Comments
Transcript
I metalli pesanti hanno le seguenti caratteristiche:
Bioaccumulo di inquinanti in Procambarus clarkii Francesco Acri ([email protected]) Daniele Cassin ([email protected]) RIASSUNTO Introduzione La pesca di Procambarus clarkii può contenere la sua diffusione e contrastare i danni ecologici dei quali è responsabile aiutando, nel contempo, l’economia locale. Tuttavia, poiché questo gambero è in grado di sopportare elevati livelli di inquinanti e accumula nell’organismo metalli pesanti e tossine algali, le microcistine, è necessario essere coscienti dei rischi legati al consumo di crostacei provenienti da aree con scarsa qualità ambientale. I metalli pesanti Il termine metallo pesante si riferisce a tutti gli elementi chimici metallici che hanno una densità relativamente alta, superiore a 5 g/cm3, e sono tossici. I metalli pesanti vengono immessi nell’ambiente da processi naturali (eruzioni vulcaniche, erosione delle rocce ecc.) e da attività umane (processi di combustione, attività agricole, industrie minerarie, metallurgiche e chimiche) ed entrano facilmente nella catena alimentare. Elementi quali arsenico, cadmio, mercurio e piombo non svolgono alcun ruolo specifico nei processi vitali e la loro assunzione è sempre da evitare. Invece ferro, cobalto, cromo, rame, manganese, selenio e zinco sono essenziali per l’organismo a dosi molto basse, ma diventano tossici se assunti in concentrazioni sufficientemente elevate. Come inquinanti i metalli pesanti sono sostanze tossiche persistenti, cioè non vengono degradati dai processi naturali, e sono soggetti a bioaccumulo, perciò si accumulano nell’organismo in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante. Inoltre sono soggetti a biomagnificazione e quindi la loro concentrazione è più alta negli organismi che stanno ai vertici della catena alimentare. Il regolamento (CE) N. 1881/2006 fissa i livelli massimi ammissibili negli alimenti di tre metalli pericolosi: il piombo, il mercurio e il cadmio. Nei crostacei ognuno di questi tre elementi non deve superare la concentrazione di 0,5 mg/kg peso fresco. Il piombo nel passato è stato addizionato alla benzina come antidetonante e utilizzato in tubature e vernici. Questo elemento viene tuttora usato negli accumulatori elettrici, nella fabbricazione di schermi protettivi dalle radiazioni, nei proiettili per armi da fuoco e nell'industria chimica. Inoltre è un componente di molte leghe a basso punto di fusione, impiegate in circuiti elettrici, in sistemi di allarme antincendio e per saldature a bassa temperatura, e di leghe antifrizione. L’assunzione di questo metallo avviene con la dieta oppure, se presente in aria, attraverso la respirazione e provoca danni al sistema nervoso, specialmente nei bambini, e l’insorgenza di malattie ematiche e renali. Nel corso dell’ultimo decennio il tenore in piombo negli alimenti è diminuito a seguito delle azioni compiute su questo versante. Il limite massimo assumibile di questo metallo per kg di peso corporeo è 0,025 mg/settimana . Il mercurio è largamente utilizzato per le sue peculiari caratteristiche, cioè basso punto di fusione, elevata densità e tensione superficiale e notevole inerzia chimica, in apparecchiature elettriche e scientifiche di vario tipo: lampade ultraviolette, pompe da vuoto a diffusione di mercurio, pile a secco, manometri, termometri e regolatori di portata dei gas. È anche impiegato nell’industria della soda caustica. Il mercurio è assunto dall’uomo soprattutto con i prodotti della pesca e provoca gravi danni neurologici. L’assunzione di questo metallo non deve superare gli 0,005 mg/settimana per kg di peso corporeo. Il cadmio viene utilizzato principalmente nella cadmiatura, trattamento galvanico mediante il quale si riveste di un sottile strato di cadmio un materiale metallico allo scopo di conferirgli una protezione dalla corrosione. Questo elemento viene anche usato in leghe metalliche bassofondenti e per saldatura e in leghe metalliche resistenti all'usura. Il cadmio metallico, infine, è impiegato nelle batterie alcaline al nichel-cadmio. La dose massima assumibile di questo elemento per kg di peso corporeo è 0,007 mg/settimana . Le microcistine Il gambero P. clarkii è in grado di accumulare nel suo organismo le tossine prodotte dal cianobatterio Microcystis aeruginosa. I cianobatteri sono un tipo di alghe microscopiche che nei mesi estivi possono crescere rapidamente sino a formare masse galleggianti che hanno l’aspetto di una schiuma verdastra. I cianobatteri hanno bisogno di temperature calde, luce, fosforo e azoto per crescere. Fosforo ed azoto sono presenti nei liquami di origine umana ed animale e nei fertilizzanti e raggiungono le acque superficiali con il dilavamento dei campi e il cattivo funzionamento dei depuratori delle fognature. I cianobatteri hanno la capacità di produrre delle tossine chiamate cianotossine, che possono essere classificate in base al meccanismo di tossicità in tre classi principali: epatotossine, che danneggiano il fegato, neurotossine, che agiscono sul sistema nervoso e dermatotossine, che danneggiano la pelle. Il genere Microcystis appartiene ai cianobatteri più importanti e studiati per la formazione di fioriture nei corpi idrici. All’interno di questo genere si distingue la specie cosmopolita M. aeruginosa che è presente nelle regioni temperate in acque eutrofiche ed ipertrofiche e produce tossine chiamate microcistine. Le fioriture di questo cianobatterio avvengono in tarda estate e inizio autunno in acque poco rimescolate. Le microcistine possono danneggiare: il fegato (bersaglio primario), i polmoni e i reni; sono inoltre agenti cancerogeni. Queste tossine non sono distrutte dalla cottura. Delle 60 varianti di microcistine la microcistina LR è la più pericolosa: l’ingestione giornaliera non deve superare 0,04 µg/Kg di peso corporeo del consumatore e la sua concentrazione deve essere inferiore a 1 µg/l nelle acque destinate al consumo umano. P. clarkii si ciba di microalghe, compresi i cianobatteri, e può accumulare microcistine nel suo organismo. L’accumulo di tossine è più elevato nell’intestino e gli individui grandi accumulano meno tossina di quelli piccoli (normalmente scartati ai fini alimentari). Un periodo di depurazione prima dell’immissione sul mercato può far diminuire nella muscolatura dell’addome, ma non nell’intestino, il contenuto di tossina. Esempi di bioaccumulo di inquinanti nei gamberi rossi dell’area umida di Massaciucoli (LU) Negli anni ’90 il gambero rosso fu importato dalla Louisiana in Toscana da un'azienda di Massarosa, vicino al lago di Massacciuccoli, per un tentativo di commercializzazione. Nel 1992 un’alluvione colpì la zona interessata e sommerse l’allevamento permettendo ai gamberi di fuggire e di colonizzare il lago di Massaciuccoli e l’area umida circostante. Per contenere la diffusione del crostaceo a partire dal 1997 l’Ente Parco Regionale Migliarino - San Rossore Massaciuccoli ne ha promosso la pesca e la commercializzazione che però, a causa di intensi bloom di M. aeruginosa, è stata successivamente vietata. Nel 2003, ad esempio, sono stati registrati livelli di microcistine fino a 160 μg/l in acqua, mentre valori ben più elevati sono stati riscontrati nella porzione cefalica di P. clarkii. Inoltre gli esemplari di P. clarkii campionati in alcune aree venatorie dell’area umida di Massaciucoli mostrano, nell’esoscheletro e nell’epatopancreas, un marcato accumulo di piombo che proviene dai pallini da caccia presenti nel sedimento. I gamberi provenienti da queste zone, se utilizzati a scopo alimentare, potrebbero costituire un pericolo per la salute umana, non tanto per i livelli di piombo rilevati nella parte edibile (in media 0,5 µg/g peso secco nel muscolo) ma soprattutto per le elevate concentrazioni presenti nel contenuto intestinale (in media 340,9 µg/g peso secco). Conclusioni A causa dell’elevata capacità di questo crostaceo di accumulare inquinanti, la sua cattura deve avvenire solo in acque di buona qualità. Un periodo di depurazione di alcuni giorni prima dell’immissione sul mercato e l’eliminazione dell’intestino prima di ingerirlo possono aumentare la sicurezza di questo alimento. Riferimenti bibliografici Bianchi N., Ancora S., di Fazio N., Leonzio C., Tenzoni A. (2006). Livelli di piombo, mercurio e cadmio nell'area umida del parco Migliarino-S.Rossore- Massaciuccoli. XIV Congresso della Società Italiana di Ecologia. Viterbo/Civitavecchia 2006. Chimica-online.it: risorse didattiche per lo studio online della Chimica. Disponibile al sito: http://www.chimica-online.it . Ferraresi A. & Corticelli C. (2002). Cosa sono i metalli pesanti che si “nascondono” nel cibo. Agricoltura: 17-19. Funari E., Scardala S., Testai E. (2008). Cianobatteri potenzialmente tossici: aspetti ecologici, metodologici e valutazione del rischio. Istituto Superiore di Sanità. Rapporti ISTISAN 08/6. 92 pp. Litta A. I rischi per l’ambiente e la salute derivanti dall’alga rossa Plankthotrix rubescens nelle acque di superficie. Disponibile all’indirizzo: http://www.isde.it . Regione Veneto - ARPAV. Dall’A-mianto…alla Z-anzara. Glossario dei rischi ambientali. Disponibile all’indirizzo: http://www.arpa.veneto.it/pubblicazioni/htm/scheda_pub.asp?id=147 . Regione Lombardia - ASL Varese. Cianobatteri. Dispensa disponibile all’indirizzo: www.asl.varese.it/wai/download/acque_potabili/cianobatteri.pdf . Simoni F., di Paolo C., Mancino A., Simoni F., Falaschi A. (2004). Microcystin concentrations in water and ichthyofauna of Massaciuccoli Wetlands (Tuscany). Harmful Alga News 25, 4 –6. Tricarico E., Casalone E., Fioravanti L., Gherardi F., Mastromei G., Parisi G. (2006). Accumulo di microcistina nel gambero rosso della Louisiana, Procambarus clarkii: risultati preliminari. Il Pesce 6, 97. Tricarico E., Bertocchi S., Brusconi S., Casalone E., Gherardi F., Giorgi G., Mastromei G., Parisi G. (2008). Depuration of microcystin-LR from the red swamp crayfish Procambarus clarkii with assessment of its food quality. Aquaculture 285: 90– 95. COMUNITA’ E RETI TROFICHE • Le specie vegetali, animali e microbiche formano associazioni naturali chiamate comunità • Gli organismi appartenenti ad una comunità sono legati, sia direttamente sia indirettamente, per mezzo di relazioni alimentari • La RETE TROFICA (o CATENA ALIMENTARE) descrive perciò il trasferimento di energia e di materia all’interno di un ecosistema ovvero i rapporti alimentari che intervengono in una comunità Esempio di rete trofica nelle acque dolci Ciliati Batte ri Rotife ri Piccoli gamberi Lucci o Larve di ditischi Fitoplanct on Copepodi Pesce perla • P. clarkii si nutre di: P. clarkii è cibo per: piante acquatiche detriti vegetali uova e larve di insetti molluschi uova di anfibi uova di pesci pesci rettili uccell mammiferi • Il gambero rosso della Louisiana è in grado di sopportare forti stress ambientali: prosciugamento, temperature estreme, bassi livelli di ossigeno e alta concentrazione di agenti inquinanti • È anche capace di accumulare sostanze inquinanti e tossine prodotte da alghe microscopiche nell’organismo. Conseguentemente i predatori di questo animale, uomo compreso, assorbono i contaminanti presenti nei suoi tessuti • P. clarkii può accumulare nel suo organismo: - metalli pesanti - microcistine I metalli pesanti Sono solidi, ad eccezione del mercurio, a temperatura ambiente Sono duttili, malleabili e buoni conduttori di elettricità e calore Sono detti pesanti perché la loro densità supera i 5 g/cm3 Usualmente vengono raggruppati tra i metalli pesanti anche elementi che non sono metalli: arsenico, selenio Alcuni non svolgono alcun ruolo specifico nei processi vitali: arsenico, cadmio, mercurio e piombo Altri sono essenziali a dosi basse o molto basse per l’organismo: ferro, cobalto, cromo, rame, manganese e zinco I metalli pesanti entrano facilmente nella catena alimentare essendo largamente distribuiti nell’ambiente in seguito a: • Processi naturali: eruzioni vulcaniche, erosione delle rocce ecc. • Attività minerarie • Processi di combustione: centrali termoelettriche, inceneritori, traffico automobilistico, impianti di riscaldamento • Attività industriali: industria metallurgica, industria chimica • Abrasione di materiali: manufatti di metallo, pneumatici, vernici ecc. • Attività agricole: uso di composti del rame, dello stagno ecc. L’esposizione dell’uomo ai metalli pesanti avviene per: • inalazione dall’aria di polveri e vapori • assunzione d’acqua e alimenti contaminati Le cause di contaminazione degli alimenti sono: • la produzione di animali e piante in aree altamente inquinate • contatto degli alimenti con apparecchiature o materiali metallici durante i processi di lavorazione • confezionamento o immagazzinamento degli alimenti in contenitori metallici I metalli pesanti: • sono sostanze tossiche persistenti: non vengono degradati dai processi naturali • sono soggetti a bioaccumulo: si accumulano nell’organismo in concentrazioni superiori a quelle riscontrate nell’ambiente circostante • sono soggetti a biomagnificazione: la loro concentrazione è più alta negli organismi che stanno ai vertici della catena alimentare Tossicità • Alcuni metalli pesanti sono, a basse concentrazioni, oligoelementi essenziali per la vita dell’uomo (manganese, zinco, rame, selenio) Quando invece sono presenti a concentrazioni superiori a determinate soglie, questi stessi microelementi diventano tossici • Per contro, altri metalli, detti microinquinanti inorganici, sono tossici anche in tracce (cromo esavalente) Grado di tossicità dei metalli pesanti (Ferraresi A. & Corticelli C., 2002): • Elevata: Antimonio, Arsenico, Cadmio, Cromo, Mercurio, Nickel, Piombo • Modesta: Ferro, Manganese, Rame, Selenio, Zinco • Molto bassa: Alluminio, Argento, Stagno, Stronzio, Tallio Regolamento (CE) N. 1881/2006: livelli massimi nei crostacei di Piombo: Usi:- Edilizia- Batterie per autotrazione- Proiettili per armi da fuoco - Leghe per la saldatura Cadmio: Usi:- Pile al nichel-cadmio- Pigmenti (giallo, CdS) Elettroplaccatura (cadmiatura)- Leghe metalliche bassofondenti e per saldatura- Leghe metalliche resistenti all'usura-Semiconduttori Mercurio: Usi:- Apparecchiature scientifiche- Lampade a vapori di mercurio- Industria della soda caustica- Pile- Pigmenti (cinabro, HgS) Per tutti e tre i metalli il valore limite nei crostacei è pari a 0,5 mg/kg ps • I gamberi che vivono in ambienti inquinati accumulano metalli pesanti nel loro organismo • Cadmio, rame, piombo e zinco sono accumulati prevalentemente nell’epatopancreas Epatopancras (Huxley T.H., 1880) • Mercurio e nichel sono accumulati principalmente nei muscoli e nell’esoscheletro • La capacità di accumulare inquinanti rende necessario verificare, qualora si voglia utilizzare P. clarkii come alimento, la qualità delle sue carni • Ad es. gli esemplari di P. clarkii campionati in alcune aree venatorie dell’area umida di Massaciucoli (LU) mostrano, nell’esoscheletro e nell’epatopancreas, un marcato accumulo di piombo che proviene dai pallini da caccia nel sedimento • Se utilizzati a scopo alimentare potrebbero costituire un pericolo per la salute umana, non tanto per i livelli di piombo rilevati nella parte edibile (in media 0,5 µg/g p.s. nel muscolo) ma soprattutto per le elevate concentrazioni presenti nel contenuto intestinale (in media 340,9 µg/g p.s.; Bianchi N. et al., 2006) I Cianobatteri • Sono organismi simili ai batteri • Hanno pigmenti fotosintetici (clorofilla a, b) e un pigmento (ficocianina) che dà loro un colore bluastro, e quindi sono conosciuti come alghe azzurre • Hanno un ruolo fondamentale nel ciclo dell’azoto (fissano l’azoto atmosferico) • Vivono nelle acque dolci e marine e nel suolo • Hanno la capacità di produrre alcuni metaboliti secondari genericamente chiamati cianotossine • Le cianotossine possono essere classificate in base al meccanismo di tossicità in tre classi principali: epatotossine, neurotossine e dermatotossine • Il genere Microcystis appartiene ai cianobatteri più importanti e studiati per la formazione di fioriture nei corpi idrici • All’interno di questo genere si distingue la specie cosmopolita M. aeruginosa: - forma colonie che vanno da pochi a 100 individui - è presente nelle regioni temperate in acque eutrofiche ed ipertrofiche - produce microcistine • Le fioriture di M. aeruginosa avvengono in tarda estate e inizio autunno e sono favorite da: - temperatura di 15-30 °C - livelli di fosforo nelle acque medi o elevati - assenza di mescolamento dell’acqua • M. aeruginosa produce tossine pericolose: le microcistine • Le microcistine possono danneggiare: - fegato (bersaglio primario) - polmoni - reni • Le microcistine sono agenti cancerogeni • Non sono distrutte dalla cottura • Delle 60 varianti di microcistine la microcistina LR è la più pericolosa:l’ingestione giornaliera non deve superare 0,04 µg/Kg di peso corporeo del consumatore e la sua concentrazione deve essere inferiore a 1 µg/l nelle acque destinate al consumo umano (OMS) • P. clarkii si ciba di microalghe, compresi i cianobatteri, e può accumulare microcistine nel suo organismo • • L’accumulo di tossine è più elevato nell’intestino • • Gli individui grandi accumulano meno tossina di quelli piccoli (normalmente scartati) • • Un periodo di depurazione prima dell’immissione sul mercato può far diminuire nella muscolatura dell’addome, ma non nell’intestino, il contenuto tossico (Tricarico E. et al., 2008) Conclusioni • La pesca di P. clarkii può contenere la sua diffusione e contrastare i danni ecologici dei quali è responsabile aiutando, nel contempo, contempo, l’economia locale • A causa dell’elevata capacità di questo crostaceo di accumulare inquinanti, la sua cattura deve avvenire solo in acque di buona qualità • Un periodo di depurazione di almeno una settimana prima dell’immissione sul mercato e l’eliminazione dell’intestino prima di ingerirlo possono aumentare la sicurezza di questo alimento (Tricarico et al., 2008)