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Diapositiva 1 - Mondadori Education
L’alba di un nuovo mondo L’ultima ondata di invasioni Come all’epoca delle invasioni barbariche, tra il IX e il X secolo l’Europa fu oggetto di scorrerie e invasioni da parte di popolazioni esterne Tre popolazioni premevano da differenti direzioni contro l’Europa: Saraceni (da sud) Ungari (da est) Scandinavi (da nord) I Saraceni Con il nome di “Saraceni” venivano designati in occidente i pirati musulmani che, senza ambire a conquiste territoriali, compivano razzie nel Mediterraneo Presero le mosse dalle coste dell’Africa, della Spagna e della Sicilia e si insediarono in Sardegna, in Corsica e nelle Baleari In Puglia, Campania e Provenza stabilirono basi per compiere saccheggi nell’interno Assalto di Saraceni, affresco del monastero di Sucevita in Romania (XVI sec.) Nella penisola iberica e nell’Italia meridionale attuarono invece un vero e proprio processo di espansione territoriale In Spagna diedero vita al califfato di Cordova; tra l’827 e il 902 si impossessarono della Sicilia Gli Ungari Nel IX secolo i confini orientali dell’Europa furono sconvolti dall’arrivo degli Ungari (o Magiari), popoli nomadi di stirpe ugro-finnica provenienti dai monti Urali Penetrarono a più riprese in Germania, Francia e Italia (nel 924 misero a ferro e a fuoco Pavia) Solo nel 955 Ottone I di Germania pose fine alle loro incursioni con la battaglia di Lechfeld Gli Ungari ripiegarono in Pannonia, che da loro prese il nome di Ungheria Il capo ungaro Vajk si convertì al cristianesimo e nel 1000 venne incoronato re con il nome di Stefano, con una corona inviatagli dal papa La battaglia di Lechfeld, miniatura del 1475 Gli Ungari entrarono a far parte del sistema politico europeo I Vichingi I Vichinghi, o Normanni (cioè «uomini del nord»), provenienti dalle regioni scandinave, erano mercanti, navigatori, guerrieri e predoni Durante le loro incursioni si abbandonavano a violenti saccheggi e devastazioni, soprattutto nei confronti dei monasteri Si muovevano lungo le vie d’acqua con imbarcazioni leggere e molto veloci (drakkar); a cavallo si spingevano nell’entroterra Dove si insediarono stabilmente, crearono forti organismi politici che lasciarono tracce durature sull’assetto politico dell’Europa La nave di Oseberg (IX sec.) Verso la fine del IX secolo iniziarono a convertirsi al cristianesimo Norvegesi, Svedesi e Danesi Nel corso delle loro spedizioni (in Francia, Scozia, Irlanda e Inghilterra), i Vichingi norvegesi si insediarono in Islanda e in Groenlandia (996), da dove raggiunsero l’America del nord, da loro chiamata Vinland Vichingi danesi assediano una città francese (XI sec.) I Vichinghi svedesi si diressero soprattutto verso sud-est, dove erano conosciuti con il nome di Vareghi o Rus; tra le formazioni politiche cui diedero vita, la più importante fu il principato di Kiev (882), detto anche Regno di Rus (da cui deriva il nome “Russia”) I Vichinghi danesi si mossero verso l’Inghilterra e la Francia; nel 911 il danese Rollone si accordò con il re di Francia Carlo il Semplice, ricevendone in beneficio i territori sulla foce della Senna, che presero il nome di Normandia («terra dei Normanni») La cristianizzazione degli Slavi Tra IX e X secolo i popoli slavi fondarono diverse entità statali: centri fortificati come Kiev e Novgorod, in Russia (poi occupati dai Vichinghi); la Grande Moravia e la Polonia, in Europa centrale Come Normanni e Ungari, anche gli Slavi furono progressivamente attratti nell’orbita della civiltà cristiana Cirillo e Metodio, affresco (XV sec.) Gli Slavi orientali, i Bulgari e i Serbi mantennero il rito ortodosso Gli Slavi occidentali e gli Slavi meridionali (Croati e Sloveni) restarono legati al cristianesimo romano Nell’863-864 dall’Impero bizantino giunsero in Europa orientale i fratelli Cirillo e Metodio, allo scopo di evangelizzare e stringere legami con gli Slavi contro l’Impero carolingio; Cirillo tradusse la Bibbia e inventò l’alfabeto glagolitico, sostituito poi dal cirillico L’ereditarietà dei feudi maggiori Le incursioni dei Saraceni, dei Vichinghi e degli Ungari contribuirono a indebolire ulteriormente il potere centrale del Sacro romano impero Il vassallaggio, basato su rapporti di dipendenza personale tra il signore e i vassalli, conteneva al suo interno potenti forze disgregatrici Si costituirono innumerevoli nuclei di potere autonomo, che ottennero infine un riconoscimento formale Nell’877 il Capitolare di Quierzy, siglato da Carlo il Calvo, riconobbe l’ereditarietà dei feudi maggiori Carlo il Calvo riceve a Tours un esemplare miniato della Bibbia (IX sec.) Un ulteriore fattore di indebolimento era l’usanza franca (non romana) di spartire il patrimonio regio tra i figli del sovrano L’incastellamento Nel corso del X secolo in diverse zone d’Europa sorsero numerosi castelli e fortezze I fattori all’origine dell’incastellamento furono: incursioni normanne, saracene e ungare lotte tra la nobiltà locale Assalto a un castello, miniatura (XIII sec.) il desiderio di controllare o difendere attività commerciali Da capisaldi difensivi, i castelli divennero progressivamente strumenti di dominio: centri di potere attraverso cui si imposero nuove dinastie locali La teoria dei tre ordini La legittimazione ideologica del feudalesimo era offerta dalla teoria dei tre ordini: essa sanciva la necessità della disuguaglianza e la funzione regolatrice del potere regale Secondo la formulazione del vescovo Adalberone di Laon (947-1030), la società era costituita da tre ordini organizzati dalla Provvidenza: oratores («coloro che pregano») bellatores («coloro che combattono») laboratores («coloro che lavorano») Al vertice si trovava il re, il cui potere sacro garantiva l’equilibrio della società I tre ordini, miniatura (XIV sec.) Ogni categoria svolgeva una funzione specifica: l’ordine sociale dipendeva dalla loro armonica interazione La dinastia di Sassonia Con la fine della dinastia carolingia, il baricentro del potere politico si spostò verso la Germania, dove si era formata una forte aristocrazia militare Dopo la deposizione di Carlo il Grosso (887), in Germania si erano costituiti cinque grandi ducati (Sassonia, Franconia, Baviera, Svevia e Lorena), ai quali spettava il compito di eleggere il sovrano Nel 919 fu eletto re di Germania Enrico I, duca di Sassonia, che riorganizzò militarmente i propri territori e diede inizio a una nuova dinastia imperiale, quella di Sassonia H. Vogel, Enrico viene incoronato mentre caccia in un bosco (1900 ca.) Il regno di Ottone I il Grande Alla morte di Enrico, nel 936, salì al trono suo figlio Ottone I il Grande (936973), il quale nel 955 ottenne sugli Ungari una vittoria decisiva a Lechfeld Per contrastare l’irrequietezza dei feudatari laici che si opponevano al rafforzamento del potere regio, Ottone I si servì di vescovi e abati, concedendo loro ampi feudi e poteri giurisdizionali Rafforzata la propria posizione in Germania, nel 951 Ottone I scese in Italia: sconfitto e deposto il re Berengario II, nel 962 fu incoronato imperatore da papa Giovanni XII Ottone I riceve l’omaggio di alcuni religiosi, miniatura (XIII sec.) Con l’incoronazione di Ottone I, rinasceva il Sacro romano impero, nella persona di un sovrano di nazionalità germanica, che intendeva ridare vigore agli ideali universalistici di Carlo Magno La rinascita dell’impero Rispetto all’Impero carolingio, il nuovo Stato aveva un’estensione territoriale più limitata, espandendosi dalla Germania all’Italia centro-settentrionale Per unificare la penisola italiana, Ottone I fece sposare il figlio (il futuro Ottone II) con la principessa bizantina Teofano, che avrebbe recato in dote i territori dell’Italia meridionale Nel 962 Ottone I emanò il Privilegium Othonis Riconosceva al papato le donazioni ricevute dagli imperatori carolingi Subordinava la consacrazione del papa all’approvazione dell’imperatore L’Impero da Ottone II a Ottone III Il regno di Ottone II (973-983) fu caratterizzato dall’influenza politica della moglie Teofano e dalle infelici scelte militari, tra cui la disastrosa campagna contro gli Arabi per la riconquista dell’Italia meridionale (981) Ottone III (983-1002) sognò di far rivivere l’antico Impero romano: riportò la sede imperiale a Roma, si presentò come nuovo Costantino e innalzò al papato il suo precettore Gerberto d’Aurillac con il nome di Silvestro II. Ottone III, miniatura (X sec.) Il progetto universalistico suscitò ostilità nell’aristocrazia sia tedesca sia romana: Ottone III dovette fuggire da Roma Silvestro I era stato il pontefice a cui si attribuiva il battesimo di Costantino e colui al quale lo stesso imperatore avrebbe fatto la famosa (falsa) donazione, che prevedeva la cessione alla Chiesa di tutto l’Impero occidentale La dinastia di Franconia La dinastia di Sassonia si estinse nel 1024 con la morte del successore di Ottone III, Enrico II, che si era dedicato al rafforzamento del suo potere in Germania. Nel 1024 fu eletto re di Germania Corrado II il Salico, che diede inizio alla dinastia di Franconia: fu imperatore dal 1027 al 1039 Corrado II (al centro), miniatura (XIV sec.) Cercò di ristabilire l’autorità imperiale in Italia, dove il partito filo-imperiale doveva fronteggiare l’ostilità dei feudatari minori e le prime spinte autonomistiche delle realtà cittadine Si schierò alla fine con i vassalli minori e nel 1037 riconobbe anche a loro il diritto all’ereditarietà dei feudi (Constitutio de feudis) L’autonomia del papato Enrico III (1039-1056), figlio di Corrado II, proseguì la politica di rafforzamento dell’autorità imperiale, ribadendo il diritto dell’imperatore alla designazione dei papi Alla morte di Enrico III il potere passò nelle mani dei vescovi e dell’aristocrazia tedesca: al raggiungimento della maggiore età, Enrico IV dovette lottare per ristabilite l’autorità regia Approfittando della debolezza dell’Impero, nel 1059 papa Niccolò II emanò un decreto che annullava il Privilegium Othonis, escludendo l’ingerenza dei laici nell’elezione del pontefice Enrico III, miniatura (XI sec.) Ci si avviava alla frattura tra papato e impero I Normanni in Inghilterra Nel 1066 il duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore, dopo aver sconfitto gli Anglosassoni ad Hastings, si fece incoronare re d’Inghilterra Le posizioni di potere furono affidate a uomini fedeli a Guglielmo: la supremazia normanna venne garantita da un sistema di castelli che controllavano i luoghi strategici La battaglia di Hastings, arazzo della cattedrale di Bayeux in Normandia (XI sec.) Nel 1086 Guglielmo ordinò un censimento capillare di tutti i beni del Regno: il primo catasto inglese fu denominato Domesday Book («libro del giorno del Giudizio») I feudatari erano sottomessi al sovrano: il Regno d’Inghilterra, diviso in contee, fu sin dalle origini un organismo statale saldo e ben organizzato La dinastia dei Plantageneti Dopo la morte di Guglielmo (1087), il trono inglese passò prima a Guglielmo II e poi a Enrico I, che diede in sposa sua figlia Matilde, duchessa di Normandia, al conte Goffredo Plantageneto Matilde Enrico II Plantageneto (1154-1189) Goffredo Plantageneto (1154-1189) Eleonora duchessa di Aquitania Alla corona inglese si aggiunsero i ducati francesi di Normandia, Aquitania, Maine, Angiò e Turenna; dal 1169 anche la contea di Bretagna Il matrimonio tra Enrico II ed Eleonora di Aquitania, vetrata della cattedrale di Poitiers (XII sec.) Enrico II e i suoi successori si trovarono a essere al contempo sovrani di Inghilterra e vassalli del re di Francia I Normanni in Italia meridionale Agli inizi dell’XI secolo, alcuni avventurieri normanni furono ingaggiati come mercenari in Italia meridionale, contesa tra gli Arabi, i Bizantini e i signori degli staterelli nati dalla disgregazione del ducato longobardo di Benevento La famiglia normanna degli Altavilla approfittò della situazione di conflitto Conquistarono la contea di Melfi nel 1043 e, con Roberto il Guiscardo, si espansero fino ai confini dello Stato della Chiesa Roberto il Guiscardo e il fratello Ruggero, stampa francese dell’Ottocento Nel 1053 sconfissero le truppe pontificie a Civitate, riuscendo a fare prigioniero papa Leone IX I Normanni in Italia meridionale Nel 1054 l’ufficializzazione dello scisma tra la Chiesa di Roma e quella di Bisanzio privò il papato dell’appoggio delle forze bizantine in Italia meridionale I Normanni compresero i vantaggi che sarebbero derivati da un’alleanza con la Chiesa e si presentarono come i candidati ideali per fornirle un adeguato apparato militare Il regno normanno degli Altavilla Nel 1059 i Normanni stipularono con papa Niccolò II l’accordo di Melfi, con il quale si riconoscevano vassalli del papa per i domini dell’Italia meridionale In cambio di protezione e del versamento di un tributo annuo, Roberto il Guiscardo fu riconosciuto duca di Puglia e di Calabria e futuro duca di Sicilia Espugnò gli ultimi territori bizantini dell’Italia meridionale (1071) Strappò definitivamente la Sicilia agli Arabi con la presa di Noto (1091) Ruggero II incoronato da Cristo, mosaico della chiesa della Martorana a Palermo (XII sec.) I possedimenti in Italia vennero unificati ed estesi da Ruggero II, che nel 1130 fu incoronato re: si trovò così a capo di un nuovo e potente Stato: il Regno normanno L’ordàlia, il «giudizio (di Dio)» I sovrani medioevali, nell’amministrare la giustizia, cercarono di disciplinare una prassi tipica dei popoli germanici e assente nel diritto romano: l’ordàlia («giudizio (di Dio)») Si fondava su un principio arcaico di natura magico-religiosa: davanti a un caso complesso, la comunità umana affida la decisione a una forza divina Consisteva in una prova da sostenersi pubblicamente e dal cui risultato veniva decisa l’innocenza o la colpevolezza della persona che la affrontava I re longobardi Rotari e Liutprando cercarono di limitarla, mentre gli Ottoni ne sancirono la legittimità, regolamentandola Cunegonda, moglie di Enrico II, accusata di adulterio cammina sui carboni ardenti per provare la propria innocenza (XII sec.) Nelle città italiane scomparve tra il XIII e il XIV secolo La sfera pubblica ieri e oggi La distinzione fra pubblico e privato è profondamente radicata nella tradizione occidentale, anche se la separazione tra i due ambiti non è sempre stata ben definita Nel periodo feudale, ad esempio, molti servizi dello Stato, come l’amministrazione della giustizia o la riscossione delle imposte, erano prerogativa privata delle famiglie nobiliari Oggi in gran parte del mondo occidentale lo Stato garantisce ai cittadini una serie di servizi, come la sanità, la rete stradale, la polizia, le pensioni Palazzo Chigi, sede del Governo italiano Rientrano nel settore pubblico: • la burocrazia, composta da funzionari (impiegati, insegnanti, magistrati) • talvolta, aziende in settori strategici (trasporti, energia) • i politici