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l`età classica dell`arte greca

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l`età classica dell`arte greca
L’ETÀ CLASSICA DELL’ARTE GRECA
Il momento più alto della storia ateniese si ebbe quando le sorti della città vennero
rette da Pericle uno dei più grandi uomini politici ateniesi, artefice dello sviluppo
politico, economico e culturale della città.
Fu infatti con Pericle che si concretizzò ad Atene la democrazia; tutti i cittadini
potevano prendere parte attiva alla vita politica della città partecipando
all’assemblea .
Fu in questo periodo che venne ricostruita l’acropoli distrutta dai Persiani.
Dal punto di vista artistico è in questo periodo che inizia il cosiddetto
“Periodo classico”
L’ETÀ CLASSICA LA SCULTURA
Nel percorso storico dell’arte greca si chiama
classico il periodo che abbraccia il V e IV
secolo a.C., in quanto si considera che in esso
gli artisti greci abbiano dato vita ai modelli più
significativi e maturi dell’arte antica greca
In età classica vennero perfezionati i
rapporti degli ordini architettonici:
Per l’ordine Dorico le innovazioni
riguardano la colonna, le scanalature
vengono portate a 20, l’altezza venne
accresciuta per dare maggiore slancio, il
numero delle colonne fu reso canonico <
6 sul frontone e 13 sul lato>
Anche l’ordine ionico venne
perfezionato, le scanalature della
colonna furono fissate a 24, l’altezza
della colonna doveva rispondere in modo
tassativo a 10 volte il diametro, i capitelli
vennero semplificati assumendo la tipica
forma a ricciolo e contenuto in un
parallelepipedo.
È in questo periodo che si pone il
problema più tipico della statuaria
greca quello dell’equilibrio
Anche la scultura era dominata dai criteri di
simmetria e proporzione, gli scultori erano alla
ricerca della perfezione formale e del senso di
misura,la figura umana rappresentava un ideale
assoluto di bellezza .
Nella scultura classica è possibile individuare due
tipi di opere scultoree:
• le sculture collegate all’architettura come i gruppi
scultorei destinati ai frontoni, i fregi e le metope.
• la scultura a tutto tondo
Lo stile severo
Rispetto all’età arcaica
lo stile severo
introduce altre
innovazioni che
emergono dalle statue
più rappresentative
Descrizione:
•La testa è piccola e tonda, non più schiacciata come l’età
arcaica ed è ruotata da una parte
•L’acconciatura prevede una treccia morbida che gira intorno
al capo
•Gli occhi e le palpebre sono carnosi, il naso acquista
tridimensionalità e non è più un triangolo appiattito, il mento
è rotondo e non più a punta
•Permane l’assoluta frontalità del Kouros
•Le masse muscolari sono rotondeggianti, il bacino è
leggermente ruotato e sollevato a sinistra dato che il peso
poggia sulla gamba sinistra
•Il peso non è più su entrambe le gambe ma gravita sulla
sinistra, alla gamba destra libera di peso corrisponde un
abbassamento del bacino sul fianco destro.
Kritios , <efebo>
Marmo altezza 86 cm
480 a. C.
Atene, Museo dell’acropoli
Metopa: Atena, Eracle e Atlante
I rilievi costituiscono per la prima volta
un ciclo narrativo continuo ispirato
alle dodici fatiche imposte a Eracle da
Euristeo.
Nella metopa c’è Eracle che sorregge
temporaneamente la volta celeste per
consentire ad Atlante di andare a
prendere i pomi, sulla sinistra Atena
aiuta il suo protetto nello sforzo ,
mentre sulla destra Atlante porge i
frutti all’eroe
Descrizione
La composizione è più equilibrata, le figure laterali sono
rivolte entrambi verso il centro.
La postura dei tre personaggi non è la stessa, Atena è
frontale ma ha la testa di profilo, Eracle è di profilo e
Atlante di scorcio.
Il panneggio delle vesti di Atena imprime solennità alla
scena.
Le volumetrie dei corpi sono molto distanti dalle forme
semplificate, le espressioni e le capigliature sono molto
più naturali
Atena, Eracle e Atlantide
Metopa del tempio di Zeus a Olimpia
Marmo 151 x 160 cm
460 a.C.
Olimpia Museo Archeologico
AURIGA, DAL SANTUARIO DI APOLLO A DELFI
E’ una delle rare statue originali dell’antichità è uno
dei migliori esempi dello stile severo.
La statua ritrae l’auriga vincitore della gara più
prestigiosa la corsa dei carri. < carri trainati da
quattro cavalli> l’auriga era appunto il guidatore del
carro.
L’elemento più caratterizzante è il drappeggio
della tunica, le cui pieghe perfettamente verticali,
fanno assomigliare la figura a una colonna.
Questo effetto è accentuato dalla posa dell’auriga, la
cui impassibilità è accresciuta dal suo sguardo
fermo, penetrante che sembra puntare lontano.
Non mancano gli elementi di movimento in
particolare la posizione divergente dei piedi e la
torsione del busto e della testa.
Auriga, dal santuario di Apollo a Delfi
Bronzo
Altezza 180 cm
478 – 470 a.C.
Delfi, Museo Archeologico
Il metodo di fusione diretto regala esemplari unici dal
momento che il modello in cera viene perduto la forma
viene rotta per estrarre la statua in bronzo. Invece con il
metodo indiretto, il modello originale non andava
perduto e quindi le diverse componenti si potevano
riutilizzare.
ZEUS O POSIDONE
La statua prende il nome della località in cui è stata
rinvenuta, è in perfetto stato di conservazione e si
distingue per il gesto vigoroso in cui sta per
impegnarsi la divinità, colta un attimo prima di
lanciare il tridente se Posidone o il fulmine se Zeus.
Descrizione:
La divinità sta per lanciare con la mano destra un
oggetto che non conosciamo. La posizione della
dita mostra che sta ponderando l’arma per
calibrare meglio il colpo.
Le braccia sollevate e protese verso l’esterno quasi
a formare una croce rendono la figura rendono la
figura perfettamente inscrivibile in un quadrato.
L’opera esalta la potenza dell’uomo, che in
questa statua si mostra nella fase di stasi
immediatamente precedente allo scatenarsi
dell’azione:il volto è impassibile e la muscolatura
non mostra alcun segno di tensione.
Le gambe divaricate hanno trovato un
bilanciamento: il piede sinistro è saldamente a
terra, mentre quello destro appoggia al suolo con la
sola punta.
Zeus o Poseidone da Capo Artemisio
Bronzo
Altezza 209 cm
409 a. C.
Atene, Museo Archeologico Nazionale
I BRONZI DI RIACE
B
I Bronzi di Riace, di provenienza greca, sono una coppia
di statue in bronzo di circa 2 m di altezza, quindi
leggermente superiori al vero.
Sono state datate intorno al V secolo a. C., e pervenuti ai
giorni nostri in eccezionale stato di conservazione.
rinvenute nel 1972 nei pressi di Riace, in provincia di
Reggio Calabria.
Sono considerate tra i capolavori di scultura più importanti
del ciclo ellenico. Le statue si trovano oggi al Museo
Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.
Le due sculture furono ritrovate nel mare Ionio, a 300
metri dalle coste
Entrambe le statue sono raffigurate nella posizione
definita a chiasmo, presentandosi con una notevole
elasticità muscolare. Soprattutto la "statua A" appare di
modellato più nervoso e vitale, mentre la "statua B" ha
un aspetto più rilassato e calmo. Ma entrambe
trasmettono una grande sensazione di potenza, dovuta
soprattutto allo scatto delle braccia che si distanziano
con vigore dal torso.
Il braccio piegato doveva sicuramente sorreggere uno
scudo, mentre l’altra mano impugnava con probabilità
un’arma. La "statua B" ha la calotta cranica modellata in
quel modo perché doveva sicuramente consentire la
collocazione di un elmo di stile corinzio, oggi disperso.
I Bronzi di Riace
Bronzo
460 a. C.
Altezza statua A 205 cm statua B 197 cm
Reggio Calabria, Museo Nazionale
A
L’espressione del volto del bronzo B riflette l’età
più matura, in essa è più evidente la saggezza,
la pacatezza e la maturità di un uomo più
anziano.
La figura mostra molta sicurezza di se e
una certa arroganza giovanile.
La superficie muscolare è tesa .
La gamba destra, portante, è arretrata
rispetto alla sinistra.
La testa si volge verso destra e il viso
mostra un’espressione di aggressività.
I due bronzi superano la rigidità statica delle statue arcaiche, un particolare che indica questo
superamento è la rappresentazione del torso in movimento ottenuto grazie allo spostamento del
bacino rispetto alla cassa toracica.
Entrambi mostrano aspetti comuni come la ricerca di precise proporzione tra le parti del corpo e
l’appoggio sulla gamba destra.
DISCOBOLO
Il Discobolo è sicuramente l’opera più nota di Mirone,
nonché, data la sua fama, quasi un’icona dell’arte
classica greca. Nella sua immagine si cristallizzano
alcune delle nostre maggiori suggestioni legate all’antica
Grecia: la passione per i giochi olimpici, il culto della
perfezione del corpo umano, la calma interiore che
dialoga direttamente con l’eternità.
La scultura ha uno dei suoi punti di forza nella grande
armonia formale della composizione. Si osservi lo schema
seguente: la scultura si articola in due grandi linee. La
prima è un grande arco che va dalla mano che regge il
disco al tallone del piede flesso; la seconda linea è una
serpentina ad esse che va dalla testa al tallone del piede
poggiato a terra.
La prima linea è quella che visivamente ci consegna la
sensazione del moto: è come un arco che si tende,
caricandosi di energia potenziale, per far scoccare una
freccia. In sé è una linea instabile che non può esistere da
sola (ritornando al paragone dell’arco, manca il triangolo
che forma la corda che tende l’arco nel momento che
viene messo in tensione per far partire la freccia). Ma
l’equilibrio viene ripristinato grazie alla seconda curva
che, intrecciandosi con la prima, ci dà una forza visiva
potenziale uguale e contraria all’altra curva.
Discobolo copia
In marmo :l’originale in bronzo
Autore MIrone
460 a.C
Altezza 124 cm
Roma,
Museo Nazionale Romano
Il Discobolo ovvero il lanciatore del disco, realizzata intorno al 450 a. C. In bronzo e oggi
nota attraverso numerose copie di marmo di epoca romana.
La statua raffigura un giovane atleta colto nel momento in cui l’atleta sta raccogliendo le
forze prima del lancio.
La prima novità che Mirone introduce consiste nell’aver infranto la fissità della statuaria
arcaica.
Mirone si fa portavoce dello stile severo per la rappresentazione della figura umana in
movimento nello spazio, coglie alla perfezione la torsione del corpo del ginnasta nell’attimo di
massima tensione muscolare.
La struttura compositiva si fonda su figure geometriche ben definite.
POLICLETO
Policleto porta a piena maturazione lo stile classico
Policleto dedicò alla figura umana un testo scritto < canone>
in origine strumento di misurazione.
Il corpo umano va concepito come una successione delle
parti a partire dal centro che per la figura maschile è un
quadrato situato tra le ascelle e le anche, per la figura
femminile un triangolo equilatero con gli angoli coincidenti
con i seni e l’ombelico.
Ogni parte del corpo doveva essere rappresentata in
proporzione con tutte le altre sulla base dell’unità di misura “
la testa” che è 1/8 di tutta la figura.
Il busto deve sviluppare tre volte la testa, le gambe devono
essere quattro volte la testa.
La migliore esemplificazione di questa teoria è il DORIFORO.
In questa statua l’appoggio del peso del corpo è su una
gamba sola,secondo un principio chiamato ponderatio.
Questo spostamento del peso provoca la tetragonia o
chiasmo, cioè una relazione che lega tra loro quattro parti del
corpo.
L'equilibrio raggiunto da
Policlèto, detto
ponderazione, è un
equilibrio stabile, ottenuto
con un gioco sapiente di
rapporti; perciò
immutabile:
Policleto (Argo V secolo a. C.)
fu un celebre bronzista e
scultore che, circa a metà del V
secolo scrisse un trattato
chiamato Canone nel quale
esponeva, dopo aver misurato
un certo numero di uomini ed
aver ricavato delle misure
medie, le leggi per il
proporzionamento ideale del
corpo umano, fondandole su
precisi rapporti numerici. In
particolare la testa doveva
essere circa 1/8 del corpo
umano, il busto doveva
corrispondere a tre teste e le
gambe a quattro.
1
2
3
4
5
6
7
8
La bellezza
aveva, per un
artista greco,
una precisa
base
matematica,
fatta di numeri e
rapporti precisi.
Il canone di
Policleto diventa
quindi una
"regola d’arte"
per generazioni
di artisti che lo
seguiranno.
doriforo
Il Doriforo, modello di perfezione
Il Doriforo <portatore di lancia> è un giovane atleta ritratto
nell’atto d’impugnare le lance andate perdute.
Questa statua è considerata il punto più alto della ricerca
degli scultori greci del periodo classico. Policleto crea il
modello ideale, privo di imperfezioni, armonizzando tutte le
sue parti sulla base dell’unità di misura.
La rigidezza della frontalità viene definitivamente
abbandonata. L’atleta viene rappresentato gravitante
sulla gamba destra che viene detta gamba portante, la
gamba non portante è flessa e tira indietro,il bacino dalla
parte della gamba portante si solleva, la spalla destra si
abbassa , il braccio destro scivola in posizione di riposo
lungo il fianco,il braccio sinistro si flette per reggere la
lancia, il capo si volge a destra e si inclina leggermente.
Le parti in tensione e quelle a riposo si
corrispondono < alla gamba destra in tensione, il braccio
sinistro in riposo> questa corrispondenza incrociata viene
definita chiasmo
Policleto.
Doriforo (copia romana di un originale
bronzeo)
Marmo
Altezza 212 cm
450 a.C.
Napoli, Museo Archeologico Nazionale
Come modello
concreto delle sue
teorie realizzò il
Doryphoros: portatore
di lancia detto anche
Canone. La statua del
Museo di Napoli è la
copia più completa
pervenutaci del
celebre originale in
bronzo che come tutte
le altre di Policleto
sono andate perse.
IL DORIFORO di Policleto
(445 a.C.) che doveva
rappresentare
probabilmente Achille
Marmo. h. 2,12 m.
Prima età imperiale
(da un originale del 440 a.C. ca.).
Da Pompei, palestra sannitica,
Museo Archeologico di Napoli
FIDIA
Nato ad Atene verso il 490 a. C., Fidia raggiunse una fama
straordinaria con la sua straordinaria statua crisoelefantina di
Zeus per il tempio di Olimpia. Pericle suo ammiratore gli
affidò la sovrintendenza dei lavori di ricostruzione dell’acropoli
di Atene. Durante la ricostruzione del Partenone Fidia ideò e
diresse l’esecuzione scultorea.
Realizzò la statua crisoelefantina di Atena.
Morì in disgrazia perché accusato di empietà e di aver
sottratto oro destinato alla realizzazione della statua.
Nonostante la fine ingloriosa, egli è stato giustamente il
fondatore del linguaggio classico maturo,in cui si realizza un
pieno ed armonico equilibrio fra sensibilità naturalistica e
calcolo formale. L’aspirazione, trova il suo compimento
contenutistico nella decorazione plastica del Partenone.
L’ideale classico di Fidia si può osservare nelle seguenti
opere:
• i gruppi scultorei dei frontoni
• le Cariatidi dell’eretto
• il tempietto di Atena a Nike
Nei frontoni del Partenone Fidia esalta la vitalità delle figure
e l’armonia dei gesti.
Ricostruzione del frontone orientale
Sul frontone si poteva vedere la nascita di Atena , dea
della ragione, dal capo di Zeus. La dea esce
completamente armata,portando la sapienza e il valore
delle armi nel mondo
Composizioni statuarie decoravano i 2 frontoni e
decorate erano anche le 92 metope frammentate dai
triglifi. Tutti i temi delle metope stanno a simboleggiare
la vittoria della civiltà sulla barbaria e della ragione
sull'irrazionale.
Sul frontone est: nascita di Athena dalla testa di Zeus, aperta dalla scure di Efesto. resta poco: i cavalli
angolari, Dioniso sdraiato, Afrodite in braccio a Dione.
Sul frontone ovest: contesa tra Athena e Poseidon per il possesso dell'Attica alla presenza degli eroi
fondatori. Athena dona l'olivo, poseidon l'acqua.
Sulle metope (14 sui lati brevi, 32 su quelli lunghi): lato sud centauromachia. Sono quelle meglio
conservate perchè il lato sud era a strapiombo, e i cristiani non poterono scalpellarle per cancellare i
soggetti pagani quando il tempio fu tramutato in chiesa.
lato ovest, amazzonomachia; lato nord, guerra di T.roia, lato est miti attici.
Le sculture frammentarie si
trovano nel British Museum di
Londra
Dioniso, Persefone, Demetra, Ebe
Il carro del Sole
sorge ed illumina il
corpo nudo di
Dioniso
Fidia e aiuti, Gruppo di Dioniso,
Demetra, Kore e Artemide, dal
frontone est del Partenone
DIONISIO E LE TRE PARCHE
soffermandoci sulla posa statica di Dionisio posta alla
penultima posizione del frontone, emerge una particolarità
dei frontoni, la disposizione delle figure implicava una
distribuzione del movimento in relazione alla forma
spaziale a disposizione. Di conseguenza il dinamismo
contenuto nelle figure centrali del frontone gradualmente si
stemperava verso la fine
Tutto ciò è confermato dal gruppo scultoreo collocato sul
lato opposto.
La grande novità della scultura di Fidia consiste nella grande ricchezza dei panneggi che, in un
effetto definito di “stoffa bagnata” aderiscono perfettamente al corpo facendone cogliere le
forme.
Hestia
Didone
Afrodite
Il famoso gruppo di Hestia, Didone e Afrodite, si
presentano a noi in uno stato di movimento
molto contenuto:esse stanno risvegliandosi con
una posizione ancora rivolta verso la notte e
gradualmente si volgono verso il centro.
Hestia, seduta a gambe leggermente divaricate
voltata verso destra.
Didone, accoglie Afrodite inclinando un po’ il busto
con il ginocchio piegato nella sua direzione.
Afrodite, è distesa e si appoggia morbidamente sul
corpo di Didone assecondando un moto
ascenzionale.
Partenone, frontone est, cavallo di Selene
(da notare il grande realismo ottenuto con
la cura dei particolari)
cariatide dell‘Eretteo al
British Museum
Loggia delle Cariatidi
 La loggetta – che sorge sul
luogo della mitica tomba di
Cecrope - è sostenuta anziché
da colonne, da sei cariatidi
(sacerdotesse della Caria),
eleganti figure femminili in
lunga veste, che si
appoggiano su una gamba e
tengono le braccia lungo il
corpo.
 Le sei statue sono statiche
senza però essere rigide.
Eretteo - Loggia delle
Cariatidi, 421- 426
a.C.
 La figura umana usata come
sostegno di un elemento architettonico
– trabeazione – e decorazione, è
comune nell’arte greca, soprattutto
nello stile ionico.
La parata dei cavalieri e la
gara dei carri sono mostrati in
tre diversi momenti: alla
partenza, nel massimo
impegno della corsa ed
all’arrivo.
Particolari del fregio nord del Partenone, ad
Atene, capolavoro dello scultore e architetto
greco Fidia (490 ca. - 430 ca. a.C.).
I frammenti qui riprodotti
fanno parte dei cosiddetti
"marmi di Elgin", collezione
di sculture greche portata a
Londra nel 1806 dal conte di
Elgin e oggi conservata al
British Museum.
METOPE
IL FREGIO IONICO DEL PARTENONE E’
UNA NOVITA’ INTRODOTTA NEL TEMPIO
DORICO.
Il fregio del Partenone comprendeva ben 355
figure e 200 animali, realizzato da cinquanta
scultori nell’arco di 10 anni, contenuto in un
bassorilievo che non supera i 5 cm di
spessore.
Le metope del fregio dorico sono 92,
particolare attenzione meritano alcune
scene tra Lapiti e Centauri, dove si
riconosce la mano di Fidia nel panneggio
ad effetto bagnato nelle vesti indossate
dalle donne, ben visibile nella metopa
del centauro che rapisce una lapitessa.
Fidia ed aiuti
Centauro che rapisce una lapitessa
Metopa lato Sud del Partenone
Marmo altezza 120 cm
447 – 442 a. C
Londra , British Museum
LA CRISI
Nel IV secolo a. C. la Grecia iniziò una parabola discendente; gli artisti non furono più
interessati a rappresentare la potenza delle divinità e il vigore degli eroi, i soggetti erano
tratti dalla realtà quotidiana.
Nella scultura questo passaggio è rappresentato da treartisti:
Skopas, Prassitele e Lisippo.
SKOPAS,
operò in Attica, nel
POLOPONNESIO ED IN Asia
Minore, creando sculture in
marmo famose per la loro carica
espressiva.
Tra le opere più famose
ricordiamo la statua della
Menade, Pothos
PRASSITELE
Visse ed operò ad Atene, realizzando sculture a
grandezza naturale, la sua scultura è orientata
verso la rappresentazione dei sentimenti.
LISIPPO
AVVICINARE GLI DEI ALLA REALTÀ E ALLE PASSIONI DEI MORTALI,
E’ il maggior rappresentante della scultura poloponnesiaca, modifica il
canone di Policleto alterandone le proporzioni e le concezioni di
equilibrio esprimendo un senso di instabilità, mediante lievissime
alterazioni di posizione.
SKOPAS
I frammenti scultorei del tempio di Tegea
mostrano il pathos, la drammatica forza
espressiva di Skopas, evidenziata dalla
violenta torsione del busto della famosa
statua della Menade.
La tensione del corpo non esprime
semplicemente il movimento, ma è
rivelatrice del sentimento interno della
figura, dando forma al pathos.
La veste aperta sul fianco fino a scoprire
completamente la gamba rendono con
grande efficacia sia la carica di erotismo
sia l’idea dell’abbandono.
Skopas, Menade danzante
Copia romana in marmo dall’originale
330 a. C. altezza 45 cm
Dresda, Albertinum, Skulpturensammiung
ERMES DI PRASSITELE
Prassitele elabora un nuovo modello
scultoreo caratterizzato da una maggiore
morbidezza e grazia.
L’andamento è sinuoso ed il suo
baricentro spostato rispetto all’asse
verticale.
L’effetto è di equilibrio instabile tale che
la figura per reggersi ha bisogno di un
ulteriore appoggio.
L’impressione è di grande naturalezza,
sono colti in un momento di riposo, la
scena è priva di qualsiasi solennità coglie
la divinità in un momento di grande
umanità
AFRODITE DI CNIDO di Prassitele
prima raffigurazione di una dea
nuda,
Il morbido modellato del corpo dalle
forme perfette, conferisce all’opera
una nota sottilmente sensuale.
Considerata dagli antichi come
l’emblema della bellezza
Lo schema chiastico caro a Policleto viene
trasformato in uno schema detto antitetico, in cui le
membra si flettono secondo una linea a “ s” ne
deriva uno sbilanciamento che rende necessaria la
presenza di un elemento esterno quale l’anfora.
La dea è colta in un momento di intimità, sorpresa
prima o dopo il bagno, si copre pudicamente con la
mano.
Afrodite Cnida
Copia romana in marmo
360 a. C. altezza 215 cm
Città del Vaticano
Museo Pio - Clementino
L‘isippo di Lisippo
L’Apoxyomenos di Lisippo rappresenta
una figura di atleta intento a detergersi
con lo strigigle il sudore dalle braccia, al
termine di una gara.
La figura è in piedi, ferma, ma il gesto di
portare le braccia in avanti è
accompagnato da una torsione ed a un
breve piegamento del busto, sufficienti a
sbloccare la forma della rigidità; il
movimento è lento, ma attuato e,
quindi, espresso.
Apoxyomenos,
copia romana Roma, in marmo
ca 320 a.C.,
Altezza 200 cm
Museo Pio - Clementino
Il TEMPIETTO DI ATENA NIKE
edificato tra il 432 e il 421a.C per
commemora la vittoria di Atene sui
persiani.
dedicato ad Atena Vittoriosa (Nike);
di stile ionico, unisce alla sobrietà
dell’architettura la raffinatezza della
decorazione;
Veduta del tempietto di Atena Nike
è composto da una cella tra due
portici tetrastili - quattro colonne –
Ricostruzione del Tempio di Atena Nike
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