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i nostri eroi - Cime e trincee
Sergio Frangillo I NOSTRI EROI I CADUTI CERFIGNANESI NELLE DUE GRANDI GUERRE MONDIALI Sergio Frangillo I NOSTRI EROI I caduti cerfignanesi nelle due grandi Guerre Mondiali Presentazione a cura della prof.ssa Maria Teresa CRETÌ DIRITTI RISERVATI In Copertina: Cannoniere ordinario Mangia Antonio; Medaglia Commemorativa Nazionale della Guerra Italo-Austriaca 1915-1918; Croce di Guerra al Valor Militare decretata il 23 giugno 1941 per i caduti/dispersi della Torpediniera Andromeda; Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i caduti nella Campagna Coloniale dAfrica; Cerfignano: inaugurazione del Monumento ai Caduti in guerra, 19 luglio 1977. Si ringrazia: Il sindaco di Santa Cesarea Terme, Daniele Cretì, per la disponibilità e collaborazione a sostegno ed incoraggiamento delle mie personali iniziative culturali; Il sindaco di Minervino di Lecce, Ettore Caroppo, per lapertura dellarchivio comunale con immediata disponibilità e plauso per liniziativa; Il parroco di Cerfignano, don Pasquale Fracasso, per lapertura dellarchivio parrocchiale per il reperimento delle notizie inerenti le date di battesimo (e matrimonio da chi contratto) dei defunti caduti in guerra ad integrazione delle biografie; Maria Teresa Cretì, già docente di materie letterarie presso lIstituto tecnico industriale E. Mattei di Maglie, mia stimatissima insegnante di letteratura italiana e storia, prontamente disponibile per la presentazione di questo lavoro; I familiari dei caduti in guerra per il sostegno morale dimostrato per liniziativa e per la pronta collaborazione; Chiara Bleve (di Pasquale) e Alessandra Bleve per la redazione dellelenco volumi riguardanti i ruoli matricolari presso lArchivio di Stato di Lecce; Franco Cretì per laiuto nella ricognizione delle foto presso le famiglie dei caduti; Giovanna Nutricato, Federico Branchi, Miriam Pino, per la trascrizione di tutti i ruoli matricolari (iscritti leva terra) presso lArchivio di Stato di Lecce; Raffaele Paiano per le trascrizioni dei ruoli matricoli (iscritti leva mare) presso lArchivio di Stato di Brindisi; Roberto Mauro per i suggerimenti in merito alla stesura delle biografie; Filippo Cerfeda per la sempre pronta e proficua collaborazione e disponibilità; Maria Rosaria Pezzulla dipendente dellufficio stato civile-anagrafe del Comune di Uggiano La Chiesa e con lei Sergio Piccoli; Il funzionario dellufficio del Cimitero centrale di Pesaro, Alberto Norbiato; Il funzionario dellufficio del Cimitero comunale di Cremona, Francesco Valsecchi; Cataldo Marra, custode del Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia (TV); I funzionari del Sacrario Militare di Redipuglia (GO); Walter Nutricato per le foto dellinaugurazione del Monumento dei caduti; Giuseppe Miggiano e Addolorata Ronzi; I funzionari e dipendenti dellArchivio di Stato di Lecce; I funzionari e dipendenti dellArchivio di Stato di Brindisi; Il Ministero della Difesa - Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra - Roma. 3 SALUTO DEL SINDACO DI SANTA CESAREA TERME Nel presentare Silenti Testimoni, penultima pubblicazione, in ordine di tempo, di Sergio Frangillo, conclusi il mio breve intervento dicendo che, a mio parere, la memoria storica di un popolo non deve essere mai cancellata. Personalmente ho sempre creduto che non bisogna mai dimenticare, per nessuna ragione al mondo, I NOSTRI EROI caduti per fatti di guerra, che si sono immolati per la libertà del popolo italiano: essi vanno equiparati a veri e propri figli! Con commozione ed immenso piacere ho appreso da Sergio il suo intendimento di redigere una pubblicazione con la quale sono state raccolte informazioni e notizie sui caduti cerfignanesi nei due conflitti mondiali. Ad onor del vero, devo precisare che ho colto linteresse dellautore a questi fatti quando, in occasione della mia prima commemorazione istituzionale dei caduti in guerra del 4 novembre 2008, ho letto latto di morte del marinaio Gino Nutricato: un ragazzo di soli ventanni, figlio della nostra terra, che si immolò in difesa della Patria; già in quelloccasione Sergio mi confidò, per la prima volta, la sua intenzione di approfondire fatti e circostanze relative a I NOSTRI EROI. Il lavoro svolto ha sicuramente prodotto i suoi frutti: dopo quasi cento anni dal Primo Conflitto Mondiale si è scoperto che, purtroppo, i caduti cerfignanesi non sono stati quattordici, bensì sedici. Ai nomi dei caduti già riportati sulle lapidi commemorative e nei vari documenti ufficiali si sono dovuti aggiungere i nomi di altri due nostri concittadini: Gioacchino Cretì e Giovanni Mita. Un lavoro davvero minuzioso che permetterà, a noi ed alle future generazioni, di conoscere meglio fatti, luoghi e circostanze della storia de I NOSTRI EROI di Cerfignano. Nella mia breve, seppur intensa, esperienza nelle Forze Armate mi è stato insegnato ed inculcato che qualunque cosa accada sul campo non bisogna mai perdere di vista che AVANTI E LA VITA!. Sono convinto che questo motto sia stato adottato, a suo tempo, con sicuro orgoglio, anche da I NOSTRI EROI: Mi piace pensare che il loro sacrificio non è stato vano. AVANTI È LA VITA! Daniele Cretì 5 In onore degli Eroi cerfignanesi caduti per servire la Patria Una delle tante lapidi commemorative nel Sacrario Militare di Redipuglia 7 PRESENTAZIONE Non sarei sincera, se dicessi di non aver provato unimmensa gioia, umana e civile insieme, nel momento in cui mi è stata offerta lopportunità di presentare alcune riflessioni sul volume che vi è stato appena consegnato. La prima riflessione, spontanea, dopo unattenta lettura della ricerca storica, riguarda sicuramente lautore: linteresse e lamore verso la propria comunità lo hanno portato, superando ogni difficoltà, a spulciare sui vecchi registri comunali, a tirar fuori dalla polvere, documenti e atti sepolti da decenni; ha scavato nella memoria dei familiari e dei discendenti, alla ricerca di notizie su ogni caduto e, per ognuno ha riportato qualche cenno sulle origini familiari, sul lavoro svolto, sullepisodio in cui rimasero uccisi. Un grazie sincero per la sua voglia di esserci e di essere testimone non solo del presente, attraverso la personale esperienza di vita, ma anche nella ricostruzione di uno dei momenti tra i più atroci della storia in cui hanno trovato la morte alcuni nostri concittadini caduti eroicamente, insieme a tanti altri soldati, sui campi di battaglia, per una causa nobilissima: la liberazione della nostra patria, con la conquista di Trento e Trieste, ultimi lembi dellItalia in mani straniere. Un grazie, ancora, a quanti hanno collaborato, in diverso modo, alla buona riuscita delliniziativa, con lauspicio che ne seguano altre, altrettanto significative e stimolanti. Entrando, dunque, nel vivo del discorso, la seconda riflessione, questa volta più ampia, cade sul tema della guerra, sul perché della guerra, sulle motivazioni, sui vantaggi e le conseguenze, tenendo conto soprattutto delle due dimensioni che la ricerca storica richiede: la dimensione generale e quella particolare. E già, parliamo di guerre, in generale, ma delle due più disastrose guerre subite dalle comunità nel 900, il secolo breve: le due guerre mondiali. Si è sempre molto discusso, infatti, della barbarie e degli eroismi della guerra e vari sono stati nel tempo gli atteggiamenti assunti nei confronti del fenomeno. Proprio a causa di tale disparità di opinioni si è cercato e si cerca tuttora di analizzare il problema, pur non trovando giustificazione alcuna di fronte ad un evento tanto sconvolgente, distruttivo e complicato da far comprendere alle giovani generazioni. È molto difficile, infatti, come scrive il grande storico Francois Furet, per un adolescente di oggi, immaginare quali e quante passioni nazionali abbiano spinto i popoli a massacrarsi per quattro lunghissimi anni, nella Prima Guerra Mondiale e, successivamente, nella seconda, ancora più sconvolgente e distruttiva. 9 Le sofferenze subite dai soldati, i sentimenti che li indussero ad accettarle, sono incomprensibili per lui, assurde! La distanza che esiste, dunque, tra noi e levento è grandissima, ma altrettanto grande e tragico è il suo significato. Il 1914 ha segnato, infatti, una svolta nella storia contemporanea e, secondo molti storici, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale costituisce il vero e proprio inizio del Novecento, un secolo contraddittorio e difficile da giudicare e dalle cui conseguenze siamo ancora direttamente coinvolti. LEuropa che si affacciava al Novecento era sostanzialmente quella disegnata dal Congresso di Vienna: stati nazionali a ovest, imperi multinazionali al centro e a est. Rispetto al 1815, la modificazione di maggior rilievo della carta politica, consisteva nella avvenuta unificazione dellItalia e della Germania. Nellagosto del 1914 due blocchi di nazioni si schierarono per il conflitto su fronti opposti: gli imperi centrali, contro la Triplice Intesa. La Grande Guerra cambiò il volto del continente. Sotto le macerie del più grande conflitto che lumanità avesse conosciuto fino ad allora rimasero sepolti quattro grandi imperi: laustro-ungarico, il germanico, il russo e lottomano. Nuovi stati nacquero al centro del continente e nei Balcani. Nellestrema parte orientale del continente, uno stato comunista, lUnione Sovietica, prese il posto dellimpero zarista. Ma la pace tardò ad arrivare: non bastarono neanche otto milioni di morti! Al contrario, proprio le pesanti eredità della grande guerra aprirono unaltra fase, ancora più drammatica della sua storia, che culminerà, trentanni dopo, nel 1939, nello scoppio di un nuovo e più devastante conflitto: la Seconda Guerra Mondiale. A questo punto sopraggiungono riflessioni che vanno in molte direzioni: sulla complessità dellevento, sui diversi attori, sul ruolo dei governanti, militari, soldati, sulla posizione di uomini e donne comuni i quali, animati da un sentimento nazionale e patriottico abbandonano i loro affetti e le loro terre per non tornarci più e per essere, forse, un giorno, soltanto ricordati. E già, perché le guerre le decidono i grandi, ma a combatterle sono le persone comuni, come i nostri concittadini, morti eroicamente lungo le linee dellIsonzo, sullaltopiano di Asiago, nello straziante e arido paesaggio del Carso, reso celebre dalle poesie di Ungaretti, nelle buie e fangose trincee, trivellati dai colpi delle granate. È questa una guerra di miserabile infrattarsi, uomini pigmei che si imbucano sottoterra pregando di scampare ai colpi di maglio del gigante che scuote la terra con cieco furore (da A. Omodeo, Momenti della vita di guerra). Sono queste le parole scritte alla madre, da parte di un soldato britannico, quando ormai si affievoliva la speranza 10 di una guerra breve e ci si avviava verso una dura guerra di logoramento essenzialmente difensiva. Gli eserciti si fronteggiavano lungo le trincee, martellandosi con i mortai in sanguinosi, inutili e continui attacchi, senza colpi decisivi nei confronti del nemico. Vani, i tentativi dei soldati di avanzare pochi chilometri: in un attimo, ogni sforzo svaniva lasciandoli impietriti sul terreno, con la bocca digrignata volta al plenilunio e con la congestione delle mani (da G. Ungaretti -VegliaCima Quattro, il 23 dicembre 1915). La situazione rimase così, bloccata, per anni, con enormi costi umani ed economici e i soldati erano sottoposti ad uno sfibrante logoramento fisico e morale. Il capitano Emilio Lussu, così ricorderà la sua personale esperienza di un anno sullaltopiano di Asiago: La vita in trincea, anche se dura è uninezia di fronte a un assalto. Il dramma della guerra è lassalto. La morte è un avvenimento normale se si muore senza spavento. Ma la coscienza della morte, la certezza della morte inevitabile, rende tragiche le ore che la precedono.Di tutti i momenti della guerra, quello precedente lassalto era il più terribile. Lassalto! Dove si andava? Si abbandonavano i rifugi e si usciva. Dove? Le mitragliatrici tutte sdraiate sul ventre imbottito di cartucce ci aspettavano. Chi non ha conosciuto questi istanti non ha conosciuto la guerra. (E. Lussu - Un anno sullaltopiano). Le guerre, dunque, hanno fatto stragi, hanno sconvolto gli animi di milioni di uomini e hanno inciso fortemente sulle loro coscienze: moltissime sono le testimonianze pervenuteci attraverso scritti, lettere, riflessioni, racconti dal fronte, foto e oggetti recuperati dopo molti anni e custoditi dai familiari dei soldati morti o dispersi con religiosa cura. È di qualche tempo fa la notizia riportata dai giornali locali, del ritrovamento, attraverso un blog, uno dei moderni canali di comunicazione, di una medaglietta militare identificativa che lo stato italiano forniva ai nostri connazionali durante la campagna di Russia. Ebbene, dopo 70 anni trascorsi dal conflitto, i familiari di Vito Paglialonga, nostro connazionale, salentino, di Collepasso, inviato al fronte orientale con il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, nel luglio 1943 e risultato disperso, come tanti, alla fine del conflitto, hanno finalmente tra le mani un oggetto personale del loro caro, la medaglietta militare, inviata loro da un collezionista russo e ora, gelosamente racchiusa tra due lastre di plexiglas trasparente, quasi come una reliquia. Avere tra le mani un oggetto personale di un nostro congiunto che ha perso la vita in una dura guerra che, come tutte le guerre forse sarebbe stato meglio mai combattere è sicuramente un sollievo, ma niente e nessuno potrà mai restituire ai figli laffetto di un padre mancato negli anni più difficili e complicati della vita, 11 quelli delladolescenza. Il ritrovamento costituisce, almeno una testimonianza tangibile, che da loro lillusione di averlo ritrovato. Un fatto è certo: bisogna ricordare in ogni momento che cosa sia stata e che cosa sia la guerra e convincersi che non esiste male peggiore. Chi potrà mai giustificare i costi di seicentomila vite umane, un milione di feriti e mezzo milione di mutilati, per la sola Italia, causati dalla Prima Guerra Mondiale o gli altri cinquanta milioni di morti di cui il cinquanta per cento fra le popolazioni civili della Seconda? Consapevoli di questo, dobbiamo apprezzare in ogni momento la pace che oggi viviamo, anche se debole, confusa, inquieta! Ma non è neanche giusto archiviare il passato, perché è in noi stessi la forza per la riconciliazione. La memoria diventa, così, come un gomitolo il cui filo, passando di mano in mano, non si spezza mai anzi, trova, nel passaggio alle nuove generazioni sempre maggiore forza e continuità. Dobbiamo doverosamente ricordare ai nostri giovani che la guerra non ha mai ne vincitori ne vinti, miete solo vittime; fino ad ora abbiamo pensato con distacco a quei massacri, come se non potessero mai coinvolgerci, ma ora siamo costretti a pensare sempre più, che potrebbe toccare anche a noi, come ai nostri nonni e ai nostri padri. Il ricordo degli eroi caduti e il loro sacrificio devono indurci a riflettere su ciò che è stato il passato, la storia, trarre insegnamento e monito per il futuro; bisogna trasmettere ai giovani il senso del dovere, la responsabilità morale e civile, il rispetto e lamore per la propria patria. I loro esempi devono scuoterci a essere risoluti nellimpegno quotidiano, allinterno delle istituzioni, della famiglia, della comunità. Quanto è accaduto e il prezzo pagato, lingiustizia e lorrore vissuti devono farci acquisire la consapevolezza che la guerra non porta utilità a nessuno, è uninutile strage, come è stata definita da Benedetto XV. È fondamentale, invece, costruire una cultura della pace, del confronto, del dialogo con gli altri, del rispetto dei diritti e della libertà altrui. Maria Teresa Cretì 12 INTRODUZIONE DELLAUTORE Sono anni che rimango affascinato dallesemplare e suggestivo modo con il quale il sindaco di Santa Cesarea Terme ha voluto celebrare la memoria dei nostri caduti leggendo, a conclusione del suo annuale e sempre forbito discorso, un loro atto di morte. In questi ultimi tempi, poi, coinvolgente è stata lettura del libro Presente! degli amici Filippo Cerfeda e Salvatore Coppola, che riguarda i caduti, di Diso e Marittima, nelle due guerre e mi sono chiesto: perché non dare anche ai nostri concittadini caduti per la Patria, imperituro ricordo nella mente di noi ancora vivi? Fondamentalmente da queste premesse è nata lidea per la realizzazione di questo lavoro. Custodire il ricordo di altre vite, con la possibilità di fruire della cooperazione dei loro congiunti ancora viventi. Partendo da tutto ciò ho cominciato a pensare cosa fare e da dove cominciare. Scrivere un libro è come mettere al mondo una creatura... e a quella creatura che sta per venire al mondo bisogna donare tutto lamore che è necessario. I NOSTRI EROI, quindi, è frutto di sacrificio, di pazienza, di costanza, di impegno profondo e soprattutto di amore, amore per la voglia di andare avanti, per la voglia di scoprire e rendere pubblico ciò che è patrimonio del popolo e, in questo caso, della storia universale. In un primo momento è stato necessario mettersi di fronte a quel granito scuro che riporta con lettere bronzee i nomi delle gloriose vittime, trascriverle su un pezzo di carta e andare a ritirarsi poi alle pendici della torre Specchia la Guardia, in una calda ed assolata giornata di primavera, per pensare e decidere il da farsi. Allora, quando tutto intorno a te è silenzio, la mente si libera dal caos della vita popolare e dai pensieri della quotidianità, le idee si concretizzano e lenorme mole di lavoro, nella tua testa, viene definita. Diviene presente ed è pronto per essere dattiloscritto insieme a tutti quei documenti e a quelle testimonianze che i familiari, ancora viventi e custodi di preziosa testimonianza, possono fornirti, per rendere lopera più entusiasmante. Magari ci sarà bisogno della collaborazione di altre persone, al fine di rendere più agevole e scorrevole il corso delle cose, ma sai già in partenza che sarai, comunque, il solo artefice di questo lavoro. 13 Credere in qualcosa non è mai stato affare da poco e se ora sto scrivendo queste poche righe per presentare il mio lavoro, è solo perché la missione è compiuta! Raccolta lenorme mole di documenti, dai tanti archivi, il lavoro ha avuto inizio. I ruoli matricolari hanno spiegato molte faccende militari, come per esempio le classiche categorie: abile di prima, di seconda, ecc. È stato affascinante capire quali erano i requisiti per lassegnazione; per esempio erano di 1ª categoria coloro che godevano di buona salute, genitori viventi, un fratello con più di 12 anni di età al momento della chiamata; di 2ª categoria coloro che erano in buona salute, oppure figlio unico con padre non ancora entrato nel 65° anno di età oppure figlio primogenito con fratello di età inferiore a 12 anni. Nella 3ª categoria, invece, chi godeva di buona salute o che era figlio unico orfano di un genitore oppure un riformato fatto abile per necessità. Leggeremo la Loro carriera militare e la commovente storia narrata nei Loro atti di morte come, per alcuni, i Loro verbali di irreperibilità. Il soldato era disperso o irreperibile quando non rispondeva allappello al termine di una sanguinosa battaglia. Salvo il corpo giacente sul campo, che permetteva di accertarne legalmente la morte, veniva considerato di milite ignoto il corpo del soldato, talmente sfigurato, del quale era impossibile accertarne lidentità. Alla stessa identica maniera, quando negli anni 30 vennero realizzati i meravigliosi sacrari militari, e i cimiteri di guerra vennero dismessi e bonificati, tanti soldati prima identificati subivano la triste sorte dellappellativo di milite ignoto in quanto venivano a mancare i dati sulle loro croci sepolcrali oppure perché le granate nemiche esplodevano proprio allinterno dei cimiteri scomponendo ciò che prima era un ordine dignitoso per la sacralità del luogo: blocco n°, fila n° e fossa n°. Mi sento in dovere di far menzione della proficua collaborazione del Ministero della Difesa, nella sezione Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra, dal quale, in un continuo e duraturo contatto a mezzo e-mail, ho ricevuto notizie sui nostri militari, sul loro ruolo, e per alcuni in particolare sul fatto darmi che ne causò il decesso e sul verbale con il quale furono dichiarati dispersi. Si può dedurre, dallelenco dei fatti, che non è stato un lavoro semplice, e posso garantire che amore, pazienza e dedizione sono state caratteristiche che, al di sopra di tutto, anche delle vane difficoltà imposte dalle considerazioni altrui, hanno padroneggiato in sei mesi di duro e costante impegno. E ora questo libro diventa opera concreta e lo presento a te caro lettore. Faremo insieme un viaggio nella storia; capiremo chi era il nostro eroe contestualizzando la sua vicenda nella storia generale, qui riportata con lausilio dei libri di scuola e dei sistemi informatici 14 odierni, in cenni brevi ma essenziali. Sarà emozionante, secondo me, poter leggere che Lui ha attraversato il Piave nella storica notte del 24 maggio 1915 allentrata in guerra dellItalia nel Primo Conflitto Mondiale; che Lui invece ha combattuto alle pendici del Monte San Michele; che lAltro ha perso la vita nel San Martino del Carso, nome che tutti abbiamo sentito almeno una volta nella vita nominare; che Lui è affondato insieme a quella nave, il cui relitto, da poco ritrovato, è stato oggetto di discussione dei media per moltissimo tempo, divenendo un caso di portata non solo nazionale. Ecco qui, I NOSTRI EROI. Un lavoro che non vuole celebrare la persona che lo ha composto ma che vanta il diritto di consegnare alla storia, finalmente, i nomi dei nostri Eroi descrivendone la loro vita militare e la loro drammatica morte in quei fatti darmi per molti ormai divenuti semplice leggenda. Ti auguro buona lettura! Sergio Frangillo 15 LITALIA IN GUERRA ALLA CONQUISTA DI TRENTO E TRIESTE Gli eroi cerfignanesi caduti durante la Prima Guerra Mondiale Il 28 giugno 1914 lerede al trono di Austria e Ungheria, larciduca Francesco Ferdinando, venne assassinato a Sarajevo per mano di uno studente serbo. Un mese dopo, quale goccia che fece traboccare il vaso, per tensioni già in corso, lAustria dichiarò guerra alla Serbia. Ciò che per molti doveva essere una guerra lampo si trasformò nel giro di poco tempo in un conflitto di devastante portata, causando linnescarsi del meccanismo delle intese, delle alleanze e degli accordi politici internazionali. Dopo un lungo periodo di riflessione e di neutralità, nel 1915 fu la volta dellItalia. Abbandonando la triplice alleanza con Austria e Germania, Questa decise di scendere in campo al fianco delle potenze della triplice intesa: Russia, Francia e Inghilterra, tutto secondo gli accordi dello storico Patto di Londra, dove il presidente del Consiglio Salàndra pattuì che in caso di vittoria avrebbe completato il delicato processo, iniziato con il risorgimento, di unificazione del territorio nazionale con lannessione di Trento e Trieste. Gli austriaci intanto, sospettando lentrata in guerra dellItalia, avevano fortificato la linea difensiva delle posizioni dominanti nel Trentino e nel Carso. Su queste postazioni avevano creato trincee, installato reticolati e speciali fortini per lutilizzo delle armi belliche. Nella notte tra il 23 e il 24 maggio per lItalia iniziava la Quarta Guerra dIndipendenza, allinterno dello sconvolgente Primo Conflitto Mondiale. Lo storico evento è sancito dal famosissimo inno del Piave: Il Piave mormorava calmo e placido il passaggio dei primi fanti il 24 maggio . Sotto la guida del capo di Stato Maggiore, il generale Luigi Cadorna, lesercito italiano, valicando il confine, marciava verso le linee dellIsonzo. Arrivati entro un determinato limite territoriale, ad una distanza molto ravvicinata dalle trincee nemiche, lavanzata si arrestò. Fu così che la guerra, contraddistinta per avanzata, impantanandosi, si convertì, in una guerra di trincea. Il 24 giugno iniziava la prima battaglia dellIsonzo ed il 30 giugno i leggendari combattimenti del Monte San Michele1. 1 Quanto in corsivo dal libro: PRESENTE! Il sacrificio del Finanziere di Mare Vincenzo Coppola e degli altri eroi di Diso e Marittima caduti nelle due Guerre Mondiali di S. Coppola e F. G. Cerfeda - Pubbligraf, anno 2004. 18 Lo scontro lungo le linee dellIsonzo divampò per buona parte del periodo estivo. La seconda battaglia dellIsonzo iniziava il 18 luglio trovando apice furibondo tra il 24 e il 26 luglio e provocando grosse perdite di uomini (i caduti italiani furono 3.000, molti vennero fatti prigionieri). Quattro furono le battaglie nel 1915 che, comunque, non portarono a grandi soddisfazioni militari in quanto non si era ancora riusciti a penetrare le difese dellesercito austriaco al di là dell'Isonzo. Questi eventi troncarono la vita a numerosissimi soldati tra i quali tre generosi figli della nostra terra: gli eroi NUCITA PASQUALE PINO e GIUSEPPE DONATO DE RINALDIS (caduti nel corso della seconda battaglia), e leroe ORONZO SALVATORE MEROLA, soldato tamburino2, che tra la fine della seconda e la preparazione della terza battaglia dellIsonzo, in periodo di vigilanza sul fronte, pagò con la vita semplicemente per una brevissima esposizione dal margine difensivo di trincea. 2 Incaricato di scandire il passo di guerra, e lavanzata militare, con il rullante. 19 Soldato NUCITA PASQUALE PINO *Cerfignano, 21 aprile 1889 | +Monte San Michele (GO), 25 luglio 1915 Nacque a Cerfignano nella sua casa alla via Giudeca n.4 alle ore 21 del 21 aprile 1889. Terzo di sette figli, unico maschio (essendo il fratello Luca Giovanni morto a soli quattro anni nel 1887), i genitori erano Salvatore Pino di Ippazio, contadino, e Annunziata Andrioli di Vincenzo, sarta e ricamatrice. Ricevette il battesimo, il 28 aprile dello stesso anno, per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione3. I padrini furono Pasquale Viva di Lazzaro e Maria Mariano della terra di Barbarano. Benché allanagrafe si chiamasse NUCITA (probabilmente per un errore di scrittura dellUfficiale di stato civile nellatto di nascita) in famiglia era chiamato con il suo vero nome: NICETA. Il 28 agosto 1894 morì una delle sue sorelle, Santa, nata nove mesi prima, evento, purtroppo, molto frequente nelle famiglie dellepoca. Nel 1897, per limposizione delle mani del arcivescovo di Otranto, mons. Gaetano Caporali, nella chiesa madre di Cerfignano, alletà di otto anni, ricevette il Sacramento della Cresima. Raffaele Nicola De Pasca fu il suo Padrino. 3 CONFRONTA (=Cfr. dora in poi) Per non dimenticare, Sergio Frangillo, Anet srl - 2011, pag. 166, nota n.21. 20 Dopo essere stato riconosciuto, il 25 maggio 1909, abile e arruolato come soldato di 2ª categoria, con numero di matricola 983, dal 16 agosto 1910 prestò servizio di leva aggregato al 47° Reggimento Fanteria, ottenendo, il 12 novembre 1910, la Dichiarazione di avere tenuta buona condotta e di avere servito con fedeltà ed onore. Fu richiamato alle armi per altri novanta giorni, il 1 aprile 1913, dove potè continuare ad apprendere i rudimenti della disciplina militare di guerra ed effettuare ulteriori cicli di addestramento. Il 16 maggio 1914, alletà di venticinque anni, presso il municipio di Minervino di Lecce, contrasse matrimonio con Maria Emma Strambaci, di ventidue anni, figlia di Antonio e di Angela Rosa Mangia, in presenza dei testimoni Michele Cursano e Michele Merico, entrambi proprietari4. Il giorno successivo, a Cerfignano, presenti i testimoni Vincenzo Andrioli di Salvatore da Spongano e Angelico Pizzoleo, furono uniti in matrimonio religioso, dallarciprete Raffaele De Luca5. Andarono a vivere insieme in una casa in affitto a Cerfignano alla via Santa Cesaria n.55. Il 28 febbraio 1915 ebbe la gioia di vedere nascere il suo primo e unico figlio, che chiamò Giuseppe. Di mestiere faceva il contadino, anche se lavorò come manovale ai lavori di costruzione della nuova Chiesa, nella marina di Santa Cesaria: era molto alto e forte e certamente non lo spaventava il peso dei grossi blocchi di pietra di carparo usati per la costruzione del sacro tempio. Venne richiamato alle armi per mobilitazione generale il 24 maggio 1915, giungendo, in treno, nella zona a sud-est di Udine, in territorio dichiarato in stato di guerra, quale membro del 140° Reggimento Fanteria, Brigata Bari. Terenzano - Campoformido e Colloredo di Prato oltre a Ruda, Gradisca e Straussina furono le città dove il suo Battaglione, dal 12 giugno 1915, affrontò in linea il nemico austriaco. Morì sul Monte San Michele in seguito a ferite riportate per fatto di guerra, come racconta il suo atto di morte: [ ] Lanno 1915 ed addì 25 del mese di luglio dal Monte San Michele mancava ai vivi in età danni 26 il soldato Pino Pasquale della 7ª Compagnia del 140° Reggimento Fanteria al numero 903 di Matricola nativo di Cerfignano Provincia di Lecce figlio di Salvatore e di Andrioli Annunziata ammogliato con Strambaci Maria Emma morto in 4 Condizione 5 Cfr. Per anagrafica di stato civile. non dimenticare, Sergio Frangillo, Anet srl - 2011, pag. 229. 21 seguito a scheggia di granata come risulta daVerbale compilato dal Tenente Medico Clemente Dott.re Leo e firmato dai testimoni Giammanaro Salvatore,Vantaggiato Gaetano. [...] 6. Lasciò la moglie Maria vedova col figlioletto Pippi di appena cinque mesi oltre ai genitori e alle sorelle Cleonice, Addolorata, Rosolia ed Elisabetta. A battaglia conclusa, il suo corpo non fu mai riconosciuto e dopo una prima provvisoria sepoltura in uno dei tanti cimiteri di guerra fu collocato, insieme agli altri caduti ignoti del Monte San Michele, nel Sacrario Militare di Redipuglia (GO). 6 Archivio storico comunale Minervino di Lecce (=ACM dora in poi): Registro degli atti di morte, anno 1918 - n.2, parte II, serie C. 22 DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915: Autorizzato a fregiarsi della Medaglia Commemorativa Nazionale della Guerra Italo-Austriaca 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Nellimmagine seguente è raffigurata la medaglia della quale fu insignito leroe Pino Niceta. La particolarità di questa medaglia, ancora oggi gelosamente conservata dalla pronipote Maria Ada Pino, è resa evidente dalle sue incisioni; sul fronte: GUERRA PER LUNITA DITALIA 1915-1918; sul retro: CONIATA NEL BRONZO NEMICO, e cioè che è stata fusa col bronzo delle artiglierie tolte al nemico. 23 Leroe Pino Nucita Pasquale (come tutti), inoltre, è stato onorato, con liscrizione nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale. La pubblicazione dell'Albo d'Oro promossa dal Ministero della Guerra, a conclusione degli eventi bellici, rappresenta una rinnovata onorificenza per il sacrificio di quanti caddero (o risultarono dispersi) durante la Prima Guerra Mondiale al fine di perpetrarne la memoria, affinché, imperitura, sia di monito vivente per le nuove generazioni. E diviso in vari volumi per regione. Alla pagina 303 del Volume XVIII Puglie è scritto: Soldato 140° reggimento fanteria, nato il 21 aprile 1889 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 25 luglio 1915 sul monte San Michele per ferite riportate in combattimento 7. La famiglia del nipote Aniceto Pino, figlio di Pippi, conserva anche un volume storico di approfondimento sulla vita del congiunto eroe Niceta, scritto dal genero Roberto Mauro, e titolato Cari tutti, vi scrivo La lettera dal Fronte di un Soldato Eroe, frutto di un approfondito studio e di una minuziosa ricerca di documenti e testimonianze sulla vita del caduto, oltre alla ricostruzione dellintero albero genealogico della famiglia Pino. Da questo volume sono state prelevate tutte le notizie aggiuntive sulla vita del soldato, riportate in questa biografia. Aniceto Pino, oggi, ha questi ricordi di suo nonno: Era mia nonna Maria Strambaci a raccontarmi del suo marito Niceta come di un giovane amante della vita, lavoratore attento, cristiano praticante, con uno spiccato sentimento religioso. Era un uomo innamorato della sua famiglia, ma soprattutto innamorato della sua donna durante i pericolosi e rischiosi lavori alla nuova Chiesa di Santa Cesaria, ogni mattina salutava la moglie con un bacio e le riservava sempre dolci parole, quasi di commiato non sopportava lidea di dover morire a causa di un incidente sul lavoro e di non aver manifestato per lultima volta tutto il suo amore per lei. Ed ancora, il giorno della nascita di mio padre Giuseppe, compì un estremo atto damore: fu capace di offrire al Signore la sua vita, nel caso della sua partenza al Fronte, in cambio di quella della moglie, che rischiava di perderla a causa di un parto lungo e travagliato. Così, con questi semplici ricordi, ci è sempre piaciuto, in famiglia, tenere cara la memoria di Tata Niceta!. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il nonno, il nipote Pino Aniceto. 7 Estratto dallALBO DORO - dal sito web: www.cadutigrandeguerra.it 24 Soldato GIUSEPPE DONATO DE RINALDIS *Cerfignano, 13 marzo 1890 | +Monte San Michele (GO), 26 luglio 1915 La scelta di rendere omaggio al caduto con questa foto, in cui è raffigurata la madre Francesca Viva (meglio conosciuta come Mamma Chicca) deriva dal fatto che sono scarne le notizie e le fonti documentarie reperibili ed anche per la bellezza del ritratto, che mostra la tipica nonna depoca nel suo caratteristico abbigliamento. Latto di nascita delleroe, parzialmente trascritto, così recita: Lanno milleottocento novanta, addì tredici di Marzo, a ore antimeridiane dieci, nella Casa Comunale. Avanti a me Cordaro Angelo, Segretario delegato con atto del Sindaco dei ventidue Settembre milleottocentoottantadue debitamente approvato, Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Minervino di Lecce è comparso De Rinaldis Vitantonio di anni ventiquattro, contadino, domiciliato in Cerfignano, il quale mi ha dichiarato che alle ore antimeridiane quattro, del dì tredici del Marzo mese, nella casa posta in Via Castello, da Viva Francesca, sua legittima moglie, contadina, secolui convivente è nato un bambino di sesso maschile che egli mi presenta, e a cui da i nomi di Giuseppe Donato [ ] 8. Ricevette il battesimo il 20 marzo 1890 per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione. I suoi padrini furono Primaldo Spagnolo di Lorenzo e Cesaria Cursano di Antonio. 8 ACM, Registro degli atti di nascita, anno 1890 - n.39. 25 Di corporatura normale, altezza circa un metro e settanta centimetri (=1,70 mt. dora in poi), capelli castani e lisci, occhi castani, colorito pallido; di professione contadino, non sapeva leggere e scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, matricola 38845, venne chiamato alle armi il 10 settembre 1912 ed aggregato al 85° Reggimento Fanteria, Brigata Verona. Si congedava il 25 settembre 1913 ottenendo dichiarazione di aver prestato servizio tenendo buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore. Il 4 gennaio 1915 veniva richiamato alle armi per effetto del Regio Decreto 18 dic. 1914 e il 31 marzo successivo veniva aggregato al 140° Reggimento Fanteria, Brigata Bari. Era tra i fanti che nella notte del 24 maggio 1915 marciavano attraverso il Piave con lentrata in guerra dellItalia. Dopo atroce e sanguinoso combattimento sul Monte San Michele, il 26 luglio 1915, Giuseppe Donato non rispose allappello, ne tanto meno figurò tra i militari dei quali fu legalmente accertata la morte o la prigionia. Venne dichiarato disperso e lanno successivo, precisamente il 2 giugno, venne rilasciata dichiarazione dirreperibilità poi trasmessa allattenzione dei suoi familiari. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915 - Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 (definita medaglia Italo-Austriaca) istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna; Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362; Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 125 del Volume XVIII Puglie: Soldato del 140° reggimento fanteria, nato il 13 marzo 1890 a Santa Cesarea Terme, distretto militare di Lecce, disperso il 26 luglio 1915 sul monte San Michele in combattimento. Giuseppe Donato De Rinaldis e Nucita Pasquale Pino (biografia precedente) erano commilitoni appartenenti allo stesso reggimento e morti a distanza di un giorno luno dallaltro. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, la nipote De Rinaldis Maria. 26 Dichiarazione di irreperibilità del soldato De Rinaldis 27 Soldato tamburino ORONZO SALVATORE MEROLA *Cerfignano, 10 marzo 1892 | +Slovenia (nella conca di Plezzo), 12 settembre 1915 Nacque a Cerfignano in via Costantinopoli (oggi via Duca dAosta), il 10 marzo 1892, alle ore 20.15, da Antonio Maria (detto Vitantonio) e da Piano Anna, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il 13 marzo dello stesso anno, per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione. I padrini furono Damiano Salvatore di Luigi e Merola Domenica di Domenico. Era alto circa 1,60 mt., era di professione contadino e non sapeva ne leggere e scrivere. Arruolato quale soldato di leva della 1ª categoria, matricola 38865, venne chiamato alle armi il 10 settembre 1912 ed aggregato nel 6° Reggimento Fanteria, Brigata Aosta. Nella foto è ritratto con le bacchette per il rullante, nel cinturone diagonale, perché dal 8 gennaio 1913, ricevette lincarico di soldato tamburino con il compito di scandire il passo di guerra o il movimento dellesercito in direzione del nemico. Il 24 maggio 1915, attraversando il Piave nel corso della notte, giunse in territorio dichiarato in stato di guerra. Il 12 settembre 1915 venne colpito mortalmente da arma da fuoco e moriva nella conca di Plezzo, alle pendici del Monte Rombon. La drammatica vicenda è raccontata dal suo atto di morte: [ ] Estratto dellatto di morte del soldato 28 tamburino Merola Oronzo [ ] Lanno millenovecentoquindici ad alli dodici del mese di settembre nella Conca di Plezzo mancava ai vivi alle ore diciassette in età di anni ventitre il soldato Merola Oronzo della Compagnia 6° Fanteria al N° 38865 di matricola, nativo di Cerfignano provincia di Lecce figlio di Antonio Maria e di Anna Piano morto in seguito a ferita darma da fuoco, sepolto nelle trincee della Conca di Plezzo come consta dalVerbale N° 147 del Comandante la 1ª Compagnia a firmato dal S. T.te Bonsignore Paolo [ ] Roma, lì 5 marzo 1917 [...] 9. I suoi resti mortali, come quelli dei soldati caduti nella Conca di Plezzo, riposano nel Sacrario militare di Caporetto tra i militi ignoti, non essendo compreso nellelenco degli identificati. Dal suo ruolo matricolare, forse anche per una dimenticanza nellaggiornamento, non constano decorazioni alla memoria e/o onorificenza di alcun tipo. Onorato, comunque, dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 253 del Volume XVIII Puglie: Soldato 6° reggimento fanteria, nato il 10 marzo 1892 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 12 settembre 1915 nella conca di Plezzo per ferite riportate in combattimento. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, il nipote Merola Oronzo. 9 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1917 - n.8, parte II, serie C. 29 Nel 1916, invece, si tentò di applicare nuove strategie dattacco. Si cercava, da ambo le parti, di mantenere il controllo della situazione in attesa di evidenti e pesanti sbalzi offensivi. Proprio in questa fase delicata e preparatoria, durante il rigido inverno del 1916, cadde sul medio Isonzo leroe ANGELO RAFFAELE LINCIANO, oriundo di Vernole (LE) ma da poco residente in Cerfignano. Nel mese di marzo, le nostre truppe sferrarono lattacco con la quinta battaglia dellIsonzo. Dopo questa ennesima offensiva, il nostro conterraneo GIOVANNI MITA, contraendo malattia venne immediatamente trasferito presso lospedale militare di Cremona dove spirava nel maggio successivo. Le trincee continuavano a passare da un contendente allaltro e ognuno, sostanzialmente, continuava a rimanere nella propria posizione senza avanzare o arretrare. Questo provocò un ennesimo scontro col nemico, nellagosto del 1916. Era la sesta battaglia dell'Isonzo, conosciuta anche come battaglia di Gorizia. Formidabili e ben organizzate furono le manovre e le azioni espugnanti sul fronte di Monfalcone grazie alle quali la città venne finalmente liberata e conquistata dal nostro regio esercito. Eccellente fu anche la storica e veloce conquista del Monte Sabotino, occupato in poco più di mezzora. Molti furono i soldati che caddero durante la battaglia di Gorizia (circa 2.000 uomini) tra i quali anche leroe SALVATORE PANICO. Le altre azioni di guerra si rendevano necessarie e mirate ad offrire tutela alla città di Gorizia, cercando di conquistare le alture circostanti per un miglior controllo difensivo e per proseguire al meglio col programma di conquista del territorio e di ulteriore avanzata. Nel settembre 1916 prese il via la settima battaglia dell'Isonzo che non portò ad ulteriori successi. Lottava (svoltasi nel periodo 10-12 ottobre), ancora una volta, si concluse solo con una ulteriore carneficina umana basata su pesanti perdite (24.000 uomini). Ma linferno sul fronte dellIsonzo era comunque destinato a continuare. Sul finire di ottobre e sino agli inizi di novembre le truppe italiane furono nuovamente impegnate nel tentativo di scardinare le difese austro-ungariche intorno a Gorizia. Nemmeno questa nona battaglia riuscì a portare vantaggi rilevanti per il Comando Supremo. In questi ultimi scontri caddero, per servire la patria, gli eroi cerfignanesi GIOACCHINO CRETÌ e ANTONIO ANDREA BRILLANTE. Per cause legate a malattia venne a mancare, inoltre, il soldato DONATO MORELLO. Nellanno 1916 la Grande Guerra strappava dallaffetto dei propri cari ben 6 figli della nostra terra. 30 Soldato ANGELO RAFFAELE LINCIANO *Acaya (LE), 15 agosto 1889 | +Lenzuolo Bianco (GO), 2 gennaio 1916 Nacque ad Acaya (frazione di Vernole) il 15 agosto 1889 da Giuseppe e da Nisi Giustina. Il piccolo Angelo, e la sorellina Maria, rimasero orfani di padre il 13 aprile 1893. La madre, successivamente, contrasse matrimonio con Viva Nicola di Cerfignano ivi trasferendosi, previo cambio di residenza, con i due piccoli figli. Questa è la ragione per cui da Vernole, che gli diede i natali, la sua memoria, oggi, è celebrata nel monumento ai caduti di Cerfignano. Giovane forte e di ottima presenza, era alto circa 1,60 mt., capelli castani chiari, occhi cerulei, colorito roseo; di professione era bracciante e non sapeva ne leggere ne scrivere. Soldato di leva di 3ª categoria, classe 1890 (sebbene della classe 1889) perché mandato rivedibile a causa di oligoemia malarica; matricola 16049. Venne chiamato alle armi per mobilitazione col R.D. del 22 maggio 1915 (circolare n. 370 del G.M.) giungendo il 1 giugno 1915 e successivamente aggregato nel 63° Reggimento Fanteria, Brigata Cagliari. Entrò a far parte del deposito Palermo nel 136° Reggimento Fanteria di milizia mobile il 24 settembre 1915. Morì, in località Lenzuolo Bianco, il 2 gennaio 1916 durante combattimento contro il nemico. Questo lestratto del suo atto di morte: [ ] Lanno millenovecentosedici ad alli dì 2 del mese di gennaio nellaValle Pennica mancava ai vivi alle ore venti in età di anni ventisette il Soldato Linciano Angelo della prima Compagnia del 136° Reggimento fanteria al N° 16049 di matricola nativo di Acaia fraz. del Comune diVernole provincia di Lecce figlio di fu Giuseppe e di Nisi Giustina morto in seguito a scoppio di granata sepolto a Lenzuolo Bianco come risulta dallattestazione delle persone a piè del presente sottoscritte [ ] 10. Si presume, dalle referenze ottenute, che i suoi resti mortali giacciono tra i militi ignoti nel Sacrario Militare di Redipuglia. 10 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1917 - n.13, parte II, serie C. 31 DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915-1916: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n.1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 204 del Volume XVIII Puglie: Soldato 136° reggimento fanteria, nato il 15 agosto 1889 a Vernole, distretto militare di Lecce, morto il gennaio 1916 sul medio Isonzo per ferite riportate in combattimento. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, fratello della nonna, la nipote Viniello Antonietta. 32 Soldato GIOVANNI SALVATORE MITA *Cerfignano, 24 settembre 1890 | +Cremona, 7 maggio 1916 Nacque a Cerfignano in via S. Cesaria (oggi via Regina Elena), il 24 settembre 1890, alle ore 12, da Francesco e da Cretì Maria Antonia (chiamata Domenica) entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il 12 ottobre dello stesso anno, per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione. I padrini furono Merola Salvatore di Domenico e Viva Crocefissa di Lazzaro. Alletà di 15 anni rimase orfano di padre. Era alto 1,60 mt., capelli castani lisci, occhi castani, colorito bruno. Aveva una cicatrice sulla fronte. Era di professione contadino e non sapeva ne leggere ne scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, matricola 38846, venne chiamato alle armi il 10 settembre del 1912 ed aggregato al 86° Reggimento Fanteria, Brigata Verona. Il giorno 11 gennaio 1913, spostato nel 6° Reggimento Fanteria, Brigata Aosta, da Messina, partì per la Tripolitania e Cirenaica (campagna di Libia). Rientrava dalla missione il 10 novembre 1913 e quindi veniva congedato. Per effetto del Regio Decreto 18 dicembre 1914 (circolare 642) veniva richiamato alle armi il 4 gennaio 1915. Il 31 marzo 1915 veniva aggregato al 140° Reggimento Fanteria, Brigata Bari. Partecipò alle prime battaglie dellIsonzo. Mentre era impegnato negli scontri allaltezza del Monte Sabotino, per gravissimi ed evidenti malori, fu ricoverato durgenza presso lospedale militare di Cremona dove gli venne diagnosticata tubercolosi polmonare riconosciuta quale malattia contratta in guerra. Veniva riformato il 19 aprile 1916 ma, con laggravarsi delle condizioni di salute, rimanendo sotto osservazione e cura medica, spirava il 7 maggio 1916. Questo il suo atto di morte: Comune di Cremona - Atti morte 1916 = Parte II° = S.e B = Mita Giovanni = Lanno millenovecentosedici addì otto maggio a ore nove e minuti venti nel Palazzo Comunale = Io Morelli Dottor Giuseppe Segretario Comunale [ ] ho ricevuto dalla Direzione dellOspedale Militare Succursale Istituto Manini di questa Città lavviso che in detto Istituto a ore undici del di sette del corrente mese è morto 33 Mita Giovanni del fu Francesco e Cretì Maria Antonia, nato a Minervino danni venticinque, Soldato del 140° Fanteria, celibe e residente in Cerfignano di Minervino [ ] Dal Municipio di Cremona = Addì 16 settembre 1919 11. Lerrore di fondo, per cui questo soldato fu dimenticato, venne causato nel momento della redazione del suo atto di morte. Allinterno dello stesso viene citato come nativo e residente di Castrignano del Capo. Una nota marginale però così recita e rettifica: [ ] Per sentenza del locale Regio Tribunale in data 22 agosto millenovecentodiciannove e trascitto al N° 184 Parte 2° Serie C del Registro per gli Atti di Morte di Cremona, latto di contro va corretto nel senso che il defunto [ ] è residente a «Cerfignano di Minervino» in luogo di «Castrignano del Capo». Rimanendo invariato il dato sul registro di tumulazione: Mita Giovanni di Francesco, da Castrignano del Capo, quando le salme di tutti i militari furono esumate per la sepoltura dei loro resti nel nuovo Sacrario Militare, sulla lapide del nostro concittadino apparve, per errore di lettura ed in completa storpiatura, Castagnino del Capo in luogo di Castrignano del Capo. A gloria perenne dei suoi figli caduti nella guerra mondiale 1915-18. Eroico olocausto di giovani che allItalia si immolarono perchè del loro sangue fossero segnati i patti di un grande avvenire. Questo monumento Cremona eresse grata, reverente, memore. Questa è la solenne e commovente iscrizione che legge il visitatore del magnifico Sacrario Militare Madonnina del Grappa, allinterno del cimitero comunale di Cremona, ove i resti mortali del soldato Mita Giovanni riposano sulla nona fila allinterno dellossario n. 117. 11 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1919 - n.9, parte II, serie C. 34 DECORAZIONI ALLA MEMORIA Ha diritto al computo di una campagna di guerra per essersi trovato, per ragioni di servizio, in territorio in istato di guerra, in conseguenza della guerra italo-turca 1911-1912; Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa col motto «Libia» istituita con regio decreto 21 novembre 1912 e 6 settembre 1913. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 253 del Volume XVIII Puglie: Soldato 140° reggimento fanteria, nato il 24 settembre 1890 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 7 maggio 1916 a Cremona per malattia. Il nome del defunto, rilevato dallindagine archivistica per la redazione di questo volume, inesistente nellelenco ufficiale, per disposizione del Sindaco, è stato aggiunto al monumento dei caduti nellanno corrente (2012). Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, il nipote Mita Raffaele. 35 Soldato SALVATORE PANICO *Cerfignano, 23 febbraio 1888 | +San Martino del Carso (GO), 10 agosto 1916 Nacque a Cerfignano in via Canica, il 23 febbraio 1888, alle ore 4, da Luigi e da Leone Rosaria. Ricevette il battesimo, il 26 febbraio dello stesso anno, per mano dellarciprete Ernesto Salvatore Filieri12. I padrini furono De Rinaldis Antonio e Pino Antonia. Era di corporatura esile, capelli biondi di forma liscia, occhi celesti e colorito roseo; era di professione contadino, come i suoi genitori e non sapeva ne leggere ne scrivere. Venne dichiarato rivedibile in due visite militari consecutive: nella prima fu riscontrato affetto da oligoemia malarica e nella seconda di debole costituzione. Finalmente abile allarruolamento e inserito nella classe 1890 quale soldato di leva della 1ª categoria, matricola 31765. Il giovane Salvatore svolse servizio militare, aggregato al 36° Reggimento Fanteria, Brigata Pistoia, ed ottenne dichiarazione di buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore, dal 19 novembre 1910 al 5 dicembre 1911. Il 5 luglio 1913 si unì in matrimonio con Leone Filomena, di Cerfignano, figlia di Abramo e di Cretì Addolorata. Richiamato alla armi per mobilitazione generale, aggregato nel 47° Reggimento Fanteria, Brigata Ferrara, il 24 maggio 1915, giunse in territorio dichiarato in stato di guerra. Un anno dopo, durante battaglia sul San Martino del Carso e forse con il pensiero rivolto alladorata moglie moriva in seguito ad esplosione di bomba nemica. Il suo atto di morte così recita: Estratto dellatto di morte del soldato Panico 12 La biografia del rev.do arciprete Filieri, si trova sul volume: Prostràti al Real Trono - seconda edizione, Sergio Frangillo, Anet - 2011. (pagg. 56-58) 36 Salvatore [ ] Lanno millenovecentosedici ed alli dieci del mese di agosto sul San Martino del Carso mancava ai vivi alle ore undici e trenta in età di anni ventotto il soldato Panico Salvatore della undicesima compagnia al 47° Reggimento Fanteria al N° 31765 di matricola, nativo di Minervino di Lecce, Provincia di Lecce, figlio di Luigi e di Rosaria Leone ammogliato con Leone Filomena morto in seguito a ferita da bomba nemica - per fatto di guerra - sepolto a San Martino del Carso come risulta da Verbale Mod. 147 dellundicesima compagnia [ ] 13. I suoi resti mortali, rinvenuti in una tomba priva di identificazione, furono raccolti e sepolti a Redipuglia tra i militi ignoti. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915-1916: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 (definita medaglia ItaloAustriaca) istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 125 del Volume XVIII Puglie: Soldato del 47° reggimento fanteria, nato il 23 febbraio 1888 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 10 agosto 1916 sul monte San Michele in combattimento. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il primo marito di sua madre, Panico Antonio. 13 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1917 - n.3, parte II, serie C. 37 Soldato GIOACCHINO CRETÌ *Cerfignano, 17 ott. 1882 | +Asiago (VI) - loc. Croce SantAntonio, 10 sett. 1916 Nacque a Cerfignano in via Chianche n.4, il 17 ottobre 1882, nel cuore della notte (ore 01.00), da Salvatore e da Mita Grazia, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il 27 ottobre dello stesso anno, per mano dellarciprete Ernesto Salvatore Filieri. I padrini furono Salvatore e Assunta Cursano. Di altezza 1,61 mt., colorito bruno, capelli castani e lisci; di professione carrettiere e di condizione analfabeta. Soldato di leva della 1ª categoria matricola 13884. Svolse brillantemente il servizio, aggregato al 94° Reggimento Fanteria, Brigata Messina, dal marzo 1903 allaprile 1904. Venne congedato con dichiarazione di buona condotta. Venne richiamato alle armi, per mobilitazione nazionale con R.D. del 22 maggio 1915 (circolare n. 370 del C.M.), aggregato al 136° Reggimento Fanteria, Brigata Campania e giunse il 24 ottobre 1915 in territorio dichiarato in stato di guerra. Moriva in combattimento il 10 settembre 1916 in località Croce SantAntonio nellaltipiano di Asiago (VI). Il suo atto di morte recita quanto segue: [ ] Io sottoscritto Tenente Medico Ape Nicola incaricato della tenuta dei registri di Stato Civile presso 125° Reparto Someggiato14 di Sanità dichiara che nel Registro degli atti di morte a pagina 36 ed al N° 34 dordine trovasi inscritto quanto segue: Lanno millenovecentosedici ed alli dieci del mese di settembre nella località Croce S. Antonio (Altipiano di Asiago) mancava ai vivi alle ore diciannove in età di anni trentaquattro il soldato Cretì Gioacchino del 136° Reggimento Fanteria 5° Compagnia col numero 13884 di matricola, distretto militare di Lecce, nativo di Cerfignano, frazione di Minervino di Lecce, provincia di Lecce, figlio di Salvatore e di Grazia Mita, morto in seguito a ferita allinguine destro e frattura del braccio destro con 14 I reparti di sanità someggiati erano dotati di muli o cavalli per lo sgombero dei feriti delle prime linee. Allinterno dei vari reparti avveniva il primo soccorso medico e la cura del ferito. 38 emorragie riportate in combattimento, sepolto al Cimitero di Croce SantAntonio come consta dallattestazione delle persone a piè del presente atto sottoscritte [ ] 15. I suoi resti mortali, rinvenuti in una tomba priva di identificazione, furono raccolti e sepolti tra i militi ignoti nel Sacrario Militare di Asiago (VI). DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915-1916: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna; Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n.1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 97 del Volume XVIII Puglie: Soldato del 130° reggimento fanteria, nato il 17 ottobre 1882 a Santa Cesarea Terme, distretto militare di Lecce, morto il 10 settembre 1916 nella 25.ma sezione di sanità per ferite riportate in combattimento Il nome delleroe, rilevato dallindagine archivistica per la redazione di questo volume, inesistente nellelenco ufficiale, per disposizione del Sindaco, è stato aggiunto al monumento dei caduti nellanno corrente (2012). Nessun congiunto riscontrato. 15ACM, Registro degli atti di morte, anno 1916 - n.6, parte II, serie C. 39 Soldato ANTONIO ANDREA BRILLANTE *Cerfignano, 25 giugno 1891 | +Monfalcone (GO), 9 ottobre 1916 Era figlio di ignoti16, adottato poi da coniugi residenti in Specchia Gallone (LE). Il suo atto di nascita recita: Lanno milleottocento novantuno, addìVentisei di Giugno, a ore pomeridiane cinque e minuti quaranta, nella Casa Comunale. Avanti di me Cordaro Angelo Segretario delegato con atto del Sindaco deiVentidue Settembre milleottocentoottantadue debitamente approvato Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Minervino di Lecce è comparsa Carluccio Mariantonia, di anni cinquantacinque, Levatrice, domiciliata in Cerfignano, la quale mi ha dichiarato che alle ore meridiane dodici del dì venticinque del Giugno mese, nella casa posta in Cerfignano, da donna nubile che non consente di essere nominata è nato un bambino di sesso maschile che ella mi presenta, e a cui do i nomi di Antonio Andrea e cognome Brillante. [ ] Avendo poi ricevuta istanza da De Giuseppe Agata di anni trentadue moglie di De Notarpietro Salvatore, contadina domiciliata in Specchiagallone in Via Lecce, di affidare a lei il bambino promettendo di assumerne la custodia e lallattamento, nonché di darne conto ad ogni richiesta dellAutorità, e nulla trovando in contrario alla richiesta medesima, vi ho aderito, e ho consegnato a lei il detto bambino. [ ]17. Di statura circa 1,71 mt., capelli lisci di colore castano, occhi castani, colorito roseo, con un segno particolare: una cicatrice sulla fronte. Di professione contadino, sapeva anche leggere e scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, al n. 38849 di matricola, venne chiamato alle armi il 10 settembre del 1912 ed incorporato nel 4° Reggimento Fanteria, Brigata Regina. Partì per la Tripolitania e Cirenaica (campagna di Libia), imbarcandosi da Messina il 13 gennaio 1913. Rientrò dal servizio, sbarcando a Catania, il 26 novembre. 16 Cfr. Per non dimenticare, Sergio Frangillo, Anet srl - 2011, pag. 246. 17 ACM, Registro degli atti di nascita, anno 1891 - n.83. 40 Venne, quindi, posto in congedo illimitato, con dichiarazione di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore, il 30 dicembre 1913. Il soldato Brillante Antonio, tornò nella sua Specchia Gallone e potè riabbracciare gli amati genitori adottivi. Venne richiamato alle armi per mobilitazione nazionale, aggregato al 140° Reggimento Fanteria, Brigata Bari il 4 gennaio 1915 e, successivamente, venne inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 22 maggio del 1916. Morì in combattimento, alla quota 144 di Monfalcone, come consta dal suo atto di morte, di seguito ed integralmente trascritto: Lanno millenovecentodiciassette, il dì tredici di luglio, alle ore dieci nella Casa Comunale di Minervino di Lecce. Io Commend. Luigi Scarciglia, Sindaco ed Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Minervino di Lecce, avendo ricevuto dal Ministero della Guerra-Direzione Generale Leva e Truppa-Divisione Matricole-Ufficio Stato Civile in Guerra, in data otto luglio 1917, N° 220665, copia dellatto di morte del Soldato Brillante Antonio, o per intero ed esattamente trascritto la copia suddetta, che è del tenore seguente: Estratto dellAtto di morte del Soldato Brillante Antonio inscritto sul Registro tenuto dal 140° Reggimento Fanteria a pagina 94 N°683 dordine 4° Fascicolo = Io sottoscritto Arturo Pagliara S.Tenente dAmministrazione incaricato della tenuta dei registri di Stato Civile presso il 140° Reggimento Fanteria dichiara che nel Registro degli atti di morte a pagina 94 ed al Num. 683 dordine trovasi inscritto quanto segue: = Lanno millenovecentosedici ed alli nove del mese di ottobre nella quota Cientoquarantaquattro- Monfalcone - mancava ai vivi il Soldato Brillante Antonio dell8° Compagnia del 140° Reggimento Fanteria al N°38849-5- di Matricola Classe 1892, nativo di Cerfignano provincia di Lecce figlio di N.N. e di N.N., morto in seguito a scheggia di granata, sepolto al Cimitero provvisorio, sito vicino al lago di Doberdò, come risulta da verbale compilato dal Comandante la Compagnia Sottotenente Leante Sig.Giuseppe e firmato dal Tenente Medico Mario Dottor Alberto, e dai testimoni Soldato De SantisVito, Soldato Faco Salvatore = Per copia autentica = Lufficiale dAmministrazione = fir.to A.Pagliara = Il Ten.te Colonnello Comandante del Reggimento fir.to E.Lignari. Eseguita la trascrizione ho munito del mio visto ed inscritta la copia dellatto suddetto nel volume degli allegati a questo registro 18. Bonificato il cimitero di cui nellatto di morte i suoi resti mortali, nel 1938, rinvenuti in una tomba priva di identificazione furono trasferiti a Redipuglia e sepolti nella tomba dei militi ignoti. 18 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1917 - n.14, parte II, serie C. N.B.: Atto trascritto, dimostrativamente, in modo integrale. 41 DECORAZIONI ALLA MEMORIA Ha diritto al computo duna campagna di guerra per essersi trovato, per ragioni di servizio, in territorio in istato di guerra in conseguenza della guerra italo-turca 1911-1912; Campagna di guerra del 1915-1916: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna; Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 34 del Volume XVIII Puglie: Soldato del 140° reggimento fanteria, nato il 25 giugno 1891 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 9 ottobre 1916 sul Carso per ferite riportate in combattimento. La memoria del concittadino, per la sua adozione, è celebrata presso il monumento dei caduti in Specchia Gallone (Le). 42 Soldato DONATO MORELLO *Cerfignano, 24 marzo 1882 | +Treviglio (BG), 7 gennaio 1917 Nacque a Cerfignano, in via Chianche, il 24 marzo 1882, alle ore 12, da Domenico e da Calcagnile Petronilla, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il 25 marzo dello stesso anno, per mano dellarciprete Ernesto Salvatore Filieri. I padrini furono Maggio Salvatore e Fiore Giuseppa entrambi di Cerfignano. Alletà di 9 anni il piccolo Donato rimaneva orfano di padre. Era il terzo di quattro figli. Due sorelle maggiori, Addolorata e Angelica, ed un fratello minore, Michele. Il 17 agosto 1912, alletà di trentanni, presso il Municipio di Minervino di Lecce, alle ore 10.45, contrasse matrimonio con Laggetta Maria Antonia, di ventidue anni, oriunda di Cocumola e figlia di Nicola Salvatore e di Papadìa Anna. Furono uniti in matrimonio religioso, successivamente, dallarciprete Raffaele De Luca. Statura nella media e corporatura normale; capelli neri e lisci e caratteristici occhi cerulei. Di professione proprietario anche se non sapeva ne leggere ne scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, matricola 13546/bis, venne chiamato alle armi il 15 luglio 1916 aggregato nel deposito del 64° Reggimento Fanteria, Brigata Cagliari lasciando la moglie incinta del suo primogenito che mai avrebbe visto. Giunse in territorio dichiarato in stato di guerra il giorno 11 novembre 1916 aggregato al 143° Reggimento Fanteria, Brigata Taranto. Secondo la testimonianza del vivente nipote Morello Donato, il nonno subì il congelamento degli arti durante una lunga esposizione notturna di guardia sul 43 fronte e veniva ricoverato durgenza nellospedale di riserva di Treviglio. Durante la degenza, prima della sua morte, venne visitato dal fratello minore, Michele, che partì da Cerfignano non appena appresa la notizia del grave incidente. Per le gravissime complicazioni di salute, aggravate dalla broncopolmonite, si spense il 7 gennaio del 1917. Il suo atto di morte, poi successivamente trascritto nei registri anagrafici del Comune di Minervino di Lecce, così recita: Comune di Treviglio - Ufficio dello Stato Civile - Estratto dal Registro degli atti di morte - anno 1917 Parte II° N.6 Serie B = Lanno millenovecentodiciassette addì quindici di gennaio a ore sedici e minuti trenta nella Casa Comunale = Io Masciocchi Giuseppe Segretraio delegato dal Sindaco Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Treviglio, avendo ricevuto dalla Direzione dello Spedale di Riserva - Collegio degli Angeli un avviso in data sette corrente mese relativo alla morte di cui in appresso, e che munito del mio visto, inserisco nel volume degli allegati a questo registro, do atto che a ore una del giorno sette gennaio corrente nel suddetto Spedale è morto Morello Donato di anni trentaquattro militare, residente in Cerfignano frazione di Minervino di Lecce, nato in Cerfignano frazione di Minervino di Lecce da Domenico e da Calcagnile Petronilla marito di Laggetta Maria Antonia = f.to G. Maschiocchi = La presente copia è conforme alloriginale inscritto in questi registri e si rilascia al Sindaco di Minervino di Lecce ai sensi Art. 397 C.C. = Treviglio 17 gennaio 1917 = LUfficiale dello Stato Civile = f.to M. Manenti 20. Il suoi resti mortali, riposano nel cimitero comunale di Treviglio (BG). DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1916-1917: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 259 del Volume XVIII Puglie: Soldato 143° reggimento fanteria, nato il 24 marzo 1882 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 7 gennaio 1917 a Treviso 21 per malattia. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il nonno, il nipote Morello Donato. 20 ACM, Registro 21 Dato degli atti di morte, anno 1917 - n.2 parte II serie C. errato nellALBO DORO: riporta TREVISO in luogo di TREVIGLIO. 44 La decima battaglia dellIsonzo fu combattuta tra la metà di maggio e gli inizi di giugno 1917. Lobiettivo dell'offensiva italiana era rompere il fronte per raggiungere Trieste. Da parte italiana si contarono circa 35.000 caduti tra i quali gli eroi cerfignanesi GIULIO DE MARCO e MARCO CURSANO. Lesercito austriaco, inoltre, sin dallinizio del 1917, riuscì a rendere prigionieri innumerevoli soldati italiani, prova concreta del debole morale delle nostre truppe, giunte a questa agghiacciante fase della guerra. Tra di essi leroe RAFFAELE MITA deceduto successivamente (nel 1918) per malattia contratta durante il periodo di prigionia. Lundicesima battaglia fu combattuta nellagosto 1917. Lattacco venne sferrato attraversando il fiume in più punti su ponti di fortuna. Limpegno maggiore venne concentrato nellarea della Bainsizza, vero punto debole, per tentare di smembrare le linee difensive nemiche. Durante questi scontri di proporzioni esorbitanti fu ferito in modo irreversibile il soldato MICHELE MARTES. Con la battaglia di Caporetto, meglio conosciuta come disfatta (dodicesima ed ultima battaglia dellIsonzo), iniziata nella notte del 24 ottobre 1917, per le truppe italiane si profilava limminente sconfitta e tutto quel che si era conquistato al prezzo del sangue di moltissimi soldati si concluse con un ripiegamento dellesercito, dapprima lungo le linee del Tagliamento e dopo nella posizione originale di confine, lungo il fiume Piave. In località Cadore veniva catturato e reso prigioniero dal nemico il bersagliere FRANCESCO CODAZZO mentre scompariva, sul Monte Grappa, il soldato GIOVANNI CRETÌ. Il fallimento del regio esercito a Caporetto portò alla sostituzione del generale Luigi Cadorna con Armando Diaz. Nel mese di giugno del 1918 lesercito nemico iniziò una tremenda offensiva di sfondamento su tutto il fronte. Ciò rese possibile la sua avanzata verso il Piave nel tentativo di valicare il confine. Ma ...il Piave mormò non passa lo straniero...: fu proprio dal fronte del fiume Piave, dopo questi ultimi periodi di sanguinosi e violenti scontri, che prese inizio loffensiva italiana destinata a concludersi con unagognata e prepotente vittoria: era la battaglia di Vittorio Veneto. Il 24 ottobre iniziarono una serie di azioni belliche mirate alla riconquista di tutto il territorio perso con la disfatta di Caporetto. Tra il 28 e il 29 ottobre 1918, finalmente, il nemico veniva poderosamente respinto costringendolo alla resa. La sera del 29 ottobre 1918 gli italiani, con una parata trionfale, entravano nella città di Vittorio Veneto. Alle ore 15.15 del 3 novembre i soldati italiani occuparono Trento e, appena due ore dopo, i bersaglieri entrarono a Trieste; alle ore 18.40 del 3 novembre fu firmato larmistizio 45 che il Comando Supremo austriaco aveva chiesto fin dal 29 ottobre; il 4 novembre fu diffuso il bollettino della vittoria che terminava con le parole rimaste famose: I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranze le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza 22. Nel ripiegamento del Piave, ormai allultimo atto del devastante Conflitto, perse la vita leroe GIUSEPPE CURSANO. La Prima Guerra Mondiale strappò allaffetto dei propri cari 16 valorosi eroi (escluso il soldato Brillante, oriundo di Cerfignano, commemorato in Specchia Gallone per le ragioni spiegate in biografia). Il 9 ottobre 1924, gli allievi della scuola elementare, deponevano un quadro a ricordo in onore dei compaesani caduti durante la Quarta Guerra dellIndipendenza. In questa prima parte del lavoro sono stati censiti 15 combattenti e si rende noto che è assente la biografia di uno degli eroi, non avendo ricevuto lautorizzazione richiesta (rif. prot. 3120 - 15 mag. 2012 del Comune di Santa Cesarea Terme) da parte del congiunto più prossimo. Al valoroso nostro concittadino, con una preghiera di suffragio per la sua anima, si rende ugualmente onore e memoria. 22 Quanto in corsivo è tratto, testualmente, dal libro scritto da Filippo Giacomo Cerfeda e Salvatore Coppola: PRESENTE! Il Sacrificio del Finanziere di Mare Vincenzo Coppola e degli ecc. - Pubbligraf, 2004 - pag. 139. 46 Caporal maggiore GIULIO DE MARCO *Uggiano La Chiesa (LE), 17 feb. 1884 | +Doberdò del Lago (GO), 25 mag. 1917 Nacque ad Uggiano La Chiesa, il 17 febbraio 1884, dal fu Giuseppe e da Risolo Maddalena. Alletà di 17 anni si trasferì in Cerfignano, dove iniziò ad esercitare il mestiere di calzolaio. Qui conobbe Martes Maria Cerimanna (figlia del fu Pasquale e di De Vitis Rosaria) con la quale, il 9 gennaio 1908, contrasse matrimonio alletà di 23 anni, presso il Municipio di Minervino di Lecce. Il giorno successivo furono uniti in matrimonio religioso dallarciprete Raffaele De Luca. Ragazzo giovane e forte, dal colorito roseo, capelli castani lisci e occhi castani. Sapeva leggere e scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, al n. 16732 di matricola, veniva chiamato alle armi e giungeva il 29 dicembre del 1904 successivamente (10 gennaio 1905) venne incorporato nell83° Reggimento Fanteria, Brigata Venezia. Divenne appuntato, in esperimento, nel personale di governo degli stabilimenti militari di stato e per merito acquisito nellespletamento del servizio, nel novembre dello stesso anno, passava effettivo, in detto personale, con la ferma di cinque anni. Congedato, gli vennero concesse dichiarazioni di aver tenuto buona condotta e di aver servito con fedeltà ed onore. Fu a questo punto della sua vita che, tornando nella sua Cerfignano, come detto allinizio, sposò lamata compagna. Proseguì con il suo lavoro, tornando al suo mestiere; era stimato e rispettato da tutti anche con lappellativo popolare di Mesciu Giuliu te a Cirimanna. Il 10 ottobre 1915, per mobilitazione dichiarata da R.D. del 22 maggio 1915, fu richiamato alle armi e giunse in territorio dichiarato in stato di guerra aggregato al 32° Reggimento Fanteria, Brigata Siena. Dotato di ottime qualità, nel reggimento di appartenenza, venne promosso Caporale il 3 dicembre 1915 e Caporal maggiore il 1 marzo 1917. Morì sul campo di battaglia il 25 maggio del 1917. Della vicenda del decesso ci parla il suo atto di morte: Lanno millenovecentodiciassette, ad alli venticinque del mese di maggio nella sala di medicazione del 234° Reparto Someggiato23 23 I reparti di sanità someggiati erano dotati di muli o cavalli per lo sgombero dei feriti delle prime linee. Allinterno dei vari reparti avveniva il primo soccorso medico e la cura del ferito. 47 di Sanità, a Mikoli (Vallone di Doberdò), mancava ai vivi, alle ore tredici, in età di anni trentatre, il Caporal Maggiore De Marco Giulio del 32° Reggimento Fanteria, 2° Compagnia al N° 16732 di matricola, Distretto di Lecce, nativo di Uggiano la Chiesa, Provincia di Lecce, figlio di fu Giuseppe e di Risolo Maddalena, ammogliato con Martes Maria Cerimanna, morto in seguito ad anemia acuta per asportazione gamba destra da scheggia di granata (per fatto di guerra) sepolto al Cimitero Militare di Mikoli (Vallone di Doberdò) come risulta dallattestazione di persone a piè del presente sottoscritte [ ] 24. Il cimitero militare italiano Maggiore La Villa di Micoli venne dismesso e bonificato nel 1938 con il conseguente trasferimento di tutte le salme sepolte (come quelle di altri cimiteri del circondario). I resti mortali del caporal maggiore Giulio De Marco, oggi, riposano a Redipuglia tra i militi ignoti perché raccolti da tomba priva dei dati di identificazione. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915-1916-1917: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 118 del Volume XVIII Puglie : Caporale maggiore 32° reggimento fanteria, nato il 14 febbraio 1884 ad Uggiano La Chiesa, distretto militare di Lecce, morto il 25 maggio 1917 nella 34.ma sezione di sanità per ferite riportate in combattimento. Inoltre, Cerfignano, allamato Mesciu Giuliu dedicava una strada cittadina. Cerfignano, giugno 2012, cartello di indicazione strada. 24 Archivio storico comunale Uggiano La Chiesa (=ACU dora in poi), Registro degli atti di morte, anno 1917 - n.22, parte II, serie C. 48 Soldato MARCO CURSANO *Cerfignano, 10 novembre 1897 | +Hudi Log (Slovenia), 4 giugno 1917 Ritratto maschile non identificato - Militare Tenente di artiglieria seduto su un proiettile inesploso - didascalia: "Hudi Log (Carso) settembre 1917" - Giacenza: Museo del Risorgimento e della Resistenza Renato Giusti, fondo, Fondo Barilli, Fotografie, n. 730 - dal sito web: www.beniculturalilombardia.it 49 La foto non raffigura leroe Cursano Marco ma un suo commilitone. Nacque a Cerfignano in via Canica, il 10 novembre 1897, alle ore 23, da Pietro e da Piccinno Maddalena, entrambi di condizione proprietari. Ricevette il battesimo, il 14 novembre, per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione. I padrini furono Nicola Palma e Maria Vincentelli di Maglie. Di altezza 1,62 mt., capelli castani lisci, occhi castani e colorito bruno; era di professione carrettiere e sapeva sia leggere che scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, al n.11962 di matricola, venne chiamato alle armi il 24 settembre del 1916 ed aggregato al XI° Compagnia Sanità. Venne inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 12 ottobre del 1916 aggregato nel deposito del 10° Reggimento Fanteria, Brigata Regina. Il 31 gennaio 1917 passava invece al 243° Reggimento Fanteria, Brigata Cosenza. Morì il 4 giugno 1917 sul campo, durante la decima battaglia dellIsonzo, a Hudi Log (Slovenia). Questo lestratto del suo atto di morte: [ ] Lanno mille novecentodiciassette ed alli quattro del mese di giugno nella località Hudi Logo mancava ai vivi in età di anni diciannove il Soldato Cursano Marco della 1° Compagnia del 243° Fanteria al N°11962 di matricola nativo di Cerfignano provincia di Lecce figlio di Pietro e di Piccinno Maddalena morto in seguito a ferita in combattimento contro le truppe Austriache sepolto nei pressi di Hudi Logo come risulta dal verbale di morte della Compagnia [ ]25. I suoi resti mortali giacciono tra gli ignoti del sacrario militare di Redipiglia (GO). DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di Guerra 1916-1917: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 (definita medaglia ItaloAustriaca) istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362; Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 99 del Volume XVIII Puglie: Soldato 243° reggimento fanteria, nato il 10 novembre 1897 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 4 giugno 1917 per ferite riportate in combattimento Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie De Noia Michela (vedova di Vitale Cursano, nipote del caduto). 25 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1922 - n.1, parte II, serie C. 50 Soldato RAFFAELE MITA *Cerfignano, 9 maggio 1881 | +Ingolstad (Germania), 7 aprile 1918 Nacque a Cerfignano in via S. Cesaria n.8, il 9 maggio 1881, alle ore 23.30, da Giuseppe Antonio e da De Falco Giovanna, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, l11 maggio dello stesso anno, per mano dellarciprete Ernesto Salvatore Filieri. I padrini furono Pasquale Coia e Assunta Cursano. Il 15 maggio 1909, alletà di ventotto anni, presso il municipio di Minervino di Lecce, contrasse matrimonio con De Falco Donata, di trentuno anni, figlia di Giovanni e della fu Mita Annunziata. Furono uniti in matrimonio religioso, il giorno successivo, dallarciprete Raffaele De Luca. Di statura 1,57 mt., capelli castani e lisci, occhi castani; era di professione contadino e di condizione analfabeta non sapendo ne leggere ne scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, matricola 11577/bis, veniva chiamato alle armi il 27 dicembre 1916. Entrava nel deposito del 76° Reggimento Fanteria, Brigata Napoli in data 11 gennaio 1917. Il giorno 8 aprile 1917 giungeva in territorio dichiarato in stato di guerra e veniva aggregato al 148° Reggimento Fanteria, Brigata Caltanisetta. Passava nel 281° Reggimento Fanteria, 1ª compagnia, Brigata Foggia il 25 settembre 1917. Durante uno scontro furibondo contro il nemico, il 24 ottobre 1917, salva la vita, venne catturato, reso prigioniero ed internato a Bayreuth (Germania). Ammalatosi gravemente durante tale periodo venne ricoverato nellospedale di 51 Ingolstadt (Germania) dove morì il 7 aprile 1918 lontano dai suoi cari. Questo il contenuto del suo atto di morte: [ ] Ministero del Tesoro - servizi per lassistenza militare e le pensioni di guerra [ ] Mita Raffaele di Giuseppe Antonio e di De Falco Giovanna = Corpo e Reparto 281 Fanteria 1° Camp. - 36 anni e 11 mesi. Stato Civile coniugato con De Falco Donata - Luogo di nascita Cerfignano - Morto addì 7 aprile 1918 Ingolstadt = LUfficiale di Stato Civile f.to Rolini = Ingolstadt 16 aprile 1918 [ ] Per traduzione fedele dalloriginale tedesco = D. e. e. = 14 - 4 - 20 = Il Capo Ufficio Bocielio. Roma, l 20 gennaio 1920 = f.to Il Perito traduttore giurato = Prof.Vito Prono 26. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1917: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 del 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna; Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al R. Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 253 del Volume XVIII Puglie : Soldato 281° reggimento fanteria, nato il 9 maggio 1881 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 7 aprile 1918 in prigionia per malattia. Il suoi resti mortali riposano a Monaco (Germania) nel cimitero militare italiano. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il nonno, il nipote Mita Donato. 26 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1920 - n.5, parte II, serie C. 52 Bersagliere FRANCESCO CODAZZO *Cerfignano, 16 novembre 1894 | +Roma, 10 settembre 1918 Nacque a Cerfignano, in Via Santaloja, il 16 novembre 1894 alle ore 01.15 da Giuseppe e da Contaldo Addolorata entrambi di professione contadini. Sui registri parrocchiali di battesimo non risultano notizie. Rivedibile per la classe 1894, per oligoemia malarica, venne riconosciuto idoneo per la classe 1895 quale soldato della 1ª categoria, matricola n.2544. Di professione contadino, era alto 1,67 mt., capelli castani lisci, colorito bruno, occhi castani, non sapeva ne leggere ne scrivere. Venne chiamato alle armi il 11 gennaio 1915 ed incorporato nell11° Reggimento Bersaglieri. Nella notte del 24 maggio valicò il fiume Piave giungendo in territorio dichiarato in stato di guerra. Quella notte, avrebbe rappresentato per il nostro giovane eroe linizio del suo triste destino e della sua sconvolgente storia. Il 27 ottobre 1917 mentre infuriava la dodicesima battaglia dellIsonzo (meglio conosciuta come disfatta di Caporetto) leroe Codazzo venne catturato dal nemico in località Cadore e durante la deportazione subì latroce sorte del congelamento dei piedi con ingenti e devastanti conseguenze fisiche. Il 24 agosto 1918, dopo quasi un anno di prigionia, nonostante alcune cure ospedaliere, stante il peggioramento delle sue condizioni di salute, venne rimpatriato, quale invalido di guerra, e ricoverato durgenza nellospedale militare di riserva n.16 - Forte Tiburtina in Roma. Morì il 10 settembre 1918, lontano dai suoi cari, per bronco alveolite e grave deperimento organico come si rileva dalle poche informazioni prelevate dal suo ruolo matricolare. Il suo corpo fu interrato, l11 settembre 1918, nel Cimitero monumentale del Verano, nel riquadro 19, fila 7 alla fossa n.1. Negli anni 30, in occasione della realizzazione del Sacrario Militare, allinterno dello stesso cimitero, i suoi resti mortali vennero riesumati e li trasferiti dove tuttoggi riposano, insieme ai circa 2.850 soldati, morti durante la Prima Guerra Mondiale, con ubicazione nel settore 5 al loculo 53. Anche leroe Codazzo ha subito, purtroppo, gli effetti degli errori di registrazione dellepoca: la lapide 53 sepolcrale, infatti, riporta COSTAZZO FRANCESCO come scritto nel suo atto di morte sul registro del Comune di Roma. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1915-1916-1917-1918: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna; Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 99 del Volume XVIII Puglie: Soldato 11° reggimento bersaglieri, nato il 16 novembre 1894 a Minervino di Lecce, distretto militare di Lecce, morto il 9 ottobre 1917 a Roma per malattia. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, il nipote Codazzo Salvatore 54 Copia del foglio matricolare del bersagliere Codazzo Francesco (1/2) 55 Copia del foglio matricolare del bersagliere Codazzo Francesco (2/2) 56 Soldato MICHELE ANTONIO MARTES *Cerfignano, 29 luglio 1898 | +Pesaro, 6 settembre 1917 Nacque a Cerfignano in via Piazza, il 29 luglio 1898, alle ore 16, da Giatteo, di professione calzolaio e da Risolo Maddalena, di professione contadina. Ricevette il battesimo, il 30 luglio dello stesso anno, per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione. I padrini furono Angelico Pizzoleo, di professione sagrista e Lucia Mita di professione levatrice, coniugi residenti in Cerfignano. Di statura nella media, capelli castani lisci, occhi castani. Di professione contadino, sapeva leggere e scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, matricola 15331, venne chiamato alle armi il 1 marzo 1917 ed aggregato al 5° Reggimento Fanteria, Brigata Aosta. Il 17 giugno 1917, aggregato al 139° Reggimento Fanteria, Brigata Bari, giunse in territorio dichiarato in stato di guerra. Durante lundicesima battaglia dellIsonzo (agosto 1917), combattimento aspro e sanguinoso, nel quale il nostro regio esercito fece indietreggiare gli austro-ungarici, conquistando la Bainsizza e il Monte Santo venne ferito quasi mortalmente. Constatando la gravità della situazione, il comando decise per il suo rientro. Durante il viaggio verso la sua terra di origine le complicazioni di salute, aumentando, costrinsero ad effettuare una sosta nella città di Pesaro nel disperato tentativo di salvargli la vita. Così non fu! Il giovane eroe, appena diciannovenne, morì il 6 settembre 1917 con lassistenza del personale dellospedale militare di riserva che compilò referto e trasmise al Comune per la registrazione del suo atto di morte. Questo il contenuto: Municipio di Pesaro - Ufficio dello Stato Civile - Estratto dal Registro degli atti di morte dell anno al N. 150 Parte II° Serie B = Lanno millenovecentodiciassette, addì sette si settembre, ad ore dieci e minuti quindici nella Casa Comunale = Io sottoscritto Livio Gori Segretario delegato dal Sindaco [ ] avendo ricevuto dalla Direzione dellOspedale M.re di Riserva (Scuole Perticari) di questa Città un avviso in data di ieri relativo alla morte di cui in appresso, e che munito del mio visto, inserisco nel volume degli allegati a questo registro, do atto, che alle ore dodici e minuti quindici del giorno di ieri nella casa posta 57 in via Corso undici settembre al numero trentaquattro, è morto Martes Michele di anni diciannove, operaio, Soldato del 139° Reggimento Fanteria, nato a Cerfignano (frazione di Minervino di Lecce) residente in Lecce, figlio di Giatteo e di Risolo Maddalena, celibe = f.to Livio Gori [ ] Pesaro, 3 ottobre 1923 27. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1917: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 (definita medaglia Italo-Austriaca) istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 232 del Volume XVIII Puglie: Soldato 139° reggimento fanteria, nato il 29 luglio 1898 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 6 settembre 1917 a Pesaro per ferite riportate in combattimento. I suoi resti mortali, come da verifica effettuata, riposano nel Cimitero centrale di Pesaro con le dovute onoranze, e si trovano nel Campo Monumentale, al loculo n.3, fila n.2, ossario n.40. Per un errore di trascrizione sui registri di tumulazione la sua lapide sepolcrale riporta MARTESI in luogo di MARTES. Minervino in quanto Cerfignano, allepoca della redazione del suo atto di nascita, frazione di Minevino di Lecce. Pesaro, Cimitero centrale - campo monumentale. Ossario contenente i resti mortali delleroe Martes Michele (foto del 27 settembre 2012) Hanno autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il parente, i congiunti Martes Annunziata e Martes Giovanni. 27 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1923 - n.1, parte II, serie C. 58 Soldato GIOVANNI CRETÌ *Cerfignano, 24 giugno 1888 | +Monte Grappa, 27 ottobre 1917 Purtroppo delleroe Cretì sono scarne le informazioni e le notizie reperibili. Nacque a Cerfignano in via Costantinopoli n.12, il 24 giugno 1888, alle ore 13, da Giuseppe Antonio e da Cursano Salvatora, entrambi di professione contadini. Venne chiamato Giovanni perché nato il giorno della festività di San Giovanni Battista. Ricevette il battesimo, il 26 giugno dello stesso anno, per mano dellarciprete Ernesto Salvatore Filieri28. I padrini furono Luigi Damiano e Vita Maria Accogli. Era di professione contadino e di condizione analfabeta. Alto 1,57 mt., di corporatura nella media, capelli lisci e neri come i suoi occhi neri e di colorito bruno. Soldato di leva della 1ª categoria, classe 1888, il 1 maggio 1916 venne chiamato alle armi ed aggregato nel deposito del 16° Reggimento Fanteria, Brigata Savona. Il 13 maggio giunse, aggregato al 132° Reggimento Fanteria, Brigata Lazio, in territorio dichiarato in stato di guerra. Il 27 ottobre 1917 fu dichiarato disperso nel fatto darmi di Monte Grappa durante lazione di ripiegamento dietro al Piave da parte del suo Reggimento. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1916-1917: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 (definita medaglia ItaloAustriaca) istituita con Regio Decreto n. 1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre 28 Cft.: Sergio Frangillo Prostràti al Real Trono - seconda edizione, Anet srl - 2011. (pagg. 56-58) 59 al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna. Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 97 del Volume XVIII Puglie: Soldato del 132° reggimento fanteria, nato il 24 giugno 1888 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 27 ottobre 1917 in combattimento nel ripiegamento al Piave. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, il nipote Cretì Carmine. 60 Dichiarazione di irreperibilità del soldato Cretì 61 Bersagliere GIUSEPPE CURSANO *Cerfignano, 7 febbraio 1896 | +loc. Basso Piave (VE), 16 gennaio 1918 Nacque a Cerfignano in via Costantinopoli, il 7 febbraio 1896, alle ore 7.30, da Vitantonio e da Piccinno Addolorata, entrambi di condizione proprietari. Ricevette il battesimo, il 12 febbraio dello stesso anno, per mano dellarciprete Francesco Saverio Mangione. I padrini furono Florindo Pizzoleo e Lucia Mita. Alto 1,74 mt., capelli castani lisci, occhi castani (un po di strabismo), colorito bianco. Di professione carrettiere, non sapeva ne leggere ne scrivere. Soldato di leva della 1ª categoria, venne chiamato alle armi il 9 dicembre 1915 aggregato nel 1° Reggimento Bersaglieri anche se per pochi mesi. Venne successivamente inviato in territorio dichiarato in stato di guerra il 21 marzo 1916 aggregato al 13° Reggimento Bersaglieri. Durante lespletamento di tale servizio contrasse malattia e venne ricoverato per le opportune cure mediche con decorrenza dal 21 settembre 1916. Guarito perfettamente, il 19 febbraio 1917, venne reinviato in territorio dichiarato in stato di guerra. Prese parte, con il suo Reggimento alla battaglia del Piave, ormai allultimo atto del grande Conflitto Mondiale. Nella località Basso Piave, il 16 gennaio 1918, venne colpito dalla tremenda esplosione di granata lanciata dal nemico e morì. Il suo atto di morte definisce laccaduto: [ ] Lanno milleottocentodiciotto ed alli 16 del mese di gennaio nella località Basso Piave mancava ai vivi alle ore cinque in età di anni ventidue il Bersagliere del 13° Reggimento Bersaglieri 8° Compagnia Cursano Giuseppe al N° 6614 di matricola nativo di Minervino di Lecce Provincia di Lecce figlio di Vito Antonio e di Addolorata Piccinno morto in seguito a scoppio di granata nemica sepolto a Caposìle come risulta da verbale modello 147 firmato dal Comandante la ottava Compagnia Capitano Stirpe Sig. Giovanni [ ] 29. Fu sepolto nel settore 2, fila 10, nella tomba 55.346. 29 ACM, Registro degli atti di morte, anno 1918 - n.5, parte II, serie C. 62 I suoi resti mortali furono trasferiti nellossario (Sacrario Militare) di Fagarè della battaglia (TV), dove tuttora riposano nella tomba n.1477. DECORAZIONI ALLA MEMORIA Campagna di guerra 1916-1917-1918: Autorizzato a fregiarsi della medaglia commemorativa nazionale della guerra 1915-1918 istituita con Regio Decreto n.1241 in data 29 luglio 1920 ed apporre al nastro della medaglia le fascette corrispondenti agli anni di campagna; Autorizzato a fregiarsi della medaglia interalleata della Vittoria istituita con Regio decreto n. 1918 del 13 dicembre 1920; Autorizzato a fregiarsi della medaglia a ricordo dellunità dItalia di cui al Regio Decreto del 19 ottobre 1922 n. 1362. Onorato dessere inscritto nellALBO DORO dei caduti della Prima Guerra Mondiale alla pagina 99: Soldato 13° reggimento bersaglieri, nato il 7 febbraio 1896 a Santa Cesarea, distretto militare di Lecce, morto il 16 gennaio 1918 sul Piave per ferite riportate in combattimento. 63 Ricevi i più affettuosi Saluti dal tuo amato e caro Fratello Cursano Giuseppe 11/1/1916 - Alla Signorina Cursano Maria - Distretto di Lecce per Cerfignano 64 Dal registro delle tumulazioni nel Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia (TV) Lossario contenente i resti mortali del bersagliere Cursano Giuseppe. Sacrario Militare di Fagarè della Battaglia (TV) Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, la nipote Cursano Matilde 65 APPROFONDIMENTI IL NOTABILE PADRINO DI BATTESIMO DI INNUMEREVOLI EROI Angelico Pizzoleo nacque nel 1855 e morì il 21 novembre 1934, figlio di Gregorio e di Gargasole Domenica; marito della levatrice Mita Lucia. Fu il padrino in molti battesimi dellepoca, come fu anche testimone in tanti matrimoni religiosi, perché svolse la funzione di sagrista per molto tempo, a cavallo tra il parrocato di Filieri, Mangione e De Luca. In questa particolare foto (per gentile concessione di Antonio Florindo Pizzoleo, pronipote), lo vediamo nella classica posa delluomo depoca ad inizi 900. 68 LA CAPPELLA DI SANTANTONIO IN CERFIGNANO UN VOTO MATERNO PER LAGOGNATO RITORNO DEI FIGLI DALLA GRANDE GUERRA Allinterno della chiesetta una lapide commemorativa (riportata in foto) così recita: Frase solenne e ricca di significato incisa nel marmo per perpetrare la memoria di quello che fu uno dei più grandi eventi carichi di emotività, culto e devozione. Protagonista della storia è la famiglia Miggiano ed in particolare la mamma Tarantino Maria Giuseppa (mamma Peppa), adorata moglie di Fedele (scomparso allepoca dei fatti) con i suoi sette figli dei quali una donna, Costanza e i sei maschi: Salvatore, Vincenzo (poi Padre Diego), Francesco, Rocco, Nicola e Rosario. Allo scoppio della Grande Guerra tutti e sei i figli della vedova Miggiano furono richiamati alle armi per effetto della mobilitazione nazionale. Mamma Giuseppa, rivolgendosi allintercessione del Santo di Padova fece promessa di edificare in Suo onore un tempio se avesse visto il ritorno di tutti i suoi figli, una volta cessate le ostilità belliche. Tanto fu! Ed allora, ciò 69 che, durante lattesa, era solo un voto ed una richiesta di miracolo, divenne realtà e fu edificato un piccolo tempio, oggi cuore del culto verso il Santo patrono della comunità di Cerfignano. Il 20 maggio del 1931 così ling. Emilio Corti scrisse al Podestà di Santa Cesarea Terme: La presente per esporre alla S.V. Ill.ma quanto segue: Fino dal 1924 per incarico dei sigg. Sarcinella di Cerfignano, eseguii gratuitamente un progettino per una cappella dedicata a SantAntonio da erigersi in Cerfignano per un voto di fedeli, progettino che dal lato architettonico nulla aveva di speciale, solo era steso con quel senso di decoro che in un oera simile non dovrebbe mancare, tanto più che era intendimento dei fedeli di aprire la cappella al culto, ed in questo caso, dovendo provvedere in seguito il Comune alla manutenzione, e la Curia alla sorveglianza, in quel progettino erano previste disposizioni e dimensioni e ubicazione dellaltare in modo da soddisfare ad ogni requisito. La cosa ha dormito fino a questi giorni, ma ora mi consta che una tal famiglia Miggiano di Cerfignano vuol effettuare la costruzione della cappella passando ad ogni senso di decoro, e facendosi fare uno schizzo della stamberga, chè tale diverrebbe, da un capomastro o muratore locale. Ora, se questo si è tollerato per costruire la camera e la cucina usuale, solita manifestazione dellarte edilizia di questi piccoli paesi, ritengo che la S.V. sia daccordo con me per impedire uno sconcio di tal genere, contrario alle norme in vigore che prescrivono, anche per piccoli edifici, il progetto dun tecnico, e tanto più per una, anche piccola, cappella che passerebbe in seguito al Comune. Prego la S.V. prendere i provvedimenti del caso, tenendo presente che, perché non si dica che io peroro per me, ritiro il mio progettino precedente, e non ne eseguirò alcuno, riserbandomi solo, se la fiducia di codesta Amministrazione mi sarà conservata, di esaminare e riferire, sempre gratuitamente, il progetto dun tecnico al riguardo. Con perfetta osservanza - Corti 30. 30 ACS, cat. X, cartella Luoghi Pii, fasc. patronato famiglia Miggiano - Cappella di SantAntonio in Cerfignano. 70 Cè da sottolineare che quanto promesso dalla signora Giuseppa, era, come specificato dallIng. Corti, una forte voce popolare da parte di innumerevoli concittadini di Cerfignano, ossia lintenzione di edificare una Chiesa in onore del patrono e protettore. La signora Giuseppa altro non fece che innestarsi sul furor di popolo facendo propria lidea e provvedendo poi a sue spese (della famiglia) alla realizzazione dellopera, successivamente per grazia ricevuta. Tarantino Maria Giuseppa fu Rosario e fu Muscatello Teresa. Nacque a Cerfignano il 24 agosto 1854. Contrasse matrimonio con Miggiano Fedele il 30 maggio 1878. Morì in Cerfignano, nella sua casa in Via Nazario Sauro n. 13, il giorno 25 giugno 1945, alletà di 91 anni. (per gentile concessione di Giuseppe Miggiano con la collaborazione di Addolorata Ronzi) 71 Il 24 aprile del 1933, il Podestà di Santa Cesarea Terme, sottopose alla Rev.ma Curia Arcivescovile (Commissione diocesana per larte sacra) lettera con la quale faceva richiesta delle eventuali osservazioni e/o disposizioni nel merito prima di inoltrare domanda a firma dei fratelli Miggiano con richiesta di ottenere lautorizzazione a costruire una cappella votiva dedicata a SantAntonio. La risposta del Presidente della Commissione, Can. Luigi Maroccia, datata 5 maggio 1933, fu chiara e concisa invitando il Podestà a far presente ai fratelli Miggiano di inoltrare la domanda in carta semplice unitamente al progetto al fine di poter sottoporlo allattenzione dellintera commissione che si sarebbe svolta nei giorni a seguire. In data 20 maggio il Presidente della Commissione comunicava al Podestà lettera del seguente tenore: Commissione Diocesana PER LARTE SACRA - OTRANTO Ill.mo Sig. Podestà Ieri laltro, 18 corr, ebbe luogo il convegno della Commissione Diocesana per lArte Sacra, ed in seno alla quale si discussero vari progetti messi allordine del giorno, non ultimo quello, presentato pel tramite della Signoria Vostra, della costruzione di una Chiesuola, a carico e per volontà dei germani Miggiano di Cerfignano. Intanto, dopo un minuto e ponderato esame, la Commissione, in merito a la quale si trovano un Ingegnere ed un Architetto «ha ravvisato il progetto troppo Immaginetta di SantAntonio da Padova degli anni 30-40 circolante nel periodo delledificazione semplice e privo di movimento della chiesetta di SantAntonio - cm.10 x cm.6 nella linea architettonica; 72 raccomanda di eseguirlo nella scala di 1:30 e di equilibrarlo con maggiore grazia» - Come si vede, il progetto in massima è stato approvato, salvo quel lieve suggerimento che si è dato a criterio della Commissione. La Signoria Vostra sarà, certo, compiacente di comunicare il deliberato da noi preso tanto agli interessati Miggiano, quanto al geometra Tommaso Mauro, avvertendo questultimo che è necessario che venga a trovarmi; tornando così più utile dinformarlo verbalmente, per poi iniziare subito i lavori. [ ] Gradisca, Signor Podestà, i sensi della mia più considerazione e mi creda Di Lei Devotissimo Can. Luigi Maroccia Presidente della Commissione Diocesana per lArte Sacra 31. Terminato liter ed approvato il progetto redatto dal geom. Tommaso Mauro, si procedette con i lavori di edificazione iniziati immediatamente dopo aver acquisito tutti i pareri e man mano che le condizioni economiche della famiglia permettevano. Ai lavori di edificazione parteciparono anche i fratelli Miggiano con il valido aiuto di volontari e con il coinvolgimento di maestranze locali. Il tempio in onore di SantAntonio, voto materno per i fratelli Miggiano reduci incolumi della Grande Guerra, venne completato nel 1938. Allinterno un grande quadro raffigurante il Santo di Padova domina la struttura. Dal momento della sua consacrazione è divenuta chiesa stazionale per la benedizione solenne nelle processioni del Corpus Domini e per il canto del responsorio Si quer is Miracula durante la processione del Santo. Il 13 giugno 1966, larcivescovo di Otranto, mons. Gaetano Pollio, benediceva una nuova campana, offerta dal popolo, per la sprovvista chiesetta di SantAntonio. Nellanno 1985, ad iniziativa del parroco don Giovanni Mangia e con le innumerevoli offerte del popolo, la chiesetta del Santo sortì un minuzioso intervento di restauro dopo un lungo periodo di 31 ACS, cat. X, cartella Luoghi Pii, fasc. patronato famiglia Miggiano - Cappella di SantAntonio in Cerfignano 73 disuso. Fu nuovamente restaurata nellanno 2005 ad iniziativa del parroco don Pasquale Fracasso. Lultima opera, in ordine di tempo, nellagosto del 2012, iniziativa del comitato pro festa rionale, è stata la realizzazione di uno stupendo ed artistico mosaico pavimentale a grande decoro della medesima. Cerfignano, chiesa parrocchiale della Visitazione, 13 giugno 1966 - ore 11.30 S.E. mons. Gaetano Pollio (sinistra in atto benedicente) benedice la nuova campana per la chiesetta di SantAntonio alla presenza dei testimoni Andrea e Chiara Spagnolo (a destra). Al centro il parroco don Marco Guido sorregge lincensiere. 74 UN SECONDO DEVASTANTE CONFLITTO PER LA SETE DI PREPOTENTE DOMINIO Gli eroi cerfignanesi caduti durante la Seconda Guerra Mondiale Tutto ebbe inizio con lascesa del Nazismo, agevolato anche dalla profonda crisi economica del primo dopoguerra. Lavanzata dei movimenti antidemocratici e il Partito Nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler, si proposero come unica alternativa capace di superare la crisi. A parte i suoi innumerevoli seguaci, Hitler ottenne un consenso sempre maggiore a livello nazionale, tanto che nel 1933 divenne cancelliere. Con lascesa al potere, Hitler iniziò a costruire il suo sogno di edificazione di uno Stato totalitario. Tra gli obiettivi di programma furono eliminati tutti i partiti dopposizione, furono aboliti i sindacati, fu controllata la vita culturale, cominciarono le persecuzioni razziste, soprattutto nei confronti degli Ebrei, arrivando, addirittura, alle famosissime azioni antisemiti che di sterminio nei campi di concentramento. Avanzava, attraverso questa nuova concezione totalitaristica, il progetto di una Grande Germania dominatrice dellEuropa. Appariva palese ed inevitabile che questo progetto doveva essere raggiunto con una guerra che, in realtà, poco tempo dopo, avrebbe portato le nazioni del mondo nuovamente nel disordine e nello scontro, questa volta di proporzioni altamente devastanti. Così Hitler procedette con lacquisizione di alleanze in particolare con i paesi a regime autoritario come, ad esempio, lItalia ed il Giappone. Il programma di espansione di Hitler ebbe inizio nel 1938: unì lAustria alla Germania e pretese una regione cecoslovacca, ritenuta essere già tedesca, solo perché ci viveva una minoranza tedesca. Ma lattenzione principale era rivolta alla conquista della Polonia. Nel settembre del 1939, forte dellaccordo con la Russia, la Germania occupò la Polonia scatenando lira di Francia e Gran Bretagna che le dichiararono guerra. Ebbe così inizio la Seconda Guerra Mondiale. Il 10 Giugno del 1940 lItalia, sotto il comando del duce Benito Mussolini, entrò in guerra al fianco della Germania, dichiarando guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna. Il 14 giugno, Parigi venne invasa ed il 23 giugno la Francia si arrese. Con la sconfitta della Francia, Hitler era quasi riuscito ad imporre il dominio tedesco allintera Europa. Tuttavia la Gran Bretagna, forte nelle sue flotte militari, riuscì a resistere respingendo gli attacchi aerei dei nazisti. La storica RAF = Royal Air Force e quella tedesca la Luftwaffe si scontrarono nei cieli dellIn 76 ghilterra (la famosa battaglia dInghilterra - Agosto/Settembre 1940) e il risultato finale fu quello della resa della Germania da questo glorioso ed ennesimo obiettivo di conquista. Nel 1941 la Germania intervenne a sostegno delle forze italiane in Africa e nei Balcani e, nel contempo, tradendo lalleanza con la Russia faceva irruzione nel suo territorio. Il 7 dicembre 1941 il Giappone, invece, senza nemmeno dichiarare guerra, attaccò e distrusse quasi metà della flotta degli Stati Uniti nel porto di Pearl Harbour (presso lisola delle Hawaii). Contro questo scellerato affronto, il giorno successivo, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna dichiararono guerra al Giappone, il quale venne subito sostenuto da Germania ed Italia. La guerra assunse, nel vero senso della parola, connotati di sconvolgente proporzione mondiale. Tra il 1942 ed il 1943 Germania, Italia e Giappone subirono il contrattacco nemico e furono sconfitte nelle famose campagne dAfrica e di Russia. Il 9 e il 10 luglio 1943 gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia accolti dalla popolazione come dei liberatori. Era chiaro che gli italiani volevano la fine della guerra, stanchi del fascismo. Benito Mussolini, il 25 luglio 1943, ricevette la sfiducia dal suo governo. Fu arrestato e venne sostituito dal maresciallo Badoglio, che ebbe il compito di formare il nuovo Governo. Il nuovo Primo Ministro, firmò a Cassibile, in Sicilia nel settembre del 1943, larmistizio con le potenze angloamericane, scatenando dovutamente lira dei tedeschi che occuparono la penisola e liberarono Mussolini. La guerra proseguì assistendo alla divisione dellItalia in due tronconi: quello del Nord con la formazione della Repubblica di Salò, guidata da Mussolini, reso libero dai tedeschi e che proseguiva in alleanza con la Germania. Nel Sud, invece, continuò ad esistere il Regno dItalia che si schierò dalla parte degli Alleati. L8 settembre 1943 iniziava la fase più drammatica che portava gli italiani stessi, per le ragioni suddette, a combattere tra di loro. Iniziò così una guerra interna definita di liberazione che vide il nascere del movimento dei partigiani i quali, coordinati dal Comitato di liberazione nazionale (CLN), per amor di patria, combatterono contro gli invasori tedeschi. Mentre in Italia la guerra continuava, un secondo fronte, dopo quello italiano, venne aperto dagli Alleati in Europa occidentale. In Italia, la definitiva sconfitta delle potenze dellAsse si ebbe solo nellaprile del 1945, quando gli Alleati riuscirono a sfondare la così detta linea gotica dellAppennino emiliano ed a conquistare il Nord. Il 25 aprile fu completata la liberazione dellItalia. Mussolini venne catturato mentre tentava di fuggire in Svizzera travestito da sergente tedesco e fucilato dai partigiani. Nel 1945 ormai la sorte della Germania appariva segnata. Il 30 aprile Hitler si tolse la vita ed il 7 maggio 1945 la Germania firmava la resa senza condizioni. La resa del Giappone, sconfitto dagli americani 77 nella battaglia di Okinawa, avvenne il 2 settembre 1945, dopo che due bombe atomiche, ordigni mai usati e di una potenza nucleare spaventosa, avevano distrutto le città di Hiroshima e Nagasaki (6 e 7 agosto). La Seconda Guerra Mondiale si concluse con 50 milioni di morti, 3 milioni di dispersi e 35 milioni di feriti, fra cui i sopravvissuti delle città colpite dallatomica contaminati dalle radiazioni. Cerfignano pagò il prezzo di sangue del Secondo Conflitto Mondiale con 9 suoi gloriosi figli, quattro dei quali nelle azioni di guerra su terra ferma e cinque in azioni di guerra nel mare, durante laffondamento di molte delle navi della nostra Regia Marina. A differenza dei cenni storici inerenti il Primo Conflitto Mondiale, in questa parte del lavoro, la singola biografia contestualizzerà levento particolare nel quale ogni nostro conterraneo perse la vita. Sarà, pertanto, rispettato un ordine cronologico in riferimento alla data di morte. 78 NELLA CAMPAGNA COLONIALE DAFRICA LE VICENDE DEGLI EROI GIUSEPPE CURSANO E PASQUALE PINO Le azioni di colonizzazioni dellAfrica (continente considerato inferiore) da parte delle nazioni europee, raggiunsero il proprio apice, nella metà dellottocento, periodo in cui si ebbe una vera e propria spartizione. Le protagoniste furono soprattutto Francia e Gran Bretagna e in misura minore, Germania, Portogallo, Italia, e Spagna. Considerato il continente dimenticato da Dio, le potenze europee erano animate da una sorta di missione civilizzatrice nei confronti delletnia relativamente arretrata e ad un proficuo sfruttamento delle sue particolari risorse naturali. Con il momento favorevole della Seconda Guerra Mondiale, Benito Mussolini progettò un ingrandimento dell'Impero italiano in Africa. Questo progetto era basato nel congiungimento delle due sezioni dellImpero (la Libia e lAfrica orientale italiana32) tramite la conquista dellEgitto e del Sudan della restante parte della Somalia inglese (comunque occupata dalle truppe italiane) e della parte orientale del Kenia britannico. In sintesi queste le motivazioni storiche dei furibondi scontri che videro impegnati, in notevoli quantità i soldati del nostro Regio Esercito, nel territorio africano. Durante le sanguinose battaglie tra le potenze coloniali, nella campagna dAfrica, persero la vita i nostri concittadini Giuseppe Cursano (1937) in Eritrea e Pasquale Pino (1943) in Libia. 32 LEtiopia, lEritrea e il parziale italiano della Somalia. 79 Sergente GIUSEPPE CURSANO *Cerfignano, 6 dicembre 1912 | +Amber Bisir (Eritrea), 21 agosto 1937 Nacque a Cerfignano il 6 dicembre 1912, alle ore 22, nella casa paterna in via Chianche n.36. Figlio di Michele e di Mitello Consiglia entrambi di condizione proprietari. Ricevette il battesimo il giorno 12 dicembre 1912 per mano dellarciprete Raffaele De Luca; i padrini furono Angelico Pizzoleo e Lucia Mita. Ricevette il sacramento della confermazione dallarcivescovo Carmelo Patanè il 14 maggio 1922. Il giovane Giuseppe era alto 1,70 mt., capelli neri e lisci, occhi castano scuri, colorito pallido. Figura, negli atti, di professione studente. Frequentò il seminario e procedette nella cultura arrivando, prima della chiamata alle armi, alla frequenza del secondo liceo. La carriera militare di Giuseppe fu ampia e varia portandolo ad assurgere al titolo di sergente. Svolse il suo primo servizio di leva, quale effettivo del distretto militare di Macerata ed aggregato al 157° Reggimento Fanteria, dal 8 marzo 1933 al 23 agosto 1934. Durante questo periodo maturò lidea di abbandonare gli studi presso il seminario di Molfetta e di dedicarsi alla carriera militare. Venne riammesso al servizio il 14 settembre 1934 in qualità di allievo sottufficiale nel 13° Reggimento Fanteria. Venne promosso sergente con anzianità il 15 luglio 1935. Il 7 ottobre 1935, il sergente Cursano, imbarcandosi da Reggio Calabria, partì per lEritrea con il 20° Reggimento Fanteria mobilitato per esigenze dellAfrica Orientale Italiana. Dopo un viaggio durato una settimana, giunse nellEritrea il 15 ottobre sbarcando nel porto di Massaua. 80 Gli auguri per le festività natalizie in questa cartolina diretta alla sorella Eufrasia e al cognato Mario. Timbro, sul bollo, di partenza: [ ] dicembre 1935. Timbro di arrivo: 15 gennaio 1936. AUGURI E SALUTI - AFFEZIONATISSIMO PIPPI MARIO E EUFRASIA CURSANO LARGO CANICA (LECCE) CERFIGNANO 81 Lanno successivo, dopo esser stato ammesso alla rafferma di un anno, il 9 ottobre 1936, entrò a far parte del XXXIV battaglione del Regio Corpo delle Truppe Coloniali di Eritrea (RCTCE). La nipote Maddalena (Uccia), figlia della sorella Eufrasia ha voluto mettere a disposizione, inoltre, una splendida lettera, inviata alla sua mamma, carica di emotività e ricca di informazioni, con la quale, per altro, pervenne anche la foto qui riportata. Qui il sergente è ritratto sui promontori di Socotà. La foto, sul retro, porta la seguente iscrizione:Con affetto alla cara sorella Eufrasia - Pippi - Socotà 28 giugno 1937. 82 La lettera della quale si fa menzione è del tenore seguente: Socotà lì 28.6.937 Carissima sorella,Tempo fa ho ricevuto una tua cartolina e ti lamentavi per la mia dimenticanza. Certo che hai ragione in questo, ma nemmanco io ho tutti i torti. In Africa mi ci trovo io e so come si vive. Devi sapere che qui si dimentica facilmente quello che si è lasciato venendo via dallItalia e immagina poi quando non si ricevono notizie. Dopo il periodo dei due mesi scorsi, di nuovo son da quindici giorni che non ricevo alcuna notizia. --- Puoi domandarlo a Rocco, che certo confermerà quanto ti dico io. Come sta Nenuccia? Mi dispiace tanto che deve passare ancora un anno senza vedervi.Verrà lo stesso ormai conto 21 mesi di Africa. Ne passeranno altri dodici. Scrivimi. Mi sento di essere solo. Ricevo raramente qualche lettera da Rocco e niente più. Si può aspettar di più. Baci a Te e Mario, Nenuccia, Torquato e Michelino. Pippi Saluti cari a Ciccio e Giustina Pippi. Cè un passaggio della lettera da sottolineare e cioè quando parla del tempo che deve passare ancora prima di rivedere i propri cari. In realtà quella fu lultima volta che lamato Pippi scrisse alla sorella ed ai suoi congiunti. Due mesi dopo il sergente Cursano morì sul campo di battaglia. Questo è lencomio solenne, dedicato alleroe Cursano, con il quale fu decorato della medaglia di bronzo al valor miliare e che si evince dal suo ruolo matricolare come anche da un diploma gelosamente custodito dai congiunti. Esso recita lultimo atto della sua esistenza: In combattimento contro preponderanti forze ribelli, serenamente conduceva i propri gregari allattacco. Arrestato dalla massa 83 avversaria, afferrava un fucile mitragliatore e ne dirigeva il fuoco con esemplare calma riuscendo a fermare limpeto del nemico fino a quando cadeva fulminato sulla propria arma - Amber Bisir 21 agosto 1937 Il suo atto di morte così recita: [ ] Lanno millenovecentotrentasette ed alli ventuno del mese di Agosto nel Amber Bisir [ ] mancava ai vivi dalle ore 14.30 alle ore 18.30 in età di anni venticinque il Sergente Cursano Giuseppe nato a Cerfignano il 6 Dicembre 1912 provincia di Lecce distretto di Lecce figlio di fu Michele e di Mitello Consiglia morto in seguito a ferita darma da fuoco in combattimento sepolto a Socotà cimitero militare come consta da testimonianza verbale. [ ] La medaglia di bronzo al valor militare 84 Estratto dellatto di morte del sergente Giuseppe Cursano Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, la nipote Cursano Maddalena. 85 Caporale PASQUALE PINO *Cerfignano, 4 aprile 1913 | +Ben Ulid (Libia), 17 gennaio 1943 Nacque il 4 aprile 1913, nella casa in Via Regina Elena, da Giuseppe e da Giannetta Palma. Alto 1,67 mt., capelli castani lisci, occhi castani, di professione manovale, sapeva leggere e scrivere avendo frequentato la quarta elementare. Nel suo ruolo matricolare appare una annotazione in merito a cognizioni extra professionali e cioè: sa servirsi della bicicletta. Soldato di leva della classe 1913, matricola 28863, fu assegnato alla ferma minore di 2° grado (6 mesi) a norma delle leggi sul reclutamento del R. Esercito33. Partì la sua carriera militare con un primo servizio svolto dal 4 aprile al 24 agosto 1934, aggregato al 1° Reggimento Artiglieria Contraerei. Il 12 maggio 1935 venne richiamato alle armi per effetto della circolare ministeriale n.5770 del 27 aprile 1935, e raggiunse Napoli presso il 2° Reggimento Artiglieria contraerea mobilitato. Ricevette lordine di partire per la Libia imbarcandosi il 16 aprile 1936 sulla nave Principessa Giovanna. Arrivò a destinazione quattro giorni dopo, sbarcando nel porto di Tobruch (Tobruk). Il suo servizio in Libia si rivelò quasi inutile perché, dopo soli 5 mesi, contrasse malattia e fu costretto ad una convalescenza 33 Art. 87 del T. U. 8 settembre 1932 - X, n. 1332: Lammissione alleventuale congedo anticipato è consentita quando nessun fratello vivente delliscritto, di età inferiore a 40 anni, abbia di fatto fruito di congedo anticipato oppure abbia a suo tempo goduto di uno dei benefici in materia di leva previsti dalle precedenti leggi sul reclutamento del Regio Esercito [ ]. 86 di 25 giorni presso lospedale da campo n. 150 di Tobruch e precisamente dal 2 al 27 settembre 1936. Terminato questo periodo, constatando una non buona ripresa della salute venne reinviato in Italia il 2 ottobre, col piroscafo Toscana, sbarcando a Napoli il 7 ottobre 1936. Fu congedato dal servizio e potè rientrare nella sua Cerfignano e dalla sua amata compagna, Maria Mauro di Amedeo, che sposò il 28 ottobre 1937. Venne richiamato alle armi il 11 marzo 1941 aggregato al 133° Reggimento Artiglieria Corazzato Littorio. In questa fase della sua carriera fu promosso caporale il 9 luglio 1941. In licenza, potè in più occassioni tornare nella sua terra. Il 23 ottobre 1942, imbarcandosi dallaereoporto militare di Galatina, raggiunse nuovamente la Libia, giungendo in territorio dichiarato in stato di guerra. Dal 29 ottobre 1942, partecipò alle operazioni svolte in Africa settentrionale con il 556° gruppo semovente del 133° Reggimento Artiglieria corazzata Littorio. Morì alletà di 30 anni il 17 gennaio 1943 secondo la descrizione che ci viene proposta dal suo atto di morte: [ ] avendo oggi ricevuto ai fini della trascrizione copia dellatto di morte del Caporale Pino Pasquale, iscritto nel registro tenuto dal 31° Reggimento Carrista a pag. 18 N° 37, [ ] Lanno millenovecentoquarantatre il giorno diciassette del mese di gennaio nella zona a circa 30 km est di Ben Ulid è deceduto alle ore dieci in età di anni trenta, il caporale Pino Pasquale della Batteria Semovente nato a Cerfignano provincia di Lecce il 4-4-1913 figlio di Giuseppe e di Giannetta Palma ammogliato con Mauro Maria. Il nominato Pino Pasquale è morto in seguito a ferita da scheggia di mina. Salma non potuta recuperare come consta da relativo verbale compilato il 31 gennaio 1943 [ ] 34. Secondo testimonianza orale della figlia Pompea, in dettaglio, il semovente 75-18 Littorio, del quale Pasquale era facente parte dellequipaggio, circondato dal nemico, manovrò in difesa passando sopra ad una mina. Lentità della tragedia è definita dalla frase riportata nellatto di morte: Salma non potuta recuperare. La sua memoria è celebrata nel Sacrario Militare dei Caduti dOltre mare in Bari con il nome inciso in una lapide murale. Alleroe Pino Pasquale, veniva intitolata una strada cittadina nel suo paese dorigine. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il padre, la figlia Pino Pompea. 34 ACS, Registro degli atti di morte - anno 1943; parte II°, serie C, n.1. 87 Il fuochista ordinario ANTONIO DELLISOLA E LA SUA ULTIMA NOTTE SULLA REGIA TORPEDINIERA ANDROMEDA *Cerfignano, 7 settembre 1919 | +Karaburon (Albania), 17 marzo 1941 Il 16 marzo 1941, al tramonto, lAndromeda ricevette lordine di ormeggiarsi nelle acque ad est della penisola di Karaborum (baia di Valona). Alle 23.50 ed alle 23.58 un gruppo di 6 aerosiluranti Fairey Swordfish, inviati ad attaccare le navi ormeggiate in rada, fu avvistato dapprima dalla località di vedetta di Derni e poi rilevato dalla stazione aerofonica di Saseno. La contraerea iniziò un tiro di sbarramento, poi interrotto in seguito al decollo di caccia italiani. A mezzanotte gli aerei britannici giunsero sulla baia di Valona: avvertendo il rumore dei loro motori, lAndromeda e lAbba, insieme li ormeggiate, iniziarono ad effettuare fuoco di sbarramento. Uno degli Swordfish, portatosi a 400 metri dallAndromeda (la cui prua era orientata verso la riva), sganciò il proprio siluro perpendicolarmente rispetto alla torpediniera. La nave mise le macchine avanti tutta per sottrarsi allimpatto, ma era troppo tardi: alla mezzanotte del 17 marzo 1941, qualche istante dopo che lAndromeda si era messa in movimento, il siluro andò a segno sul fianco sinistro allaltezza del fumaiolo: lesplosione devastò la sala macchine e qualche secondo dopo anche le caldaie, che erano state messe in pressione, scoppiarono: lesplosione fu tale da estendere lo squarcio fino al lato di dritta. Gravemente colpita, la nave affondò quasi subito. Perirono 50 uomini (46 risultarono dispersi, mentre solo 4 furono i corpi recuperati), solo 88 dei militari a bordo della nave poterono essere tratti in salvo. Per tutti gli uomini dellequipaggio, morti e sopravvissuti, venne decretata la Croce di guerra al valor militare il 23 giugno 1941. Tra i dispersi dellorrendo sinistro anche il nostro conterraneo Antonio DellIsola. Il relitto dellAndromeda giace sui fondali della baia di Valona, ad una profondità di circa di 45 metri. 88 Antonio DellIsola nacque a Cerfignano, in via Santa Cesaria (oggi via Regina Elena), n.12, il 7 settembre 1919, alle ore 4, da Giuseppe e da Pino Rosaria, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il giorno 11 settembre dello stesso anno, per mano dellarciprete Raffaele De Luca. I padrini furono Giovanni Mita di Giuseppe Antonio e Lucia Coluccia (moglie di Zaccaria Cursano). Stupendo giovane dai capelli castani lisci e occhi castani, di professione contadino; sapeva leggere e scrivere avendo frequentato la seconda elementare. Venne chiamato alle armi il 3 agosto 1938 e giunse nel deposito CREM (Corpo reali equipaggi marina) di Brindisi per la ferma di 28 mesi. Il 15 agosto venne classificato Fochista Ordinario ed incorporato nellequipaggio di bordo della Regia Torpediniera Andromeda. Morì il 17 marzo 1941 secondo quando recitato dal suo atto di morte: [ ] ESAMINATI gli atti trasmessi dal Ministero della Difesa Marina, riguardanti il DellIsola Antonio [ ] matricola militare 95961 [ ] Da detti atti risulta che: - il militare in argomento, il 17 marzo 1941, era imbarcato sulla Torpediniera ANDROMEDA facendo parte dellequipaggio di bordo; - che la torpediniera ANDROMEDA il 17 marzo 1941, mentre era alla fonda presso Caraborum (Karaburum) nella rada di Valona, colpita al centro da un siluro lanciato da aereosilurante nemico, affondava rapidamente; - il DellIsola Antonio non è compreso fra gli 88 superstiti e le quattro salme raccolte in mare e che di lui, dalla data del sinistro, non si sono avute più notizie. [ ] Letto lart. 4 del Decreto Legislativo Luogotenenziale 5 aprile 1946, n.216. Da atto (la commissione) della scomparizione e dichiara che il medesimo debba ritenersi perito addì 17 marzo 1941 nelle condizioni di cui sopra 35. 35 ACS, Registro degli atti di morte - anno 1963; parte II°, serie C, n.1. 89 Stralcio di una lettera di risposta alla cognata, spedita da Palermo il 10 ottobre 1940 con la quale porge i saluti: rispondo subito sulla tua amata Lettera che dame era tanta desiderata a sapere le vostre buone notizie . e quasi come un presagio dice: a disso o cambiato testa voglio vedere se miposso sparagniare qualche cosa poi se incaso ilmio destino mi assicurera di non ritornare ppiu alla nostra casa voglio che quei pochi soldi checcio alla posta li spartireti tanti a ciascuno . 90 Lettera, al Podestà di Santa Cesarea Terme, da parte della sezione Cerfignanese del Partito Nazionale Fascista36 (segue trascrizione). 36 Cartella n. 337 della categoria 8 - classe 5; allinterno della busta famiglie dei caduti in guerra 41-45. 91 PARTITO NAZIONALE FASCISTA Federazione dei fasci di combattimento di Lecce Fascio di combattimento di Cerfignano Ill.mo Sig. Podestà di S. Cesarea Terme Lì 17 Aprile 1941 - A. XIX° In data odierna a mezzo della Segreteria dei Fasci di Cerfignano, si è avuta notizia del Segretario di Stato, della scomparsa del Marinaio Fuochista DellIsola Antonio. La famiglia e parenti, appresa tale notizia consci della sciagura, hanno salutato in segno di devozione al Duce al Re Imperatore, per aver dato Cerfignano il primo contributo alla Patria nel compimento del dovere, nellattuale conflitto contro lInghilterra. La famiglia è DellIsola DellIsola Antonio in unaltra particolare foto con il berretto dequipaggio Regia Torpediniera ANDROMEDA 22/1/41 Non dimenticatevi del vostro fratello che tanto vi ama DellIsola Antonio 92 Encomio solenne per i caduti/dispersi della Regia Torpediniera Andromeda Imbarcato su Torpediniera Andromeda attaccata da aerosiluranti nemiche, assolveva con ardimento ai propri incarichi e scompariva in mare nellaffondamento dellunità. Leroe DellIsola Antonio venne decorato della Croce di guerra al valor militare. (Originale custodita dal pronipoteTonino DellIsola) Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, il nipote DellIsola Romeo. 93 NELLA CAMPAGNA DI GRECIA LA VICENDA DEL MARÒ SALVATORE BLEVE *Cerfignano, 3 luglio 1920 | +Patrasso, 9 febbraio 1942 Nacque a Cerfignano in via Giudeca (oggi via Bainsizza), il 3 luglio 1920, alle ore 18, da Giovanni e da Nutricato Maddalena, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il 4 luglio dello stesso anno, per mano dellarciprete Raffaele De Luca. I padrini furono Del Prete Menenio Andrea di Giuseppe Nicola e Cursano Luigia di Vitantonio. Giovane dai capelli castani lisci e occhi celesti. Non sapeva leggere e scrivere e di professione era contadino. Venne arruolato per la ferma di 28 mesi in data 21 luglio 1939 e giunse alle armi presso il deposito CEMM37 di Brindisi il 15 agosto 1940. Da tale data e fino al 22 agosto fu nel Maridepo di Brindisi. Dal 23 agosto 1940 al 13 giugno 1941 nel Maridistansen di La Spezia. Dal 14 al 15 giugno, rientrato a Brindisi, si preparò per la partenza in Grecia, destinato al Maridife di Capo Papas, dove arrivò il 16 giugno. Il marò Bleve, per cause non documentate ed incerte, morì in Ospedale in seguito ad ustioni di primo e secondo grado estese a tutto il corpo, durante azioni di guerra, il 9 febbraio 1942. Molto probabilmente fu avvolto da una potente fiammata dovuta allesplosione di un ordigno bellico o di un mezzo militare. Il 24 febbraio 1942, il comando superiore 37 Corpo Equipaggi Marina Militare. Fanno parte del CEMM tutti i militari che sono imbarcati su navi militari in servizio di stato. 94 CREM38 di La Spezia, con lettera prot. 502/99 inviava al Comune di Santa Cesarea la seguente comunicazione ufficiale: Al Signor Podestà di Santa Cesarea Terme - Si prega comunicare con le dovute cautele alla famiglia del militare in argomento che il loro congiunto è deceduto il 9/2/42 in seguito a ferite riportate nelladempimento del proprio dovere il 3/2/42. Si allega partecipazione ufficiale da consegnare ai familiari. Si prega di dare urgente assicurazione. [ ] 39. Una solenne cerimonia in onore del caduto, presieduta dallarciprete Alfonso Antonazzo, alla presenza di innumerevoli autorità civili e di rappresentanza militare, venne celebrata il 4 luglio 1942 nella Chiesa parrocchiale di Cerfignano. Il 5 agosto 1942 venne notificato ufficialmente al Comune di Santa Cesarea Terme il suo atto di morte: [ ] Lanno millenovecentoquarantadue, addì nove del mese di febbraio nellospedale da Campo 802 Patrasso (Grecia) è deceduto alle ore tre in età di anni ventuno il marinaio Bleve Salvatore della Regia Marina di (Capo Papas) Comp.to Marittimo Bari n. matricola 25107 nato a Cerfignano (Lecce) figlio di Giovanni e di Nutricato Maddalena (celibe). Il nominato Marinaio Bleve Salvatore è morto in seguito a ustioni di II° grado estese a tutto il corpo ed è stato sepolto al cimitero militare italiano di Capo Papas loculo n.27 come risulta dal relativo processo verbale di constatazione di morte e di identificazione di salma, compilato il nove febbraio millenovecentoquarantadue e firmato dal Tenente medico Malan Prof. Edmondo Tenente Capp. Romani don Mario [ ]40. Il Sacrario Militare dei caduti d'oltremare a Bari, inaugurato il 10 dicembre 1967, oggi, ospita le salme di oltre 75.000 caduti, di cui 45.000 ignoti, riportati in patria una volta dismessi i cimiteri militari di guerra, a suo tempo edificati nei territori doltremare, in modo particolare provenienti dai Balcani, dallAfrica settentrionale e dallAfrica orientale. E in questo luogo che riposano i resti mortali delleroe Bleve trasferiti dal Cimitero militare italiano di Capo Papas. In merito alla vicenda del rientro in patria della salma del marò Bleve, la sorella Paola ha desiderato lasciare questa preziosa testimonianza: Anche se non ricordo la data precisa fummo convocati, a mezzo di bollettino ufficiale, per il rientro in patria del nostro congiunto e ci portammo a Bari nel giorno e nellora stabiliti. Noi e innumerevoli altri familiari attendevamo sul molo larrivo della nave che portava i resti mortali dei nostri congiunti. Fu emozionante scorgerla da lontano ed ancor di più vederla 38 Corpo Reali Equipaggi Marina. 39 ACS(=Archivio storico Comunale Santa Cesarea Terme, dora in poi), cartella n. 337 della categoria 8 - classe 5; allinterno della busta famiglie dei caduti in guerra 41-45. 40 ACS, Registro degli atti di morte - anno 1942; parte II°, serie C, n.5. 95 fermarsi nel punto dove noi tutti eravamo ad attenderla. Commozione e dolore esattamente come accade nel giorno del funerale del tuo congiunto. Ogni cassetta contenente i resti mortali era avvolta dal tricolore e da una targhetta riportante il numero di matricola militare. Commovente fu vedere una giovane madre con il figlioletto in braccio e laltro, piccolo, preso per mano che rispose alla chiamata del nome del marito avvicinandosi nel mentre scendeva il militare portante la cassetta avvolta nel tricolore contenente i resti mortali del suo giovane marito. Si sentivano ovunque i lamenti di madri, di padri e dei congiunti. Arrivò anche il nostro turno, fecero il nome di mio fratello e ci avvicinammo. Prontamente discese dalla nave un marinaio portante tra le braccia la cassetta con i suoi resti mortali. Il marinaio ci precedeva e noi dietro in corteo ci univamo allaltro lungo corteo che dal molo dirigeva verso il Sacrario Militare. Una linea immensa di militari prestava picchetto donore al passaggio delle innumerevoli cassette. In testa anche il cappellano militare che scese dalla nave insieme ad altri esponenti delle forze armate. Ci fu anche la proposta di trasferire, in seguito, la cassetta qui nel nostro cimitero. Ma mia madre non volle accettare.Voleva lasciare a mio fratello lonore che la Nazione gli aveva reso con la sua sepoltura in quel magnifico cimitero militare e dove lui, doveva restare per sempre insieme ai tanti militari che morirono per servire la patria. Telegramma di cordoglio, della Regia Marina, ai familiari del marò Bleve Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il fratello, Bleve Paola. 96 IL CANNONIERE ORDINARIO GINO NUTRICATO NELLE VIOLENTE ESPLOSIONI DELLA TORPEDINIERA PERSEO Il viaggio senza ritorno della torpediniera Perseo, iniziò da Napoli il 29 aprile 1943, in direzione Tunisi, per scortare il piroscafo Campobasso. Durante la navigazione per un guasto alle macchine, il convoglio dovette, forzatamente, sostare a Pantelleria. Il 3 maggio, risolti i problemi, riprese la navigazione alla volta di Tunisi. A notte fonda, in corso di navigazione, vennero avvistate luci in avvicinamento e fu dato ordine di allerta: si trattava dei cacciatorpediniere britannici. Alle ore 23.30 constatando la gravità della situazione, e lormai imminente scontro, venne dato lordine di aumentare la velocità, ma poco dopo le cacciatorpediniere inglesi aprirono il fuoco; il Campobasso venne colpito prendendo fuoco. La Perseo, tuttavia, cercava inutilmente di coprire il Campobasso lanciando dei siluri contro le navi inglesi. Era quasi mezzanotte quando una grossa e devastante esplosione 97 affondò il Campobasso illuminando nel contempo la posizione della torpediniera Perseo e rendendola altamente visibile al nemico. Fu immediatamente colpita con danni irreversibili. Una forte esplosione provocò la morte di molti giovani marinai. Rispondendo inutilmente al fuoco, la nave ormai ridotta in pessime condizioni iniziò a perdere la sua stabilità. Bombardata continuamente, la torpediniera venne ridotta ad un relitto in fiamme. Unultima e violenta esplosione ed ebbe inizio lorribile scena del suo affondamento, visto da quei pochissimi superstiti che, alle prime luci dellalba del 4 maggio 1943, furono recuperati dalla nave ospedale Principessa Giovanna (della quale già si è parlato nella biografia delleroe Pasquale Pino). Non in molti, ma in moltissimi perirono nella tremenda notte della torpediniera Perseo e tra di essi anche il nostro concittadino GINO NUTRICATO. 98 Cannoniere ordinario GINO NUTRICATO *Cerfignano, 7 gennaio 1923 | +(nei pressi della Tunisia), 4 maggio 1943 Naque a Cerfignano, in Via Canica, il 7 gennaio 1923 da Pasquale e da Pasqualini Teresa di professione contadini. Ricevette il battesimo, in periodo di vacanza canonica della parrocchia, dalleconomo curato Ferdinando Taurino, il 14 gennaio 1923 e i suoi padrini furono Spagnolo Ignazio fu Donato e Del Prete Teresa fu Giuseppe. Studente, conseguì il titolo della quinta elementare. Prima del suo avvio alla carriera militare aveva intrapreso il mestiere di falegname. Si arruolò volontario nel CEMM (Corpo equipaggi marina militare) di Gaeta in qualità di allievo cannoniere ordinario con la ferma di anni cinque; effettuò la visita militare per larruolamento ivi sostando due giorni dal 28 giugno del 1941. Dal 1 luglio al 15 dicembre 1941 fu allievo presso il Mariscuole di Pola e dal 16 dicembre 1941 al 8 giugno 1942 fu nel Maridepo di Brindisi. Fece parte dellequipaggio di bordo della Nave Cadorna dal 9 giugno 42 al 31 marzo 1943. Dal 1 aprile 1943 venne assegnato allequipaggio della Nave Perseo e questo fu lultimo atto della sua carriera militare. 99 In occasione del sinistro per fatto di guerra della Torpediniera Perseo, su cui era imbarcato il 4 maggio 1943, è scomparso in mare non essendo stato riconosciuto tra i militari dei quali fu legalmente accertata la morte o la prigionia. Il 20 novembre 1943 veniva sottoscritto il suo verbale di irreperibilità. Il suo atto di morte che venne redatto in Roma il 10 giugno 1958 e pervenne presso il Comune di Santa Cesarea Terme il 5 settembre 1958 recita quanto segue: Presidenza del Consiglio dei Ministri - Commissione Interministeriale per la formazione e la ricostruzione di atti di morte e di Cartolina indirizzata allamico Francesco Cursano del 15 gennaio 1941 100 nascita non redatti o andati smarriti o distrutti per eventi bellici N. 14640 dordine Copia del verbale di comparizione e di Dichiarazione di morte del Cann. P.S. Nutricato Gino [ ] Esaminati gli atti trasmessi dal Ministero della Difesa Marina riguardante Nutricato Gino, figlio di Pasquale e di Pasqualini Teresa, di anni venti, di stato civile celibe, nato il 7 gennaio 1923, a Santa Cesarea Terme, frazione di Cerfignano [ ] matricola militare 67219 residente a Cerfignano di Santa Cesarea Terme,Via Canica, Lecce appartenente alla Torpediniera Perseo. Poiché da detti atti risulta che il militare in argomento il 4/5/1943, era imbarcato sulla torpediniera Perseo facendo parte dellequipaggio di bordo, che la torpediniera Perseo il 4/5/1943 in navigazione di scorta ad un convoglio diretto da Pantelleria a Tunisi, in combattimento con unità nemiche, venne colpita da salve di artiglieria che ne provocarono il rapido affondamento; che fra i pochi superstiti recuperati in mare in giornata da una nave ospedale italiana, non figura il Nutricato Gino e che di lui, dalla data del sinistro, non si sono avute più notizie. [ ] Letto lart. 4 del Decreto Legislativo luogotenenziale 5-4-1946 n.216. Da atto della scomparizione di Nutricato Gino e dichiara che il medesimo debba ritenersi perito addì 4 maggio 1943 nelle circostanze di cui sopra [ ]41. Il cannoniere ordinario Gino Nutricato fu decorato della Croce al Valor Militare alla memoria. Da una lettera indirizzata allamico Francesco Cursano del 22 marzo 1943 Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, la nipote Nutricato Gina 41 ACS, Registro degli atti di morte - anno 1958; parte II°, serie C, n.1. 101 LARTIGLIERE RAFFAELE MAURO NELLE VICENDE DELLOCCUPAZIONE ITALIANA DEL MONTENEGRO Il Montenegro, oggi, è uno stato europeo situato nella penisola balcanica, che si affaccia sul mar Adriatico e confinante con la lAlbania con la Croazia, la Serbia, il Kosovo, la Bosnia ed Erzegovina. Loccupazione italiana del Montenegro avvenne nellaprile del 1941 durante linvasione del Regno di Jugoslavia. Gli eserciti dellItalia fascista occuparono i territori balcani e della Grecia. Il Regio Esercito Italiano era presente con oltre 650.000 soldati. La reazione montenegrina in linea di resistenza fu la creazione, strutturata, di formazioni partigiane con una forte presenza di comandanti comunisti. Ci furono furiose battaglie contro gli italiani, dove le divisioni del Regio Esercito Italiano furono sanguinosamente sconfitte e solo lintervento dellesercito germanico di Hitler riuscì a placare la situazione. Nel maggio-giugno 1943 la divisione italiana Ferrara, durante un rastrellamento nei distretti del Montenegro centrale, saccheggiò e distrusse in parte o totalmente tutti i centri abitati della zona, fucilando un gran numero di civili. Inutile dover far menzione del riaccendersi di sanguinose battaglie in difesa dei propri territori da parte delle forze nemiche, questa volta contro i membri della divisione Ferrara. In molti perirono sul campo di battaglia ed altrettanti furono i dispersi. Tra di essi anche leroe Raffaele Mauro il quale scomparve nei pressi di Javorak. 102 Lartigliere Mauro Raffaele membro del 14° Rgt. Artiglieria FERRARA 103 Artigliere RAFFAELE MAURO *Cerfignano, 18 febbraio 1922 | +Javorak (Montenegro), 2 luglio 1943 Nacque a Cerfignano, in via Santa Cesaria (oggi via Regina Elena), n.14, il 18 febbraio 1922, alle ore 7, da Luigi e da Mangia Antonia, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il giorno 26 febbraio dello stesso anno, per mano dellarciprete Raffaele De Luca. I padrini furono Nicola Mita di Giuseppe e Donata Cotardo di Luigi. Di professione contadino, possedeva come titolo di studio la quinta elementare. Secondo il suo foglio matricolare, larrulato era di statura 1,53 mt., capelli neri e lisci, viso ovale, occhi castani, sopracciglia rade, fronte regolare, colorito roseo, bocca regolare e dentatura sana Soldato di leva della classe 1922, venne chiamato alle armi il 19 gennaio 1942 ed inserito nel reparto 14° Reggimento Artiglieri mobilitato della divisione FERRARA. Partì per il Montenegro, imbarcandosi da Bari, il 21 gennaio ed arrivò presso le Bocche di Cattaro il giorno successivo. Partecipò, quindi, alle operazioni di guerra svoltesi in Balcania, come dalle notizie storiche nella pagina precedente, dal 21 gennaio 1942 al 2 luglio 1943, data nella quale fu disperso, non dando più notizie di se, in Javorak. Il 30 agosto 1943 venne compilato il verbale di irreperibilità e, attraverso i carabinieri di Poggiardo, se ne dava comunicazione ufficiale alla famiglia. Insignito delle onorificenze per le campagne di guerra del 1942-1943. Gli venne conferita la Croce al merito di guerra in virtù del RDL 14-12-1942 n. 1729 con determinazione di concessione n. 1364, del 20-01-1965, del comandante del distretto militare di Lecce. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, la nipote Mauro Raffaela. 104 105 Cartolina inviata ai genitori in data 25 luglio 1942 106 N.B. Il verbale riporta data errata rispetto al contenuto del foglio matricolare. Mauro Raffaele scomparve, effettivamente, il 2 luglio 1943. 107 IL MARESCIALLO DONATO MITA NELLE VICENDE DELLOCCUPAZIONE ITALO-TEDESCA DELLA CROAZIA Lo Stato Indipendente di Croazia (che comprendeva la maggior parte della Croazia e di tutta l'attuale Bosnia ed Erzegovina) veniva istituito il 10 aprile 1941 dopo l'occupazione militare delle forze congiunte italo-tedesche. Già dalla fine del primo conflitto mondiale lItalia occupò i territori croati che le erano stati promessi, come da accordo dalleanza, in quanto potenza vincitrice sullImpero Austro-Ungarico. I sanguinosi scontri, per la conquista di tutto il territorio costarono molte vite ed in particolare si affermarono i partigiani di tutta la Iugoslavia che riuscirono a respingere lesercito e a riconquistare molte parti della Croazia e non solo. Di fatto, fin dai primi mesi di occupazione, si formarono gruppi di partigiani che diedero vita a un vasto e diffuso movimento di liberazione che, a partire dallautunno del 1941, si raccolsero intorno al maresciallo Josip Broz (Tito) Dallautunno del 1941 allestate del 1943, scrive uno storico, le truppe italiane, che con le truppe tedesche partecipavano a tenere occupati i territori della Jugoslavia, vissero due anni durissimi, in continuo allarme dinanzi agli attacchi improvvisi delle formazioni partigiane di Tito 42. Tuttavia, lo Stato Indipendente di Croazia, cessò di esistere alla fine della Seconda guerra mondiale nel maggio del 1945, quando la Croazia divenne, come Repubblica Socialista Croata, parte della Repubblica Federativa Popolare di Jugoslavia. Durante i sanguinosi scontri contro le formazioni partigiane di Tito moriva anche un nostro concittadino: il maresciallo Donato Mita. 42 Tratto dal libro: PRESENTE! Il sacrificio del Finanziere di Mare Vincenzo Coppola e degli altri eroi di Diso e Marittima caduti nelle due Guerre Mondiali di S. Coppola e F. G. Cerfeda - Pubbligraf, anno 2004 - pag. 219. 108 Maresciallo DONATO ANTONIO MITA *Cerfignano, 28 luglio 1920 | +Croazia, 8 settembre 1943 Nacque a Cerfignano il 28 luglio 1920, alle ore 3, nella casa posta in via Masseria San Nicola (oggi via Duca degli Abruzzi) da Giuseppe di professione massaro43 e da Piano Vincenza di professione casalinga. Ricevette il battesimo, il 1 agosto 1920 per mano dellarciprete Raffaele De Luca e furono padrini i coniugi Angelico e Lucia Monteduro. Capelli castani e lisci, occhi castani, viso ovale con fossetta, colorito roseo. Svolgeva la professione di carrettiere, mestiere collegato agli operatori della masseria. Aveva frequentato la scuola elementare fino alla classe seconda e sapeva leggere e scrivere. Svolse il suo servizio militare, con merito, dal 1 marzo 1939 al 14 marzo 1940 congedandosi quale effettivo del 47° Reggimento Artiglieri. Venne richiamato il 12 giugno 1940, entrando a far parte del 47° Reggimento Artiglieri Bari mobilitato ed il 28 luglio 1940 giunse in territorio dichiarato in stato di guerra (dal ruolo matricolare non consta lidentità del territorio). 43 Ammassaro, nel termine anagrafico, come consta dallatto di nascita, sta per massaro ossia loperatore della masseria. Ragion per cui buona parte della famiglia Mita viene distinta dallo pseudonimo popolare Massari Nicoli ovvero operatori della masseria di San Nicola. 109 Revocato da questo servizio, il 1 gennaio 1942, venne incorporato, con il titolo di Maresciallo ordinario, nel 4° Reggimento Artiglieria e fu imbarcato per raggiungere la posta militare 73 del fronte Croato. Scomparve durante battaglia contro ribelli (così definivano i partigiani di Tito), come dalle notizie storiche precedenti, in data 8 settembre 1943 e dopo tale fatto, non figurò tra i militari dei quali fu legalmente accertata la morte e la prigionia. Attestazione a margine del foglio matricolare: Disperso in Croazia nel 1943 dal 8 settembre 1943 non da notizie di se mentre apparteneva al 3° gruppo del Battaglione 4° Reggimento Artiglieri P.M.73. Autorizzato a fregiarsi del distintivo della guerra in corso e relative stellette di cui alla circolare n. 97.100 in data 4 novembre 1941 del Ministero della Guerra. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il cognato, la moglie del fratello Guerino, Calcagnile Immacolata. 110 N.B. Il verbale di irreperibilità riporta n. di Reggimento errato rispetto ai contenuti del foglio matricolare. Mita Donato era effettivo del 4° Reggimento e non del 2°. 111 Il cannoniere ordinario ANTONIO MANGIA NELLA TRISTE VICENDA DELLA CORAZZATA ROMA *Cerfignano, 5 gennaio 1923 | +Golfo dellAsinara, 9 settembre 1943 Lisola dell'Asinara (Sardegna nord-occidentale) era già in vista sulla rotta della Corazzata Roma. Sono le ore 15.10, del 9 settembre 1943 ed improvvisamente apparvero nei cieli, in tre ondate, 15 aerei bombardieri bimotore tedeschi DO-217/K2 decollati dallaeroporto di Istrés presso Marsiglia. Gli aerei lanciano bombe: le FX/1400 radiocomandate. La nave rispose al fuoco ma inutilmente: gli aerei volavano a 6-7 mila metri daltezza. Alle ore 15.47 la corazzata "Roma" venne colpita due volte. La prima bomba cadde tra i due complessi da 90 di dritta (n.9 e n.11) a un metro dalla murata, trapassò lo scafo causando una grossa falla e scoppiò in mare. L'esplosione sotto lo scafo bloccò due delle quattro eliche sistemate a poppa. Ci fu una immediata caduta della velocità della nave sotto i 16 nodi. Quattro caldaie poppiere e le relative macchine si allagarono. La seconda bomba colpì la "Roma" alle 15.52 fra il torrione di comando , vicinissimo al fumaiolo di prora, e la torre n.2 di grosso calibro. La bomba perforò il ponte corazzato, il locale turbodinamo e scoppiò nel locale motrice di prora. La nave fu ferita a morte La torre 2 fu proiettata in mare. Furono forse 2000 le tonnellate di acciaio strappate violentemente dalla nave. La corazzata si fermò, sbandò di 10 gradi a dritta. Poi le fiamme raggiunsero il deposito di munizioni di prora, la santabarbara: l'esplosione fu terribile. La grande nave, orgoglio della Marina Militare italiana, 46000 tonnellate di stazza, si spezzò in due e affondò rapidamente trascinando con se 1393 marinai di cui 1193 dell'equipaggio della nave e 200 del Comando Forze Armate da Battaglia presenti a bordo della Nave Ammiraglia. Fra di essi anche il cannoniere Mangia Antonio. Il 29 giugno del 2012 la stampa ha dato la notizia del ritrovamento del relitto, giacente sui fondali ad una profondità di circa 1000 mt. 112 La corazzata Roma44 Nacque a Cerfignano in via Chianche (oggi via Cesare Battisti), il 5 gennaio 1923, alle ore 3 del mattino, da Salvatore e da De Rinaldis Giuseppa, entrambi di professione contadini. Ricevette il battesimo, il giorno 8 gennaio dello stesso anno, per mano delleconomo curato don Ferdinando Taurino. I padrini furono Cursano Antonio di Luigi e Cursano Filomena di Pietro. Giovane alto e forte, dagli occhi castani e capelli castani lisci. Di professione terrazziere, sapeva anche nuotare e vogare ed inoltre sapeva leggere e scrivere avendo frequentato la quinta elementare. Venne arruolato per la ferma di 28 mesi dal cons. di leva marina di Brindisi il 9 marzo del 1942 e classificato, provvisoriamente, allievo cannoniere ordinario. Giunse alle armi nel CEMM (Corpo equipaggi marina militare) di Brindisi il 10 dicembre 1942 e classificato in modo definitivo Cannoniere Ordinario e fu inserito tra lequipaggio di bordo della Regia Nave Roma. In occasione del tremendo sinistro di cui nella narrativa precedente, venne dichiarato scomparso in mare per fatto di guerra non essendo stato riconosciuto tra i militari dei quali fu legalmente accertata la morte e la prigionia . Con nota prot. N. 4103598 datata 44 Limmagine come le notizie (sintetiche) sono state tratte dal web. 113 Roma, lì 19 febbraio 1945, il Ministero della Marina, comunicava al Sindaco di Santa Cesarea Terme quanto segue: Pregasi comunicare, con le dovute cautele, alla famiglia del militare in argomento che il loro congiunto è da considerarsi disperso per azione del nemico in data 9 settembre 1943 45. Il suo atto di morte recita quanto segue: Addì 28 gennaio 1959 [ ]. Presidenza del Consiglio dei Ministri Commissione interministeriale per la formazione [ ]. Copia delVerbale di scomparizione e di dichiarazione di morte del Cannoniere Mangia Antonio [ ]. Esaminati gli atti [ ] riguardanti il Mangia Antonio [ ], matricola n. 131777 [ ] appartenente alla Corazzata Roma. Poiché da detti atti risulta: che il militare in argomento, il 9 settembre 1943, era imbarcato sulla Corazzata Roma facendo parte dellequipaggio di bordo; che la Corazzata Roma il 9 settembre 1943, mentre si trovava in navigazione allaltezza del Golfo dellAsinara, colpita da bombe di grosso calibro lanciate da aerei nemici, affondava rapidamente; che il Mangia Antonio non figura fra i 597 superstiti e che di lui, dalla data del sinistro, non si sono avute più notizie. Poiché a seguito di detto avvenimento il Mangia Antonio è scomparso [ ] e tutte le modalità del fatto inducono a ritenere che il medesimo sia perito nelle predette circostanze di tempo e di luogo. Letto lart. 4 del decreto legislativo luogotenenziale 5 aprile 1946 n. 21 dà atto della scomparizione di Mangia Antonio e dichiara che il medesimo debba ritenersi perito addì 9 settembre 1943 nelle circostanze di cui sopra [ ] 46. Ha autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti il fratello, Mangia Giovanni. 45 ACS, cartella n. 337 della categoria 8 - classe 5; allinterno della busta famiglie dei caduti in guerra 41-45. 46 ACS, Registro degli atti di morte - anno 1959; parte II°, serie C, n.2. 114 Concittadini: Bleve Rocco, Foscarini Pietro e il caduto Mangia Antonio 115 2° Capo motorista navale ANICETO PIZZOLEO NELLA TRAGEDIA DEL MAS 561 *Cerfignano, 29 gennaio 1917 | +Golfo di Imperia, 24 aprile 1945 Il MAS 561 fu affondato il 24 aprile 1945, in prossimità di Imperia, da motosiluranti americane PT 307 e PT 305. Nel tremendo sinistro perse la vita il nostro concittadino Pizzoleo Aniceto. Nacque a Cerfignano, in via S. Cesaria, n.1, il 29 gennaio 1917, alle ore 16, da Florindo, di professione falegname e da Risolo Anna, di professione casalinga. Ricevette il battesimo, il giorno 1 febbraio dello stesso anno, per mano dellarciprete Raffaele De Luca. I padrini furono i nonni: Pizzoleo Angelico e Mita Lucia. Il 30 ottobre 1936, si arruolava volontario nel comando deposito CREM di Taranto in qualità di All. Fuoch. Art. M. N. (Allievo Fuochista Artefice Motorista Navale) per la ferma di quattro anni. Una brillante carriera costellata da soddisfacenti promozioni. Imbarcato sulla Regia Nave Ospedale Arno dal 22 luglio 1938 al 23 aprile 1941, durante lespletamento di questo servizio, il 1 aprile, venne promosso Sottocapo. Nuovamente imbarcato sullArno dal 11 maggio al 7 dicembre 1941. Il 1 ottobre venne promosso Sergente MN. (Motorista Navale); il 1 aprile 1943 venne promosso 2° Capo Motorista Navale. La sua brillante carriera militare proseguì fino al giorno 24 aprile 1945 quando, secondo quanto riportato dal suo atto di irreperibilità, rimase vittima della drammatica vicenda del MAS 561: [ ] Esaminati gli atti trasmessi dal Ministero della Difesa Marina, riguardanti il Pizzoleo Aniceto [ ] Matricola Militare 116 40973 [ ] Da detti atti risulta: CHE il 2° Capo M.N. Pizzoleo Aniceto il 24 aprile 1945 era imbarcato sul M.A.S. 561 facendo parte dellequipaggio di bordo; CHE il M.A.S.561 il 24 aprile 1945, mentre era nelle vicinanze del porto di Imperia, impegnava combattimento contro Motocannoniere e siluranti nemiche non facendo più rientro in base; CHE il 2° Capo M. N. Pizzoleo Aniceto dal giorno 24 aprile 1945 non ha più dato notizie di se. [ ] Letto lart. 4 del Decreto Legislativo Luogotenenziale 5 aprile 1946, n.216. Da atto (la commissione) della scomparizione e dichiara che il medesimo debba ritenersi perito addì 24 aprile 1945 nelle circostanze di cui sopra 47. Foto, in posa con il cane Baffino, inviata al fratello Vittorio (padre di Antonio Florindo e Aniceto Pizzoleo) 47 ACS, Registro degli atti di morte - anno 1966; parte II°, serie C, n.1. 117 Retro della foto a pag. precedente: Al Nostro caro Vittorio che possa sempre ricordarci Affezionatissimi Aniceto e Baffino Retro della foto in biografia Hanno autorizzato la pubblicazione delle notizie, inerenti lo zio, i nipoti Pizzoleo Antonio F. e Pizzoleo Florindo. 118 APPROFONDIMENTI 119 LArciprete nel tempo di guerra DON ALFONSO ANTONAZZO *Poggiardo, 4 ottobre 1888 | +Cerfignano, 31 ottobre 1957 I coniugi Pasquale Antonazzo (figlio di Oronzo e di Agata Quaranta) e Addolorata Cianci (figlia di Giovanni e di fu Cristina Fiado), di Poggiardo, contrassero matrimonio il 13 novembre 1878. Ebbero un figlio che nacque alle ore 21 del 4 ottobre 1888 e al quale dettero il nome di Alfonso. Quel piccolo neonato, nel tempo, sarebbe divenuto uno dei più grandi arcipreti che, ancor oggi, memoria duomo ricorda per le grandi virtù e per la sorridente umanità. Il piccolo Alfonso ricevette il sacramento del battesimo il giorno 8 ottobre 1888 per mano dellarciprete Oronzo Selleri e i suoi padrini, anchessi di Poggiardo, furono il sagrista Raffaele Elia fu Carmelo e la levatrice Giovanna Fanciullo fu Carmelo. Ricevette il sacramento della confermazione, il 26 giugno 1892, per mano dellarcivescovo di Otranto mons. Gaetano Caporali ed il suo compadre48 fu Salvatore Miglietta di Giuseppe. Frequentò con grande profitto gli studi presso il Seminario Teologico Abruzzese di Chieti, città dove, successivamente, nel 1914, ricevette i vari ordini, compreso il presbiterato, per mano dellarcivescovo mons. Gennaro Castagliola49. 48 Nel dialetto popolare locale il termine è divenuto cumpare o compare. 120 Tornò nella sua Poggiardo collaborando, per circa 10 anni, con il suo parroco don Luigi Urso finché, nel 1923, partecipando al concorso per la provvisione dellarcipretura, meritò la parrocchia di Cerfignano divenendone parroco e succedendo al rinunciatario rev.do Giuseppe Stanca da Soleto, transitato sulla scena ecclesiastica cerfignanese solo per un anno. Immediatamente si fece amare e stimare dallintero popolo. Persona dotata di ottime qualità umane e morali era vicinissimo alla sua Cerfignano, Chiesa parr.le della Visitazione, 24 luglio 1955, ore 11.00. gente, alle loro richieste, alle LArciprete Antonazzo celebra loro sensibilità. Durante la sua il rito del matrimonio dei coniugi arcipretura incontrò la triste Bleve Antonio e Serrone Palmira vicenda della Seconda Guerra Mondiale e portava nelle famiglie la consolazione della fede per la tribolazione e per lattesa dei genitori agonizzanti, stante la carenza di notizie in merito ai propri figli richiamati alle armi. In alcune circostanze, a lui toccò anche il difficile compito, per mandato del Sindaco di Santa Cesarea Terme, o per informazione giuntagli dai suoi ecclesiastici superiori, di portare le tristi e spiacevoli notizie della morte del proprio caro ai poveri congiunti. Un caso documentato fu quello del marò Salvatore Bleve, quando lallora commissario prefettizio, dott. Salvatore Sticchi, in data 1 marzo 1942, gli trasmise una lettera del seguente tenore: Al M.R/ don Alfonso Antonazzo CERFIGNANO - Con sommo rammarico debbo comunicarvi la morte del 49 Archivio Diocesano Otranto (= ADO), fondo Curia arcivescovile, sez. I, serie Sacre Ordinazioni, partizione Poggiardo, busta 2, u.a. (unità archivistica) 44, fascicolo personale di Alfonso Antonazzo. 121 Marinaio Bleve Salvatore avvenuta il 9 febbraio 942. Non ho mezzi per recarmi costà a partecipare personalmente alla famiglia una tale inaugurata notizia, vi prego farloVoi.Vi accludo la partecipazione ufficiale da consegnare ai familiari. IL COMMISSARIO PREFETTIZIO (Dott. Salvatore Sticchi)50 Resse la parrocchia di Cerfignano per quasi 35 anni. Morì alletà di 69 anni, nella sua abitazione in via Regina Elena, il giorno 31 ottobre 1957. [ ] Avanti a me Cav. Dott. Donato Spagnolo Sindaco e Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Santa Cesarea Terme è comparso Panico Antonio di Carmelo di anni trentatre [ ] residente in Cerfignano il quale alla presenza dei testimoni Viva Ercole fu Santo di anni sessantadue, [ ] residente in Cerfignano e Calora Santo fu Fedele di anni quarantatre, [ ] residente in Santa Cesarea mi ha dichiarato quanto segue: Il giorno trentuno del mese di ottobre dellanno millenovecentocinquantasette, alle ore otto e minuti --- nella casa posta in Cerfignano Via Regina Elena è morto Antonazzo Alfonso delletà di anni sessantanove residente in Cerfignano, Sacerdote che era nato a Poggiardo da fu Pasquale e da fu Cianci Addolorata e che era celibe [ ] 51. Il solenne funerale partecipato dai suoi parenti di Poggiardo, dal presbiterio diocesano e da tutto il popolo, in lacrime per il grande Arciprete, si svolse nel pomeriggio del 1 novembre 1957. Il corteo funebre, poi, muovendo dalla chiesa madre raggiunse lallora lontano Cimitero di Minervino di Lecce52 dove la salma venne tumulata nella cappella gentilizia della Confraternita dellImmacolata Concezione. I suoi resti mortali, nel 1989, furono trasferiti nel cimitero di Cerfignano dove tuttoggi riposano nella nuova cappella gentilizia della Confraternita ivi riedificata53. 50 In idem come nota 26. 51 ACS, registro 52 Allepoca degli atti di morte, anno 1957, n.25, parte I. era inesistente il cimitero in Cerfignano. 53 Cft.: Sergio Frangillo - Prostràti al Real Trono (seconda edizione), Anet srl, 2011. Pag. 85 . 122 IL MONUMENTO AI CADUTI DELLE GUERRE MONDIALI IN CERFIGNANO (1977) Prima di spiegare, in breve, la vicenda delledificazione del monumento ai caduti, lasciando parlare anche le stupende immagini depoca, è bene precisare che esso non rappresenta lunica onorificenza del popolo cerfignanese ma, come già narrato nel volume Silenti Testimoni (stesso autore), alla pag. 16, per volontà del parroco don Giovanni Mangia, il popolo realizzò due nuove campane per la chiesa parrocchiale ed una di esse fu splendidamente dedicata ai caduti dei due conflitti mondiali. Tornando alloggetto del capitolo e allopera realizzata con il concorso del popolo e con la sistemazione di aree da destinare a verde pubblico. Un atto molto significativo, che in parte spiega levolvere delle vicende, è una delibera di giunta dellanno 1969 (n. 109 del 27/11/1969), sindaco il dott. Torquato Cursano, che per altro in quei periodi aveva curato anche una speciale cerimonia per i reduci di guerra. Con la delibera menzionata, la giunta municipale prese atto delle varie sollecitazioni da parte dei cittadini di Cerfignano, circa la costruzione di un monumento ai caduti in guerra, in considerazione anche che da più anni tale opera rientra tra i programmi dellamministrazione comunale, la quale non ha potuto realizzarla per indisponibilità del suolo. Sempre nella delibera si cita che per la realizzazione di tale opera si è costituito un apposito comitato cittadino con lintenzione di procedere allesecuzione dei lavori. Con la delibera in questione, tuttavia, veniva assegnato un contributo economico al comitato, nella persona del cassiere Donato De Rinaldis. Negli anni 70, tuttavia, proseguendo con limpegno del comitato, lamministrazione comunale intercettò unottima soluzione per la destinazione del progetto e cioè: larea di proprietà comunale in Cerfignano delimitata dalla Via Provinciale Cerfignano-Vitigliano, dalla costruenda Via per il Cimitero e Via Duca degli Abruzzi (come in titolo 123 di relazione dellufficio tecnico a firma del geom. comunale Salvatore Bleve). Lopera fu realizzata, su progetto dellarchitetto Emilia Emmolo, nel periodo dal 1975 al 1977. La spesa sostenuta, complessivamente, fu pari a £. 4.720.000 (oggi in sarebbero circa 2.438,00). Delle varie fatture consultate per il calcolo del totale è significativa questa: 366 lettere in bronzo, 4 borche, lastra di granito grigio mt. 2,31x1,34 per un totale di £. 274.900. E il conto fondamentale perché rappresenta il costo del cuore di tutta la struttura. Il marmo che ancor oggi recita i nomi dei nostri eroi. Il 19 luglio 1977, alla presenza del sindaco Pasquale Nutricato, del parroco don Marco Guido, dei congiunti dei caduti in guerra e di innumerevoli autorità politiche e militari, Cerfignano inaugurava il monumento ai caduti. Cerfignano 19 luglio 1977 - Inaugurazione monumento dei Caduti 124 Familiari dei caduti in guerra durante la cerimonia di inaugurazione Momento di preghiera in suffraggio ai caduti 125 INDICE Ringraziamenti Saluto del Sindaco di Santa Cesarea Terme Memorial Presentazione Introduzione dellautore pag. 3 pag. 5 pag. 7 pag. 9 pag. 13 PRIMA GUERRA MONDIALE Soldato Andrea Antonio BRILLANTE Bersagliere Francesco CODAZZO Soldato Gioacchino CRETI Soldato Giovanni CRETI Bersagliere Giuseppe CURSANO Soldato Marco CURSANO Caporal Maggiore Giulio DE MARCO Soldato Giuseppe Donato DE RINALDIS Soldato Angelo Raffaele LINCIANO Soldato Michele Antonio MARTES Soldato Tamburino Oronzo Salvatore MEROLA Soldato Giovanni Salvatore MITA Soldato Raffaele MITA Soldato Donato MORELLO Soldato Salvatore PANICO Soldato Nucita Pasquale PINO (è assente la biografia di un soldato)...Motivazione a pag. 40 pag. 53 pag. 38 pag. 59 pag. 62 pag. 49 pag. 47 pag. 25 pag. 31 pag. 67 pag. 28 pag. 33 pag. 51 pag. 43 pag. 36 pag. 20 pag. 46 APPROFONDIMENTI Il notabile padrino di battesimo di innumerevoli eroi pag. 68 La Cappella di SantAntonio: Un voto materno per lagognato ritorno dei figli dalla Grande Guerra pag. 69 SECONDA GUERRA MONDIALE CAMPAGNA COLONIALE DAFRICA Sergente Giuseppe CURSANO Caporale Pasquale PINO pag. 80 pag. 86 CAMPAGNA DI GRECIA Marò Salvatore BLEVE pag. 94 CAMPAGNA DEI BALCANI Maresciallo Donato MITA Artigliere Raffaele MAURO pag.108 pag.102 TORPEDINIERA ANDROMEDA Fuochista ordinario Antonio DELLISOLA pag. 88 REGIA NAVE ROMA Fuochista ordinario pag.112 Antonio MANGIA TORPEDINIERA PERSEO Fuochista ordinario Gino NUTRICATO pag. 99 MAS 561 2° capo MN pag.116 Aniceto PIZZOLEO APPROFONDIMENTI Don Alfonso ANTONAZZO Arciprete nel tempo di guerra Il monumento ai caduti delle guerre mondiali in Cerfignano (1977) pag.120 pag.123 Finito di stampare nel mese di Ottobre 2012 nellazienda tipolitografica ANET S.r.l. Corigliano dOtranto (Le)