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Diapositiva 1 - Balbi Valier

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Diapositiva 1 - Balbi Valier
Scuola Secondaria Primo Grado
Balbi Valier – Pieve di Soligo
Arte e Immagine
Prof. Fabio Lucchetta
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La storia
Origini: epoca romana (I secolo A.C.)
Nome: Trento, dal latino Tridentum, si fa risalire ai tre monti (Bondone, Calisio,
Marzola) o ai tre colli (Sant'Agata, San Rocco, Verruca) che circondano la città, la
cui disposizione suggerisce la forma di un tridente (ma si tratta di una leggenda).
Trento era un importante snodo viario per la presenza nel suo territorio della Via
Claudia Augusta, principale via militare verso nord.
Invasa dai barbari, dopo il dominio longobardo entrò nella sfera di influenza
germanica.
Nel 1027 venne istituito il Principato vescovile di Trento, che durò fino al 1803.
La città conobbe il suo periodo d'oro all'inizio del XVI secolo: tra il 1514 e il 1539
il Principato fu retto da Bernardo Cles, uomo politico, cardinale, studioso e
mecenate, che si impegnò in una generale ristrutturazione della città in chiave
rinascimentale, che caratterizza ancora oggi le strade del centro storico.
Tra il 1545 e il 1563 Trento fu sede del Concilio che avviò la Controriforma.
In quegli anni la città divenne una vera e propria capitale europea con corti e
delegazioni da tutta la Cristianità.
Negli anni a cavallo tra Settecento e Ottocento la città passò prima ai francesi
e poi agli Asburgo (Austria).
A metà dell'ottocento venne costruita la nuova ferrovia del Brennero che fece
deviare il fiume Adige nell'attuale corso.
Trento divenne italiana solo dopo la prima guerra mondiale (1918).
Nel 1947 l'Assemblea costituente istituì la Regione autonoma a statuto speciale
Trentino-Alto Adige. Oggi, capoluogo amministrativo, sede di università e istituti
di ricerca, ricca di iniziative culturali e spettacoli, Trento è “destinazione
turistica culturale di frontiera”, ponte tra l'Italia e l'Europa, tra tradizione e
innovazione.
http://www.raiscuola.rai.it/articoli/trento/5071/default.aspx
Il Concilio
Nessun avvenimento storico ha segnato tanto profondamente l'identità
civica di Trento quanto il XIX Concilio Ecumenico, indetto dalla Chiesa
di Roma il 13 dicembre 1545 e conclusosi solennemente, dopo due
interruzioni e alterne vicende, il 4 dicembre 1563.
Trento era stata scelta come sede conciliare già nella bolla di indizione
del 1542, quando papa Paolo III la definì “sito comodo, libero e a tutte
le Nazioni opportuno”. La sua posizione geografica la rendeva infatti un
ideale ponte tra l'Italia e il mondo tedesco, mentre il suo peculiare
statuto politico – una città governata da un vescovo vassallo
dell'imperatore – offriva garanzie sia al Papato sia all'Impero.
La straordinaria assise, che negli auspici doveva tentare di riconciliare
le Chiese riformate di Germania con la Santa Sede, si concluse, in
questo senso, con un nulla di fatto, ma condusse a una profonda
riforma interna della Chiesa cattolica. Per almeno due secoli i decreti
tridentini esercitarono un'influenza decisiva non solo sulla vita religiosa,
ma anche sulla cultura e su molti aspetti del vivere civile dell'Europa
cattolica.
Da 9’20’’ a 11’20’’ circa
http://www.raistoria.rai.it/articoli-programma/la-chiesa-del-500-tra-concilio-e-inquisizione/23497/default.aspx
La Chiesa trionfante schiaccia l'eresia, sullo sfondo del
Concilio di Trento (1588). Dipinto di Pasquale Cati
Lato orientale della cattedrale di San Vigilio a Trento in una stampa del
XIX secolo, cioè di tre secoli successiva al momento del Concilio, ma
sostanzialmente fedele a quella originale dell'epoca.
A spasso per il centro di Trento
http://www.youtube.com/watch?v=nwJxeZrg2Uk
Castello del Buonconsiglio - Castelvecchio
E' la parte più antica del Castello del Buonconsiglio.
L’edificio, eretto verso la metà del XIII secolo, ingloba la più antica torre
cilindrica detta impropriamente Torre d’Augusto. Dal 1255 al 1796 fu residenza
dei principi vescovi della città e sede del consiglio aulico, l’organo di governo
vescovile, donde il nome di “Buonconsiglio”.
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Castello del Buonconsiglio - Torre dell'Aquila
Eretta sopra l’omonima porta, che si apriva nella cinta
muraria della città mettendola in comunicazione con
la Valsugana, la torre è nominata per la prima volta in
un documento del 1290.
Sopra l’arco della porta sono dipinti i santi Vigilio e
Giorgio unitamente alle insegne araldiche del
principe vescovo Giorgio Neydeck: l’affresco risale al
1513 ed è opera di Girolamo da Bamberga, come si
legge nel sottostante cartiglio. A lato, lo stemma di
Bernardo Cles datato 1520 documenta un ulteriore
intervento decorativo.
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78h,95.91t/data=!3m4!1e1!3m2!1sZXDr3y72jIeWA3Zbitjp_A!2e0
Castello del Buonconsiglio - Magno Palazzo
Disposto a ridosso delle antiche mura urbiche, fu la
residenza del cardinale Bernardo Cles (1485-1539),
che lo fece edificare, accanto al Castelvecchio, tra il
1528 e il 1536, anno in cui venne ufficialmente
inaugurato.
Durante il Concilio i cardinali Cristoforo e Ludovico
Madruzzo ospitarono in castello alti prelati e
ambasciatori e allestirono nel Magno Palazzo e nei
giardini cerimonie e banchetti.
Chiesa di S. Pietro
Facciata marmorea policroma di un
convinto
neogotico
di
impronta
veneziana
Casa - torre Negri
L'edificio
a
torre,
di
impianto
medioevale, apparteneva ai Negri di
San Pietro, di cui permane l'insegna.
I lavori di rinnovo della facciata, tesi a
eliminarne l’aspetto fortificato non più
consono alle esigenze dell’epoca,
avvennero nel 1546, come attesta una
data nel sottotetto.
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Chiesa di San Francesco Saverio
La chiesa fu costruita dai Gesuiti tra il 1708 e il 1711.
La facciata è caratterizzata da un grandioso
finestrone centrale, dal portale sormontato da un
timpano spezzato e dalle statue dei santi gesuiti. Le
elaborate decorazioni architettoniche dell'interno dovute al nipote del Pozzo, Carlo Gaudenzio
Mignocchi - sono da considerare uno dei massimi
esiti dell'arte barocca della città.
Palazzo Thun
II palazzo è una delle più significative residenze gentilizie della città.
Per quattro secoli, a partire dal 1454, fu proprietà della famiglia Thun, il cui stemma
campeggia sugli spigoli della facciata e sulla chiave d’arco del portale. Il
prospetto sull’antica via Larga presenta tracce di una decorazione a finto
bugnato.
Fu utilizzato per alcune congregazioni nella fase finale del Concilio di Trento,
quando ospitò i cardinali legati Ercole Gonzaga e Giovanni Morone.
E' visitabile solo il cortile interno. Cappella Vantini e Torre Mirana, che fanno parte
dell'edificio, vengono aperte in occasione di mostre ed eventi.
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Palazzo Quetta Alberti-Colico
La facciata è caratterizzata dalla
sovrapposizione
di
affreschi
cinquecenteschi a preesistenze
quattrocentesche.
Palazzo Geremia
L'edificio, costruito a cavallo tra XV
e XVI secolo, si segnala come uno
dei
primi
esempi
compiuti
dell'architettura
rinascimentale
trentina e anticipatore dei molti
palazzi di epoca clesiana.
In evidenza temi storico-morali
quali: l'incontro di Massimiliano I
con la cittadinanza, la ruota della
Fortuna, Marco Curzio a cavallo, il
sacrificio di Muzio Scevola e
Lucrezia.
Piazza Duomo
Il cuore della città
Se nella Trento moderna rimangono ancora gli assi stradali principali della
città romana, le vie Belenzani e Manci, la città medievale è cresciuta
attorno a piazza Duomo, che ancora oggi costituisce il fulcro della vita
cittadina. La monumentale piazza, al centro della quale venne collocata
nel 1769 la fontana del Nettuno, opera di Francesco Antonio Giongo, è
chiusa ai lati dal Duomo di San Vigilio, dal Palazzo Pretorio e da una serie di
case dipinte. Tra queste, le due Case Cazuffi-Rella, all'angolo di via
Belenzani, furono sistemate nelle forme attuali nel corso del '400 e poi
decorate con affreschi tra il 1531 ed il 1533. Al numero 24, in posizione
arretrata rispetto alle altre, è la Casa Balduini, medievale, con affreschi in
parti a fregi e arabeschi e in parte più antichi. In una delle case della
piazza, indicata da una lapide, nacque Cesare Battisti.
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Casa Cazuffi e Rella
Le due case, impostate su un tracciato poligonale e rette dai massicci pilastri del
portico, presentano un complesso ciclo pittorico cinquecentesco che si svolge
su diversi piani.
Sulla facciata di sinistra, sono raffigurati personaggi e scene della mitologia
classica: in alto Gerione e le allegorie della fortuna, dell'Occasione e della
Nemesi; in basso Damocle alla mensa del tiranno Dionigi. Su quella destra i temi
della Virtù, del Tempo, i Trionfi dell'Amore, Apollo ed Abbondanza. Culminanti
idealmente nella Scala della Virtù, e commentati dai cartigli in latino, sono da
considerare come un «libro morale» aperto sulla piazza, ispirato alla cultura
emblematica rinascimentale.
Fontana dell'Aquila
La fontana, situata in Piazza del Duomo di Trento, è
sormontata da un'aquila di pietra, la stessa
rappresentata nello stemma della città, intenta a
sprimacciarsi. La fontana fu progettata inizialmente
dall'ingegnere Leonardi, ma fu portata a termine nel
1850, su progetto definitivo mentre quello definitivo
appartiene a Stefano Varner.
All'aquila di pietra è legata una curiosa leggenda: un
uomo di Sardagna condannato ingiustamente a morte
prima di salire sul patibolo, davanti alla Torre Civica, vide
un'aquila volteggiare e gridò "L'aquila diventi di pietra se
io sono innocente". L'aquila si tramutò in pietra, l'uomo fu
liberato, ed essa rimase nel luogo ove si era posata
prima di mutarsi in pietra.
La fontana del Nettuno
Costruita da Francesco Antonio Gionco nel 1769.
La statua del Nettuno è una copia in bronzo, l’originale, a
causa dei danni subiti nel tempo è stata spostata
all'interno del cortile di Palazzo Thun.
I motivi che hanno portato alla scelta del Nettuno come
soggetto per la fontana non sono noti alcuni ipotizzano
che la scelta del soggetto sia dovuta all'assonanza
dell'antico nome di Trento, Tridentum, e il tridente di
Nettuno.
Torre Civica e Palazzo Pretorio
La parte orientale della piazza del Duomo è dominata dalla prima residenza
vescovile, detta in seguito Palazzo Pretorio, e dalla Torre di Piazza, detta anche
Civica perché simbolo del potere comunale.
Edificata a partire dall’XI secolo, la torre sorge sui resti della porta romana che si
apriva sulla via Claudia Augusta, la “Porta Veronensis”, i cui resti sono visibili nello
spazio archeologico sotterraneo.
Durante le feste del Concilio e in occasione del passaggio di grandi personalità la
torre veniva illuminata e dalla sua sommità si sparavano salve di artiglieria e fuochi
d'artificio.
Il palazzo, residenza vescovile fino alla seconda metà del XIII secolo, deve il suo
aspetto attuale ai lavori di restauro novecenteschi che eliminarono gli adattamenti
dei secoli precedenti riportandolo emblematicamente alla fase medievale. Dal 1963
è sede del Museo Diocesano Tridentino, che ospita nelle proprie collezioni importanti
testimonianze figurative relative al Concilio di Trento.
Cattedrale di San Vigilio
http://www.medioevo.org/artemedievale/Pages/TrentinoAltoAdige/DuomodiTrento.html
Insigne tempio romanico a tre navate, la cattedrale è uno scrigno di arte sacra
con testimonianze pittoriche e scultoree dall’età paleocristiana al XIX secolo, tra
cui spiccano pregevoli affreschi trecenteschi e dipinti su tela rinascimentali e
barocchi.
La facciata è dominata da un grande rosone e da un magnifico portale
strombato. Sul fianco settentrionale, che chiude la piazza del Duomo, si imposta
un elegante protiro romanico sorretto da leoni stilofori, integrato da elementi gotici
e rinascimentali. In capo al transetto si apre un secondo rosone con l’immagine
della ruota della Fortuna. Le lunette dei portali, i pilastri, i capitelli e gli altri elementi
architettonici sono ornati da un ricco apparato plastico realizzato nell’arco di un
secolo da diverse maestranze intelvesi e comacine, a partire da quel maestro
Adamo d’Arogno che nel 1212 assunse la direzione della fabbrica sotto il governo
del principe vescovo Federico Vanga.
Il Concilio di Trento si aprì in cattedrale il 13 dicembre 1545. Nel coro si tennero le
sessioni della prima e della seconda fase del Concilio.
Sul prospetto meridionale si imposta la barocca Cappella del Crocifisso, a pianta
quadrata con cupola, elevata tra il 1682 e il 1687 dal principe vescovo Francesco
Alberti Poja per ospitare il grande crocifisso ligneo davanti al quale furono
proclamati i decreti del Concilio.
Sempre in Cattedrale si svolsero varie cerimonie ufficiali, come il conferimento
della berretta cardinalizia a Ludovico Madruzzo, il 20 aprile 1561. Il sinodo fu chiuso
solennemente in Duomo il 4 dicembre 1563 e il giorno seguente i 217 padri si
avvicendarono sull'altare maggiore per apporre la loro firma sugli atti conciliari.
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Cattedrale di San Vigilio – l’interno
All’interno del duomo di Trento possiamo ammirare la sapiente fusione del
tardo romanico con il gotico.
L'interno della cattedrale è a tre navate molto slanciate su pilastri polistili che
sorreggono le volte a crociera.
I pilastri sorreggono archi a tutto sesto e a doppia ghiera; sul lato interno della
navata delle semicolonne salgono sino al livello delle cupole costolonate della
copertura.
Al principio delle navate laterali due scale rampanti
tagliano trasversalmente le pareti, con funzione di
muovere e di articolare il muro, allargando così lo
spazio.
I bracci del transetto sono costituiti da una singola
campata coperta con volta a costoloni; il braccio
settentrionale è aperto dal rosone della Fortuna.
La cupola a ombrello su trombe è opera del XV secolo.
La zona del presbiterio e del coro è sopraelevata di alcuni gradini rispetto alla
navata, e al centro spicca in tutta evidenza il grande baldacchino barocco,
che riprende l’idea di quello del Bernini, andando ad occupare in altezza gran
parte dello spazio sotto la cupola. Proprio sotto il baldacchino è collocato
l’altare maggiore, eretto con la mensa rivolta anche verso il popolo.
Proprio sotto l’altare, in epoca recente, è stata collocata un’urna gotica
rivestita di squame in pietre dure, nella quale sono state poste le spoglie di San
Vigilio.
Duomo di San Vigilio.
Basilica S. Pietro a Roma
Basilica di Santa Maria Maggiore
Edificata tra il 1520 e il 1524 su commissione del principe vescovo Bernardo Cles,
la chiesa sorge sui resti dell’ecclesia paleocristiana.
A partire dal 13 aprile 1562 in Santa Maria si tennero le congregazioni della terza
fase del Concilio, quella conclusiva. A tale scopo venne allestita nella navata una
tribuna ad emiciclo in legno, documentata da dipinti e incisioni.
La facciata fu ridefinita nelle forme attuali dall’architetto trentino Emilio Paor
nell’anno 1900. Nel 1902, a ricordo delle congregazioni generali del Concilio, il
pittore marchigiano Sigismondo Nardi decorò la volta con scene e personaggi
del sinodo tridentino.
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