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Diapositiva 1 - Casa Lanteri

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Diapositiva 1 - Casa Lanteri
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Il ven. Lanteri diede questa linea di
comportamento ai suoi Oblati:
“Non giudicheranno mai alcun cuore
invulnerabile, ma con l'orazione continua
e fervente e con la carità industriosa
faranno il possibile per non lasciare
perire alcuno
Anno 2015-2016
Giubileo della misericordia
1
il ven. Lanteri invitò a considerare: “la
bontà e carità del Padre nell'accoglimento
del figlio, anzi nel cercarlo, nel portarlo
sulle Sue spalle, non essendo il peccatore
capace di camminare da sé”.
2
Il Signore non vuole
nemmeno che temiamo
rimproveri in quanto
“Nessuna delle colpe
commesse sarà
ricordata”
La misericordia è la proprietà
fondamentale di Dio
La misericordia è circondata da una
corona di altre proprietà divine – come ad
esempio la benevolenza, la fedeltà, la
comprensione, la mitezza, la dolcezza, la
giustizia, la longanimità, la santità - che
costituiscono attorno ad essa come un
tutto e ne esprimono qualche aspetto
3
E nella Misericordiae vultus papa Francesco, dopo aver citato alcuni salmi, indica la
caratteristica “materna” della misericordia divina:
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«...la misericordia di Dio non è un’idea astratta, ma una
realtà concreta con cui Egli rivela il suo amore come quello
di un padre e di una madre
che si commuovono fino
dal profondo delle viscere
per il proprio figlio. È
veramente il caso di dire
che è un amore “viscerale”.
Proviene dall’intimo come
un sentimento profondo,
naturale, fatto di tenerezza
e di compassione,
di indulgenza e di perdono» (n. 6).
Giustamente papa Francesco nella Misericordiae vultus ci dice:
«Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della
misericordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della
nostra salvezza.
Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità.
Misericordia: è l’atto ultimo e supremo
con il quale Dio ci viene incontro.
Misericordia: è la legge fondamentale che
abita nel cuore di ogni persona quando
guarda con occhi sinceri il fratello che
incontra nel cammino della vita.
Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo,
perché apre il cuore alla speranza di
essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato» (n. 2).
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Dobbiamo chinarci con misericordia
sulla situazione odierna e dire che, al
di là di tutte le nebbie e spesso
anche delle tenebre della nostra
coppia, vigila il volto misericordioso
di un Padre che è longanime e
buono, che conosce e ama ogni
singolo e che sa di che cosa
abbiamo bisogno (Mt 6,8.32).
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La verità più profonda sull'uomo e sulla donna è che
Dio ci ha meravigliosamente creati nel suo amore, non
ci ha abbandonati nemmeno quando ci siamo
allontanati da lui e anzi ha di nuovo ristabilito
misericordiosamente in modo mirabile noi e la nostra
dignità[1]. Egli è disceso nei bassifondi in cui eravamo
finiti per ricondurci a lui e attrarci vicino al suo cuore.
[1] Cfr. colletta della terza
messa di Natale.
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Sono molto forti le parole di papa Francesco quando nell'Evangelii Gaudium, afferma:
«Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono
far parte della comunità, e nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero
chiudere per una ragione qualsiasi.
Questo vale soprattutto quando si tratta
di quel sacramento che è “la porta”, il Battesimo.
L’Eucaristia, sebbene costituisca la pienezza della
vita sacramentale, non è un premio per i perfetti
ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli.
Queste convinzioni hanno anche conseguenze
pastorali che siamo chiamati a considerare
con prudenza e audacia.
Di frequente ci comportiamo come controllori
della grazia e non come facilitatori.
Ma la Chiesa non è una dogana,
è la casa paterna
dove c’è posto per ciascuno
con la sua vita faticosa» (EG 47).
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«Ma la Chiesa non è una dogana, è la
casa paterna dove c'è posto per ciascuno
con la sua vita faticosa» (EG 47).
Una Chiesa «ospedale da campo», preoccupata di tamponare le
ferite mortali, non di sottoporre il moribondo a troppi test
specialistici per misurare quanto i suoi valori siano in regola con le
norme della dottrina morale. Una Chiesa che va alla ricerca dei
lontani, di chi ha perso la fede o di chi si è sentito rifiutato o
incompreso. Una Chiesa che segue l'esempio di quel
falegname di Nazareth, che duemila anni fa
scandalizzava i benpensanti chiamando vicino
a sé i peccatori, perdonando le prostitute,
contaminandosi con il lebbroso messo ai
margini della società, e spiegava di essere
venuto per i malati, cioè per i peccatori,
non per i giusti che non hanno bisogno del medico.
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Cfr. Intervista di Papa Francesco con A. Spadaro, in La Civiltà cattolica 3918
I TERMINI DEL PERDONO NELL’A.T.
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il perdono viene dato Accanto o inclusa a
il perdono che Dio dà
grazie alla presenza questi riti espiatori è
all'uomo è motivato,
pure prevista una
dei riti espiatori
dalla grandezza del
confessione dei
suo nome (cfr. Sal
peccati (cfr. Lv5,5;
25,11)
16,21)
Il perdono,
appartenendo
perdono, però, ha a che fare
intrinsecamente a
con la durezza del cuore
Dio (cfr. Sal 86,5;
degli uomini
130,4), diventa così
Dio che vuole che il
il luogo di una sua
suo popolo sia
consapevole dei
specifica
suoi sbagli e vi
manifestazione
ponga rimedio E SI
capace di guarire
METTA IN CAMMINO
(cfr. Sal 103,3
DI CONVERSIONE
Nel Nuovo Testamento, i
termini più utilizzati, rivestono
originariamente il significato
giuridico di togliere,
rimuovere, liberare,
abbandonare, permettere.
il potere di Gesù di fare
guarigioni e quello del
perdono, tra guarigione
fisica e spirituale, aprendo
così la strada al valore
terapeutico del perdono
perdono come l'unico
potere dato da
Gesù Cristo alla stessa
comunità cristiana
la gratuità del
perdono di Dio
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il perdono dei peccati come
causa della conversione ma
anche la conversione come
causa del perdono dei peccati
Un itinerario biblico SULLA MISERICORDIA DIVINA
DALL’ICONA DI GIONA.....................
Giona non riesce a capire questo
atteggiamento di Dio e si sdegna con Lui: «So
che tu sei un Dio misericordioso e pietoso,
lento all'ira, di grande amore e che ti ravvedi
riguardo al male minacciato.
Or dunque Signore, toglimi la vita,
perché meglio è per me morire
che vivere» (Gio 4,2-3).
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IL BUON SAMARITANO
prossimo è colui che prova
compassione, chi è dentro una
mentalità di misericordia
LA COMPASSIONE
implica il
riconoscimento
dell'altro visto nel suo
essere radicalmente
fragile, vulnerabile,
ferito,
scoperto, nudo
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una parolachiave:
la
compassione
È una forza, quindi, che mette in movimento,
capace di liberare se stesso e l'altro, di
diventare paradigma per ogni relazione di
cura, di creare aggregazioni, relazioni
umane significative.
Essa permette ad ognuno di
uscire dal proprio io per far
spazio all'altro. Coglie l'altro
(anche l'Altro di Dio) come
un dono, che è scoperto
dentro lo spazio del proprio
sé..
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Ed è la vulnerabilità la sola
cosa che fa entrare in azione
la compassione. La
vulnerabilità della persona
vista/sentita, ma anche la
vulnerabilità propria
accettata e attraversata
dall'altrui vulnerabilità
La COMPASSIONE........
Non si sta soffrendo al posto dell'altro o
proiettando la propria sofferenza verso
l'altro. Si sta soffrendo con l'altro, che
viene ricevuto-accettato nella propria
interiorità.
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Sembra, ancora una volta, che solo uno stato
di debolezza-vulnerabilità, vissuto con le
logiche della misericordia, possa essere il vero
luogo di generazione della relazione
DONNA NESSUNO
TI HA
CONDANNATA?
NEPPURE IO
TI CONDANNO VA IN
PACE
E NON PECCARE
PIU’
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