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Diapositiva 1 - Casa Lanteri
13 Il ven. Lanteri diede questa linea di comportamento ai suoi Oblati: “Non giudicheranno mai alcun cuore invulnerabile, ma con l'orazione continua e fervente e con la carità industriosa faranno il possibile per non lasciare perire alcuno Anno 2015-2016 Giubileo della misericordia 1 il ven. Lanteri invitò a considerare: “la bontà e carità del Padre nell'accoglimento del figlio, anzi nel cercarlo, nel portarlo sulle Sue spalle, non essendo il peccatore capace di camminare da sé”. 2 Il Signore non vuole nemmeno che temiamo rimproveri in quanto “Nessuna delle colpe commesse sarà ricordata” La misericordia è la proprietà fondamentale di Dio La misericordia è circondata da una corona di altre proprietà divine – come ad esempio la benevolenza, la fedeltà, la comprensione, la mitezza, la dolcezza, la giustizia, la longanimità, la santità - che costituiscono attorno ad essa come un tutto e ne esprimono qualche aspetto 3 E nella Misericordiae vultus papa Francesco, dopo aver citato alcuni salmi, indica la caratteristica “materna” della misericordia divina: 4 «...la misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello di un padre e di una madre che si commuovono fino dal profondo delle viscere per il proprio figlio. È veramente il caso di dire che è un amore “viscerale”. Proviene dall’intimo come un sentimento profondo, naturale, fatto di tenerezza e di compassione, di indulgenza e di perdono» (n. 6). Giustamente papa Francesco nella Misericordiae vultus ci dice: «Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza. Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato» (n. 2). 5 6 Dobbiamo chinarci con misericordia sulla situazione odierna e dire che, al di là di tutte le nebbie e spesso anche delle tenebre della nostra coppia, vigila il volto misericordioso di un Padre che è longanime e buono, che conosce e ama ogni singolo e che sa di che cosa abbiamo bisogno (Mt 6,8.32). 7 La verità più profonda sull'uomo e sulla donna è che Dio ci ha meravigliosamente creati nel suo amore, non ci ha abbandonati nemmeno quando ci siamo allontanati da lui e anzi ha di nuovo ristabilito misericordiosamente in modo mirabile noi e la nostra dignità[1]. Egli è disceso nei bassifondi in cui eravamo finiti per ricondurci a lui e attrarci vicino al suo cuore. [1] Cfr. colletta della terza messa di Natale. 8 Sono molto forti le parole di papa Francesco quando nell'Evangelii Gaudium, afferma: «Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte della comunità, e nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione qualsiasi. Questo vale soprattutto quando si tratta di quel sacramento che è “la porta”, il Battesimo. L’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli. Queste convinzioni hanno anche conseguenze pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (EG 47). 9 10 «Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c'è posto per ciascuno con la sua vita faticosa» (EG 47). Una Chiesa «ospedale da campo», preoccupata di tamponare le ferite mortali, non di sottoporre il moribondo a troppi test specialistici per misurare quanto i suoi valori siano in regola con le norme della dottrina morale. Una Chiesa che va alla ricerca dei lontani, di chi ha perso la fede o di chi si è sentito rifiutato o incompreso. Una Chiesa che segue l'esempio di quel falegname di Nazareth, che duemila anni fa scandalizzava i benpensanti chiamando vicino a sé i peccatori, perdonando le prostitute, contaminandosi con il lebbroso messo ai margini della società, e spiegava di essere venuto per i malati, cioè per i peccatori, non per i giusti che non hanno bisogno del medico. 11 Cfr. Intervista di Papa Francesco con A. Spadaro, in La Civiltà cattolica 3918 I TERMINI DEL PERDONO NELL’A.T. 23 il perdono viene dato Accanto o inclusa a il perdono che Dio dà grazie alla presenza questi riti espiatori è all'uomo è motivato, pure prevista una dei riti espiatori dalla grandezza del confessione dei suo nome (cfr. Sal peccati (cfr. Lv5,5; 25,11) 16,21) Il perdono, appartenendo perdono, però, ha a che fare intrinsecamente a con la durezza del cuore Dio (cfr. Sal 86,5; degli uomini 130,4), diventa così Dio che vuole che il il luogo di una sua suo popolo sia consapevole dei specifica suoi sbagli e vi manifestazione ponga rimedio E SI capace di guarire METTA IN CAMMINO (cfr. Sal 103,3 DI CONVERSIONE Nel Nuovo Testamento, i termini più utilizzati, rivestono originariamente il significato giuridico di togliere, rimuovere, liberare, abbandonare, permettere. il potere di Gesù di fare guarigioni e quello del perdono, tra guarigione fisica e spirituale, aprendo così la strada al valore terapeutico del perdono perdono come l'unico potere dato da Gesù Cristo alla stessa comunità cristiana la gratuità del perdono di Dio 12 il perdono dei peccati come causa della conversione ma anche la conversione come causa del perdono dei peccati Un itinerario biblico SULLA MISERICORDIA DIVINA DALL’ICONA DI GIONA..................... Giona non riesce a capire questo atteggiamento di Dio e si sdegna con Lui: «So che tu sei un Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira, di grande amore e che ti ravvedi riguardo al male minacciato. Or dunque Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere» (Gio 4,2-3). 15 IL BUON SAMARITANO prossimo è colui che prova compassione, chi è dentro una mentalità di misericordia LA COMPASSIONE implica il riconoscimento dell'altro visto nel suo essere radicalmente fragile, vulnerabile, ferito, scoperto, nudo 16 una parolachiave: la compassione È una forza, quindi, che mette in movimento, capace di liberare se stesso e l'altro, di diventare paradigma per ogni relazione di cura, di creare aggregazioni, relazioni umane significative. Essa permette ad ognuno di uscire dal proprio io per far spazio all'altro. Coglie l'altro (anche l'Altro di Dio) come un dono, che è scoperto dentro lo spazio del proprio sé.. 17 Ed è la vulnerabilità la sola cosa che fa entrare in azione la compassione. La vulnerabilità della persona vista/sentita, ma anche la vulnerabilità propria accettata e attraversata dall'altrui vulnerabilità La COMPASSIONE........ Non si sta soffrendo al posto dell'altro o proiettando la propria sofferenza verso l'altro. Si sta soffrendo con l'altro, che viene ricevuto-accettato nella propria interiorità. 18 Sembra, ancora una volta, che solo uno stato di debolezza-vulnerabilità, vissuto con le logiche della misericordia, possa essere il vero luogo di generazione della relazione DONNA NESSUNO TI HA CONDANNATA? NEPPURE IO TI CONDANNO VA IN PACE E NON PECCARE PIU’ 19