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12 settembre
12 settembre
PAG. IX
Monteveglio, salvata dai carabinieri su una finestra del municipio
Madre di quattro figli tenta il suicidio “Aiutatemi, sono rimasta
senza casa”
DISPERATA perché senza casa, ha minacciato di gettarsi dal secondo piano del
municipio di Monteveglio. Alle 13.30 di ieri una donna albanese di 37 anni è stata salvata
dal comandante dei carabinieri di Bazzano, che l’ha bloccata quando ha provato a salire
sul davanzale di una finestra. La 37enne, con marito disoccupato e 4 figli seguiti dai servizi
sociali, vive nella casa del fratello. Dopo aver parlato coi militari, è stata trasportata
precauzionalmente in ospedale.
12 settembre
PAG. 9
Lo scontro. Per la Polizia Municipale molti pub servono bevande vietate ai ragazzini.
L’Ascom: qui nessuno fa il furbo. Occhiello
Alcolici ai minorenni, stop dei vigili ai locali «Basta coi
cicchetti»
Ira degli esercenti: «Siamo in regola»
di Daniela Corneo
«Basta alcol ai minori». L'appello e la critica (dura) verso i bar e i locali associati a
Confesercenti è arrivata ieri durante la commissione Affari generali in Comune da
Antonella Sava, responsabile dell'Unità intermedia della Polizia amministrativa sicurezza e
antidegrado del Comune, chiamata per la discussione su un ordine del giorno di Marco
Lisei del Pdl. «C'è bisogno di spiegare a osti ed esercenti — ha detto Sava — che a
Bologna non si possono né vendere né somministrare bevande alcoliche ai minorenni. E
bisogna anche dir loro di far sparire le vetrofanie che nei bar del centro dicono che i
giovani tra i 16 e i 18 anni possono bere alcol, aggirando la legge che parla di divieto di
vendita».
Sul punto, spiegano dalla polizia municipale, non ci possono essere delle scorciatoie, la
regola è chiara: non solo non si devono vendere, ma neppure somministrare alcolici ai
minori, «perché il ministero dell'Interno, di fronte a una richiesta di chiarimento da parte del
prefetto di Bolzano sulla legge che vieta la vendita di alcolici ai minori di 18 anni nei
negozi, ha spiegato che somministrare e vendere sono la stessa cosa». E invece,
continua Sava, «nei locali della movida bolognese si prosegue a servire cicchetti, cocktail
e birre ai minori, spesso convinti di agire nella legge».
Le osservazioni di Sava sono il frutto del lavoro dei vigili urbani che pattugliano le vie
cittadine, fanno controlli nei locali e, a fronte di segnalazioni, effettuano anche
appostamenti per evitare che gli esercenti servano alcolici ai minori. «Eppure alcuni
esercenti, a fronte di un verbale, ci rispondono che la legge parla di vendita di alcolici e
non di somministrazione e che le associazioni di categoria sono dello stesso avviso. A noi
non interessa elevare sanzioni per far cassa, vogliamo solo sia rispettata la legge». E il
consigliere Lisei chiede al sindaco Merola «di individuare soluzioni efficaci per contrastare
il fenomeno dell'abuso di alcol tra i minori».
Ma il presidente di Confesercenti Massimo Zucchini respinge con forza le accuse di
Antonella Sava. «I bar e i locali associati a Confesercenti non solo non hanno vetrofanie
nelle quali si legge che i giovani tra i 16 e i 18 anni possono bere, ma hanno cartelli dove
si legge il contrario». Anche perché è stata Confesercenti a chiedere direttamente
informazioni al ministero dell'Interno quando nel novembre del 2012 uscì la nuova legge.
«Quella legge è scritta malissimo, ma proprio per evitare un'interpretazione non corretta,
abbiamo chiesto aiuto al ministero e poi alla polizia municipale. A quel punto abbiamo
mandato una comunicazione a tutti i nostri associati, e fornito loro un cartello, in cui si dice
che non si possono somministrare alcolici ai minori di 18 anni. Se qualcuno ancora
interpreta la legge in modo diverso, non è nostra responsabilità».
Risponde duramente a Sava anche l'Ascom. «Fare di tutta l'erba un fascio, chiamare in
causa le categorie economiche e dimenticare il lavoro fatto in ben 15 anni insieme agli
assessori — hanno detto il direttore Giancarlo Tonelli e il presidente Enrico Postacchini —
non passa: gli esercenti non fanno i furbi sul tema dell'alcol ai minori. Ci dispiace che si
facciano queste affermazioni, specie perché abbiamo dato applicazione agli accordi. Se
una falla nel sistema c'è, è nella legge».
12 settembre 2013
PAG. 5
UDC, PDL e Lega contrari alla proposta di Sel che sarà discussa in consiglio
Genitore 1 e 2, il Pd non segua questa assurdità
di Saverio Migliari
IL 18 SETTEMBRE potrebbe essere un’altra data complicata da affrontare per la
maggioranza di Palazzo d’Accursio. Dopo le frizioni sul referendum della scuola, un altro
tema rischia di dividere il centrosinistra: la proposta, che sarà portata con un ordine del
giorno dalla vendoliana Cathy La Torre, di cambiare la nomenclatura dei moduli di
iscrizione ai nidi (da ‘madre e padre’ a ‘genitore 1 e genitore 2’).
Il Pd, spiazzato e in imbarazzo dalla mossa dell’alleato, per ora tace. E anche i consiglieri
di provenienza cattolica preferiscono avere un confronto interno prima di sfogare, si
presume, la loro contrarietà. Intanto chi non si trattiene è l’opposizione. «Mi appello al Pd
perché non abbocchi a questa assurdità — commenta la consigliera regionale dell’Udc
Silvia Noè — ‘Padre e madre’ non è uguale a ‘madre e madre’. Con questa logica si
potrebbe arrivare ad avere ‘genitore 1, 2 e 3’ e si ledono i diritti dei bambini».
SECONDO la consigliera comunale del Pdl Valentina Castaldini il dibattito è inutile, perché
« nei documenti c’è già la dicitura genitore», seguita poi dalle più specifiche ‘madre e
padre’. Le famiglie bolognesi si sollevino, «scrivano lettere ai giornali, si facciano sentire
sul web, non rimangano in silenzio» su una proposta «che sacrifica la famiglia agli equilibri
della maggioranza», tuona il capogruppo della Lega Nord, Manes Bernadini. La collega
del Carroccio Lucia Borgonzoni intende invece capire come si voglia muovere la giunta, e
in particolare il sindaco Virginio Merola (che ieri si è limitato a dire: «L’odg non l’ho ancora
letto»). Anche perché ieri l’assessore alla scuola Marilena Pillati ha ammesso che già
quest’anno si era tentato di cambiare la formula del modulo di richiesta, ma per una
questione tecnica non è stato possibile.
INTANTO anche al Quartiere Navile si muovono le opposizioni. Fratelli d’Italia, Pdl e Udc
hanno presentato un ordine del giorno unico per avversare la proposta di Cathy La Torre.
Angelo Rambaldi e Paolo Giuliani di ‘Bologna al centro’ propongono invece di
«predisporre per il prossimo anno una modulistica per i documenti che comprende
entrambe le opzioni , ovvero ‘madre-padre’ e pure ‘genitore 1-genitore 2’ , così ognuno si
incasella come ritiene giusto».
11 settembre
Link:http://www.agenzia.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/444672/Parma-sconti-suitrasporti-pubblici-per-le-famiglie-in-difficolta
Parma, sconti sui trasporti pubblici per le famiglie in difficoltà
Riduzione del 50 per cento sugli abbonamenti annuali per aiutare chi ha problemi
economici. L’iniziativa di Provincia con Tep e Smtp è finanziata con 100 mila euro.
In un giorno già 85 gli abbonamenti sottoscritti. Nel 2012 aiutate 450 famiglie
PARMA – Sconti sui trasporti pubblici per le famiglie in difficoltà. L’iniziativa promossa
dalla Provincia insieme a Smtp e Tep prosegue la sperimentazione avviata nel 2012 per i
nuclei familiari numerosi e prevede riduzioni del 50 per cento sugli abbonamenti annuali
per gli autobus extraurbani e interurbani. L’abbonamento al bus rappresenta, infatti, una
spesa significativa e può incidere pesantemente sul bilancio economico di una famiglia in
difficoltà: basti pensare che una persona che abita a Berceto e deve andare a Parma
spende in un anno 560 euro. “Abbiamo ritenuto importante proseguire in questo percorso
perché crediamo che, soprattutto in un momento di difficoltà, sia fondamentale dare alle
famiglie anche questo tipo di sollievo”, ha detto Marcella Saccani, assessore provinciale
alle Politiche sociali. Nel 2012 sono state 450 le famiglie aiutate, con 574 abbonamenti
sottoscritti.
Il progetto è finanziato con 100 mila euro ed è rivolto ai nuclei familiari residenti nel
territorio provinciale che abbiano un reddito Isee pari o inferiore a 8 mila euro. “Si tratta di
una piacevole consuetudine e ci fa piacere poterla riproporla anche quest’anno,
nonostante il momento di crisi. Spesso, infatti, per chi viene dalla provincia il mezzo
pubblico è indispensabile”, ha detto il vicepresidente di Tep, Alessandro Fadda, che ha
aggiunto: “Abbiamo iniziato ieri a praticare queste agevolazioni e in un solo giorno già 85
famiglie hanno sottoscritto l’abbonamento”. Al nucleo familiare vengono rilasciati tanti
abbonamenti quanti sono i membri che ne fanno richiesta. I titoli di viaggio potranno avere
percorsi differenziati tra loro, ma tutti hanno un unico numero identificativo riconducibile
alla stessa famiglia. Gli sconti sono fruibili fin dal primo abbonamento acquistato, per
beneficiarne è però necessario richiedere tutti gli abbonamenti per la famiglia in un’unica
soluzione. (lp)
12 settembre
Link:http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/2/205773/Maxioperazione_antidroga_in_regione%3A_54_arresti_Coinvolta_anche_Parma.html
Maxi-operazione antidroga in regione: 54 arresti. Coinvolta
anche Parma
(ANSA) - MODENA - Cinquantaquattro ordinanze di custodia cautelare, quarantotto
corrieri arrestati in flagranza, centosessantadue persone indagate, altri settantaquattro
soggetti identificati ed oltre 26 chilogrammi di sostanza stupefacente sequestrata, di cui 23
suddivisi tra eroina "brown sugar" e "rosa", tre chilogrammi di hashish e settecento grammi
di cocaina. Settanta, invece, i chilogrammi di sostanza da taglio sequestrati. Sono i numeri
dell’operazione antidroga della Squadra Mobile della Questura di Modena.
L'operazione, denominata "Bisht" ("codino" in albanese, dal soprannome di uno degli
arrestati) ha smantellato un’organizzazione dedita alla detenzione ed allo spaccio di
sostanze stupefacenti.
Le indagini hanno consentito di individuare un gruppo capeggiato da soggetti di spicco
della criminalità albanese dediti all’attività di narcotraffico internazionale e composto anche
da persone di origine magrebina in grado di rifornire l'intera provincia di Modena, la
regione Emilia Romagna e gran parte del nord Italia di eroina "rosa" e "brown sugar".
L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, in
stretto raccordo con la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga ed il Servizio Centrale
Operativo del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ha consentito di sgominare
l’organizzazione criminale avente base logistica nella città di Modena, con svariati
collegamenti con tutte le regioni del Nord Italia e che utilizzava la rotta "turco-albanese"
per l’ingresso delle sostanze stupefacenti in Italia.
Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate nove autovetture, due motoveicoli, la
somma di 50.000,00 in contanti, armi fra cui una pistola semiautomatica, modello "7,65",
con matricola abrasa, con relativo munizionamento. I provvedimenti sono stati eseguiti a
Modena, Bari, Ferrara, Milano, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Siracusa e Trieste, in
collaborazione con il personale delle locali Squadre Mobili, coadiuvati da equipaggi dei
Reparti Prevenzione Crimine e da unità cinofile antidroga della Polizia di Stato.
Ulteriori dettagli saranno resi noti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle 10:45
in Questura.
12 settembre
Link:http://lanuovaferrara.gelocal.it/cronaca/2013/09/12/news/spaccio-al-grattacielo-nuovaordinanza-per-luki-1.7730658
Spaccio al grattacielo, nuova ordinanza per “Luki”
La polizia ha ricostruito l’attività del pusher: nell’arco di un anno 150 cessioni di
cocaina e marijuana
Per i suoi affezionati clienti era semplicemente “Luki” e, secondo le indagini compiute dalla
squadra mobile, era diventato un punto di riferimento per l’acquisto di dosi di cocaina nella
zona Giardino. Julius Obhieboh, nigeriano di 24 anni, era già stato arrestato in flagranza
dalla polizia il 12 giugno scorso, perché trovato in possesso di 10 grammi di cocaina
suddivisa in 15 palline di nylon termosaldate. Dopo l’arresto era partita un’attività di
indagine da parte della I sezione - Criminalità organizzata e straniera - della squadra
mobile, che ha permesso di ricostruire l’attività di spaccio di cocaina e marijuana del
giovane nella zona compresa tra l’area del grattacielo e il quartiere Doro per un anno, dal
giugno 2012 al giugno del 2013. Gli inquirenti hanno appurato che le cessioni di
stupefacente avvenivano con cadenza costante, circa 150 episodi nell’arco di un anno.
Luki era infatti considerato un pusher molto affidabile sia per la qualità dello stupefacente
che per la puntualità delle consegne. Al termine dell’indagine, a fine agosto il gip del
Tribunale di Ferrara ha dunque emesso un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di
Luki, che gli è stata notificata ieri dal personale della Mobile.
9 settembre 2013
Link:http://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/2013/09/09/947430-pensione-socialescoperti-stranieri.shtml
Mantengono la residenza a Rimini per intascare la pensione
sociale
Le Fiamme gialle scoprono un giro da 80mila euro di pensioni indebitamente
intascate. Scovate 4 persone che erano rientrate da anni nel loro Paese di origine
Rimini, 9 settembre 2013 - Tornano a casa nel loro paese di origine, ma mantengono la
residenza in Italia, così continuano a intascare la pensione sociale italiana, in maniera del
tutto indisturbata. Ma a disturbare i piani di quattro 'anziani truffatori' (per aver diritto ai
contributi bisogna avere più di 65 anni ed essere in Italia da almeno 10 anni) è stata la
Guardia di Finanza che ha scoperto un giro di pensioni illegittime da quasi 80 mila euro.
E' stata infatti rintracciata una donna argentina di 83 anni che ha ricevuto 9 mila euro di
pensione e che formalmente sarebbe residente a Misano. Ma da due anni è rientrata nel
suo Paese di origine. Le Fiamme Gialle hanno esteso i controlli scovando altri pensionati
con residenze fittizie italiana. Nei controlli sono finite due persone dell'Ecuador, residenti a
Verucchio ma anche loro già da tempo in Ecuador: sono un uomo del '36 e una donna del
'42 (non sono marito e moglie). Hanno percepito 20mila euro a testa di assegni sociali, pur
non vivendo in più in Italia. Stessa cosa per una donna cinese di 70 anni, anche lei ha
mantenuta la residenza a Rimini pur essendo rientrata in Cina: la pensione indebitamente
intascata è di 30 mila euro. Le Fiamme gialle stanno avviando le procedure per far
rientrare i soldi nelle casse dell'Inps.
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