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Convegno ANLUI UNAEP
CRONACA DI NAPOLI 4 L’INIZIATIVA giovedì 16 giugno 2011 NASCE LA FONDAZIONE CHE GESTIRÀ LA RINASCITA DELLA STRUTTURA A Castel Capuano polo di alta formazione «Ci è voluta molta tenacia per portare avanti questo percorso intrapreso alla fine del 2008, ma oggi si realizza la prima tappa di un processo che darà vita a questa istituzione che mi auguro sarà feconda di risultati». Queste le parole del presidente della Corte d’Appello Antonio Buanajuto, a capo del “Comitato promotore per Castel Capuano”, a margine dell’incontro per la firma dell’atto costitutivo della Fondazione per il recupero conservativo dell’antico palazzo di giustizia che si è tenuta ieri nel primo pomeriggio nella Sala del Consiglio giudiziario in Castel Capuano. L’obiettivo specifico è quello di creare un polo di alta formazione post-universitaria per le professioni forensi e notarili, insieme alla formazione dei magistrati e quella decentrata del personale amministrativo, con una particolare attenzione all’informatica giuridica nell’ottica di e-justice (processo telematico, digitalizzazione e servizi connessi) e alla formazione di organismi di mediazione e conciliazione con riferimento alle normative dell’Unione Europea. Si è così realizzato quanto forte- IL CASO mente voluto da Buonajuto e dall’avv. Mario Ruberto presidente del Centro Studi e Osservatorio per la giustizia “Castelcapuano”. L’iniziativa vede l’adesione di oltre venti partecipanti tra soci fondatori e sostenitori, tra cui anche il Consiglio Superiore della Magistratura, scesi in campo per salvare dall’abbandono la storica sede giudiziaria, da sempre luogo di studi e dibattici giuridici. Obiettivo della Fondazione è quello di mantenere vive, nella sede dello storico monumento, le attività formative attraverso anche la costituzione di un fondo con contributi provenienti da enti pubblici e privati, al fine di consentire la manutenzione di cui necessita l’antico castello. A guidare la Fondazione, che avrà sede proprio nello storico complesso, Floretta Rolleri, direttore generale dell’Ufficio Speciale di Napoli, incaricata dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano, di promuovere ogni iniziativa che mirasse proprio a mantenere nell’ambito della giurisdizione Castel Capuano. Claudia Sparavigna INDAGINE PER BANCAROTTA SUL ”WALL STREET INSTITUT”, MA IL TITOLARE AGLI ARRESTI PUBBLICA SUL WEB ANNUNCI DI LAVORO Scuola fallita cerca insegnanti di Valeria Marinaro PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ANLUI E UNAEP INSIEME Il Wall Street Institute, società americana presente in tutto il mondo, leader nell’insegnamento della lingua inglese, cerca personale per le sue 4 sedi campane. Solo in Italia è presente con ben 93 centri, gestiti in franchising da diverse aziende. Sembrerebbe un semplice annuncio di lavoro, se solo la società concessionaria per la Campania, la Basilicata e il Molise del marchio Wall Street Institute non fosse fallita all’inizio di questo mese. Si proprio così, l’amministratore Maurizio Sivo e la sua compagna Giovanna Acampora sono stati arrestati dalla guardia di finanza con l’accusa di bancarotta fallimentare e post fallimentare. L’indagine è scattata dopo la sentenza di fallimento emessa nel giugno del 2010 nei confronti della società con sede a Napoli in via Luca Giordano, ma che vantava altri uffici anche in via Sthendal e in via Martucci. L’azienda aveva maturato debiti e perdite per oltre un milione e trecentomila euro, soprattutto a causa di quanto dovuto ad Equitalia. Proprio per sfuggire ai debiti Sivo l’avrebbe ceduta, a un prezzo irrisorio, alla Two Investments srl, società specializzata in corsi di formazione con sede legale a Nola e con uffici in via Santa Brigida a Napoli, amministrata, secondo la procura solo formalmente, da Giovanna Acampora. Su questo, chiaramente, saranno i giudici a dire l’ultima parola. C’è, però, un altro problema: nonostante sia in corso una indagine così delicata, che ha portato a provvedimenti cautelari seri, su internet vengono pubblicati annunci di lavoro proprio da parte dell’azienda fallita. La data è posteriore agli arresti. A scoprirlo sono stati gli stessi ex dipendenti che stanno, appunto, cercando un nuovo impiego per portare a casa uno stipendio. «Ho cominciato a lavorare per l’istituto proprio nel settembre 2010 - dice Agnieszka Zacinska, insegnante d’inglese - i pagamenti avvenivano regolarmente ogni due mesi fino al mese di aprile, quando ho percepito gli ultimi stipendi relativi ai mesi di gennaio e febbraio. La tipologia di contratto era a progetto, in particolare noi lavoravamo in base alle nostre disponibilità di tempo, per un compenso ad ora di 10 euro, a fronte dei 50 euro che uno studente pagava per un’ora di lezione. Dopo aver saputo del fallimento della società mi sono subito messa alla ricerca di un nuovo lavoro e navigando in internet ho visto tre annunci del Wall Street Institute “cercasi personale per le sedi campane, chiunque fosse interessato, può inoltrare la Patto tra avvocati pubblici, federazione tra sindacati TIRRENIA LA PROCURA APRE UN SECONDO FASCICOLO Nuove indagini per l’incendio del traghetto “Vincenzo Florio” Dopo più di due anni dall’incendio che scoppiò sul traghetto “Vincenzo Florio” della Tirrenia, mentre viaggiava sulla tratta Napoli-Palermo, la Procura ha annunciato questa mattina, durante l’udienza in cui si sarebbe dovuta esaminare la perizia tecnica disposta dal gip Luigi Petrucci, l’apertura di un nuovo fascicolo d’indagine. La seconda tranche dell’inchiesta dovrà accertare eventuali responsabilità per il mancato spegnimento tempestivo del rogo divampato nei locali del garage della nave. Il perito del gip e il consulente della Procura hanno infatti scoperto che i ventilatori dell’impianto antincendio erano stati montati al contrario: gli impianti che dovevano spingere lo schiumogeno dentro la pancia della motonave Tirrenia, dunque, in realtà lo rispedivano in mare. Il 20 ottobre prossimo la relazione tecnica sarà depositata e il 26, davanti al gip, sarà sentito il perito della Procura, l'ingegner Barcellona. Per il rogo della nave, che risale alla notte tra il 28 e il 29 maggio del 2009, sono finora indagati due camionisti, conducenti dei mezzi da dove sarebbe partito il fuoco, il comandante Aurelio Oliviero, il direttore di macchina Pasquale Cummaro e il primo ufficiale di macchina Gaetano Veniero. A bordo c'erano 513 passeggeri e 53 componenti dell’equipaggio, che, nel panico più totale, furono evacuati con delle scialuppe di salvataggio. Lʼannuncio pubblicato il 9 giugno su bacheca.com: si cerca un insegnante a Napoli propria candidatura a Maurizio Sivo”. Ebbene sì, una persona accusata di bancarotta fallimentare e post fallimentare che è agli arresti domiciliari starebbe organizzando la selezione e la formazione di nuovi collaboratori che, chissà quando e se avrà modo di pagare. Tutta la vicenda, inevitabilmente, avrà delle ripercussioni sul marchio Wsi, principale fornitore a livello mondiale di contenuti, tecnologie e servizi per l’insegnamento della lingua inglese. Cose del genere sono ormai all’ordine del giorno, società che nascono e muoiono come funghi. Ma a finire nei guai sono soprattutto i lavoratori, quasi sempre precari, che prestano la loro opera per queste aziente. «Noi denunciamo quanto ci è successo, perché crediamo che il film si possa ripetere, che altre persone impegnino le loro energie e le loro professionalità per alimentare una macchina che si è rivelata ingannevole». Non è tutto perché, oggi, mentre si cerca personale per una società fallita, i suoi ex collaboratori insegnanti, receptionist, labteacher e consulenti aspettano di essere pagati. PROVINCIA L’Associazione nazionale legali università italiane (Anlui) si è federata con l’Unione nazionale avvocati enti pubblici (Unaep). La deliberazione è stata adottata dall’assemblea nazionale che l’Anlui ha tenuto a margine del convegno svoltosi a Catania il 9 e 10 giugno. Nella “due giorni”, ospitata dall’Università degli studi di Catania, sono state affrontate e dibattute le problematiche connesse con il contenzioso delle pubbliche amministrazioni alla luce delle recenti riforme e quelle afferenti il ruolo dell’avvocato pubblico nel rapporto fra federalismo e sussidiarietà e la riforma forense. Ha introdotto i lavori il presidende dell’Anlui, Vincenzo Reina e hanno modererato il segretario dell’associazione, Giovanni Macri e il consigliere del Coa di Catania, Alberto Giacoia. Sono intervenuti Antonio Recca, rettore dell’Università degli Studi di Catania, Maurizio Magliano di San Lio, presidente del Coa di Catania, Lucio Maggio, direttore amministrativo dell’ateneo etneo, Gaetano Prudente, coordinatore dell’Avvocatura dell’Università degli Studi di Bari, Andrea Provvidenza, avvocato del foro di Catania, Giuseppina Coniglione, vice coordinatore dell’Avvocatura dell’Università degli studi di Catania, Felice Lima, giudice del Tribunale civile di Catania, Gaetano Tafuri jr., commissario governativo del Ministero dei Trasporti per la Ferrovia Circumetnea, Giuseppe Dardo, presidente dell’Unaep, Antonella Trentini, vice presidente dell’Unaep, Agatino Cariola, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università degli Studi di Catania, Nino Lo Presti, parlamentare vice presidente della Commissione Bicamerale Enti Gestori, Rosanna Ruiu, coordinatore dell’Avvocatura dell’Università degli Studi di Sassari e vice presidente dell’Anlui, Domenico Maimone, avvocato dello Stato e Danilo Vallone, responsabile dell’ufficio legale Asp di Ragusa. Mimmo Sica AUDIZIONE IN COMMISSIONE. BELLERÈ: LAVORO IN SINERGIA COL COMUNE SapNa, 140 milioni per metterla a regime Sinergia è la parola d’ordine. Lavoro comune è la proposta del presidente della commissione Ambiente della Provincia di Napoli, Giovanni Bellerè (nella foto), per il quale solo e soltanto un’idea comune del problema rifiuti potrà portare ad una soluzione definitiva. Come? «Se Palazzo San Giacomo riesce ad impostare la differenziata così come detto dal vicesindaco Tommaso Sodano e noi ad ammodernare gli Stir con nuove tecnologie - ha confermato Bellerè - avremmo tutte le carte in regola per mettere la parola fine all’emergenza». Una proposta che dovrebbe trovare concorde l’assessore Sodano «che tra le altre cose faceva parte proprio di questa commissione», dove, tra gli argomenti affrontati ieri, è stato ricordato ai vertici della SapNa -l’azienda partecipata della Provincia che si occupa della gestione del ciclo rifiuti - che sarebbe stato opportuno decidere a breve sul problema del finaziamento per nuove tecnologie come gli impianti di Tmm, che serviranno appunto a ridurre i rifiuti da portare in discarica. Un punto d’arrivo al quale Bellerè ha detto di tenere in maniera forte soprattutto dopo che, durante l’audizione di ieri, - alla quale hanno preso parte l'amministratore unico della SapNa Vecchione, Ponticelli responsabile per le finanze, Lebotti responsabile acquisti e Perillo direttore tecnico della società per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti - è stato poi chiarito l’aspetto economico di questa società tanto criticata fin dalle prime battute. «I 140 milioni finiti sotto accusa - ha chiarito Bellerè - sono quelli posti in bilancio per il 2011 che serviranno essenzialmente per la gestione degli impianti Stir di Tufino, Caivano e Giugliano, per le discariche di Chiaiano, Terzigno e Cava Sari. Inoltre una parte dei soldi sarà impiegata per la gestione ed il ciclo di trattamento e smaltimento anche fuori regione». A bilancio, sempre per il prossimo anno, ci saranno anche i soldi per i circa 200 impiegati della SapNa. Già pagati invece i 307mila euro di consulenze che «sono serviti all’inizio di questa esperienza per avviare la società» ha confermato Bellerè. Altro punto di forza messo sul tavolo, intorno al quale erano seduti come membri della commissione, oltre al presidente Bellerè, i consiglieri Caterina Pace, Enrico Flauto, Pino Capasso, Raffaele Apreda, Livio Falcone e Alfonso Ascione, sono stati i crediti esigibili ed inesigibili. Piccole differenze che possono dare la volta. Secondo l’opposizione in Aula infatti i sette milioni di euro che la partecipata della Provincia deve avere per anticipazioni sul costo di gestione degli Stir e delle discariche, sono ormai persi. Una eventualità che il management della SapNa ha ovviamente rigettato a piè pari riportando il discorso su piani in cui le casse societarie incamereranno senza alcun problema «in quanto si tratta di crediti riconducibili ad enti statali come Comuni o direttamente dallo Stato - ha precisato Bellerè - ragion per cui non vedo davvero problemi in merito. Mi ritengo soddisfatto della relazione dei responsabili della Società -ha concluso il presidente Bellerè - abbiamo anche chiarito alcune notizie allarmanti come ad esempio che la perdita di esercizio quale risultato di gestione della società che è di soli 47.563 euro e non di 175mila euro come detto». Una posizione quindi che non dovrebbe portare a patemi d’animo ma alla quale, inutile dirlo, l’opposizione guarda, in ogni caso, con grande cautela. Valeria Bellocchio