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ILIADE - ITSOS Marie Curie
ILIADE -CONTENUTO -PERSONAGGI -TRAMA PERSONAGGI • Achille: Figlio di Peleo e della ninfa Tetide, è il più veloce degli eroi greci, invulnerabile eccetto che nel tallone. Viene ucciso da Paride la cui freccia è guidata da Apollo • Elena: Figlia di Giove e Leda e moglie di Menelao, è la donna più bella di tutta la Grecia, rapita da Paride, per lei si scatena la guerra. Alla caduta di Troia ritorna a Sparta con Menelao • Ettore: Figlio del re di Troia Priamo e della regina Ecuba. Marito di Andromaca. È il più grande degli eroi troiani. Uccide Patroclo , il più caro amico di Achille e a sua volta viene ucciso da quest'ultimo. • Menelao: Re di Sparta, figlio di Atreo e fratello di Agamennone. Marito di Elena. Al suo ritorno in patria accoglie Telemaco, il figlio di Ulisse, e gli dà notizie del padre • Patroclo: Figlio di Menezio e amico di Achille. Quando quest'ultimo si ritira dalla lotta per un'offesa fatta dagli Agamennone, indossa le sue armi e combatte contro i troiani, ma viene ucciso da Ettore. “TRAMA!” • Dopo il rapimento di Elena da parte di Paride, i greci, capitanati da Achille e Agamennone, volevano riscattarsi. Dopo nove anni di un lungo assedio, Agamennone non volle restituire a Crise, sacerdote di Apollo, la figlia Criseide. Il dio mandò perciò una terribile pestilenza nel campo greco, ed i troiani cominciarono a guadagnare terreno. Agamennone è quindi costretto a restituirla, prendendosi però come bottino di guerra, la schiava di Achille, Briseide. Egli prese ciò come un affronto, e si ritirò dalla guerra. Senza di lui la Grecia era persa: i troiani non facevano altro che guadagnare vittorie su vittorie, finché un giorno, Patroclo, il miglior amico di Achille, non decise di scendere in campo con i vestiti dell'amico. Ettore, capo dei Troiani, credendo che fosse Achille, lo uccise. Quand'egli venne a sapere ciò, qualcosa dentro gli cambiò all'istante: una furia immensa di vendetta cominciò ad annebbiargli il cuore. Infatti, dopo una lunga guerra, riuscì ad uccidere finalmente l'assassino del suo migliore amico, Ettore. Dopo varie suppliche da parte del padre di quest'ultimo, Priamo, si decide a restituirgli il cadavere del figlio. CONTENUTO • L'liade è il primo poema Omerico, che narra le vicende occorse durante l'ultimo anno, il decimo, della guerra di Troia combattuta tra Greci e Troiani a causa della bella Elena. Elena, figlia di Tindaro, re d'Amiclea (Sparta), era sta data in sposa a Menelao, figlio di Atreo e fratello del potente Agamennone (re di Micene). Paride (principe di Troia) innamoratosi di lei, con l'aiuto di Afrodite, la rapisce portandola con sé a Troia. Menelao ed Agamennone, insieme ad altri re e valorosi guerriei, fra cui Achille, si riuniscono in un grande esercito e - per riportare Elena in patria - muovono guerra a Troia. Dopo quasi 10 anni di assedio senza raggiungere la vittoria, nè da una parte, nè dall'altra, Ulisse partorisce l'idea che consegnerà la vittoria ai Greci: costruire un enorme cavallo di legno da dare in dono ai troiani dove sarebbero stati nascosti dei soldati Greci. Grazie a questo stratagemma Troia venne rasa al suolo. 3 anni fa Omero .La questione Omerica .Omero La Questione Omerica Riassunto Riassunto: Secondo la tradizione, l'autore dell'Iliade e dell'Odissea sarebbe il poeta greco Omero, vissuto nell'VIII secolo a.C.; un cantore cieco, nato a Chio o a Samo, sempre in viaggio da una città all'altra della Grecia e dell'Asia Minore cantando antiche gesta di eroi; ma l'esistenza di Omero non è mai stata storicamente accertata. Da sempre interesse e mistero circondano la figura di questo poeta. La questione omerica, che riguarda non solo il problema dell'esistenza di Omero, ma anche quello della paternità dell'Iliade e dell'Odissea, fu posta fin dai tempi antichi e la discussione sull'argomento dura tuttora. Alcuni studiosi, osservate le rassomiglianze ma anche le sostanziali differenze tra i due poemi, sostennero che Omero (o, comunque, il poeta a cui la tradizione dà questo nome) fosse l'autore delle due opere. L'Iliade, in cui predomina uno spirito più giovanile e battagliero, sarebbe stata composta nella giovinezza, mentre l'Odissea, per la maggior conoscenza del mondo e degli uomini che rivela, sarebbe stata scritta nelle maturità. Altri critici attribuirono le due opere ad autore diversi, vissuti in epoche diverse; altri ancora videro in Omero il raccoglitore di canti composti da diversi aedi (poeti cantori) in epoche precedenti. Omero • E’ tuttora un enigma irrisolto la ricostruzione della personalità di Omero, molte ipotesi sono state avanzate e tra le più verosimili vi è quella che non esista un unico poeta: gli antichi chiamarono "Omero" l'autore dell'Iliade e dell'Odissea (e di numerosi altri poemetti), quando è più probabile che i compositori fossero stati ben più d'uno. La prima redazione scritta dei poemi è accreditata al tiranno di Atene Pisistrato (VI sec. a.C.), ma la loro composizione trova infatti le sue radici nella tradizione orale della poesia greca/indeuropea. La questione omerica, proposta nel 1700 da Giambattista Vico, è tuttora aperta e di grande interesse culturale (si pensi a Felice Vinci e al suo capolavoro Omero nel Baltico, nel quale ipotizza un'identità fra la mitologia nordica e i poemi di Omero, e una loro collocazione geografica nel nord Europa) e questo è dovuto all'indubbio valore poetico e letterario dei poemi, che sono stati per secoli il cemento della grecità e sicuramente vanno posti fra le radici della civiltà greca/indeuropea e quindi anche della cultura e della civiltà occidentale precristiana. Antiche leggende, comunque, dipingono ritratti peculiari del poeta-voce della grecità: c'è chi dice che fosse nato a Chio, chi a Cuma eolica, chi a Smirne... molti convengono che fosse cieco.... se veramente un personaggio di nome Omero è esistito nella realtà storica antica, è probabile che egli fosse uno dei tanti aedi o rapsodi che, vagando per la Grecia, cantavano le gesta degli antichi eroi. Paride e Elena • Paride Principe troiano, esposto ancora neonato sul morte Ida a causa delle profezie funeste che lo accompagnarono sin dalla nascita, visse da pastore fino a quando non fu scelto dagli dèi affinché desse il suo giudizio sulla più bella fra le dee Era, Atene e Afrodite. • Riconosciuto dal padre, rientrò a corte e partì in missione diplomatica per Sparta, dove conobbe Elena, moglie di Menelao, la donna più bella del mondo: Afrodite per rispettare la promessa fattagli per ottenere il pomo d’oro fece innamorare la donna perdutamente dell'eroe. Paride rapì quindi Elena e la portò con sé a Troia. • Nel corso della guerra che ne seguì, affrontò Menelao in duello e fu salvato dalla morte per intervento di Afrodite; in battaglia fu tra i peggiori; uccise Achille, non grazie alla propria abilità, ma perché il dio Apollo aveva guidato le sue mani mentre scoccava lentamente la freccia. • Paride e Elena : La morte di Patroclo • Ettore, aiutato da Apollo, raggiunge l’accampamento acheo e dà fuoco alla nave dei nemici, Patroclo piange perché i migliori sono distesi sulle navi nemici, colpiti e feriti, e chiede ad Achille di mandarlo in guerra e di concedergli le sue armi. Achille era ancora deciso a non andare in guerra perché ancora la nave stava andando a fuoco. Dopo continui implori Achille acconsente a patto che, Patroclo gli possa dare onore da parte di tutti gli achei, e appena i nemici si fossero allontanati, non continuasse a fare la guerra senza di lui anche se Zeus non gli desse la vittoria; perché ciò lo renderebbe ancor più privo di onore. Patroclo si stava preparando per andare in guerra. Se avesse ascoltato il consiglio di Peleo non sarebbe dovuto andare perché avrebbe avuto un destino crudele, la morte. Patroclo andò in guerra, spaventò i nemici e non contento entrò anche lui nella mischia. E qui trovò la morte, ferito prima da un colpo di Apollo poi dal troiano Efuorbo, infine da Ettore, che si impadronisce poi delle armi divine. Achille decise di entrare in guerra per riscattare la morte dell’amico, e chiede alla madre Teti nuove armi divine per rientrare in battaglia. Zeus aveva impedito alle altre divinità di aiutarli in battaglia. Iris però è intervenuta, a favore di Achille, ed è stata attenta a non farsi vedere dagli dei di tutto l’Olimpo. Gli achei erano tristi per la morte di Patroclo e lottavano per impadronirsi del corpo. Dopo una lunga battaglia per impossessarsi del corpo di Patroclo, che ha causato perdite in entrambi gli eserciti, si apre un momento di disperazione e di intimità fra tutti gli Achei. Achille intanto profetizza la propria morte alla città di Troia.