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Il Decreto Legislativo n. 81/2008
e la Vigilanza
Il sistema istituzionale
Il sistema della sicurezza
 Politiche di sicurezza
Valutazione del rischio:
 Sicurezza “partecipata”
 principio di effettività
 Vigilanza
 “universalità” soggettiva
ed oggettiva
Il sistema istituzionale
 Politiche di sicurezza
 Sicurezza “partecipata”
 Vigilanza
 Politiche di sicurezza
 Sicurezza “partecipata”

Vigilanza
 Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle
politiche attive e per il coordinamento nazionale
delle attività di vigilanza in materia di salute e
sicurezza sul lavoro (art. 5 TUSIC);
Commissione consultiva permanente per la
salute e sicurezza sul lavoro (art. 6 TUSIC);
Comitati regionali di coordinamento (art. 7 TUSIC).
Sistema istituzionale:
Coordinamento debole ….
Politiche di sicurezza
Sicurezza “partecipata”
 Vigilanza
 conferma del sistema
obbligatoria” (art. 301 TUSIC);
della
“prescrizione
Conferma del sistema dell’attuale sistema degli
organi di vigilanza (art. 13 TUSIC);
 potere di sospensione dell’attività
imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Sistema istituzionale:
potere di Controllo forte ….
Conferma del sistema dell’attuale sistema degli
organi di vigilanza (art. 13 TUSIC);
Articolo 13 - Vigilanza
1. La vigilanza sull'applicazione della legislazione in materia di salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro è svolta dalla azienda sanitaria locale
competente per territorio e, per quanto di specifica competenza, dal Corpo
nazionale dei vigili del fuoco, nonché per il settore minerario (…).
2. Ferme restando le competenze in materia di vigilanza attribuite dalla
legislazione vigente al personale ispettivo del Ministero del lavoro e della
previdenza sociale, lo stesso personale può esercitare l'attività di vigilanza
sull'applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi
di lavoro nelle seguenti attività, informandone preventivamente il servizio di
prevenzione e sicurezza dell'Azienda sanitaria locale competente per territorio:
a) attività nel settore delle costruzioni edili o di genio civile e più in
particolare lavori di costruzione, manutenzione, riparazione, demolizione,
conservazione e risanamento di opere fisse, permanenti o temporanee, in
muratura e in cemento armato, opere stradali, ferroviarie, idrauliche, scavi,
montaggio e smontaggio di elementi prefabbricati; lavori in sotterraneo e
gallerie, anche comportanti l'impiego di esplosivi;
b) lavori mediante cassoni in aria compressa e lavori subacquei;
c) ulteriori attività lavorative comportanti rischi particolarmente elevati,
individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, (…)
potere di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Articolo 14 - Disposizioni per il contrasto del lavoro irregolare e per
la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori
1. Al fine di garantire la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori, nonché di contrastare
il fenomeno del lavoro sommerso e irregolare, ferme restando le attribuzioni del coordinatore
per l'esecuzione dei lavori di cui all'articolo 92, comma 1, lettera e), gli organi di vigilanza del
Ministero del lavoro e della previdenza sociale, anche su segnalazione delle amministrazioni
pubbliche secondo le rispettive competenze, possono adottare provvedimenti di sospensione di
un'attività imprenditoriale qualora riscontrino l'impiego di personale non risultante dalle
scritture o da altra documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20 per cento
del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro, [ovvero in caso di reiterate violazioni della
disciplina in materia di superamento dei tempi di lavoro, di riposo giornaliero e settimanale, di cui
agli articoli 4 , 7 e 9 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, e successive modificazioni,
considerando le specifiche gravità di esposizione al rischio di infortunio,] nonché in caso di gravi
e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro individuate
con decreto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, adottato sentita la Conferenza
permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. In
attesa della adozione del citato decreto, le violazioni in materia di tutela della salute e della
sicurezza sul lavoro che costituiscono il presupposto per l'adozione del provvedimento di
sospensione dell'attività imprenditoriale sono quelle individuate nell'allegato I. L'adozione del
provvedimento di sospensione è comunicata all'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici
di lavori, servizi e forniture di cui all'articolo 6 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 ed al
Ministero delle infrastrutture, per gli aspetti di rispettiva competenza, al fine dell'emanazione di un
provvedimento interdittivo alla contrattazione con le pubbliche amministrazioni ed alla
partecipazione a gare pubbliche di durata pari alla citata sospensione nonché per un eventuale
ulteriore periodo di tempo non inferiore al doppio della durata della sospensione e comunque non
superiore a due anni. Le disposizioni del presente comma si applicano anche con riferimento ai
lavori nell'ambito dei cantieri edili. Ai provvedimenti del presente articolo non si applicano le
disposizioni di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 241. (1)
potere di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Articolo 14 - Disposizioni per il contrasto del lavoro irregolare e per
la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori … Continua …
2. I poteri e gli obblighi di cui al comma 1 spettano anche agli organi di vigilanza delle
aziende sanitarie locali, con riferimento all'accertamento della reiterazione delle violazioni
della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro di cui al
comma 1. In materia di prevenzione incendi trovano applicazione le disposizioni di cui
agli articoli 16, 19 e 20 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139.
3. Il provvedimento di sospensione può essere revocato da parte dell'organo di vigilanza
che lo ha adottato.
4. E' condizione per la revoca del provvedimento da parte dell'organo di vigilanza del
Ministero del lavoro e della previdenza sociale di cui al comma 1:
a) la regolarizzazione dei lavoratori non risultanti dalle scritture o da altra
documentazione obbligatoria;
b) l'accertamento del ripristino delle regolari condizioni di lavoro nelle ipotesi [di
reiterate violazioni della disciplina in materia di superamento dei tempi di lavoro, riposo
giornaliero e settimanale, di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, e successive
modificazioni, o] di gravi e reiterate violazioni della disciplina in materia di tutela della
salute e della sicurezza sul lavoro; (1)
c) il pagamento di una somma aggiuntiva unica pari a Euro 2500 rispetto a quelle di
cui al comma 6.
5. E' condizione per la revoca del provvedimento da parte dell'organo di vigilanza delle
aziende sanitarie locali di cui al comma 2:
a) l'accertamento del ripristino delle regolari condizioni di lavoro nelle ipotesi di gravi e
reiterate violazioni delle disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul
lavoro;
b) il pagamento di una somma aggiuntiva unica pari a Euro 2500 rispetto a quelle di cui al
comma 6.
potere di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Articolo 14 - Disposizioni per il contrasto del lavoro irregolare e per
la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori … Continua …
6. E' comunque fatta salva l'applicazione delle sanzioni penali, civili e amministrative
vigenti.
7. L'importo delle somme aggiuntive di cui al comma 4, lettera c), integra la dotazione del
Fondo per l'occupazione di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto-legge 20 maggio 1993, n.
148, convertito, con modificazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, ed é destinato al
finanziamento degli interventi di contrasto al lavoro sommerso ed irregolare individuati con
decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale di cui all'articolo 1, comma 1156,
lettera g), della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
8. L'importo delle somme aggiuntive di cui al comma 5, lettera b), integra l'apposito capitolo
regionale per finanziare l'attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.
9. Avverso i provvedimenti di sospensione di cui ai commi 1 e 2 è ammesso ricorso, entro
30 giorni, rispettivamente, alla Direzione regionale del lavoro territorialmente competente
e al presidente della Giunta regionale, i quali si pronunciano nel termine di 15 giorni dalla
notifica del ricorso. Decorso inutilmente tale ultimo termine il provvedimento di
sospensione perde efficacia.
10. Il datore di lavoro che non ottempera al provvedimento di sospensione di cui al presente
articolo è punito con l'arresto fino a sei mesi.
11. Nelle ipotesi delle violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro di cui al comma
1, le disposizioni del presente articolo si applicano nel rispetto delle competenze in tema
di vigilanza in materia.
----(1) Le parole tra parentesi quadre, contenute nel presente comma, sono state soppresse dall'
art. 41, D.L. 25.06.2008, n. 112 (G.U. 25.06.2008, n. 147, S.O. n. 152), con decorrenza dal
25.06.2008.
potere di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Direttiva del Ministro del 18 settembre 2008;
Circolare 30/2008: chiarimenti su “micro-impresa e
sulla decorrenza del provvedimento di sospensione.
potere di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Direttiva del Ministro 18 settembre 2008
“Quanto alla sospensione della attività d’impresa, peraltro, sembra opportuno un richiamo
sulla opportunità di adottare tale grave provvedimento, penalmente sanzionato in caso
di inottemperanza con la pena dell’arresto fino a sei mesi, in maniera tale da non creare
intollerabili discriminazioni, ma anche in modo da non punire esasperatamente le
microimprese.
In questa prospettiva la discrezionalità dell’ispettore nella adozione del provvedimento
dovrà limitarsi esclusivamente alla verifica della sussistenza dei requisiti di legge e delle
condizioni di effettivo rischio e pericolo in una ottica di tutela e prevenzione della salute e
sicurezza dei lavoratori. Si ritiene, dunque, che la sospensione possa essere adottata
normalmente con decorrenza dalle ore 12 del giorno successivo all’accesso ispettivo
ovvero, nell’edilizia e in agricoltura, dalla cessazione della attività in corso che non
può essere utilmente interrotta, salvo che non vi sia pericolo imminente o grave rischio
per la salute dei lavoratori o di terzi, nel qual caso l’ordine di sospensione dovrà essere
impartito con decorrenza immediata. D’altro canto, per quanto concerne la percentuale di
lavoratori “in nero”, si ritiene che nella micro-impresa trovata con un solo dipendente
irregolarmente occupato non siano di regola sussistenti i requisiti essenziali di tutela di
cui al decreto legislativo n. 81 del 2008 idonei a sfociare in un provvedimento di
sospensione.
Art. 41 Cost – Art. 32 Cost ….
“il legislatore ben può imporre limitazioni all’iniziativa economica privata in
vista della tutela della salute, della sicurezza e della dignità umana dello
stesso soggetto esercente l’attività” Corte Cost. n. 21/1964
“In tema di misure antinfortunistiche, l’art. 2087 c.c., laddove impone
all’imprenditore l’adozione di tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità
fisica e la personalità morale dei datori di lavoro, determina un obbligo di
comportamento che trova la sua fonte nella Costituzione,precisamente
nell’art. 32, comma1 (…). Cass. Pen., sez.IV, 8 marzo 1988
Ma attenzione …
C’è il principio di
“proporzionalità dell’azione amministrativa”
ad es. CdS, sez. V, 14.4.2006, n. 2087
di derivazione comunitaria, secondo cui l’azione della P.A. deve incidere in
maniera più contenuta possibile sulle libertà e sui diritti del destinatario della
sua azione.
Gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute
e della sicurezza sul lavoro:
 “Gravi”: v. “allegato 1” TUSIC;
 “Reiterate”: già verificate e sanzionate. (“recidiva aggravata”,
v. Lett. Circ. MLPS 22.8.2007.
…. NO art. 99 c.p. “recidiva reiterata???
… ed il sequestro preventivo (art. 321 c.p.p.) ?
Coesistenza ….???...
… ma … informazione al PM!!
“Gravi”: v. “allegato 1” TUSIC;
Allegato 1 - Gravi violazioni ai fini dell'adozione del provvedimento di
sospensione dell'attività imprenditoriale
Violazioni che espongono a rischi di carattere generale
- Mancata elaborazione del documento di valutazione dei rischi;
- Mancata elaborazione del Piano di emergenza ed evacuazione;
- Mancata formazione ed addestramento;
- Mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del
relativo responsabile;
- Mancata elaborazione del piano di sicurezza e coordinamento (PSC);
- Mancata elaborazione piano operativo di sicurezza (POS);
- Mancata nomina del coordinatore per la progettazione;
- Mancata nomina del coordinatore per l'esecuzione.
Violazioni che espongono al rischio di caduta dall'alto
- Mancato utilizzo della cintura di sicurezza;
- Mancanza di protezioni verso il vuoto.
Violazioni che espongono al rischio di seppellimento
- Mancata applicazione delle armature di sostegno, fatte salve le prescrizioni
desumibili dalla relazione tecnica di consistenza del terreno.
Violazioni che espongono al rischio di elettrocuzione
- Lavori in prossimità di linee elettriche;
- Presenza di conduttori nudi in tensione;
- Mancanza protezione contro i contatti diretti ed indiretti (impianto di terra,
interruttore magnetotermico, interruttore differenziale).
Violazioni che espongono al rischio d'amianto
- Mancata notifica all'organo di vigilanza prima dell'inizio dei lavori che possono
comportare il rischio di esposizione ad amianto.
potere di sospensione dell’attività imprenditoriale (art. 14 TUSIC).
Sequestro preventivo 321 c.p.p. e sospensione dell’attività
imprenditoriale: una possibile coesistenza?
Cass, 20.3.1996, n. 1340 (massima)
Il pericolo concreto ed attuale, posto a base del sequestro preventivo
di un manufatto abusivo, di prosecuzione del reato edilizio e di
aggravamento delle sue conseguenze, nonché di commissione di
ulteriori violazioni della legge penale (art. 221 r.d. 27 luglio 1934 n.
1265), non viene meno per l'intervento dell'ordine di
sospensione
dei lavori impartito dalla p.a.; tale provvedimento,
infatti, non costituisce atto inidoneo a far cessare le esigenze cui è
finalizzata la cautela reale, in quanto è revocabile dalla stessa
amministrazione, è caratterizzato da efficacia provvisoria e
temporalmente determinata ed è, inoltre, suscettibile di
sospensiva nella competente sede giurisdizionale.
Cass. 20.3.1996, n. 1340 (sentenza)
“Peraltro, senza necessità di richiamare la possibile commissione di altri
reati quali la violazione dell'ordinanza di sospensione dei lavori durante il
suo periodo di efficacia, il pericolo concreto ed attuale di
prosecuzione del reato e di aggravamento delle sue conseguenze
permane immutato per le diversità strutturali dei due
provvedimenti (sequestro ed ordinanza di sospensione dei lavori)
già richiamate, che comportano il possibile venir meno
dell'efficacia e-o dell'operatività per una serie di atti (revoca da
parte del Sindaco o sospensiva del T.a.r.) o di inerzie (del Sindaco e del
Presidente della Giunta regionale), provenienti da autorità differenti e
basate su presupposti e requisiti distinti da quelli su cui si fonda la misura
cautelare reale (sussistenza di un reato)”.
“Pertanto, l'assunto della pretesa insussistenza dei presupposti e
dei requisiti del sequestro preventivo per essere intervenuto un
provvedimento della P.A. di sospensione dei lavori è del tutto
infondato, poiché si tratta di provvedimento revocabile e di competenza
dell'autorità amministrativa non idoneo ad eliminare il pericolo di
aggravamento del reato commesso in seguito alla libera disponibilità del
bene, la cui attualità giustifica la permanenza del vincolo, mentre non
assumono rilievo l'incensuratezza dell'imputato e la consistenza
dell'opera,
indipendentemente
da
ulteriori
manifeste
illogicità
(inapplicabilità dell'art. 273 c.p.p., esattamente asserita, ed esame dei
precedenti dell'indagato e della mole dell'opera realizzata)”.
Il sistema della sicurezza
Valutazione del rischio:
 principio di effettività
 “universalità” soggettiva
ed oggettiva
Valutazione del rischio:
 principio di effettività
 “universalità” soggettiva
ed oggettiva
Art. 2- definizioni
“lavoratore”: “persona che, indipendentemente
dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività
lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un
datore di lavoro pubblico o privato, con o senza
retribuzione, anche al solo fine di appredere un
mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli
addetti ai servizi domestici e familiari”
Valutazione del rischio:
 principio di effettività
 “universalità” soggettiva
ed oggettiva
“Non bisogna confondere la valutazione del rischio dallo
specifico documento che lo formalizza” – Cass. Pen., 3 agosto
2005, n. 29229
“per non avere prescritto che il datore di
lavoro debba valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza
esistenti sul luogo di lavoro”
Condanna dell’Italia
- CGCE, 15 novembre 201, causa C-49/01
Artt. 3 e 28 TUSIC
“Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e
a tutte le tipologie di rischio”
“La valutazione (…) deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei
lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi
particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-collegato, secondo i
contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in
stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n.
151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri
Paesi”.
Valutazione del rischio:
 principio di effettività
 “universalità” soggettiva
ed oggettiva
 Piccole imprese: periodo transitorio ed autocertificazione
(art. 29 TUSIC);
 Lavoratori atipici: quali misure ?
 Appalto: “etero-organizzazione” … DUVRI (art. 26 TUSIC).
principio di effettività
Art. 29 – Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi
1. Il datore di lavoro effettua la valutazione ed elabora il documento di cui all'articolo 17,
comma 1, lettera a), in collaborazione con il responsabile del servizio di prevenzione e
protezione e il medico competente, nei casi di cui all'articolo 41.
2. Le attività di cui al comma 1 sono realizzate previa consultazione del rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza.
3. (omissis)
4. (omissis)
5. I datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la valutazione dei
rischi di cui al presente articolo sulla base delle procedure standardizzate di cui
all'articolo 6, comma 8, lettera f). Fino alla scadenza del diciottesimo mese successivo
alla data di entrata in vigore del decreto interministeriale di cui all'articolo 6, comma 8,
lettera f) (31 dicembre 2010), e, comunque, non oltre il 30 giugno 2012, gli stessi
datori di lavoro possono autocertificare l'effettuazione della valutazione dei rischi. Quanto
previsto nel precedente periodo non si applica alle attività di cui all'articolo 31, comma 6,
lettere a), b), c), d) nonché g).
6. I datori di lavoro che occupano fino a 50 lavoratori possono effettuare la valutazione
dei rischi sulla base delle procedure standardizzate di cui all'articolo 6, comma 8, lettera
f). Nelle more dell'elaborazione di tali procedure trovano applicazione le disposizioni di
cui ai commi 1, 2, 3, e 4.
7. Le disposizioni di cui al comma 6 non si applicano alle attività svolte nelle seguenti
aziende:
a) aziende di cui all'articolo 31, comma 6, lettere a), b), c), d), f) e g);
b) aziende in cui si svolgono attività che espongono i lavoratori a rischi chimici, biologici,
da atmosfere esplosive, cancerogeni mutageni, connessi all'esposizione ad amianto;
c) aziende che rientrano nel campo di applicazione del titolo IV del presente decreto.
Autocertificazione per la maggior parte
delle imprese italiane
principio di effettività
Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di
somministrazione
 DUVRI (allegato al contratto);
 Indicazione dei costi della sicurezza (inseriti
a pena nullità);
 Danno differenziale.
“Determinazione dell’Autorità di vigilanza sui
contratti pubblici”
5.3.2008
Rischi interferenziali (a titolo esemplificativo):
“Rischi in entrata”
Rischi immessi nel luogo di lavoro del committente dalle lavorazioni
dell’appaltatore;
“Rischi in uscita”
Rischi specifici presenti nella normale attività del committente, non
presenti
normalmente nell’attività dell’appaltatore.
“Rischi da contiguità fisica e di spazio”
Rischi derivati da sovrapposizioni di più attività svolte da diversi
appaltatori;
Rischi derivanti da modalità di esecuzione particolari richieste
esplicitamente dal committente (a differenza della ordinaria
operatività dell’appaltatore)
“Determinazione dell’Autorità di vigilanza sui
contratti pubblici”
5.3.2008
Sono esclusi dal DUVRI:
Le mere forniture senza posa in opera, installazione
e montaggio, salvo i casi in cui siano necessarie
procedure che interferiscono con la fornitura.
I servizi per cui non c’è esecuzione in luoghi nella
giuridica disponibilità
del datore di lavoro committente.
I servizi di natura intellettuale, per esempio
progettazione, direzione
lavori, collaudi ecc., anche effettuati presso la
stazione appaltante (es.
progettazione, installazione e collaudo software).
“Determinazione dell’Autorità di vigilanza sui
contratti pubblici”
5.3.2008
Esempi di costi della sicurezza interferenziali
previsti dal DUVRI
(in analogia con appalti di lavori DPR 222/2003)
- Apprestamenti previsti dal DUVRI (ponteggi, trabattelli ecc.);
- Misure preventive e protettive e DPI previsti dal DUVRI per
lavorazioni interferenti;
- Impianti di terra e di protezione contro le scariche atmosferiche,
degli impianti
antincendio, impianti di evacuazione fumi previsti dal DUVRI;
- Mezzi di protezione collettiva previsti dal DUVRI (es. segnaletica di
sicurezza, avvisatori acustici, ecc.);
- Eventuali interventi richiesti dallo sfasamento spaziale o temporale
delle lavorazioni interferenti previsti dal DUVRI;
- Misure di coordinamento previste dal DUVRI relative all’uso comune di
apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di
protezione collettiva.
principio di effettività
Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione
1. Il datore di lavoro, in caso di affidamento dei lavori all'impresa appaltatrice o a lavoratori autonomi all'interno
della propria azienda, o di una singola unità produttiva della stessa, nonché nell'ambito dell'intero ciclo produttivo
dell'azienda medesima:
a) verifica, con le modalità previste dal decreto di cui all'articolo 6, comma 8, lettera g), l'idoneità tecnico
professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da affidare in appalto o
mediante contratto d'opera o di somministrazione. Fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui al periodo che
precede, la verifica è eseguita attraverso le seguenti modalità:
1) acquisizione del certificato di iscrizione alla camera di commercio, industria e artigianato;
2) acquisizione dell'autocertificazione dell'impresa appaltatrice o dei lavoratori autonomi del possesso dei requisiti
di idoneità tecnico professionale, ai sensi dell'articolo 47 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari
in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000,
n. 445;
b) fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti nell'ambiente in cui sono destinati
ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività.
2. Nell'ipotesi di cui al comma 1, i datori di lavoro, ivi compresi i
subappaltatori:
a) cooperano all'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi
sul lavoro incidenti sull'attività lavorativa oggetto dell'appalto;
b) coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono
esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare
rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte
nell'esecuzione dell'opera complessiva.
Cass. IV sez pen. 20.9.2002, n. 31459 (criteri
della cooperazione e del coordinamento)
principio di effettività
Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione
… continua …
3. Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il
coordinamento di cui al comma 2, elaborando un unico documento di
valutazione dei rischi (DUVRI)che indichi le misure adottate per eliminare o,
ove ciò non è possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze. Tale
documento è allegato al contratto di appalto o di opera. Ai contratti stipulati
anteriormente al 25 agosto 2007 ed ancora in corso alla data del 31 dicembre
2008, il documento di cui al precedente periodo deve essere allegato entro tale
ultima data. Le disposizioni del presente comma non si applicano ai rischi
specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori
autonomi.
4. Ferme restando le disposizioni di legge vigenti in materia di responsabilità
solidale per il mancato pagamento delle retribuzioni e dei contributi
previdenziali e assicurativi, l'imprenditore committente risponde in solido con
l'appaltatore, nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, per tutti i danni
per i quali il lavoratore, dipendente dall'appaltatore o dal subappaltatore, non
risulti indennizzato ad opera dell'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro (INAIL) o dell'Istituto di previdenza per il settore marittimo
(IPSEMA). Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni
conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o
subappaltatrici. (danno cd. differenziale)
principio di effettività
Articolo 26 - Obblighi connessi ai contratti d'appalto o d'opera o di somministrazione
… continua …
5. Nei singoli contratti di subappalto, di appalto e di somministrazione,
anche qualora in essere al momento della data di entrata in vigore del
presente decreto, di cui agli articoli 1559, ad esclusione dei contratti di
somministrazione di beni e servizi essenziali, 1655, 1656 e 1677 del codice
civile, devono essere specificamente indicati a pena di nullità ai sensi
dell'articolo 1418 del codice civile i costi relativi alla sicurezza del lavoro
con particolare riferimento a quelli propri connessi allo specifico
appalto. Con riferimento ai contratti di cui al precedente periodo stipulati
prima del 25 agosto 2007 i costi della sicurezza del lavoro devono essere
indicati entro il 31 dicembre 2008, qualora gli stessi contratti siano ancora in
corso a tale data. A tali dati possono accedere, su richiesta, il rappresentante
dei lavoratori per la sicurezza e gli organismi locali delle organizzazioni
sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello
nazionale.
6. (omissis)
7. (omisis)
8. Nell'ambito dello svolgimento di attività in regime di appalto o subappalto, il personale
occupato dall'impresa appaltatrice o subappaltatrice deve essere munito di apposita tessera
di riconoscimento corredata di fotografia, contenente le generalità del lavoratore e
l'indicazione del datore di lavoro.
Rapporto tra art. 26 (appalti) e appalti in edilizia
Art. 96, comma 2, TUSIC: redazione PSC, accettazione
PSC da appaltatori sostituisce DUVRI (art. 26, comma 3) e
obblighi di informazione rischi specifici (art. 26, comma 1,
lett. b);
Però … art. 97, comma 2: permangono per l’impresa
affidataria gli altri obblighi (art. 26, commi 1°, 2, 4, 5, 6, 7 e
8);
Se c’è un’unica impresa …..
- Non c’è il PSC;
- L’impresa redige il POS;
- Se il Committente è un datore di lavoro, si applica tutto
l’art. 26, compreso il DUVRI.
… quindi …
Quindi … in sintesi …
Presenza di più
imprese?
NO
Il committente
È datore di lav.?
SI
SI
Accettazione PSC
Redazione POS
Redazione POS
Assolti obblighi
Art. 26, commi 1b,
e3
Da assolvere
altri obblighi art. 26
(commi 1°, 2, 4, 5, 6,
7, 8)
Adempimento di
tutti gli obblighi
dell’art. 26 (anche
DUVRI)
NO
Redazione
POS
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