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Plebani Mario 11.02.05
Mario Plebani Università di Padova Treviso, 11 Febbraio 2005 For most of its 40 years the NHS worked with one implicit notion of quality, building on the philosophy that the provision of: well trained staff, good facilities and equipment, was synonymous with high standards A. Halligan, L. Donaldson, 2001 La qualità dell’assistenza non è funzione delle risorse investite in ambito sanitario, né il mero risultato della competenza e abilità dei singoli professionisti. La qualità dell’assistenza, di fronte alla crescente complessità del sistema, dell’uso sempre maggiore di tecnologie e dell’innovazione continua, delle nuove esigenze dei pazienti e dei cittadini, non nasce spontaneamente, non dipende esclusivamente dai singoli operatori, è il risultato di specifiche scelte di politica sanitaria, necessita di una forte governance. La qualità dell’assistenza è quindi il risultato finale di un complesso intreccio di fattori, che riassumono le capacità di governo di un sistema sanitario, il grado di razionalità nell’uso delle risorse disponibili, le sue capacità di controllo delle innovazioni biomediche e, infine, la sua capacità di indirizzare i comportamenti individuali verso scelte diagnosticoterapeutiche efficaci ed appropriate. Roberto Grilli, 2004 “A framework through which NHS organisations are accountable for continuously improving the quality of their services and safeguarding high standards of care by creating an environment in which excellence in clinical care will flourish” 1998 A First Class Service - a new framework - An attempt to bridge the professional approaches of quality assessment and clinical audit with previous managerial quality assurance improvement. approaches of and quality CClinical governance, by making chief executives accountable for quality, has been a powerful influence for the introduction of systematic processes and systems to monitor care and thus assure the quality of care patients receive. Lugon M, Scally G. Clinical Governance Bulletin, 2000 Precisa definizione della catena di responsabilità all’interno dell’Istituzione. Un programma sistematico per il miglioramento della qualità che partendo dall’analisi e monitoraggio dei processi assistenziali valorizza l’audit clinico, la implementazione-diffusione di linee-guida, lo sviluppo del personale come strumenti di miglioramento continuo Precise politiche per la gestione del rischio clinico, per l’identificazione e correzione delle pratiche poco professionali, monitoraggio dei processi assistenziali integrati con programmi di valutazione e miglioramento della qualità. Gestione del rischio clinico Organizzazione Dipartimentale Formazione ed Aggiornamento Continuo (CPD) Percorsi Diagnosticoterapeutici Audit clinico Efficacia clinica 1. 2. 3. 4. 5. 6. Efficacia clinica Sviluppo professionale continuo Gestione del rischio clinico Organizzazione dipartimentale Percorsi diagnostico-terapeutici Qualità del servizio • A key element in clinical governance is the emphasis on a culture that values lifelong learning and the part it plays in improving quality. Un insieme di tecniche e di programmi di intervento che combina gli approcci manageriali e quelli più specificamente professionali alla valutazione e alla promozione continua della qualità dell’assistenza e comprende audit clinico, gestione del rischio e formazione permanente. Francesco Taroni Parte del sistema di governo delle aziende sanitarie con il compito di rappresentare la loro componente clinico-assistenziale e l’obiettivo di valorizzare la “missione” originaria di queste particolarissime aziende. Francesco Taroni La Clinical Governance è oggi generalmente giudicata l’ennesimo strumento tecnocratico per assicurare al governo centrale il controllo dell’attività assistenziale. Francesco Taroni This requires implementation of a model which recognizes clinicians’ central role in the design, provision, and improvement of care. The model must also be structured to change how clinical work is conceived, performed, and organised. PG Degeling, S Maxwell, R Iedema, DJ Hunter, BMJ 2004; 329: 679-81 Because clinicians are at the core of clinical work, they must be at the heart of clinical governance. Recognition of this fact by clinicians, managers, and policy makers is central to reestablishing “responsible autonomy” as a foundation principle in the performance and organisation of clinical work. PG Degeling, S Maxwell, R Iedema, DJ Hunter, BMJ 2004; 329: 679-81 In aggiunta alla preparazione tecnico-professionale, che rimane il core del proprio impegno e della propria identità inscindibilmente legata alla formazione permanente, i professionisti si rendono disponibili a: 1) Identificare ed esplicitare le attività coinvolte nei processi di erogazione delle prestazioni assistenziali, presidiandone i punti critici che espongono maggiormente al rischio clinico 2) Operare il monitoraggio delle proprie prestazioni in rapporto agli outcome clinici secondo principi di valutazione professionalmente condivisi (audit) 3) Rivisitare e migliorare i percorsi diagnosticoterapeutici (Integrated Clinical Pathways), assicurando che siano: realmente centrati sui bisogni dei pazienti aderenti ai principi della pratica multiprofessionale, basati sulle evidenze e gli sviluppi scientifici, attraverso la ricerca di trasferimento (translational research) 4) Condividere obiettivi e progetti aziendali in un clima di fiducia reciproca che recuperi e declini all’interno degli obiettivi di budget gli indicatori di buongoverno clinico. M. Plebani e ML. Chiozza, 2004 Stiamo facendo le cose appropriate? Per il paziente appropriato? Nei tempi appropriati? Le stiamo facendo in modo corretto? Stiamo seguendo l’evoluzione scientifica ed aggiornando le nostre conoscenze e capacità per mantenere il livello e la qualità della “best clinical practice”? L’Educazione Continua come responsabilità condivisa La caratteristica principale che distingue i professionisti da altri tipi di lavoratori è la CONSAPEVOLEZZA DELLA PROPRIA RESPONSABILITA’ nel mantenere aggiornate le proprie conoscenze tecnico-professionali. L’Educazione Continua come responsabilità condivisa La responsabilità nel campo dell’educazione continua è RESPONSABILITA’ CONDIVISA dove organizzazione e professionista giocano entrambi un proprio ruolo e integrano compiti e ruoli Responsabilità dell’organizzazione e del professionista nell’educazione continua Responsabilità Organizzazione Professionista 1. Scelta dei contenuti formativi Programma sulla base delle esigenze generali Seleziona gli eventi capaci di migliorare le proprie conoscenze ed abilità 2. Scelta dei metodi di addestramento Pianificazione annuale Scelta individuale all’interno delle varie opportunità 3. Documentazione Documenta di tutte le iniziative Fornisce all’organizzazione documentazione delle attività alle quali ha partecipato 4. Mantenimento della competenza Valuta la competenza dei singoli e, nel caso, predispone piani per correggere le deficienze Fornisce dimostrazione delle proprie competenze e partecipa ad iniziative “correttive” 5. Finanziamento Finanzia le iniziative obbligatorie Può contribuire alle spese per ulteriori iniziative educative 6. Risorse temporali Garantisce che l’attività obbligatoria avvenga durante l’orario di lavoro Può partecipare ad altre iniziative fuori-orario 7. Sede dell’addestramento Organizza gli eventi obbligatori in sede Partecipa anche ad eventi fuori sede Progetto per strumenti per: fornire ai professionisti gli Mantenere e migliorare le conoscenze tecnicoprofessionali Comprendere il contesto organizzativo nel quale operano Migliorare le capacità di comunicare e lavorare in team Gestire il rapporto medico-paziente anche nel contesto di un sistema che si modifica continuamente Migliorare i meccanismi di trasferimento delle conoscenze scientifiche e del technology assessment L’obiettivo è fare in modo che le persone che operano nel Sistema Sanitario possano assicurare il massimo contributo, come singoli e collettivamente, per il miglioramento continuo della qualità. Progetto articolato a tre livelli: 1) Sistema di accreditamento delle attività formative nel contesto istituzionale dell’ECM 2) Valorizzazione di metodi e tecniche di apprendimento appropriati, specialmente utilizzando la formazione sul campo e l’e-learning 1) Accesso diffuso e con capacità critica alla documentazione scientifica Terremoto culturale Risveglio di molti “attori”, in particolare delle Società Scientifiche Contributo personale alla formazione e al miglioramento Focalizzazione sulla formazione residenziale Burocratizzazione Business Assenza di analisi dei reali “bisogni” del personale Ritardi nella regionalizzazione e nell’avvio della formazione sul campo Mancata valutazione degli esiti e del ROI Valutazione reale delle prestazioni (al banco di lavoro) Valutazione simulata delle prestazioni Applicazione della conoscenza alla soluzione dei problemi Conoscenza Essenzialmente legato a tre fattori: 1) Esistenza di concreti e specifici problemi da risolvere 2) Possibilità di utilizzare metodi e tecniche didattiche che permettono un elevato grado di interattività e coinvolgimento diretto 3) Contesti organizzativi favorevoli, interessati alla formazione in quanto fattore positivo di evoluzione. JJ Guilbert Affronta temi di carattere generale Utilizza metodi didattici passivi È lontana dal contesto organizzativo nel quale operano i partecipanti …..postgraduate learning tending to be driven by self motivation and relevance to clinical practice, whereas undergraduate learning is generally driven by external factors such as curriculum and examinations. …improvements in skills, attitudes, and behaviour come about when teaching is integrated into clinical practice; standalone courses bring about no change. A Coomarasamy, KS Khan. BMJ 2004; 329: 1017-9 Formazione interna realizzata dalla struttura formazione per AOPD e ULSS 16 AA 2003-04 Anno Corsi Partecipanti Ore Media ore 2003 69 5.483 102.929 18 2004 76 7.626 112.878 15 Aumentano i corsi, i partecipanti, il monte orario della formazione interna organizzata su progetti aziendali. Percezione dell’ECM: - prime valutazioni 9. PARTECIPAZIONE PER LA SOLA ACQUISIZIONE DEI CREDITI 18% I crediti sono una fonte di preoccupazione. 21% SPESSO QUALCHE VOLTA MAI 61% 8. ATTEGGIAMNETO RISPETTO A L'OBBLIGATORIETA' DELL'ACQUISIZIONE DEI CREDITI 26% 27% NECESSARIO INUTILE SIGNIFICATIVO DI SCARSA FIDUCIA 47% I sistema dei crediti non raccoglie consensi Percezione dell’ECM: - prime valutazioni* 3. PARTECIPARE AGLI EVENTI FORM ATIVI STIM OLA LA RIFLESSIONE SUL PROPRIO M ODO DI OPERARE 6% 5% SI La Formazione stimola la riflessione NO NON SA' 89% 4. HA MODIFICATO IL MODO DI OPERARE DOPO AVER PARTECIPATA AD UN EVENTO FORMATIVO 10% 11% La Formazione, da sola, modifica poco il comportamento SEMPRE QUALCHE VOLTA MAI 79% * Campione di 200 Infermieri Percezione dell’ECM: - prime valutazioni - 6. PREFERENZA SULLA METODOLOGIA FORMAT IVA 1 ALTRO 45 FORMAZIONE SUL CAMPO 3 LETTURA DI ARTICOLI SCIENTIFICI 6 FAD 38 CORSI A PICCOLI GRUPPI 13 LEZIONI FRONTALI 20 CONFERENZA CON ESPERTI 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 La Formazione sul campo, a piccoli gruppi, è la più apprezzata Il caso dolore: - impatto sull’operatore G ra f ic o 1.1 23% Il 77% degli intervistati ha partecipato al Corso di Formazione 77% si no Il 79% degli intervistati non utilizza mai la scheda di monitoraggio del dolore Il caso dolore: - impatto sull’operatore Grafico 7a 80 72 70 63 60 P re f e ris c o c hia m a re il m e dic o 53 50 44 44 Il pa zie nt e e s c e da lla S .O . s e nza s c he da 40 30 17 20 10 0 6 6 0 0 A S o t t ra e t ro ppo t e m po a ll'a s s . inf . 6 6 0 0 B N o n inf luis c e s ul po s t o pe ra t o rio 20 13 7 7 0 D 1313 66 0 E Sono diversi i motivi di non utilizzazione della scheda M a nc a nza di c o nt inuit à ne l pro ge t t o N o n c 'è c o lla bo ra zio ne ne l s uo ut ilizzo La letteratura sul cambiamento indica che -i livelli di cambiamento sono diversi e richiedono approcci diversi -le difficoltà e gli ostacoli al cambiamento sono di natura composita -le strategie da porre in atto sono molteplici (mix) e vanno disegnate caso x caso -la formazione, per essere efficace, deve basarsi sull’analisi dei processi clinici e organizzativi e quindi sul rilevamento dei bisogni e sulla valutazione quali e quantitativa. The success of a health-care institution should be judged by the clinical outcomes it produces. One of the most important factors that determines these clinical outcomes is the organisational culture in which people work and interact. A robust set of cultural indicators may provide a tool with which to distinguish the promises inherent in well meaning vision statements from reality. R. Hittinger and LP Fielding, 2004 “ Le persone in occidente non sono mai vissute così a lungo, non sono mai state così sane e l’efficacia della medicina ufficiale non è mai stata così grande. Nessuno può mettere in dubbio i passi in avanti della conoscenza e della tecnologia degli ultimi cinquant’anni. La medicina ha salvato più vite in questo periodo che in tutta la sua storia….e paradossalmente la medicina moderna non ha mai attirato su di sé tanti dubbi e critiche come oggi”. Roy Porter, 1996