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slide informative proposte durante la serata

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slide informative proposte durante la serata
Istituto Comprensivo delle Giudicarie Esteriori
In collaborazione con il Centro «MeTe» di Tione
anno scolastico 2015/2016
Dott.ssa Laura Mocini
2
Troppe volte il CINISMO (degli adulti e dei ragazzi!) sembra avere la
meglio…
…lo SPIRITO DI BRANCO sembra spesso aver sostituito l’amicizia…
Assistiamo ad un maggior DISIMPEGNO SOCIALE…
Costatiamo l’aumento degli ATTI DI VIOLENZA e VANDALISMO…
…ABUSO DI SOSTANZE (alcol, fumo…): sembra quasi che senza lo
“SBALLO” non si sappia divertirsi e stare in gruppo…
QUESTO È LO SCENARIO CHE SI STA DELINEANDO NELL’UNIVERSO GIOVANILE DEI
COSIDDETTI PAESI INDUSTRIALIZZATI (O QUELLO CHE GLI ADULTI PENSANO….)
Maggior senso
di infelicità
Maggiore
probabilità
di
depressione
Atteggiamento
sfiduciato,
pessimista
Mancanza
di obiettivi
costruttivi
Fortunatamente ciò
non coinvolge la totalità dei giovani,
(ne tutti gli adulti la pensano così…)
ma dobbiamo riflettere sul fatto che questa
sembra comunque una
tendenza tristemente in aumento…
MA DA COSA PUÒ DIPENDERE TUTTO QUESTO?
IL PARADOSSO RIGUARDANTE LA SALUTE
MENTALE DEI BAMBINI E DEGLI
ADOLESCENTI…
…NEGLI ULTIMI 70 ANNI NEI PAESI INDUSTRIALIZZATI SI È
ASSISTITO AD UN:
aumento del
benessere
materiale e delle
condizioni di vita
Perché???
…minore livello
complessivo di
felicità e
benessere
emotivo…
…Oggi il mondo
presenta condizioni
migliori rispetto a
mezzo secolo fa…
Mezzi di
trasporto
più veloci
Migliori servizi
sanitari
I lavori manuali
sono meno
pesanti per il
supporto della
tecnologia
…e le ragioni
dell’incremento
dei problemi di
salute mentale
rimangono
ancora un
mistero…
Abitazioni più
ricche di
comfort
SEMBRA EVIDENTE CHE NEGLI ULTIMI DECENNI SI SIA SEMPRE
PIÙ CREATA UNA DISCREPANZA TRA PROGRESSO A LIVELLO
TECNOLOGICO E MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI UMANE
Aumento dei fattori di stress a cui sono esposti i nostri figli, (malgrado un
più facile accesso al soddisfacimento dei desideri materiali)…
Diminuzione di supporto sociale tra famiglie…
Spesso non si dispone di figure che svolgano il ruolo di modelli positivi su
cui basarsi…
…ALCUNI IMPORTANTI CAMBIAMENTI EPOCALI…
…E’ cambiata la tipologia di famiglia in cui viviamo…
La famiglia di oggi non è né più né meno perfetta di
quella di un tempo…è semplicemente diversa…
Dalla famiglia
Patriarcale, etica
•La famiglia delle regole, del dovere
•Dei compiti da portare a termine
•Degli ideali etici da realizzare
•Delle regole contro
•Della supremazia tecnologicoculturale dei genitori
Alla famiglia nucleare,
affettiva
•La famiglia della realizzazione di sé
•Del benessere emotivo
•Del desiderio
•Dell’obbedire per amore
•Delle regole a favore
•Dell’instabilità familiare
•Dell’inversione dei ruoli e della
perdita del potere genitoriale
Stili genitoriali…
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MOLTI BAMBINI NON HANNO LA POSSIBILITÀ DI
APPRENDERE IN MODO NATURALE QUELLE
ABILITÀ SOCIO EMOTIVE
E DI PROBLEM SOLVING
DI CUI AVREBBERO BISOGNO PER AFFRONTARE LE
DIFFICOLTÀ CHE INCONTRANO IN UN AMBIENTE SOCIALE
DIVENUTO ESTREMAMENTE PIÙ COMPLESSO
(QUESTO PERCHÉ MOLTO SPESSO GLI STESSI ADULTI
SONO IN DIFFICOLTÀ…).
In famiglia o a scuola stimoliamo i nostri ragazzi e bambini a
sviluppare capacità tecniche finalizzate al successo nel lavoro, nel
tempo libero, nella vita sociale, nello sport…
H. GARDNER PARLA DELLA PRESENZA IN OGNUNO DI NOI DI
ALMENO 7 TIPI DI INTELLIGENZA…
PERCHÉ SI PARLA DI
“ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE”?
Gardner: sono presenti in ognuno di noi almeno 7 tipi di
intelligenza …
Linguistico verbale
Logico matematica
Musicale
Corporale
Spaziale
INTRAPERSONALE
INTERPERSONALE
In famiglia e
nella scuola si esercitano
e si stimolano i bambini e i
ragazzi allo sviluppo dei
primi 5 tipi di intelligenza …
Ma in realtà quali sono le
carenze alla base del
disagio giovanile?
LO SVILUPPO DEI RESTANTI DUE TIPI DI INTELLIGENZA È
ATTUALMENTE CONSIDERATO UN PROCESSO SPONTANEO E
NATURALE LASCIATO AL BUON SENSO DEGLI ADULTI
Ma quali sono le carenze
alla base del DISAGIO tra i
GIOVANI? Non sapere
l’inglese o non usare il
computer?
INTELLIGENZA
INTERPERSONALE
INTELLIGENZA
INTRAPERSONALE
O forse alla base delle
attuali difficoltà c’è
l’incapacità ad affrontare
le sfide della vita, le
frustrazioni, la difficoltà
a motivarsi, a
perseverare per
raggiungere i propri
obiettivi?
Spesso è proprio
l’immaturità psico
affettiva a farci vivere con
difficoltà, ad avere delle
forme di disagio e a
scegliere stili di vita che
non favoriscono la
salute…
COME IMPARARE AD AFFRONTARE LE FRUSTRAZIONI, LE
SFIDE DELLA VITA, LE DIFFICOLTÀ A MOTIVARSI E A
PERSEVERARE PER RAGGIUNGERE I PROPRI OBIETTIVI, AD
ACCETTARE I LIMITI …?
Ma ogni persona può avere la fortuna di sviluppare le proprie
“CAPACITÀ DI VITA”
perché in parte innate o perché ricevute in famiglia o per aver trovato
adulti motivati ad insegnare le competenze affettivo – emozionali.
Molto spesso però non si hanno le giuste possibilità e
L’IMMATURITÀ PSICO-AFFETTIVA
porterà a vivere con difficoltà, ad avere forme di disagio
e a scegliere stili di vita che non favoriscono LA SALUTE.
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Proprio le carenze a livello dell’intelligenza emotiva
e delle CAPACITA’ di VITA aumentano tutta una serie
di rischi, che vanno dalla depressione alla violenza,
ai disturbi del comportamento alimentare, ai
disturbi collegati all’uso di sostanze (alcol, fumo,
altre droghe, psicofarmaci…)
Le CAPACITA’ DI VITA, come qualsiasi altra
competenza, possono essere sviluppate,
accresciute, modificate in un processo dinamico…
Sarebbe necessario insegnare ai bambini e ai
ragazzi quello che potremmo definire
l’ALFABETO EMOZIONALE,
le capacità fondamentali del cuore
Uno degli psicologi che ha dato maggior impulso agli studi
sull’importanza del potenziamento dell’INTELLIGENZA EMOTIVA è
ALBERT ELLIS
ideatore di una teoria e di un metodo psicoterapeutico denominato
TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA (RET) (fine anni ‘60).
Da tale teoria sono scaturiti recentemente numerosi approcci che
si occupano non della cura di pazienti ma del campo della
PREVENZIONE …
Mario Di Pietro, in Italia, è uno dei maggiori esponenti e sostenitori
di tali percorsi di EDUCAZIONE RAZIONALE EMOTIVA da proporre ed
applicare nei contesti scolastici…
E’ POSSIBILE INSEGNARE AI BAMBINI COME AFFRONTARE
COSTRUTTIVAMENTE LE DIFFICOLTÀ CHE SI INCONTRANO NELLA VITA
DI OGNI GIORNO
LO SCOPO GENERALE È QUELLO DI METTERE IL BAMBINO IN GRADO
DI RIDURRE , IL PIÙ POSSIBILE, L’INSORGERE DI STATI D’ANIMO
ECCESSIVAMENTE NEGATIVI, FACILITANDO IL POTENZIAMENTO DI
EMOZIONI POSITIVE
IN TAL MODO IL BAMBINO IMPARERÀ A DOMINARE LA PROPRIA
EMOTIVITÀ, MASSIMIZZANDO IL PROPRIO BENESSERE PSICHICO
ANCHE NELLE CIRCOSTANZE MENO FAVOREVOLI
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Il bambino manterrà la sua
emotività ma imparerà a non
esserne totalmente
assoggettato:
imparerà a dominarla così da
massimizzare il proprio
benessere psichico anche nelle
circostanze meno favorevoli.
Le EMOZIONI…..
Misteriose sconosciute….
23
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L’immagine suggestiva dell’iceberg è un tentativo di fornire spiegazioni sul
funzionamento delle emozioni umane. Suggerisce che in condizioni di tensione, molte
emozioni intense, quali impotenza, frustrazione, delusione, ecc., tendono a non essere
più riconosciute consapevolmente e a manifestarsi solo sotto forma di rabbia. La rabbia
diventa così pervasiva nella persona da coprire completamente ogni altro tipo di
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sentimento. (GOLEMAN).
LE BASI DELLA TERAPIA RAZIONALE EMOTIVA
L’assunto di base della RET (Rational Emotive Therapy) sostiene che le nostre
emozioni derivino non tanto da ciò che ci accade, quanto dal modo in cui
INTERPRETIAMO e VALUTIAMO ciò che ci accade.
Questo assunto viene sintetizzato nel modello A-B-C con cui viene rappresentato
l’episodio emotivo
Non dobbiamo
dimenticare
che…
A
Ci siamo chiesti quale sia
effettivamente la causa
delle nostre emozioni
C
Situazione
Molte persone
credono che le
emozioni
derivino
direttamente
dalle
situazioni…
Emozione
…ma il punto
cruciale è
quello che noi
diciamo a noi
stessi in tali
situazioni: sono
i nostri pensieri
a farci sentire
in una
determinata
maniera
In
realtà…
A
•Evento
Scatenante
•(SITUAZIONE)
…Quindi il nostro modo di
pensare influenza il nostro
stato d’animo ed il nostro
comportamento…
B
•PENSIERO
•Dialogo
interno
C
•EMOZIONE
…Sta a noi decidere se avere uno stile di
pensiero utile o dannoso…
I pensieri
utili…
I pensieri
dannosi…
•Sono realistici, ossia prendono in
considerazione sia gli aspetti positivi che
negativi;
•Sono ottimisti, aiutano a farci sentire il
meglio possibile…
•Si basano sui soli aspetti negativi della
situazione problematica, li chiamiamo
VIRUS MENTALI
•Ci fanno stare male impedendoci di dare il
massimo per affrontare la situazione
DATO UN QUALSIASI EVENTO (A)…
Se al punto “B”
prevalgono
pensieri realistici
ed oggettivi
riguardo l’evento
attivante,
LA REAZIONE
EMOTIVA (C)
RISULTERA’
ADEGUATA.
Se al punto “B”
prevalgono
distorsioni della
realtà o valutazioni
esagerate o
assolutistiche ,
LA REAZIONE
EMOTIVA (C)
RISULTERA’
DISTURBATA.
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LA RET DEFINISCE “IRRAZIONALI” QUEI PENSIERI CHE
PROVOCANO ECCESSIVA SOFFERENZA EMOTIVA
OSTACOLANDO IL CONSEGUIMENTO DEI PROPRI
OBIETTIVI
Es. bambino che ha
difficoltà di rapporto
con i compagni:
si arrabbia e fa loro
dispetti (reazione
emotivo
comportamentale)
quando essi non gli
danno subito ascolto
(evento attivante).
Esaminando il problema
emerge che egli si aspetta:
- che gli altri siano sempre disponibili
a scherzare con lui (primo pensiero
irrazionale)
- Che se qualcuno rifiuta di parlargli
vuol dire che ce l’ha con lui (secondo
pensiero irrazionale)
- Che è una cosa tremenda e
insopportabile essere rifiutati
(terzo pensiero irrazionale)
DAL MOMENTO CHE LE NOSTRE REAZIONI EMOTIVE SONO IN
GRAN PARTE DETERMINATE DAL NOSTRO MODO DI PENSARE
NE DERIVA CHE CAMBIANDO MODO DI PENSARE RIUSCIREMO
A CAMBIARE ANCHE IL MODO IN CUI CI SENTIAMO
Portando il bambino a convincersi
che:
- gli altri non possono essere
sempre disponibili ad
ascoltarlo;
- che se qualcuno rifiuta di
parlargli non vuol dire che ce
l’abbia con lui;
- che essere qualche volta
rifiutati può essere spiacevole
ma non è certo la fine del
mondo …
E’ probabile che,
assumendo questo
nuovo modo
di vedere le cose,
la condizione emotiva
ed il comportamento
del bambino subiscano
un notevole
cambiamento
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OGNI SITUAZIONE CHE VIVIAMO VIENE COMMENTATA
INTERIORMENTE. LE NOSTRE EMOZIONI DERIVANO DALLE
CONSIDERAZIONI CHE FACCIAMO SUGLI EVENTI.
QUESTI PENSIERI POSSONO ESSERE:
RAZIONALI
Si tratta di considerazioni
realistiche ed oggettive,
aiutano a raggiungere
I propri scopi e provocano
reazioni emotive adeguate
alla situazione
IRRAZIONALI
Si tratta di considerazioni
irrealistiche, esagerate,
ostacolano il
conseguimento dei propri
scopi e provocano reazioni
emotive eccessive per
intensità e durata
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COME ELIMINARE I PENSIERI CHE CREANO
PROBLEMI METTENDOLI IN DISCUSSIONE….
LA MESSA IN DISCUSSIONE DELLE CONVINZIONI IRRAZIONALI
DOVERIZZAZIONI
Perché tutto deve sempre andare come voglio
io?
Perché devo assolutamente fare questa cosa?
Sarebbe bello, preferibile, ma …
INSOPPORTABILITA’
Si tratta di una cosa sicuramente
fastidiosa o dolorosa alla quale si
può sempre sopravvivere …
VALUTAZIONI GLOBALI
Non possiamo mai valutare una persona
globalmente. Si possono giudicare i
comportamenti ma non le persone che
sono qualcosa di diverso e più complesso
della somma dei comportamenti
CATASTROFIZZAZIONI
Qual è la cosa peggiore che può succedere
… Se succedesse sarebbe veramente la
fine del mondo? Sarà spiacevole ma può
sempre essere superata
BISOGNI ASSOLUTI
Posso non avere certe cose e vivere lo
stesso anche se un po’ meno bene …
Posso trovare anche altre cose che mi
consentiranno di vivere piacevolmente
…
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Processo di “RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA”
…Succede qualcosa di
spiacevole…
Ci pensi sopra in
modo irrazionale
Provi un’emozione
spiacevole
Metti in discussione i
pensieri irrazionali
Cominci a pensare in
modo razionale e a
provare un’emozione
adeguata
Non
dimenticare!
…
QUATTRO IMPORTANTI ACCORGIMENTI DA SEGUIRE:
1) AFFRONTARE TUTTI
GLI ELEMENTI
IRRAZIONALI
PRESENTI IN UN
PENSIERO
3) ATTACCARE I PENSIERI E NON
L’EMOZIONE:
bisogna ottenere la
trasformazione dei pensieri e non
la repressione dell’emozione.
Sarebbe inefficace dire : “non te
la prendere … è stupido
arrabbiarsi …!”
2) UTILIZZARE
ARGOMENTAZIONI
REALISTICHE E
NON FALSE
RISPOSTE
CONSOLATORIE
4) ESSERE CONVINCENTI
ED INSISTENTI nel
CONTINUARE
ENERGICAMENTE AD
ATTACCARE CERTI PENSIERI
FINCHE’ PERDERANNO LA
LORO FORZA
UN ESEMPIO ESTREMO….
LA RESILIENZA…
1.
Capacità di un materiale di assorbire
un urto senza rompersi.
2.
In psicologia, la capacità di un
individuo di affrontare e superare un
evento traumatico o un periodo di
difficoltà.
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COME APPLICARE L’EDUCAZIONE RAZIONALE
EMOTIVA NELLA VITA DI OGNI GIORNO?
LO SVILUPPO
DEL DIALOGO
INTERNO NEL
BAMBINO
Durante l’età prescolare gran parte
del linguaggio del bambino è
ancora indirizzato a se stesso
(egocentrico).
Verso 6-7 anni gran parte di questo
linguaggio diventa INTERIORIZZATO
ma non scompare.
Di tanto in tanto infatti, anche in
età adulta, questo linguaggio
interiorizzato riemerge all’esterno
quando, in situazioni particolari,
IL BAMBINO PENSA AD ALTA VOCE
L’ADULTO DEVE IMPARARE AD AVERE UN ORECCHIO ATTENTO PER
CAPTARE INDIZI IMPORTANTI SUL MODO DI PENSARE DEL BAMBINO.
Si tratta di prestare attenzione ai momenti in cui il bambino si trova in
situazioni conflittuali, riceve una frustrazione o è in difficoltà.
Sarebbe importante raccogliere un campionario abbastanza vasto dei
commenti abituali del bambino (se si vuole anche annotando per iscritto
alcune osservazioni magari riportando anche la situazione in cui abbiamo
ascoltato le affermazioni del bambino).
Sarà facile notare frasi del tipo:
“E’ troppo difficile”
“Non posso riuscirci”
“Non sopporto che…”
“Loro devono …”
“Devo per forza …”
Ci si potrà così
rendere conto delle
MODALITA’ di
PENSIERO prevalenti
in ciascun bambino
POTREMMO ALLORA RIUSCIRE A
RISPONDERE A DOMANDE DEL TIPO…
In quali situazioni il
bambino tende a
manifestare
insopportabilità?
In quali situazioni
il bambino tende
a doverizzare?
In quali situazioni
il bambino tende
a catastrofizzare?
In quali situazioni
il bambino tende
a fare valutazioni
globali?
In quali situazioni
il bambino
considera certe
cose
indispensabili?
NELLA PRIMA FASE DI OSSERVAZIONE È IMPORTANTE CHE IL
BAMBINO NON SIA CONSAPEVOLE DI ESSERE OSSERVATO IN
MODO CHE LE SUE REAZIONI RIMANGANO SPONTANEE.
E’ importante tener
presente che man
mano che il bambino
cresce la struttura più
complessa del dialogo
interno può rimanere
in gran parte
nascosta
Si rende allora opportuno
annotare ciò che il bambino
FA in certe situazioni:
•Tende a rinunciare di fronte
ad un compito difficile?
•E’ vendicativo quando subisce
un torto?
Queste descrizioni
comportamentali ci
consentiranno di formulare
ipotesi sulle modalità di pensiero
prevalenti nel bambino
COME PRESENTARE AL BAMBINO IL CONCETTO
DI DIALOGO INTERNO
1) Osservazioni
2) spiegare al bambino il
concetto di
DIALOGO INTERNO
nel modo più semplice
possibile : potrebbe essere
utile prendere spunto da una
situazione problematica
riferendo cosa succedeva a
noi quando eravamo piccoli…
3) Iniziare il lavoro di
trasformazione dei pensieri
Allora ad un bambino arrabbiato con
un suo amico potremmo dire:
“quando ero piccolo anche a me
capitava di litigare con qualche
amico. Allora cominciavo a dirmi che lui
era stato cattivo, che non doveva
trattarmi così e che non volevo più
essere suo amico.
Pesare a queste cose mi faceva
veramente arrabbiare. Ma non è
piacevole essere arrabbiati per molto
tempo e questo succede per colpa di
certi pensieri che ci passano per la testa.
A te cosa è capitato di pensare?
Potremmo anche riferire al bambino
EPISODI DELLA NOSTRA VITA ATTUALE;
Ad es. se un bambino tende ad arrendersi di fronte alle
difficoltà potremmo dirgli:
“vedi, quando io ho cominciato ad usare il computer mi
dicevo che era troppo complicato, che non ci sarei mai
riuscito. Questi pensieri mi facevano sembrare la cosa
ancora più difficile e non mi decidevo mai a provare. E tu
cosa ti dici quando…”
SI PUÒ ANCHE PARTIRE DIRETTAMENTE DA CIÒ CHE SI È
OSSERVATO NEL BAMBINO, MAGARI SCEGLIENDO EPISODI
POSITIVI. AD ESEMPIO:
Ho notato che a volte,
quando ti arrampichi su
un albero dici:
“scommetto che ce la
posso fare …”,
Oppure…
Ho notato che quando fai
una partita con un
videogioco dici “ questa
volta farò ancora più
punti…”
Questo è un modo di
pensare che ti aiuta a fare
sempre meglio…”
Si potrà allora precisare meglio
il concetto dicendo:
“Tutti quanti, dentro di noi , ci
diciamo delle cose. A seconda
di come parliamo a noi stessi
possiamo sentirci meglio
oppure peggio”
ATTENZIONE:
NOI SIAMO DEGLI ESEMPI PER I NOSTRI FIGLI…
Certe frasi che genitori ed insegnanti possono
pronunciare senza badarci,diventano
spesso parte del programma mentale che il
bambino utilizzerà in determinate
situazioni attivanti!
(in positivo o in negativo!)
IN MODO PARTICOLARE CI SONO TRE SITUAZIONI
CHE SI PRESTANO PIÙ DI ALTRE A FORNIRE AL
BAMBINO ESEMPI DI PENSIERI RAZIONALI:
•SITUAZIONI ATTINENTI LA DISCIPLINA
•SITUAZIONI ATTINENTI EVENTI
STRESSANTI
•SITUAZIONI ATTINENTI EVENTI FUTURI
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SITUAZIONI ATTINENTI EVENTI STRESSANTI
Quando un adulto pronuncia
ad alta voce frasi che
dimostrano un modo
razionale di affrontare le
difficoltà, il bambino ne verrà
positivamente influenzato:
Si pensi invece all’impatto negativo
di affermazioni del tipo:
“Non ne posso proprio più …”
“E’ una cosa impossibile …”
“Non ce la faccio a reggere una
situazione simile..”
“E’ difficile ma posso farcela…”
“E’ meglio se cerco di
controllarmi…”
“Posso fermarmi un attimo e
cercare di rilassarmi un po’…”
Essere consapevoli del
modello che si fornisce nel
gestire situazioni difficili è il
primo passo per aiutare il
bambino a sviluppare una
maggiore resistenza allo
stress.
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Spesso facciamo anche previsioni riguardanti il bambino:
non siamo consapevoli che tali previsioni daranno origine
a frasi interiorizzate dentro la sua testa.
Spesso si tratta di messaggi di
sfiducia:
• “E’ impossibile fare tutto bene,
posso provare a fare meglio
che posso!”
• “Sei sempre il solito!”
• “Non sarai mai bravo come Giovanna…”
• “Sei troppo piccolo, non ce la potrai
• “Se sbaglierò potrà essermi
fare…”
utile per imparare meglio…”
• “E’ troppo timida per fare certe cose…”
• “Se mi andrà male sarà
spiacevole ma non sarà una
cosa tremenda o
ANSIA DA PERFEZIONISMO
insuperabile…”
(se una cosa non può essere fatta in modo
Alcuni messaggi possono inoltre
creare problemi di
perfetto è meglionon farla…)
Come aiutare il bambino a correggere i pensieri:
spesso fornire esempi di affermazioni razionali non è sufficiente
se nella mente del bambino hanno già messo radice modalità
negative di pensiero che continueranno ad avere il sopravvento
Durante la fase di osservazione è probabile che si riscontrino
affermazioni negative che il bambino fa su se stesso, sugli altri o
sulle situazioni spiacevoli.
A questo punto non sarebbe produttivo esprimere critiche sul
suo modo di pensare poiché produrrebbe
FORTI RESISTENZE.
IL MODO MIGLIORE PER AFFRONTARE I PENSIERI IRRAZIONALI
SARA’ CERCARE DI RENDERE IL BAMBINO CONSAPEVOLE DEI
LORO EFFETTI NEGATIVI
“Non ti sembra che pensare che è orribile se non riesci a vincere ti
fa sentire ancora più deluso e scoraggiato?”
“Ti sei mai accorto che quando dici a te stesso che certe cose
proprio non le sopporti alla fine ti arrabbi ancora di più e diventi
più litigioso?
Quando il bambino dimostra di accettare l’idea che
determinati modi negativi di pensare influiscono sul
suo modo di sentire e di comportarsi, si potrà
procedere correggendo e trasformando tali pensieri.
PROCESSO DI RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
Ancora una volta può essere utile che l’adulto si
ponga come modello fornendo esempi personali
Es. Se il bambino è scoraggiato quando deve imparare
qualcosa di nuovo…
“A volte anche io devo imparare qualcosa di nuovo e a volte
dentro di me una vocina mi dice: “Non ce la puoi fare…è
troppo difficile…” Questa vocina è proprio antipatica e mi fa
sentire incapace e scoraggiato ancora di più… Allora decido
di affrontare questa voce e di mettere alla prova quello che
mi dice… Allora mi ricordo perfettamente che tante altre
volte ho imparato a fare cose che inizialmente sembravano
difficili… E alla fine mi ripeto che è sempre meglio provare e
che, se insisto, forse ci riuscirò”.
Lo scopo non è quello di eliminare tutte le voci
negative dai pensieri del bambino
(impresa che risulterebbe irrealizzabile),
ma riuscire a rendere più frequente e “spontaneo”
questo processo di correzione e trasformazione
dei pensieri nocivi.
Solo un lavoro costante consentirà di ottenere
risultati concreti.
Per stare bene con il bambino…
Seppur in buona fede, molto spesso gli adulti (genitori ed
insegnanti) mettono in atto determinati errori che hanno
un effetto deleterio sul comportamento del bambino…
Se qualche errore viene riconosciuto come abbastanza
frequente, si consiglia di prenderlo come obbiettivo
specifico per l’automodificazione
del proprio stile educativo.
PRINCIPALI ERRORI EDUCATIVI
1) REAGIRE IN MODO
INCOERENTE AI
COMPORTAMENTI DEL
BAMBINO (il bambino
sarà disorientato non
riuscendo ad acquisire i
comportamenti adeguati)
2)PRESTARE ECCESSIVA
ATTENZIONE AI
COMPORTAMENTI
INDESIDERABILI DEL
BAMBINO (lesinando
attenzione e gratificazione
ai comportamenti
desiderabili)
4) PERDERE IL
CONTROLLO. (non si può
insegnare a stare calmi
perdendo la calma!)
3)PRETENDERE CHE IL
BAMBINO FACCIA
ASSOLUTAMENTE
QUELLO CHE L’ADULTO
SI ASPETTA DA LUI
(senza fornire spiegazioni ,
senza stimolare una
sufficiente motivazione)
5)FARE FREQUENTE
RICORSO ALLE
MINACCE (nel migliore
dei casi il bambino si
abitua, nel peggiore si
guasterà la relazione con
lui)
6) CERCARE DI
OTTENERE QUALCOSA
DAL BAMBINO
PROMETTENDOGLI UNA
RICOMPENSA NEL
MOMENTO IN CUI STA
ESPRIMENDO UN
RIFIUTO
7) PUNIRE IL
BAMBINO AZICHE’
PENALIZZARE IL
COMPORTAMENTO
(penalizzando il
comportamento
l’accanto viene posto
sull’azione sbagliata e
non sul bambino come
persona)
9) FARE RICORSO A PUNIZIONI CHE
HANNO UN EFFETTO BOOMERANG:
CERCANDO DI CORREGGERE UN
COMPORTAMENTO SBAGLIATO SI
RIPERCUOTONO NEGATIVAMENTE
ANCHE SU ALTRI COMPORTAMENTI
(quantità maggiore di compiti o
scrivere 50 volte “non devo
disturbare quando la maestra
spiega…)
8) DARE PREMI E
PENALITA’ NEL
MOMENTO E NEL
MODO SBAGLIATO
(affinchè siano efficaci è
necessario che premi e
punizioni siano
immediati e contingenti
al comportamento)
10) COMUNICARE CON IL
BAMBINO IN MODO
IRRAZIONALE RICORRENDO
AD ETICHETTE DEL TIPO
“FANNULLONE!”,
METTENDOLO IN RIDICOLO O
SVALUTANDOLO (si intacca
l’autostima e peggiora il
comportamento)
FARE AMPIO USO DEL PRINCIPIO DEL RINFORZO
Un principio fondamentale che regola il comportamento di tutti gli esseri viventi:
QUALSIASI COMPORTAMENTO CHE CONDUCA A DELLE CONSEGUENZE PIACEVOLI
TENDERA’ AD ESSERE RIPETUTO.
Esistono 3 principali tipi di RINFORZO:
1) Lodi e manifestazioni di affetto;
2) Attività gradevoli o privilegi particolari;
3) Ricompense materiali;
La prima cosa utile è rendersi conto che PREMIARE il comportamento
desiderabile fa bene sia all’adulto che al bambino, infatti:
• Il comportamento premiato diventa più frequente (meno necessario il ricorso
a rimproveri)
• Il bambino si rende maggiormente conto dei comportamenti apprezzati
• Se premiato il b. sviluppa sentimenti positivi sia verso se stesso che verso
l’adulto
DARE UNA MAGGIORE ATTENZIONE POSITIVA
E’ molto diffusa la convinzione che:
SE IL BAMBINO SI COMPORTA BENE NON HA FATTO ALTRO CHE IL
SUO DOVERE, E’ COSì CHE DOVREBBE SEMPRE FARE, QUINDI NON
C’ E’ ALCUN BISOGNO DI MOSTRARE APPREZZAMENTO”
Questo atteggiamento ostacola l’adozione di un corretto stile
educativo per DUE MOTIVI
1. Influenza negativa
sul rapporto esistente
tra adulto e bambino
(poiché risulta ridotta
la quantità di interazioni
positive)
2. L’attenzione , anche
manifestata sotto forma di
rimprovero, è rinforzante per
il bambino (verranno
rinforzati i comportamenti
negativi che si vogliono
reprimere)
Alcuni accorgimenti utili per applicare
correttamente il principio del rinforzo
•
•
•
•
•
1. Somministrare il rinforzo subito
dopo del comportamento
desiderabile.
2.Rinforzare spesso i
comportamenti poco frequenti.
3.I premi saranno abbinati a lodi e
manifestazioni di affetto (che
prenderanno gradualmente il posto
delle ricompense materiali)
4.L’intensità del rinforzo deve
essere proporzionata alla difficoltà
del compito e dell’impegno
richiesto.
5.Mostrare entusiasmo quando si
rinforza.
•
•
•
•
•
6. Indicare in modo chiaro il
comportamento che viene lodato.
7. Evitare di ricorrere a ricompense
per fermare un comportamento
indesiderabile in atto (si
rinforzerebbe il comportamento
indesiderabile)
8. mantenere la massima coerenza
nell’applicare il rinforzo
9. Se il comportamento richiede
molto impegno per il b. è
opportuno stabilire obiettivi
intermedi.
10. Accertarsi di avere a
disposizione un ampio “menù” di
rinforzi per evitare che il b. si abitui
allo stesso rinforzo.
Il COMPORTAMENTO DISUBBIDIENTE DEL BAMBINO
• Una prima causa: tipo di
comunicazione adottato quando si
fanno richieste al bambino (sotto forma
di domanda: “Perché non stai seduto al
tuo posto?”…). Riformulare in termini
affermativi: “Adesso stai seduto al tuo
posto!”
• Seconda causa: mancanza di decisione
nel portare avanti la richiesta. Il b.
impara che se la ignora potrà evitare di
fare quello che gli è stato detto.
L’ ADULTO HA UN RUOLO
Ripetere la richiesta specificando le
ATTIVO NEL DETERMINARE
conseguenze ed eventualmente mettere
IL COMPORTAMENTO
coerentemente in atto tali conseguenze.
DISUBBIDIENTE del
bambino…
• Terza causa: mancanza di rispetto
• Nell’ADULTO (insegnantigenitori) insorge un
SENTIMENTO
DI FRUSTRAZIONE ED
OSTILITA’, ma
MOLTE VOLTE,
INCONSAPEVOLMENTE,
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