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LA PISTA SARA` BELLISSIMA - Ippodromo di San Rossore

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LA PISTA SARA` BELLISSIMA - Ippodromo di San Rossore
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA
ANNO 3 - NUMERO 5/6/7
www.sanrossore.it
ESTATE 2009
LA PISTA SARA' BELLISSIMA
I
DOPO ANNI DI ATTESA IL NUOVO TRACCIATO E' STATO PROVATO E TRAPIANTATO
l 12 maggio è stato
un giorno molto
importante
per
San Rossore e per il
suo ippodromo. Nel
primo
pomeriggio,
accompagnati da un bel
sole, tre cavalli hanno per
la prima volta galoppato
a pieno regime sulla
nuova pista. A dire il vero
il primo in assoluto ad
aver avuto questo onore
era stato, la settimana
precedente, Marco Bozza
(l’istruttore della scuola
ippica) ma Stefano Landi,
Endo Botti e Nino Murru
hanno dato luogo alla
simulazione di una corsa,
percorrendo per tre volte
il nuovo tracciato.
Dopo qualche passo
di trotto per prendere le
misure della pista, i tre
fantini (includiamo ancora una volta in questa categoria Endo Botti!) hanno affrontato per la prima
volta la curva al galoppo,
partendo qualche decina
di metri prima dell’inizio
della stessa. La seconda
volta hanno provato la
partenza dei 1.000 metri,
giungendo sulla piegata a
un galoppo più sostenuto.
Infine, i tre cavalli sono
partiti dalla zona dove si
trovano le gabbie per la
partenza delle corse sui
1.500 metri e hanno percorso anche tutto il nuovo
perché voglio aspettare di
poter gareggiare su questa pista!”.
Endo Botti la sella l’ha
ormai già messa da parte, intraprendendo a San
Rossore la nuova carriera
di allenatore. Il suo commento ha quindi una duplice valenza. “La pista è
molto bella e ritengo che
sarà anche selettiva. La
curva è leggermente in
salita poco prima di innestarsi sul tracciato esistente e questo renderà ancora più belle le corse a Pisa
e noi allenatori dovremo
dare gli ordini appropriati
ai fantini. L'esperienza ci
aiuterà a capire la pista e
come interpretare la corsa”.
rettilineo e la curva per
intero, rallentando non
appena entrati in retta
d’arrivo.
Diversi erano i motivi che hanno reso necessario questo galoppo
di prova. Il primo (non
tecnico) era la curiosità
di vedere finalmente i cavalli galoppare su quella
pista che ormai da troppi
anni stavamo aspettando.
Da un punto di vista pratico si volevano, invece,
avere dei pareri autorevoli sul lavoro svolto, sulla
pendenza della curva e
sull’innesto con la retta
d’arrivo, per poter eventualmente effettuare le
correzioni e gli aggiustamenti necessari prima di
passare alla fase successiva, quella del trapianto
per l'inerbimento della
pista.
I tre fantini, già dopo
il primo galoppo, avevano il sorriso stampato
sulle labbra e i due passaggi successivi hanno
confermato l’impressione
iniziale. “Questa è una si-
gnora pista – commenta
subito Stefano Landi – e
sarà anche molto tecnica perché non è così in
piano come sembra. Mi
piace anche perché, a differenza della pista attuale, andrà affrontata con
grande senso tattico e chi
sbaglierà i tempi giungerà al traguardo con il fiato
corto, credetemi. L’unica
cosa della quale non sono
per niente contento è che,
adesso, non posso più appendere la sella al chiodo
Nino Murru, è nato
e cresciuto ippicamente
a San Rossore considera
positiva anche la racchetta per la partenza delle
corse sui 1.000 metri.
“Questa era una distanza
che mancava a Pisa. Sulla
nuova pista le gabbie saranno poste quasi dritte in
direzione della curva che,
in questa maniera, per le
gare veloci sarà come una
mezza curva. Dovremo
fare attenzione, le prime
volte, a non stringere troppo verso l’interno perché
effettivamente non ce ne
sarà bisogno”. EQ
ADESSO E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO
U
na volta che è stato effettuato il collaudo con il galoppo sopra
A proposito di acqua, l’impianto d’irrigazione è di ultima generazione: senza
raccontato, si è proceduto all’inerbimento della pista che si è avvalso fili, radiocomandato, dotato di 100 irrigatori e suddiviso in 13 settori ordinari
di una tecnica particolare. Infatti, l’azienda agricola Maurizio Pacini, e 3 speciali in grado di distribuire 25 litri di acqua/secondo per ciascun settore.
su consulenza del professor Marco Volterrani del CERTES, ha messo a punto Il tracciato, progettato dall'architetto Mauro Ciampa, è già stato visionato daluna tecnica innovativa che è stata anche brevettata. Il tappeto erboso di base l’UNIRE grazie a uno dei suoi commissari, il dottor Mauro Camuffo, e anche
sarà composto da macroterme (Cynodon
molti degli allenatori di San Rosdactylon, una varietà selezionata di
sore, ma non solo, hangramigna) che sono state seminate in serra
no avuto l’opportunità
in piccoli contenitori alveolati. Sulla pista
di iniziare a studiare la
sono state trapiantate le piccole piante e
nuova pista che ha avuquesto consente un anticipo dei tempi di
to la competente supercirca 2 mesi. Per consentire alla pista di
visione anche del vice
essere verde anche nel periodo invernale
presidente dell’Alfea,
(quando la gramigna ingiallisce) alla
il dottor Cesare Brivio
fine dell’estate sarà traseminato un mix
Sforza. Una presentadi loietto e poa annua. La chiusura delle
zione ufficiale è stata
file avverrà nel giro di 6 – 8 settimane e,
fatta per i media locali
quindi, alla fine di luglio la pista dovrebbe
che hanno dato ampio
essere tutta verde. Quello che adesso serve
risalto al progredire dei lavori di
è concimazione, acqua e tanto sole, fattori
una pista che tutti attendono da
determinanti per la crescita dell’erba.
la nuova visuale delle piste: partendo da qui a destra si corrono i 1.500 metri, a sinistra si percorreranno i 1.800 metri molti anni.
ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - ESTATE 2009
La notizia del mese
l'intervista al presidente
STEFANO MELI TRACCIA IL BILANCIO DEL PRIMO SEMESTRE DI ATTIVITA'
L
PIU' CHIARO CHE SCURO
a riunione invernale
- primaverile si è
chiusa il 6 maggio,
passando attraverso 34
capitoli. Il contesto nella
quale si è consumata, non
è certo favorevole vista la
situazione complessiva
che l’ippica italiana
sta attraversando. Crisi
economica del settore
che, nonostante l’aiuto
ricevuto dal governo
deve ancora dare un
segno di vita, di ripresa.
Le scommesse a livello
nazionale sono in calo
vertiginoso (mentre il
settore dei giochi è in
forte crescita), il pubblico
diserta gli ippodromi
Stefano Meli premia Gaetano Benetti nella Sala delle Baleari, la mattina del premio Pisa
che stanno assumendo
sempre più la fisionomia
di cattedrali nel deserto. trovare un altro mestiere fin dei conti, cosa sono so una giornata rispetto
E spesso si tratta di o emigrare in Paesi dove poco più di dodici mesi all’anno passato, abbiacattedrali proprio brutte l’ippica è una cosa seria. rispetto agli otre 10 anni mo avuto un incremento
già trascorsi? Il progetto del numero dei partenti
e molto poco accoglienti
In
questo
panoradi rinnovamento potrà, pari all’11% con una medove vien poca voglia
ma desolante, pur con però, dirsi completato se dia partenti per corsa ottiqualche segno ‘meno’ da alla pista si affiancherà male di 10,5. Il pubblico
elencare, la realtà del- anche la nuova tribuna. da noi viene volentieri e
la quale si è circondato “Per questo la situazione lo dimostra il fatto che
l’ippodromo di San Ros- è ancora nebulosa – pro- le presenze complessive
sore con il suo centro segue Meli – il fondo in- sono quest’anno diminuid’allenamento, sembra vestimenti dell’UNIRE te di 3.000 unità e questo
essere (per fortuna) fuori è ancora bloccato (ma i calo lo possiamo certaluogo. Con il presidente soldi ci sarebbero, n.d.r.) mente imputare alla pesdell’Alfea Stefano Meli, e non sappiamo quali sa- sima giornata, dal punto
tracciamo il quadro della ranno le intenzioni del- di vista meteorologico,
nostra realtà a metà anno. l’ente. Per elaborare un del premio Pisa”.
“La nostra situazione è in piano economico - financontro tendenza rispetto ziario riguardo alla nuova
Arriviamo adesso al
all’andamento nazionale tribuna, che richiede un capitolo scommesse, nel
– ci conforta subito Meli investimento economico quale il nostro ippodro– e crediamo ancora nel
mo si è sempre ben comfuturo.
I
nostri
progetti
lo
portato e ciò è dimostrato
di entrare a ‘pregare’.
dimostrano
anche
se,
per
dal costante gradimento
Il tanto atteso piano
una
serie
di
vincoli,
siamo
degli scommettitori. “Andi ristrutturazione del
costretti
a
procedere
con
che per questa prima parministro Luca Zaia
una
lentezza
talvolta
esate dell’anno confermiadovrebbe ormai essere
sperante”.
Veniamo
subimo la nostra leadership a
pronto e siamo in attesa di
to
al
capitolo
legato
alla
livello nazionale e siamo
conoscere il nostro futuro
nuova
pista,
ovviamenin prima posizione nella
ricordando che abbiamo
te.
“Finalmente
siamo
media delle scommesancora a disposizione
riusciti
nell’intento
che
se per giornata, sia per
un paio di anni e poi,
perseguivamo
da
molti
quanto riguarda le scomse le cose non saranno
anni.
La
pista
è
adesso
messe raccolte sul campo
cambiate drasticamente,
una
realtà
e
tra
pochissisia per quelle provenienti
molti di noi dovranno
mo sarà una verde realtà.
dalla rete esterna. Fare i
Abbiamo effettuato il colconfronti con il 2008 non
laudo del tracciato da tutti notevole, dobbiamo sape- è semplice, visto che le
i punti di vista possibili, re quale sarà il contributo corse dell’ippica nazioil trapianto delle pianti- dell’UNIRE, in relazione nale sono diventate molto
ne d’erba è stato fatto a al quale muoveremo i no- numerose e rendono diftempo di record e adesso stri passi”.
ficile il paragone. In ogni
abbiamo solo bisogno di
caso i nostri numeri postempo. Presumibilmente
È ormai tempo di bi- sono essere così sintetizpotremo utilizzarla nel- lanci: come si è compor- zati: sul campo abbiamo
l’autunno 2010”. Ancora tato San Rossore? “Direi avuto un calo del 13%
un anno di attesa, dun- complessivamente bene mentre complessivamenque, prima di poter vede- quasi su tutti i fronti te abbiamo tenuto a livello
re i purosangue galoppare – conferma il presidente nazionale perdendo il 5%
sul nuovo tracciato ma, in dell’Alfea – abbiamo per- rispetto al 17% del totale
italiano. La nota positiva
viene dal movimento medio per corsa che è salito
dell'1%”. Scommesse in
chiaro scuro, quindi, ma
molti ippodromi vorrebbero cambiare la loro situazione con la nostra. Il
premio Pisa, al momento,
non sembra esser stato di
livello eccelso ma confidiamo in un buon autunno di Ad Honores, Desert
Cry e Adragon e, forse,
un punto di svolta potrà
essere lo spostamento
della classica pisana sulla
nuova pista. Vedremo.
cinofila, mezza maratona,
la festa del Parco, la Strapazzata e così via) che
permettono a migliaia
di persone di trascorrere tempo all’ippodromo
che, grazie alla Legge
2, è diventato anche un
luogo dove potersi recare
tutti i giorni per effettuare le scommesse ippiche
e sportive. Insomma è
un luogo di aggregazione in tutti i sensi nonché
volano per tutta una serie
di attività di ricerca ed
economiche che da qui
partono e si sviluppano,
come spiegato da Stefano
Nel prossimo autunno Meli. “Siamo in stretto
l’Alfea pubblicherà tutti rapporto di collaborai suoi numeri e dati nel zione e su più fronti con
rapporto di sostenibilità.
“Non si tratta di un semplice esercizio di buona
gestione – continua Meli
- ma è un atto indispensabile perché solo dall’analisi precisa del passato
che si può pianificare il
futuro. Ciò sarebbe indispensabile anche a livello
nazionale ma, purtroppo,
in Italia questi dati non
esistono o, se ci sono,
non sono resi pubblici e
in questo l’UNIRE dovrebbe giocare un ruolo
chiave, che invece….” l’Università di Pisa, con
La presentazione di que- la facoltà di Agraria dalla
sto volume avverrà prima quale è nato il CERTES,
dell’inizio della riunio- che è diventato il punto di
ne autunnale che partirà riferimento nazionale per
sabato 17 ottobre. Que- i tappeti erbosi a utilizzo
st’anno al volume sarà sportivo, e con quella di
allegato anche un DVD, Economia che segue il
sintesi filmata di quanto sistema di gestione e le
avvenuto in pista e delle certificazioni di qualità.
altre attività.
L’Azienda Agricola Pacini ha brevettato un siL’ippodromo di San stema per il trapianto, al
Rossore continua a esse- posto della semina, utilizre un punto di riferimen- zato per la nostra pista. Il
to per la città, aprendo i laboratorio nazionale di
suoi cancelli a iniziative irrigazione del CNR ci ha
di vario genere (mostra progettato e segue i nostri
sistemi irrigui e anche dal
punto di vista informatico
non è un caso che la HID,
società che lavora sui sistemi informatici applicati alla gestione del settore ippico, sia nata qui. E
mi piace sottolineare che
queste interazioni e questo indotto sono propri di
Pisa e di San Rossore ma
non solo, sono esclusive
perché in nessun altro
luogo questo avviene”. E
questi sono i dati di fatto
di una realtà unica, quella
di San Rossore. EQ
ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - ESTATE 2009
IPPICA E CULTURA
ANEDDOTI DeI TEMPI DI NEARCO
C
’era una volta
il galoppo delle
grandi famiglie,
delle giubbe storiche
davvero, dei fantini
vetusti di gloria, degli
artieri con le ghette, il
maglione alla ciclista
e il berretto alla Jean
Gabin. Un altro mondo,
insomma. E’ bello, allora,
ritrovare di tanto in tanto
un testimone di questa
archeologia ippica. E’ il
caso di Enzo Gabbrielli,
87 anni, pisano, fantino,
poi artiere, infine caporale
di scuderia. Una vita
con i cavalli. Un lavoro
vissuto, come allora si
usava, anche come grande
appassionato.
Per cogliere il profumo del suo racconto
bisogna ricordare la Barbaricina di quegli anni,
il paese immerso in un
mondo esclusivo dove
in ogni famiglia si parlava di cavalli perché c’era
sempre qualcuno che con
i cavalli lavorava: allenatore, fantino, artiere,
maniscalco, sellaio, sarto
di giubba. E poi c’erano
i parenti, tutti legati a filo
doppio a questa passione.
Enzo Gabbrielli era nipote di Palmiro Coli che era
stato caporale della scuderia Rook. A tredici anni
– perché allora si usava
così e la scuola non era un
obbligo – il ragazzo va a
lavorare nelle scuderie di
Federico Tesio, proprio
come aveva fatto Enrico
Camici una decina d’anni
prima. A 16 anni è allievo, poi fantino, impegnato su tutte le piste italiane,
da Torino a Napoli. Vince
la prima corsa nel ’38 a
San Siro in sella a Spolvero, un puledro. Quan-
ALCUNI (CURIOSI) DIETRO LE QUINTE NARRATI DA ENZO GABBRIELLI
un’immagine d’epoca: siamo a San Siro nel 1940 e Enzo Gabbrielli rientra dopo aver vinto in sella a Tito Conti per i colori della Dormello Olgiata
do scoppia la guerra ha
vinto una ventina di corse. Dopo la liberazione,
conclusa l’esperienza con
Tesio, andrà a lavorare da
Giovanni Petrucci, Tonino Pandolfi, Giulio Menicagli prima di passare a
collaborare con Federico
Regoli alla razza del Soldo: vi resterà vent’anni,
fino alla pensione.
Gli aneddoti, in un’età
nella quale i ricordi accompagnano ogni giornata, sono decine. I più
singolari sono legati all’esperienza vissuta con
l’uomo più straordinario
della storia del galoppo
italiano, il ‘mago’ Federico Tesio. Era colto,
geniale, bizzarro. “C’era
un cavallo – ricorda Enzo
Gabbrielli – che si chiamava Jacopo da Pontormo. Si era infortunato al
tendine. Doveva lavorare
senza peso per favorire
la guarigione. Che fare?
Tesio ebbe un’intuizione.
Chiamò Romolo Ossani, il grande guidatore di
trotto, e lo convinse ad
attaccare al
sulky il suo
purosangue.
Per un mese
Jacopo da
Pontormo
accelerò la
sua preparazione e quindi il suo rientro cercando
di trottare
attaccato al
calesse, praticamente
senza peso.
La lesione al
tendine guarì
e lui vinse il Gran Premio
d’Italia”. Ecco le intuizioni di Tesio. “Sì, era uomo
straordinario – conferma
Enzo Gabbrielli – sempre
pieno di idee. C’era in
scuderia un cavallo molto
importante, Torbido, che
aveva paura dei nastri.
Allora non c’erano ancora le gabbie e se un
cavallo non
stava dietro ai nastri
era un bel
guaio. Allora Tesio gli
fece mettere
tante strisce
di stoffa che
andavano da
un parte all’altra della
finestra del
suo box. Il
cavallo abituò l’occhio
a quelle strisce e una volta in partenza con i nastri
non fece più storie. E
vinse il Derby”. Aneddoti
di vita di scuderia, sconosciuti ai più, ma che sono
il sale del lavoro prima dei
riflettori dell’ippodromo.
“E quella volta in cui Tesio si accorse che Isabella
Descalzi andava zoppa?
Non riusciva a venirne a
capo. Allora le mise uno
stivaletto, lo tinse di minio e da quello scoprì il
punto esatto del difetto
sul posteriore che andava
a toccare l’anteriore. Poi
con la ferratura giusta risolse il problema”.
Grandi uomini di cavalli, ma grandi davvero.
Federico Regoli era uno
di questi. “Sono stato
vent’anni con lui – ricorda Gabbrielli – e posso
ben dirlo. Era un uomo
serio, rigoroso nel lavoro
e aveva una dote eccezionale: capiva il cavallo, la
sua indole, la sua forza.
Da un lavoro era in grado di dirti cosa il cavallo
avrebbe fatto la domenica
dopo in corsa, e sbagliava sempre di pochissimo.
Un giorno stava preparando Alberigo, della razza
del Soldo, per il premio
‘Pisa’. Il cavallo lavorò
sui Cotoni e a me sembrò
bene. Rientrati a scuderia
glielo dissi ma lui scosse
la testa e aggiunse: ‘Non
mi è piaciuto, sta covando
qualcosa’. Io ero sbalordito. Il venerdì lo ha regolarmente dato partente
nel ‘Pisa’ ma la domenica
mattina il cavallo aveva
la febbre a quaranta e non
ha potuto correre”.
E poi, i grandi cavalli. “Il più grande è stato
Nearco. Quattro giorni
prima del Gran Premio di
Milano, Tesio fece fare
un lavoro a Nearco sui
3.000 metri, partendo con
Attalo e Ursone, che lasciò per strada dopo mille
metri; poi fu affiancato
da Gabbro e Nicostrato
per altri mille metri e fece
l’ultimo chilometro in
lotta con Bistolfi, che era
un grande cavallo anche
lui. Nearco vinse il ‘Milano’ e dopo una settimana si presentò a Parigi sui
3000 metri del Gran Prix.
Vinse ancora, come sappiamo, e purtroppo venne
acquistato da un consorzio inglese di allevatori”.
Nearco, i fatti lo testimoniano, è stato il più grande stallone della storia del
galoppo mondiale e oggi
il sangue che scorre nelle vene del 75 per cento
di tutti i galoppatori nel
mondo passa attraverso il
suo nome che è diventato
mito.
 RC
COME ERAVAMO ... NEL 1969
Quarant’anni fa, un giorno feriale all’ippodromo di San Rossore. E’ una giornata come tante, si corre la quarta di sei corse, il premio Agri, metri 2200, per una
moneta di 700 mila lire. Davanti alle tribune passa in testa Chansonnier, montato da Clemente Papi (Papi, questo nome in questi giorni non ci è nuovo…), trainer Sergio Cumani. Chansonnier vincerà la corsa. Ma quel che ci colpisce oggi,
quarant’anni dopo, sono le tribune in un giovedì: piene zeppe di pubblico, con la
gente assiepata in tre file anche davanti allo steccato. E sta piovendo. Certo, il
mondo è cambiato da allora, ma l’immagine dà anche l’esatta misura della crisi
d’immagine e quindi di consensi che l’ippica sta da tempo vivendo, scivolando
lungo una china sempre più ripida. Questa volta il nostro “Come eravamo…”
ci addolora. Potremo mai tornare a San Rossore, come altrove, con il pubblico
di quel giovedì del 1969? Oppure ci terremo per sempre (o fintanto che durerà)
il gioco virtuale di oggi, i troppi collegamenti tv (dobbiamo indicare le piazze,
nome e cognome, una per una?) nei quali i cavallucci trottano o galoppano davanti ad un pubblico fantasma?
ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - ESTATE 2009
campalto in alto
UN CENTRO IPPICO DI LIVELLO NAZIONALE ALLE PORTE DEL PARCO
P
er chi ama il
cavallo e le attività
ludiche e sportive
a esso dedicate, a San
Rossore si trova a casa
sua. All’inizio del viale
delle Cascine, sulla
destra per chi viene dalla
via Aurelia, un cartello
indica la presenza di un
centro ippico: Campalto.
Percorsi circa 800 metri
di strada sterrata, si trova
un’altra
sorprendente
realtà che si è sviluppata
all’ombra della Torre e
che si avvale di 200 box
fissi, 80 dei quali riservati
agli ospiti residenziali
e 120 a coloro che
partecipano ai concorsi.
Quattro campi all’aperto,
uno dei quali in erba (solo
per le competizioni), due
maneggi coperti, uno
molto grande e l’altro
più piccolo utilizzato
per la scuola pony nella
brutta stagione. Il Centro
Ippico Campalto è questo
e molto altro ancora,
infatti la famiglia Sbrana
– Traversa che lo gestisce
da più di vent’anni alleva
il campo gara in erba del Centro Ippico Campalto, a San Rossore
anche cavalli da sella e il
centro è abilitato, inoltre,
per l’embrio-transfer e
come stazione di monta.
A Campalto c’è un
istruttore per tutti i livelli e si può partire dalla
scuola pony per i più piccoli, fino a giungere ai
cavalieri che disputano le
competizioni internazionali di equitazione. Già,
perché da un paio d’anni
Campalto è diventata la
base operativa di due cavalieri di rango come Na-
Chiaudani a Piazza di Siena con Etoile di Campalto, allevata a Campalto
La
bella
stagione
consiglia di muoversi
verso la costa per una
serata al ristorante con
il profumo del mare che
esalta i sapori. Lo storico
stabilimento
balneare
“Mary”, sul lungomare di
Tirrenia, ha inaugurato
per la stagione 2009 una
nuova gestione del proprio
ristorante. La cucina del
giovane chef Juri Massai,
con i sapienti consigli del
maestro di cucina Pierluigi
Pampana, spicca per i
suoi raffinati piatti di
Non è una trattoria,
non è un pub, non è
una focacceria, ma
è semplicemente
‘da
Banda’, la baracchina più
famosa di città e periferie
pisane. Addossata alla
basilica di San Piero, è
stata per decenni punto
di sosta per il viandante
a mezza strada fra Pisa
e il mare, occasione per
mangiare un piattino
di acciughe marinate
o di splendidi carciofi
sott’olio ma anche una
fetta di cocomero (questo
è stato per anni il menù
classico). Oggi ‘da
Banda’ è diventato punto
di ritrovo, occasione per
mare, dai ricchi antipasti
ai superbi secondi. Da
assaggiare, tra le tante
proposte,
suggeriamo
la sopraffina “catalana
reale” di aragoste servita
con l’insolito contorno di
frutta esotica, una vera
specialità.
Ristorante Bagno Mary
Viale del Tirreno , 22
56128 Tirrenia- Pisa
Tel. 050-37130
335-5414021
333-1559573
[email protected]
mangiare cose sfiziose
frescheggiando fino a
notte alta, cogliendo un
po’ del ponentino che,
rasentando le pietre
vetuste della basilica,
si incunea fra i tavolini
della baracchina. E’
un’esperienza (e un po’
anche un’avventura, per
i personaggi che spesso
la popolano) da non
perdere.
‘Da Banda’ - via di San
Piero, alla Bigattiera.
Aperto tutti i pomeriggi
e le sere da maggio a
ottobre. Fisso o cellulare,
qua il telefono è ancora
sconosciuto.
tale Chiaudani e Gabriele
Grassi che godono della
sponsorizzazione della
SNAI. Natale Chiaudani, 49 anni, a fine maggio nel prestigioso Gran
Premio Roma a Piazza di
Siena è terminato quarto
realizzando due percorsi netti con Seldana di
Campalto, una decenne
olandese acquistata dagli Sbrana quando aveva
tre anni ed era gravida.
Ha iniziato a gareggiare
a sei anni e adesso è una
delle cavalle di punta del
cavaliere piemontese che
con lei gareggerà anche
a Rotterdam, Dublino e
ai campionati europei di
Windsor, in Inghilterra.
Il trentunenne Gabriele
Grassi è a Campalto da
quattro anni e anche lui ha
partecipato ai concorsi di
Piazza di Siena. Chiaudani e Grassi sono due degli
istruttori che lavorano a
Campalto, affiancati da
Carlo Rotunno, Gualtiero
Bedini e Alice Sbrana. Il
centro ospita spesso concorsi ippici che quest’anno sono solo di livello
nazionale, e questo è veramente un bel traguardo
raggiunto ma che è solo
parziale perché l’obiettivo è di poter organizzare
una delle tappe di avvicinamento proprio a Piazza
di Siena, magari sotto la
bandiera CSIO, sarebbe il
massimo.
Nel centro non mancano certo le strutture
per accogliere i soci e gli
ospiti, compreso un punto di ristoro. L’attività per
l’estate 2009 sarà molto
intensa, come riportato
nel calendario, arricchito
anche da un altro appuntamento in settembre.
Per contattare il Centro Ippico Campalto,
questi sono i riferimenti:
- via del Tiro a Segno 20 - 56122 Pisa
- telefono e fax: + 39 050 530288
- e-mail: [email protected]
Prossimi eventi:
- 17/19 luglio: concorso nazionale tipo A*** +
Brevetti + Pony
- 25/26 luglio: concorso nazionale tipo B**
'Coppa Toscana'
-28/30 agosto: concorso nazionale tipo A*** +
Brevetti + Pony
A San Rossore è possibile effettuare scommesse ippiche
e sportive all’ippodromo. Dal 22 giugno al 30 agosto
l’orario sarà il seguente: sabato e domenica, dalle
13.30 alle 19.30, nei locali dello snack bar. L’ingresso è
quello sulla via della Sterpaia, dal quale si accede anche
al ristorante dell’ippodromo.
L’ippodromo resta aperto per coloro che vogliono passare un pomeriggio a San Rossore, con la possibilità di
scommettere ma non solo, visto che oltre allo snack bar, è
aperto anche il parco giochi per i bambini.
Estate, tempo di vacanze. Anche quest'anno 'Il
Paese dei Cavalli' si concede una breve pausa e
questo è un numero triplo grazie al quale ci ritroveremo all'inizio dell'autunno per intraprendere assieme il cammino che ci porterà verso
l'inizio della riunione autunnale.
Una rettifica: la foto di Pedra Pompas del numero scorso è di Davide Salerno.
Tutta la redazione vi augura di trascorrere delle
rilassanti ferie. A prestissimo!
IL SAN ROSSORE
TURF CLUB
La collina
è quella
di Epsom,
il punto
più alto
nel percorso del Derby,
ma stavolta il San Rossore Turf Club è davvero
arrivato “on top” in ogni senso. Epsom rappresenta
il massimo traguardo non solo per i cavalli ma anche
per gli appassionati, e noi c’eravamo e abbiamo visto
il trionfo di Sea the Stars, già vincitore delle 2000
Ghinee, fatto raro verificatosi l’ultima volta 20 anni
fa grazie a Nashwan.
Epsom è davvero un posto speciale, come pure lo è il
Derby Festival. Ben tre linee ferroviarie la uniscono a
Londra, una transita in città mentre le altre due, Epsom
Downs e Tattenham Corner, terminano nei pressi
dell’ippodromo. La strada che attraversa la pista
prima delle tribune è percorsa da file interminabili
di auto, bus e roulotte che entrano nell’immenso
paddock centrale fino all’inizio delle corse. Intanto
elicotteri decollano e atterrano al centro del campo
come in un vero aeroporto.
Tra i 100.000 di Epsom ci sono famiglie attrezzate per
il picnic, appassionati che si arrampicano sul piano
alto scoperto dei “double-deck-bus” da cui godono di
una migliore visuale.
Sea the Stars e Mick Kinane dopo la vittoria nel Derby di Epsom
Intanto la Queen’s Stand si popola di uomini con
frac e tuba; le donne indossano vestiti leggerissimi
inadeguati alla stagione, rigorosamente senza calze,
portano strani cappelli e tacchi altissimi, e sono
visibilmente infreddolite, ma non mollano, c’è il
Derby anzi, The Derby e la mise è decisa ormai da
mesi.
Alle 13 in punto arriva la Regina Elisabetta che non
vuole perdere la prima corsa e va subito al tondino
perché ha un cavallo partente: farà n.p.
Quando il Derby sta per partire nella conca di Epsom
scende il silenzio, in attesa di poter esplodere nel grande
boato al segnale di “partiti”: “And they’re off!!!” e
l’ippodromo esplode. Una tradizione, una delle tante
alle quali quest’ippica inglese è così orgogliosamente
attaccata. Nell’imminenza del via quando massima è
la concentrazione del pubblico, viene commemorato
Vincent O’Brien, scomparso pochi giorni prima. Si
tratta del trainer che un inverno di tanti anni fa portò
a svernare a San Rossore il grande Sir Ivor, anche lui
autore del doppio “Ghinee-Derby”, dando così lustro
immortale al nostro centro di allenamento.
Stefano Mazzanti
la delegazione del San Rossore Turf Club in tribuna a Epsom
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