezione di materiali su cui
sono possibili diverse azioni…
Nell’era dei network e
dell’informazionalismo, il mondo
appare sempre più un insieme
sconfinato e non ordinato di dati,
che resistono ad un ordine
narrativo stabile…
La rete – il web – è un esempio di
gigantesco archivio.” (Ricciardi
pp. 260-261)
Henry Jenkins (2006)
Convergence Culture:
Where Old and New
Media Collide. New York:
New York University
Press.
“Per convergenza intendo il flusso dei contenuti su più
piattaforme, la cooperazione tra più settori dell’industria
dei media e il migrare del pubblico alla ricerca continua di
nuove esperienze di intrattenimento… In questa sede
voglio contestare l’idea secondo la quale la convergenza
sarebbe essenzialmente un processo tecnologico che
unisce varie funzioni all’interno degli stessi dispositivi.
Piuttosto, essa rappresenta un cambiamento culturale, dal
momento che i consumatori sono stimolati a cercare
nuove informazioni e ad attivare connessioni tra contenuti
mediatici differenti.
La convergenza è sia un processo discendente, dall’alto verso
il basso, guidato dalle corporation, che una dinamica
ascendente, dal basso verso l’alto, guidata dai
consumatori.” (Jenkins cit. in Ricciardi, p. 263)
• Concetti principali della lezione di oggi (dai
mass media ai digital media)
• il computer come medium soggettivo (Turkle);
• la logica dei nuovi media come logica di rimediazione (Bolter e Grusin) e logica del
database (Manovich);
• la cultura dei nuovi media come cultura
convergente (Jenkins).
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