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l`ambasciata italiana da tangeri a fez nel 1875: dal
L’AMBASCIATA ITALIANA DA TANGERI A FEZ NEL 1875:
DAL LIBRO DI EDMONDO DE AMICIS ALLE PITTURE DI
STEFANO USSI E CESARE BISEO
1. L’interesse dell’Italia per l’Oriente
Appena raggiunta l’Unità, l’Italia si affrettò
ad entrare nel numero delle potenze europee
che partecipavano all’interesse generale per i
paesi in via di esplorazione. Si moltiplicarono
in quest’epoca le spedizioni scientifiche,
politiche e diplomatiche nelle regioni africane
e asiatiche. Si crearono le società geografiche
e
commerciali
che
si
interessavano
direttamente a studiare i territori non ancora
conquistati dalle altre potenze, non solo dal
punto di vista del commercio ma anche da
quello politico-militare. Tra queste erano la
Società Geografica Italiana fondata a Firenze
da Cristoforo Negri (1867), la Società
d’esplorazione commerciale in Africa (1879),
e il Club africano, che poi diventò Società
poi vere e proprie missioni volte a raccogliere
il
maggior
numero
di
informazioni
geografiche, politiche, economiche e militari.1
Parallelo a questo interesse espansionistico si
stava sviluppando in Italia, così come negli
altri paesi europei, un interesse “turistico”.
Questo
avvenne
grazie
non
solo
all’evoluzione dei mezzi di trasporto e alla
crescente industrializzazione, ma anche a
romanzi, giornali e riviste, che caldeggivano e
glorificavano i viaggi in Oriente, nonché la
diffusione della moda dell’esotismo in tutti i
settori di consumo, dall’arte alla letteratura,
dal teatro all’architettura e al design.
L’Oriente era visto con curiosità e mistero,
come un mondo chiuso ed inesplorato dalle
tradizioni antiche e ancora “barbariche”.
africana d’Italia (1882).
Ma già all’indomani della guerra ispanomarocchina del 1859-60, il giovanissimo
Stato
italiano
cominciò
a
seguire
con
attenzione gli avvenimenti politico militari del
1
Marocco. Mandò prima emissari diplomatici,
Andrea Vento, In silenzio gioite e soffrite. Storia dei
servizi segreti italiani dal Risorgimento alla Guerra
Fredda, Il Saggiatore, Milano, 2010, p. 73-74.
1
Alla metà dell’Ottocento, in Nord Africa,
del canale. L’Egitto faceva ancora parte
specialmente in Egitto e Tunisia, risiedevano
dell’Impero Ottomano. Entrambi erano artisti
numerose
il
già piuttosto celebri in Italia, che proprio al
rafforzamento di un particolare interesse per
servizio del Viceré egiziano affrontarono i
questi paesi, così come le prime proposte
primi
espansionistiche,
relazione
scoprendo nelle terre africane una nuova
all’inaugurazione del Canale di Suez, il 17
maniera di dipingere e soprattutto usare il
novembre 1869, progettato dall’ingegnere
colore, che sarà fondamentale nelle loro opere
trentino
future.
comunità
italiane.
sorse
Luigi
in
Negrelli
Ma
(1799-1858).
lavori
di
soggetto
orientalista,
All’inaugurazione fu presente l’Incaricato di
Affari Italiano, il Commendatore sardo-
Stafano Ussi (1822-1901) fu fino a quel
piemontese
nominato
momento un pittore essenzialmente di genere
subito dopo l’Unità. Personaggio importante
storico. Nacque e visse per buona parte della
della diplomazia estera italiana di fine
vita a Firenze dove frequentò il circolo dei
Stefano
Scovasso,
Ottocento, il barone Scovasso
pittori che si riunivano al
fu inizialmente viceconsole di
Caffè
Sardegna in Spagna e più tardi
l’Accademia
ministro
Belle Arti. Fervente patriota,
plenipotenziario
a
Michelangelo
nel
Egli era padrino di Stefano
Curtatone e a Montanara,
Hidalgo,
questo
finendo anche prigioniero per
diplomatico italiano che fu
molti mesi in Austria. Nel
intimo amico di Edmondo De
1854 vinse un pensionato a
Amicis
Roma con l’opera Boccaccio
fin
dai
tempi
dell’Istituto militare.
che
spiega
combattè
di
Belgrado e infine a Tangeri.
anche
1848
fiorentina
e
la
a
Divina
Commedia, e si costruì una
Scovasso conobbe inoltre al
Fig. 1. Stefano Ussi, Autoritratto, 1896.
Cairo i pittori Stefano Ussi e
buona reputazione artistica. In
Cesare Biseo, invitati personalmente dal
particolare il successo lo raggiunse dopo la
quinto sovrano autonomo e primo khédivé
presentazione all’Esposizione Nazionale di
d’Egitto Ismail Pascià per collaborare alla
Parigi del 1861 di quello che tutt’oggi è
preparazione dei festeggiamenti per l’apertura
considerato uno dei suoi capolavori, il dipinto
2
di storia fiorentina La Cacciata del Duca
Parigi per aiutarlo nella decorazione ad
d’Atene.
affresco
Nel 1868 il Governo Italiano lo incaricò di far
Mathilde, cugina di Napoleone III e qui
parte della Commissione Artistica Italiana per
incontrò i grandi maestri della pittura europea.
le feste di inaugurazione dello stretto di Suez.
Tornato a Roma si fece conoscere con la
In questa occasione fu poi chiamato al Cairo
realizzazione di un fregio con animali che
da Ismail Pascià, che gli commissionò il
affrescò nel Caffè dei Convertiti.
quadro Preghiera nel deserto. E proprio in
Quando
Egitto il pittore fiorentino si confrontò per la
d’Egitto, si recò innanzi tutto ad Alessandria
prima volta con la pittura a soggetto
per
orientalista: abbandonò il rigore dei quadri
festeggiamenti per l’apertura del Canale di
storici per eseguire opere caratterizzate
Suez. In questa città gli fu commissionata la
dall’uso dell’acquerello, dallo stile sintetico e
decorazione ad affresco di alcuni edifici
dalla
pennellata
rapida
del
palazzo
venne
collaborare
dei
della
chiamato
alla
dal
principessa
khédievé
preparazione
dei
pubblici tra cui il Palazzo del
Macchiaioli e dal colorismo caldo
Governo.
di Delacroix. Solo un anno dopo,
sempre
nel 1869, fu nuovamente invitato
khédivé, si spostò al Cairo
da
gli
per decorare il Teatro Reale
il
(poi dell’Opera) e vi restò due
quadro Trasporto del Mahamal
anni. In questo tempo realizzò
alla
nel
numerosi bozzetti e disegni
di
sulla città e la vita dei suoi
Ismail
commissionò
Pascià,
personalmente
Mecca,
palazzo
che
ora
situato
Dolmbache
Costantinopoli.2
L’altro
Costantino
(1843-1909),
su
nel
1869,
incarico
del
abitanti, che diverranno poi
pittore,
pitture a olio e acquerelli.3
Cesare
Augusto
era
Poi
figlio
Biseo
del
Fig. 2. Ritratto di Cesare Biseo in una
litografia dell’Ottocento.
Così non c’è da stupirsi che
nel 1875, per accompagnare
decoratore bresciano Giovanni Battista Biseo
l’ambasciata italiana che portò le credenziali
e nacque a Roma, dove ricevette la prima
del nuovo stato Italiano al giovane sultano del
formazione artistica dal padre. Lo seguì a
Marocco Muley Hassan (che regnò tra il 1873
2
3
Incanti e scoperte, l’Oriente nella pittura
dell’Ottocento italiano, Silvana Editoriale, Milano,
2011, p. 102-103.
Incanti e scoperte, l’Oriente nella pittura
dell’Ottocento italiano, Silvana Editoriale, Milano,
2011, p. 108-109.
3
e il 1894), Stefano Scovasso abbia invitato
erano allestiti piccoli studi portatili per
proprio i due artisti, ancora freschi di
preparare e conservare le delicate lastre
esperienze orientali.
fotografiche di vetro.6
All’epoca non era infrequente
Accanto a loro era il giornalista e
che ad un evento ufficiale
scrittore Edmondo De Amicis
come
spedizione
(1846-1908), molto conosciuto in
fossero
Italia in quanto famoso scrittore
chiamati uno o più artisti o
di libri di carattere pedagogico,
una
dell’ambasciata
4
fotografi . Ma l’attrezzatura
ma anche di numerosi resoconti
fotografica, così delicata ed
di viaggi. Nato in Liguria, scelse
ingombrante rispetto a carta,
inizialmente la carriera militare
lapis e colori, non era sempre
partecipando alla battaglia di
considerata
Custoza
pratica
in un
viaggio per foreste, steppe o
esistevano,
o
diventando
poi
giornalista di guerra. Scrisse il
deserti, dove spesso le strade
non
e
Fig. 3. Ritratto di Edmondo De
Amicis, in una litografia
dell’Ottocento.
erano
sentieri a mala pena visibili.
suo primo libro nel 1868, Vita
Militare. Raggiunto un certo
successo, De Amicis si dedicò
Oltre al fatto che il clima caldo-secco del
esclusivamente alla carriera letteraria. La sua
Marocco
tecnica
opera maggiormente conosciuta è Cuore, una
fotografica del collodio umido. Nonostante
serie di racconti volti a insegnare i doveri e i
questo in numerose occasioni di rilevanza
valori dei figli d’Italia attraverso esempi di
internazionale, come la Guerra di Crimea o il
virtù e di sacrifici. De Amicis fu infatti, prima
conflitto ispano-marocchino, parteciparono
di tutto, un moralista e un educatore. Ancora
numerosi fotografi, attrezzati di vere e proprie
oggi è considerato uno scrittore e un
camere oscure su ruote, piccoli carri dove
giornalista brillante, dalla prosa leggera e
rendeva
difficile
la
5
descrittiva, anche se risulta talvolta pomposo
4
Nel 1850 Roger Fenton, primo fotografo di guerra,
documentò la Guerra di Crimea. Nel 1859-60 Enrique
Facio documentò il conflitto ispano-marocchino. Ceuta
y la guerra de Àfrica de 1859-1860, XII Jornadas de
historia de Ceuta, Instituto de Éstudios Ceuties, Ceuta
2009.
5
Gli orientalisti italiani: cento anni di esotismo 18301940, a cura di Rossana Bossaglia, Marsilio, Venezia,
1998, p. 32-33.
e profondamente nazionalista. Riesce a
scrivere le sue pagine più fresche e attuali nei
resoconti dei numerosi viaggi compiuti
6
RIVERO, “La fotografia milita en la guerra de Africa:
Enrique Facio” in Ceuta y la Guerra de Africa de 18591860, Ceuta, 2009, pp. 459-492.
4
all’estero. Dagli anni ’70 dell’Ottocento
Marocco, nonostante l’opera Costantinopoli
scrisse sei libri di viaggi: Spagna (1873),
venisse pubblicata solo nel 1878.
Ricordi di Londra (1873), Olanda (1874),
(1882),
Alla fine dell’Ottocento furono numerosi i
Ricordi di Parigi (1879), Sull’Oceano (1889).
pittori e gli scrittori invitati a seguire in
Nel corso di più di venti anni a partire dal
viaggio
primo libro, De Amicis allargò sempre di più i
diplomatiche e ricerche dirette in Africa, in
confini geografici e affinò la sua tecnica di
Oriente o nelle regioni polari. Non essendo
scrittura, quella del bozzetto. Si tratta di tante
ancora così diffusa la fotografia, o comunque
piccole descrizioni che, annotate giorno per
considerata poco pratica nelle spedizioni di
giorno, formano il racconto diaristico del suo
molti mesi, i pittori venivano incaricati dalle
viaggio. Fu senza dubbio uno scrittore colto e
riviste,
abituato a documentarsi bene prima e dopo i
corrispondenti speciali, per illustrare al
suoi spostamenti, sulla storia e le usanze dei
pubblico italiano i misteri e le bellezze di terre
vari paesi che visita. Lettore appassionato
poco conosciute o inesplorate8. Scrittori e
delle scoperte di Stanley, trovò esempi utili
pittori collaboravano insieme per nutrire
negli intellettuali e viaggiatori del primo
l’immaginario pubblico, stuzzicando la febbre
ottocento, soprattutto francesi, come Eugene
di informazione e di curiosità della borghesia
Fromentin e Théophile Gautier7. L’esperienza
verso
orientalista di De Amicis era iniziata con il
diffondere
soggiorno
orientalista.
Marocco
(1876),
a
Costantinopoli
Costantinopoli
nel
1874,
geografi,
che
li
l’esotico,
la
archeologi,
trattavano
come
contribuendo
formazione
missioni
di
veri
così
un
a
gusto
accompagnato dal giovane pittore torinese
Accanto a quelle dei pionieri francesi, sono
Enrico Junck (1849-1878). Il viaggio avvenne
moltissime le missioni diplomatiche ed
esattamente un anno prima di partire per il
esplorative nei paesi africani accompagnate
da artisti e letterati italiani.9
A partire dal
7
Entrambi viaggiarono in Oriente: Fromentin è in
Algeria nel 1852, da cui i diari di viaggio Un été dans
le Sahara (1857) e Une année dans le Sahel (1858).
Gautier dal 1845 al 1862 viaggia per Algeria, Grecia,
Turchia ed Egitto. Ognuno di questi viaggi darà luogo
a numerosi diari e romanzi, come Constantinople
(1853) o Une nuit de Cléopâtre, (1838). Anche
Gustave Flaubert compie un lungo viaggio in Oriente
di quasi due anni a partire dal 1849. Ma il suo diario
verrà pubblicato soltanto dopo la morte, mentre è
conosciutissimo all’epoca il romanzo “storicoorientalista” Salambò (1862).
8
Spesso erano chiamati entrambi, sia artisti che
fotografi, come nel caso della guerra ispanomarocchina, dove partecipò il pittore catalano Mariano
Fortuny y Marsal e il fotografo Enrique Facio. Vedi
Ceuta y la guerra de Àfrica de 1859-1860, XII
Jornadas de historia de Ceuta, Instituto de Éstudios
Ceuties, Ceuta 2009.
9
Raffaella Pastore, “…per ebrietà di luce e colore”:
Stefano Ussi e l’esperienza dell’Oriente, in “Polittico”,
vol. 2, pp. 171-191.
5
1839 viaggiarono assieme alle carovane artisti
Tra
come Raffaele Carelli (1795-1864, Ippolito
dell’Ottocento
Caffi (1809-1866), Carlo Bossoli (1815-
Haimann (1828-1883), Giuseppe Garibaldi
1884),
Umberto
Dell’Orto
Pompeo
Mariani
Carcano
(1840-1914)
(1848-1895),
(1857-1927),
e
altri.
Filippo
Uno
dei
gli
scrittori-avventurieri
si
della
annoverano
fine
Giuseppe
(1807-1882) e Leone Caetani (1869-1935),
storico e massimo studioso italiano di cultura
islamica.
viaggiatori più famosi fu Alberto Pasini
Così De Amicis, Ussi e Biseo furono chiamati
(1826-1899), celebre per i suoi quadri sulla
da Stefano Scovasso a partecipare alla prima
caccia col falcone e le carovane, ambientati in
missione diplomatica Italiana a Fez. Questo
Persia. Nel 1855 seguì, in qualità di
viaggio fa parte di un contesto di scambi
disegnatore, il ministro francese Nicolas
culturali con l’Oriente già ben avviati
Prosper Burée (1811-1886) in una missione
dall’inizio
diplomatica in Persia, Turchia, Siria, Arabia
europee, a cui solo da poco l’Italia si
ed Egitto.
preparava a prendere parte. Questi “interessi
dell’Ottocento
dalle
potenze
orientali sfoceranno in seguito a una vera e
propria corsa al colonialismo, già iniziata per
gli altri paesi, più tardiva invece per quanto
riguarda l’Italia.
2. Il viaggio dell’Ambasciata italiana,
tra
esplorazione,
commercio
e
missione artistico-letteraria
È proprio dall’opera Marocco di Edmondo De
Amicis, che ricaviamo il maggior numero di
notizie sulla missione diplomatica Italiana che
Fig. 4. La copertina di Marocco di
Edmondo De Amicis, edizione del 1879
illustrata da Ussi e Biseo.
6
si reca da Tangeri a Fez nella primavera del
Dora e Paolo Grande, vice console italiano a
1875.10
Tangeri.
La città di Tangeri, dove sbarcarono e si
Partecipò inoltre alla spedizione il genovese
radunarono i partecipanti al viaggio, era
Carlo Morteo, agente consolare di Italia nella
infatti sede della Legazione Italiana, che si
città di Mazagan (oggi nota come El Jaddida)
trovava a quel tempo nella piazza del Soco
e titolare di una azienda di trasporti. Parlando
Piccolo (Zoco Chico).
perfettamente l’arabo
La missione diplomatica fu guidata da quattro
interprete principale durante il viaggio. Altri
funzionari. Il primo, capo della spedizione, il
partecipanti furono il signor Patxot, ex
Commendatore Stefano Scovasso, che già a
ministro di Spagna a Tangeri e amico di
partire dal 1869 si adoperò per dare un ruolo
Morteo,
attivo all’Italia in Marocco, tramite trattati di
dracomanno
commercio e accordi personali con il Sultano.
Tangeri,
Ma
carovana nativo di Algeri e Mohamed
fino
diplomatica
al
1875
italiana
nessuna
si
era
missione
mai
recata
ebbe la funzione di
Salomone
della
Aflalo,
Legazione
Miguerez,
medico
secondo
italiana
ebreo
a
della
Ducali11, protetto della Legazione italiana che
l’ambasciata
in
qualità
di
fisicamente a Fez e si aspettava quindi di
accompagnò
essere accolta con grande solennità dal
scrivano. Infine Hamed Ben Kasen Buhamai,
giovane sultano Muley el Hassan I, salito al
comandante della scorta di quaranta soldati e
trono solo nel 1873. Il secondo fu il capo di
generale dell’esercito imperiale, mandato dal
Stato Maggiore Giulio di Boccard, che scrisse
Sultano per accompagnare la spedizione fino
in questa occasione Considerazioni militari
a Fez. Egli fu il responsabile della salute e
sul Marocco. Questo è un interessante
dell’incolumità dei partecipanti al viaggio e
rapporto,
ne rispondeva direttamente di fronte al re.
corredato
di
belle
carte
topografiche, finalizzato alla conoscenza a
Oltre al primo saluto del re Vittorio Emanuele
scopo militare del territorio e delle forze
II, la carovana portò in dono al Sultano alcuni
marocchine.
oggetti
Gli
altri
furono
Fortunato
d’artigianato
italiano:
poltrone,
Cassone, Ministro della Marina, capitano di
vascello e comandante del regio trasporto
11
10
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879.
Personaggio importante di Tangeri, fu ritratto anche
dal pittore spagnolo Josep Tapirò (1836-1913). Sulla
pittura di Tapirò, vedere “El misteri de Tànger o la
petita Constantinople: la pintura di Josep Tapiró” in
Carbonell, Orientalisme. L’Al-Maghrib i els pintors del
segle XIX, pp. 147-195.
7
specchi, candelabri e un ritratto del re
come il cosiddetto barod o tabaurida12, in cui
d’Italia11.
sia percepibile una certa atmosfera epica di
Edmondo De Amicis si presenta nella sua
movimento e battaglia. 13
stessa opera in qualità di inviato speciale del
periodico settimanale L’Illustrazione Italiana
per raccontare al suo fedele pubblico, già
informato dell’evento da annunci e articoli
anteriori alla partenza, questo avventuroso
viaggio.
Il resoconto fu scritto tra il 1875 e il 1876,
riordinando gli appunti che De Amicis prese
direttamente sul posto e fu pubblicato per la
prima volta nel 1876 dai Fratelli Treves,
stessa casa editrice dell’Illustrazione Italiana.
Una nuova edizione uscirà poi nel 1879,
accompagnata dalle incisioni tratte dai disegni
e dalle pitture dei due compagni di viaggio
dello scrittore, Ussi e Biseo.
Fig. 5. Stefano Ussi, i taccuini del viaggio in Marocco,
Stefano Ussi è descritto come un personaggio
1875, Collezione Ventura, Milano.
un po’ schivo, silenzioso, qualche volta
irascibile. Fu ritratto spesso da Biseo in scene
di gruppo con gli altri partecipanti alla
spedizione, sempre riconoscibile per la folta
Ussi, nelle sue incisioni, sembra soprattutto
alla
pittura
di
vedute
paesaggistiche o dai grandi spettacoli militari
11
e bozzetti, ma preferì prendere pochi appunti,
dipingendo poi a memoria, nella tranquillità
del suo studio fiorentino, poche grandi tele ad
barba.
interessato
Rispetto a Biseo produsse molti meno schizzi
PECCHIOLI, Paolo, De Amicis en Marruecos. Ecos
y reflejos de un caso literario italiano, in “El
orientalismo desde el sur” a cura di José A. Gonzalez
Alcantud, p. 74-96, Anthropos, Sevilla, 2006.
olio. Secondo Romualdo Pantini (1877-1945),
che lo conobbe direttamente, Ussi, ormai non
12
Si tratta di una sorta di gioco di destrezza tra i
cavalieri, che alla fine si convertì in una attrazione per i
turisti stranieri. Fu molto rappresentata dagli artisti
europei, tra i quali Georges Clairin, Mariano Fortuny,
Victor Eeckhout, Mariano Bertuchi, Josè Gallego
Arnosa, Edward Aubrey Hunt e altri.
13
Valentina Bezzi, De Amicis in Marocco. L’esotismo
dimidiato. Scrittura e avventura in un reportage di fine
Ottocento, Socrates, Padova, 2001, p. 62-63.
8
più giovane, raccontò che temeva di essere
-Lab el barode (giuochi con la polvere)
preso a sassate dai marocchini, dato che
davanti al campo dell’ambasciata italiana17
rappresentare la figura umana è considerata
-La festa per la nascita di Maometto sulla
dagli arabi una violazione delle leggi del
piazza del mercato a Tangeri18
Corano. E infatti i due pittori ebbero non
-L’ambasciata davanti al sultano19
poche difficoltà nel ritrarre le persone locali14.
Gli rappresentarono semmai da lontano, o
Tuttavia, rimase affascinato anche dalle figure
mentre dormivano. Oppure si ridussero a
statuarie di cavalieri e governatori come lo
disegnare
stesso sultano Muley Hassan.
gli
animali
dell’accampamento.
Gli
e
gli
unici
oggetti
che
si
I taccuini dei suoi schizzi sul Marocco si
prestarono tranquillamente alla penna degli
trova a Milano, nella collezione privata
artisti furono gli ebrei, non impediti da nessun
Ventura. Altri schizzi, acquerelli e piccoli oli
divieto15.
su tela e tavola si trovano a Firenze, nella
Per il libro Ussi fece tradurre a incisione
Galleria di Arte Moderna e nel Gabinetto
litografica da Borrani solo quattro grandi
disegni e stampe degli Uffizi. Opere dello
opere ad olio dedicate ai momenti più solenni
stesso viaggio sono conservate al Museo
della spedizione:
Municipale di Arezzo e alla Galleria di Arte
Moderna di Torino. Un acquerello intitolato
-La scorta d’onore davanti all’ambasciata16
Marocchino si trova inoltre alla Galleria
Ricci-Oddi di Piacenza. Molte sono le opere
di Ussi sparse per collezioni private e nel
14
Romualdo Pantini, Artisti contemporanei: Stefano
Ussi, nella rivista “Emporium”, maggio 1900, vol. XI,
n. 65.
15
Stessi problemi avranno anche altri pittori che si
recano in Marocco, tra cui Mariano Fortuny ed Eugène
Delacroix. Di fatto i disegni di Fortuny che
rappresentano i mori di Tetuan e Tangeri, ritraggono
quasi esclusivamente ebrei e così dei quadri orientalisti
che conosciamo di Delacroix, come Matrimonio ebreo
a Tangeri o Ebrea vestita a festa.
Vedi CARBONELL, Jordi À., El viatge a Orient i la
pintura del segle XIX. Algunes particularitats de la
pràctica pictorica en terres musulmanes, in Els camins,
el viatge, els artistes, 2007, pp. ; Jordi A. Carbonell,
Marià Fortuny i la descoberta d’Africa, p. 36 e Eugène
Delacroix, Diario 1822-1863, p.
16
De Amicis, Marocco, pp. 136-137 dell’edizione
Treves 1879. Il quadro ad olio si trova nella Galleria
Nazionale di Arte Moderna di Roma.
mercato delle case d’asta. È comunque
17
De Amicis, Marocco, pp. 185-186 dell’edizione
Treves 1879. Il quadro ad olio si trova nella Galleria
Nazionale di Arte Moderna di Roma.
18
De Amicis, Marocco, pp. 264-265 dell’edizione
Treves 1879. Il quadro ad olio si trova nella Galleria
Nazionale di Arte Moderna di Roma. Questo stesso
soggetto è dipinto da Fortuny con il nome di Fantasia
Araba (1867).
19
De Amicis, Marocco, pp. 376-377 dell’edizione
Treves 1879. Il quadro ad olio si trova nella Galleria
Nazionale di Arte Moderna di Roma. Qui Ussi si è
autoritratto mentre solleva il cappello. La stessa
cerimonia è rappresentata da Eugène Delacroix
nell’olio su tela Mulay-Abd-el-Rahman, sultano del
Marocco (1845), dove però la città sullo sfondo è
Meknes invece di Fez.
9
sempre molto difficile riuscire a distinguere
“La sera passò senz’avvenimenti notevoli,
se si tratta di pitture e bozzetti riguardanti il
fuorché
soggiorno in Egitto, molto più lungo e
scorpionaccio nero sopra il cuscino del mio
produttivo, o quello in Marocco.20
letto, nel momento che stavo per coricarmi.
Il più giovane Cesare Biseo sembra invece più
Fu però un terrore passeggiero, poiché
curioso e prolifico. Realizzò il maggior
avvicinandomi a poco a poco col lume, lessi
numero di bozzetti del libro, rappresentando
sul
scene di genere, piccoli paesaggi, architetture
rassicurante: -Cesare Biseo fece addì 5
moresche e ritratti. Scene di vita di strada, di
maggio 1875.”22
la
scoperta
dorso
ch’io
dell’animale
feci
d’uno
l’iscrizione
santoni, di incantatori di serpenti, di mercato,
matrimoni e seppellimenti di cadaveri, torture
Molte delle opere di Biseo sono conservate,
e punizioni inflitte a ladri e ribelli e altre sono
oltre che sul mercato e in collezioni private,
accompagnate spesso da didascalie che sono
alla Galleria Nazionale di Arte Moderna di
anche richiami puntuali al testo.
Roma, alla Galleria Ricci Oddi di Arte
È lui a ritrarre i compagni di viaggio, piccoli
Moderna di Piacenza, alla Galleria di Arte
personaggi quasi caricaturali e spersi nel
Moderna di Palermo. Dai numerosi bozzetti e
grande e sconosciuto territorio marocchino.
studi prodotti in Marocco realizza diverse
Tuttavia non rinunciò a realizzare anche
opere su tela, tra le quali Mercato Arabo
quadri panoramici o scene ufficiali.21
(1876) e Palazzo di giustizia a Tangeri
De Amicis lo ritrasse a sua volta con la
(Veduta della Casba), opera che presentò
scrittura,
un
all’Esposizione di Belle Arti di Napoli del
personaggio piuttosto burlone, che si divertiva
1877 e costituì il suo esordio espositivo. La
talvolta a prendere in giro i compagni
Casba fu uno dei luoghi più rappresentati
utilizzando la propria abilità artistica:
dagli artisti a Tangeri23, una città che in fin
presentandocelo
come
dei conti non possedeva la maestosità e
bellezza di luoghi come Fez, Meknesc o
20
La casa d’aste Pandolfini di Firenze ha messo più
volte in vendita opere orientaliste di Ussi: il 7 ottobre
1996 Gruppo di orientali e Soldato orientale dalla
collezione dei conti Beni di Stia. Il 16 marzo 2000 è
andata all’asta Fantasia araba. Il 29 ottobre 2008 è
stata la volta di Arabo seduto.
21
I suoi bozzetti sono tradotti in incisioni da Canedi e
Barberis, che spesso collaborano con la rivista.
22
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p. 147.
23
Tutti gli artisti che passarono da Tangeri
rappresentarono questa piazza. Tra questi Eugéne
Delacroix, Josep Tapirò, Mariano Fortuny, Frank
Brangwyn, Henry Tanner, Benjamin Constant, Albert
Marquet Henry Matisse.
10
Marrakesc. Era i luogo più caratteristico e
17 aprile lo scrittore sbarcò a Tangeri e il 18
“orientalista”, con i grandi archi a ferro di
si presentò alla Legazione Italiana.
cavallo della tesoreria e dell’edificio del
Tangeri la Bianca, come la chiamava Pierre
governatore. D’altra parte era però una città
Loti26, era la porta del Marocco, la prima città
“occidentalizzata” e sicura, dove gli europei
che vedevano i viaggiatori in arrivo da
potevano incontrare molti dei confort a cui
Gibilterra, il primo, duro impatto con i
erano abituati nei loro paesi.
costumi e le antiche tradizioni dell’Oriente
Nel 1880 fu la volta di sei acquerelli di
africano. Da una parte dello stretto la “civiltà”
ispirazione
europea, dall’altra la “barbarie” musulmana,
nordafricana,
presentati
alla
Mostra Nazionale di Torino. Nel 1883
che il
mare divide come un confine
partecipò all’esposizione Internazionale di
invalicabile.
Belle Arti con la grande tela Ricevimento
Marocco,
della prima ambasciata Italiana in Marocco
profonda differenza:
Fino
De
dall’incipit
Amicis
dell’opera
sottolinea
questa
(Roma, Palazzo della Consulta). Anche l’olio
(1889) sembra riferirsi al
“Lo stretto di Gibilterra è forse di tutti gli
soggiorno marocchino, che, esposto nel 1900
stretti quello che separa più nettamente due
alla mostra della Società “In Arte Libertas” a
paesi più diversi, e questa diversità appare
Roma, fu acquistato dalla Casa Reale.24
anche maggiore andando a Tangeri da
Nel deserto
Gibilterra. Qui ferve ancora la vita affrettata,
3. La città di Tangeri
rumorosa e splendida delle città europee; e un
viaggiatore di qualunque parte d’Europa sente
L’8 di aprile del 1875, Edmondo De Amicis,
l’aria della sua patria nella comunanza d’una
come ci riporta nella cronaca del suo viaggio,
ricevette da Scovasso in persona una lettera
che lo invitava a raggiungere la carovana in
partenza da Tangeri per Fez25 il 19 di aprile. Il
24
Incanti e scoperte: l’Oriente nella pittura
dell’Ottocento italiano, a cura di Emanuela Agiuli e
Anna Villari, Silvana Editoriale, Milano, 2011.
25
Anche Mariano Fortuny i Marsal, primo pittore che
si recò in queste regioni, avrebbe voluto recarsi da
Tangeri a Fez in occasione del suo secondo viaggio in
Marocco nel 1862. Vedi Carbonell, Orientalisme. L’AlMaghrib i els pintors del segle XIX, p. 130 e C.
González y M. Martí, Mariano Fortuny Marsal, vol. I,
p. 88.
26
Pierre Loti, Al Marocco. Da Tangeri a Fez e ritorno,
Franco Muzzio Editore, Padova, 1993. Loti fece un
viaggio molto simile a quello di De Amicis, Ussi e
Biseo. Nella primavera del 1886 viaggiò da Tangeri a
Fez e ritorno come membro di una missione
diplomatica francese in visita al Sultano del Marocco.
Stesso tipo di viaggio compie anche Eugène Delacroix
riportando le impressioni nel suo Diario. Nel gennaio
del 1832 partecipò ad una missione diplomatica guidata
dal Conte Mornay sbarcando a Tangeri e recandosi a
Meknes e ritrno.
11
infinità d’aspetti e di consuetudini. A tre ore
sul suo cocuzzolo e le punte dei piedi in
da là, il nome del nostro continente suona
mare.”28
quasi come favoloso; cristiano significa
nemico, la nostra civiltà è odiata o temuta o
derisa; tutto, dai primi fondamenti della vita
sociale fino ai più insignificanti particolari
della vita privata, è cambiato…”27
Al posto del moderno porto in cemento che
possiamo vedere oggi, nell’Ottocento vi era
Fig. 6. Cesare Biseo, Lo sbarco di De Amicis a
un lungo tratto di acqua bassa a cui le grandi
Tangeri, litografia, p. 1 di Marocco.
imbarcazioni non potevano avvicinarsi, a
rischio di rimanere incagliate. I viaggiatori
passarono quindi dalle navi alle spalle di
facchini, oppure a portantine (per le signore).
I portatori arabi li trasportarono, come valige
e bauli, fino alla spiaggia fangosa, dove li
depositarono. Ed e così che De Amicis si vide
arrivare a Tangeri in una immagine piuttosto
ironica che Cesare Biseo non manca di
riprodurre in uno dei suoi schizzi-incisioni
(Sbarco a Tangeri, p. 1), posto in apertura del
Fig. 7. Fotografia del 1905 di uno sbarco sulla spiaggia
primo capitolo del libro:
“Ed io feci la mia entrata in Affrica a cavallo
di un vecchio mulatto, col mento inchiodato
di Tangeri.
Il giorno dopo lo sbarco, De Amicis incontrò
alla Legazione tutti i membri della spedizione.
La partenza era fissata infatti il giorno
seguente. Scovasso fece però sapere ai
presenti che il viaggio era stato rimandato ai
27
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p. 1-2.
28
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p. 2.
12
primi di maggio, perché proprio in quei giorni
grandi portali e conduce fuori dalle mura della
a Fez veniva ricevuta l’ambasciata inglese. Si
città “in una piazza aperta sul fianco d’una
era scelto di viaggiare proprio in quel periodo
collina, chiamata Soc de Bara, o mercato
di fine primavera per evitare i caldi torridi
esteriore, poiché ogni domenica e ogni
dell’estate, particolarmente feroci nell’interno
giovedì vi si fa il mercato”. Oggi quest’ultima
del paese.
è una delle grandi piazze della città, ma
Nel frattempo De Amicis e i due pittori Ussi e
all’epoca era semplicemente uno spazio
Biseo, vennero ospitati all’interno della
aperto fuori dalle mura della Medina. Nelle
Legazione, a casa del Ministro Scovasso.
tavole di Ussi e Biseo vi si trovano
L’edificio si trovava nel Soco Piccolo (Zoco
ambientate corse di cavalieri, carovane in
Chico), una piazzetta rettangolare della
riposo, mercati ecc, che ne sottolineano
Medina, “circondata da bottegucce arabe, che
l’importanza di spazio comunitario della città.
parrebbero meschine nel più povero dei nostri
Qui si svolgevano tra l’altro la maggior parte
villaggi”. All’epoca era la piazza principale
degli eventi festivi, tra cui le celebrazioni per
della città, dove si affacciavano la maggior
la nascita di Maometto o festa del Mulud. Uno
parte
Legazioni
degli eventi più ricorrenti di questa festa era il
straniere “che s’innalzano come palazzi in
Lab-el-Barod: un gruppo di cavalieri si
mezzo alla moltitudine confusa delle casette
slanciava assieme in corsa sfrenata a redini
moresche”.29 Qui si incentrava la vita di
sciolte. Poi all’improvviso tutti i partecipanti
Tangeri: si trovavano i negozi più importanti
scaricavano i fucili lanciando il grido barod!
della città (tra cui la tabaccheria, la spezieria,
(che significa appunto, “polvere”). Questa
il caffè con il biliardo), arrivavano e partivano
usanza fu molto rappresentata dagli artisti
i corrieri della posta e venivano ricevuti i
orientalisti con il nome di fantasia araba o
viaggiatori europei. La piazza è tagliata da
fantasia della polvere. Con lo stesso nome era
una lunga via principale chiamata via
chiamato anche l’uso dei soldati magrebini a
delle
“modestissime”
30
Shiagine (Biseo, La strada del Soc-de-Bara,
piedi di scaricare i fucili a terra tutti insieme e
p.17). La strada sale dal mare (il primo tratto
ballare gridando nella polvere prodotta dagli
si chiama infatti via Marine), passa da due
spari, mentre altri suonavano in cerchio
attorno a loro. Quasi ogni pittore che si sia
29
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p. 4-5.
30
Che in arabo significa via degli Argentieri.
cimentato nell’arte orientalista, ha dipinto
questi motivi.
13
Fig. 8. Cesare Biseo, Feste per la nascita di Maometto, la danza dei soldati, litografia a p. 61.
cavallo nell’incisione Lab el barode davanti
Biseo rappresentò il primo tema dei cavalieri
al campo dell’ambasciata italiana (p. 185-
in corsa nell’incisione Feste per la nascita di
186)
Maometto - la danza dei soldati (p.57) e
Cavalieri che si slanciano alla carriera e
Nella parte più alta della città vecchia, è la
sparano (p.53). Mentre uomini che ballano
Casba,
sparando in terra furono rappresentati in
affacciavano i vari edifici del governo
un’altra incisione col titolo Un concerto
tangerino, tra cui il palazzo del governo, la
indiavolato (p. 64). Altri barod a cavallo
casa del governatore della città, la prigione e
furono illustrati spesso nei capitoli seguenti
una
del libro. Ogni volta che la carovana in
(nonostante che in una delle incisioni di
cammino per Fez passava da una regione,
Biseo,
veniva ricevuta dalla tribù di appartenenza
rappresentata di forma parallelepipeda). Da
con questa usanza.
qui si può ammirare il panorama di tutta la
Anche Ussi rappresentò la fantasia araba a
città. In questo luogo vennero riunite prima
piedi nell’incisione La festa per la nascita di
della partenza tutte le bestie della carovana:
Maometto (p. 264-265) dove un gruppo di
quarantacinque cavalli, una ventina di mule
mori sulla destra spara al suolo, circondato
da sella e più di cinquanta mule da carico
dagli spettatori. Mentre illustrò la Fantasia a
arrivati da Fez, oltre agli animali noleggiati
una
grande
moschea
La
dalla
Casba,
piazza
torre
p.37,
dove
si
ottagonale
essa
venga
14
direttamente a Tangeri (Biseo, Le bestie per
la carovana, p. 69).
Fig. 9. Cesare Biseo, Le bestie per la carovana alla Casba, litografia p. 70.
nell’olio Veduta della Casba). De Amicis la
Del resto la città si dice che è un “labirinto
criticò per la decadenza e la sporcizia a cui si
inestricabile di stradicciuole tortuose, o
era abbandonata dopo i grandi regni del
piuttosto di corridoi, fiancheggiati da piccole
passato. Nello stesso tempo ammirò il suo
case quadrate, bianchissime, senza finestre,
mistero e la sua bellezza, quel qualcosa di
con porticine per le quali passa a stento una
selvaggio e inspiegabile, che un europeo non
persona” (ben rappresentata nell’incisione
potrà mai svelare e capire del tutto.
panoramica di Biseo Veduta di Tangeri, p. 9 e
Fig. 10. Cesare Biseo, Veduta di Tangeri, litografia p. 9.
15
Girando per le strade la maggior parte delle
estende al nord del Marocco, da Tangeri al
annotazioni scritte e disegnate riguardano i
confine con l’Algeria. Gli abitanti di quelle
“tipi marocchini” (Biseo, p. 8) nei loro abiti
regioni si dedicano alla pastorizia, alla
tradizionali e negli atteggiamenti più tipici.
coltivazione della cannabis e al banditismo.
Furono particolarmente ammirate le djallaba,
Una popolazione forte, abituata a vivere in
le lunghe cappe bianche con cappuccio che
condizioni ostili, che non riconoscevano
il
l’autorità di nessuno, né di
corpo, facendo assomigliare gli
europei né di sultani (Biseo,
abitanti a monaci o senatori
Berberi del Rif, p. 33).
romani. “Stamattina l’Ussi ha
Piuttosto
scoperto un meraviglioso Marco
l’incontro
Bruto in mezzo a un gruppo di
(Biseo, Il santo, p. 24; Santo
beduini”.31
coronato di edera, p. 256),
avvolgono
completamente
A
confronto
De
Amicis vide gli abiti europei come
che
poveri e dimessi.32
scetticismo
Tra
la
variegata
De
divertente
con
i
santoni
Amicis,
tutto
è
con
europeo,
popolazione
affermò subito essere poveri
tangerina camminavano i Rifani,
“idioti o pazzi, poiché qui,
popolazione berbera divisa in
come
varie tribù33 e che popola il Rif,
territorio
montuoso
che
si
Figura 11. Cesare Biseo, L’entrata degli
Aissaua a Tangeri
in
tutta
l’Affrica
settentrionale, è venerato
come un santo colui al
quale Dio, in segno di predilezione, ha tolto la
31
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p. 19.
32
Stesse considerazioni fece Delacroix nel suo Diario
durante il viaggio in Marocco del 1832: “Immagina che
cosa è vedere, coricati al sole o a passeggiare nelle
starde, o intenti ad accomodarsi le ciabatte, dei
personaggi consolari, dei Catoni, dei Bruti, ai quali non
manca nemmeno l’aria sdegnosa che dovevano avere i
padroni del mondo. (…) e hanno l’aria soddisfatta
come doveva averla Cicerone della sedia curule. (…)
In essi io ho veramente ritrovato la bellezza antica”.
Confronta inoltre gli abiti europei con quelli
marocchini: “Noi, con i nostri busti, le nostre scarpe
strette, le nostre ridicole guaine, noi facciamo pena. La
grazia si vendica della scienza”. (Milano, 2004, pp. 35,
36).
33
In particolare la zona di Tangeri è abitata dalla tribù
che è chiamata la Cabila d’Anghera.
ragione per ritenerla prigioniera nel cielo”.34
Tra le varie confraternite religiose che si
trovavano in Marocco, i tre fecero la
conoscenza con una delle più importanti, gli
Aissaua, fondata nel XV secolo dal santo
Mohammed-ben-Aissa, nativo di Mechnes.
Questa setta adottava pratiche corporali come
l’ascesi e l’autoflagellazione di gruppo,
34
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p. 24.
16
accompagnate dalla danza e dal canto. Erano
particolarmente decorate e ricche di colori.
famosi per le prodezze fisiche che riuscivano
Vivevano in quartieri loro assegnati, dai quali
a compiere, invasi da furore divino. I gruppi
non potevano uscire dopo il tramonto. Erano
di religiosi erano itineranti, viaggiavano da
costretti a pagare pesanti tasse e non avevano
una città all’altra raccogliendo adepti35. A
diritto di testimonianza in tribunale. Si
Tangeri De Amicis gli vide entrare nella
occupavano però della maggior parte dei
strada che conduce al Soco Piccolo, come una
commerci tra l’Europa e il Marocco, spesso
folla agitata e rumorosa, che cantando e
con la funzione di intermediari ed erano
gridando si dileguò rapidamente, non senza
perciò tollerati (Biseo, Ebree, p.21; Ebreo, p.
lasciare una profonda commozione negli
245: Ragazzi ebrei, p. 340).
europei, che osservarono la scena dall’alto dei
Tra
tetti delle Legazioni (Biseo, Entrata degli
parteciparono a Tangeri, oltre a quello
Aissaua, p. 49; Gli Aissaua, p. 56). Ussi gli
dell’arrivo degli Aissaua, furono la festa della
ritrasse in un disegno e in una acquerello
circoncisione di due bambini (Biseo, Festa
conservati agli Uffizi, dove un gruppo di
della Circoncisione, p. 25), il castigo di un
persone balla in modo scalmanato e convulso
ladro preso a bastonate dalla folla (Biseo,
al ritmo di tamburi (Ussi, Danza di una
Castigo di un ladro, p. 32) e una processione
confraternita, e Danza ).
notturna mentre portava la sposa a casa del
Una comunità a parte formano poi gli ebrei,
marito, chiusa in una grande cassa sul dorso
uniche persone che non hanno problemi a
un cammello (Biseo, Sposa portata in casa
farsi ritrarre negli album degli artisti. I loro
del marito, p. 40). Ma gli eventi più
lineamenti sembrarono a De Amicis più simili
importanti
a quelli europei, mentre le vesti erano
festeggiamenti per la nascita di Maometto.
gli
spettacoli
furono
a
cui
gli
italiani
sicuramente
i
Questi vennero rappresentati nei vari singoli
35
Questa setta è rappresentata anche da Eugène
Delacroix in Fanatici a Tangeri (1837-38) e da Josep
Tapirò in Festa a Tangeri. Per Delacroix vedere
STEVENS, Mary Anne, The Orientalists. Delacroix to
Matisse. European Painters in North Africa and
Middle East, Londra, 1984, pp. 124-125. Per Tapirò
vedere CARBONELL, Orientalisme; l’Al-Mahgrib i
els pintors del segle XIX, 2005, pp. 144-145. Inoltre al
Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi sono
conservati due disegni che rappresentano le danze di un
confraternita e rappresentano forse proprio quella degli
Aissaua, nonostante non sia visibile la tipica treccia di
capelli che questi sono soliti portare.
avvenimenti da Biseo (corse di cavalieri,
balli, giochi e incantatori di serpenti) e in una
grande veduta d’insieme del Soco Grande da
Ussi. Si tratta del Muled-el Nabi, festività che
segue il calendario lunare, la cui data quindi
varia ogni anno.
17
Per quanto riguarda l’universo femminile,
mescolanza
apparve ai viaggiatori misterioso e proibito,
differenti che convivevano in un unico luogo.
quindi guardato ancora di più con curiosità
Città di porto e confine, vicinissima alla
morbosa. Tema spesso trattato dalla pittura e
Spagna, si trovava ad avere una importanza
dalla letteratura orientalista, la donna, schiava
fondamentale negli scambi commerciali e
o favorita, nascosta nell’harem, fu sempre
nelle relazioni politiche tra Africa ed Europa
racchiusa da un alone di mistero. Fu un
(ciò
mondo soprattutto immaginato, di profumi e
ambasciate). Dalle pagine di De Amicis, tutti
frivolezze, quasi sempre inaccessibile agli
gli abitanti della città sembrano avere rapporti
occhi maschili. Eppure una volta a Fez De
di amicizia e di affari tra loro, rispettandosi
Amicis e Biseo riuscirono di nascosto a spiare
ma nello stesso tempo guardandosi con
da lontano all’interno di un harem, grazie alla
sospetto.
complicità di un custode. Da qui il famoso
Emblematica è la descrizione della spiaggia di
olio su tela di Biseo Le Favorite nel parco e
Tangeri verso sera, luogo di passeggiate e
le incisioni dell’edizione del ’79, Interno
incontri36:
di
spiegò
il
popoli,
fiorire
usanze,
di
lingue
legazioni
e
destinato alle donne (p. 296, sicuramente più
sognato che visto personalmente) e Una
terrazza a Fez (p. 345). Per il resto i ritratti
femminili sono soprattutto quelli di serve e
schiave. Queste avevano maggiore “libertà”
di muoversi rispetto alle padrone, che
passavano la vita sempre rinchiuse. Nello
stesso tempo lo scrittore mise in luce con
acutezza la fatica a cui erano costrette molte
donne
delle
classi
più
basse
Fig. 12. Cesare Biseo, Sulla spiaggia, verso Capo
della
Malabat, litografia p. 37.
popolazione, soprattutto quelle provenienti
dalle campagne. A vent’anni già sciupate dal
lavoro, a trenta erano vecchie e a cinquanta
ormai disfatte.
Ma la cosa che più saltò agli occhi dei
viaggiatori nel visitare Tangeri fu l’incredibile
36
Rappresentata anche nell’incisione di Biseo a p. 40,
La spiaggia, verso il capo di Malabat.
18
“L’ora della passeggiata è la sera, verso il
meno al suo servizio. Ecco infatti come De
tramonto. A quell’ora (sulla spiaggia) vi sarà
Amicis descrive il clima “internazionale” che
una cinquantina d’Europei che passeggiano a
incontra a casa del ministro:
coppie o a gruppi, a qualche centinaio di passi
gli uni dagli altri (…). Viene innanzi una
“L’edificio, per sé stesso, non ha nulla di
signora inglese a cavallo, accompagnata da
straordinario. (…) Ma la gente, la vita di
una guida; più in là, due mori della campagna;
questa
dopo i mori, il Console di Spagna colla sua
Governante e cuoco, piemontesi; una serva
signora; poi una cameriera francese con due
mora di Tangeri ed una negra del Sudan, coi
bimbi; poi un gran stormo di campagnole
piedi nudi; camerieri e stallieri arabi vestiti di
arabe (…). Direi che mi pare una passeggiata
grandi camice bianche; guardie consolari, con
di condannati a domicilio coatto”37.
fez, caffettano rosso e pugnale; tutta questa
casa
mi
riuscì
affatto
nuova.
gente in moto per tutta la giornata. Poi, a certe
Con l’andare del tempo molti europei
ore, un andirivieni di operai ebrei, di facchini
residenti a Tangeri si erano “orientalizzati”:
neri, d’interpreti, di soldati del pascià, di mori
vestivano abiti marocchini, imparavano il
protetti della Legazione. (…) E la mescolanza
dialetto arabo del Magreb, arredavano le case
di lingue! (…) Era un continuo intrecciarsi di
all’uso locale. Nello stesso tempo alcuni arabi
traduzioni, di commenti, d’equivoci, di dubbi,
si erano “occidentalizzati”, imparando ad
intercalati di Por dios, d’Allà e di sacrati
apprezzare la compagnia europea, a fumare
italiani.”
sigari e bere vino di nascosto, fantasticando
magari un viaggio in Spagna.
Molti erano i personaggi locali che vivevano
delle briciole o addirittura prosperavano
all’ombra delle Legazioni straniere, veri e
propri centri nevralgici della città. Esse
avevano infatti la funzione di garanzia e
protezione, non solo per gli europei, ma anche
per la gente marocchina che si trovava più o
37
Edmondo De Amicis, Marocco, con disegni di
Stefano Ussi e Cesare Biseo, Fratelli Treves Editori,
Milano, 1879, p.37-38.
Il giorno 3 di maggio finalmente, dopo vari
rinvii, la missione partì alla volta di Fez
(Biseo, Il carico dei cammelli, p. 73, Partenza
della carovana per Fez, p. 89). L’itinerario
all’andata non toccò città importanti, ma al
contrario la carovana sostò quasi sempre
all’aperto, in tende d’accampamento. Fu
accolta e scortata di volta in volta dai soldati
della
regione
che
li
ospitava
momentaneamente, e in loro onore vennero
eseguiti sfrenati barod (Ussi, Lab –el-Barode
19
intorno al campo dell’ambasciata italiana, p.
giovane sultano cercava infatti di aprire
184-185).
maggiormente il regno verso l’esterno. Grazie
I viaggiatori entrarono nelle regioni di Had-
ad accordi con l’Italia, il Marocco inviò in
el-Garbìa, Tleta de Raissana, Alkazar-el-
seguito
Kibir, Ben Auda, Karia-el-Abbassi, Beni
marocchini,
Hassen, Zeguta fino ad arrivare finalmente
scientifica e militare. Acquistò inoltre una
nella città imperiale.
cannoniera italiana (la Bashir) e sollecitò
Fez fu descritta come una “enorme carcassa di
l’assistenza dell’Italia per la costruzione a Fez
metropoli in mezzo all’immenso cimitero del
di una officina per la produzione di armi
Marocco”.
bianche.
Qui
l’ambasciata
sostò
nella
Nel
penisola alcuni giovani
per
ricevere
1882
formazione
Scovasso
tornerà
ventiquattro giorni, durante i quali vennero
nuovamente a Fez, impegnandosi ad aprire la
accolti dalle innumerevoli autorità della
prima Legazione del Regno d’Italia nella
capitale. Finalmente dopo alcuni giorni di
capitale marocchina.
attesa, la missione diplomatica si presentò al
sovrano in persona in una grande cerimonia
Il ventiquattresimo giorno di permanenza
avvenuta fuori dalla città, tra le mura e il
nella città, la missione si mise sulla via del
fiume. Il sultano rivolse il suo benvenuto
ritorno.
all’ambasciatore e a tutti i membri della
Mechines, poi il 20 giugno da Laracce, dove
spedizione, accettò i regali offerti e promise
sostò per un giorno. Dopo circa quattro ore di
eterna amicizia a tutta la nazione italiana.
viaggio arrivò ad Arzilla, piccola città dalle
Una
udienza
privata,
per
discutere
di
La
carovana
passò
prima
da
alte mura a strapiombo sul mare. Da qui la
argomenti più pratici, avvenne invece qualche
carovana rientrò nuovamente a Tangeri.
giorno più tardi nella sala dei ricevimenti del
Il giorno 8 di agosto il comandante, il
palazzo. Muley Hassan II, seduto in una
capitano, i due pittori Ussi e Biseo e De
piccola alcova sopra un palco di legno,
Amicis partirono in nave per Gibilterra. Si
comunicò
concluse così per i due artisti il viaggio in
con
Scovasso
attraverso
l’interprete, il signor Morteo. Parlò di
Africa, ma non quello in Oriente.
commerci, industrie e trattati, necessari al
Nel 1878 Biseo partì nuovamente per un altro
paese per avvicinarsi all’Europa. “Siamo
viaggio, questa volta a Istambul. La missione
costretti a procedere lentamente”, affermò.
fu quella di realizzare studi e bozzetti per
Dopo due anni di isolamento della capitale, il
20
illustrare Costantinopoli di De Amicis (uscito
per la prima volta, a dispense, nel 1882).
Ussi invece, già più avanti con gli anni,
rimase in patria e riprese, oltre ai temi
orientalisti, la pittura di genere storico.
Biseo si lanciò del tutto su tematiche di
ambito
“coloniale”
realizzando
opere
riguardanti l’Africa italiana. Senza aver mai
messo piede in Libia, realizzò le due
acqueforti Una via di Tripoli (1872) e
Quartiere
arabo
a
Tripoli
(1867).
In
occasione della visita del re Ras Makonnen a
Roma nel 1886 dipinse Il ricevimento della
Missione Scioana al Quirinale(1884) e La
battaglia di Dogali (1887), in occasione della
disfatta italiana in Eritrea.
Tarragona, 2013
Elisa Grilli di Cortona,
Università degli Studi di Siena
21
Fig. 13. Stefano Ussi, Feste per la nascita di Maometto nella piazza del mercato di Tangeri, olio su tela, 1879 c.,
litografia a p. 264-265.
Fig. 14. Stefano Ussi, Lab el barode davanti al campo dell’ambasciata italiana, olio su tela, 1879 c. (la litografia del
quadro è a p. 185-186)
Fig. 15. Stefano Ussi, Il ricevimento dell’ambasciata italiana a Fez, olio su tela, 1879c., litografia a p. 376-377
22
Fig. 16. Stefano Ussi, La scorta d’onore del figlio del governatore Ben Ada davanti all’ambasciata, Olio su tela, 1879 c
-CARBONELL, Jordi A., Orientalisme. L’AlMaghrib i els pintors del segle XIX, Pragma
ed., Reus, 2005.
Bibliografia:
-ARISI,
Ferdinando,
Galleria
d’Arte
-CARBONELL, Jordi À., El viatge a Orient i
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