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Bambine costrette a crescere troppo presto
“State molto attenti a far piangere una donna, perché Dio conta le sue lacrime! La donna è uscita dalla costola dell'uomo, non dai piedi perché dovesse essere calpestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale... Un po' più in basso del braccio per essere protetta, dal lato del cuore per essere amata.” - Roberto Benigni SPOSE BAMBINE Le ”spose bambine" sono innanzitutto ragazze alle quali sono negati i diritti umani fondamentali. Nei Paesi in via di sviluppo (Cina esclusa) circa 70 milioni di ragazze - una su tre fra coloro che oggi hanno un'età compresa tra 20 e 24 anni - si sono sposate in giovanissima età. Ciò comporta una serie di conseguenze negative sia per la salute che per lo sviluppo. Al matrimonio precoce segue quasi inevitabilmente una gravidanza altrettanto precoce e, dunque, pericolosa sia per la neo-mamma che per il suo bambino. Le gravidanze anticipate provocano ogni anno 70.000 morti fra le ragazze di età compresa tra 15 e 19 anni. A sua volta, un bambino che nasce da una madre minorenne ha il 60% delle probabilità in più di morire in età neonatale, rispetto a un bambino che nasce da una donna di età superiore a 19 anni. SPOSE BAMBINE IN AFRICA Bambine di 14 anni che tutto d’un tratto cambiano radicalmente vita, costrette come sono a lasciar perdere bambole e capricci per diventare adulte e mogli. Se ne vedono a centinaia in Nigeria, il terzo Paese al mondo con il numero più alto di spose-bambine. E secondo l’organizzazione no profit Girls Not Brides il 39% arriva all’altare’ prima dei 18 anni, mentre il 16% lo fa prima, persino, dei 15 anni. Qui ad esempio non c’è un’età minima per il matrimonio, ma ciò che rende tragicamente comica la vicenda è che queste stesse bambine, troppo grandi per ‘non sposarsi’, sono in realtà troppo piccole per essere giudicate dalla giustizia. Come la storia di Wasila Tasiu, che all’età di 14 anni ha sposato un giovane di un villaggio vicino al suo. Il suo matrimonio è durato solo 17 giorni. Poi Wasila ha deciso di avvelenare il marito: era l’unico modo per liberarsi di una vita tanto infelice come quella matrimoniale, di cui la bambina non voleva saperne e non ne sapeva nulla. Per lo stato Wasila è troppo giovane per essere rinchiusa in carcere oppure essere condannata, ma evidentemente non lo era per sposare un uomo. Il fatto è che in questi villaggi è impresa ardua scoprire l’età reale delle bambine, perché il rilascio di documenti o certificazioni è una pratica davvero poco diffusa. Ancora oggi viene praticata la “lapidazione femminile” come condanna a morte per aver commesso adulterio. Spesso si tratta in realtà di bambine che, abbandonate dai mariti, subiscono violenze ed il prezzo che pagano, quando si ritrovano a denunciare maltrattamenti, è proprio la lapidazione. Il rito consiste nello scavare una profonda buca in cui la donna viene inserita lasciando al di fuori solamente spalle e viso. A questo punto gli uomini del paese inizieranno a tirarle addosso le pietre più grosse e spigolose e chi riuscirà a darle il colpo finale, quello che procurerà la morte della donna, gioirà e si vanterà con gli amici. In Niger grave è la condizione delle bambine, particolarmente sfruttate nell'ambito lavorativo, in Angola le donne mettono ogni giorno a rischio la propria vita andando a coltivare campi ancora disseminati di mine. Ciò che però colpisce maggiormente è una tradizione, portata avanti in Somalia, che segna in modo brutale la differenza tra uomo e donna, procurando a quest'ultima gravissime conseguenze fisiche. All'età di otto anni o anche meno, le bambine subiscono, sotto forma di rituale, un intervento chirurgico che prevede una mutilazione degli organi genitali: l'infibulazione totale praticata come rituale di iniziazione, “necessario” per accedere al matrimonio, marca il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. La vita della donna può essere rappresentata da un quadrato in cui ad ogni vertice corrisponde una mansione svolta, tra cui: occuparsi della casa, educazione figli, assistenza anziani e lavoro nei campi. SPOSE PER 500 EURO A Giza, piccolo paesino a sud-ovest del Cairo, nove donne sperano di salvarsi dalla povertà e dalla violenza. È l'estate del 2013: il paese è travolto dagli avvenimenti politici. La via di fuga è il matrimonio, facoltosi uomini arrivano dal Golfo Persico. "Mi sposai con un giordano quando avevo 17 anni e lo conobbi tramite un intermediario. Andai all'appuntamento con un'amica e lui scelse me", racconta una delle protagoniste. In Egitto, fa sapere il regista Sokar Barra è stato censurato: "Abbiamo dovuto cancellare la prima a seguito di minacce di ogni tipo. Temevamo che le donne che raccontano la loro storia potessero essere attaccate. Speriamo che un giorno venga proiettato". Nel frattempo il documentario, che svela uno dei tabù più atroci della società egiziana, è arrivato nelle sale spagnole. Con 5.000 sterline egiziane, circa 580 euro, i magnati arabi comprano le donne. La somma viene utilizzata per il matrimonio, ragion per cui, quasi sempre, alle vittime del mercimonio non resta nulla. Nel 99% dei casi, il destino che le attende è catastrofico: uomini violenti, già sposati, che non tardano a ripudiarle. PROSTITUZIONE MINORILE Lo sfruttamento sessuale minorile costituisce una forma di coercizione e violenza contro bambini e minorenni in genere, una forma contemporanea di schiavitù lavorativa a fini commerciali sessuali. Lo sfruttamento sessuale minorile comprende prostituzione minorile, pornografia infantile, turismo sessuale minorile e tutte quelle altre forme di "sesso transazionale" in cui il minorenne s'impegna in attività sessuali per veder soddisfatti alcuni dei suoi bisogni fondamentali, tra cui cibo, riparo, sicurezza e accesso all'istruzione; esso comprende anche le forme di sesso commerciale in cui l'abuso sui minori non viene segnalato dai membri della famiglia a causa di benefici che gliene derivano. Include, inoltre, almeno potenzialmente, anche il matrimonio combinato, che coinvolge persone di età inferiore ai 18 anni. Con il termine “prostituzione minorile” si indica normalmente la prostituzione esercitata da un minorenne per ottener benefici finanziari. Esso comprende l’abuso sessuale da parte di un adulto corrisposta al bambino o a terze parti. In questo senso, il bambino diventa vittima due volte perché viene trattato sia come oggetto sessuale sia come oggetto commerciale. Questa forma specifica di prostituzione minorile, cercata da turisti stranieri occidentali in Paesi solitamente meno sviluppati: asiatici, africani o sudamericani (questo al fine di evitare le leggi e le pene del paese di residenza), è conosciuta come turismo sessuale infantile. Negli ultimi 15 anni sono stati organizzati tre Congressi mondiali per pianificare una strategia internazionale contro questo fenomeno: a Stoccolma nel 1996, a Yokohama nel 2001 e a Rio de Janeiro nel 2008. TURISMO SESSUALE Il turismo sessuale minorile è quella forma che prende di mira i minorenni e fa parte di un giro d'affari multimiliardario, interno al settore globale del turismo a scopo sessuale. Esso rappresenta una forma di prostituzione minorile nell'ambito della più ampia questione dello sfruttamento sessuale minorile a fini commerciali. Vittime di tale giro d'affari sono circa due milioni di bambini, per lo più bambine. Le bambine che si esibiscono nel ruolo di prostitute spesso vengono attirate e rapite per poi essere ridotte in una vera e propria schiavitù sessuale. La maggioranza dei minorenni sfruttati in questo commercio hanno meno di 12 anni. I pedofili utilizzano generalmente Internet per pianificare i loro viaggi, attraverso la ricerca d'informazioni e negoziazioni sulle effettive opportunità di turismo sessuale in quel dato paese; laddove i bambini si trovano in una situazione di più forte vulnerabilità e disagio sociale ed economico, pertanto nei paesi più poveri.. Molti governi nazionali hanno promulgato nel tempo leggi per consentire di poter perseguire penalmente i propri cittadini per abusi sessuali commessi su minori, al di fuori del proprio Paese d'origine. Tuttavia, mentre le leggi contro il turismo sessuale possono scoraggiare facilmente i trasgressori situazionali dall'agire impulsivamente, ciò invece non accade con i pedofili i quali si recano appositamente in quei Paesi con lo scopo di sfruttare sessualmente i loro cittadini più giovani. MOVIMENTI GLOBALI CONTRO I MATRIMONI PRECOCI Sotto lo slogan “La mia vita, il mio diritto, la fine dei matrimoni precoci” si sta svolgendo in tutto il mondo una serie di eventi e di azioni per richiamare l'attenzione su questo tema estremamente importante. Presso la sede dell'ONU a New York, l'arcivescovo Desmond Tutu insieme a UNICEF, UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione) e UN Women discutono su come governi, società civile, agenzie ONU e settore privato possano unire i propri impegni per velocizzare la scomparsa della pratica del matrimonio precoce. In Malawi la questione verrà posta al centro del dibattito parlamentare, mentre in Uganda è stata lanciata una discussione aperta tra i giovani tramite l'uso di SMS. LE BAMBINE ANORESSICHE Purtroppo nei Paesi che sono in via di sviluppo molte bambine, ormai famose nell’ambito della moda, sono costrette a essere sempre più belle e più magre e, spesso, incitate dai genitori molte di loro sfiorano l’anoressia. L'Italia si allinea ai paesi che dicono no alle modelle ultra-magre e minorenni, quelle che non toccano taglia 38, il cui aspetto condiziona tante adolescenti potenzialmente anoressiche. Il Ministero per le Politiche giovanili, la Camera Nazionale della Moda e Alta Moda hanno messo a punto un manifesto di autoregolamentazione teso a impedire, tra le altre cose, la passerella alle modelle sotto i 16 anni e a quelle magrissime. PROGETTO FATTO DA: Classe 3°F a tempo prolungato Plesso “G. Verga” Docenti referenti: • Angela Muzzicato • Franca Filì