Slides dott.ssa Ponzellini - Consiglio Regionale della Lombardia
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Slides dott.ssa Ponzellini - Consiglio Regionale della Lombardia
IL RUOLO DELLE AZIENDE NELLA CONCILIAZIONE TRA LAVORO E FAMIGLIA Anna M. Ponzellini Consiglio Regione Lombardia NUOVO WELFARE PER LA CONCILIAZIONE Milano, 18 novembre 2013 Anna M. Ponzellini - 2013 1 La ricerca «Politiche per le famiglie lombarde. Come conciliare lavoro e cura» (Eupolis 2012) 1. COSA SIGNIFICA CONCILIAZIONE LAVORO-FAMIGLIA 2. LO SCENARIO 3. LE POLITICHE DI CONCILIAZIONE IN LOMBARDIA FINO AL 2010 E NEL TRIENNIO 2010-12 4. LE PRATICHE DI CONCILIAZIONE NELLE AZIENDE LOMBARDE 5. QUALCHE CONCLUSIONE E MOLTI PROBLEMI APERTI La ricerca è consultabile sul sito del Consiglio regionale, Ricerche. Il link è: http://www.consiglio.regione.lombardia.it/ricerca/-/asset_publisher/D0vx/content/politiche-perle-famiglie-lombarde-come-conciliare-lavoro-e-cura-2012 Anna M. Ponzellini - 2013 2 Ripartizione della spesa sociale in Europa Tab. 1.1 - Social benefits by function groups (% of total benefits), Eurostat, EssPros (data 2006) EU15 Germany France Italy Sweden United Kingdom Sickness/Health&Disability 36.7 35.3 36.0 32.7 40.9 40.5 Old-age & Survivors 46.0 44.3 44.3 60.5 40.2 44.7 Unemployment 5.7 6.3 6.9 2.0 5.5 2.4 Family/Children 8.0 11.1 8.6 4.5 9.8 6.1 Housing 2.3 2.3 2.7 0.1 1.7 5.6 Social esclusion n.e.c. 1.3 0.6 1.6 0.2 1.9 0.7 Anna M. Ponzellini - 2013 3 3. Le politiche di conciliazione in Lombardia (fino al 2012) 3.1 Le politiche lombarde per la conciliazione fino al 2010 3.2 Libro Verde e Libro Bianco per la conciliazione 3.3 il Programma regionale per la conciliazione (DGR 381/2010): • Reti territoriali • Doti per i genitori • Doti per la consulenza alle PMI 3.4 Il welfare aziendale e interaziendale (DGR 2055/2011) 3.5 Le politiche dei tempi delle città Anna M. Ponzellini - 2013 4 Il ruolo delle aziende nel favorire l’equilibrio lavoro-vita dei loro dipendenti (I) DAL 1990 AL 2005 UNO SFORZO MOLTO CONTENUTO • Ben poche misure e solo nelle grandi imprese. • Lombardia comunque la regione pilota in di queste sperimentazioni. • L’approccio al tema del WLB resta sul piano prevalentemente della tutela: i destinatari sono le madri (più raramente genitori) di bambini piccoli, lavoratori con familiari malati o disabili o non-autosufficienti. • Misure prevalenti: servizi aziendali , bonus per il pagamento dei servizi, permessi. L’organizzazione aziendale e il sistema degli orari restano invariati. • Uso dei finanziamenti previsti dalla legge 125/1991 e dall’art.9 della legge 53/2000 • L’Italia ai livelli più bassi per part time volontario, flessibilità giornaliera e settimanale e lavoro a distanza (Eurostat 2011). Anna M. Ponzellini - 2013 5 Il ruolo delle aziende nel favorire l’equilibrio lavoro-vita dei loro dipendenti (II) NEGLI ULTIMI ANNI E NELLA CRISI Il WLB è diventato una delle priorità per la competitività e la produttività Il nuovo approccio al WLB è quello di generare «valore condiviso» (Kramer e Porter 2011), quindi per esempio: - per le aziende, ridurre l’assenteismo (di chi ha figli piccoli) e non disperdere l’investimento in capitale umano (le donne che non riescono a conciliare lasciano il lavoro) - per i dipendenti, usufruire di servizi e aiuti per la cura, migliorare il proprio benessere e ridurre lo stress della vita lavorativa Anna M. Ponzellini - 2013 6 Il ruolo delle aziende nel favorire l’equilibrio lavoro-vita dei loro dipendenti (III) Le nuove misure si collocano su tre grandi piani: 1. Sistemi organizzativi che prevedono orari flessibili e modalità di lavoro a distanza permesse dalle nuove tecnologie 1. Schemi di welfare aziendale che prevedono servizi a carattere socio-educativo e altre forme di supporto aziendale in denaro o in natura 1. Un nuovo approccio HR per la gestione dei congedi di maternità e per il reinserimento lavorativo Anna M. Ponzellini - 2013 7 Punti di forza e difficoltà in questo scenario Il welfare pubblico è in affanno e le amministrazioni locali sono in difficoltà alla creazione di nuovi servizi di cura ma il mondo delle imprese é disponibile a giocare la sua parte, nello spirito della sussidiarietá Le grandi imprese si stanno muovendo prevalentemente di propria iniziativa ma La gran parte delle aziende lombarde è di dimensione medio-piccola, di conseguenza: - sente particolarmente il peso dei costi legati alla maternità (costi salariali aggiuntivi, costi organizzativi per sostituzione, costi di reinserimento) - possiede più limitate competenze manageriali per l’introduzione dell’innovazione organizzativa e gestionale Anna M. Ponzellini - 2013 8 Regione Lombardia ha fatto fronte alla conciliazione tenendo presente risorse e difficoltà delle aziende 1. Un servizio di consulenza alle PMI (sotto i 250 dip.) Previsto dal Programma regionale per la conciliazione, 1.500.000 euro di finanz., con scadenza 31 maggio 2012 (successivamente sará rifinanziato). In capo alla DG Occupazione. Un esperto direttamente in azienda per la definizione di: a) piani di congedo (2 gg. di consulenza) b) piani di flessibilitá (da 5 a 7 gg. a seconda della dimensione aziendale) Qualche risultato: 107 aziende ammesse 70% sotto i 50 dip. 90% piani di flessibilitá (o flessibilitá piú congedo) molto diversa la risposta delle province (40% MN) poche aziende manifatturiere, molte cooperative Anna M. Ponzellini - 2013 9 Regione Lombardia ha fatto fronte alla conciliazione tenendo presente risorse e difficoltà delle aziende 2. La sperimentazione del welfare aziendale e interaziendale (imprese fino ai 250 dip.) Previsto dal DGR n. 2055 (28 luglio 2011), 5milioni di finanz., 200mila max per progetto, durata 2 anni. In capo alla DG Famiglia. Obiettivi: • Creare un modello di conciliazione lombardo • Sostenere la contrattazione di secondo livello (per progetti interaziendali) • Realizzare l’integrazione tra welfare aziendale e territoriale Primi risultati • La maggior parte di progetti prevede interventi di welfare integrati (territorio e aziende), sostenuti dalle Reti territoriali Anna M. Ponzellini - 2013 10 Conclusioni e problemi aperti Dalle politiche analizzate – meglio si potrá giudicare dopo la seconda tornata dei provvedimenti - emerge con chiarezza un modello lombardo di conciliazione In questo modello: • Il ruolo delle imprese, a integrazione del welfare pubblico, é in primo piano • é correttamente valorizzata la dimensione della PMI, la piú diffusa in Lombardia • le parti sociali sono direttamente chiamate in causa • si riconosce l’importanza di collegare la conciliazione alla produttivitá, attraverso il sostegno all’innovazione organizzativa Anna M. Ponzellini - 2013 11 Conclusioni e problemi aperti Nonostante le risorse messe a disposizione dalla Regione per: • sensibilizzare la responsabilitá sociale delle imprese al problema della conciliazione dei propri dipendenti • far crescere la competenza del management in materia di innovazione organizzativa e flessibilitá degli orari di lavoro La risposta delle aziende lombarde, soprattutto di quelle industriali, risulta ancora modesta: comunicazione insufficiente? diffidenza verso il pubblico? L’offerta di consulenza eccessivamente standardizzata Le misure di welfare introdotte per lo piú integrative (supporti di servizio domestico, campi vacanze per i ragazzi, benessere, etc.) e non sostitutive di interventi di welfare pubblico ancora carenti (servizi infanzia e anziani) Anna M. Ponzellini - 2013 12 La partnership tra Regione e imprese per migliorare la conciliazione in Lombardia prosegue • La sperimentazione sia della parte consulenza (Bando Finlombarda per la diffusione di strumenti organizzativi per la conciliazione nelle PMI), sia della parte piani di welfare aziendale (Bando Welfare, in scadenza 31 dic.2013) sta continuando nel 2013-2014 • Dai risultati di queste ulteriori sperimentazioni si potranno trarre conclusioni piú definitive Anna M. Ponzellini - 2013 13