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LA PISTA SARA` BELLISSIMA - Ippodromo di San Rossore
MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA IPPICA ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 www.sanrossore.it ESTATE 2009 LA PISTA SARA' BELLISSIMA I DOPO ANNI DI ATTESA IL NUOVO TRACCIATO E' STATO PROVATO E TRAPIANTATO l 12 maggio è stato un giorno molto importante per San Rossore e per il suo ippodromo. Nel primo pomeriggio, accompagnati da un bel sole, tre cavalli hanno per la prima volta galoppato a pieno regime sulla nuova pista. A dire il vero il primo in assoluto ad aver avuto questo onore era stato, la settimana precedente, Marco Bozza (l’istruttore della scuola ippica) ma Stefano Landi, Endo Botti e Nino Murru hanno dato luogo alla simulazione di una corsa, percorrendo per tre volte il nuovo tracciato. Dopo qualche passo di trotto per prendere le misure della pista, i tre fantini (includiamo ancora una volta in questa categoria Endo Botti!) hanno affrontato per la prima volta la curva al galoppo, partendo qualche decina di metri prima dell’inizio della stessa. La seconda volta hanno provato la partenza dei 1.000 metri, giungendo sulla piegata a un galoppo più sostenuto. Infine, i tre cavalli sono partiti dalla zona dove si trovano le gabbie per la partenza delle corse sui 1.500 metri e hanno percorso anche tutto il nuovo perché voglio aspettare di poter gareggiare su questa pista!”. Endo Botti la sella l’ha ormai già messa da parte, intraprendendo a San Rossore la nuova carriera di allenatore. Il suo commento ha quindi una duplice valenza. “La pista è molto bella e ritengo che sarà anche selettiva. La curva è leggermente in salita poco prima di innestarsi sul tracciato esistente e questo renderà ancora più belle le corse a Pisa e noi allenatori dovremo dare gli ordini appropriati ai fantini. L'esperienza ci aiuterà a capire la pista e come interpretare la corsa”. rettilineo e la curva per intero, rallentando non appena entrati in retta d’arrivo. Diversi erano i motivi che hanno reso necessario questo galoppo di prova. Il primo (non tecnico) era la curiosità di vedere finalmente i cavalli galoppare su quella pista che ormai da troppi anni stavamo aspettando. Da un punto di vista pratico si volevano, invece, avere dei pareri autorevoli sul lavoro svolto, sulla pendenza della curva e sull’innesto con la retta d’arrivo, per poter eventualmente effettuare le correzioni e gli aggiustamenti necessari prima di passare alla fase successiva, quella del trapianto per l'inerbimento della pista. I tre fantini, già dopo il primo galoppo, avevano il sorriso stampato sulle labbra e i due passaggi successivi hanno confermato l’impressione iniziale. “Questa è una si- gnora pista – commenta subito Stefano Landi – e sarà anche molto tecnica perché non è così in piano come sembra. Mi piace anche perché, a differenza della pista attuale, andrà affrontata con grande senso tattico e chi sbaglierà i tempi giungerà al traguardo con il fiato corto, credetemi. L’unica cosa della quale non sono per niente contento è che, adesso, non posso più appendere la sella al chiodo Nino Murru, è nato e cresciuto ippicamente a San Rossore considera positiva anche la racchetta per la partenza delle corse sui 1.000 metri. “Questa era una distanza che mancava a Pisa. Sulla nuova pista le gabbie saranno poste quasi dritte in direzione della curva che, in questa maniera, per le gare veloci sarà come una mezza curva. Dovremo fare attenzione, le prime volte, a non stringere troppo verso l’interno perché effettivamente non ce ne sarà bisogno”. EQ ADESSO E' SOLO QUESTIONE DI TEMPO U na volta che è stato effettuato il collaudo con il galoppo sopra A proposito di acqua, l’impianto d’irrigazione è di ultima generazione: senza raccontato, si è proceduto all’inerbimento della pista che si è avvalso fili, radiocomandato, dotato di 100 irrigatori e suddiviso in 13 settori ordinari di una tecnica particolare. Infatti, l’azienda agricola Maurizio Pacini, e 3 speciali in grado di distribuire 25 litri di acqua/secondo per ciascun settore. su consulenza del professor Marco Volterrani del CERTES, ha messo a punto Il tracciato, progettato dall'architetto Mauro Ciampa, è già stato visionato daluna tecnica innovativa che è stata anche brevettata. Il tappeto erboso di base l’UNIRE grazie a uno dei suoi commissari, il dottor Mauro Camuffo, e anche sarà composto da macroterme (Cynodon molti degli allenatori di San Rosdactylon, una varietà selezionata di sore, ma non solo, hangramigna) che sono state seminate in serra no avuto l’opportunità in piccoli contenitori alveolati. Sulla pista di iniziare a studiare la sono state trapiantate le piccole piante e nuova pista che ha avuquesto consente un anticipo dei tempi di to la competente supercirca 2 mesi. Per consentire alla pista di visione anche del vice essere verde anche nel periodo invernale presidente dell’Alfea, (quando la gramigna ingiallisce) alla il dottor Cesare Brivio fine dell’estate sarà traseminato un mix Sforza. Una presentadi loietto e poa annua. La chiusura delle zione ufficiale è stata file avverrà nel giro di 6 – 8 settimane e, fatta per i media locali quindi, alla fine di luglio la pista dovrebbe che hanno dato ampio essere tutta verde. Quello che adesso serve risalto al progredire dei lavori di è concimazione, acqua e tanto sole, fattori una pista che tutti attendono da determinanti per la crescita dell’erba. la nuova visuale delle piste: partendo da qui a destra si corrono i 1.500 metri, a sinistra si percorreranno i 1.800 metri molti anni. ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - ESTATE 2009 La notizia del mese l'intervista al presidente STEFANO MELI TRACCIA IL BILANCIO DEL PRIMO SEMESTRE DI ATTIVITA' L PIU' CHIARO CHE SCURO a riunione invernale - primaverile si è chiusa il 6 maggio, passando attraverso 34 capitoli. Il contesto nella quale si è consumata, non è certo favorevole vista la situazione complessiva che l’ippica italiana sta attraversando. Crisi economica del settore che, nonostante l’aiuto ricevuto dal governo deve ancora dare un segno di vita, di ripresa. Le scommesse a livello nazionale sono in calo vertiginoso (mentre il settore dei giochi è in forte crescita), il pubblico diserta gli ippodromi Stefano Meli premia Gaetano Benetti nella Sala delle Baleari, la mattina del premio Pisa che stanno assumendo sempre più la fisionomia di cattedrali nel deserto. trovare un altro mestiere fin dei conti, cosa sono so una giornata rispetto E spesso si tratta di o emigrare in Paesi dove poco più di dodici mesi all’anno passato, abbiacattedrali proprio brutte l’ippica è una cosa seria. rispetto agli otre 10 anni mo avuto un incremento già trascorsi? Il progetto del numero dei partenti e molto poco accoglienti In questo panoradi rinnovamento potrà, pari all’11% con una medove vien poca voglia ma desolante, pur con però, dirsi completato se dia partenti per corsa ottiqualche segno ‘meno’ da alla pista si affiancherà male di 10,5. Il pubblico elencare, la realtà del- anche la nuova tribuna. da noi viene volentieri e la quale si è circondato “Per questo la situazione lo dimostra il fatto che l’ippodromo di San Ros- è ancora nebulosa – pro- le presenze complessive sore con il suo centro segue Meli – il fondo in- sono quest’anno diminuid’allenamento, sembra vestimenti dell’UNIRE te di 3.000 unità e questo essere (per fortuna) fuori è ancora bloccato (ma i calo lo possiamo certaluogo. Con il presidente soldi ci sarebbero, n.d.r.) mente imputare alla pesdell’Alfea Stefano Meli, e non sappiamo quali sa- sima giornata, dal punto tracciamo il quadro della ranno le intenzioni del- di vista meteorologico, nostra realtà a metà anno. l’ente. Per elaborare un del premio Pisa”. “La nostra situazione è in piano economico - financontro tendenza rispetto ziario riguardo alla nuova Arriviamo adesso al all’andamento nazionale tribuna, che richiede un capitolo scommesse, nel – ci conforta subito Meli investimento economico quale il nostro ippodro– e crediamo ancora nel mo si è sempre ben comfuturo. I nostri progetti lo portato e ciò è dimostrato di entrare a ‘pregare’. dimostrano anche se, per dal costante gradimento Il tanto atteso piano una serie di vincoli, siamo degli scommettitori. “Andi ristrutturazione del costretti a procedere con che per questa prima parministro Luca Zaia una lentezza talvolta esate dell’anno confermiadovrebbe ormai essere sperante”. Veniamo subimo la nostra leadership a pronto e siamo in attesa di to al capitolo legato alla livello nazionale e siamo conoscere il nostro futuro nuova pista, ovviamenin prima posizione nella ricordando che abbiamo te. “Finalmente siamo media delle scommesancora a disposizione riusciti nell’intento che se per giornata, sia per un paio di anni e poi, perseguivamo da molti quanto riguarda le scomse le cose non saranno anni. La pista è adesso messe raccolte sul campo cambiate drasticamente, una realtà e tra pochissisia per quelle provenienti molti di noi dovranno mo sarà una verde realtà. dalla rete esterna. Fare i Abbiamo effettuato il colconfronti con il 2008 non laudo del tracciato da tutti notevole, dobbiamo sape- è semplice, visto che le i punti di vista possibili, re quale sarà il contributo corse dell’ippica nazioil trapianto delle pianti- dell’UNIRE, in relazione nale sono diventate molto ne d’erba è stato fatto a al quale muoveremo i no- numerose e rendono diftempo di record e adesso stri passi”. ficile il paragone. In ogni abbiamo solo bisogno di caso i nostri numeri postempo. Presumibilmente È ormai tempo di bi- sono essere così sintetizpotremo utilizzarla nel- lanci: come si è compor- zati: sul campo abbiamo l’autunno 2010”. Ancora tato San Rossore? “Direi avuto un calo del 13% un anno di attesa, dun- complessivamente bene mentre complessivamenque, prima di poter vede- quasi su tutti i fronti te abbiamo tenuto a livello re i purosangue galoppare – conferma il presidente nazionale perdendo il 5% sul nuovo tracciato ma, in dell’Alfea – abbiamo per- rispetto al 17% del totale italiano. La nota positiva viene dal movimento medio per corsa che è salito dell'1%”. Scommesse in chiaro scuro, quindi, ma molti ippodromi vorrebbero cambiare la loro situazione con la nostra. Il premio Pisa, al momento, non sembra esser stato di livello eccelso ma confidiamo in un buon autunno di Ad Honores, Desert Cry e Adragon e, forse, un punto di svolta potrà essere lo spostamento della classica pisana sulla nuova pista. Vedremo. cinofila, mezza maratona, la festa del Parco, la Strapazzata e così via) che permettono a migliaia di persone di trascorrere tempo all’ippodromo che, grazie alla Legge 2, è diventato anche un luogo dove potersi recare tutti i giorni per effettuare le scommesse ippiche e sportive. Insomma è un luogo di aggregazione in tutti i sensi nonché volano per tutta una serie di attività di ricerca ed economiche che da qui partono e si sviluppano, come spiegato da Stefano Nel prossimo autunno Meli. “Siamo in stretto l’Alfea pubblicherà tutti rapporto di collaborai suoi numeri e dati nel zione e su più fronti con rapporto di sostenibilità. “Non si tratta di un semplice esercizio di buona gestione – continua Meli - ma è un atto indispensabile perché solo dall’analisi precisa del passato che si può pianificare il futuro. Ciò sarebbe indispensabile anche a livello nazionale ma, purtroppo, in Italia questi dati non esistono o, se ci sono, non sono resi pubblici e in questo l’UNIRE dovrebbe giocare un ruolo chiave, che invece….” l’Università di Pisa, con La presentazione di que- la facoltà di Agraria dalla sto volume avverrà prima quale è nato il CERTES, dell’inizio della riunio- che è diventato il punto di ne autunnale che partirà riferimento nazionale per sabato 17 ottobre. Que- i tappeti erbosi a utilizzo st’anno al volume sarà sportivo, e con quella di allegato anche un DVD, Economia che segue il sintesi filmata di quanto sistema di gestione e le avvenuto in pista e delle certificazioni di qualità. altre attività. L’Azienda Agricola Pacini ha brevettato un siL’ippodromo di San stema per il trapianto, al Rossore continua a esse- posto della semina, utilizre un punto di riferimen- zato per la nostra pista. Il to per la città, aprendo i laboratorio nazionale di suoi cancelli a iniziative irrigazione del CNR ci ha di vario genere (mostra progettato e segue i nostri sistemi irrigui e anche dal punto di vista informatico non è un caso che la HID, società che lavora sui sistemi informatici applicati alla gestione del settore ippico, sia nata qui. E mi piace sottolineare che queste interazioni e questo indotto sono propri di Pisa e di San Rossore ma non solo, sono esclusive perché in nessun altro luogo questo avviene”. E questi sono i dati di fatto di una realtà unica, quella di San Rossore. EQ ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - ESTATE 2009 IPPICA E CULTURA ANEDDOTI DeI TEMPI DI NEARCO C ’era una volta il galoppo delle grandi famiglie, delle giubbe storiche davvero, dei fantini vetusti di gloria, degli artieri con le ghette, il maglione alla ciclista e il berretto alla Jean Gabin. Un altro mondo, insomma. E’ bello, allora, ritrovare di tanto in tanto un testimone di questa archeologia ippica. E’ il caso di Enzo Gabbrielli, 87 anni, pisano, fantino, poi artiere, infine caporale di scuderia. Una vita con i cavalli. Un lavoro vissuto, come allora si usava, anche come grande appassionato. Per cogliere il profumo del suo racconto bisogna ricordare la Barbaricina di quegli anni, il paese immerso in un mondo esclusivo dove in ogni famiglia si parlava di cavalli perché c’era sempre qualcuno che con i cavalli lavorava: allenatore, fantino, artiere, maniscalco, sellaio, sarto di giubba. E poi c’erano i parenti, tutti legati a filo doppio a questa passione. Enzo Gabbrielli era nipote di Palmiro Coli che era stato caporale della scuderia Rook. A tredici anni – perché allora si usava così e la scuola non era un obbligo – il ragazzo va a lavorare nelle scuderie di Federico Tesio, proprio come aveva fatto Enrico Camici una decina d’anni prima. A 16 anni è allievo, poi fantino, impegnato su tutte le piste italiane, da Torino a Napoli. Vince la prima corsa nel ’38 a San Siro in sella a Spolvero, un puledro. Quan- ALCUNI (CURIOSI) DIETRO LE QUINTE NARRATI DA ENZO GABBRIELLI un’immagine d’epoca: siamo a San Siro nel 1940 e Enzo Gabbrielli rientra dopo aver vinto in sella a Tito Conti per i colori della Dormello Olgiata do scoppia la guerra ha vinto una ventina di corse. Dopo la liberazione, conclusa l’esperienza con Tesio, andrà a lavorare da Giovanni Petrucci, Tonino Pandolfi, Giulio Menicagli prima di passare a collaborare con Federico Regoli alla razza del Soldo: vi resterà vent’anni, fino alla pensione. Gli aneddoti, in un’età nella quale i ricordi accompagnano ogni giornata, sono decine. I più singolari sono legati all’esperienza vissuta con l’uomo più straordinario della storia del galoppo italiano, il ‘mago’ Federico Tesio. Era colto, geniale, bizzarro. “C’era un cavallo – ricorda Enzo Gabbrielli – che si chiamava Jacopo da Pontormo. Si era infortunato al tendine. Doveva lavorare senza peso per favorire la guarigione. Che fare? Tesio ebbe un’intuizione. Chiamò Romolo Ossani, il grande guidatore di trotto, e lo convinse ad attaccare al sulky il suo purosangue. Per un mese Jacopo da Pontormo accelerò la sua preparazione e quindi il suo rientro cercando di trottare attaccato al calesse, praticamente senza peso. La lesione al tendine guarì e lui vinse il Gran Premio d’Italia”. Ecco le intuizioni di Tesio. “Sì, era uomo straordinario – conferma Enzo Gabbrielli – sempre pieno di idee. C’era in scuderia un cavallo molto importante, Torbido, che aveva paura dei nastri. Allora non c’erano ancora le gabbie e se un cavallo non stava dietro ai nastri era un bel guaio. Allora Tesio gli fece mettere tante strisce di stoffa che andavano da un parte all’altra della finestra del suo box. Il cavallo abituò l’occhio a quelle strisce e una volta in partenza con i nastri non fece più storie. E vinse il Derby”. Aneddoti di vita di scuderia, sconosciuti ai più, ma che sono il sale del lavoro prima dei riflettori dell’ippodromo. “E quella volta in cui Tesio si accorse che Isabella Descalzi andava zoppa? Non riusciva a venirne a capo. Allora le mise uno stivaletto, lo tinse di minio e da quello scoprì il punto esatto del difetto sul posteriore che andava a toccare l’anteriore. Poi con la ferratura giusta risolse il problema”. Grandi uomini di cavalli, ma grandi davvero. Federico Regoli era uno di questi. “Sono stato vent’anni con lui – ricorda Gabbrielli – e posso ben dirlo. Era un uomo serio, rigoroso nel lavoro e aveva una dote eccezionale: capiva il cavallo, la sua indole, la sua forza. Da un lavoro era in grado di dirti cosa il cavallo avrebbe fatto la domenica dopo in corsa, e sbagliava sempre di pochissimo. Un giorno stava preparando Alberigo, della razza del Soldo, per il premio ‘Pisa’. Il cavallo lavorò sui Cotoni e a me sembrò bene. Rientrati a scuderia glielo dissi ma lui scosse la testa e aggiunse: ‘Non mi è piaciuto, sta covando qualcosa’. Io ero sbalordito. Il venerdì lo ha regolarmente dato partente nel ‘Pisa’ ma la domenica mattina il cavallo aveva la febbre a quaranta e non ha potuto correre”. E poi, i grandi cavalli. “Il più grande è stato Nearco. Quattro giorni prima del Gran Premio di Milano, Tesio fece fare un lavoro a Nearco sui 3.000 metri, partendo con Attalo e Ursone, che lasciò per strada dopo mille metri; poi fu affiancato da Gabbro e Nicostrato per altri mille metri e fece l’ultimo chilometro in lotta con Bistolfi, che era un grande cavallo anche lui. Nearco vinse il ‘Milano’ e dopo una settimana si presentò a Parigi sui 3000 metri del Gran Prix. Vinse ancora, come sappiamo, e purtroppo venne acquistato da un consorzio inglese di allevatori”. Nearco, i fatti lo testimoniano, è stato il più grande stallone della storia del galoppo mondiale e oggi il sangue che scorre nelle vene del 75 per cento di tutti i galoppatori nel mondo passa attraverso il suo nome che è diventato mito. RC COME ERAVAMO ... NEL 1969 Quarant’anni fa, un giorno feriale all’ippodromo di San Rossore. E’ una giornata come tante, si corre la quarta di sei corse, il premio Agri, metri 2200, per una moneta di 700 mila lire. Davanti alle tribune passa in testa Chansonnier, montato da Clemente Papi (Papi, questo nome in questi giorni non ci è nuovo…), trainer Sergio Cumani. Chansonnier vincerà la corsa. Ma quel che ci colpisce oggi, quarant’anni dopo, sono le tribune in un giovedì: piene zeppe di pubblico, con la gente assiepata in tre file anche davanti allo steccato. E sta piovendo. Certo, il mondo è cambiato da allora, ma l’immagine dà anche l’esatta misura della crisi d’immagine e quindi di consensi che l’ippica sta da tempo vivendo, scivolando lungo una china sempre più ripida. Questa volta il nostro “Come eravamo…” ci addolora. Potremo mai tornare a San Rossore, come altrove, con il pubblico di quel giovedì del 1969? Oppure ci terremo per sempre (o fintanto che durerà) il gioco virtuale di oggi, i troppi collegamenti tv (dobbiamo indicare le piazze, nome e cognome, una per una?) nei quali i cavallucci trottano o galoppano davanti ad un pubblico fantasma? ANNO 3 - NUMERO 5/6/7 - PAG. - IL PAESE DEI CAVALLI - ESTATE 2009 campalto in alto UN CENTRO IPPICO DI LIVELLO NAZIONALE ALLE PORTE DEL PARCO P er chi ama il cavallo e le attività ludiche e sportive a esso dedicate, a San Rossore si trova a casa sua. All’inizio del viale delle Cascine, sulla destra per chi viene dalla via Aurelia, un cartello indica la presenza di un centro ippico: Campalto. Percorsi circa 800 metri di strada sterrata, si trova un’altra sorprendente realtà che si è sviluppata all’ombra della Torre e che si avvale di 200 box fissi, 80 dei quali riservati agli ospiti residenziali e 120 a coloro che partecipano ai concorsi. Quattro campi all’aperto, uno dei quali in erba (solo per le competizioni), due maneggi coperti, uno molto grande e l’altro più piccolo utilizzato per la scuola pony nella brutta stagione. Il Centro Ippico Campalto è questo e molto altro ancora, infatti la famiglia Sbrana – Traversa che lo gestisce da più di vent’anni alleva il campo gara in erba del Centro Ippico Campalto, a San Rossore anche cavalli da sella e il centro è abilitato, inoltre, per l’embrio-transfer e come stazione di monta. A Campalto c’è un istruttore per tutti i livelli e si può partire dalla scuola pony per i più piccoli, fino a giungere ai cavalieri che disputano le competizioni internazionali di equitazione. Già, perché da un paio d’anni Campalto è diventata la base operativa di due cavalieri di rango come Na- Chiaudani a Piazza di Siena con Etoile di Campalto, allevata a Campalto La bella stagione consiglia di muoversi verso la costa per una serata al ristorante con il profumo del mare che esalta i sapori. Lo storico stabilimento balneare “Mary”, sul lungomare di Tirrenia, ha inaugurato per la stagione 2009 una nuova gestione del proprio ristorante. La cucina del giovane chef Juri Massai, con i sapienti consigli del maestro di cucina Pierluigi Pampana, spicca per i suoi raffinati piatti di Non è una trattoria, non è un pub, non è una focacceria, ma è semplicemente ‘da Banda’, la baracchina più famosa di città e periferie pisane. Addossata alla basilica di San Piero, è stata per decenni punto di sosta per il viandante a mezza strada fra Pisa e il mare, occasione per mangiare un piattino di acciughe marinate o di splendidi carciofi sott’olio ma anche una fetta di cocomero (questo è stato per anni il menù classico). Oggi ‘da Banda’ è diventato punto di ritrovo, occasione per mare, dai ricchi antipasti ai superbi secondi. Da assaggiare, tra le tante proposte, suggeriamo la sopraffina “catalana reale” di aragoste servita con l’insolito contorno di frutta esotica, una vera specialità. Ristorante Bagno Mary Viale del Tirreno , 22 56128 Tirrenia- Pisa Tel. 050-37130 335-5414021 333-1559573 [email protected] mangiare cose sfiziose frescheggiando fino a notte alta, cogliendo un po’ del ponentino che, rasentando le pietre vetuste della basilica, si incunea fra i tavolini della baracchina. E’ un’esperienza (e un po’ anche un’avventura, per i personaggi che spesso la popolano) da non perdere. ‘Da Banda’ - via di San Piero, alla Bigattiera. Aperto tutti i pomeriggi e le sere da maggio a ottobre. Fisso o cellulare, qua il telefono è ancora sconosciuto. tale Chiaudani e Gabriele Grassi che godono della sponsorizzazione della SNAI. Natale Chiaudani, 49 anni, a fine maggio nel prestigioso Gran Premio Roma a Piazza di Siena è terminato quarto realizzando due percorsi netti con Seldana di Campalto, una decenne olandese acquistata dagli Sbrana quando aveva tre anni ed era gravida. Ha iniziato a gareggiare a sei anni e adesso è una delle cavalle di punta del cavaliere piemontese che con lei gareggerà anche a Rotterdam, Dublino e ai campionati europei di Windsor, in Inghilterra. Il trentunenne Gabriele Grassi è a Campalto da quattro anni e anche lui ha partecipato ai concorsi di Piazza di Siena. Chiaudani e Grassi sono due degli istruttori che lavorano a Campalto, affiancati da Carlo Rotunno, Gualtiero Bedini e Alice Sbrana. Il centro ospita spesso concorsi ippici che quest’anno sono solo di livello nazionale, e questo è veramente un bel traguardo raggiunto ma che è solo parziale perché l’obiettivo è di poter organizzare una delle tappe di avvicinamento proprio a Piazza di Siena, magari sotto la bandiera CSIO, sarebbe il massimo. Nel centro non mancano certo le strutture per accogliere i soci e gli ospiti, compreso un punto di ristoro. L’attività per l’estate 2009 sarà molto intensa, come riportato nel calendario, arricchito anche da un altro appuntamento in settembre. Per contattare il Centro Ippico Campalto, questi sono i riferimenti: - via del Tiro a Segno 20 - 56122 Pisa - telefono e fax: + 39 050 530288 - e-mail: [email protected] Prossimi eventi: - 17/19 luglio: concorso nazionale tipo A*** + Brevetti + Pony - 25/26 luglio: concorso nazionale tipo B** 'Coppa Toscana' -28/30 agosto: concorso nazionale tipo A*** + Brevetti + Pony A San Rossore è possibile effettuare scommesse ippiche e sportive all’ippodromo. Dal 22 giugno al 30 agosto l’orario sarà il seguente: sabato e domenica, dalle 13.30 alle 19.30, nei locali dello snack bar. L’ingresso è quello sulla via della Sterpaia, dal quale si accede anche al ristorante dell’ippodromo. L’ippodromo resta aperto per coloro che vogliono passare un pomeriggio a San Rossore, con la possibilità di scommettere ma non solo, visto che oltre allo snack bar, è aperto anche il parco giochi per i bambini. Estate, tempo di vacanze. Anche quest'anno 'Il Paese dei Cavalli' si concede una breve pausa e questo è un numero triplo grazie al quale ci ritroveremo all'inizio dell'autunno per intraprendere assieme il cammino che ci porterà verso l'inizio della riunione autunnale. Una rettifica: la foto di Pedra Pompas del numero scorso è di Davide Salerno. Tutta la redazione vi augura di trascorrere delle rilassanti ferie. A prestissimo! IL SAN ROSSORE TURF CLUB La collina è quella di Epsom, il punto più alto nel percorso del Derby, ma stavolta il San Rossore Turf Club è davvero arrivato “on top” in ogni senso. Epsom rappresenta il massimo traguardo non solo per i cavalli ma anche per gli appassionati, e noi c’eravamo e abbiamo visto il trionfo di Sea the Stars, già vincitore delle 2000 Ghinee, fatto raro verificatosi l’ultima volta 20 anni fa grazie a Nashwan. Epsom è davvero un posto speciale, come pure lo è il Derby Festival. Ben tre linee ferroviarie la uniscono a Londra, una transita in città mentre le altre due, Epsom Downs e Tattenham Corner, terminano nei pressi dell’ippodromo. La strada che attraversa la pista prima delle tribune è percorsa da file interminabili di auto, bus e roulotte che entrano nell’immenso paddock centrale fino all’inizio delle corse. Intanto elicotteri decollano e atterrano al centro del campo come in un vero aeroporto. Tra i 100.000 di Epsom ci sono famiglie attrezzate per il picnic, appassionati che si arrampicano sul piano alto scoperto dei “double-deck-bus” da cui godono di una migliore visuale. Sea the Stars e Mick Kinane dopo la vittoria nel Derby di Epsom Intanto la Queen’s Stand si popola di uomini con frac e tuba; le donne indossano vestiti leggerissimi inadeguati alla stagione, rigorosamente senza calze, portano strani cappelli e tacchi altissimi, e sono visibilmente infreddolite, ma non mollano, c’è il Derby anzi, The Derby e la mise è decisa ormai da mesi. Alle 13 in punto arriva la Regina Elisabetta che non vuole perdere la prima corsa e va subito al tondino perché ha un cavallo partente: farà n.p. Quando il Derby sta per partire nella conca di Epsom scende il silenzio, in attesa di poter esplodere nel grande boato al segnale di “partiti”: “And they’re off!!!” e l’ippodromo esplode. Una tradizione, una delle tante alle quali quest’ippica inglese è così orgogliosamente attaccata. Nell’imminenza del via quando massima è la concentrazione del pubblico, viene commemorato Vincent O’Brien, scomparso pochi giorni prima. Si tratta del trainer che un inverno di tanti anni fa portò a svernare a San Rossore il grande Sir Ivor, anche lui autore del doppio “Ghinee-Derby”, dando così lustro immortale al nostro centro di allenamento. Stefano Mazzanti la delegazione del San Rossore Turf Club in tribuna a Epsom